6. Partenza
Una volta che l'enorme Flygon ebbe pronunciato quelle parole, se ne
tornò nel suo profondo silenzio. Restai perplesso,
poiché non avevo la minima idea di chi potesse essere il
Vecchio della Stella. Non l'avevo mai sentito nominare, e non mi
ricordavo di averne letto da nessuna parte.
Mi voltai verso Reyne, per cercare qualche risposta. Mi fece segno di
avvicinarmi, così andai da lei. Mi disse di seguirla, cosa
che feci. Quando fummo ritornati nel bosco, mi spiegò.
- Il Vecchio della Stella è una leggenda che gira tra noi
pokemon di questa regione. Nessuno sa se sia un umano, un pokemon, o
qualcos'altro, e personalmente non ci tengo a scoprirlo. Si dice che
viva alle pendici meridionali dei Monti Grandestella, e che sia in
grado di realizzare i desideri di chi lo interpella, ma a caro prezzo.
Se fossi in voi non rischierei. Non è nemmeno sicuro che
esista.
Non mi convinse tanto quella spiegazione, ma tentai di replicare:- Se
è l'unico modo, tenteremo. Per il momento non possiamo fare
altro.
Ci riavviammo verso la caverna, e tornammo a notte inoltrata. Andai
subito a dormire, mentre Reyne scomparve, probabilmente diretta alla
sua grotta.
I miei sogni furono irrequieti, e la mattina dopo, quando mi svegliai,
vidi che il giaciglio di Allyn era vuoto. Preoccupato corsi fuori,
poiché nella caverna non c'era nessuno, e lo trovai
lì, che si sgranchiva le gambe.
- Che splendida dormita - disse - Mi farebbe davvero piacere sapere che
quello che è successo è stato un sogno. Ma non lo
è - soggiunse vedendomi.
- Hai dormito per un po' di giorni - gli disse - Non stavi bene.
- A quanto pare nemmeno tu, visto quello che mi ha detto quella
Purrloin.
- Quella Purrloin? Dici Reyne?
- Sì, mi pare si chiami così.
- Dov'è?
- E' andata via. Mi ha detto di raggiungere la loro grotta, appena ti
fosti svegliato anche tu.
- Allora cosa aspettiamo, andiamo!
Ci incamminammo subito, e trovammo la caverna poco dopo. Questa
sì che si poteva chiamare in quel modo. Appena ci vide,
Reyne ci corse incontro.
- Ah, ben svegliati. Gradite delle bacche?
Mangiammo, e dopo la Purrloin ci chiese cosa avevamo intenzione di fare.
- Quello che ha detto il Flygon è l'unica
possibilità che io ed Allyn abbiamo - e spiegai al mio
compare l'incontro della notte prima.
- Non ho mai sentito niente su questo Vecchio - disse lui.
- Nemmeno io - concordai - Ma a quanto pare è l'unica
possibilità che abbiamo di tornare umani. -
Eppure c'era sempre qualcosa dentro di me che si opponeva a quest'idea.
- Quando partirete? - chiese Reyne.
- Il prima possibile - disse Allyn - Anche subito.
- Vi possiamo fornire alcune provviste per il viaggio, anche se non
molte. Ma state tranquilli. Il bosco è grande, e troverete
di che vivere.
Ci preparò un fagotto con dentro una manciata di bacche e
piante varie da portare a tracolla (e ovviamente fui io quello che lo
indossò) e fummo pronti ad andarcene. Mentre gli altri
pokemon ci salutavano con dei cenni calorosi (a parte lo Swadloon, che
si limitò a darci un occhiata sonnacchiosa) Reyne mi si
accostò:- Hai davvero intenzione di andare?
Per un momento ebbi l'impulso di dire di no, di dire che sarei voluto
rimanere lì con loro, di cominciare una nuova vita, ma la
mia ragione mi fece fare un cenno d'assenso.
- Beh, in tal caso ti do un consiglio. Non dire troppo in giro che tu e
il tuo amico non siete come apparite, altrimenti potreste richiamare su
di voi delle attenzioni non molto piacevoli. Questo bosco è
pieno di pokemon a cui gli umani non stanno simpatici, quindi fa
attenzione.
- Grazie - le dissi. Mossi alcuni passi, e mi voltai un'ultima volta -
Di tutto.
Quando la vidi per l'ultima volta rimasi incantato. I raggi del sole
facevano risplendere la sua magnifica pelliccia blu, e i suoi occhi
verdi scintillavano come non mai. Quegli occhi mi fecero rimanere
inchiodato. Ci volle uno strattone di Allyn per riportarmi alla
realtà, e dopo un veloce saluto la persi di vista.
Camminammo per un po', quando Allyn si fermò.
- Scusami Matt, non sto ancora benissimo, mi ci vuole qualche attimo di
pausa.
- Fai pure - dissi io in tono assente, mentre ripensavo a Reyne.
Vedendo la mia aria sognante, Allyn mi domandò a cosa stessi
pensando.
- A nulla.
Allyn assunse uno sguardo sospettoso.
- Pensi che non abbia visto come guardavi quella Purrloin? Ti piace,
vero?
- Cosa? Ma che stai dicendo?
Le mie gote, che erano diventate rosse dopo la sua conclusione, non
fecero altro che dare ragione al mio amico.
- Dài, non c'è nulla di male adesso che sei un
pokemon. Devo ammettere che anche io la trovavo piuttosto carina.
Quasi provai una fitta di gelosia nel sentirglielo dire.
- Tranquillo, non te la voglio certo rubare, ma mi chiedevo soltanto
come farai quando sarai tornato umano.
Non ci avevo mai pensato prima di allora. Mi rattristai al pensiero di
dover lasciar perdere Reyne. Non me ne ero ancora reso conto, ma mi ero
innamorato. In fin dei conti non mi trovavo granché male
come Buizel, e in effetti mi aveva anche fatto comodo un paio di volte.
Ma c'era sempre quella parte di me che voleva tornare come era prima.
- Non ci ho pensato - dissi.
Scese il silenzio.
- Beh, dove andiamo adesso? - mi chiese Allyn.
Ci pensai su un attimo. - Andremo verso ovest - dissi -
finché non incroceremo di nuovo l'Azzurrasponda. Seguiremo
il suo corso fino al Lago Modestia, e poi andremo lungo la strada da
Scandiopoli a Ramepoli.
- E dopo?
- Si vedrà - mi limitai a rispondere. Sinceramente non avevo
la più pallida idea di cosa avrei fatto.
"Ci penserò quando sarà il momento" mi ripromisi,
ben sapendo che quel momento sarebbe arrivato anche troppo presto.
Proseguimmo per tutto il giorno, fino al tramonto, senza notare
particolari cambiamenti nell'ambiente che ci circondava. Superammo
anche la rupe sulla quale avevo visto Flygon. Quando il sole fu
tramontato decidemmo di fermarci, poiché senza il suo
ausilio ci saremmo persi di sicuro. Come avremmo fatto a capire dove
era l'ovest se non ci fosse stato il sole?
Ci fermammo per la notte in prossimità di un ruscello.
Mentre mi rifocillavo bagnandomi con un po' d'acqua, Allyn
sgranocchiò alcune bacche dalla sacca.
Allyn, che aveva anche alcune nozioni di botanica, riuscì a
trovare un bel po' di foglie di una pianta molto morbida e vellutata al
tatto, così da renderci il giaciglio più comodo.
Quella sera fui fortunato, visto che mi addormentai subito, libero
dalle preoccupazioni che mi attanagliavano. Quanto ero ingenuo. Le mie
preoccupazioni erano appena iniziate.
La mattina dopo, quando mi svegliai, mi accorsi subito che c'era
qualcosa che non andava. Il posto in cui mi trovavo non era lo stesso
nel quale mi ero addormentato, tirava un vento molto freddo, ma
soprattutto, non riuscivo più a muovermi. Sentivo sulla
pelle una sensazione non molto gradevole, ed anche piuttosto familiare.
Mi guardai, e mi venne subito in mente quando Greenleaf mi aveva
immobilizzato con Millebave. Ero completamente avvolto nella seta,
sospeso su un'enorme ragnatela.
Nota dell'autore
Mi serviva proprio un bel colpo di scena per creare un po'
di suspence.
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