Snervante. Draco Malfoy e chi
gli stava intorno era arrivato al limite della sopportazione. Le serpi
ancora non erano insorte contro il loro principe per semplice timore
delle conseguenze della loro ribellione, ma potete star certi che se si
fosse trattato di qualcun altro non avrebbero avuto pietà.
Tutti a Slyhterin
avevano capito che il biondo rampollo aveva qualche cosa che lo
infastidiva, lo infastidiva terribilmente, ma nessuno riusciva a
spiegarsi perchè la cosa durasse ormai da più di
una settimana, dal martedì precedente per la precisione.
Solitamente Draco Malfoy quando aveva un problema trovava il modo di
risolverlo, trovava chi lo risolvesse al posto suo o più
semplicemente, invece di risolverlo, eliminava il
problema. Questa volta invece non solo la faccenda si protraeva a lungo
ma addirittura l'umore dell'interessato invece che migliorare
peggiorava giorno dopo giorno e, quando Zabini e Nott avevano provato a
informarsi sulle cause del pessimo umore del Caposcuola, quello aveva
perso le staffe sfasciando il dormitorio.
La campana anche per
quel giorno decretò la fine delle lezioni mattutine. Malfoy
raccolse la borsa e si affrettò verso la Sala Grande, senza
aspettare i compagni, con l'intenzione di raggiungerla al
più presto. I corridoi cominciavano ad affollarsi e lui al
solito li percorreva senza guardare in faccia nessuno, padrone del
castello, mentre gli altri si scansavano per farlo passare. Raggiunta
la Sala Grande prese posto al tavolo di Slytherin notando che era
ancora deserto. Affamato cominciò il suo pranzo sperando di
riuscire a mangiare qualcosa prima che arrivasse lei. Da quando il
martedì precedente aveva individuato nella Granger la
ragazza della festa ogni volta che la vedeva montava in lui una rabbia
cieca che gli chiudeva lo stomaco e lo costringeva ad abbandonare la
sala prima di cominciare a spaccare qualcosa. La rabbia che lo
attanagliava era rivolta contro se stesso perchè nonostante
avesse sempre disdegnato Mezzosangue, Griffondor e in particolare la
cricca di Potter lui continuava a sognarsi quella ragazza che ballava
in modo seducente tra le luci colorate della pista. Sapere che lei e la
Granger erano la stessa persona lo disgustava. Sapere di non riuscire a
non pensare a lei lo disgustava oltremodo.
Quasi
soffocò deglutendo un sorso di IdroMele quando il Trio dei
Miracoli fece il suo ingresso in sala. Lei camminava a braccetto con
Lenticchia mentre entrambi ridevano di qualche stronzata appena uscita
dalla fogna di Potter. Seccato si alzò e prese la via della
porta.
"Ehi Draco!"
esclamò la Parkinson appena fuori della Sala Grande
"Già te ne vai?". "Non lo vedi da sola?" rispose brusco il
biondo. "Ma hai mangiato qualcosa?". "Perchè non ti fai gli
affari tuoi GreenGrass?". Il gruppetto di Slytherin del settimo anno
guardò accigliato il Caposcuola che senza degnarli di
un'altra occhiata stava scomparendo verso i sotterranei. "Malfoy!" il
biondo si fermò senza voltarsi. "Piton ha detto che se non
ti fai vedere nemmeno oggi, Slytherin o no, finisci dal preside...". Lo
informò Nott. Malfoy senza rispondere riprese per la sua
strada. "Vorrei sapere che diavolo gli prende!".
Girato l'angolo il
biondo sferrò un calcio ad un'armatura arrugginita che
decorava il freddo muro dei sotterranei. Sospirando s'impose calma e,
passandosi una mano tra i capelli, cominciò a prepararsi
psicologicamente alle due seguenti ore.
Pozioni: Griffondor e
Slytherin. Queste quattro parole fino alla settimana prima per lui
egualevano all'autentico piacere di vedere i rosso-oro tartassati dalle
frecciatine di Piton, ora invece gli sembravano un calvario.
Cercava di concentrarsi
il più possibile sulla pozione restringente che stava
preparando sforzandosi di ignorare il resto della classe, specialmente
il lato Grifondor, e di non alzare il naso dal calderone. Purtroppo era
una pozione estremamente semplice che non richiedeva molto impegno
nella preparazione. Un sibilo fastidioso lo costrinse ad alzare per la
prima volta gli occhi sul lato del fronte nemico, il calderone di
Paciock stava per fondere. Di nuovo.
Alzando gli occhi al
cielo fece per tornare alla sua pozione quando la Granger si
alzò di fretta dal suo banco per andare a gettare una
manciata di code di rospo nel calderone di Paciock. "Signorina Granger!
Chi le ha dato il permesso di alzarsi? Dieci punti in meno a
Grifondoro!" la voce strascicata di Piton lo ragiunse seguita dai
sogghigni delle serpi. "E inoltre chi l'ha autorizzata ad aiutare
questo incompetente?". La Mezzosangue rassegnata si morse un labbro per
la rabbia cercando di trattenere qualche risposta velenosa che le stava
sicuramente per uscire di bocca. "Sono altri dieci punti, Miss
Granger!" e stavolta nella voce del professore si poteva chiaramente
distinguere il tono beffardo. "In quanto a lei Paciock!". Ma Draco non
seppe mai quale punizione sarebbe toccata all'impiastro Griffondor
perchè si ritrovò improvvisamente a fissare
quelle labbra che impallidivano lì dove i denti candidi le
martoriavano. La bocca della Mezzosangue, notò, era a forma
di cuore e sembrava deliziosamente morbida.
Sobbalzando e
risquotendosi immediatamente da questo pensiero gettò
adirato una manciata di polvere coagulante nel calderone che
cominciò a fischiare terribilmente.
"Draco, Merlino, si
può sapere come diavolo hai fatto a far fondere il
calderone?" la voce da tenore di Nott lo distolse dal piatto ricolmo di
cibo, nemmeno quella sera riusciva a ingoiare niente. "Insomma, tu..."
proseguì la serpe. "In effetti anch'io comincio a
preoccuparmi, si può sapere che ti succede?" ed ecco la
Parkinson che tornava alla carica. Sollevò lo sguardo dal
piatto e incrociò gli occhi attenti di Zabini che, ne era
certo, lo stava tenendo d'occhio da tutta la sera. "Non hai fame?" gli
chiese quello accennando al suo piatto martoriato. Appunto. "Sono
stanco vado a dormire". Disse alzandosi senza rispondere a nessuno dei
tre.
Dirigendosi verso la
porta non riuscì a trattenere lo sguardo che cadde sul
Magico Trio, lei rideva, la bocca piena e rossa distesa in un sorriso
allegro. Una mano corse a ravvivare i capelli mori, con la luce della
Sala Grande quei crini assumevano strani riflessi dorati e non
sembravano così crespi dopo tutto.
The
day, the night, to me are just the same
I
see your face, it burns me like a flame
And
there's something I've got to say
Yes
it's making me feel this way
Don't
you know that I'm going crazy
Over
you
One
look, a smile, is all you've got to do
I
see your face in everything I do
--Barclay
James Harvest: Crazy--
Note delle Autrici:
LiliBlack: Devo confessarti che nemmeno io
ho idea di chi diavolo siano gli Act Fast, quella che abiamo citato
è una canzone che ci ha passato un caro amico. Mi
informerò e, se vuoi, saprò dirti di
più. Light
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