fanfiction
I bet on you.
3.
Capitolo Tre.
Cominciano i problemi.
Cinque giorni dopo.
“Sango, devi estorcerle qualche
informazione” sussurrò Kagome, furtiva e guardinga.
La ragazza dagli occhi color
ametista aggrottò profondamente le sopracciglia, poi alzò lo sguardo, quasi
avesse visto qualcosa sopra di loro. O forse… dietro.
“Kaggy, smettila di ricattare
Sango-chan per sapere la mia tattica” sbottò Ayame, infastidita. “Non ne ho
ancora una, sei contenta? E poi non abbiamo stipulato un tempo massimo per la
fine della scommessa” continuò, stizzita, e poi si allontanò dalle due.
Kagome lanciò uno sguardo a
Sango. “Ho detto qualcosa di sbagliato?” fu il debole mormorio che uscì dalle
labbra, sorpresa.
Sango sospirò pesantemente.
***
“Oggi non scommettete?” domandò
un Koga alquanto annoiato.
Miroku scosse il capo, mentre
Inuyasha continuò imperterrito a guardare fuori dalla finestra.
Il moro li fissò, un poco
incuriosito, poi lasciò perdere. Era meglio non impicciarsi degli affari di
Inuyasha. Portavano sempre guai. E se non portavano guai, portavano litigate.
Tuttavia non smise di osservarlo:
sembrava certamente distante, ma aveva anche qualcosa che non andava… era forse
arrabbiato? Spostò lo sguardo su
Miroku, che pareva anche lui alquanto pensoso. “Oh insomma! Che avete?” domandò,
preoccupato.
Inuyasha lo fissò, come al solito
fiammeggiante. “Smettila di fare il buon samaritano” lo intimò.
Koga alzò un sopracciglio. “Me lo
dici tutti i giorni, non smetterò di farlo proprio ora” gli rispose, per le rime
“Miro?”.
Il ragazzo dagli occhi cobalto si
voltò verso di lui, e sul suo volto si dipinse un sorriso, che era però ben
lungi dall’essere felice. “Dimmi, Koga” rispose, gentile.
Gli occhi azzurri del demone lupo
si oscurarono. “Dimmi che succede” esordì, teso “Lo voglio sapere subito”.
Il ragazzo parve reagire alla
cosa. Guardò difatti Inuyasha e frettolosamente lo prese per un braccio
conducendolo fuori dall’aula. Sembrava molto nervoso. “Brutte notizie” annunciò
“Il padre di Inuyasha deve allontanarsi dalla città per lavoro”.
Koga lo guardò, confuso. Da quel
che sapeva Inuyasha era molto orgoglioso di suo padre, ma non lo amava così
tanto.
Miroku chiuse gli occhi, un
istante. “E ha spedito Sesshoumaru qui, a fare da balia ad Inu”.
“Ah…” riuscì solo a dire. Ora
ogni tassello andava al suo posto. Il motivo per cui non scommettevano, la
rabbia di Inuyasha… “E quando tornerà suo padre?”.
Miroku scrollò le spalle. “Non si
sa” terminò, triste.
Koga lo fissò. Era indubbiamente
preoccupato per il suo migliore amico. Inuyasha aveva sempre sofferto la
presenza di Sesshoumaru, perché lo scherniva continuamente per il suo status di
mezzodemone, il risultato di un’unione sbagliata. Per fortuna, erano ancora
pochi quelli che ritenevano gli hanyou esseri sporchi ed errori della natura:
lui ad esempio conosceva moltissimi mezzodemoni intelligenti e anche più
coraggiosi di altri demoni. Tuttavia, Inuyasha era cresciuto con le prese in
giro di suo fratello, e per quanto fingesse che andasse tutto bene, avevano
lasciato un segno irreversibile sulla sua pelle.
“Andrà bene” disse a Miroku,
anche se quelle parole erano indirizzate indirettamente ad Inuyasha. Solo che
lui non le avrebbe mai accettate.
“Lo spero” commentò il moro,
mentre un braccio dell’amico gli circondava le spalle. Rientrarono in classe, e
Inuyasha sbuffò.
“Dunque sai tutto. Sono pronto
per la parabola” sputò, velenoso.
Koga lo ignorò. Era fin troppo
acido, fin troppo antipatico e fin troppo noioso in presenza di suo fratello che
sembrava decisamente più finto di
quello che già non era.
***
“Ma si può?!” sbraitò, stizzita.
“Non solo non so cosa fare, ma mi stanno anche venendo i sensi di colpa!”.
Ayame si colpì la testa col palmo
della mano. Nei giorni precedenti, aveva sempre seguito Koga Yoro. Certo, con discrezione. A Kagome e Sango diceva che
doveva rimorchiare bei ragazzi, ma in realtà perseguitava la sua scommessa
vagante. E cos’aveva scoperto? Che era un ragazzo come gli altri, fin troppo
buono e fin troppo noioso. Non faceva
nulla di peccaminoso ne segreto: nessuna relazione con professoresse, ne con
ragazze più grandi o più giovani. Neanche relazioni omosessuali. Nulla. Nulla che le potesse permettere di
ricattarlo. E per giunta, era uno stinco di santo. Era più che certa che neanche
sfoderando le sue arti migliori sarebbe stata in grado di sedurlo.
“Sono a un punto morto!” sbottò,
furiosa. Aprì gli occhi, constatando che aveva i pugni serrati e stava parlando
ad un albero. “Ma cosa sto facendo?” si disse, sconsolata. Si lasciò andare
contro il tronco e si sedette sul terreno fresco.
Le cose stavano degenerando. Lei
doveva essere davvero in giro a
rimorchiare bei ragazzi. Perché si stava dando pena per una scommessa? Non aveva
problemi a dare cinquanta yen a Kagome. Gliene avrebbe dati anche cento per non
avere i sensi di colpa in quel momento.
Sensi di colpa… ma per quale colpa? Forse averlo spiato?
Ma no, che sciocchezza… migliaia di ragazze lo fanno ogni giorno, non c’è nulla
di strano.
Però quella morsa allo stomaco
non scompariva.
“Cazzo, fai male!” sussurrò,
arrabbiata.
Si lasciò andare contro il tronco
dell’albero. Si sentiva spossata… decisamente stanca. Ed erano solo cinque
giorni che seguiva Koga Yoro. Cos’avrebbe fatto dopo due settimane?!
***
Casa Hanyou.
Sesshoumaru entrò nella sua casa con in mano tre valigie. Si
guardò attorno. Tutto era rimasto uguale a cinque anni prima, quando dopo aver
fatto la maturità si era trasferito in un’altra città.
“Bentornato” fu il glaciale
benvenuto di suo fratello, in piedi vicino al soggiorno.
Gli occhi dorati del demone
percorsero i tratti familiari di Inuyasha, poi si abbassò a raccogliere le
valigie. “Grazie” disse, algido.
Si avviò verso la sua stanza,
senza indugiare oltre sul suo fratellastro. Lo sentii voltarsi verso di lui, ma
continuò imperterrito a camminare. Salì le scale e attraversò il corridoio.
Sulla sua porta c’era ancora scritto “Non entrare, grazie. Sesshoumaru”. La aprì
di scatto e se la richiuse alle spalle.
Il suo cellulare cominciò a
tremare. Che coincidenza, pensò. Smise in fretta e lo estrasse.
Era un sms. Lo aprì, e lo lesse
velocemente.
“ Scommetto che sei già
arrivato. Buona notte ”
// Olè. Capitolo un po’ mogio, un
po’ triste, un po’ noioso, un po’ di transizione… ovvero, uno schifu. xD Il
prossimo vi piacerà molto di più. Scusate ma stasera non sono molto in vena di
battute, sarà che sto ascoltando Celine Dion *muahahuaha*
Contro ogni aspettativa, ecco
Sesshy! Non pensavo che sarei riuscito a metterlo ^^ Invece eccolo qua. Avrà un
ruolo importante nella storia, soprattutto il suo legame con Inu. Non posso dire
altro.
Difficili quesiti:
Di chi sarà il famoso sms?
E Ayame? Non si starà forse
lasciando prendere un po’ troppo da questa scommessa?
Grazie a tutti i recensori, vi
voglio tantissimo bene. Siete il mio sostegno. Vi prego, continuate a
commentarmi.
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