I just wanna be yours.
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Sei steso nudo sul
letto, su un fianco, solo un leggero lenzuolo a coprirti dalle natiche
in giù. Hai le braccia protese da una parte, una sopra l'altra.
Una guancia è poggiata sul cuscino ormai impregnato dal tuo
profumo e le labbra rosee sono appena schiuse, quel tanto che ti basta
per prendere dei respiri lenti durante il sonno. Vedo la tua schiena
alzarsi ed abbassarsi quasi impercettibilmente, seguendo il ritmo lento
del tuo respiro, e, nel silenzio assoluto della stanza, riesco
chiaramente a sentire i lievi sospiri che ti escono dalle labbra.
Rabbrividisco, quasi come se stessi respirando direttamente sulla mia
pelle.
Sei così bello, Alex.
Potrei descriverti con tanti altri aggettivi, ma credo che questo sia
uno dei più adatti. Sei bello, bello da far schifo, Alex, poche
storie. Ma la tua è una bellezza particolare, non tutti la
capiscono o tantomento la accettano. Io so solo che, in ogni tuo
particolare, risulti sempre più bello ai miei occhi. Spero che
questo ti basti.
Sono seduto su una sedia di fronte al letto col mio solito modo
scomposto, non riesco proprio a stare seduto in modo ordinato,
soprattutto quando disegno. Lascio correre la punta del carboncino
lungo il foglio ricoperto di linee che, a primo impatto, possono non
rappresentare proprio un bel niente. Ma io so già cosa saranno.
Ormai non faccio altro da qualche notte a questa parte. Prima di
dormire ti stringo a me e ti guardo, ti guardo dormire finchè
non sento le palpebre arrendersi, prima di ricadere pesanti sui miei
occhi verdi stanchi. Dormo qualche ora. Poi arriva l'alba e
puntualmente mi sveglio, tu dormi ancora rilassato fra le mie braccia,
se possibile ancora più bello che da cosciente. Ti lascio un
lieve bacio su una tempia e poi mi alzo da quel letto che sa di noi,
del nostro amore, ormai ha addosso il nostro odore mescolato insieme.
Poi vado a prendere la sedia dalla scrivania e la sollevo per
trasportarla fino al centro della stanza, poco davanti al letto,
curandomi di non fare il minimo rumore per non svegliarti. Torno
indietro e prendo il necessario per fare uno dei miei soliti disegni:
blocco da disegno e carboncino. E ora ritorniamo a poco fa.
Traccio altre linee sul foglio, stavolta più marcate, a
ricoprire le altre, cominciando ormai a dare un vago aspetto di
ciò che sarà il tuo ennesimo ritratto. Alzo lo sguardo di
tanto in tanto su di te, ti osservo per minuti interminabili e scruto
ogni singolo particolare del tuo viso, a partire dal quanto siano
schiuse le tue labbra leggermente carnose -sicuramente molto più
delle mie-, al battito quasi impercettibile che fanno le tue palpebre
di tanto in tanto durante il sonno, o al ciuffo di capelli castani che
ti ricade sulla fronte, andando a sfiorare le tue sopracciglia scure.
Ormai conosco ogni particolare a memoria, ogni sfumatura della tua
carnagione chiara, ogni ombra che si crea sul tuo viso grazie alla
lieve luce dell'alba che penetra fioca dalle tende chiare della stanza.
Premo il carboncino contro il foglio per tracciare i contorni delle tue
labbra schiuse, appena prima di sfumarli leggermente col polpastrello
del medio, creando così l'effetto di chiaro scuro che stavo
cercando e riuscendo a rendere quasi vere quelle linee, a far quasi
prender vita a quel foglio sottile ed esanime, alle tue labbra.
Poggio il carboncino a terra, accanto a me. Stavolta cedo alla
tentazione di avvicinare il blocco al mio viso e mi assicuro di avere
le labbra ben asciutte appena prima di premerle timido contro le tue,
disegnate, e socchiudere gli occhi, sentendo immediatamente le guance
scaldarsi, vergognandomi quasi di quel gesto.
Quando allontano il viso dal blocco, quasi non faccio in tempo a
rialzare lo sguardo sul tuo corpo che sento il tuo sguardo trapassarmi
come la punta affilata di una lancia dritta nel cuore. Sei sveglio. E
mi stai osservando. Hai lo sguardo fisso su di me, le sopracciglia
leggermente corrugate. Probabilmente ti starai chiedendo che cosa io
stessi facendo fino a qualche secondo prima. Sento le guance andare
letteralmente a fuoco dalla vergogna e il respiro mi si accellera.
Cerco di deglutire ma a vuoto, ho la gola completamente secca.
«Ti prego, non ridere di me..»
penso nel momento in cui ti vedo scostare il lenzuolo da una parte,
rivelando così il resto del tuo corpo asciutto e dai muscoli
appena accennati. Continui a guardarmi assiduamente negli occhi nel
mentre che ti alzi e poi mi cammini incontro con lentezza, fino a
fermarti a pochi centimetri da me, seduto ancora scomposto su quella
vecchia sedia di legno. Ti guardo fisso negli occhi dal basso, tenendo
le labbra rosse lievemente schiuse, ed inspiro il profumo di tabacco
emanato dalla tua pelle, sentendo il cuore correre nel petto come non
mai, pensando che avrebbe potuto esplodere nella cassa toracica da un
momento all'altro. Continuo a guardarti, a seguire ogni tuo movimento
lento con lo sguardo nel momento in cui abbassi lo sguardo sul blocco
che tengo fra le dita e scruti quelle linee vaghe, realizzando poi
quasi subito che si tratta della tua figura. Vedo un leggero sorriso
affiorare sulle tue labbra e le tue guance colorarsi di una leggera
sfumatura di rosso. Ora sento il cuore perdere un battito,
letteralmente.
Allunghi una mano e prendi il blocco che ho fra le mani, ed io te lo
lascio fare senza oppormi. Non ho mai permesso a nessun di toccare i
miei lavori, di toccare quel blocco. Lì sopra, con quel
carboncino, ci ho rappresentato tutta la mia vita da anni a questa
parte. Nello sfogliarlo si potrebbe leggermi come un libro aperto. Ed
ora, al balenare di quell'intuizione nella mente, provo ancora
più vergogna. Allungo immediatamente una mano verso i vari fogli
ma mi blocco non appena vedo che ti accovacci per poggiare il blocco a
terra, accanto al carboncino che ho posato poco prima. Poi ti rialzi e
torni a puntare lo sguardo nei miei occhi, hai ancora quel lieve
sorriso ad incresparti le labbra rosee e pronunciate, ed io mi sento
letteralmente morire.
Allunghi una mano a prendere con delicatezza una delle mie e poi la
stringi fra le tue dita lunghe ed affusolate, tirandomi infine verso di
te con un movimento lento, invitandomi ad alzarmi. Non ci penso su due
volte; anzi, a dire il vero non penso proprio, mi lascio solo
trascinare dai tuoi gesti come se fossi incantato dal tuo corpo, dal
tuo sguardo, dal tuo odore. Mi sento completamente inerme,
Alex. Non ragiono più. Sarà la tua vicinanza, il tuo
respiro caldo che ora mi sfiora le labbra schiuse, o il tuo braccio
attorno alla mia vita che mi stringe forte a te, facendo aderire i
nostri corpi nudi come se fossero uno la parte mancante dell'altro.
Saranno i tuoi occhi che mi scavano affondo nell'anima, che ora mi
rendono completamente nudo davanti a te, e non solo nel vero senso
della parola. Sarà una di queste cose o di mille altre mese
insieme che ora mi fanno perdere completamente il controllo della mia
mente e del mio corpo. Lasci ricadere le nostre mani intrecciate lungo
i nostri fianchi e socchiudi gli occhi nel momento in cui ti chini
leggermente col capo e ti inumidisci le labbra con la punta della
lingua, appena prima di premerle sulle mie in un bacio che mi provoca
immediatamente una scarica di brividi lungo la spina dorsale, facendomi
tremare letteralmente come una foglia contro il tuo corpo. Non capisco
assolutamente più nulla, la mia mente si è annebbiata nel
momento in cui hai stretto la mia mano fredda nella tua, bollente.
«Che razza di effetto mi fai..? Non è normale tutto ciò..»
cerco di formulare qualche pensiero di senso compiuto, anche se i
risultati sono scarsi. Allora agisco senza neanche rendermene conto e
porto un braccio a cingerti il collo per stringermi di più
contro il tuo corpo caldo, socchiudendo gli occhi nello stesso momento,
lasciandomi andare totalmente al tuo volere. Sento le tue labbra umide
muoversi con lentezza sulle mie già schiuse, accarezzandole e
sfiorandole di tanto in tanto con la lingua, viziandole.
Il tuo profumo mi inebria del tutto le narici e la mente, e la testa
ora mi gira vorticosamente; mi sento una trottola. Mi stringo di
più a te col braccio, d'istinto, per reggermi e non scivolare a
terra come un'idiota, anche se la presa del tuo braccio rimane sempre
salda e ferma attorno alla mia vita. A quel gesto, mi stringi con ancor
più intensità a te, stringi le mie dita fra le tue, e
continui a baciarmi senza fermarti nemmeno un secondo per riprendere il
respiro con quelle tue labbra perfette che, poco prima, nel mio
ritratto, avevo cercato di fare mie, timidamente.
Questo bacio mi sta letteralmente uccidendo, non credo di aver mai
provato una sensazione più forte di questa, ora. Manco fosse il
nostro primo bacio. Ce ne siamo dati a migliaia, ogni giorno, ogni ora,
ma adesso, in questo preciso istante, tutto si è fermato. Tutto
è diverso. Noi siamo diversi. Io lo so, non è mai stato
così.
«I just wanna be yours, wanna be yours..».
Sento questa frase rimbombarmi nella testa a ripetizione, pronunciata
ovviamente dalla tua voce in quelle poche note che formano forse la
melodia più bella che io abbia mai sentito, accompagnando la mia
canzone preferita in assoluto. Ed è tua, ovviamente. Non mi
meraviglio affatto di ciò.
Mi sento tuo come lo è quella canzone, come se fossi stato tu a
crearmi, come se ti appartenessi da sempre. Giuro, non c'è
nient'altro al mondo che vorrei se non essere tuo in questo modo
incondizionato.
Perso nei miei pensieri, continuo ad assecondarti in quel bacio
mozzafiato, bollente, credendo di non riuscire ad averne mai abbastanza
di te, delle tue labbra, del tuo sapore e del tuo profumo.
La testa mi gira ancora nel momento in cui, dopo alcuni minuti
interminabili di quel bacio, ti allontani leggermente dalle mie labbra
per poggiare la fronte alla mia e sussurrarmi con quella tua voce
profonda che mi ami, mi ami ora più che mai. Mi sforzo con tutto
me stesso di rimanere cosciente e di non svenire seduta stante fra le
tue braccia al suono di quelle parole, sentendo gli occhi appannarsi
lievemente da un velo di lacrime. Raccolgo tutto il coraggio che ho e
punto lo sguardo nei tuoi occhi, sentendo le gambe tremare all'istante
nel momento in cui mormoro la mia risposta in un lieve sussurro,
sentendo la voce lievemente incrinata dal tremore. Mormoro che per me
è lo stesso, che non ho mai provato nulla di simile, e che ti
amo come credevo che non avrei mai più potuto amare nessuno a
questo modo. In quel momento sorridi, sorridi come non mai, quasi
timidamente, ed un leggero rossore torna ad imporporarti le guance,
facendomi mozzare immediatamente il fiato in gola.
Ora lo so, so di non aver mai visto nulla di più meraviglioso e
bello di te e del tuo sorriso in questo perciso istante. Mi lasci un
altro lieve bacio sulle labbra schiuse ancora impregnate del tuo
sapore, e poi indietreggi verso il letto, trascinandomi con te dalla
mia mano ancora intrecciata stretta alla tua, senza mai distogliere lo
sguardo dai miei occhi. Ti siedi sul materasso e mi porti su di te,
lasci che io mi avvinghi al tuo corpo caldo e tu fai lo stesso col mio,
nettamente più freddo, stringendomi saldamente come al tuo
solito.
Così iniziamo a fare l'amore una, due, tre volte di seguito
senza quasi rendercene conto, finchè non abbiamo più
forze, finchè non abbiamo più fiato. Ed ora, sdraiati
l'uno sull'altro col respiro ancora affannato fra queste lenzuola
macchiate di noi e del nostro amore, posso davvero affermare di essere
tuo, tuo incondizionamente, tuo senza via di scampo, tuo fino al
sentire il cuore contorcersi e quasi scoppiare, tuo, tuo fino alla fine.
Lo so, è un pairing strano, ambiguo, impossibile, quello che
volete, ma io ce li vedo così bene insieme e so di non essere
l'unica! Che dire, non capita spesso che mi venga lo schizzo di
scrivere, ma quando c'è ne approfitto. Tutta colpa di quella
canzone, le chiamano le fisse rare. .
AnyWay, spero che vi sia piaciuta davvero, ci sono molto legata. Davvero tanto, sì. Okay, ho finito con gli sproloqui, lo giuro.
Alla prossima! *gesto alla Hunger Games con tanto di fischio*