Giorgio il professionista.
Giorgio si presentò a casa mia, e sottolineo per essere
chiaro le parole CASA MIA, circa due settimane fa e naturalmente…………………se n’è
pentito amaramente.
E’ entrato sfoggiando in volto quell’aria arrogante del so
tutto io.
Vestito di scuro, portava stretta nella mano destra, una
specie di scatola che lui chiamava “ventiquattrore”.
Sapete, per noi gatti le scatole di qualunque genere o forma
esse siano, rappresentato un vero dilemma, ma soprattutto, una grossa
tentazione.
Nel nostro cervellino scatta immediatamente la molla della
curiosità e la domanda ricorrente che in quegli attimi acceca anche il nostro
spiccato raziocinio, continua a frullarci nel cervello persistentemente,
obbligandoci a chiederci: “Cosa ci sarà mai dentro?”.
Pensate poi che quella scatola posseduta da Giorgio emanava
un odore d’animale defunto, come fare a resistere?
Già fin dal primo momento, io e Giorgio, ci siamo
letteralmente odiati. Il tipo ha osato, e dico osato, allungarmi un calcio
nello stesso momento in cui io, per conoscenza, sapete come facciamo noi gatti,
ho iniziato a strisciarmi al suo orlo dei pantaloni.
Ma dico io, vi sembra educazione questa? Cercavo solo di
essere amichevole!
Quello si è messo subito a sbraitare che gli attaccavo i
miei sudici peli ai pantaloni.
Sudicio io? Io che sto ore ed ore a leccarmi il mio
splendido pelo rosso?
Io che sono talmente schizzinoso che non mi avvicinerei mai
ad una pozzanghera per terra?
Ma come si permette! Sarà bello lui con quel pezzo di stoffa
che chiama cravatta, attorcigliato intorno al collo. Che ci si strozzi con la
sua cravatta.
Ehmmm, scusate, lo sfogo…..dove ero rimasto? A si….
Dopo questo spiacevole episodio, a cui naturalmente Lara non
ha assistito, i due umani si sono
spostati in salotto.
Ovviamente li ho seguiti, nonostante che con questo, abbia
dovuto mandare all’aria il mio galante appuntamento con la gattina bianca che
abita in fondo alla via.
Vi pare forse che avrei potuto lasciare Lara sola con un
tipo del genere?
Giammai, sono o non sono un gentilgatto?
In salotto, i due, dopo essersi serviti una generosa dose di
un liquido ambrato chiamato da Lara cognac, si sono seduti vicini, vicini sul
divano, intenti a sussurrarsi parole sdolcinate a fior d’orecchio.
Non mi piace vedere Lara in questi atteggiamenti melensi. Io
che conosco bene il suo carattere, so che queste pose non fanno parte della sua
personalità. Il tipo non s’immagina neanche a cosa andrebbe in contro nel
tempo, frequentando la mia padrona. Altro che vestitini attillati, tacchi a
spillo e rossetto sgargiante. Per la maggior parte delle volte Lara gira per
casa in pigiama informe e calzettoni antiscivolo.
Comunque, mentre i due piccioni continuavano a tubare
indisturbati sul divano a suon di risatine insopportabili, io decisi di
approfittare della loro disattenzione per dare un’occhiata alla suddetta
ventiquattrore.
Come tutti i gatti degni di essere chiamati con questo nome,
mi ci sono avvicinato con molta cautela attento ad un’eventuale imprevisto
movimento, poi con una zampa, ho iniziato a toccare quella scatola e dal
momento che non ho trovato né aperture ne buchi di sorta, sono passato
all’attacco. Niente da fare la scatola non si apriva. Ma che diavolo ci faceva
Giorgio con una scatola che non si apriva e in cui soprattutto non ci si poteva
nascondere? Che servisse per farsi le unghie? Beh effettivamente poteva essere
una soluzione! Che mi dovessi ricredere su di lui?
Ganzo si portava un’affila unghie sempre dietro.
Beh, che dire, in quel momento certo non mi è venuto in
mente che potesse dispiacergli se ne approfittavo pure io. Fra noi gatti e
normale condividere queste cose!
Estratti i miei affilatissimi artigli mi stirai per ben bene
ed iniziai a sgranchirmi i polpastrelli su quella profumatissima pelle.
Non l’avessi mai fatto! Un urlo disumano proveniente dal
divano si alzò nell’aria causandomi quasi un infarto.
“Nooooo la mia valigetta nuovaaaa”.
Apriti cielo, cosa avevo mai fatto di così terribile? Se la
mia padrona non avesse preso le mie difese penso che il tipo mi avrebbe tirato
il collo, ma sapete come è, quando un uomo vuole conquistare una donna è
disposto a passare sopra a tutto!
Beh, forse meglio dire quasi sopra a tutto, considerato
quello che è successo un’oretta dopo.
Tuttavia, tornando a noi, rifugiato fra le confortevoli
braccia di Lara assistetti pian piano al placarsi dell’ira fatta uomo. Calmati
i bollenti spiriti ci accomodammo tutte e tre nuovamente sul divano. Dalla mia
postazione, accoccolato sulle ginocchia di Lara, guardavo con interesse il marpione
che continuava a lanciarmi occhiate assassine e circospette, fingere che non
fosse successo nulla.
Purtroppo per lui però, il ritrovato idillio non durò per
molto tempo.
All’improvviso una musichetta sgradevolissima iniziò ad
uscire dal taschino della sua giacca.
In quel momento un piccolo aggeggio che voi chiamate
cellulare decretò l’inizio della fine della romantica serata prevista dal
professionista.
Giorgio, sorvolando sullo sguardo alquanto scocciato della
mia padrona, rispose al telefono iniziando a gesticolare ed alzando la voce
fastidiosamente.
Il problema è che la cosa non finì con quella telefonata, ma
bensì ne seguirono almeno altre tre.
Giorgio non faceva altro che camminare su è giù per la
stanza sotto gli occhi sempre più cupi di Lara che aveva iniziato a sbuffare
come una locomotiva.
Brutto segno, ve lo posso garantire.
Comunque ad un certo punto, il tipo finalmente avveduto della crescente irritazione della sua
intenzionale conquista, decise bene di bloccare quell’andirivieni di squilli.
Al contrario di quello che farebbe una persona normale,
però, il furbone non spense il cellulare ma selezionò quella simpatica opzione
che si chiama vibrazione.
Beh signori, di fatto so cosa è la vibrazione. Ho assistito
varie volte ai sussulti di quella macchinetta, ma dovete comprendere, Giorgio
se la mise nel taschino.
Cosa avreste fatto voi se all’improvviso, il suddetto
taschino avesse iniziato ad agitarsi?
Il dubbio che oltre alla scatoletta, dentro, ci fosse pure
un topo non vi avrebbe sfiorato?
A me si! Quindi, presa la mira, innocentemente sono partito
all’attacco aggrappandomi alla sua giacca e…….... si è scatenato l’inferno.
Il tipo urlava a più non posso cercando di scappare da tutte
le parti ed io, rimasto impigliato con le unghie alla sua giacca e alle sue
carni, non potevo fare altro che miagolare per la disperazione.
Lara intanto ci inseguiva urlando a squarciagola: “Lascia
stare il mio gatto bruto”, insomma concludendo, Giorno se ne andato da casa mia
infuriato e fortunatamente promettendo di non ritornarci mai più. Arrogante.
Come se dispiacesse a qualcuno.
In ogni modo, alla fin fine devo ammettere che quella
serata non è finita poi tanto male.
Forse o deluso la gattina bianca, ma a questo posso tranquillamente rimediare,
e poi volete mettere con tutte le coccole ricevute dalla mia padroncina quando
siamo rimasti soli?
|