Quando stavo per postare questo capitolo, ho scoperto che questa storia
è diventata la seconda più recensita tra le fic
su Haruhi(del sito dove l'autore scrive, N.D.R.). Grazie mille per il vostro supporto.
È quasi troppo! ^^'
E qualcuno di voi ha fatto notare che non c'è stata
abbastanza presenza degli altri membri della Brigata in questa fic, e
sono proprio d'accordo, soprattutto per Yuki.
Ho tutta l'intenzione di dar loro più spazio da qui in poi.
In ogni caso, è ora di muoversi. Divertitevi!
Capitolo 12
Era ancora nuvoloso. Non ci avevo fatto caso il giorno prima, ma anche
allora era nuvoloso, vero? Ero quasi senza dubbio che fosse una
riflessione dell'umore di
Haruhi. Mi chiesi quanti altri giorni ci sarebbero voluti prima che il
sole tornasse. Mi chiesi quasi se sarebbe mai tornato.
Non importa. La mia mente si stava solo lasciando trascinare per una
tangente verso il nulla. Cercavo solo di tenermi occupato durante la
camminata verso il caffè. Ero quasi arrivato. Per ovvie
ragioni, gli eventi recenti avevano raggiunto un livello di
serietà abbastanza grande da richiedere questo incontro. Ad
essere onesti, ero curioso di sapere cosa avevano da dire gli altri al
riguardo.
Quando finalmente entrai nel caffè, mi ci volle un minuto
per trovare gli altri. Come mi aspettavo, scoprii che tutti e tre mi
avevano già preceduto ed erano ora seduti ad un tavolo
vicino la finestra. Avvicinandomi, notai che Koizumi era l'unico senza
uniforme scolastica. Doveva essersi preso un altro giorno di vacanza
dalla scuola per potersi riposare dopo aver eliminato quello spazio
chiuso.
Il momento in cui Asahina-san vide il mio viso, fece un'espressione di
terrore. «Oh, santi numi, Kyon-kun! Stai bene?» Si
alzò dalla sedia e si affrettò vicino a me per
controllarmi meglio. «Che ti è successo?»
Le feci un sorriso rassicurante. «Sto bene, Asahina-san. Non
è terribile quanto sembra.» Era un po' una bugia.
In realtà faceva ancora piuttosto male.
Asahina-san controllò con accuratezza il mio occhio prima di
sospirare afflitta. «Mi spiace non poter essere stata
lì ad aiutare.» Sembrava quasi che stesse per
piangere.
Stavi esagerando, Asahina-san. Non c'era molto che avresti potuto fare,
comunque. «Ho detto che sto bene. Non c'è bisogno
di piangere. Grazie per esserti preoccupata, comunque.»
Asahina-san deglutì la saliva e annuì.
Dopodiché, ci sedemmo vicini. Koizumi era direttamente
dall'altra parte del tavolo, e Nagato sedeva alla finestra,
Koizumi fu il primo a parlare dopo esserci seduti. «Bel
tempo, non trovi?»
Incurvai lo sguardo verso di lui. No, il tempo non era bello.
«Dubito che tu abbia indetto questa riunione
cosicché potessimo parlare del tempo.»
«Hai ragione,» disse Koizumi con il suo plastico
sorriso. «Ho pensato di provare a rompere il ghiaccio con una
domanda semplice. La domanda era ironica ovviamente, dato che in
effetti il tempo non è affatto bello. In realtà,
è quasi deprimente. Sono sicuro che tu abbia già
pensato all'idea che il tempo possa essere collegato all'umore corrente
di Suzumiya-san.»
«Già,» dissi stendendomi sullo schienale.
«Magari adesso è il momento migliore per informare
noi altri ciò che succede con Suzumiya-san.»
A quel punto iniziai a spiegare ad Asahina-san e Nagato ciò
che era successo quel Lunedì e ciò che sarebbe
successo quel Sabato. Ho detto loro di come i genitori di Haruhi
avevano scoperto della Brigata SOS, di suo padre che le proibiva di
andarci, dell'assalto che avevo ricevuto da Oruki, e del piano della
Brigata per quel Sabato. Asahina-san tenne le mani sulla bocca quando
spiegai gli eventi del Lunedì, facendomi quasi sentire in
colpa per averli detti. Era molto carina mentre agiva in quel modo.
«E questo è tutto.»
Gli altri tre rimasero in silenzio per qualche minuto incassando quello
che avevo raccontato. Ancora una volta, Koizumi fu il primo a parlare.
«Devo ammettere, quell'ora del Lunedì è
stata... esilarante, come minimo. I miei superiori sono ancora nel
panico, a riguardo. Ci sono voluti gli sforzi combinati dell'intera
Organizzazione per eliminare lo spazio chiuso. Perfino i membri dei
piani alti hanno dovuto aiutare, cosa che non è mai successa
da quando mi sono unito. Sicuramente è stato un momento che
non vogliamo che si ripeta.»
Fu uno shock scoprire che anche i membri dei piani alti
dell'Organizzazione dovettero aiutare. Mi voltai verso Nagato non
appena Koizumi ebbe finito di parlare. «Nagato, potresti
dirmi quanto era grande lo spazio chiuso prima di essere
eliminato?»
«La distorsione spazio-temporale conosciuta come "spazio
chiuso" ha ricoperto con successo il 98.7836 percento della superficie
della terra prima di venire dissipato. L'ultima cifra della parte
decimale è stata arrotondata dal momento che la notazione
decimale adottata dalle persone di questo pianeta non può
rappresentare la percentuale corretta senza che il numero abbia un
illimitato numero di cifre decimali.»
I miei uscirono fuori dalle orbite nel sentirlo.
«Così vicino!?» Koizumi mi aveva detto
che se uno spazio chiuso avesse ricoperto l'intera Terra, il mondo
sarebbe finito e lo spazio chiuso avrebbe preso il suo posto.
«Come ti ho detto prima,» continuò
Koizumi. «Lo spazio chiuso non ha smesso di ingrandirsi dopo
il tuo intervento. Ha solo rallentato abbastanza da permetterci una
posssibilità di eliminarlo. Ho ricevuto rapporti dai membri
che erano entrati prima di me. Hanno detto che lo "Shinjin1"
all'interno stava distruggendo tutto ad un ritmo che non si era mai
verificato prima. Era come se fossero in uno stato di ceca rabbia
omicida. Era così terribile che tutti coloro che erano
all'interno sono riusciti ad ucciderne a malapena uno. Fortunatamente,
quando anche io sono arrivato si erano callmati al loro normale stato
di rabbia. Una cosa era sicura, però. Se tu avessi ritardato
anche di un solo minuto il tuo intervento, sarebbe stato troppo
tardi.»
Il mio cuore aumentò un po' il battito di fronte alle
disturbanti informazioni fornitemi. Mi voltai verso Asahina-san per
chiederle cosa aveva da dire. «Hai nulla da dire,
Asahina-san?»
Asahina-san fissava il tavolo mentre parlava, tenendo la sua soda
vicino al corpo. «Non posso dirti molto su quello che
è successo, dato che quello che sappiamo sono informazioni
classificate, ma posso dirti questo. Abbiamo la nostra teoria su cosa
sarebbe successo se lo spazio chiuso sarebbe cresciuto fino ad
inghiottire il mondo. Crediamo che un evento del genere sarebbe
risultato in una scossa temporale così grande che avrebbe
strappato in pezzi il piano temporale corrente tutto insieme. Il
termine che utilizziamo per descrivere un evento simile è
"Strappo Temporale". Attualmente non siamo sicuri sul cosa succederebbe
se uno "Strappo Temporale" si verificasse, ma le due teorie sono
queste. Il piano temporale continua in un altra direzione, separato per
sempre dalla sua direzione originale, oppure...» Asahina-san
si fermò per un momento, mostrando molta ansia.
«...oppure il piano temporale si ferma.»
Sbattei le palpebre in confusione. «Cosa intendi dire con "si
ferma"?»
Mi guardò direttamente, i suoi occhi che brillavano di paura
e preoccupazione. «È come arrivare all'ultima
pagina di un flipbook2. Non c'è
un'altra pagina da girare.
Siamo bloccati per sempre all'ultima pagina!»
Mi stavi prendermi in giro, vero? Intendevi dire che se lo spazio
chiuso avesse inghiottito il pianeta saremmo rimasti bloccati per
sempre nello stesso istante di tempo!? Fu a quel punto che compresi la
vera natura delle mie azioni di quel Lunedì. Avevo davvero
salvato l'universo, non è vero? Dalla mia prospettiva, non
era stato nulla di troppo strano, oltre all'incredibile tempesta venuta
fuori dal nulla. Ma le vere conseguenze di quella notte erano ben
visibili a questi tre. Nessun dubbio che erano spaventati, se non
terrorizzati, da quello che stava succedendo. Realizzai in qualche modo
che le loro posizioni non erano invidiabili.
«Non posso dirti altro riguardi la nostra teoria sugli
"Strappi Temporali", dato che sono informazioni classificate, ma sono
sicuro che capirai che non è una buona cosa.»
Annuì ad Asahina-san e guardai di nuovo verso Nagato-san.
«Tutto quello che Asahina-san ha detto è
vero?»
«Le teorie su come il tempo interagisce con lo spazio sono
troppo complicate per essere spiegate in questo periodo. Quindi,
dirò questo. Durante i miliardi di anni che
l'Entità Integrata di Dati ha passato a raccogliere dati,
è arrivata alla conclusione che nell'evento in cui lo spazio
chiuso dovesse inglobare con successo l'intero pianeta, il risultato
sarebbe un'esplosione di dati che rimpiazzerebbe tutti i dati
precedenti, rimpiazzando probabilmente la stessa Entità
Integrata di Dati. Anche se fosse sopravvissuta all'esplosione, tutti i
dati in suo possesso diverrebbero istantaneamente obsoleti. Il
potenziale per la scoperta del segreto dell'auto-evoluzione sarebbe
probabilmente perso per sempre.»
Immaginai che per concludere quello che mi aveva detto, non importava
ciò che sarebbe effettivamente successo, permettere ad uno
spazio chiuso di avvolgere il mondo era una cosa brutta. Molto brutta.
«Okay ragazzi,» dissi. «Sappiamo cosa
sarebbe potuto succedere. La cosa buona è che non
è successa. Credo sia più importante pensare al
futuro piuttosto che rimuginare sul passato. Compreso quel che
accadrà questo Sabato.»
Koizumi annuì di consenso. «Hai davvero nuovamente
ragione. Eppure, sapere quello che è successo
Lunedì sera ci dà una bell'idea di cosa dovremmo
aspettarci se le cose andassero storte questo Sabato. Non possiamo
dubitare del fatto che questo club è di un'importanza
così grande che dobbiamo proteggerlo ad ogni costo. Se il
club se ne va, l'universo se ne va con esso.»
Sapevo dove stava per andare a parare. «Il che significa,
dobbiamo fare qualunque cosa siamo in grado per convincere il padre di
Haruhi che il club è degno di esistere.»
«Precisamente,» disse Koizumi, spostandosi i
capelli sul lato. «In questo momento, lui non è
convinto che il club sia quello che tu gli hai detto essere. Vuole la
prova che il nostro club tratti di risolvere misteri. E come facciamo a
farlo?»
«Semplice, abbiamo bisogno di un cliente che abbia un mistero
da risolvere per noi. Haruhi ed io ne abbiamo già parlato.
Il problema è che nell'anno che il club è
esistito, abbiamo avuto due soli clienti.»
«Vero. Questo significa ovviamente che dobbiamo dare al club
un cliente, senza eccezioni.»
Stava suggerendo quello che pensavo stesse suggerendo?
«Potrei contattare Arakawa, Mori-san e i fratelli Tamaru e
vedere se riusciamo a mettere in piedi qualcosa da provare a risolvere
questo Sabato.»
«Fermo,» dissi alzando la mano.
«C'è un bel problema con questo tuo piano. Se ti
ricordi, la prima volta che ci hai dato un piccolo mistero da
risolvere, Haruhi ed io vi abbiamo scoperti subito3.
Il problema
è che non c'è garanzia che il padre di Haruhi si
lasci ingannare dal vostro tentativo di creare un finto mistero da
riolvere. In effetti, c'è una buona possibilità
che ci scopra subito. Se lo fa, il club è
spacciato.» Avevo già imparato nel metodo
più duro che era difficile ingannare Oruki.
Koizumi sospirò profondamente, con il suo plastico sorriso
ancora intatto. «Vero. Inoltre non abbiamo il beneficio del
tempo per preparare qualcosa come quelle che abbiamo preparato
nell'ultimo paio di misteri4. Per non menzionare
il fatto che tutti e
quattro sono esausti quanto me. Eppure...» Il sorriso di
Koizumi scomparve lentamente, e il suo viso si fece più
serio. «C'è un 'altra opzione sul tavolo se tutte
le altre dovessero fallire. È un'opzione che Nagato ha
discusso con me poco fa. Credo sia meglio se lo spieghi lei.»
Mi voltai verso Nagato. «Di cosa sta parlando?»
Nagato rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere.
«...Manipolazione Mnemonica Controllata...»
«Co... cosa sarebbe?»
«Attraverso la manipolazione dei dati, i percorsi naturali
del cervello possono essere distorti, risultando nell'alterazione o
nella eliminazione dei ricordo di un individuo.»
«Intendi dire che toglieresti i ricordi sulla Brigata SOS
dalle menti dei genitori di Haruhi?»
«Sì.»
Rimuovere i ricordi di qualcuno. Non potevo dire che l'idea mi
piaceva... fermi un minuto!
«Fermi! Non dovremmo anche rimuovere i ricordi di Haruhi
riguardo i suoi genitori che la scoprono?»
«Sì.»
Ora l'idea di avere a che fare con i ricordi delle persone mi
infastidiva davvero. Il pensiero di Oruki che veniva alterato non mi
importava molto, ma l'idea di giocare con le menti di Haruhi e Naru-san
mi faceva un po' male allo stomaco.
«Non pensate che l'idea di giocare con le menti delle persone
sia...sbagliata? Non vi infastidisce proprio?»
Koizumi appoggiò la testa sulle mani, con il viso ancora
serio. «Tutti sappiamo abbastanza e abbiamo passato
abbastanza tempo con Suzumiya-san da poter dire di essere suoi amici
stretti, ma dobbiamo guardare il quardo generale, qui. L'universo deve
essere preservato a tutti i costi, senza pensare alle implicazioni
morali delle azioni necessarie.» Poi sospirò e
sorrise di nuovo. «Ma alla fine, anche eliminare i loro
ricordi non è una soluzione perfetta. È davvero
solo un cerotto. Non potremmo fare molto per impedire ai genitori di
Suzumiya-san di fare nuovamente la stessa scoperta e avere l'intera
faccenda che si ripete. Potremmo provare più intensamente a
impedire queste loro scoperte, ma il rischio sarebbe sempre
presente.»
«Ci deve essere una soluzione migliore,» dissi.
«Hai qualche suggerimento?»
Dovetti pensarci per un po' prima di rispondere.
«Perché non possiamo dire ai loro genitori la
verità?»
«Non possiamo farlo.»
«Ma perché no? Se sapessero la verità,
saprebbero di dover lasciare Haruhi continuare con la sua Brigata senza
importarsi dei risultati di Sabato. Potremmo impedire ai suoi genitori
di metterle ancora il cattivo umore. Soprattutto suo padre.»
«Sono in molti nell'Organizzazione che suggeriscono la
medesima azione, ma in questo momento, la maggioranza dei membri di
alto rango non credono che i benefici di compiere quell'azione
sarebberò più dei rischi che porta con
sé. Credono che se i genitori di Suzumiya-san scoprissero la
verità, le probabilità che anche Suzumiya-san
scopra la verità si alzano a livelli pericolosamente
alti.»
Guardai verso Nagato per avere la sua opinione. «Il tuo capo
è d'accordo?»
«L'entità ha calcolato che rivelare l'informazioni
alle figure genitrici di Suzumiya-san riguardo le sue
abilità incrementerebbero le probabilità che
Suzumiya-sam scopra le sue abilità del 498 percento. Il
rischio è stato determinato come inaccettabilmente
alto.»
Fantastico, nessun aiuto da Nagato, quindi. Mi voltai verso
Asahina-san. «Che ne pensi?»
«Come forse già sai, noi viaggiatori del tempo ci
sforziamo di fare in modo che il flusso temporale non si interrompa.
Tutti gli eventi devono accadere come la storia che conosciamo nel
nostro tempo dice che sono accaduti. Tutto ciò che posso
dire è che è imperativo che al tempo presente i
genitori di Suzumiya-san non apprendano la verità riguardo i
poteri di loro figlia o riguardo la nostra identità. Mi
spiace, ma qualunque altra informazione al riguardo è
classificata.»
Immagino che quindi la mia saltava completamente. Guardai verso Nagato
di nuovo. «Questa cancellazione della memoria... l'hai mai
fatta prima?»
«Non l'ho mai fatto, ma altre interfacce umanoidi l'hanno
già fatto con lo scopo di proteggere sé stessi e
prevenire la scoperta della nostra esistenza da quelli che
l'Entità ha determinato non debbano conoscerci.»
«Ci sono strani o dannosi effetti collaterali?»
«Fin tanto che la procedura venga svolta nel modo corretto,
no.»
Modo corretto, eh? Sospirai e affondai la testa fra le mani. Sembrava
che il piano dovesse essere questo: Koizumi si sarebbe riunito con i
suoi amici dell'Organizzazione e avrebbero cercato di creare un falso
mistero da presentare di Sabato. Se la cosa non avesse dovuto
funzionare, Nagato sarebbe stata costretta a cancellare i ricordi
appartenenti sia ad Haruhi che ai suoi genitori per prevenire la
creazione di un altro spazio chiuso che porrebbe fine al nostro mondo.
Anche se sapevo che se le condizioni si fossero avverate avremmo dovuto
farlo, la cosa mi dava alquanto fastidio.
«C'è un altro importante fattore che dovremmo
tenere in considerazione,» disse Koizumi. «E quel
fattore è Suzumiya-san stessa. Come potrai capire da solo,
è certo che vorrà l'apparizione di un cliente,
senza eccezioni. Non dovrebbe essere una sorpresa che uno ne apparisse,
se Suzumiya-san ne crei uno con il suo subconscio. Dovremo essere
preparati anche per quella possibilità.»
«Quello ha una propria serie di problemi allegati,
però,» dissi. «Se ci viene dato un vero
mistero da risolvere, c'è la possibilità che non
saremo capaci. Se succede, il club potrebbe essere condannato
comunque.»
«Vero, ma almeno se questo accadesse, non dovremmo fare nulla
se non comportarci normalmente e cercare di risolverlo. In
realtà non vedo l'ora di risolvere un vero
mistero.»
Immaginai che risolvere un vero mistero sarebbe stato divertente. E con
Haruhi, Koizumi e Nagato dalla nostra parte, c'erano davvero molte
possiblità che ce l'avremmo fatta. Sfortunatamente, ancora
non sapevamo se avremmo avuto un vero mistero.
«Credo sia meglio rimanere cautamente ottimisti riguardo
Sabato,» disse Koizumi. «Chissà,
potrebbe essere un'esperienza davvero divertente, e poi ci rilasseremo
con la consapevolezza che il club e l'universo sono sani e salvi.
Ovviamente io mi adopererò per avere qualcosa pronto nel
caso non avessimo nessun vero cliente. Non sarà facile, ma
farò del mio meglio.»
Immaginai che noi altri non avremmo potuto fare nulla fino all'arrivo
di Sabato.
Finimmo le nostre bibite e ce ne andammo poco dopo. Tornammo al solito
posto di ritrovo e ci separammo, ma prima di ritornare a casa di
Haruhi, chiamai Nagato.
«Ehi, Nagato, aspetta!»
Nagato si voltò verso di me.
«Sì?»
Corsi verso di lei e feci nervosamente una domanda. «Ah...
potresti farmi un favore? Sai, i lividi e l'occhio nero non sono molto
belli da vedere e poi fanno un male tremendo. Pensi che potresti
aiutarmi? Lo apprezzerei molto.»
Nagato annuì e iniziò ad alzare la mano. Dovetti
fermarla, però.
«Aspetta, non mi guarire del tutto! Se lo fai, Haruhi e gli
altri potrebbero insospettirsi sul come ho fatto a guarire
così velocemente. Potresti... magari fare in modo che io
riesca a curarmi più rapidamente, senza che sia troppo
veloce?»
Nagato annuì e puntò il dito. «Il
braccio...»
Capendo cosa intendeva, le porsi il mio braccio destro. Si protese
verso di esso e lo morse delicatamente. Un'altra volta, non fece
davvero male. Era come un morso di zanzara, che è indolore
prima di dare prurito. Quando ebbe finito, guardai i segni delle due
punture che mi aveva fatto scomparire rapidamente. Non mi sentivo
diverso, però.
«Che mi hai fatto?»
«Nano-macchine a rilascio ritardato,» disse.
«Aumenteranno il tuo fattore di recupero naturale di cinque
volte.»
Sorrisi nel sentirla. «Forte. Quanto
durerà?»
«Le nano-macchine si deattiveranno non appena sarai
completamente in salute.»
«Oh...» Ero un po' deluso nel sentire che non
sarebbe stato un cambiamento permanente. «Grazie mille,
Nagato.»
Annuì, ma prima che me ne potessi andare, mi sorprese con
una domanda. «L'hai letto?»
Sbattei le palpebre. «Letto cosa?»
«Il libro...»
Realizzai all'improvviso di cosa stava parlando. Si riferiva al libro
di Haiku che mi aveva dato. Un forte senso di colpa mi sopraffalse
quando ricordai. «Mi spiace, Nagato, con tutte queste cose
assurde che sono successe in questa settimana e mezza, non ho avuto
davvero il tempo di leggerlo.» Era un po' una bugia, dato che
c'erano state un paio di occasioni di cui non avevo approfittato.
Fu sottilissimo, ma Nagato sembrò essere delusa dalle mie
parole. Oh, ora mi sentivo davvero in colpa.
«Prometto che lo leggerò stasera. Okay,
Nagato?»
Annuì per poi voltarsi e procedere verso casa sua. Decisi di
fare lo stesso.
Il resto della notte potrebbe facilmente essere riassunto dichiarandolo
vuoto di eventi. Quando tornai, Oruki mi chiese dove fossi stato. Gli
dissi semplicemente che avevo incontrato gli altri membri del club per
dir loro cosa stava accadendo. Dopodiché fui congedato. Mi
disse che non aveva nulla da farmi fare. Finii con lo spendere la
maggior parte del tempo nella mia stanza. Provai per davvero a leggere
il libro di Haiku, per non passare come bugiardo. Riuscii a finire
circa venticinque pagine prima di metterlo giù.
La cena fu incredibilmente imbarazzante. Fu perfino più
silenziosa di prima, dato che l'appetito di Haruhi era caduto a picco.
Prendeva solo piccoli morsi e nemmeno finì il piatto. Per la
prima volta da quando l'avevo conosciuta, finii prima di lei. Magari
sarebbe stato meglio se i suoi genitori avessero dimenticato tutto il
trambusto.
Quindi fu il mattino successivo, e io ero sveglio, sentendomi riposato.
Perché? Ad essere onesti, nemmeno io lo sapevo. Controllai
l'orologio e notai che era mezz'ora prima di quando Haruhi si svegliava
per poi trovare un contorto modo di svegliare me. Alzandomi per sedermi
sul lato del letto, fui piacevolmente sorpreso di scoprire che quasi
non sentivo dolore, nemmeno al polso. Realizzai che doveva essere opera
delle nano-macchine di Nagato. Dovevano aver aumentato anche la
velocità di recupero durante il sonno. Nagato, sei
fantastica. Cavoli, quanto avrei voluto che la cosa fosse permanente...
La prima cosa che feci fu andare in bagno per guardarmi allo specchio.
Come mi aspettavo, l'occhio nero si era schiarito, ed era sparito anche
il gonfiore. Toccai l'occhio per testarlo. Faceva ancora un po' male,
ma era decisamente meglio del giorno prima. Dopo aver finito l'analisi,
decisi per una doccia.
Finita la doccia, mi avvolsi in un asciugamano e uscii dal bagno.
Proprio grazie alla mia fortuna (o alla sua mancanza) Haruhi stava
camminando verso il bagno, strofinandosi gli occhi dal sonno. Quando mi
notò uscire, si scosse appena e mi lanciò un
calcio verso le parti passe. Grazie al mio stato incredibilmente
riposato, però, riuscii appena a reagire al calcio
voltandomi, esponendo il fianco. Il calciò
atterrò sul lato della mia gamba invece, evitanto quello che
sarebbe stato un enormemente doloroso colpo ai gioielli di famiglia.
Fece comunque male, però.
«Ahi! Che diavolo!?»
Dopo avermi guardato meglio, Haruhi parlò. «Mi hai
spaventata a morte! Non sei mai sveglio così
presto!»
Sospirai e scossi la testa. Immaginai che era facile capire che
qualcuno che si è appena alzato sarebbe abbastanza
spaventato da un tizio che all'improvviso esce dal bagno indossando
solo un asciugamano, specialmente se non ce lo si aspetta. Mi grattai e
ridacchiai.
«Credo di essermi sentito ottimista, o qualcosa
così. Non so perché, ma mi sono semplicemente
svegliato prima oggi.»
Haruhi incurvò lo sguardo e mi puntò il dito
veros il naso. «Perché non puoi essere
così agli incontri della Brigata nei weekend...?»
A quel punto notai la malinconia di Haruhi tornare in tutta furia non
appena si ricordò della Brigata. Rimase lì in
piedi per un minuto, chiusa nella tristezza fissando il pavimento. Dopo
un po', entrambi ci ricordammo che io ero ancora davanti alla porta del
bagno con addosso solo un asciugamano.
Haruhi arrossì leggermente prima di guardarmi storto.
«Idiota! Non restare lì impalato in quel modo!
Vestiti!» Mi tirò per i capelli spingendomi nella
mia stanza. Quello fece male, dannazione! Aveva davvero bisogno di
farlo?
Haruhi proseguì con la propria doccia mentre io mi rivestii.
Scesi le scale e andai in cucina. Pensai che siccome ero tecnicamente
già pronto ad andare, potevo fare il tentativo di preparare
colazione e pranzo. Sapevo già di non avere metà
del talento che avevano Haruhi e sua madre, ma pensai che fin tanto che
non bruciassi nulla, qualunque cosa sarebbe andata bene. Una semplice
colazione occidentale consistente di uova, bacon e toast era perfetta
per le mie abilità, pensai. Sarebbe comunque stato meglio di
quella roba istantanea da riscaldare al microonde.
Avevo finito di preparare la colazione proprio quando Haruhi aveva
finito di prepararsi per andare a scuola. Era piacevolmente sorpresa di
notare che per una volta avevo pensato io alla colazione, quindi
afferrò il piatto che le stavo porgendo e iniziò
a mangiare. Non disse nulla, quindi immaginai che fosse almeno
commestibile. Proprio mentre stavo per prendere il mio piatto, Naru-san
entrò in cucina, strofinandosi graziosamente gli occhi.
«Oh, Kyon-kun ci sta preparando la colazione, eh?
Fantastico!»
Cercai dentro me le forze per poterle rivolgere un dolce sorriso.
«
Come previsto, Oruki entrò in cucina poco dopo che Naru-san
ebbe preso il suo piatto, con il suo giornale in mano. Mi
guardò mentre stavo preparando il suo piatto.
«Fammele strapazzate.» Nemmeno un ciao, vedo.
Cos'è, avevi pensato che non ne meritavo più?
Gli rivolsi un sorriso, facendo qualunque cosa potessi per trattenere
la mia disapprovazione. «Arrivano in un minuto.»
Dovendo preparare la colazione anche per i genitori di Haruhi, non ebbi
mai l'occasione di godere veramente della mia. Dovetti ingoiarla in
tutta fretta prima che Haruhi mi strappasse via verso un altro
meraviglioso giorno a scuola. Quando arrivammo finalmente in classe,
Haruhi sotterrò di nuovo la testa fra le braccia, sul banco.
Speravo che Haruhi si sentisse un po' meglio quel giorno, ma mi
sbagliavo. Le parlai un'altra volta, se non altro per consolarla un
po'. «Tutto bene?»
Haruhi non si importò di rispondermi, cosa che mi fece
preoccupare. Continuai a parlare. «Koizumi ha detto che
avrebbe parlato con Arakawa-san, Mori-san e i fratelli Tamaru per
vedere se potevano aiutare come hanno fatto con i casi quest'estate e
quest'inverno5.»
Haruhi sollevò impercettibilmente la testa, permettendomi di
vedere almeno i suoi occhi. «Non
funzionerà.» Dopo essere rimasta in silenzio per
un minuto, parlò di nuovo. «Non esiste proprio che
mio padre non scopra qualunque trucchetto escogitino. Il trucco
verrà scoperto. Lo so. E a quel punto la mia Brigata
sarà sparita per sempre.»
«Be', c'è sempre la possibilità che si
presenti qualcuno con un vero mistero.»
«Anche se succedesse, non riesco a non preoccuparmi che
potremmo non riuscire a risolverlo. Cosa succederebbe? Magari mio
papà potrebbe lasciarci in pace se pensa che ci abbiamo
provato davvero, ma non c'è modo di esserne
sicuri.»
«Con te, Nagato e Koizumi, come potremmo non
risolverlo?»
Haruhi si alzò in posizione seduta, anche se un po'
giù, e iniziò a giocare con la sua micromina.
«Non dubito delle abilità dei membri della mia
Brigata. Nemmeno un po'. Sono tutti delle persone incredibili. Non
sarebbero nella mia Brigata se non lo fossero. Ma sono solo umani.
Anche loro hanno dei limiti.»
Sì, riguardo alla parte sui "solo umani"... ehm... E poi
aveva detto che tutti sono incredibili? Includeva anche me?
Haruhi si stancò di giochicchiare con la matita e la
posò sul banco. Poi risotterrò la testa fra le
braccia. Apparentemente non riuscivo a tirarle su il morale, ma provai
a dire un'altra cosa prima di mollare.
«Non arrenderti, Haruhi. Non è da te essere
così. Abbiamo bisogno del tuo ruolo di capo, questo Sabato.
Ce la faremo. Ne sono sicuro.»
Per qualche motivo, sentii l'impulso di afferrare la sua mano. E per
qualche ragione ancora più strana, assecondai quell'impulso.
Tenni la sua mano nella mia e la stretti anche un po'. Non rispose alla
mia stretta, però non tolse la mano. Non percependo alcun
segnale di dover togliere la mano, la lasciai così, godendo
della sua calda morbidezza. Sapevo che qualche compagno di classe ci
avrebbe visto, inclusi Taniguchi e Kunikida, e non m'importava. Avrei
solo dovuto ignorare i fastidiosi commenti che avrebbero fatto a
pranzo. Non la lasciai la sua mano fino a che Okabe-sensei
entrò in classe.
Perché l'avevo fatto? Perché le avevo tenuto la
mano?
La scuola proseguì come al solito, e prima che me ne
rendessi conto, stavo facendo i compiti nel soggiorno. Normalmente
avrei rimandato a più tardi, ma Haruhi decise di insistere
sul non rimandarli, e siccome i suoi genitori ci avevano sentiti mentre ne parlavamo, feci quel che
potei per evitare di annoiarmi. Sentivo il suono di una sega elettrica
in lontananza. Oruki stava ancora lavorando il legno, e il suono che
produceva era fastidioso. Proprio, proprio fastidioso.
Ma poi ci fu un altro rumore che sentii provenire dal seminterrato.
«AAAHHH!»
Sorpreso dal suo grido di dolore, mi alzai istintivamente e mi diressi
giù nel seminterrato per controllare. Lo vidi tenere la mano
sotto un rubinetto aperto.
«Tutto bene?»
«Sto bene,» disse nel tono di chi cerca di far
apparire le cose meno importanti di quello che sono. «Mi sono
fatto un taglietto usando la sega.»
Mi diressi verso il lavandino per guardare la sua ferita. Vidi il
sangue della che si mescolava con l'acqua. Non riuscii a capire com'era
fatta la verita, ma era piuttosto brutta.
«Vuoi che vada su a prendere delle bende?»
«Ce le ho,» disse aprendo un cassettino con l'altra
mano. Poi tirò fuori dell'acqua ossigenata e alcune bende
larghe. «Quando lavori con coltelli, seghe e pialle, essere
preparati al peggio aiuta.»
Tolse la mano dal getto d'acqua. Vidi un piccolo taglio sul lato della
mano. Non era molto profondo, ma sembrava davvero doloroso.
Iniziò a pulire la ferita e bendarla, in un modo indicante
che non era la prima volta che lo faceva. Quando ebbe finito,
fissò la ferita e scosse la testa.
«Non sbaglia mai...»
«Uh?» Dissi, cercando una chiarificazione.
«Parlavo di questa strana regola che ho notato. Sembra che
ogni volta che mia figlia è arrabbiata con me, trovo sempre
un modo di farmi male. È come se il karma cercasse di
mordermi le chiappe, o qualcosa così. È strano...
è che... non sbaglia mai...» Poi fece un lieve
sorriso guardando ancora la sua mano.
Anche io sorrisi nel sentirlo, ma per motivi molto diversi di quelli di
Oruki. Se solo avesse saputo. Io ero sicuro che non fosse una
coincidenza.
Oruki mi guardò di nuovo. «Non stai facendo nulla
al momento, giusto?»
«Stavo facendo i compiti.»
«Puoi finirli dopo,» disse Oruki indicando il suo
banco da lavoro. «Ho bisogno di una mano per un paio di
cosette. Sarà più difficile lavorarci con la mia
mano in questo stato.»
Accettai con riluttanza e lo seguii verso il banco che aveva indicato.
Tirò quindi fuori un metro a nastro e mi diede la parte
finale. «Tieni stretta la fine.»
Ubbidii, tenendo ferma la fine mentre lui tirava il nastro. Poi lo mise
contro un pezzo di legno. Prese quindi una micromina e fece dei segni
sul legno indicanti i tagli da fare. Proseguì prendendo il
legno e tagliandolo con la sega. Ripetemmo questi passi un paio di
volte fino a che non ebbe finito di tagliare.
Mi incuriosii su che cosa stava costruendo. «Che stai
facendo?»
«Una cuccia per cani,» disse senza esitare.
Rimasi sorpreso. «Vuoi prenderti un cane?»
Oruki fissò il terreno, con il viso un po' pentito.
«Non possiamo permettercelo, al momento.»
Incurvò lo sguardo verso di me. «Possiamo a
malapena permetterci te. Quand'è che ci darai quell'affitto,
fra l'altro?»
«Oh,» dissi. In realtà avevo dimenticato
il fatto che non li avevo ancora pagati. «Potrei dartelo
adesso.»
«Non voglio importarmene fino a che tu non hai trovato un
posto dove stare. però mi aspetto che tu me lo dia, prima o
poi. Nel frattempo, venderò questa cosa quando
l'avrò finita.»
Iniziai a chiedermi quanto fossero strette le spese dei Suzumiya. Ora
che ci pensavo, non avevo visto Oruki andare al lavoro troppo spesso,
da quando ero là. Volevo chiederglielo, ma iniziai a pensare
che non avrei dovuto. E poi mi avrebbe risposto dicendo che non erano
affari miei, probabilmente. Invece, cercai di cambiare argomento.
«Ehi, Oruki... diciamo, per ipotesi, che tua figlia non
avesse un attività extra-scolastica e che volesse passare il
proprio tempo uscendo con gli amici, a divertirsi... a te andrebbe
bene?»
«Assolutamente no,» disse Oruki senza nemmeno la
minima pausa. Poi mi guardò con sospetto. «Stai
cercando di dirmi qualcosa?»
Scossi la testa nervosamente. «N... no. Ero solo curioso.
Posso chiedere perché?»
Oruki posò la micromina prima di rispondermi.
«Perché sarebbe uno spreco!» Si gratto
la fronte prima di contnuare. «Voglio dire, sono sicuro che
tu sappia quanto talento ha. È incredibile! Hai idea di
quanto sia raro per qualcuno essere capace di fare bene quasi qualunque
cosa? Una persona si può considerare fortunata se ha talento
in qualche cosa. Ma lei, lei potrebbe fare qualunque cosa voglia una
volta cresciuta! Puoi immaginare cosa significa avere quel tipo di
dono?»
Stavo capendo quello che intendeva dire.
Oruki continuò. «Sapevo fin da quando era piccola
che era fantastica. È brillante! Capii che avrei dovuto fare
qualunque cosa per essere sicuro che non gettasse via questa
possibilità. Quindi la costrinsi a fare un sacco di cose,
come lezioni di karate, sport vari, lezioni di pianoforte, qualunque
cosa riuscii a pensare. Sperai che almeno una di queste cose
conquistasse il suo interesse, e che si dedicasse nel farlo, ma
sembrava che a lei non importasse nulla. Voleva solo fare stupidaggini
come dipingere cose suoi nostri muri o vandalizzare la
proprietà privata. Era così frustrante.
Più faceva queste cose, più la spingevo, e
più continuava a fare quello che voleva.»
Vidi la frustrazione sul suo viso mentre ripensava a qualche episodio
passato con sua figlia. Decisi di fargli un'altra domanda.
«Non avevi paura di spingerla troppo?»
«Ebbi quella paura quando raggiunse la scuola media, quindi
volli fare un patto con lei. L'avrei lasciata in pace se avesse deciso
di frequentare un'attività extra-scolastica. Qualunque cosa
fosse stata, non importava, fin tanto che era qualcosa di costruttivo.
I suoi voti sono sempre stati ottimi, quindi era solo quella l'unica
cosa che mi preoccupava, oltre al fatto che avrei voluto che non avesse
scelto la North High. Nessun offesa, ma avrei voluto che andasse alla
Kouyouen6. Ma continuò ad insistere
per la North High.
Ancora non riesco a capire perché.
Io sapevo perché. Era colpa delle cose che le avevo detto
quattro anni fa, quando sono tornato indetro nel tempo. Non gliel'avrei
detto a lui, però. Non riesco nemmeno ad immaginare cosa mi
avrebbe fatto se avesse saputo che in realtà ero io che
avevo deturpato il cortile della sua scuola7.
«Ti preoccupi che ti possa odiare dopo tutto quello che
è successo?»
Oruki rimase in silenzio, come se non volesse rispondere, o come se non
avesse una risposta. Alla fine, una risposta me la diede.
«Non importa quello che prova nei miei confronti, alla fine.
Cosa importa a me è che lei sia pronta per il mondo reale
quando sarà un'adulta e che faccia carriera in qualunque
cosa abbia voluto fare nella vita. Se questo significa che deve
odiarmi... e allora che sia.» Notai che era quasi pentito. Mi
chiesi se avesse desiderato di poter riprovare da capo ad essere il
padre di Haruhi. Nessuno ha una seconda possibilità nel
crescere un figlio. Se sbagli, essenzialmente sei responsabile per aver
rovinato la vita di qualcuno. Ne sapevo poco di cosa significhi essere
un genitore, ma sapevo che per il momento non volevo averne
l'esperienza. E sicuramente non vorrei essere stato genitore di Haruhi.
In ogni caso, nulla di questo significava che Oruki iniziasse a
piacermi. Mi fece solo realizzare che potrebbe essere umano dopo tutto.
Oruki mi guardò con serietà. «Sai, mia
moglie è piuttosto su di giri per la faccenda del Sabato.
Non sta mai zitta. Sarà meglio che non rimanga
delusa.»
«Capisco,» dissi, ingoiando la saliva.
«Anche io sono... parecchio su di giri.»
«Comunque,» disse Oruki, forse tentando di cambiare
discorso. «Com'è che quell'occhio si è
schiarito così velocemente?»
Sbattei le palpebre, preso dalla sorpresa, a questa sua domanda. Avevo
completamente dimenticato che avevo una guarigione super rapida grazie
a Nagato e che il mio occhio stava guarendo. Forse un po' troppo
velocemente, in effetti. Mi grattai la nuca e sorrisi. «Mi sa
che guarisco in fretta.»
Oruki mi guardò con sospetto per un secondo prima di lasciar
perdere. Poi mise in posizione le tavole e prese un chiodo.
«Tienilo fermo mentre lo martello.»
Spalancai gli occhi per il terrore. «Cosa devo
fare?»
Oruki mi mostrò la mano bendata. «Non posso
tenerlo fermo con questa mano. Ho bisogno che lo faccia tu. Rilassati,
non ti farò del male.»
Sai, quella mano mi ci fa pensare due volte. Non vorrei dover essere il
prossimo ad aver bisogno di bende.
Alla fine mi arresi e tenni il chiodo. Mi preparai al terrificante
dolore che sarebbe susseguito. La mia unica consolazione era che le
nano-macchine erano ancora dentro di me. Nagato aveva detto che si
sarebbero disattivate solo se il mio corpo sarebbe stato completamente
libero da ferite, quindi se le mie dita fossero state schiacciate, le
nano-macchine avrebbero dovuto rimanere in giro fino a che non
sarebbero tornate a posto. Almeno sapevo non avrebbe fatto male per
troppo tempo.
Fortunatamente, solo il chiodo fu colpito dalla forza del martello.
Spostai la mano una volta che il chiodo fu entrato nel legno per
lasciarlo finire il lavoro. Ripetemmo parecchie altre volte prima che
Oruki decise di dichiarare finita la giornata. Fui molto sollevato di
avere le dita ancora intatte.
Dopodiché, lasciai il seminterrato e tornai alla mia stanza.
Decisi di prendere il libro che mi aveva dato Nagato e continuai un po'
la lettura. Purtroppo, non riuscii a finire una pagina prima di sentire
qualcuno bussare alla finestra. Doveva essere Haruhi.
Quando aprii la finestra, fui contento di notare che Haruhi stava...
sorridendo. Per la prima volta da Lunedì, in effetti.
«Ho ottime notizie! Abbiamo un cliente!»
Sbattei le palpebre. Non potevo crederci. Avevamo davvero un cliente!
Non poteva essere una coincidenza. Ero quasi certo che Haruhi ci aveva
qualcosa a che fare.
«Chi è?»
«Indovina.»
Come diavolo zvrei dovuto fare per indovinare? Potrebbe essere chiunque
fra più o meno sette miliardi di persone, e della maggior
parte di loro non conosco il nome.
Se mi aveva chiesto di indovinare, magari doveva essere qualcuno vicino
a noi. «Sakanaka-san?»
«No.»
«Kimidori-san?»
«Sbagliato.»
«Taniguchi?»
Haruhi incurvò lo sguardo a questo punto, come se fosse
infastidita dal fatto che non avevo ancora indovinato.
«No.»
Iniziai a finire le risposte. «Kunikida? Il presidente del
club d'informatica?»
Haruhi sembrò onestamente infastidita. «No. No!
Andiamo, Kyon!»
Sospirai sconfitto. «Mi arrendo... dimmelo e basta.»
Haruhi emise un lamento prima di rispondermi. «Kiyosumi
Morimura!»
Alzai un sopracciglio. «Chi diavolo è?»
«Non ti ricordi di lui? È stato uno degli sponsor
del nostro film.»
Non mi diceva nulla... dovevo pensarci. Morimura... Morimura...
Aspetta! Ora ricordavo! Era quel tizio che aveva il negozio
giù in città, giusto? È anche comparso
nel film per qualche secondo, se mi ricordo bene... Aspetta, come
diavolo avrei dovuto fare a indovinarlo?
«Peccato! Non hai indovinato. Però, dato che mi
sento generosa, ti darò un punto per averci
provato.»
Oh, wow! Un intero punto! Ora il vantaggio di Koizumi è di
soli diciannovemilanovecentonovantanove punti. Avrebbe dovuto stare
attento, o l'avrei superato di sicuro.
«Tornando al discorso,» dissi. «Ti ha
detto che sta succedendo?»
Haruhi scosse la testa. «No, ma sembrava davvero preoccupato.
Disse che non sapeva più a chi rivolgersi. Deve essere una
situazione piuttosto disperata, per lui.»
Sì, uno deve essere davvero disperato per rivolgersi alla
Brigata SOS in cerca di aiuto... e anche un po' pazzo.
«Gli ho detto che non potevamo incontrarlo fino a Sabato.
Sembrava dispiasciuto che non potessimo andare là prima, ma
gli ho detto che avevamo degli altri casi da chiudere. Gli ho detto di
incontrarci qui il Sabato e gli ho anche dato istruzioni su come
arrivare.»
«Quindi siamo pronti ad andare, eh?»
Haruh annuì. «Se si presenta.»
Le sorrisi, sentendomi anche io parecchio sollevato. «Visto?
Ti avevo detto che le cose si sarebbero messe a posto.»
Haruhi prese un respiro profondo, sembrando molto ansiosa.
«Ora dobbiamo solo risolverlo.»
Dopodiché, Haruhi iniziò ad alzarsi.
«Torno alla mia stanza. Voglio assicurarmi che siamo ben
preparati.»
«Ci vediamo,» dissi chiudendo la finestra.
Però, prima di potermi stendere sul letto, sentii un altro
colpetto sula finestra. Mi rialzai e la riaprii.
«E comunque, hai finito i compiti?»
Spalancai un pochino gli occhi quando realizzai di essermeli
dimenticati dopo essere stato nel seminterrato con Oruki.
«Ops.»
«Dannazione, Kyon! Smettila di procrastinare! Sei fortunato
che sono bloccata nella mia stanza per ora, o ti darei la
penalità più grande che tu possa
immaginare!»
Come sarebbe che eri bloccata nella tua stanza? Eri sul tetto in quel
momento.
«Sta' zitto e falli!» gridò Haruhi prima
di alzarsi e tornarsene nella sua stanza.
Sospirai per l'esasperazione prima di chiudere la finestra e tornare
nel soggiorno. Oruki era già là a guardare la
televisione bevendo una birra. Mi vide sedermi al tavolino da
caffè dove avevo lasciato i compiti. «Dimenticato
qualcosa?»
Ignorai il suo fastidioso commento e tornai a finire i compiti. Oh,
be', almeno Haruhi era tornata sé stessa. Speravo che
potesse rimanere così fino a Sabato.
Riuscii a finire i compiti giusto per l'orario di cena. Durante la
stessa, Haruhi ebbe l'onore di dire ai suoi genitori che avevamo un
cliente pronto per Sabato. Oruki annuì appena, ma Naru-san
trasudava gioia. Accidenti, rimarrà delusa se si carica
così tanto. Avrebbe dovuto uscire di casa più
spesso... ma di nuovo, il resto del mondo potrebbe non apprezzare
l'avere Naru-san a spasso senza guinzaglio. Era terribile quanto
Haruhi, se non peggio.
Dopo aver finito la cena e ripulito la tavola, tornai alla mia stanza.
Proprio quando stavo per rilassarmi, il cellulare squillò.
Sospirai prendendolo, pensando che doveva essere ancora Koizumi. Quando
controllai, fui sorpreso di scoprire che invece era Asahina-san. Cosa
poteva volere? Sapete, sentire la sua voce in quel momento mi avrebbe
davvero aiutato. Risposi al cellulare con gioia. «Ciao,
Asahina-san! Come va?»
«Uhm... Kyon-kun. Devo informarti su alcune cose.»
La sua voce non sembrava tranquilla o spensierata. Doveva essere
successo qualcosa di brutto.
«Cosa c'è che non va, Asahina-san?»
Si fermò per un momento prima di dirmi ciò che la
preoccupava. «Non posso dirti molto, ma c'è stata
un qualche tipo di anomalia temporale Venerdì
scorso.»
«Davvero? Perché non me lo hai detto alla riunione
ieri?»
«Be', è quello il problema... sai, non l'abbiamo
scoperto fino ad un paio d'ore fa.»
"Abbiamo" doveva riferirsi alla sua fazione di Viaggiatori del Tempo.
«Com'è possibile che non l'abbiate saputo fino ad
un paio d'ore fa se è accaduto Venerdì?»
«Non... sono sicura sul come dirlo, ma... non è
esistito fino ad un paio d'ore fa...»
Ora ero davvero confuso. «Come può qualcosa che
è esistita Venerdì scorso non essere esistita
fino ad un paio d'ore fa?»
«È davvero difficile spiegare senza rivelare
informazioni classificate. Ha a che fare con Suzumiya-san,
però.»
Ovvio che aveva a che fare con lei. Succede mai qualcosa di strano
senza che lei sia coinvolta in qualche maniera, forma o
modalità?
Pensai a quello che mi aveva detto. Ci volle un po', ma alla fine ebbi
un'idea di cosa stava parlando. «Quindi, mi stai dicendo che
l'Haruhi di un paio d'ore fa ha alterato tempo ed eventi di
Venerdì scorso?»
«Ci sei molto vicino, sì.»
«Cos'ha fatto?»
«Non posso dirtelo perché sono informazioni
classificate. Però, molto presto Itsuki-kun e Nagato-san te
lo spiegheranno meglio di quanto possa farlo io.»
«Presto, eh? Presto tipo Sabato?»
«È classificato...»
Figuriamoci. Avevo la sensazione che avrebbe avuto a che fare con
ciò che sarebbe accaduto di Sabato... Grandioso.
«In ogni caso,» dissi. «Haruhi ha trovato
un cliente per Sabato. Questa... cosa dell'anomalia ha qualcosa a che
fare con lui?»
«È classificato...»
Ovviamente. Per quanto dolce Asahina-san fosse, mi dava proprio
fastidio che raramente poteva darmi una buona risposta riguardo
qualunque cosa. Almeno Koizumi e Nagato davano risposte con
facilità.
«Mi spiace, Kyon-kun. Non posso dirti molto altro. L'unica
altra cosa che posso dirti è che quando confronterai
quest'anomalia, sarai molto probabilmente in grave pericolo.»
Pericolo? Be', quella è sempre un'ottima cosa. Soprattutto
quando è un "grave pericolo".
Sospirai profondamente prima di chiudere la conversazione con
Asahina-san. «Grazie per avermi informato.
Cercherò di essere cauto.»
«Okay, Kyon-kun. Ci vediamo Sabato, okay?»
«Okay. Ciao, Asahina-san.» Riattaccai e appoggiai
la testa alla mano. Non era stata molto chiara, ma potevo prendere atto
che un paio d'ore prima, Haruhi aveva alterato gli eventi relativi a
Venerdì scorso in un modo che aveva coinvolto Morimura-san.
Che cosa carina da parte di Haruhi fare una cosa del genere ad uno suoi
sponsor... Be', qualunque cosa fosse successa, era abbastanza terribile
da fare in modo che lui avesse bisogno d'aiuto per affrontarlo. Quindi
immaginai che Sabato avremmo scoperto di cosa si trattava con l'aiuto
di Koizumi e Nagato. Sfortunatamente, se il pericolo era presente,
dovevamo anche assicurarci che Haruhi e i suoi genitori ne fossero
stati il più lontano possibile. Sembrava una faticaccia.
Avrei dovuto capire subito che non avremmo avuto a che fare con un
mistero normale.
Il cellulare squillò di nuovo. Fui sorpreso di scoprire che
era... Haruhi? Perché diavolo mi stava chiamando se si
trovava proprio nella stanza affianco? Non poteva salire sul tetto per
parlarmi? «Pronto?»
«Con chi stavi parlando?»
Accidenti! Mi ero proprio dimenticato che le pareti erano
così sottili, e per lei era uno scherzo sentire cosa la
persona al di là stesse dicendo. Stava origliando la mia
conversazione con Asahina-san? Oh, no, e se avesse sentito troppo?
Cercai di farla passare il più possibile come se fosse una
cosa di poco conto. «Parlavo con Koizumi.»
«Bugiardo! Ti ho sentito! Stavi parlando con
Mikuru!»
Se sapevi già con chi stavo parlando, perché me
l'avevi chiesto?
«Di cosa stavate parlando!? Ho sentito pronunciare il mio
nome! Pretendo risposte!»
Stavo diventando nervoso. QUanto aveva sentito? Speravo davvero che non
avesse sentito tutto. «Mi stava... chiedendo un'opinione su
una domanda. Aveva bisogno dell'opinione di un ragazzo.»
«E cosa aveva a che fare con me?»
«Non è nulla, Haruhi. Ha chiesto qualcosa su di
te, sì, ma non era una cosa importante.»
«Voglio saperlo. Come tuo capobrigata, ti ordino di
dirmelo!»
«No, Haruhi. Non te lo dirò. Era una domanda
personale. Ti prometto che non era una cosa importante.»
«La violazione di un ordine diretto ha come conseguenza
l'accusa di tradimento, Kyon! Mi senti?»
Mi strofinai gli occhi, infastidito. Magari l'avrei dovuta prendere in
giro. «Voleva... voleva sapere chi secondo me stava meglio...
con i costumi da coniglietta...» Era davvero questa la cosa
migliore che avevo in mente? Accidenti, se era pessima.
«E che hai risposto?»
«Le ho detto che non lo sapevo.»
«Stai mentendo! Dimmi la verità!»
«Buonanotte Haruhi...» Poi chiusi la chiamata.
Presto sentii dei colpi sul muro accompagnate da un sorprendentemente
udibile «dannato te, Kyon! Rispondimi!»
Sistemai il cuscino sopra la testa per non sentirla più.
Davvero non volevo rispondere. A parte questo, ero davvero felice che
non aveva sentito ciò che avevo detto veramente ad
Asahina-san. Era stato un brutto scivolone, da parte mia. Speravo solo
che Haruhi non avrebbe creato uno spazio chiuso per una faccenda
così stupida, ma se lo avesse fatto, almeno avrei saputo che
Koizumi non avrebbe più dovuto preoccuparsi di creare un
finto mistero. Dopo un po', tolsi il cuscino dalla testa dato che
Haruhi aveva finito di fare trambusto. Indossai il pigiama e mi stesi
sul letto. Alzai le coperte e mi addormentai.
Sabato sarebbe stata una giornata faticosa...
Fiuuu... Che capitolo, anche se era solo un capitolo di
preparazione.
Spero che abbiate avuto una dose sufficente di Mikuru, Nagato e
Koizumi. Ce ne sarà di più nei prossimi capitoli.
Vorrei anche dire che sembra proprio che un sacco di voi abbiano
iniziato ad odiare Oruki. Ovviamente, lo stavate odiando per buone
ragioni, ma volevo comunque ricordare ai lettori che è
comunque un essere umano. Un brutto essere umano, ma comunque un essere
umano. Ho provato a renderlo un po' più relazionabile.
Comunque, vi prometto che non ci metterò molto a finire il
prossimo capitolo. So che lo aspettate. Non vedo l'ora di scriverlo!
1. Lo "Shinjin" è il nome giapponese del gigante blu che
imperversa negli spazi chiusi, e significa "avatar". L'autore qui lo
usa senza tradurlo.
2. Un "flipbook" è una di quelle cose in cui si fa una serie
di disegni su diverse pagine di un quaderno, e facendo scorrere le
pagine si ha l'impressione che il disegno si muova... avete presente
cos'è, vero? La stessa Mikuru ne parla durante "la ricerca"
settimanale di Haruhi durante gli eventi della Malinconia. In Italiano,
prende il nome di cineografo, ma il dizionario stesso mi dice che al
giorno d'oggi nessuno sa cosa quel termine significhi... quindi lo
lascio in inglese, che suona anche bene.
3. Le vicende a cui si riferiscono Kyon e Koizumi sono quelle della
Sindrome dell'Isola Sperduta, dove Koizumi e gli altri da lui nominati
mettono in piedi una scena in stile Giallo che Kyon e Haruhi provano a
risolvere, scoprendo la farsa. Possono essere ritrovate negli episodi
nove e dieci della prima stagione dell'anime, oppure nel volume quattro
(ultimi due capitoli) del manga.
4. Il primo dei due misteri è ovviamente quello della
Sindrome dell'iSola Sperduta, mentre il secondo è stato
proposto più avanti, questa volta senza il tentativo di
ingannare Haruhi, con lo scopo ben chiaro di divertirsi a fare i
detective. Lo trovate nel volume undici, i due capitoli centrali.
5. Kyon si riferisce nuovamente ai due casi polizeschi escogitati
dall'Organizzazione di Koizumi, citati nella nota precedente.
6. La North High, è, ovviamente, la scuola in cui vanno Kyon
e Haruhi. La Kouyouen, invece, è una scuola femminile della
stesa città, ma dotata di più prestigia. Solo
le studentesse migliori possono permettersi di andare in quella scuola,
sia in termini di denaro che di intelligenza. Durante gli eventi de La
scomparsa di Haruhi Suzumiya, la scuola, nell'universo alternativo,
è mista, e Haruhi la frequenta insieme a Koizumi. Haruhi
frequenta quella scuola anche nello spin off La scomparsa di Yuki
Nagato.
7. Alla festa del tanabata (primo episodio della seconda stagione per
gli anime, terzo volume per i manga), Kyon torna indetro nel tempo di
tre anni e aiuta la piccola Haruhi a imbrattare il cortile della
scuola. Haruhi riconosce l'uniforme della North High indossata da Kyon,
e soprattutto del suo (falso) nome, John Smith. Haruhi decise a quel
punto che sarebbe andata alla North High, in qualche modo alla ricerca
dello stesso John Smith. Si avvicina a Kyon, all'inizio de La
malinconia, perché lui gli somiglia...
Vi devo delle scuse, lo so bene. Dall'ultimo capitolo, è
praticamente passato mezzo anno scolastico. Ma sapete, sono stato
impegnato. Con il mezzo anno scolastico. Dopo lo scorso capitolo, mi
sono preso una pausa per poter affrontare gli esami di recupero. Ho
avuto successo! E passando alla classe successiva... ho avuto molte
più cose da studiare. Ho appana passato un periodaccio pieno
di verifiche, come molti di voi, immagino, e quindi mi sono ritrovato
con un po' di tempo libero. Questi sono più o meno i motivi
per cui non ho avuto tutto il tempo che avrei dovuto dedicare alla
traduzione. Concludo quindi con il dire che il prossimo capitolo
sarà lungo quasi quanto questo, ma ho la sensazione che non
ci vorrà tanto tempo per tradurlo quanto questo ne ha
richiesto. Vi saluto, sperando che gli impegni mi consentano di
ripresentarmi presto.
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