Taeyang
Hide Park
mattina.
-Ricordo la prima volta che ti ho guardata,
eri
così bella.,
erì stupenda,
i tuoi occhi sono sempre
così dolci,
e ti chiedo scusa se sono sempre così freddo,
ma io ho bisogno di te,
solo di te-
Era partito
presto quella mattina, non aveva voglia di starsene a
dormire, aveva bisogno di respirare di fare due passi.
Erano giorni che un pensiero fisso lo tormentava:
Lei.
Non aveva mai smesso un solo istante di immaginarsela tra le sue
braccia, mentre dolcemente le accarezzava i capelli, o le sussurave
tutto il suo amore;
ma non poteva farlo.
Non le aveva mai parlato direttamente per più di cinque
secondi, e ogni volta che ci pensava si sentiva
sempre di più un codardo;
ma era come più forte di lui; il cuore impazziva
come mai prima di allora, e il solo incrociare i suoi giganteschi occhi
verdi gli bloccavano le parole in gola;
e non gli restava altro da fare che rifugiarsi nei sogni, e sognare:
Sognare di sfiorarle la pelle, di baciarla dolcemente nelle labbra e di
ripeterle all'infinito quanto fosse diventata indispensabile.
Non era mai andato a correre, voleva solo starsene da solo, a
riflettere; era riuscito a farlo credere a G dragon, ma non era
riuscito ad ingannare l'amico dai capelli blu, che sicuramente qualcosa
aveva intuito.
Fissava da qualche minuto le poche righe scritte in quel dannato foglio
di carte; cercava di convincersi che era giunto il momento di
dichiararsi; doveva dirle che il suo sorriso era più caldo
del sole, e che ormai non sarebbe più stato in grado di
farla uscita dalla sua vita.
Aveva provato invano a tenere a bada il cuore, provando a
ignorarla o cercando di pensare ad altro;
Ma era impossibile; la amava e ora più che mai ne era
consapevole:
Amava i suoi capelli, il suo goffo modo di camminera, la sua
spensieratezza, la sua dolcezza, i suoi occchi...tutto.
Ma lei non lo sapeva.
Si grattò la testa e distolse lo sguardo dal foglio per
fissare i fiori poco distanti da lui; erano girasoli; i fiori che lei
ama.
Restò fisso con lo sguardo sui fiori, e sorrise:
Un sorriso leggero, ma allo stempo tempo spaventato da quel potente
sentimento che cresceva in lui incostamemente.
Tornò a concentrarsi sul foglio; erano giorni che aveva un
melodia in testa; e in quel momenti realizzò:
Quella sera, dovranno suonare in un locale molto intimo e piccolo.
E lui avrebbe cantato per lei...avrebbe arrangiato il
testo per lei; avrebbe solo dovuto invitarla di persone,doveva
invitarla.
Sospirò profondamente, e si sentì crescere una
potente determinazione.
Sì ce l'avrebbe fatta questa volta.
Si avvicinò a quei fiori, e senza dare nell'occhio ne colse
due; avrebbe potuto comprarli ma non li avrebbe trovati tanto
facilmente;
doveva cogliere l'attimo.
Doveva farlo per lei.
Si alzò all'istante spinto da una forza sconociuta e
cominciò a correre come un folle, verso la metropolitana,
sorridendo per quell'improvviso gesto di coraggio;
...
L'edificio si erge impassibile di fronte a lui, neanche minimamemnte
scosso dalla potente lotta di emozioni del cuore di Taeyang.
Osserva il terzo appartamento; e sente il cuore salirgli in gola.
Non può arrendersi proprio adesso; passono i secondi e
crescecostantemente in lui il desiderio di vederla, di parlarle, di
darle il buongiorno.
Al pensiero di poterla un giorno baciare, di sentire il calore dei loro
coorpi incontrarsi in un intimo abbraccio, gli provaco un forte
sussulto al cuore, che smebra voler fuggire dal petto,
Non aveva mai amato nessuna, non aveva mai trovato quella giusta.
Prima di incontrare lei.
Nota a pochi metri da lui, una locandino che annuncia un immente
concerto del gruppo punk, che Sara ama.
e per un attimo riflette:
-Perfetto, la posso
accompagnare a comprare i biglietti...-
sorride, felice di aver trovato un'ottimo modo per passare
del tempo insieme a lei.
Sale le scale rapidamente e giunge all'ultima porta.
Si ferma sulla soglia, e respira...una...due...tre volte.
Si sistema i capelli e posa i fiori di fronte a se.
Sta pe bussare quando nota che la porta è socchiusa.
Non bussa e si affaccia verso l'appartamento silenzioso.
"C'è nessuno?"
Ronnie seduta sul tavolo di cucina, immersa nello studio, sente la voce
di Taeyang e si avvicina a lui, che adesso nasconde i fiori dietro la
schiena.
Gli sorride, un pò sbalordita, nessuno è abituato
a sentire molto spesso la voce di Taeyang.
"Ciao Taeyang... ti serve
qualcosa ? come stai?"
"Potresti chiamarmi
Sara...so che non ha lezione stamani volevo parlarle..*sorride*"
Sente la presa dei fiori diminuire, le mani gli tremano, e per un
attimo teme di perdere il controllo della situazione.
Ma non si arrende e sembra che il cuore continui a ripetergli:
Ora, o mai
più.
"Mi
dispiace....non c'è...sai è uscita poco
fà con G dragon...Sono andati a prendere i biglietti per il
concerto dei Green day.....anche Chiara è con loro....anche
se per poco, insomma...no so quando torneranno."
Taeyang resta immobile, vorrebbe dire qualcosa ma non riesce ad aprire
bocca; riflette sulle parole della ragazza e realizza che è
andato tutto in fumo.
e così, gli rimangono le lacrime in bilico, dietro gli
angoli degli occhi che ancora sorridono.
Gdragon...
Come aveva fatto ad essere così stupido.
Taeyang, si era sempre sentito inferiore a Gdragon, forse
perchè non aveva mai avuto una ragazza o forse semplicemente
per la sua totale mancanza di autorità.
Come poteva competere con lui.
Si è sempre sentito una nullità in confronto
all'amico; se Gdragon voleva qualcosa la otteneva, e aveva paura che
quel qualcosa, fosse proprio lei.
Cresce in lui un desiderio, una voglia di scappare via, di urlare.
Ma si limita a restare fermo, impassibile;
Appena sente la voce di Ronnie, abbassa rapidamente lo sguardo verso
terra, per cercare di nascondere il dolore dei suoi occhi, che adesso
non riescono a trattenre.
"Tutto bene?"
Taeyang, non si muove.
Non lo guarda, e con un filo di voce risponde:
"Certo...tutto bene
tranquilla. Ero passato solo per fare un saluto tutto qui"
"Ti va di aiutarmi con lo
studio?...non ce la faccio da sola..."
Avrebbe voluto risponderle che prima doveva raccogliere i pezzi del suo
cuore; che non era in vena di restare;
Poi per un attimo guarda la ragazza.
Ma non era colpa di Ronnie,
lei era sua amica ed aveva bisogno di lui.
"D...devo fare un salto
in camera, ti raggiungo tra un pò...promesso"
La voce spezzata, cerca di tenere stretto tra i denti la rabbia e il
vuoto che adesso sente.
Si allontana via a passo svelto, scende le scale rapidamente,
rischiando di scivolare a causa del tremore delle gambe.
Esce rapido dal portone, posseduto dal bisogno di andarsene da
quall'edificio;
aveva bisogno di respirare perchè si sentiva soffocare.
Guarda i fiori, e senza pensarci troppo, va per gettarli.
Quando ad un tratto si blocca, e dal piccolo nastro che li lega
insieme, strappa il piccolo foglio di carta presente, prima di gettarli
per sempre nel bidone.
Osserva il foglio e lo getta nella pozzanghera, senza strapparlo, quasi
volesse che come lui, quel pezzo di carte si deteriorasse piano.
Prima di distruggersi per sempre.
Mentre una silenziosa lacrima, gli solca solitaria il volto.
-io ci sarò-
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