3. Risveglio
Galleggiavo nel buio più totale. Non riuscivo a vedere
nulla, tranne me stesso. Nella forma in cui ero al momento, certo. Mi
guardavo, e non potevo fare a meno di spaventarmi, o anche solo di
stupirmi. Non sapevo nemmeno se stavo sognando o se era la
realtà. Avveniva una cruenta battaglia nel mio cervello, per
stabilire cosa stesse succedendo. Rimasi sospeso in
quell'oscurità per non so quanto tempo, perso nel silenzio.
Solo qualche volta riuscivo a sentire dei sussurri, deboli voci
lontane. "...non adesso...", "...non penso che ce la
farà...", "...si sveglierà?", "no...non
credo...". Non avevo la minima idea se si stessero riferendo a me, ma
in cuor mio sapevo che era così. Non sapevo da quanto tempo
mi trovavo in quello stato. Potevano benissimo essere pochi minuti che
anche mesi. Ogni tanto vedevo anche sprazzi colorati, veloci battiti di
ciglia che mi facevano percepire momenti di realtà.
Finalmente, dopo non so quanto tempo, mi svegliai. All'inizio non
vedevo niente, ma poi cominciai a capire che non ero io che non vedevo,
ma era l'ambiente in cui mi trovavo che non mi faceva vedere. Mi
trovavo infatti all'interno di una caverna. E a quanto pare non ero
nemmeno solo, in quanto sentivo voci concitate non lontano da me.
Inizialmente non riuscivo a muovermi. Mi chiedevo per quanto tempo
avessi dormito, visto che i miei muscoli sembravano essersi
atrofizzati. Finalmente, dopo numerosi sforzi, riuscì a
muovere le braccia. Tentai di alzarmi, ma un tocco leggero mi rispinse
giù. Non ebbi la forza di oppormi; dovevo essere ancora
molto debole. Udì una voce. - Dormi. Non è ancora
il momento. - diceva. Non era un comando, suonava più come
un suggerimento. Cedetti, e mi distesi, ma non riuscì
subito a riaddormentarmi. Volevo prima conoscere chi mi aveva parlato.
Inclinai leggermente il capo di lato, e feci appena in tempo a
distinguere una forma più scura rispetto al resto della
grotta, che qualcosa di freddo e bagnato mi coprì gli occhi
e fui obbligato a rimettere la testa nella posizione giusta da un tocco
un ben più rude del precedente, segno che chi mi aveva in
custodia non voleva ancora che me ne andassi.
Alla fine mi arresi, e mi misi a dormire di nuovo. Questa volta non ero
più sospeso da solo nel buio, ma attorno a me danzavano
fiaccole azzurre, finché cominciai a precipitare, le fiamme
sempre attorno a me. Sentivo che mi stavano divorando, risucchiando via
tutta la vita. Alla fine però le persi di vista, e
sentì che stavo impattando con l'acqua. Tentai di
riemergere, ma sembrava che qualche oscuro potere mi stesse trascinando
giù. Allora mi diedi una vigorosa spinta con le code e le
gambe, e riemersi in un trionfo di luce.
Luce che quasi mi accecò. A quanto pare qualcuno aveva
portato il sole direttamente dentro la grotta. Mi ci volle un po' per
capire che quel bagliore non era il sole, ma la fiamma della coda di un
Charmander.
Mi alzai di scatto, e subito sentì delle esclamazioni di
stupore.
- Thar! Perché gli stai così vicino? Non lo vedi
che gli fai male agli occhi?
- Si è svegliato! Si è svegliato!
- Non sembrava possibile!
- Sembrava spacciato!
Mi strofinai gli occhi, e mi accorsi che sulla fronte avevo un impacco
di foglie bagnate e odorosissime, che mi fecero storcere il naso.
- Sì, hanno proprio un odoraccio. - confermo qualcuno vicino
a me.
Alzai lo sguardo, e vidi una piccola folla di pokemon davanti a me.
Più vicino a me di tutti c'era un piccolo Charmander, a
quanto pare quello che aveva rischiato di accecarmi.
- Fanno schifo anche a me quelle foglie, sì. - disse, quasi
che non avessi capito la sua precedente affermazione.
- Dove mi trovo? - mi venne istintivamente da chiedere.
- Mi sembra ovvio - si fece avanti un Lombre - sei in una caverna.
Sinceramente pensai che "caverna" non era il termine più
adatto. Il tetto era alto al massimo un metro, ed era larga al massimo
la metà, al massimo si poteva chiamare "apertura". E,
francamente, dei pokemon abbastanza piccoli come quelli che avevo
davanti sembravano dei giganti, messi in quel buco.
D'improvviso mi sentì dell'appiccicume sulla schiena che mi
tirava indietro.
- Hey tu, chi ti ha detto che ti potevi alzare?
Mi sentì ancora tirare indietro. Mi girai irritato, e vidi
che uno Swadloon aveva usato Millebave su di me. - Non ti ho detto che
ti potevi alzare - mi rimproverò - Non sei ancora guarito.
"Guarito?" mi chiesi "Ah, già, i tranquillanti che mi
avevano colpito. E il Velenospina". Velenospina. Velenospina. Quella
parola mi fece ricordare qualcosa. Allyn! Anche lui era stato
avvelenato! Ma dov'era?
- Scusate - mi rivolsi ai pokemon che mi attorniavano - Non c'era per
caso qualcun altro con me?
- Sì - rispose secco lo Swadloon - Se ti riferisci al
Chespin, si trova in fondo alla grotta.
Feci per andare, ma mi sentì di nuovo trattenere dalla seta.
- Ti ho detto di non muoverti, sei ancora debole - avvertì
lo Swadloon.
- Non ho tempo per questo - ribattei io, e mossi alcuni passi verso il
fondo della caverna, ma questa volta mi sentì stringere la
vita. Lo Swadloon mi aveva definitivamente immobilizzato. Con uno
strattone mi fece ritornare dove avevo dormito, e mi obbligò a sedermi.
Immobilizzato, non potei far altro che sottostare alla sua forza,
debole com'ero. A quel punto lo Swadloon tranciò la seta,
senza liberarmi, e sparì nell'interno della caverna. A quel
punto fui in balia degli altri pokemon. Fui assalito da un mare di
domande sul chi fossi, da dove venissi, sul come ero stato avvelenato e
su molte altre cose. Oltre al Charmander e al Lombre già citati, c'erano
anche un Tangela, un Oddish, un Venonat e un Ledyba. Almeno il Lombre non mi assalì.
Pensavo che non ci
fosse più nessuno, ma fortunatamente mi sbagliavo.
Dopo pochi secondi da che lo Swadloon mi aveva immobilizzato,
sentì una voce suadente:- Greenleaf, ti sembra questo il
modo di trattare gli ospiti? -
I pokemon che mi attorniavano si fecero da parte, e vidi che a parlare
era stato un Purrloin.
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