A metà aprile Nicole
comunicò a Georg che aveva cominciato a
lavorare in un rifugio per animali abbastanza malmesso, dove
però poteva tenere
con sé Emily, e dopo pochi giorni era arrivata una generosa
donazione anonima,
intestata a lei da parte di ‘B.+T.K., G.K.W.S. e
G.M.H.L.’.
Anche al di là del lavoro,
che le piaceva molto e le
consentiva di stare con sua figlia, la vita di Nicole sembrava aver
preso una
piega del tutto inaspettata, come se l’incrocio tra il suo
cammino e quello dei
Tokio Hotel avesse cambiato qualcosa nel destino. Nonostante la differenza di età, Liesel era diventata
davvero
la sua migliore amica ed era ormai un’ospite abituale a casa
Sandberg: Nicole
le dava ripetizioni di Inglese e Filosofia, e lei in cambio badava ad
Emily di
tanto in tanto. Liesel ora sapeva tutto di Georg e del resto della
storia, dopo
ponderate riflessioni, Nicole le aveva accordato la propria fiducia, ma
non
prima di aver ricevuto il via libera da parte dei ragazzi e di Benjamin
e
David, e per suggellare quel loro patto di segretezza aveva chiesto ai
ragazzi
di mandare per lei un regalo speciale, con il risultato che
un’afosa mattina di
agosto il fattorino aveva suonato alla porta dei Jensen con un
pacchetto per la
ragazza, contenente un poster gigante con dedica personale firmata da
tutti,
più una copia autografata dell’edizione limitata
del singolo di Lullaby For
Emily, andata esaurita da ormai due settimane.
L’intero condominio aveva
sentito le urla euforiche di Liesel e i mille ringraziamenti che aveva
strillato a Nicole. Da ragazzina intelligente quale era, aveva intuito
subito
che tenere quel succoso segreto sarebbe andato interamente a suo
beneficio.
Georg, dal canto suo, faceva davvero
i salti mortali per
mantenere la promessa fattale quella sera a Marsiglia: si vedevano
spesso, uno,
due o tre giorni di fila, a seconda degli impegni dei ragazzi, e, anche
se per
motivi di sicurezza era sempre lei a raggiungerli, loro erano riusciti
a
costringerla a lasciarli pagare le pur contenute spese del viaggio.
Nicole era felice, si sentiva
completa ed appagata come mai
in vita sua, e i mesi passarono quasi senza che se ne accorgesse.
Era una tiepida e soleggiata mattina
di settembre, stava
rientrando dopo essere stata a fare qualche acquisto, e camminava sola
sul
marciapiede con due buste della spesa stracolme, godendosi la musica
dell’iPod
nelle orecchie.
‘I know you're going
away, I take my love into
another day…’
La canzone le piaceva molto, ma la
intristiva sempre un po’,
perché le ricordava tutte le volte che lei e Georg dovevano
salutarsi.
‘In my thoughts
you're with me, I fell in love
with your ways…’
La ascoltava lo stesso,
però, perchè era così azzeccata e
bella che non riusciva a fare a meno di adorarla.
‘I know you're going
away, lead my heart into a
daze…’
Assieme alla lievissima malinconia,
le veniva sempre anche
da sorridere, perché anziché vedersi e poi
salutarsi, avrebbero potuto non
vedersi affatto, non essersi nemmeno mai incontrati, e per lei
sopportare
qualche giorno o settimana di distanza era un prezzo più che
ragionevole da
pagare, visto quel che le spettava in cambio.
‘I know you're going
away, leaves a void in my
heart and soul…’
Sentiva molta nostalgia di Georg e
degli altri, soprattutto
ora che era qualche giorno che non li sentiva. Sapeva che nel
pomeriggio
avrebbero avuto un’intervista a Londra, quindi si era messa
l’animo in pace,
rassegnata al fatto che probabilmente non sarebbero riusciti a farsi
vivi prima
di sera, visti gli impegni.
Svoltò l’angolo
della propria via, proprio nel momento in
cui la musica si interrompeva bruscamente. Si fermò a
controllare e notò che
l’iPod era scarico.
Be’,
tempismo perfetto,
pensò mentre lo riponeva nella borsa, puntando lo sguardo
pochi metri avanti a
sé, dove i tre scalini segnalavano l’ingresso del
condominio.
Stava per proseguire, quando vide
un’auto molto familiare
parcheggiata davanti all’ingresso del palazzo,
un’Audi nera e lustra da cui
stava scendendo qualcuno, reggendo una rosa rossa in mano.
Il suo cuore ci arrivò
prima del suo cervello: la portiera
si richiuse e rivelò alla sua vista quello che mai si
sarebbe aspettata di
vedere, almeno non lì a Lipsia, non quel giorno.
Georg le sorrideva a fior di labbra
da dietro un paio di
occhiali da sole, i capelli raccolti in una coda – che aveva
preso a farsi
abitualmente solo perché lei gli aveva confidato, un
po’ per scherzo, un po’
seriamente, che così lo trovava ancora più sexy
– meraviglioso in quei jeans
strappati e in quella semplicissima maglia verde scuro.
Spalancò le braccia ed
allargò visibilmente il proprio sorriso con aria compiaciuta.
“Sorpresa!”
Nicole restò immobile per
un attimo fugace, poi si dimenticò
delle uova, lasciò cadere le buste a terra e gli corse
incontro euforica,
gettandogli le braccia al collo.
Georg rise e la strinse a
sé, sollevandola leggermente da
terra mentre la baciava su una guancia.
“Potrei sbagliare, ma ho la
vaga sensazione che tu sia
felice di vedermi.” Scherzò, posandole un bacio
sulle labbra.
Nicole si sentiva come se qualcuno le
avesse iniettato in
vena gioia pura.
“Che cosa ci fai
qui?” esclamò senza fiato, ancora in preda
allo stupore.
Georg assunse un cipiglio offeso.
“Adesso non posso nemmeno
venire a trovare le mie ragazze?”
“Ma oggi avevate
l’intervista a Londra…”
“Sì,
è quello che ti ho detto, in effetti.”
Confermò lui,
porgendole la rosa. Nicole gliela strappò quasi di mano,
troppo felice per
accusarlo di averle mentito così spudoratamente.
“Sei un perfido
macchinatore.”
Lui sogghignò spavaldo.
“Modestia a parte, lo
so,” finse di vantarsi. “Dov’è
Emily?”
domandò poi.
“Con Liesel,” gli
rispose Nicole. “L’ho lasciata da lei per
andare a fare la spesa.” E lanciò uno sguardo
eloquente alle borse che si era
lasciata indietro.
“Oh, perfetto,”
Georg appoggiò la propria fronte contro la
sua, gli angoli della bocca arricciati. “Allora che ne dici
di lasciargliela
ancora per un po’ e di mostrarmi il tuo
appartamento?”
Nicole annuì, facendo la
seria.
“D’accordo. La
camera da letto è chiusa al pubblico,
però.”
Georg sciolse l’abbraccio
ed andò a recuperare le due borse,
sollevandole come se fossero state piene di polistirolo.
“Non importa,” la
rassicurò poi. “C’è sempre il
divano. Tanto
ci troviamo bene anche sui divani, se ben ricordo.”
“Io non
ricordo…” lo provocò lei, facendogli
strada
nell’ingresso. Georg le si affiancò davanti
all’ascensore, sorridendo
malizioso. Nicole capì immediatamente perché.
“Non ci pensare
nemmeno,” lo avvertì, pur divertita.
“Siamo
in un condominio di gente perbene, non in un immenso hotel
extralusso,” Lo
occhieggiò compunta. “Niente cose strane in
ascensore.”
“Oh, ma ci troviamo
così bene negli ascensori!” le ricordò
Georg, tirando fuori una delle sue migliori espressioni provocanti.
Nicole si
costrinse ad ignorarlo e concentrarsi sul display che segnava il
susseguirsi
dei piani, altrimenti era certa che sarebbe riuscito a farla capitolare.
“Quindi quando avete la
vera intervista a TRL inglese?” gli
chiese, per cambiare argomento.
Georg si appoggiò con una
spalla al muro.
“Tra quattro
giorni.”
“E quella di ieri
com’è andata?”
“Potremo gustarcela
pomeriggio,” dichiarò suadente. “Sul
suddetto divano.”
Nicole ormai aveva sentito quel tono
già diverse volte,
eppure ancora non riusciva a non farsi venire la pelle d’oca
dall’effetto che
le faceva. Con Georg i preliminari non cominciavano con i baci e le
carezze, ma
con le parole.
“Emily ne sarà
felice.” Commentò, attraversata da una
piccola scossa di piacere nel sentirlo di nuovo così vicino.
“Prima però fai
felice me.” La stuzzicò Georg.
In quella l’ascensore
arrivò e le porte si aprirono.
“Non sei già
felice di vedermi?” disse Nicole, entrando
assieme a lui nello stretto vano. Le porte si richiusero e
l’ascensore ripartì.
“Certo,”
asserì Georg, lasciando le borse a terra e
avvicinandosi a lei con ovvie intenzioni. “Ma ti faccio
presente che nelle
ultime due settimane ho dovuto avere la tempra morale di mandare in
bianco
diverse ragazze piene di speranze per colpa tua, quindi gradirei che tu
mi
dimostrassi di apprezzare la mia buona volontà.”
I loro volti erano vicini,
così come le loro labbra. Nicole
non avrebbe mai smesso di sorprendersi di come il suo cuore impazzisse
quando
c’era lui.
“Cosa credi, che io non
abbia niente da riscuotere?” replicò
serafica.
“Regoliamo questi conti,
allora.” Disse lui, la voce bassa e
gutturale, sexy come solo lui sapeva essere, ma proprio in quel momento
l’ascensore si arrestò e si aprì sul
corridoio del terzo piano.
Nicole ridacchiò di fronte
allo sbuffo frustrato di Georg,
ma lui la redarguì prontamente:
“Non finisce qui,
tesoro.” Le sibilò in un orecchio.
Nicole gli sorrise, fermandosi
davanti alla porta del
proprio appartamento.
Lo so, Georg,
si
disse, felice di poterlo finalmente accogliere in casa propria.
Simbolicamente,
era un passo molto importante e significativo, per entrambi. Lo so.
***
Dopo la sospirata conclusione del
1000 Hotels Tour 2008, il
mondo intero sembrava parlare dei Tokio Hotel di come fossero tornati
alla
grande dopo il problema di Bill che aveva messo in allarme milioni di
fans in
ogni parte del globo, e tutti sembravano aver notato una sorta di
maturazione
nei quattro di Magdeburgo, almeno a giudicare dalla nuova distribuzione
dei
loro impegni, sensibilmente alleggeriti dopo quello che era successo.
L’attenzione massima era,
com’era giusto che fosse, rivolta
a Bill, che durante le prime settimane di ripresa aveva dimostrato di
saper
mandare in delirio un vasto pubblico anche senza essere al massimo
delle
proprie forze, ma, accanto a questo grande evento centrale, erano
lentamente
emersi altri spunti di riflessione, e uno fra questi riguardava Georg
molto da
vicino.
Tutti si chiedevano perché
da qualche tempo il bassista dei
Tokio Hotel portasse sempre un fermaglio di metallo e strass a forma di
farfalla appuntato alla cinghia del basso, e una delle domande
più gettonate
tra i giornalisti era diventata quale fosse il significato di quel
dettaglio così
insolito. Lo stesso VJ di MTV Britain stava giusto ponendogli quella
domanda,
leggendola tra le tante che erano giunte in studio nel corso della
puntata di
TRL a cui erano ospiti, tra le urla e gli strepiti delle molte ragazze
presenti.
Ormai ferrato su quella questione,
Georg sorrise con
disinvoltura al VJ e alle telecamere e spiegò:
“Me lo hanno regalato due
fans molto speciali.,” Scambiò
un’occhiatina fugace con Tom, Gustav e Bill.
“Ciascuno di noi ha ricevuto un
regalo da loro, ma devo riconoscere di essere stato il più
viziato.”
Gli altri annuirono con lo stesso
sorriso un po’ misterioso,
e Tom aggiunse con malizia:
“Georg ha avuto senz’altro il regalo più
ricercato,
ma ci riteniamo tutti e quattro più che
soddisfatti.”
“Assolutamente.”
Convenne Bill, e Gustav annuì.
Il VJ sfogliò il
consistente plico di fogli che teneva in
mano e scelse la domanda successiva.
“Bill, qualche mese fa sei
stato operato alla corde vocali,”
disse in tono quasi solenne. “Molti pensavano che sarebbe
stata la fine dei
Tokio Hotel, ma avete da poco concluso il tour di recupero, registrando
un sold
out assoluto che ha fatto storia, e il vostro nuovo singolo
è schizzato in
vetta alle classifiche di tutta Europa in una settimana scarsa e
ancora, dopo
più di un mese, non vuole saperne di schiodarsi da lì, mentre negli
States è
entrato dritto alla numero sette, sbaragliando concorrenti del calibro
di
Madonna, Christina Aguilera e Linkin Park. Siete soddisfatti di questi
risultati?”
“Moltissimo,”
fece Bill, accompagnandosi con un cenno del
capo. “Gli ultimi mesi sono stati molto intensi per tutti
noi,” raccontò.
“Abbiamo avuto esperienze davvero toste, nel bene e nel male,
prima fra tutte
il mio intervento e tutto ciò che ha comportato. Oltre alla
grande ripresa dei
vecchi ritmi, abbiamo anche rivalutato diversi aspetti del nostro
lavoro,
ridimensionando un po’ alcune cose e rivalutandone altre.
Inoltre abbiamo
conosciuto persone nuove che sono diventate importanti, e questo non
succedeva
da tempo, quindi sì, direi che siamo più che
soddisfatti.”
Un’esplosione di grida ed
applausi divampò all’interno dello
studio. Le ragazze applaudivano, e con esse anche qualche ragazzo, uno
dei
quali reggeva addirittura un cartellone che diceva, in un tedesco
perfetto,
‘Bill, sono tuo!’.
“Un’ultima
domanda, che credo interesserà alle nostre
ospiti,” intervenne il VJ, cercando di acquietare il
più che caloroso pubblico,
e in un attimo cadde un rispettoso silenzio curioso. “Abbiamo
menzionato lo
straordinario successo di Lullaby For Emily, il
vostro ultimo singolo, ma
quello che tutto il mondo si sta chiedendo è: chi
è la misteriosa Emily a cui
avete dedicato questa ninnananna rock?”
Un sorrisetto enigmatico si dipinse
sui volti di ciascuno di
loro.
“Emily è una
persona, questo è vero, ma è soprattutto un
simbolo,” rispose Gustav. Georg e gli altri sapevano che non
era l’esatta
verità, ma avevano deciso che la versione più
poetica e filosofica sarebbe
stata quella ufficiale, almeno per ora. “Rappresenta tutto
quello che è
semplice e genuino, l’energia e il coraggio affrontare le
cose, ma anche la
fragilità e la paura. È la chiave per capire e
apprezzare meglio la vita.”
“Abbiamo avuto modo di fare
qualche conto con le nostre
vite, ultimamente,” aggiunse Bill. “Di ampliare un
bel po’ le nostre vedute, e
ci siamo resi conto che la carriera stava prendendo il sopravvento sul
nostro
benessere, e anche se amiamo moltissimo la nostra musica, Emily ha
risvegliato
in noi un po’ di quel buonsenso che stavamo perdendo di
vista.”
“Penso che sia ammirevole
che siate riusciti a riconoscere i
vostri sbagli e porvi rimedio, soprattutto perché alla
vostra età è
comprensibile che ci si lasci un po’ trasportare dalla
fama.” disse il VJ, rivolto a tutti loro.
“Era un po’ come
se avessimo dei paraocchi e qualcuno che li
avesse strappati,” spiegò Tom. “Sai,
come quando sai che qualcosa non va, ma
preferisci fare finta di niente, fino a che non ci vai a sbattere
contro.”
“Eravamo troppo concentrati
sul successo,” proseguì Georg.
“Ci stavamo quasi dimenticando che, oltre ad essere dei
musicisti, siamo anche
dei ventenni come tutti gli altri, con gli stessi bisogni, le stesse
insicurezze,
ed è stata Emily a ricordarcelo.”
“Possiamo quindi dire che
Lullaby For Emily è una sorta di
ninnananna alla parte bambina che nessuno di noi dovrebbe dimenticarsi
di
avere, giusto?”
“Esatto.”
“Per concludere,
c’è qualcosa che vorreste dire a tutti
coloro che in questo momento vi stanno guardando?”
I quattro si guardarono e si
sorrisero, poi Georg, Gustav e
Tom annuirono verso Bill, tacitamente accordandogli la responsabilità di
assolvere
quell’importante compito, così Bill si sporse in
avanti e congiunse le proprie
mani, i gomiti appoggiati alle ginocchia, e puntò lo sguardo
dritto in camera.
“Ognuno di noi ha la sua
Emily, da qualche parte là fuori,”
dichiarò con un leggero sorriso, circondato da un silenzio
carico di
aspettativa e rispetto. “Non smettete mai di cercarla,
perché solo quando la
troverete, capirete la differenza.”
THE
END
Note:
le
note dell’epilogo sono le più importanti in
assoluto, e avrei mille cose da
dire, mille persone da ringraziare, ma sinceramente non so da che parte
cominciare. Anzi, no, lo so: la soundtrack della storia.
So che avrei dovuto metterla capitolo
per capitolo, ma forse
è meglio così: per chi ne ha tempo e voglia,
consiglio di rileggersi pian piano
la storia, ogni capitolo con la rispettiva canzone di sottofondo, e
notare
quelle piccole cose che forse alla prima lettura sono sfuggite ma che,
col
senno di adesso, forse vi saranno molto più chiare e sensate. (Fra parentesi, la canzone che Nicole sta ascoltando n questo capitolo è Another Day, dei Within Temptation. Consiglio a tutti di ascoltarli, sia la canzone, che il gruppo.)
Ecco a voi la tracklist:
Little
Star: Lost, The Cure
Expect
The
Unexpected: Beautiful Love, The Afters
Meeting
The
Dream: Stranger, Elisa
Interlude:
Shiver, Natalie Imbruglia
A
Night
Like This: Little By Little, Oasis
A
Modest
Proposal: Sleeping Sun, Nightwish
Jump
In The
Dark: I’ve Got You, McFly
Little
Touches Of Jealousy: Stand Inside Your
Love, Smashing Pumpkins
Dinner
For
Two: A Question Of Lust, Depeche Mode
Saturday
Night Fever: The Saddest Song I’ve
Got,
Annie Lennox
Kiss
Kiss,
Bye Bye: Pieces, Sum 41
Home:
Looking
Through
Your Eyes, The Corrs and Bryan White
Bad
Dreams: Here Without You, Three Doors
Down
Stolen
Fleeting Moment: Mad World, Gary Jules
Give
Me Strength To Face The Truth: You Did A
Good Thing, Sleepthief feat. Nicola Hitchcock
The
Doubt Within My Soul: You Owe Me Nothing
In Return, Alanis Morissette
Good
News Gone Bad: The Bitter End, Placebo
Heartbeats:
Starcrossed, Ash
Double
Trouble: A Beautiful Lie, 30 Seconds To
Mars
Giving
Up For You: Nothing Else Matters,
Metallica
Reden:
Forgiven, Within Temptation
The
Promise: Sweetest Goodbye, Maroon 5
Back
To You, Back To Us: You Look So Fine,
Garbage
Your
Song: Your Song, Elton John
Epilogo:
1000 Meere, Tokio Hotel
E ora, la parte più
importante: i ringraziamenti.
Grazie a voi che avete letto e avete
dedicato il vostro
tempo a questa storia, che è stata per un me un incredibile
viaggio di
iniziazione dal mondo della fanfiction sui personaggi famosi; grazie
alle 205 persone che hanno messo questa storia tra i loro preferiti e alle 92
che mi
hanno aggiunta ai loro autori preferiti; grazie a tutti voi che mi
avete
seguita, sostenuta, sopportata e consigliata tanto pazientemente (you
know who
you are ^^); grazie a tutti coloro che mi hanno aggiunta in MSN
riempiendomi di
complimenti forse non del tutto meritati e regalandomi chiacchierate
davvero
bellissime; grazie a chi mi ha commentata con recensioni brevi o
infinite che
fossero, per avermi riempita di orgoglio per essere riuscita a
comunicarvi
tutte le emozioni che volevo far emergere da questa storia, ma
soprattutto, last but not least,
grazie infinite e di
tutto cuore ai Tokio Hotel, per esistere ed avermi fatto scoprire un
mondo con
mille porte su altri mondi, per avermi stregata con la loro musica e
fatta
innamorare di loro e della loro sensualissima simpatia, per avermi
permesso di
vedere dal vivo quanto sia mostruosamente alto e magro Bill, e quanto
sia bello
il sorriso di Tom, e quanto sia sconfinatamene stupendo un Gustav un
po’ in
imbarazzo, e quanto sia irresistibilmente sexy Georg che suona il suo
fantastico Mr Sandberg. Insomma, un grazie gigantesco a chiunque abbia
contribuito a fare di questa storia quello che è e a rendere
la sottoscritta
così fiera di se stessa e del proprio pubblico.
Vi amo, tutti quanti!
Ci si vede al sequel! ;)
P.S. Vi lascio una sorta di locandina di Lullaby for Emily, un'immagine che ho fatto tempo fa e che mi sembrava giusto postare, almeno alla fine. Sono Nicole ed Emily, per come me le sono immaginata io, e qualcuno di voi l'ha già vista. Forse non corriponderanno a ciò che avete immaginato voi, ma è giusto che sia così, dopotutto, la fantasia è sempre l'illustrazione migliore che un racconto possa avere. :)
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