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Autore: Tersicore    08/11/2004    5 recensioni
Queste sono una raccolta di one-shot su di un gatto alla prese con le disavventure amorose della sua padrona. L’intenzione è quella di scrivere una specie di diario in cui lo stesso gatto in ogni capitolo descrive un rappresentante diverso della razza umana visto attraverso i suoi occhi. L’idea è quella di divertire, quindi spero in qualche modo di riuscirci.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorgio il professionista.

 

 

Giorgio si presentò a casa mia, e sottolineo per essere chiaro le parole CASA MIA, circa due settimane fa e naturalmente…………………se n’è pentito amaramente.

E’ entrato sfoggiando in volto quell’aria arrogante del so tutto io.

Vestito di scuro, portava stretta nella mano destra, una specie di scatola che lui chiamava “ventiquattrore”.

Sapete, per noi gatti le scatole di qualunque genere o forma esse siano, rappresentato un vero dilemma, ma soprattutto, una grossa tentazione.

Nel nostro cervellino scatta immediatamente la molla della curiosità e la domanda ricorrente che in quegli attimi acceca anche il nostro spiccato raziocinio, continua a frullarci nel cervello persistentemente, obbligandoci a chiederci: “Cosa ci sarà mai dentro?”.

Pensate poi che quella scatola posseduta da Giorgio emanava un odore d’animale defunto, come fare a resistere?

Già fin dal primo momento, io e Giorgio, ci siamo letteralmente odiati. Il tipo ha osato, e dico osato, allungarmi un calcio nello stesso momento in cui io, per conoscenza, sapete come facciamo noi gatti, ho iniziato a strisciarmi al suo orlo dei pantaloni.

Ma dico io, vi sembra educazione questa? Cercavo solo di essere amichevole!

Quello si è messo subito a sbraitare che gli attaccavo i miei sudici peli ai pantaloni.

Sudicio io? Io che sto ore ed ore a leccarmi il mio splendido pelo rosso?

Io che sono talmente schizzinoso che non mi avvicinerei mai ad una pozzanghera per terra?

Ma come si permette! Sarà bello lui con quel pezzo di stoffa che chiama cravatta, attorcigliato intorno al collo. Che ci si strozzi con la sua cravatta.

Ehmmm, scusate, lo sfogo…..dove ero rimasto? A si….

Dopo questo spiacevole episodio, a cui naturalmente Lara non ha assistito, i due umani si sono spostati in salotto.

Ovviamente li ho seguiti, nonostante che con questo, abbia dovuto mandare all’aria il mio galante appuntamento con la gattina bianca che abita in fondo alla via.

Vi pare forse che avrei potuto lasciare Lara sola con un tipo del genere?

Giammai, sono o non sono un gentilgatto?

In salotto, i due, dopo essersi serviti una generosa dose di un liquido ambrato chiamato da Lara cognac, si sono seduti vicini, vicini sul divano, intenti a sussurrarsi parole sdolcinate a fior d’orecchio.

Non mi piace vedere Lara in questi atteggiamenti melensi. Io che conosco bene il suo carattere, so che queste pose non fanno parte della sua personalità. Il tipo non s’immagina neanche a cosa andrebbe in contro nel tempo, frequentando la mia padrona. Altro che vestitini attillati, tacchi a spillo e rossetto sgargiante. Per la maggior parte delle volte Lara gira per casa in pigiama informe e calzettoni antiscivolo.

Comunque, mentre i due piccioni continuavano a tubare indisturbati sul divano a suon di risatine insopportabili, io decisi di approfittare della loro disattenzione per dare un’occhiata alla suddetta ventiquattrore.

Come tutti i gatti degni di essere chiamati con questo nome, mi ci sono avvicinato con molta cautela attento ad un’eventuale imprevisto movimento, poi con una zampa, ho iniziato a toccare quella scatola e dal momento che non ho trovato né aperture ne buchi di sorta, sono passato all’attacco. Niente da fare la scatola non si apriva. Ma che diavolo ci faceva Giorgio con una scatola che non si apriva e in cui soprattutto non ci si poteva nascondere? Che servisse per farsi le unghie? Beh effettivamente poteva essere una soluzione! Che mi dovessi ricredere su di lui?

Ganzo si portava un’affila unghie sempre dietro.

Beh, che dire, in quel momento certo non mi è venuto in mente che potesse dispiacergli se ne approfittavo pure io. Fra noi gatti e normale condividere queste cose!

Estratti i miei affilatissimi artigli mi stirai per ben bene ed iniziai a sgranchirmi i polpastrelli su quella profumatissima pelle.

Non l’avessi mai fatto! Un urlo disumano proveniente dal divano si alzò nell’aria causandomi quasi un infarto.

“Nooooo la mia valigetta nuovaaaa”.

Apriti cielo, cosa avevo mai fatto di così terribile? Se la mia padrona non avesse preso le mie difese penso che il tipo mi avrebbe tirato il collo, ma sapete come è, quando un uomo vuole conquistare una donna è disposto a passare sopra a tutto!

Beh, forse meglio dire quasi sopra a tutto, considerato quello che è successo un’oretta dopo.

Tuttavia, tornando a noi, rifugiato fra le confortevoli braccia di Lara assistetti pian piano al placarsi dell’ira fatta uomo. Calmati i bollenti spiriti ci accomodammo tutte e tre nuovamente sul divano. Dalla mia postazione, accoccolato sulle ginocchia di Lara, guardavo con interesse il marpione che continuava a lanciarmi occhiate assassine e circospette, fingere che non fosse successo nulla.

Purtroppo per lui però, il ritrovato idillio non durò per molto tempo.

All’improvviso una musichetta sgradevolissima iniziò ad uscire dal taschino della sua giacca.

In quel momento un piccolo aggeggio che voi chiamate cellulare decretò l’inizio della fine della romantica serata prevista dal professionista.

Giorgio, sorvolando sullo sguardo alquanto scocciato della mia padrona, rispose al telefono iniziando a gesticolare ed alzando la voce fastidiosamente.

Il problema è che la cosa non finì con quella telefonata, ma bensì ne seguirono almeno altre tre.

Giorgio non faceva altro che camminare su è giù per la stanza sotto gli occhi sempre più cupi di Lara che aveva iniziato a sbuffare come una locomotiva.

Brutto segno, ve lo posso garantire.

Comunque ad un certo punto, il tipo finalmente avveduto della crescente irritazione della sua intenzionale conquista, decise bene di bloccare quell’andirivieni di squilli.

Al contrario di quello che farebbe una persona normale, però, il furbone non spense il cellulare ma selezionò quella simpatica opzione che si chiama vibrazione.

Beh signori, di fatto so cosa è la vibrazione. Ho assistito varie volte ai sussulti di quella macchinetta, ma dovete comprendere, Giorgio se la mise nel taschino.

Cosa avreste fatto voi se all’improvviso, il suddetto taschino avesse iniziato ad agitarsi?

Il dubbio che oltre alla scatoletta, dentro, ci fosse pure un topo non vi avrebbe sfiorato?

A me si! Quindi, presa la mira, innocentemente sono partito all’attacco aggrappandomi alla sua giacca e…….... si è scatenato l’inferno.

Il tipo urlava a più non posso cercando di scappare da tutte le parti ed io, rimasto impigliato con le unghie alla sua giacca e alle sue carni, non potevo fare altro che miagolare per la disperazione.

Lara intanto ci inseguiva urlando a squarciagola: “Lascia stare il mio gatto bruto”, insomma concludendo, Giorno se ne andato da casa mia infuriato e fortunatamente promettendo di non ritornarci mai più. Arrogante.

Come se dispiacesse a qualcuno.

In ogni modo, alla fin fine devo ammettere che quella serata non è finita poi tanto male. Forse o deluso la gattina bianca, ma a questo posso tranquillamente rimediare, e poi volete mettere con tutte le coccole ricevute dalla mia padroncina quando siamo rimasti soli?

  
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