Da
quando se ne andò da quella radura, Musa
era talmente
immersa nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno di aver
camminato tanto.
Continuava
a ripensare
al comportamento di Riven, a ciò che le
aveva scritto.
Non
si era mai sentita
così ferita da lui.
“Le
persone non si
amano a metà, Musa”
Ma
che significava? Che
cosa voleva intendere con ciò?
Lei
lo amava tanto,
perché non lo capiva?
Cercò
di distrarsi
guardando gli alberi immensi sopra la sua testa, ma quelle parole
maledette le risuonavano nella testa come un'eco.
“Le
persone non si
amano a metà”
Diede
un calcio furioso
ad un sasso che, sfortunatamente, si trovava sul suo cammino.
Perché
mi ha fatto
del male? Perché l'ha fatto?, continuava a pensare.
Poi
nella sua mente
cominciò a risuonare una risposta: una risposta che le
metteva i
brividi, una risposta che non avrebbe mai voluto pensare, ma che
arrivò, puntuale e devastante: forse
perché non mi ama più...
Improvvisamente,
un
rumore sconosciuto la distrasse da quel pensiero che tanto
l'addolorava.
Un
fruscio di foglie ed
un rumore di passi dietro di lei la costrinsero a fermarsi e a
voltarsi lentamente.
Tutto
ciò che vide fu
una donna.
Una
donna di statura
media, i capelli neri e gli occhi a mandorla, proprio come i suoi.
Indossava
un vestito
azzurro e leggero, lungo fino ai piedi.
Era
davvero una donna
bellissima, se non fosse stato per la mascherina igienica che portava
sulla bocca.
All'inizio
fu
spaventoso, poi Musa cercò di calmarsi e
di prenderla con
simpatia: conosceva bene quella donna misteriosa, ne aveva sentito
parlare molto spesso fin da bambina.
Ma
nonostante questo,
non credette mai a quella che fino a quel momento considerava una
stupida leggenda.
La
donna la guardava
con occhi vuoti, senza mai distogliere lo sguardo dal suo.
Poi,
con voce sottile e
tremante, sussurrò:”Pensi che io sia
bella?”
Musa
udì appena
le sue parole, poi, cercando di apparire il più rilassata
possibile,
rispose:”Certo”.
A
quel punto la donna
si tolse la mascherina dalla bocca e mormorò
ancora:”Ed ora, sono
ancora bella?”
Pur
aspettandosi quella mossa, Musa non
poté fare a meno
di spalancare la bocca, sorpresa da quella vista: la mascherina aveva
rivelato un enorme squarcio, da un orecchio all'altro, della bocca
della donna.*
Lei
sapeva, lo sapeva
bene, ma non pensava fosse così terribile.
Si
mise una mano sulla
bocca, mentre, spaventata, vide la donna avvicinarsi a lei sempre
più.
“Sei...sei
sempre
bellissima”, sussurrò in preda al panico.
“Tutte
le donne sono
bellissime così come sono”, continuò,
piegandosi a terra dalla
paura.
Poi,
coprendosi il capo
con le mani, gridò:“Ti prego, ti prego, non farmi
del male! Io ti
aiuterò!”
Poi
la donna le alzò
il viso e le mise una mano sulla bocca, stringendola forte, e Musa
fece appena in tempo a tirare un forte urlo che avrebbe svegliato
anche un morto.
Poi,
il buio.
*Si
tratta di una leggenda metropolitana giapponese, che narra appunto di
una donna, un tempo moglie e concubina di un samurai, che in preda
alla gelosia (si diceva che lei lo tradisse), le squarciò la
bocca
da una parte all'altra del viso con la sua spada.
Da
quel giorno, 口裂け-女Kuchisake
– onna (appunto, la donna dalla bocca
squarciata) si
aggira per le strade scegliendo principalmente bambini e ragazzini
come sue vittime, facendo esattamente ciò che è
narrato nel testo.
Secondo
varie versioni
di diverse epoche, se si risponde “sei bella”, ti
ridurrà come
lei, se si risponde “sei così –
così” ti risparmierà, mentre
se risponderai di no ti porterà nella casa in cui lei stessa
è
stata ferita e farà lo stesso con te.
Varie
voci inoltre
ribadiscono la sua esistenza avendola vista aggirarsi per strada per
poi essere investita da un'auto.
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