Titolo: I’m no angel
(Christmas version) #2
Personaggi:
Dean,
Castiel, Zeke!Sam
Parole:
557
Note:
Anche il seguito ha
superato le 500 parole, per cui lo aggiungo qui!
Di nuovo auguri!
**
Era
successo.
Dean non riusciva a
ancora a credere che quel fulmine a ciel sereno gli fosse piombato in
testa proprio il giorno di Natale, ma era successo.
“Castiel deve andare via,” gli aveva detto Ezekiel,
gelido. “Se lui rimane qui, temo che non avrò
altra scelta se non andare via io.”
“Perché?!”
gli aveva chiesto il cacciatore, a metà fra il panico e
l’irritazione.
“Fate
troppo rumore durante la notte,” aveva dichiarato
l’angelo.
Se Ezekiel
non fosse stato tremendamente serio, Dean avrebbe trovato quella
situazione quasi divertente.
“Tu…
tu hai origliato...?!” gli chiese invece, incredulo e
leggermente imbarazzato, stringendo le coperte del letto su cui era
seduto.
“Io non origlio... io ascolto, in virtu'
della mia essenza celestiale,” fu la risposta piatta.
Dean si passò
una mano sulla bocca, cercando di recuperare il controllo.
“Okay, Sylar, mi stai dicendo che tu, invece di guarire Sam,
passi le giornate a eccitarti in questo modo?”
Ezekiel si
voltò dall’altra parte. “No, io... vi
sento solo quando Sam dorme.”
“Ma poco fa
Sam non stava dormendo,” gli fece notare Dean.
Ezekiel rimase in
silenzio per qualche secondo. “Non importa. Il problema
è che quello che fate è immorale,”
dichiarò alla fine.
“Come,
‘non importa’?!”
“Sono serio."
"No, tu-"
"Dean, quello che fate è contro natura. La città
di Sodoma...”
“Senti prova
solo a cercare di convincermi che hai ragione vomitando queste
stronzate e, corpo di Sam o meno, giuro che ti prendo a calci in
culo!” lo interruppe Dean.
“Allora vomiterò
solo che è immorale.”
"Sei uno stronzo, lo
sai, vero?!”
“Castiel deve
andare via. Adesso,” proferì Ezekiel, troncando la
discussione. “Ah, e per cena voglio mangiare quel…
Pad Thai che avete comprato per Kevin.”
Dean non riusciva a
credere alle sue orecchie.
“Vuoi che
guarisca Sam o no?" lo punzecchiò l'angelo.
“Ascolta,
amico, non puoi-“
“Sì.
Posso.”
“Oh,
certo,” sbottò Dean, sollevando le braccia
sarcastico. “E sentiamo, vuoi anche altro?!”
Ezekiel lo
fissò intensamente. “Beh…”
mormorò infine allusivo, squadrandolo da capo a piedi.
Un brivido freddo
percorse la schiena Dean. “Oh, no. Oh, non pensarci
neanche!”
“…”
“Maledizione,
hai appena detto che è immorale!”
“Che cosa
è immorale?” chiese Castiel.
Dean si accorse in quel
momento che era sull’uscio della stanza, e il suo cuore perse
un battito.
“Dean,
c’è qualche problema?” gli chiese
l’ex-angelo.
“Solo…solo
uno Cas, ma sto per risolverlo,” si affrettò a
rispondere.
Ezekiel gli
lanciò un’occhiata eloquente e scomparve.
“Hai fatto
presto, Cas!” osservò Sam, sorpreso.
“Mi sono
ricordato di avere degli antidolorifici nella mia stanza,”
spiegò lui, lanciando a Dean un barattolino di pillole.
“Perfetto.
Allora io torno di là,” disse Sam.
Ezekiel lanciò un ultimo sguardo intimidatorio a
Dean prima di chiudere la porta della stanza alle sue spalle.
Il cacciatore, rimasto
solo nella stanza con Castiel, si concentrò sugli
antidolorifici, perché non aveva il coraggio di guardarlo in
faccia. Ma avvertì delle mani poggiarsi sulle sue ginocchia
e, sollevando appena il mento, incrociò due occhi blu mare.
“Che cosa
è successo?” gli chiese l’ex-angelo,
preoccupato.
“Cas, dobbiamo
parlare.”
“Ma
certo,” rispose lui, andando a sederglisi accanto.
“Lo sai che ho sempre apprezzato le nostre
conversazioni… oltre al tempo che trascorriamo
insieme.”
“Cas,”
cominciò Dean, con voce appena tremante. “Senti,
amico mio… dobbiamo insonorizzare tutto il bunker.”
Castiel
sbatté le palpebre. “Tutto?”
mormorò, dopo qualche secondo.
“Tutto,”
annuì Dean.
“Anche
l’Impala?”
“Soprattutto
l’Impala.”
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