Epilogo
A due barboni, forse troppo
coglioni per amarsi alla follia ma impossibilitati dal non farlo.
E a Rosa, piccolo grande
fiore guerriero in un mondo di spine. Ti voglio bene.
Epilogo
In case you just want to come home
-
Ho appena passato la notte migliore della mia vita -
-
O.O Ti rendi conto che sono nella stanza accanto a fare la colazione e
mi scrivi su whatsapp? -
-Beh,
tu mi stai rispondendo.-
-Fammi
cucinare.-
-Uh,
non solo la notte migliore della mia vita ma anche il Natale migliore
della mia vita-
-...Il
sesso migliore della mia vita-
-Non
lo dici solo perchè non scopavi da due anni, vero? ;)-
-Pattinson,
non montarti troppo la testa con questa storia -.- -
-Il
sesso migliore, eh?-
-Decisamente-
-Molla
la colazione. Sai che la mia erezione mattutina può essere
anche migliore di quella notturna? ;)-
-...'Fanculo
i pancakes. Arrivo. Ho già tolto gli slip-
"Oddio Kristen, che bello rivederti a casa nostra!"
"Ciao, Claire. Mi siete mancati anche voi"
"Mamma. Smettila di soffocarla."
"Oh, sta zitto. La sto solo abbracciando. Vuoi un caffè o
una tisana, cara?"
"Sono a Londra, preferirei un tè"
"Arriva subito. Che bello riavervi insieme!"
"Sono geloso."
"Rob?"
"Oh adesso son tornato a non contare di nuovo un cazzo. Ci stai te.
Kristen di qua, Kristen di là."
"Come ai vecchi tempi"
"Già"
"Ammettilo che la cosa ti piace"
"Mi piace più del lecito"
"Oh
Signore benedetto!"
"Ciao,
Tom"
"I
Robsten insieme. Il mondo ha ripreso a girare!"
"Tom.
Smettila."
"Zitto,
Pattinson. E dammi questo scricciolo per qualche minuto. Devo
stringerla di brutto"
"Aw.
Mi sei mancato davvero"
"Visto?
Io non conto più niente"
"Sei
ubriaco?"
"No"
"Drogato?"
"No?"
"Hai
scopato con qualcuna che non sia lei?"
"Spero
di no..."
"Ovvio
che no!"
"Ok.
Allora il mio lavoro è finito. Hai ragione, non conti
più un cazzo."
"Ma"
"Vai
a vedere mio figlio, sù."
"Kris.."
"Va.
Tranquillo, non ti tradirei mai con Tom"
"Vorrei
ben dire"
"Cavolo"
"Cazzo, piccola. Puoi dirlo, sai? Cazzo..."
"Cazzo"
"Eh"
"L'hai preso davvero seriamente quel 'Sì', eh?"
"Decisamente."
"Grazie comunque"
"Di cosa?"
"Per tante cose. E perchè mi stai facendo recuperare due
anni di arretrati"
"Oh, il piacere è tutto mio"
"...e anche mio. Decisamente"
"Che pervertita."
"Ah, io? Io sarei la pervertita? No dico, hai notato dove siamo?"
"E' la mia stanza e allora?"
"E' la tua stanza, esattamente. E sotto ci sono i tuoi"
"Abbiamo fatto piano. Più o meno. E poi non è
mica la prima volta che lo facciamo qui"
"Eravamo dei ragazzini, una volta. Dai"
"Beh, vorrà dire che dobbiamo comprare casa"
"Qui?"
"Dove vuoi tu. Scegli un posto e ci andiamo a stare"
"... Mi piacerebbe avere una casa a Nothing Hill"
"Perfetto. Domani iniziamo a cercarla"
"Ti amo"
"Oh, no. Sono io ad amare te"
"Mi
dispiace che tu l'abbia messa in vendita. E' bella."
"Tu sei bella. E questa è solo una casa. In cui ho passato
solo brutti momenti, quindi..."
"Ok. Capito"
"E poi casa nuova è più bella. Dovrebbero finire
i lavori
entro qualche mese e poi possiamo definitivamente andarci a stare"
"Vivere a Londra. Wow"
"Non ti mancherà Los Angeles?"
"Ci son già stata lontana per tanto tempo. E... No, credo di
no. E poi ho te. E amo Londra"
"Mh. Qui ci resta sempre la casetta a Malibu"
"Vacanze sotto il sole della California, babe"
"Non chiedo di meglio"
"Amore,
dove sono i miei occhiali da sole?"
"Quali?"
"I Ray-ban. Oh, non fare la finta tonta. Li hai usati tu, ieri"
"Giuro che non so dove si trovano"
"Ho l'aereo tra due ore, Stewart. Caccia fuori questi occhiali"
"... Non andare"
"Amore.."
"Ti ho ritrovato solo un mese fa e tu ora vai in Marocco!"
"Ho firmato questo contratto prima che tu tornassi. Io.."
"Ok. Lo so. E' il tuo lavoro."
"Il nostro lavoro. Anche tu hai accettato un sacco di film per i
prossimi mesi"
"Non in Marocco"
"Senti, se hai intenzione di rinfacciarmelo per tutto il tempo,
rinuncio e me ne prendo le responsabilità"
"Sta zitto. Non te lo chiederei mai"
"Ecco perchè ti amo"
"Mh. Gli occhiali. Secondo cassetto del comò."
"Grazie"
"Sì, ma IRIE resta qui."
-Ho
chiamato a Londra. Stanno rifacendo i bagni. Sei convinto della scelta
delle mattonelle, vero?-
-Verdi.
Belle. Come i tuoi occhi. Convintissimo :) -
-Hai
paragonato i miei occhi alle mattonelle del bagno -.- -
-
Un bagno nuovo, però. Della nostra nuova casa -
-
Sta zitto -
-
Sei uscita con Alicia due giorni fa-
-
Che fai mi cerchi su google, ora? -
-
Sta zitta tu. Piuttosto, Stewart, quelle tette? -
-
O.O Cosa? -
-Hai
le tette grosse. Devi dirmi qualcosa?-
-
Non sono grassa! -
-
Incinta? *__* -
-
.... -
-
Kristen -
-Cosa?-
-
Sei incinta?-
-
Devo andare. Ci sentiamo dopo -
-
STEWART! -
-
Oh, non urlare per sms! E comunque, non ti direi niente per telefono -
-
E se ti ricattassi? Col sesso. Funzionerebbe anche per questo o ci
rinuncio a priori? -
-Io?
Col sesso? Ma va va -
-
Sesso. Quella cosa che non facciamo da 20 giorni. 20 lunghissimi ed
estenuanti giorni T_T -
-
Va bè. Sì. Ciao, Rob -
-Oh, Rob,
sai chi è incinta?-
-Tu?-
-Falla finita-
-Era per dire. Chi è la fortunata?-
-Christina!-
-Ma va? Cazzo faccio pena. Io non ho ancora fatto centro-
-Beh..-
-Beh?-
-Beh.-
-Sei diventata una pecora? Kristen. Ti odio. Beh?-
-Mi hai dato della pecora? Però l'ultima volta mica ti
è dispiaciuta la pecora. Eh-
-Battute squallide mode on? La cosa non ti si addice, sappilo-
-Ammazzati-
- Dopo di te. Con tanto amore-
-Dopo di me? Col cazzo. Altro che amore-
-Con quale cazzo? Se è il mio ok, altrimenti...-
-Quello finto di Alicia. Ciao. Addio-
-Ti mollo. Anni di amore, sofferenze e sesso spettacolare finiti in
frantumi su whatsapp. Sappilo-
-Rob?-
-Cosa?-
-Mi manchi-
-Anche tu. Non uscire con lei...-
-Con chi dovrei uscire? Sola? I paps mi odiano, nonostante tutto. Quasi
mi facevano cadere-
-Sanno della casa, eh?-
-Sanno tutto. Però non sanno la cosa più
importante-
-Che mi ami follemente come il primo giorno? Tranquilla, quello lo
sanno tutti -
-... che forse hai fatto centro mica lo sanno-
-... se nessuno me lo dice non lo so nemmeno io-
-Magari quando torni a casa-
- Devo davvero aspettare? Credo sia fuori discussione-
-... allora torna prima-
-Spacco la faccia a J.Franco e torno-
-Bravo. Fai il Rambo della situazione e poi torna da me. Presto.
Perchè mi sono dovuta innamorare di te? Sei sempre impegnato-
-Disse la ragazza, forse gravida, che girerà tre film in due
mesi-
-...-
-Non devo pensarci adesso, vero? Altrimenti do di matto-
-Anche
stamattina mi son svegliata senza di te. Stronzo-
-Io no. C'era una bella bionda vicino a me-
-Dimmi almeno che è la Kidman-
-Nono, troppo vecchiotta. Mi piacciono giovani-
- Oh, guarda un po' a me piacciono over-
-Devo chiamare Dylan o Camille?-
- Facciamo che chiamo tua madre e ti uccide lei o ti basto io?-
-Mi manchi anche tu-
-Oh tu a me per niente. Sai la pacchia di notte in un letto
così grande solo per me-
-Big Rob non ti manca? Sento odore di bugia persino da qui-
-Big Rob ha fatto fin troppo negli ultimi periodi. Bastano e avanzano
le mie nuove tette grosse a tenermi compagnia-
-Tette grosse. Dio... Vieni qui!-
-No, non ci vengo lì. Non me le faccio tutte quelle ore di
aereo-
-Neanche per me? Per le mie coccole?-
-Ne avrei bisogno. Davvero. Così tanto-
-Piccola? Ti amo-
-Mh. Lo spero bene. Serve proprio che tu mi ami per il resto della tua
vita ormai-
-Non chiedo di meglio :* Aspe, ma perchè?-
-Non potresti amarmi per il resto della tua vita senza fare domande
fino al tuo ritorno?
-... no?-
- Sei un bambino. Ecco cosa sei. Io ce l'ho già un bambino:
te-
- Non sono un bambino! Nostro figlio lo è -
- 'nostro figlio'. Suona bene, vero?-
-Fottutamente perfetto-
-La cosa migliore del mondo forse-
-E' nostra. Ovvio. E comunque l'ho capito. Voglio solo sentirtelo dire
da vicino-
-E io voglio solo baciarti come se non ci fosse un domani, dopo
avertelo detto-
- Non vedo l'ora di sentirlo allora-
-Domani
torni. Domani torni. Domani torni-
-Domani
torno. Domani torno-
-Posso
fangirlare per questo?-
-Anche
se non so cosa significa ma comunque puoi-
-
Pattinson -.- Come fai a non sapere cosa significa? Sei in dietro,
tesoro mio-
-Mica
posso stare avanti ;)-
-
Idiota -.- -
-Oh
quanto amore *_* -
-Porterò
qualcuno dentro per 9
mesi e lo espellerò da un buchino minuscolo. Questo per
colpa
tua. Ti basta come atto d'amore?-
-Cazzo
se mi basta!-
-Ecco
bravo.-
-ODDIO
DOMANI TORNO!-
-DOMANI
TORNI-
"Amore"
"Oddio
sei qui"
"Sono
qui"
"Ti
prego metti la tua mano sull mia pancia o rischio di
impazzire"
"Dillo"
"Ti
amo"
"Ti
prego. Dillo. Ti prego"
"...Auguri,
papà"
"No,
dai. Dillo davvero. Dillo bene."
"Aspetto
un bambino, siamo incinti,
la pagnotta è nel forno, saremo genitori, sarai il
papà
più figo del mondo.. Cosa vuoi che ti dica?"
"Ti
amo"
"Fa
l'amore con me"
"No,
quindi mi stai dicendo che praticamente ero l'unico a non saperlo"
"Amore..Dai"
"Ma
quale 'dai'. Oh, ma per favore"
"E
poi lo sapevi, lo avevi capito."
"E
che c'entra?"
"Sai,
non ho fatto toccare la pancia a nessuno. Volevo che fosse una tua
esclusiva"
"Davvero?"
"Assolutamente,
sì"
"Oh,
piccolino, quanto amo la tua mamma? Mh? Quanto?"
"Adesso
mi rincoglionisce pure il fidanzato"
"Vomitooo"
"Non sulla mia macchina, Stewart. Non sulla mia macchina."
"Accosta!"
"Non posso qui."
"Allora mi dispiace per la tua mac-"
"..Oddio... Kris... Cazzo."
"Ti rendi
conto che sei incinta, vero?"
"Hai detto bene. Incinta. Non malata. Quindi posso lavorare"
"Si vedrà la pancia"
"Sono al terzo mese. Non si vede niente. Rob, non mi stressare!"
"Sei tu che stressi me. E mio figlio"
"Tuo figlio? Lo hai fatto da solo?"
"Io.."
"Oh, già che ci sei partoriscilo tu. Fottiti"
"Kristen"
"Ho detto fottiti. Vado a lavoro"
"Benvenuta
a casa!"
"Oddio è bellissima"
"E non hai ancora visto l'interno.."
"Hai messo le nostre foto dappertutto, vero?"
"Certo. E c'è anche una sorpresa in camera nostra!"
"Amo Londra"
"Solo perchè riusciamo a fare sesso con il camino acceso ad
Aprile?"
"Ammetterai che questo è un punto a favore."
"Lo è"
"E poi non riesco a farlo in camera nostra. Quella foto è
gigantesca!"
"Ma siamo noi. Qual è il problema?"
"Appunto. Siamo noi. Avevo 18 anni, i capelli sparati in aria e tu mi
reggevi per il culo"
"Il photoshoot migliore di sempre"
"Solo perchè mi toccavi il culo e nessuno poteva dirti
niente"
"Eravamo fighi. E la scimmia aveva le corna"
"Robert. Dai."
"Che c'è? E' vero. Amore di papà, se penso che se
io non
avessi visto la mamma in quel film a quest'ora tu saresti figlio di una
scimmia, probabilmente"
"Oddio io e Mike genitori. No grazie"
"Oh, non dirlo nemmeno!"
"Dottoressa,
qui non se ne può più. Fanno le scommesse!"
"Chi scommette, scusa?"
"Ragazzi mi dispiace ma non vuole proprio girarsi. Forse vuole farvi
una sorpresa"
"Su mtv. Hanno messo un sondaggio"
"Oh ma stanno scommettendo sul sesso di mio figlio in mondovisione??"
"Qui abbiamo finito, Kristen. Il prossimo mese sarà l'ultima
e poi si nasce"
"Oh ma io chiamo Josh!"
"Grazie Dottoressa. E' meglio che la porti a casa prima che mandi
giù l'intera clinica"
"Mh... A
me piace Alison"
"Alison? Come la pazza col cappuccio rosso? No grazie"
"Melany?"
"Oh, che schifo."
"Se fosse un maschietto..."
"Daniel"
"Daniel?"
"Daniel Thomas Pattinson e non si discute"
"Mi inchino a voi, vostro onore. Non discuto"
"Ecco bravo. Vammi a comprare del gelato"
"Ma
l'ho comprato ieri. Vaniglia"
"Scusa
,ma per chi mi hai preso? Ti sembro la fidanzata di Christian Grey?"
"No.
Di Pattinson. Meglio, no?"
"Variegato
al cioccolato. Zitto e vai"
"Oddio sta
succedendo davvero"
"Credo... credo... Chiamo Tom"
"Cosa?"
"Chiamo... Non devo chiamarlo?"
"Pattinson, sta per nascere tuo figlio e tu chiami Tom?"
"Ok non lo chiamo"
"Tom. Urla
da quattro ore"
"E io cosa dovrei farti per telefono?"
"Tranquillizzami. Son scappato dalla sua stanza. Capisci?"
"Sei un coglione del cazzo. Vai in quella fottuta stanza e goditi
questi momenti, Pattinson"
"Ok,
Kristen, ci siamo. Quando arriva la prossima tu spingi con tutta la tua
forza"
"Quella che mi è rimasta. Rob?"
"Piccola? Sono qui..."
"Dammi... Dam- AHAAAAAAAAAAA"
"Brava, Kristen. Coraggio.."
"Oddio oddio oddio.. Non ce la faccio. Datemi un cesario, un
antidolorifico. Qualunque cosa.."
"Non possiamo. Lo sai. Dai che sta arrivando l'altra..."
"Che siamo contenti"
"Amore"
"Zitto. Sta zitto. Maledetta a me e a quando ti ho detto quel
sì. ODDIOMIO SANTISSIMO"
"Sei brava, amore, sei brava"
"Baciami la fronte. Per favore, Rob, baciami la fronte"
"Shsss. Non piangere. Certo che ti bacio la fronte"
"Avanti che alla prossima potrò ufficialmente proclamarvi
genitori"
"Ti amo"
"In questo momento io no. Ma non muoverti dalla mia front-EEEEEEE"
"Ci siamo, ci siamo.Ohooo... Finalmente questo cucciolo ha visto la
luce. Congratulazioni, ragazzi."
3 anni dopo. POV Rob
"Papà"
"No"
"Ti prego"
"Ho detto no"
"Peffavoreeee" Quanto
può essere irritante la voce dei bambini di tre
anni, alle 5:30 di mattina? Io lo so. Tanto. Sento un movimento sul
piumone su di me. Un peso leggero che schiaccia sulle mia gambe e
inizia l'arrampicata fino ad arrivare ad un centimetro dal mio viso.
Serro gli occhi con forza.
'Avanti,
Rob, torna a dormire.'
"Papi"
'Lui
non ha davvero bisogno di te'
"Uff"
'Torna a dormire'
"Eddaiiiii"
"O Daniel,
perchè non rompi un po' a mamma anzichè rompere a
me?"
"Perchè lei
domme!" apro gli occhi cercando di fare il mio
sguardo migliore di disappunto ma lo spettacolo che mi ritrovo davanti
è il più bello del mondo. Quello che osservo ogni
mattina
da
più di tre anni.
Il mio meraviglioso
bambino in pigiama con i
suoi occhioni azzurri fissi a scrutarmi.
"Dormivo anche io,
sai" mi giro facendolo sistemare meglio sulla mia pancia "e vorrei
continuare a dormire, posso?"
"Pecchè?"
"Perchè ho
sonno?"
"E pecchè?"
"Perchè
stanotte non ho molto dormito"
"E pecchè,
papà?" Perchè io e tua madre non
facevamo sesso da tre giorni e il suplizio era durato fin troppo.
"Perchè?
Eh. Perchè, Daniel.. Perchè... Perchè
non vai giù e guardi i cartoni?"
"Ma io voglio
sapeeereee" salta sulla mia pancia come fosse un tappeto elastico. Dio,
che male.
Questa piccola pulce,
tanto uguale a me quanto irritante, riempie i
nostri giorni da parecchio tempo ormai. Il nostro tesoro più
grande, l'amore incondizionato fatto persona, il sole delle nostre
vita. Lui è il nostro tutto. La nostra famiglia era tutto.
Noi
eravamo il tutto.
Ancoro le mie mani sui
suoi piccoli fianchi cercando di bloccarlo e lo faccio ricadere sul
petto, rubandogli una risata.
"Eddaiii liberamiii"
"Shss." poggio un dito
sulle mie labbra a mò di silenzio e sussurro "L'hai detto
pure tu. La mamma dorme"
Sposta i suoi occhioni
sulla schiena di Kristen e rimane a
scrutarla per un po'. Come se la stesse studiando, piega la
testa di lato spostando la sua vista su ogni dettaglio del modo di
dormire della sua mamma. Poi prende il mio viso e lo strizza tra
le sue piccole manine.
"Pecchè
domme sempre così?" alzo un sopracciglio
divertito notando la sua posizione. Pancia in giù, capelli
che
le coprono il viso e aggrappata come un koala al cuscino.
"Nun lu su." ancora
con le guance strizzare dalle sue mani, Daniel si
avvicina al mio viso per lasciarmi un bacino al centro tra le
mie sopracciglia. Sorrido, contento che anche per stamattina ho
ricevuto il vero buongiorno di mio figlio.
"Tesoro, torna a
dormire. E' prestissimo." fa segno di no con la
testa. "Vuoi dormire qui con noi?" mi scruta profondamente.
Probabilmente l'offerta deve essere parecchio allettante se ci sta
pensando
così tanto. Chiude gli occhioni per poi riaprirli di botto e
fare ancora segno di no.
"Ok. Che vuoi fare
allora?"
"Oggi prendiamo la
bacca, papà?" 5.30 del mattino e qui davvero
si pretende di fare conversazione con un bambino di tre anni? Anche
no.
"Sì, Dan.
Prendiamo la barca. Dormi ora"
"No." alzo gli occhi
al cielo mentre sento Kristen muoversi lievemente accanto a me.
"..e, e vengono i
nonni?"
"Sì. "
prendo la piccola peste di peso adagiandola
accanto a me, sperando che a contatto con il cuscino avrebbe ceduto.
Chiudo gli occhi stringendolo a me e beandomi del suo profumo. Quanto
lo ama.
Conto mentalmente
dieci secondi. Silenzio. Forse sta davvero
cedendo. Sorrido, soddisfatto di me stesso e contento di avere ancora
due ore piene di sonno davanti a me.
Poi mi
alzerò prima di
Kristen e sistemerò le ultime cose prima di partire.
Sì.
"Anche nonna Jules?"
"Daniel!"
"Sh. Domme lei,
papà" ah, pure? "Ma... pecchè tu poi dommi in
un'altra casa?"
"Eh?"
"L'ha detto nonna.
Pecchè... aspe, ha detto lei che porta...
fortuna o sfortuna. No mi ricoddo" non ho tempo di rispondere che
qualcuno si gira di botto nel letto puntandomi un dito contro.
"Tua madre
può scordarselo" ecco. Appunto.
E' bella. I
capelli arruffati, gli occhi semi chiusi,
l'aria di una incazzata e la voce eccitantemente roca. E' dannatamente
bella. Ed è mia.
"L'ha detto nonna
Jules" sussurra il piccolo con la testa sul mio petto. Oh. L'ha detto
nonna Jules.
"Ah."
"Già, ah.
Direi quindi che tua madre può anche
scordarselo" le rivolgo il mio miglior sguardo di finto disappunto.
Sbuffa, tremendamente
tenera, quando con una mano tra i capelli
getta la testa pesantemente sul cuscino. Ridacchio. Felice.
Forse più di quanto lo ero stato in questi anni.
Nella mia vita
sono stati davvero tanti i momenti in cui ho detto 'non
potrò
mai essere più felice di così'. Perchè?
Semplicemente perchè ogni momento successivo finiva per
rendermi
ancora più felice.
Ed ognuno di questi
istanti prevedeva lei.
L'essenza del mio essere. L'unica ragione della mia esistenza.
Era lei, la prima
volta che l'ho vista. Era lei al nostro primo bacio.
Era lei la nostra prima volta. Era lei quando mi scelse. Quando mi
disse ti amo come se fosse la confessione più preziosa del
mondo
intero e lo era. Era quando siamo andati a vivere insieme. Era lei,
orgogliosa, ad ogni mio nuovo film. Era lei quando è tornata
e
quando l'ho odiata. Era lei quando le sue labbra si erano riappropriate
delle mie, dopo anni. Era lei quando aprii gli occhi in quel dannato
ospedale. Era lei quando ci ritrovammo per sempre e quando mi disse
sì. Quella sillaba che ci portò Daniel. Era lei.
E' lei. E lo
sarà per sempre.
Protagonista assoluta
della mia vita.
"Mamma"
"Mh?"
"Ho fame" seriamente,
come diavolo fa ad essere così pimpante all'alba?
"Se invece vieni qua,
ti stringi alla tua mamma che è ancora tanto stanca e
dormiamo?"
"Amore, c'ho
già provato. Non attacca"
"Ma io non mi chiamo
mica Robert Pattinson e non sono mica il papà" sbruffona.
"Dai, Dan. Vieni qui"
Di tutta risposta il
mio piccolo si stringe ancora di più a me
facendo segno di no con la testa e marcando il concetto "Ho fame".
Semplice. Lineare. Ed irrimediabilmente irrimovibile.
"Visto? Stewart, non
sei poi così convincente come credi" è
terribilmente sexy chiamarla per il cognome ma lo è ancora
di
più quando lei fa lo stesso.
Per di
più in un
sussurro accompagnato da una lieve carezza del suo naso su tutto il
profilo della mia mascella. Oddio, questa carezza non ha proprio
niente di casto.
"Pattinson, a dire il
vero stanotte mi sembravi molto convinto di me,
sai?" un bacio, all'angolo della mia bocca. Umido, eccitante. Nel suo
pieno stile.
"Mh. Ho tuo figlio
sopra di me. Smettila"
"E dov'è
tutto il tuo autocontrollo?" un sussurro. Un altro bacio, sul collo.
"...E', è
andato a farsi fottere quando t'ho conosciuta" un
altro po' e potrei iniziare a gemere "Quello che stai
facendo...è..." la sua lingua dietro il mio orecchio. Non
può. Proprio no. "è perverso. Ho... Dan.."
"Papà"
appunto.
"Daniel, amore di
mamma, vai giu? Guarda i cartoni e io tra poco ti
raggiungo e ti preparo il latte" respiro profondamente non
appena mio figlio si sposta avvinghiando le sue mani sul viso
della madre.
"Tu fai presto, vero?"
Kristen fa segno di sì con la testa.
Così come ha fatto poco prima con me, posa un bacino
tra le sopracciglia e poi, gattonando sulla mia pancia -conficcando
le sue ginocchia sulla mia pancia, per l'esattezza- sguscia
fuori dal letto e con i suoi piedini corre via.
"Ma secondo te
perchè ci bacia sempre lì ogni mattina"
"Fissazioni da
mini-Pattinson"
Con un solo gesto me
la ritrovo a cavalcioni su di me. La sua fronte
accozzata alla mia. I nostri respiri non più separati. Come
può farmi questo effetto dopo tutti questi anni?
"Ti amo"
"Ti voglio" rido
arpionando i suoi glutei.
"Davvero stanotte non
ti è bastato?"
"Due volte a letto e
una in doccia. Fammici pensare. No."
"Dio, perdonami
perchè sto per sposare una ninfomane" le sue
labbra in un attimo sulle mie. Nessun freno, nessun timore. Solo
lussuria e tanta tanta lingua.
"Non, non possiamo"
bacio "non posso" altro bacio "Dan.. No, Kristen"
"Mi stai davvero
rifiutando?" si ferma fissando il suo verde nei
miei occhi con un sopracciglio alzato in segno di disappunto.
"No?" sorriso
impertinente e via di nuovo all'attaco. Cazzo, se la
voglio. L'avrei sempre voluta. Ancora e ancora e ancora. Ma...
"K...
amore, a che ora abbiamo il traghetto?"
"... alle 8" porta le
mani ai bordi della sua maglia e fa per togliersela.
"Ok. No. Ferma"
"Rob"
"Sh"
"Ma"
"Ho detto stop"
"Che palle sei?" eh.
C'ha anche ragione. Ma mi rifiuto. Al
pensiero di farlo con nostro figlio sveglio a pochi metri di
distanza... No.
Sbuffa. Come una
bambina a
cui è stato appena negato il giocattolo più
bello. Beh,
effettivamente.
La stringo a me con un
braccio, cercando di non ridere per il broncio
che ha appena messo sù. Terribilmente buffa e dolce.
Terribilmente Kristen.
"Kristen, non
fraintendermi, io ti desidero" a quelle parole si gira a bocca aperta.
"Oh, fantastico.
Feeling like Bella Swan" le schiocco un bacio sulla guancia cercando di
non ridere.
"Ehi Bella Swan, torna
in te. Tuo figlio sta sotto. Sveglio. Credi davvero sia il caso?"
"Io credo solo che
quelle di stanotte non possono essere state davvero
le nostre ultime volte da non sposati. E' assurdo"
Oh, lei è
assurda. Per come la vedo io, fare l'amore con mia moglie -a tutti
gli effetti- sarà la cosa migliore del mondo.
Altro che ultima
volta da non sposati.
"Se vuoi ti prometto
che prima di domattina troveremo un posto per una sveltina"
"Davvero?" i suoi
occhi accesi, pieni di speranza. L'ho già detto che sembrava
una bambina?
"Se ci tieni
così tanto..."
"Grazie" un piccolo
bacio a stampo e un sorriso stupido stampato in faccia. Ecco. Ci voleva
così poco.
Allunga il braccio sul
comodino per prendere un elastico per i
capelli. Li raccoglie alti, mi regala un altro sorriso e fa per
alzarsi.
"Aspetta. Vieni qui"
la blocco per i fianchi per farla ricadere su di me. "Guardami negli
occhi"
Verde. Era il mio
colore preferito da ormai tanto tempo. "Vuoi...ecco, si. Beh..."
"Rob. Cosa?"
"Devo farti gli
auguri?" lo avevo detto velocemente. Quasi vergognandomene.
"Tu vuoi che io li
faccia a te?"
"Beh, no"
"Beh, nemmeno
io. Non abbiamo mai festeggiato S. Valentino. Ci
sposiamo addirittura il giorno dopo della festa degli innamorati. Scusa
ma niente auguri."
"D'accordo. Non credi
che stiamo sfidando la sorte?"
Forse -e dico
forse- sposarsi il giorno della festa dei single è un po' un
affronto, no?
"Io credo solo che ti
stai cagando in mano"
"Oh sta zitta!" le
scaglio un cuscino addosso nello stesso momento in cui scappa via.
Sorrido,
consapevole che l'ansia sta iniziando ad attanagliarmi con qualche ora
d' anticipo.
Riuscire a contenere
la 'furia Daniel' durante il breve viaggio sul
traghetto si è rivelata un'impresa piuttosto ardua. Ha la
capacità di sfuggire alle braccia di ben sei persone mentre
corre da un punto all'altro del pontile. Soltanto dopo averci visto
arresi e sfiniti sui sedili del traghetto si era deciso a venire
davanti me
e sua madre con il fiatone. Uno sguardo pentito, un sorriso e ciao ciao
voglia di rimproverarlo.
Devo ammetterlo, non
sono in grado di fare il muso duro. Non so
farlo a quei due occhi verdi che mi hanno totalmente soggiogato anni
prima, figurarsi se posso anche solo credere di riuscirci con quegli
occhi azzurri, tanto simili ai miei, del mio bambino.
E' così che
funziona nella nostra famiglia: io reggo un
minuto, Kristen fa la dura. E giuro, ci crede davvero in ogni
singolo rimprovero. Crede nelle sue capacità di farlo
ubbidire
e fargli capire dove sbaglia.
Lei ci crede, certo.
Quando
però Daniel inizia a guardarla fissa negli occhi, senza
nemmeno
sbattere le palpebre, lei prende un respiro profondo cercando di non
far cadere la sua maschera severa.
Fissa per un attimo il
mio sguardo
per poi tornare su quello di nostro figlio. Silenzio. Poi sbotta
sotto voce 'Voi e i
vostri dannati occhi'. Gira i tacchi e scrolla via la
rabbia a tempo zero.
Sì, quella
piccola pesta può tranquillamente rivoltarci come
calzini. E cosa ancora più grave? Non riusciamo ad
impedirglielo.
Quando arriviamo
sull'isola mi sento come trasportato indietro nel
tempo. Alla prima volta in cui vi sono stato insieme a Kristen. Il
nostro primo capodanno insieme. Sembra ieri ma non lo è.
Decisamente no.
Decisamente siamo adulti, adesso. Decisamente abbiamo fatto un bel
po' di casini. Decisamente abbiamo corso ai ripari.
E probabilmente
fare un bambino è stata davvero una banedizione per
rinsaldare in maniera
totale il nostro rapporto.
Certo, quando avevo
chiesto a Kristen di fare un figlio e lei mi
aveva risposto con un semplice 'Si' -finalmente-, non mi aspettavo di
fare centro quasi al primo colpo. E invece è successo.
Abbiamo davvero creato
la cosa più bella del mondo.
"Rob, quando pensi di
tornare tra noi con la testa e dare una mano con i bagagli?" gracchia
mia madre alle mie spalle.
"Scusa. Stavo solo..."
"Claire, lascialo
perdere. Sta così da quando ci siamo
svegliati" mi passa accanto Kristen con Daniel in braccio ormai
addormentato.
"Però se
almeno ti dai una svegliata e porti
dentro casa qualcosa non sarebbe un reato, sai?"
"Facciamo le
spiritose?" prendo un borsone e quando la raggiungo a passi
veloci, le mollo una pacca sul sedere.
Blocca i suoi piedi a
terra, ormai davanti l'entrata di casa e mi rivolge un sorriso alquanto
divertito.
"Smettila"
"Di toccare una mia
proprietà? Non credo succederà mai,
moglie" mi abbasso alla sua altezza e, ghermendole con la mano libera
il mento tra pollice e indice, mi riapproprio di una cosa per la quale
sarei potuto morire e risorgere ogni giorno: le sue labbra.
Tanto dolce, tanto
lento... tanto amore. Petali che si sfiorano, esattamente come la prima
volta.
"Non sono ancora tua
moglie" mormora. Ancora, le sue labbra sulle mie.
Quelle cinque parole,
soffiate appena, provocano uno sfioramento che
non fa altro che ricordarmi di dover trovare un attimo di pace solo
per noi, prima di domani.
Respira,
Rob. Molto profondamente.
"Tu sei mia moglie
dalla prima volta che ti ho vista"
"Da quando mi hai
trovata sul letto di Catherine?" ridacchia.
"No. Da quando cantavi
con una chitarra in mano dentro la tv di Tom".
Sposto le mie labbra
sulla sua fronte. Adoro lambirgliela. Forse è
proprio questo il gesto, il bacio simbolo del mio amore spropositato.
Un sentimento
così grande in un gesto così tenero. E lei lo
adora.
"Chi mi ha nominato?
Oh, per favore. Smettetela di essere così sdolcinati
già da ora!"
"Ciao, Tom. Zitto,
Tom. Va via, Tom"
"Quanto amore per il
tuo testimone di nozze"
"Porto Daniel a
riposare nella sua stanza" ridacchiò, il mio amore.
Annuisco, quasi
incantato, mentre la vedo allontanarsi sulle scale. E'
bella. Sono belli. Mollerei tutto per seguirla e farla mia.
Adesso. E lo farei davvero se non ci fosse quel coglione
del mio migliore amico accanto a me in questo preciso istante.
"Dove hai mollato il
resto della tua ciurma? Mi mancano."
"Uhm. Anche Sienna?"
"No. Lei un po' meno
dei cuccioli" preciso, scherzando di rimando. Non
vedo quelle due pulci da troppi giorni. Marlowe ormai è
proprio una
signorinella. Un vagone di dolcezza e e scaltrezza
concentrato in
sette anni di pura gioia. Vederla crescere è la
soddisfazione
più grande per i suoi genitori. E anche per lo zio Rob e la
zia
Kris.
Adoro vederle insieme.
Kristen ha ripreso i rapporti con lei quasi
subito. Far capire a Marlowe chi fosse, dopo quei due anni di assenza,
non è stato facile. Le avevo sempre parlato di lei. Di
quanto le
avesse voluto bene dal primo giorno in cui l'aveva vista. Ma la zia
Kris restava sempre un'entità astratta fin quando era
tornata ad
essere il centro della mia esistenza.
Adesso sono
inseparabili. Passano insieme ogni momento che hanno a
disposizione e so che la vicinanza a Kristen sta sviluppando in
Marlowe un processo tanto complesso quanto magnifico: la
stewartizzazione.
Se Sienna è
una patita di moda e tutto ciò che concerne quel
mondo, Marlowe odia anche solo indossare un abito. Vuole jeans,
jeans e ancora jeans. Niente calze o gonne. Niente ballerine o
scarpette eleganti. Inizialmente Tom ha attribuito tutto alla
predominanza del suo gene: trasandato e amante della
comodità.
Poi, quando per Natale, ha espressamente preteso un paio
di vans e un berretto con 'una frase
bella bella'
-cito testualmente-, abbiamo iniziato a comprendere come stanno davvero
le cose.
Kristen, dal canto
suo, si è sentita tremendamente in colpa. Non
riesce a concepire che una bambina possa prendere ad esempio
qualcuno che non è la sua mamma. Ma io so che dentro di lei,
segretamente, riesce a sentirsi anche un briciolo soddisfatta di
questo.
Orlando ha quasi
quattro anni. Come previsto, la sua iniziale
somiglianza col papà non lo ha abbandonato. E più
cresce e più è uguale a Tom. Caratterialmente e
fisicamente.
Adora la musica e alla tenera età di due anni io e Kristen
abbiamo pensato bene di regalargli la sua prima chitarra giocattolo.
"Stanno in albergo. Ci
siamo soltanto noi ancora"
"I ragazzi?"
"Li ho sentiti. Visto
che la cerimonia sarà nel pomeriggio e che
tu rinunci al tuo addio a celibato, pensano di arrivare direttamente
domani mattina" annuisco distrattamente mentre porto dentro un'altra
valigia. Ma quanta roba ci siam portati dietro?
"Senti Rob"
"Cosa?"
"Sei proprio sicuro di
non voler.."
"Sì, Tom"
"Ma è una
cosa importante. Voglio dire, anche se non ci sono i
ragazzi, possiamo sempre uscire io e te e prenderci una birra oppure"
"Tom. Davvero, no." Il
discorso addio al
celibato per Pattinson è
un qualcosa che ormai affronto quotidianamente da più di due
settimane. Ci hanno provato tutti a convincermi a fare anche una
semplice rimpatriata in un qualche pub di Londra. Avevano persino
chiamato Cj per cercare di farmi combinare qualcosa. Che poi, cosa vuoi
che ne importi proprio a lui di una stupida festa con qualche
spogliarellista? Ovviamente non avevo ceduto.
"E poi avrò
il mio addio a celibato, tranquillo" provo a rassicurarlo sorridendo
lievemente.
Apro il frigo e niente
birre "Mamma, abbiamo il frigo vuoto" comunico mentre la vedo entrare
in cucina.
"Che vuol dire
'avrò il mio addio a celibato'?". Mh, odio quando Tom fa
quella faccia.
"Lizzie e Jules stanno
andando a prendere qualcosa. Avrai l'addio a celibato, Rob?"
"Oddio, mamma" sbatto
l'anta dell'elettrodomestico già esasperato per il suo tono.
"Scusa scusa" alza le
mani in segno di resa lasciandoci di nuovo soli.
Volgo il mio sguardo al mio migliore amico e cerca di incenerirlo
più che posso.
"Cazzo guardi?"
"Tu. Sei un coglione"
"No. Ma certo. Non
solo ti organizzi un addio a celibato senza dirmi
niente. A me. Il tuo migliore amico. Sono il tuo testimone, cazzo!"
"Non urlare" lo
riprendo con tono duro. "E tu non ci puoi venire al mio addio a
celibato, comunque"
"Cosa?!" alza ancora
di qualche decimo il suo tono allora afferro il
suo braccio e cerco di stritolarglielo nella morsa delle mie mani. "Ok
ok ok. Parlo piano. Mollami"
"Non devi fiatare.
Perchè siamo fin troppi in questa casa e nessuno deve
sapere. Nessuno"
"Oddio, Rob. Non dirmi
che.. No, non l'hai fatto davvero. Non a
Kristen. Non alla vostra famiglia. Non a pochi giorni dal vostro
matrimonio. Non puoi averla tradita, non-"
"Ma sei fuori?! Cazzo,
Tom. Stasera io e Kristen ci imboscheremo da qualche parte. Qui nessuno
vuole che gli sposi
passino l'ultima notte nella stessa stanza" termino in tono solenne e
severo, facendo un po'
il verso a mia madre e
mia suocera.
"Oh". L'espressione di
chi stava chiarendo nella sua testa un milione di dubbi. "Scusa se,
beh... sai, no..."
"No, Tom. Scusami tu
se non ti rendo partecipe delle mie scopate con la
mia donna" sapevo essere parecchio tagliente con il mio sarcasmo a
volte.
"Ho capito. Hai le
palle girate. Me ne vado, mh?"
"Ecco bravo. Sparisci
e non farti vedere fino a domani"
Alza la mano a mo di
saluto mentre si allontana, dandomi le spalle. Con
la sua camminata ciondolante e tipicamente inglese. Tipicamente mia.
Fratelli dal sangue diverso.
"Tom" si gira,
inclinando la testa. Lo sguardo che mi incita a continuare. Cazzo, gli
voglio bene.
"Grazie" e mai come
ora sono sincero.
"Per cosa?"
"Niente e tutto"
Scuote la testa, quasi
divertito.
"Ci vediamo domani,
coglione. Ti voglio con i nervi saldi"
Pov
Kristen
"Oddio. Non riesco a
credere che l'abbiamo fatto davvero" getto la
testa all'indietro facendo finire chissà quanta sabbia tra i
miei capelli.
"Vieni qua" mi sento
afferrare dalle sue braccia che, con precisione
più che assoluta, fanno in modo di far finire la mia testa a
contatto col suo petto ancora ansante "Fatto cosa?"
"Tutto questo" rido,
indicando me, lui e l'intera situazione.
"Il sesso?" chiede.
Sotto sotto ne è consapevole anche lui
dell'assurdità che stavamo vivendo.
"No. Cioè,
sì. Cazzo, amore. Sono le due di notte e siamo
scappati da casa nostra per fare l'amore in spiaggia. Come due
fuggitivi"
Lo sento ridere,
sottovoce. Quasi come se avesse paura che qualcuno possa scoprirci. Ed
effettivamente è così.
"Amo quando lo dici"
soffia fuori con estrema calma.
"Spiaggia?"
"No" ancora quella
risata. La sua. "Fare
l'amore"
Alzo il viso per
guardarlo meglio e trovo le sue pozze azzurre chiuse.
Il viso rilassato, pacifico. L'espressione di chi ha appena fatto il
sesso migliore del mondo.
E c'è da
dirlo: noi facciamo sempre il sesso migliore del mondo.
"Apri gli occhi.
Guardami" lo fa e mi investe con tutta la potenza del
suo sguardo. "Io però amo mettere in pratica quello dico.
Sempre"
"Oh, lo so bene".
Sorridiamo mentre gli stampo un bacio su quelle labbra tanto calde
quanto soffici.
"Ammetto
però che il nostro letto è più comodo.
E
poi questa casa ce la godiamo così poco che adesso che ci
siamo
ci è toccato scappare"
"Già.
Dovremmo venirci più spesso"
"Amore, lo dici ogni
volta che il discorso cade su una delle case che
hai deciso di comprare in giro per il mondo" infilzo le mie dita tra i
suoi capelli e massaggio la sua cute con calma ed estrema lentezza.
"Ehi. Così
mi fai passare per un megalomane con complessi di
superiorità"
Alzo un sopracciglio,
divertita. Oddio, un po' megalomane lo è se ci si mette.
"Eddai e poi non sono
così tante. Noi viviamo a Londra"
"Mh"
"E abbiamo la casa a
mare a Malibu."
"Giusto. Continua,
Pattinson" mi sistemo seduta a gambe incrociate, accanto al suo corpo
nudo steso sul telo da mare.
"Beh, abbiamo questa
casa. Quest'isola è importante per noi. E' tranquilla.
Voglio dire.."
"Ok. Lo so.
Dimenticato niente?"
"Beh, no. Non sono poi
così tante"
"Non sono
così tante se non conti l'appartamento a Parigi e
l'attico a New York" scoppio a ridere, nascondendo il viso nell'incavo
del suo collo.
"Ehi. Ci andiamo
spesso a Parigi. E anche a New York. Io lo faccio per Daniel. Sai non
mi va che.."
"Non ti va che stia in
albergo quando lo portiamo con noi" concludo, sapendo ormai a memoria
quella frase.
"Esatto"
"Ammetterai
però che un tantino megalomane lo sei" sfioro con la punta
del mio indice i suoi zigomi, il naso, gli occhi.
"Kristen.."
"Ma" lo zittisco,
facendo finire la corsa del mio polpastrello sulle
sue labbra "Lo fai per nostro figlio. E questo ti rende il
papà
migliore del mondo"
Lo sento allargarsi in
un sorriso sotto il mio dito e, senza riuscire a
contenere l'amore che mi scoppia dentro, incollo ancora una volta le
nostre labbra. Dio, il suo sapore,
"E' per questo che mi
sposi" soddisfatto come non mai. Si vede lontano
un miglio che non vede l'ora. Sembra un bambino che aspetta con ansia
il regalo di Natale che ha sempre desiderato.
Ed io non sono da meno.
"E perchè
me lo hai chiesto ogni giorno per otto lunghi mesi"
"E perchè
te l'ho chiesto ogni giorno per otto lunghi mesi" mi fa eco,
carezzandomi col suo sguardo pieno di adorazione.
Giugno
era sempre stato il mese preferito di Kristen. Sin da quando era
piccola.
Era
il mese della fine della scuola,
il mese in cui ci si trasferiva nella casa a mare, il mese in cui aveva
dato e ricevuto il suo primo bacio, il mese in cui iniziavano i
falò in spiaggia, il mese in cui aveva conosciuto Robert.
In
tanti anni, non avevano mai
individuato un'unica data da considerare come loro anniversario. Erano
state così tante le tappe importanti della loro storia che,
a
detta di Kristen, non aveva senso focalizzarsi su un unico giorno. In
fondo come potevano scegliere tra il giorno del loro primo bacio,
quello della loro prima volta, quello del loro ti amo urlato e
sussurrato con speranza e timore.
Ma
quella mattina, qualcosa sarebbe stato diverso.
Quando
Kristen si era ritrovata ad
aprire gli occhi, disturbata dai raggi di sole che filtravano dalla
finestra, non si era resa conto di quanto fosse in ritardo sulla
tabella di marcia. Si strinse su stessa, cercando di dare una svegliata
ai muscoli ancora intorpiditi dal sonno. Volse il viso alla sua destra
strizzando con forza gli occhi per poi aprirli di botto e fissarli
sulla radiosveglia.
"Cazzo!"
10.23.
Era bastato questo a farla
saltare come una molla. Si passò velocemente una mano tra i
capelli continuando ad imprecare e cercando di fare mente locale.
Era
giugno. Era sabato. Tra quattro ore sarebbero stati su un aereo per LA
e...
"Cazzo
devo finire le valige!" urlò quasi sbattendo con prepotenza
la sua mano sul materasso.
"Ti
calmi?" Sì, beh, forse
quella voce poteva essere l'unica capace a farla ragionare nei suoi
momenti di sclero. Ma non quella mattina. Non a quell'ora. Non con lui
lavato, vestito e sdraiato nel loro letto con le mani dietro la nuca.
"Sei
vestito?"
"So
che mi avresti preferito nudo"
disse Robert ammiccando. Quel suo sorriso malizioso che in situazioni
normali le avrebbe fatto salire un formicolio familiare lungo il
ventre. In condizioni normali, certo.
"Oddio!
Sei vestito!" lo
accusò "Sei vestito e non mi hai svegliato! Robert, ho una
marea
di cose da fare! E tu non mi hai svegliato!" urlava, esasperata.
"Amore,
abbiamo tutto il tempo."
"Non
è affatto vero" precisò con le orbite ormai fuori
dagli occhi.
Saltò
giù dal letto come un grillo "Dan, è sveglio?"
"Dorme
tranquillo."
"Oddio
e perchè non lo hai svegliato?!" Ancora il panico nella sua
voce.
"Dovresti
tranquillizzarti anche tu".
Mh.
Odiava quei momenti in cui Robert
cercava di ostentare la sua calma e il suo autocontrollo. Solo per
ricordarle che, diamine, lui sapeva essere più controllato
di
lei.
"Ti
devo chiedere una cosa, Kristen.
Torni un attimo a letto?" la vedeva vagare per la stanza, gesticolando.
Apriva e chiudeva cassetti prendendo cose praticamente a caso.
"Kristen,
per favore potresti"
"No.
No, Robert. Non posso. E sai perchè? Perchè non
mi hai svegliato. Stronzo"
"Kristen"
"Non
mi hai svegliato. Tra quattro ore partiamo e tu non mi hai svegliato"
"Ehi.
Ehi, ti fermi un attimo?" scese
anche lui dal letto per raggiungerla "Adesso tu ti fermi e mi guardi. A
me gli occhi Kristen. Adesso".
Le
bloccò le mani nelle sue.
La scrutò a fondo mentre i loro occhi si incatenavano gli
uni
agli altri. Come la prima volta. Come quel giorno, tanti anni prima.
"Ti
devo dire una cosa. Importante.
Quindi tu ora stai zitta e ferma. E mi ascolti. Prometto di essere
veloce e poi potrai fare le valige anche per Timbuctu. Ok?"
Dal
canto suo Kristen non rispose.
Stava lì a fissarlo come sempre e come mai prima d'ora.
Stava a
guardarlo come un bambino guarda la cioccolata, come un tossico guarda
la sua droga, come una donna innamorata guarda la sua ragione di vita.
Annuì
debolmente, senza distogliere gli occhi. Incapace per poterlo fare.
"Ok.
Sai che giorno è oggi?"
Fece
di no con la testa. Inerme e concentrata su di lui.
"Te
lo dico io. Oggi è l'otto Giugno. E io e te l'otto giugno"
"Ci
siamo conosciuti"
"Esatto"
sorrise, Rob a quella sua
ripresa di parola " E siccome ti amo, e siccome è un giorno
importante, io ho proprio bisogno di fare una cosa"
Guardò
ancora una volta il
viso della sua donna prima di prendere un respiro profondo ed
inginocchiarsi di fronte a lei. Senza mollare le sue mani.
"Cazzo"
era un sussurro. Kristen
aveva solo sussurrato e con quella singola parola aveva gettato fuori
tutta l'aria che aveva in corpo.
Rigida come un chiodo, stava lì con lo sguardo fisso e la
bocca aperta.
"Respira"
consigliò Robert, con un sorrisetto nervoso.
"Non,
non ce l'ho un discorso.
Però.." si fermò, infilando una mano in tasca e
tirandone
fuori una scatolina " l'anello c'è" ridacchiò.
Stava
ferma lei. Immobile. Immobile con il cuore a mille e un mucchio di
vestiti sparsi intorno a lei.
"Kristen.
Io ti amo. E questo
suppongo che tu già lo sappia. E' che ti amo proprio tanto.
Ti
amo così tanto che ti voglio mia. E so che probabilmente tu
stia
pensando che sono un cretino perchè tu sei già
mia da
così tanto tempo che a confronto Di Caprio aspetta un oscar
solo
due un annetto. Ma, sai, io voglio farti mia in tutti i sensi. Tutti i
modi. Senza nessuna esclusione. Perchè sei la ragazzina che
a
diciassette anni mi ha fatto perdere la testa, sei la persona che mi ha
fatto innamorare per la prima volta. Sei quella per cui ho mollato
tutto e ho cambiato vita. Sei la donna che mi ha fatto soffrire di
più al mondo e anche quella che mi rende più
felice. Sei
la proprietaria di due grandi occhi verdi come la luna. E,
sì,
mi sono appena citato. Perchè, cazzo, tu sei la mia musa in
tutto quello che faccio. Sei un maschiaccio in piena regola e mi rubi i
vestiti senza chiedermi il permesso. Ma sei anche la donna
più
bella e sexy del mondo. Sei l'attrice più brava della nostra
generazione. Sì, autocitazione anche qui. Ma lo continuo a
pensare e non cambierà mai. E sei una bomba a letto. Sai
cucinare da Dio e, diamine, mi hai reso padre. Sei la madre di mio
figlio. Di quel piccolo batuffolo che dorme di là e che mi
ha
aiutato a scegliere questo anello. E sarai la madre anche di tutti quei
bambini che arriveranno. E sei perfetta. Con lui, con me. A lavoro e a
casa. Sei la persona più forte e testarda che io conosca e
ti
amo terribilmente. E se mi dici no, sappi che io continuerò
a
chiedertelo ogni giorno della mia vita, a partire da adesso, fin quando
cederai. Quindi, ti prego, sposami Kristen Stewart. Sposami."
Silenzio.
Silenzio rumoroso. Silenzio pieno dei loro battitti furiosi.
"Davvero
me lo chiederesti ogni giorno?" tremava e sorrideva come un ebete.
"Sì.
Ogni giorno" tremava e... tremava.
"Se
ti dico di sì, potresti
continuare a chiedermelo lo stesso ogni giorno fino a quello in cui ci
troveremo davanti all'altare?"
"Sì.
Certo. Prometto di farlo ma, ti prego, adesso di qualcosa
perchè il ginocchio inizia a farmi male"
Scoppiò
a ridere. Come un'adolescente. Felice. Sicuramente più
rilassata di qualche attimo prima.
Certo
che lo avrebbe sposato. E lo avrebbe fatto anche in quel preciso
istante. Forse anche anni prima.
"Che
dici, muovi il culo? Mettimi questo anello che devo sistemare tutta
questa roba"
"Come
rovinare un momento romantico made in Kristen Stewart" sorrise, ormai
divertito e rilassato.
"Sì"
"Sì?"
"Sì."
Quando alle prime luci
dell'alba ci siamo lasciati davanti alle porte
delle nostre camere, rigorosamente separate, non sapevo che dopo poche
ore tutta la calma che mi si era infusa dentro in questi giorni,
sarebbe andata a farsi benedire.
Impossibilitata a
chiudere gli occhi, sono ormai ore che tutta l'ansia
per quel momento tanto atteso riesce a colpire il mio povero stomaco.
Sin da piccola è questo il mio modo di reagire ad ogni tipo
di
avvenimento importante: nausea, vomito, pressione bassa.
Ed è
così che va avanti ormai da ore. E' così che
continuo a camminare su e giù per la mia stanza, sin da
quando
sono iniziati i preparativi per la sposa.
E adesso, con addosso
il mio abito da sposa, non riesco ancora a calmarmi. A calmare la
mente, il cuore... lo stomaco!
E
se vomitassi all'altare? Sui piedi di Robert. Oddio. Così
sì che non mi sposerebbe.
"Uhm. Una sposa tutta
sola e super nervosa, eh?" mi volto. Quella voce. La voce di un'amica.
Di un sostegno.
"Ruth!" mando via il
fiato, chiamandola. Una mano tra i capelli, continuando a torturarli
ormai da ore.
"Non sarebbe stato
meglio legarli? Tra un pò te li strappi"
"E' stato Rob a
chiedermeli sciolti" su e giù. Su e giù.
Probabilmente fossi
stata su una strada avrei già fatto
chilometri.
"Mh. D'accordo. E come
stai?"
"Bene"
"Bene?"
"Sì"
Respira.
E' solo il tuo matrimonio. Stai solo per sposarti.
Con Robert. E con la voglia di vomitare per l'ennesima volta.
"A me non sembra
così bene. Mi hanno parlato di emergenza...stomaco?"
"Ansia. Sai come sono
fatta. Ma davvero. E' tutto ok. Forse, forse
dovrei togliermi questo abito. Respirare, vomitare di nuovo e
rimetterlo. Giusto, Ruth? Ho ragione, no?"
Ride. Era bella, come
sempre e calmissima. La invidiavo terribilmente in quel momento.
"Sai, se non sapessi
che tra pochissimo andrai a sposare l'uomo della
tua vita e che quindi l'ansia ti sta mangiando viva, griderei alla
gravidanza senza pensarci più di tanto"
BINGO
No. Non
poteva essere. Proprio no.
Ma se è 'proprio no',
per quale motivo il mio sangue si è appena gelato
bloccandomi il
respiro a metà torace?
Oh, lo so io per quale
motivo. Lo so
bene. So bene -più che altro me ne rendo conto adesso- che
le
mie amiche rosse non vengono a farmi visita da un bel po'.
Oh merda.
Oh cazzo.
"Ruth, potresti... Mi,
mi vai a chiamare Ellie un attimo?"
"Uhm. Certo. Tutto ok,
Kristen?"
"Si si. Mandami Ellie
però." annuisce prima di uscire per lasciarmi ancora una
volta sola.
Quando anni prima
avevo scoperto di aspettare Daniel, sicuramente la
situazione era molto diversa. Lo abbiamo cercato e, anche se non si era
fatto attendere più di tanto, quei mesi che avevano
preceduto
quel momento in cui mi ero ritrovata con un test positivo in mano erano
stati pieni di pensieri e desideri per un bambino.
Adesso no. Non che non
vorremmo altri figli, anzi. Fosse per Robert
potremmo mettere su una squadro di calcio.
E' che semplicemente
non lo
stiamo cercando. E' che semplicemente scoprirlo in questo momento non
sarebbe proprio il massimo.
"Ehi, Stewart" la voce
della mia migliore amica mi ridesta dai miei pensieri.
"Devi farmi un favore"
scatto come una molla, andandole vicina.
"Sei una figa
pazzesca. Questo abito è pazzesco. I capelli sono
i tuoi quindi sono pazzeschi e sei... stravolta. Ok, che succede?"
"Devi andare in
farmacia"
"Cazzo stai dicendo?"
come passare dalla calma alla confusione in meno di un istante.
"Vai in farmacia"
"Kristen, stai bene?"
mi prende le mani. Scruta a fondo il mio viso. Oh, sì la
stavo facendo preoccupare.
"No. Sì.
Cioè... Ellie va in farmacia e compra un test di gravidanza"
"Cosa?"
"Hai capito"
"Aspetta. Cosa?!"
Oddio, perchè urlava?
"Credo di essere
incinta"
"Tesoro ma
è bellissimo" a questo punto è più che
normale trovarmela stretta a me.
Un sorriso fino agli
occhi e una commozione che stenta a nascondere. E'
sempre così, lei. Incapace di contenere le sue emozioni.
Tanto sensibile e
sfrontata allo stesso tempo. Le voglio bene
così tanto. Ma adesso, adesso ho bisogno che almeno lei
tenga i
nervi saldi.
"Ellie, vai. Ti prego"
"Kris, io sono
felicissima e ti voglio bene ma... Non posso cercare una farmacia
adesso"
"Sì che
puoi. Vai. Avanti."
"No. Forse non te ne
rendi conto ma tra meno di mezzora tu devi essere
sotto. Nel giardino di questa casa. Davanti all'altare. Con accanto
Rob"
"Lo so. E' per questo
che ti devi muovere!"
"Ma sei impazzita?
Devi sposarti. Io sono la tua testimone e, cazzo,
non posso scappare da questa casa in questo momento. E tu non puoi fare
un test di gravidanza."
"Andiamo, Ellie. Sei
la mia testimone, lo hai detto tu. Devi sostenermi."
"Non puoi
semplicemente prendere un respiro profondo, svuotare la
mente. Sposarti e poi magari il test lo fai con Rob. Più
tardi."
Oh, no. Non
è minimamente possibile. Io devo sapere. E devo sapere
adesso.
Scuoto energicamente
la testa, dandole le spalle.
Io voglio sapere se
sarò madre. Di nuovo. Voglio sapere se mi andrò a
sposare
con un esserino in pancia.
Lo stomaco si rivolta
come mai prima d'ora. Nausea, ansia. Forse anche un po' di paura.
"Ok. Ok, ci vado"
"Oddio. Davvero?" fa
segno di sì, impercettibilmente "Grazie grazie grazie
grazie".
La stritolo tra le mie
braccia facendole mancare l'aria. L'ho già detto che
è la mia migliore amica?
"Dopo questa cazzata
però mi giuri che se sei incinta davvero io
sarò la madrina. Altrimenti col cazzo che ci vado"
"Lo prometto. Ora vai"
Non so come riesco
ancora ad essere viva, adesso, con questo bastoncino in mano.
Ho seriamente creduto
che potessi morire di infarto per tutto il tempo in cui ho aspettato
Ellie. Adesso rischio di morire inghiottita dall'ansia.
Aspetto tre minuti,
con in dosso soltanto la mia lingerie bianca. Ad occhi estranei la
situazione potrebbe sembrare più che patetica.
'La
sposa è in ritardo'. Così qualcuno ha
appena urlato fuori dalla mia camera. E lo sapevo. Sapevo bene di
essere in ritardo di ben quindici minuti.
Ma qui, in questo
momento, non posso che fregarmene. Non riesco a non pensare nemmeno per
un attimo al fatto che, probabilmente, questo giorno possa cambiare
doppiamente la mia vita.
Sento squillare un
telefono. I tre minuti sono quasi finiti.
"Kris, è
Rob"
"Mh?"
"Al telefono. E'
Robert."
"Cazzo vuol dire che
è al telefono?"
"Merda, Kris. Ti sta
chiamando. Vuoi provare a connetterti tra gli umani per un secondo?!"
sbraita Ellie. Si spazientisce.
Quasi come se quella a
stare per scoprire se stesse per diventare ancora una volta madre
sarebbe stata lei.
Afferro quel cellulare
dalle sue mani mentre mi lascio scivolare lungo la parete per sedermi
in terra. Dio, mi
starà odiando.
"Sono in
ritardo. Lo so."
"Piccola? Stai bene?"
aveva l'ansia nella voce. Un'ansia quasi pari alla mia.
"Sì. Sto,
sto bene. Davvero, dammi solo due minuti e scendo"
"Ti trema la voce"
"Anche a te".
Certo. Buttiamo pure
il discorso su di lui. Come se non fossi io quella ancora svestita,
seduta sul pavimento a gambe incrociate e con un test di gravidanza in
mano.
"Sai, beh, sto
aspettando la donna della mia vita all'altare da un po'. A dire il vero
la aspetto da tutta una vita" sorride. Ed io lo seguo.
Seguo in quel sorriso
perchè è vero. Ha ragione. Mi aspetta da tutta
una vita. Ci aspettiamo da tutta una vita. Con urla, pianti, gioie e
risate. Siamo così noi. Lo siamo sempre stati e lo saremo
sempre.
Due anime spezzate e
che insieme si son curate. Un ragazzo e una ragazza. Innamorati.
Testardi. Cazzoni. Pronti a farci del male più del dovuto e
ad amarci come se la nostra esistenza dipendesse solo da questo. Ed
è così. Noi dipendiamo dal nostro amore. Un amore
forse un po' malato ma forte più di ogni calamità.
Lo amo. Mi ama.
E amiamo i nostri
figli. Daniel... e quelle due lineette rosa su quel bastoncino bianco.
"Rob?"
"Sì?"
"Mi vuoi sposare?"
ride. Amo questo suono più di ogni altro suono al mondo.
"Oggi per la prima
volta dopo mesi non te l'ho chiesto. Certo, amore. Non scapperei dal
nostro matrimonio per nulla al mondo"
"Mi sposi... anche se
nell'abito da sposa saremo in due?"
"Kris, hai bevuto?"
"Anche se lo
stai venendo a sapere di nuovo per telefono?"
"Ma che cazzo..."
"Anche se sarai di
nuovo papà e l'ho scoperto due minuti prima di sposarci?".
Trattiene il respiro.
Ed io con lui.
Lo amo. Mi ama.
La paura. La paura ha
una definizione ben precisa. Ed io l'ho sperimentata abbondantemente
nella mia vita.
Ma in questo momento,
mi rendo conto che aver paura significa aprirsi ad una liberazione
capace di farti volare il cuore fuori dal petto.
Aver paura significa
passare dall'inquietudine alla pace in un batter d'occhio.
Ma allora, allora
perchè ci si continua a spaventare o ad avere ansia?
E' più
facile di quello che si possa pensare. Lo si fa per godere a pieno quel
momento di gioia che la sussegue.
"Adesso voglio
sposarti più di prima"
In case you just want to come
home
fine.
Grazie. Forse è
l'unica parola che si possa dire in questi casi. Forse anche la
più banale. Forse anche la più bella.
Un grazie enorme a tutti
voi che avete letto. Siete stati pazienti e non avete esagerato con le
minacce, nonostante il ritardo con cui arriva questo epilogo. Siete
stati grandiosi.
Grazie a whatsapp.
Perchè sappiate che senza di lui questa storia non sarebbe
esistita, in particolar modo questo epilogo. La prima parte
è tratta da vere conversazioni sclerotiche e spropositate
tra me e Rosa. Quindi, sì, adesso sapete quanto siamo
davvero psicopatiche.
Grazie a Demi. Senza di
lei non avremmo avuto il titolo perfetto ad ogni capitolo e soprattutto
non avremmo avuto il titolo della ff stessa.
Grazie alla musica che
nel bene e nel male, con lacrime e risate, ci ha accompagnate nella
stesura di questo racconto.
Grazie a due persone, due
ragazzi, due folli, due barboni, due coglioni. Chiamateli come volete,
amateli, odiateli ma senza di loro nulla ci sarebbe stato.
Rosa dice di voler
ringraziare me. Beh, io ringrazio lei. Un po' piangendo e un po'
ridendo, in questo momento, posso solo dire che anche io, grazie a lei,
ho la mia Ellie.
Grazie. Semplicemente
questo.
Helen & Rose.
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