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Autore: DouglasSpunk    24/03/2014    1 recensioni
Le persone hanno paura di tutto: dell'amore, della morte, delle malattie, di soffrire, dei cani, degli squali, della velocità; perfino delle farfalle. Si ha paura di sbagliare, di provare qualcosa, di perdere qualcuno a noi caro. Paura. La paura ci spinge a fare scelte. Chi ha paura, di solito, sceglie di non vivere. Non completamente, comunque. Io, Kristen Stewart, non esulavo da quella definizione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo

A due barboni, forse troppo coglioni per amarsi alla follia ma impossibilitati dal non farlo.
E a Rosa, piccolo grande fiore guerriero in un mondo di spine. Ti voglio bene.








Epilogo
In case you just want to come home







- Ho appena passato la notte migliore della mia vita -
- O.O Ti rendi conto che sono nella stanza accanto a fare la colazione e mi scrivi su whatsapp? -
-Beh, tu mi stai rispondendo.-
-Fammi cucinare.-
-Uh, non solo la notte migliore della mia vita ma anche il Natale migliore della mia vita-
-...Il sesso migliore della mia vita-
-Non lo dici solo perchè non scopavi da due anni, vero? ;)-
-Pattinson, non montarti troppo la testa con questa storia -.- -
-Il sesso migliore, eh?-
-Decisamente-
-Molla la colazione. Sai che la mia erezione mattutina può essere anche migliore di quella notturna? ;)-
-...'Fanculo i pancakes. Arrivo. Ho già tolto gli slip-




"Oddio Kristen, che bello rivederti a casa nostra!"
"Ciao, Claire. Mi siete mancati anche voi"
"Mamma. Smettila di soffocarla."
"Oh, sta zitto. La sto solo abbracciando. Vuoi un caffè o una tisana, cara?"
"Sono a Londra, preferirei un tè"
"Arriva subito. Che bello riavervi insieme!"
"Sono geloso."
"Rob?"
"Oh adesso son tornato a non contare di nuovo un cazzo. Ci stai te. Kristen di qua, Kristen di là."
"Come ai vecchi tempi"
"Già"
"Ammettilo che la cosa ti piace"
"Mi piace più del lecito"


"Oh Signore benedetto!"
"Ciao, Tom"
"I Robsten insieme. Il mondo ha ripreso a girare!"
"Tom. Smettila."
"Zitto, Pattinson. E dammi questo scricciolo per qualche minuto. Devo stringerla di brutto"
"Aw. Mi sei mancato davvero"
"Visto? Io non conto più niente"
"Sei ubriaco?"
"No"
"Drogato?"
"No?"
"Hai scopato con qualcuna che non sia lei?"
"Spero di no..."
"Ovvio che no!"
"Ok. Allora il mio lavoro è finito. Hai ragione, non conti più un cazzo."
"Ma"
"Vai a vedere mio figlio, sù."
"Kris.."
"Va. Tranquillo, non ti tradirei mai con Tom"
"Vorrei ben dire"

"Cavolo"
"Cazzo, piccola. Puoi dirlo, sai? Cazzo..."
"Cazzo"
"Eh"
"L'hai preso davvero seriamente quel 'Sì', eh?"
"Decisamente."
"Grazie comunque"
"Di cosa?"
"Per tante cose. E perchè mi stai facendo recuperare due anni di arretrati"
"Oh, il piacere è tutto mio"
"...e anche mio. Decisamente"
"Che pervertita."
"Ah, io? Io sarei la pervertita? No dico, hai notato dove siamo?"
"E' la mia stanza e allora?"
"E' la tua stanza, esattamente. E sotto ci sono i tuoi"
"Abbiamo fatto piano. Più o meno. E poi non è mica la prima volta che lo facciamo qui"
"Eravamo dei ragazzini, una volta. Dai"
"Beh, vorrà dire che dobbiamo comprare casa"
"Qui?"
"Dove vuoi tu. Scegli un posto e ci andiamo a stare"
"... Mi piacerebbe avere una casa a Nothing Hill"
"Perfetto. Domani iniziamo a cercarla"
"Ti amo"
"Oh, no. Sono io ad amare te"

"Mi dispiace che tu l'abbia messa in vendita. E' bella."
"Tu sei bella. E questa è solo una casa. In cui ho passato solo brutti momenti, quindi..."
"Ok. Capito"
"E poi casa nuova è più bella. Dovrebbero finire i lavori entro qualche mese e poi possiamo definitivamente andarci a stare"
"Vivere a Londra. Wow"
"Non ti mancherà Los Angeles?"
"Ci son già stata lontana per tanto tempo. E... No, credo di no. E poi ho te. E amo Londra"
"Mh. Qui ci resta sempre la casetta a Malibu"
"Vacanze sotto il sole della California, babe"
"Non chiedo di meglio"

"Amore, dove sono i miei occhiali da sole?"
"Quali?"
"I Ray-ban. Oh, non fare la finta tonta. Li hai usati tu, ieri"
"Giuro che non so dove si trovano"
"Ho l'aereo tra due ore, Stewart. Caccia fuori questi occhiali"
"... Non andare"
"Amore.."
"Ti ho ritrovato solo un mese fa e tu ora vai in Marocco!"
"Ho firmato questo contratto prima che tu tornassi. Io.."
"Ok. Lo so. E' il tuo lavoro."
"Il nostro lavoro. Anche tu hai accettato un sacco di film per i prossimi mesi"
"Non in Marocco"
"Senti, se hai intenzione di rinfacciarmelo per tutto il tempo, rinuncio e me ne prendo le responsabilità"
"Sta zitto. Non te lo chiederei mai"
"Ecco perchè ti amo"
"Mh. Gli occhiali. Secondo cassetto del comò."
"Grazie"
"Sì, ma IRIE resta qui."

-Ho chiamato a Londra. Stanno rifacendo i bagni. Sei convinto della scelta delle mattonelle, vero?-
-Verdi. Belle. Come i tuoi occhi. Convintissimo :) -
-Hai paragonato i miei occhi alle mattonelle del bagno -.-  -
- Un bagno nuovo, però. Della nostra nuova casa -
- Sta zitto -
- Sei uscita con Alicia due giorni fa-
- Che fai mi cerchi su google, ora? -
- Sta zitta tu. Piuttosto, Stewart, quelle tette? -
- O.O Cosa? -
-Hai le tette grosse. Devi dirmi qualcosa?-
- Non sono grassa! -
- Incinta? *__* -
- .... -
- Kristen -
-Cosa?-
- Sei incinta?-
- Devo andare. Ci sentiamo dopo -
- STEWART! -
- Oh, non urlare per sms! E comunque, non ti direi niente per telefono -
- E se ti ricattassi? Col sesso. Funzionerebbe anche per questo o ci rinuncio a priori? -
-Io? Col sesso? Ma va va -
- Sesso. Quella cosa che non facciamo da 20 giorni. 20 lunghissimi ed estenuanti giorni T_T -
- Va bè. Sì. Ciao, Rob -

-Oh, Rob, sai chi è incinta?-
-Tu?-
-Falla finita-
-Era per dire. Chi è la fortunata?-
-Christina!-
-Ma va? Cazzo faccio pena. Io non ho ancora fatto centro-
-Beh..-
-Beh?-
-Beh.-
-Sei diventata una pecora? Kristen. Ti odio. Beh?-
-Mi hai dato della pecora? Però l'ultima volta mica ti è dispiaciuta la pecora. Eh-
-Battute squallide mode on? La cosa non ti si addice, sappilo-
-Ammazzati-
- Dopo di te. Con tanto amore-
-Dopo di me? Col cazzo. Altro che amore-
-Con quale cazzo? Se è il mio ok, altrimenti...-
-Quello finto di Alicia. Ciao. Addio-
-Ti mollo. Anni di amore, sofferenze e sesso spettacolare finiti in frantumi su whatsapp. Sappilo-
-Rob?-
-Cosa?-
-Mi manchi-
-Anche tu. Non uscire con lei...-
-Con chi dovrei uscire? Sola? I paps mi odiano, nonostante tutto. Quasi mi facevano cadere-
-Sanno della casa, eh?-
-Sanno tutto. Però non sanno la cosa più importante-
-Che mi ami follemente come il primo giorno? Tranquilla, quello lo sanno tutti -
-... che forse hai fatto centro mica lo sanno-
-... se nessuno me lo dice non lo so nemmeno io-
-Magari quando torni a casa-
- Devo davvero aspettare? Credo sia fuori discussione-
-... allora torna prima-
-Spacco la faccia a J.Franco e torno-
-Bravo. Fai il Rambo della situazione e poi torna da me. Presto. Perchè mi sono dovuta innamorare di te? Sei sempre impegnato-
-Disse la ragazza, forse gravida, che girerà tre film in due mesi-
-...-
-Non devo pensarci adesso, vero? Altrimenti do di matto-


-Anche stamattina mi son svegliata senza di te. Stronzo-
-Io no. C'era una bella bionda vicino a me-
-Dimmi almeno che è la Kidman-
-Nono, troppo vecchiotta. Mi piacciono giovani-
- Oh, guarda un po' a me piacciono over-
-Devo chiamare Dylan o Camille?-
- Facciamo che chiamo tua madre e ti uccide lei o ti basto io?-
-Mi manchi anche tu-
-Oh tu a me per niente. Sai la pacchia di notte in un letto così grande solo per me-
-Big Rob non ti manca? Sento odore di bugia persino da qui-
-Big Rob ha fatto fin troppo negli ultimi periodi. Bastano e avanzano le mie nuove tette grosse a tenermi compagnia-
-Tette grosse. Dio... Vieni qui!-
-No, non ci vengo lì. Non me le faccio tutte quelle ore di aereo-
-Neanche per me? Per le mie coccole?-
-Ne avrei bisogno. Davvero. Così tanto-
-Piccola? Ti amo-
-Mh. Lo spero bene. Serve proprio che tu mi ami per il resto della tua vita ormai-
-Non chiedo di meglio :* Aspe, ma perchè?-
-Non potresti amarmi per il resto della tua vita senza fare domande fino al tuo ritorno?
-... no?-
- Sei un bambino. Ecco cosa sei. Io ce l'ho già un bambino: te-
- Non sono un bambino! Nostro figlio lo è -
- 'nostro figlio'. Suona bene, vero?-
-Fottutamente perfetto-
-La cosa migliore del mondo forse-
-E' nostra. Ovvio. E comunque l'ho capito. Voglio solo sentirtelo dire da vicino-
-E io voglio solo baciarti come se non ci fosse un domani, dopo avertelo detto-
- Non vedo l'ora di sentirlo allora-

-Domani torni. Domani torni. Domani torni-
-Domani torno. Domani torno-
-Posso fangirlare per questo?-
-Anche se non so cosa significa ma comunque puoi-
- Pattinson -.- Come fai a non sapere cosa significa? Sei in dietro, tesoro mio-
-Mica posso stare avanti ;)-
- Idiota -.- -
-Oh quanto amore *_* -
-Porterò qualcuno dentro per 9 mesi e lo espellerò da un buchino minuscolo. Questo per colpa tua. Ti basta come atto d'amore?-
-Cazzo se mi basta!-
-Ecco bravo.-
-ODDIO DOMANI TORNO!-
-DOMANI TORNI-

"Amore"
"Oddio sei qui"
"Sono qui"
"Ti  prego metti la tua mano sull mia pancia o rischio di impazzire"
"Dillo"
"Ti amo"
"Ti prego. Dillo. Ti prego"
"...Auguri, papà"
"No, dai. Dillo davvero. Dillo bene."
"Aspetto un bambino, siamo incinti, la pagnotta è nel forno, saremo genitori, sarai il papà più figo del mondo.. Cosa vuoi che ti dica?"
"Ti amo"
"Fa l'amore con me"

"No, quindi mi stai dicendo che praticamente ero l'unico a non saperlo"
"Amore..Dai"
"Ma quale 'dai'. Oh, ma per favore"
"E poi lo sapevi, lo avevi capito."
"E che c'entra?"
"Sai, non ho fatto toccare la pancia a nessuno. Volevo che fosse una tua esclusiva"
"Davvero?"
"Assolutamente, sì"
"Oh, piccolino, quanto amo la tua mamma? Mh? Quanto?"
"Adesso mi rincoglionisce pure il fidanzato"

"Vomitooo"
"Non sulla mia macchina, Stewart. Non sulla mia macchina."
"Accosta!"
"Non posso qui."
"Allora mi dispiace per la tua mac-"
"..Oddio... Kris... Cazzo."

"Ti rendi conto che sei incinta, vero?"
"Hai detto bene. Incinta. Non malata. Quindi posso lavorare"
"Si vedrà la pancia"
"Sono al terzo mese. Non si vede niente. Rob, non mi stressare!"
"Sei tu che stressi me. E mio figlio"
"Tuo figlio? Lo hai fatto da solo?"
"Io.."
"Oh, già che ci sei partoriscilo tu. Fottiti"
"Kristen"
"Ho detto fottiti. Vado a lavoro"

"Benvenuta a casa!"
"Oddio è bellissima"
"E non hai ancora visto l'interno.."
"Hai messo le nostre foto dappertutto, vero?"
"Certo. E c'è anche una sorpresa in camera nostra!"

"Amo Londra"
"Solo perchè riusciamo a fare sesso con il camino acceso ad Aprile?"
"Ammetterai che questo è un punto a favore."
"Lo è"
"E poi non riesco a farlo in camera nostra. Quella foto è gigantesca!"
"Ma siamo noi. Qual è il problema?"
"Appunto. Siamo noi. Avevo 18 anni, i capelli sparati in aria e tu mi reggevi per il culo"
"Il photoshoot migliore di sempre"
"Solo perchè mi toccavi il culo e nessuno poteva dirti niente"
"Eravamo fighi. E la scimmia aveva le corna"
"Robert. Dai."
"Che c'è? E' vero. Amore di papà, se penso che se io non avessi visto la mamma in quel film a quest'ora tu saresti figlio di una scimmia, probabilmente"
"Oddio io e Mike genitori. No grazie"
"Oh, non dirlo nemmeno!"


"Dottoressa, qui non se ne può più. Fanno le scommesse!"
"Chi scommette, scusa?"
"Ragazzi mi dispiace ma non vuole proprio girarsi. Forse vuole farvi una sorpresa"
"Su mtv. Hanno messo un sondaggio"
"Oh ma stanno scommettendo sul sesso di mio figlio in mondovisione??"
"Qui abbiamo finito, Kristen. Il prossimo mese sarà l'ultima e poi si nasce"
"Oh ma io chiamo Josh!"
"Grazie Dottoressa. E' meglio che la porti a casa prima che mandi giù l'intera clinica"



"Mh... A me piace Alison"
"Alison? Come la pazza col cappuccio rosso? No grazie"
"Melany?"
"Oh, che schifo."
"Se fosse un maschietto..."
"Daniel"
"Daniel?"
"Daniel Thomas Pattinson e non si discute"
"Mi inchino a voi, vostro onore. Non discuto"
"Ecco bravo. Vammi a comprare del gelato"

"Ma l'ho comprato ieri. Vaniglia"
"Scusa ,ma per chi mi hai preso? Ti sembro la fidanzata di Christian Grey?"
"No. Di Pattinson. Meglio, no?"
"Variegato al cioccolato. Zitto e vai"

"Oddio sta succedendo davvero"
"Credo... credo... Chiamo Tom"
"Cosa?"
"Chiamo... Non devo chiamarlo?"
"Pattinson, sta per nascere tuo figlio e tu chiami Tom?"
"Ok non lo chiamo"

"Tom. Urla da quattro ore"
"E io cosa dovrei farti per telefono?"
"Tranquillizzami. Son scappato dalla sua stanza. Capisci?"
"Sei un coglione del cazzo. Vai in quella fottuta stanza e goditi questi momenti, Pattinson"


"Ok, Kristen, ci siamo. Quando arriva la prossima tu spingi con tutta la tua forza"
"Quella che mi è rimasta. Rob?"
"Piccola? Sono qui..."
"Dammi... Dam- AHAAAAAAAAAAA"
"Brava, Kristen. Coraggio.."
"Oddio oddio oddio.. Non ce la faccio. Datemi un cesario, un antidolorifico. Qualunque cosa.."
"Non possiamo. Lo sai. Dai che sta arrivando l'altra..."
"Che siamo contenti"
"Amore"
"Zitto. Sta zitto. Maledetta a me e a quando ti ho detto quel sì. ODDIOMIO SANTISSIMO"
"Sei brava, amore, sei brava"
"Baciami la fronte. Per favore, Rob, baciami la fronte"
"Shsss. Non piangere. Certo che ti bacio la fronte"
"Avanti che alla prossima potrò ufficialmente proclamarvi genitori"
"Ti amo"
"In questo momento io no. Ma non muoverti dalla mia front-EEEEEEE"
"Ci siamo, ci siamo.Ohooo... Finalmente questo cucciolo ha visto la luce. Congratulazioni, ragazzi."



3 anni dopo. POV Rob

"
Papà"
"No"
"Ti prego"
"Ho detto no"
"Peffavoreeee" Quanto può essere irritante la voce dei bambini di tre anni, alle 5:30 di mattina? Io lo so. Tanto. Sento un movimento sul piumone su di me. Un peso leggero che schiaccia sulle mia gambe e inizia l'arrampicata fino ad arrivare ad un centimetro dal mio viso. Serro gli occhi con forza.
'Avanti, Rob, torna a dormire.'
"
Papi"
'Lui non ha davvero bisogno di te'
"Uff"
'Torna a dormire'
"
Eddaiiiii"
"O Daniel, perchè non rompi un po' a mamma anzichè rompere a me?"
"Perchè lei domme!" apro gli occhi cercando di fare il mio sguardo migliore di disappunto ma lo spettacolo che mi ritrovo davanti è il più bello del mondo. Quello che osservo ogni mattina da più di tre anni.
Il mio meraviglioso bambino in pigiama con i suoi occhioni azzurri fissi a scrutarmi.

"Dormivo anche io, sai" mi giro facendolo sistemare meglio sulla mia pancia "e vorrei continuare a dormire, posso?"
"Pecchè?"
"Perchè ho sonno?"
"E pecchè?"
"Perchè stanotte non ho molto dormito"
"E pecchè, papà?" Perchè io e tua madre non facevamo sesso da tre giorni e il suplizio era durato fin troppo.
"Perchè? Eh. Perchè, Daniel.. Perchè... Perchè non vai giù e guardi i cartoni?"
"Ma io voglio sapeeereee" salta sulla mia pancia come fosse un tappeto elastico. Dio, che male.
Questa piccola pulce, tanto uguale a me quanto irritante, riempie i nostri giorni da parecchio tempo ormai. Il nostro tesoro più grande, l'amore incondizionato fatto persona, il sole delle nostre vita. Lui è il nostro tutto. La nostra famiglia era tutto. Noi eravamo il tutto.
Ancoro le mie mani sui suoi piccoli fianchi cercando di bloccarlo e lo faccio ricadere sul petto, rubandogli una risata.
"Eddaiii liberamiii"
"Shss." poggio un dito sulle mie labbra a mò di silenzio e sussurro "L'hai detto pure tu. La mamma dorme"
Sposta i suoi occhioni sulla schiena di Kristen e rimane a scrutarla per un po'. Come se la stesse studiando, piega la testa di lato spostando la sua vista su ogni dettaglio del modo di dormire della sua mamma. Poi prende il mio viso e lo strizza tra le sue piccole manine.
"Pecchè domme sempre così?" alzo un sopracciglio divertito notando la sua posizione. Pancia in giù, capelli che le coprono il viso e aggrappata come un koala al cuscino.
"Nun lu su." ancora con le guance strizzare dalle sue mani, Daniel si avvicina al mio viso per lasciarmi un bacino al centro tra le mie sopracciglia. Sorrido, contento che anche per stamattina ho ricevuto il vero buongiorno di mio figlio.
"Tesoro, torna a dormire. E' prestissimo." fa segno di no con la testa. "Vuoi dormire qui con noi?" mi scruta profondamente. Probabilmente l'offerta deve essere parecchio allettante se ci sta pensando così tanto. Chiude gli occhioni per poi riaprirli di botto e fare ancora segno di no.
"Ok. Che vuoi fare allora?"
"Oggi prendiamo la bacca, papà?" 5.30 del mattino e qui davvero si pretende di fare conversazione con un bambino di tre anni? Anche no.
"Sì, Dan. Prendiamo la barca. Dormi ora"
"No." alzo gli occhi al cielo mentre sento Kristen muoversi lievemente accanto a me.
"..e, e vengono i nonni?"
"Sì. "  prendo la piccola peste  di peso adagiandola accanto a me, sperando che a contatto con il cuscino avrebbe ceduto. Chiudo gli occhi stringendolo a me e beandomi del suo profumo. Quanto lo ama.
Conto mentalmente dieci secondi. Silenzio. Forse sta davvero cedendo. Sorrido, soddisfatto di me stesso e contento di avere ancora due ore piene di sonno davanti a me.
Poi mi alzerò  prima di Kristen e sistemerò le ultime cose prima di partire. Sì.

"Anche nonna Jules?"
"Daniel!"
"Sh. Domme lei, papà" ah, pure? "Ma... pecchè tu poi dommi in un'altra casa?"
"Eh?"
"L'ha detto nonna. Pecchè... aspe, ha detto lei che porta... fortuna o sfortuna. No mi ricoddo" non ho tempo di rispondere che qualcuno si gira di botto nel letto puntandomi un dito contro.
"Tua madre può scordarselo" ecco. Appunto.
 E' bella. I capelli arruffati, gli occhi semi chiusi, l'aria di una incazzata e la voce eccitantemente roca. E' dannatamente bella. Ed è mia.
"L'ha detto nonna Jules" sussurra il piccolo con la testa sul mio petto. Oh. L'ha detto nonna Jules.
"Ah."
"Già, ah. Direi quindi che tua madre può anche scordarselo" le rivolgo il mio miglior sguardo di finto disappunto.
Sbuffa, tremendamente tenera, quando con una mano tra i capelli getta la testa pesantemente sul cuscino. Ridacchio. Felice. Forse più di quanto lo ero stato in questi anni.
Nella mia vita sono stati davvero tanti i momenti in cui ho detto 'non potrò mai essere più felice di così'. Perchè? Semplicemente perchè ogni momento successivo finiva per rendermi ancora più felice.
Ed ognuno di questi istanti prevedeva lei. L'essenza del mio essere. L'unica ragione della mia esistenza.
Era lei, la prima volta che l'ho vista. Era lei al nostro primo bacio. Era lei la nostra prima volta. Era lei quando mi scelse. Quando mi disse ti amo come se fosse la confessione più preziosa del mondo intero e lo era. Era quando siamo andati a vivere insieme. Era lei, orgogliosa, ad ogni mio nuovo film. Era lei quando è tornata e quando l'ho odiata. Era lei quando le sue labbra si erano riappropriate delle mie, dopo anni. Era lei quando aprii gli occhi in quel dannato ospedale. Era lei quando ci ritrovammo per sempre e quando mi disse sì. Quella sillaba che ci portò Daniel. Era lei. E' lei. E lo sarà per sempre.
Protagonista assoluta della mia vita.
"Mamma"
"Mh?"
"Ho fame" seriamente, come diavolo fa ad essere così pimpante all'alba?
"Se invece vieni qua, ti stringi alla tua mamma che è ancora tanto stanca e dormiamo?"
"Amore, c'ho già provato. Non attacca"
"Ma io non mi chiamo mica Robert Pattinson e non sono mica il papà" sbruffona.  "Dai, Dan. Vieni qui"
Di tutta risposta il mio piccolo si stringe ancora di più a me facendo segno di no con la testa e marcando il concetto "Ho fame". Semplice. Lineare. Ed irrimediabilmente irrimovibile.
"Visto? Stewart, non sei poi così convincente come credi" è terribilmente sexy chiamarla per il cognome ma lo è ancora di più quando lei fa lo stesso.
 Per di più in un sussurro accompagnato da una lieve carezza del suo naso su tutto il profilo della mia mascella. Oddio, questa carezza non ha proprio niente di casto.
"Pattinson, a dire il vero stanotte mi sembravi molto convinto di me, sai?" un bacio, all'angolo della mia bocca. Umido, eccitante. Nel suo pieno stile.
"Mh. Ho tuo figlio sopra di me. Smettila"
"E dov'è tutto il tuo autocontrollo?" un sussurro. Un altro bacio, sul collo.
"...E', è andato a farsi fottere quando t'ho conosciuta" un altro po' e potrei iniziare a gemere "Quello che stai facendo...è..." la sua lingua dietro il mio orecchio. Non può. Proprio no. "è perverso. Ho... Dan.."
"Papà" appunto.
"Daniel, amore di mamma, vai giu? Guarda i cartoni e io tra poco ti raggiungo e ti preparo il latte"  respiro profondamente non appena mio figlio si sposta avvinghiando le sue mani sul viso della madre.
"Tu fai presto, vero?" Kristen fa segno di sì con la testa. Così come ha fatto poco prima con me, posa un bacino tra le sopracciglia e poi, gattonando sulla mia pancia -conficcando le sue ginocchia sulla mia pancia, per l'esattezza- sguscia fuori dal letto e con i suoi piedini corre via.
"Ma secondo te perchè ci bacia sempre lì ogni mattina"
"Fissazioni da mini-Pattinson"
Con un solo gesto me la ritrovo a cavalcioni su di me. La sua fronte accozzata alla mia. I nostri respiri non più separati. Come può farmi questo effetto dopo tutti questi anni?
"Ti amo"
"Ti voglio" rido arpionando i suoi glutei.
"Davvero stanotte non ti è bastato?"
"Due volte a letto e una in doccia. Fammici pensare. No."
"Dio, perdonami perchè sto per sposare una ninfomane" le sue labbra in un attimo sulle mie. Nessun freno, nessun timore. Solo lussuria e tanta tanta lingua.
"Non, non possiamo" bacio "non posso" altro bacio "Dan.. No, Kristen"
"Mi stai davvero rifiutando?" si ferma fissando il suo verde nei miei occhi con un sopracciglio alzato in segno di disappunto.
"No?" sorriso impertinente e via di nuovo all'attaco. Cazzo, se la voglio. L'avrei sempre voluta. Ancora e ancora e ancora. Ma...
 "K... amore, a che ora abbiamo il traghetto?"
"... alle 8" porta le mani ai bordi della sua maglia e fa per togliersela.
"Ok. No. Ferma"
"Rob"
"Sh"
"Ma"
"Ho detto stop"
"Che palle sei?" eh. C'ha anche ragione. Ma mi rifiuto. Al pensiero di farlo con nostro figlio sveglio a pochi metri di distanza... No.
Sbuffa. Come una bambina a cui è stato appena negato il giocattolo più bello. Beh, effettivamente.
La stringo a me con un braccio, cercando di non ridere per il broncio che ha appena messo sù. Terribilmente buffa e dolce. Terribilmente Kristen.
"Kristen, non fraintendermi, io ti desidero" a quelle parole si gira a bocca aperta.
"Oh, fantastico. Feeling like Bella Swan" le schiocco un bacio sulla guancia cercando di non ridere.
"Ehi Bella Swan, torna in te. Tuo figlio sta sotto. Sveglio. Credi davvero sia il caso?"
"Io credo solo che quelle di stanotte non possono essere state davvero le nostre ultime volte da non sposati. E' assurdo"  
Oh, lei è assurda. Per come la vedo io, fare l'amore con mia moglie -a tutti gli effetti- sarà  la cosa migliore del mondo. Altro che ultima volta da non sposati.
"Se vuoi ti prometto che prima di domattina troveremo un posto per una sveltina"
"Davvero?" i suoi occhi accesi, pieni di speranza. L'ho già detto che sembrava una bambina?
"Se ci tieni così tanto..."
"Grazie" un piccolo bacio a stampo e un sorriso stupido stampato in faccia. Ecco. Ci voleva così poco.
Allunga il braccio sul comodino per prendere un elastico per i capelli. Li raccoglie alti, mi regala un altro sorriso e fa per alzarsi.
"Aspetta. Vieni qui" la blocco per i fianchi per farla ricadere su di me. "Guardami negli occhi"
Verde. Era il mio colore preferito da ormai tanto tempo. "Vuoi...ecco, si. Beh..."
"Rob. Cosa?"
"Devo farti gli auguri?" lo avevo detto velocemente. Quasi vergognandomene.
"Tu vuoi che io li faccia a te?"
"Beh, no"
"Beh, nemmeno io. Non abbiamo mai festeggiato S. Valentino. Ci sposiamo addirittura il giorno dopo della festa degli innamorati. Scusa ma niente auguri."
"D'accordo. Non credi che stiamo sfidando la sorte?"
Forse -e dico forse- sposarsi il giorno della festa dei single è un po' un affronto, no?
"Io credo solo che ti stai cagando in mano"
"Oh sta zitta!" le scaglio un cuscino addosso nello stesso momento in cui scappa via.
 Sorrido, consapevole che l'ansia sta iniziando ad attanagliarmi con qualche ora d' anticipo.


Riuscire a contenere la 'furia Daniel' durante il breve viaggio sul traghetto si è rivelata un'impresa piuttosto ardua. Ha la capacità di sfuggire alle braccia di ben sei persone mentre corre da un punto all'altro del pontile. Soltanto dopo averci visto arresi e sfiniti sui sedili del traghetto si era deciso a venire davanti me e sua madre con il fiatone. Uno sguardo pentito, un sorriso e ciao ciao voglia di rimproverarlo.
Devo ammetterlo, non sono in grado di fare il muso duro. Non so farlo a quei due occhi verdi che mi hanno totalmente soggiogato anni prima, figurarsi se posso anche solo credere di riuscirci con quegli occhi azzurri, tanto simili ai miei, del mio bambino.
E' così che funziona nella nostra famiglia: io reggo un minuto, Kristen fa la dura. E giuro, ci crede davvero in ogni singolo rimprovero. Crede nelle sue capacità di farlo ubbidire e fargli capire dove sbaglia.
Lei ci crede, certo. Quando però Daniel inizia a guardarla fissa negli occhi, senza nemmeno sbattere le palpebre, lei prende un respiro profondo cercando di non far cadere la sua maschera severa.
Fissa per un attimo il mio sguardo per poi tornare su quello di nostro figlio. Silenzio. Poi sbotta sotto voce 'Voi e i vostri dannati occhi'. Gira i tacchi e scrolla via la rabbia a tempo zero.
Sì, quella piccola pesta può tranquillamente rivoltarci come calzini. E cosa ancora più grave? Non riusciamo ad impedirglielo.

Quando arriviamo sull'isola mi sento come trasportato indietro nel tempo. Alla prima volta in cui vi sono stato insieme a Kristen. Il nostro primo capodanno insieme. Sembra ieri ma non lo è.
Decisamente no. Decisamente siamo adulti, adesso. Decisamente abbiamo fatto un bel po' di casini. Decisamente abbiamo corso ai ripari.
E probabilmente fare un bambino è stata davvero una banedizione per rinsaldare in maniera totale il nostro rapporto.
Certo, quando avevo chiesto a Kristen di fare un figlio e lei mi aveva risposto con un semplice 'Si' -finalmente-, non mi aspettavo di fare centro quasi al primo colpo. E invece è successo.
Abbiamo davvero creato la cosa più bella del mondo.

"Rob, quando pensi di tornare tra noi con la testa e dare una mano con i bagagli?" gracchia mia madre alle mie spalle.
"Scusa. Stavo solo..."
"Claire, lascialo perdere. Sta così da quando ci siamo svegliati" mi passa accanto Kristen con Daniel in braccio ormai addormentato.
"Però se almeno ti dai una svegliata e porti dentro casa qualcosa non sarebbe un reato, sai?"
"Facciamo le spiritose?" prendo un borsone e quando la raggiungo a passi veloci, le mollo una pacca sul sedere.
Blocca i suoi piedi a terra, ormai davanti l'entrata di casa e mi rivolge un sorriso alquanto divertito.
"Smettila"
"Di toccare una mia proprietà? Non credo succederà mai, moglie" mi abbasso alla sua altezza e, ghermendole con la mano libera il mento tra pollice e indice, mi riapproprio di una cosa per la quale sarei potuto morire e risorgere ogni giorno: le sue labbra.
Tanto dolce, tanto lento... tanto amore. Petali che si sfiorano, esattamente come la prima volta.
"Non sono ancora tua moglie" mormora. Ancora, le sue labbra sulle mie.
Quelle cinque parole, soffiate appena, provocano uno sfioramento che non fa altro che ricordarmi di dover trovare un attimo di pace solo per noi, prima di domani.
Respira, Rob. Molto profondamente.
"Tu sei mia moglie dalla prima volta che ti ho vista"
"Da quando mi hai trovata sul letto di Catherine?" ridacchia.
"No. Da quando cantavi con una chitarra in mano dentro la tv di Tom".
Sposto le mie labbra sulla sua fronte. Adoro lambirgliela. Forse è proprio questo il gesto, il bacio simbolo del mio amore spropositato.
Un sentimento così grande in un gesto così tenero. E lei lo adora.

"Chi mi ha nominato? Oh, per favore. Smettetela di essere così sdolcinati già da ora!"
"Ciao, Tom. Zitto, Tom. Va via, Tom"
"Quanto amore per il tuo testimone di nozze"
"Porto Daniel a riposare nella sua stanza" ridacchiò, il mio amore.
Annuisco, quasi incantato, mentre la vedo allontanarsi sulle scale. E' bella. Sono belli. Mollerei tutto per seguirla e farla mia. Adesso. E lo farei davvero se non ci fosse quel coglione del mio migliore amico accanto a me in questo preciso istante.
"Dove hai mollato il resto della tua ciurma? Mi mancano."
"Uhm. Anche Sienna?"
"No. Lei un po' meno dei cuccioli" preciso, scherzando di rimando. Non vedo quelle due pulci da troppi giorni. Marlowe ormai è proprio una signorinella. Un vagone di dolcezza e e scaltrezza  concentrato in sette anni di pura gioia. Vederla crescere è la soddisfazione più grande per i suoi genitori. E anche per lo zio Rob e la zia Kris.
Adoro vederle insieme. Kristen ha ripreso i rapporti con lei quasi subito. Far capire a Marlowe chi fosse, dopo quei due anni di assenza, non è stato facile. Le avevo sempre parlato di lei. Di quanto le avesse voluto bene dal primo giorno in cui l'aveva vista. Ma la zia Kris restava sempre un'entità astratta fin quando era tornata ad essere il centro della mia esistenza.
Adesso sono inseparabili. Passano insieme ogni momento che hanno a disposizione e so che la vicinanza a Kristen sta sviluppando in Marlowe un processo tanto complesso quanto magnifico: la stewartizzazione.
Se Sienna è una patita di moda e tutto ciò che concerne quel mondo, Marlowe odia anche solo indossare un abito. Vuole jeans, jeans e ancora jeans. Niente calze o gonne. Niente ballerine o scarpette eleganti. Inizialmente Tom ha attribuito tutto alla predominanza del suo gene: trasandato e amante della comodità. Poi, quando per Natale, ha espressamente preteso un paio di vans e un berretto con 'una frase bella bella' -cito testualmente-, abbiamo iniziato a comprendere come stanno davvero le cose.
Kristen, dal canto suo, si è sentita tremendamente in colpa. Non riesce a concepire che una bambina possa prendere ad esempio qualcuno che non è la sua mamma. Ma io so che dentro di lei, segretamente, riesce a sentirsi anche un briciolo soddisfatta di questo.
Orlando ha quasi quattro anni. Come previsto, la sua iniziale somiglianza col papà non lo ha abbandonato. E più cresce e più è uguale a Tom. Caratterialmente e fisicamente. Adora la musica e alla tenera età di due anni io e Kristen abbiamo pensato bene di regalargli la sua prima chitarra giocattolo.

"Stanno in albergo. Ci siamo soltanto noi ancora"
"I ragazzi?"
"Li ho sentiti. Visto che la cerimonia sarà nel pomeriggio e che tu rinunci al tuo addio a celibato, pensano di arrivare direttamente domani mattina" annuisco distrattamente mentre porto dentro un'altra valigia. Ma quanta roba ci siam portati dietro?
"Senti Rob"
"Cosa?"
"Sei proprio sicuro di non voler.."
"Sì, Tom"
"Ma è una cosa importante. Voglio dire, anche se non ci sono i ragazzi, possiamo sempre uscire io e te e prenderci una birra oppure"
"Tom. Davvero, no." Il discorso addio al celibato per Pattinson è un qualcosa che ormai affronto quotidianamente da più di due settimane. Ci hanno provato tutti a convincermi a fare anche una semplice rimpatriata in un qualche pub di Londra. Avevano persino chiamato Cj per cercare di farmi combinare qualcosa. Che poi, cosa vuoi che ne importi proprio a lui di una stupida festa con qualche spogliarellista? Ovviamente non avevo ceduto.
"E poi avrò il mio addio a celibato, tranquillo" provo a rassicurarlo sorridendo lievemente.
Apro il frigo e niente birre "Mamma, abbiamo il frigo vuoto" comunico mentre la vedo entrare in cucina.
"Che vuol dire 'avrò il mio addio a celibato'?". Mh, odio quando Tom fa quella faccia.
"Lizzie e Jules stanno andando a prendere qualcosa. Avrai l'addio a celibato, Rob?"
"Oddio, mamma" sbatto l'anta dell'elettrodomestico già esasperato per il suo tono.
"Scusa scusa" alza le mani in segno di resa lasciandoci di nuovo soli. Volgo il mio sguardo al mio migliore amico e cerca di incenerirlo più che posso.
"Cazzo guardi?"
"Tu. Sei un coglione"
"No. Ma certo. Non solo ti organizzi un addio a celibato senza dirmi niente. A me. Il tuo migliore amico. Sono il tuo testimone, cazzo!"
"Non urlare" lo riprendo con tono duro. "E tu non ci puoi venire al mio addio a celibato, comunque"
"Cosa?!" alza ancora di qualche decimo il suo tono allora afferro il suo braccio e cerco di stritolarglielo nella morsa delle mie mani. "Ok ok ok. Parlo piano. Mollami"
"Non devi fiatare. Perchè siamo fin troppi in questa casa e nessuno deve sapere. Nessuno"
"Oddio, Rob. Non dirmi che.. No, non l'hai fatto davvero. Non a Kristen. Non alla vostra famiglia. Non a pochi giorni dal vostro matrimonio. Non puoi averla tradita, non-"
"Ma sei fuori?! Cazzo, Tom. Stasera io e Kristen ci imboscheremo da qualche parte. Qui nessuno vuole che gli sposi passino l'ultima notte nella stessa stanza" termino in tono solenne e severo, facendo un po'
il verso a mia madre e mia suocera.
"Oh". L'espressione di chi stava chiarendo nella sua testa un milione di dubbi. "Scusa se, beh... sai, no..."
"No, Tom. Scusami tu se non ti rendo partecipe delle mie scopate con la mia donna" sapevo essere parecchio tagliente con il mio sarcasmo a volte.
"Ho capito. Hai le palle girate. Me ne vado, mh?"
"Ecco bravo. Sparisci e non farti vedere fino a domani"
Alza la mano a mo di saluto mentre si allontana, dandomi le spalle. Con la sua camminata ciondolante e tipicamente inglese. Tipicamente mia. Fratelli dal sangue diverso.
"Tom" si gira, inclinando la testa. Lo sguardo che mi incita a continuare. Cazzo, gli voglio bene.
"Grazie" e mai come ora sono sincero.
"Per cosa?"
"Niente e tutto"
Scuote la testa, quasi divertito.
"Ci vediamo domani, coglione. Ti voglio con i nervi saldi"


Pov Kristen

"Oddio. Non riesco a credere che l'abbiamo fatto davvero" getto la testa all'indietro facendo finire chissà quanta sabbia tra i miei capelli.
"Vieni qua" mi sento afferrare dalle sue braccia che, con precisione più che assoluta, fanno in modo di far finire la mia testa a contatto col suo petto ancora ansante "Fatto cosa?"
"Tutto questo" rido, indicando me, lui e l'intera situazione.
"Il sesso?" chiede. Sotto sotto ne è consapevole anche lui dell'assurdità che stavamo vivendo.
"No. Cioè, sì. Cazzo, amore. Sono le due di notte e siamo scappati da casa nostra per fare l'amore in spiaggia. Come due fuggitivi"
Lo sento ridere, sottovoce. Quasi come se avesse paura che qualcuno possa scoprirci. Ed effettivamente è così.
"Amo quando lo dici" soffia fuori con estrema calma.
"Spiaggia?"
"No" ancora quella risata. La sua. "Fare l'amore"
Alzo il viso per guardarlo meglio e trovo le sue pozze azzurre chiuse. Il viso rilassato, pacifico. L'espressione di chi ha appena fatto il sesso migliore del mondo.
E c'è da dirlo: noi facciamo sempre il sesso migliore del mondo.
"Apri gli occhi. Guardami" lo fa e mi investe con tutta la potenza del suo sguardo. "Io però amo mettere in pratica quello dico. Sempre"
"Oh, lo so bene". Sorridiamo mentre gli stampo un bacio su quelle labbra tanto calde quanto soffici.
"Ammetto però che il nostro letto è più comodo. E poi questa casa ce la godiamo così poco che adesso che ci siamo ci è toccato scappare"
"Già. Dovremmo venirci più spesso"
"Amore, lo dici ogni volta che il discorso cade su una delle case che hai deciso di comprare in giro per il mondo" infilzo le mie dita tra i suoi capelli e massaggio la sua cute con calma ed estrema lentezza.
"Ehi. Così mi fai passare per un megalomane con complessi di superiorità"
Alzo un sopracciglio, divertita. Oddio, un po' megalomane lo è se ci si mette.
"Eddai e poi non sono così tante. Noi viviamo a Londra"
"Mh"
"E abbiamo la casa a mare a Malibu."
"Giusto. Continua, Pattinson" mi sistemo seduta a gambe incrociate, accanto al suo corpo nudo steso sul telo da mare.
"Beh, abbiamo questa casa. Quest'isola è importante per noi. E' tranquilla. Voglio dire.."
"Ok. Lo so. Dimenticato niente?"
"Beh, no. Non sono poi così tante"
"Non sono così tante se non conti l'appartamento a Parigi e l'attico a New York" scoppio a ridere, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
"Ehi. Ci andiamo spesso a Parigi. E anche a New York. Io lo faccio per Daniel. Sai non mi va che.."
"Non ti va che stia in albergo quando lo portiamo con noi" concludo, sapendo ormai a memoria quella frase.
"Esatto"
"Ammetterai però che un tantino megalomane lo sei" sfioro con la punta del mio indice i suoi zigomi, il naso, gli occhi.
"Kristen.."
"Ma" lo zittisco, facendo finire la corsa del mio polpastrello sulle sue labbra "Lo fai per nostro figlio. E questo ti rende il papà migliore del mondo"
Lo sento allargarsi in un sorriso sotto il mio dito e, senza riuscire a contenere l'amore che mi scoppia dentro, incollo ancora una volta le nostre labbra. Dio, il suo sapore,
"E' per questo che mi sposi" soddisfatto come non mai. Si vede lontano un miglio che non vede l'ora. Sembra un bambino che aspetta con ansia il regalo di Natale che ha sempre desiderato.
Ed io non sono da meno.
"E perchè me lo hai chiesto ogni giorno per otto lunghi mesi"
"E perchè te l'ho chiesto ogni giorno per otto lunghi mesi" mi fa eco, carezzandomi col suo sguardo pieno di adorazione.


Giugno era sempre stato il mese preferito di Kristen. Sin da quando era piccola.
Era il mese della fine della scuola, il mese in cui ci si trasferiva nella casa a mare, il mese in cui aveva dato e ricevuto il suo primo bacio, il mese in cui iniziavano i falò in spiaggia, il mese in cui aveva conosciuto Robert.
In tanti anni, non avevano mai individuato un'unica data da considerare come loro anniversario. Erano state così tante le tappe importanti della loro storia che, a detta di Kristen, non aveva senso focalizzarsi su un unico giorno. In fondo come potevano scegliere tra il giorno del loro primo bacio, quello della loro prima volta, quello del loro ti amo urlato e sussurrato con speranza e timore.
Ma quella mattina, qualcosa sarebbe stato diverso.
Quando Kristen si era ritrovata ad aprire gli occhi, disturbata dai raggi di sole che filtravano dalla finestra, non si era resa conto di quanto fosse in ritardo sulla tabella di marcia. Si strinse su stessa, cercando di dare una svegliata ai muscoli ancora intorpiditi dal sonno. Volse il viso alla sua destra strizzando con forza gli occhi per poi aprirli di botto e fissarli sulla radiosveglia.
"Cazzo!"
10.23. Era bastato questo a farla saltare come una molla. Si passò velocemente una mano tra i capelli continuando ad imprecare e cercando di fare mente locale.
Era giugno. Era sabato. Tra quattro ore sarebbero stati su un aereo per LA e...
"Cazzo devo finire le valige!" urlò quasi sbattendo con prepotenza la sua mano sul materasso.
"Ti calmi?" Sì, beh, forse quella voce poteva essere l'unica capace a farla ragionare nei suoi momenti di sclero. Ma non quella mattina. Non a quell'ora. Non con lui lavato, vestito e sdraiato nel loro letto con le mani dietro la nuca.
"Sei vestito?"
"So che mi avresti preferito nudo" disse Robert ammiccando. Quel suo sorriso malizioso che in situazioni normali le avrebbe fatto salire un formicolio familiare lungo il ventre. In condizioni normali, certo.
"Oddio! Sei vestito!" lo accusò "Sei vestito e non mi hai svegliato! Robert, ho una marea di cose da fare! E tu non mi hai svegliato!" urlava, esasperata.
"Amore, abbiamo tutto il tempo."
"Non è affatto vero" precisò con le orbite ormai fuori dagli occhi.
Saltò giù dal letto come un grillo "Dan, è sveglio?"
"Dorme tranquillo."
"Oddio e perchè non lo hai svegliato?!" Ancora il panico nella sua voce.
"Dovresti tranquillizzarti anche tu".
Mh. Odiava quei momenti in cui Robert cercava di ostentare la sua calma e il suo autocontrollo. Solo per ricordarle che, diamine, lui sapeva essere più controllato di lei.
"Ti devo chiedere una cosa, Kristen. Torni un attimo a letto?" la vedeva vagare per la stanza, gesticolando. Apriva e chiudeva cassetti prendendo cose praticamente a caso.
"Kristen, per favore potresti"
"No. No, Robert. Non posso. E sai perchè? Perchè non mi hai svegliato. Stronzo"
"Kristen"
"Non mi hai svegliato. Tra quattro ore partiamo e tu non mi hai svegliato"
"Ehi. Ehi, ti fermi un attimo?" scese anche lui dal letto per raggiungerla "Adesso tu ti fermi e mi guardi. A me gli occhi Kristen. Adesso".
Le bloccò le mani nelle sue. La scrutò a fondo mentre i loro occhi si incatenavano gli uni agli altri. Come la prima volta. Come quel giorno, tanti anni prima.
"Ti devo dire una cosa. Importante. Quindi tu ora stai zitta e ferma. E mi ascolti. Prometto di essere veloce e poi potrai fare le valige anche per Timbuctu. Ok?"
Dal canto suo Kristen non rispose. Stava lì a fissarlo come sempre e come mai prima d'ora. Stava a guardarlo come un bambino guarda la cioccolata, come un tossico guarda la sua droga, come una donna innamorata guarda la sua ragione di vita.
Annuì debolmente, senza distogliere gli occhi. Incapace per poterlo fare.
"Ok. Sai che giorno è oggi?"
Fece di no con la testa. Inerme e concentrata su di lui.
"Te lo dico io. Oggi è l'otto Giugno. E io e te l'otto giugno"
"Ci siamo conosciuti"
"Esatto" sorrise, Rob a quella sua ripresa di parola " E siccome ti amo, e siccome è un giorno importante, io ho proprio bisogno di fare una cosa"
Guardò ancora una volta il viso della sua donna prima di prendere un respiro profondo ed inginocchiarsi di fronte a lei. Senza mollare le sue mani.
"Cazzo" era un sussurro. Kristen aveva solo sussurrato e con quella singola parola aveva gettato fuori tutta l'aria che aveva in corpo.
Rigida come un chiodo, stava lì con lo sguardo fisso e la bocca aperta.

"Respira" consigliò Robert, con un sorrisetto nervoso.
"Non, non ce l'ho un discorso. Però.." si fermò, infilando una mano in tasca e tirandone fuori una scatolina " l'anello c'è" ridacchiò.
Stava ferma lei. Immobile. Immobile con il cuore a mille e un mucchio di vestiti sparsi intorno a lei.
"Kristen. Io ti amo. E questo suppongo che tu già lo sappia. E' che ti amo proprio tanto. Ti amo così tanto che ti voglio mia. E so che probabilmente tu stia pensando che sono un cretino perchè tu sei già mia da così tanto tempo che a confronto Di Caprio aspetta un oscar solo due un annetto. Ma, sai, io voglio farti mia in tutti i sensi. Tutti i modi. Senza nessuna esclusione. Perchè sei la ragazzina che a diciassette anni mi ha fatto perdere la testa, sei la persona che mi ha fatto innamorare per la prima volta. Sei quella per cui ho mollato tutto e ho cambiato vita. Sei la donna che mi ha fatto soffrire di più al mondo e anche quella che mi rende più felice. Sei la proprietaria di due grandi occhi verdi come la luna. E, sì, mi sono appena citato. Perchè, cazzo, tu sei la mia musa in tutto quello che faccio. Sei un maschiaccio in piena regola e mi rubi i vestiti senza chiedermi il permesso. Ma sei anche la donna più bella e sexy del mondo. Sei l'attrice più brava della nostra generazione. Sì, autocitazione anche qui. Ma lo continuo a pensare e non cambierà mai. E sei una bomba a letto. Sai cucinare da Dio e, diamine, mi hai reso padre. Sei la madre di mio figlio. Di quel piccolo batuffolo che dorme di là e che mi ha aiutato a scegliere questo anello. E sarai la madre anche di tutti quei bambini che arriveranno. E sei perfetta. Con lui, con me. A lavoro e a casa. Sei la persona più forte e testarda che io conosca e ti amo terribilmente. E se mi dici no, sappi che io continuerò a chiedertelo ogni giorno della mia vita, a partire da adesso, fin quando cederai. Quindi, ti prego, sposami Kristen Stewart. Sposami."

Silenzio. Silenzio rumoroso. Silenzio pieno dei loro battitti furiosi.

"Davvero me lo chiederesti ogni giorno?" tremava e sorrideva come un ebete.
"Sì. Ogni giorno" tremava e... tremava.
"Se ti dico di sì, potresti continuare a chiedermelo lo stesso ogni giorno fino a quello in cui ci troveremo davanti all'altare?"
"Sì. Certo. Prometto di farlo ma, ti prego, adesso di qualcosa perchè il ginocchio inizia a farmi male"
Scoppiò a ridere. Come un'adolescente. Felice. Sicuramente più rilassata di qualche attimo prima.
Certo che lo avrebbe sposato. E lo avrebbe fatto anche in quel preciso istante. Forse anche anni prima.
"Che dici, muovi il culo? Mettimi questo anello che devo sistemare tutta questa roba"
"Come rovinare un momento romantico made in Kristen Stewart" sorrise, ormai divertito e rilassato.
"Sì"
"Sì?"
"Sì."



Quando alle prime luci dell'alba ci siamo lasciati davanti alle porte delle nostre camere, rigorosamente separate, non sapevo che dopo poche ore tutta la calma che mi si era infusa dentro in questi giorni, sarebbe andata a farsi benedire.
Impossibilitata a chiudere gli occhi, sono ormai ore che tutta l'ansia per quel momento tanto atteso riesce a colpire il mio povero stomaco. Sin da piccola è questo il mio modo di reagire ad ogni tipo di avvenimento importante: nausea, vomito, pressione bassa.
Ed è così che va avanti ormai da ore. E' così che continuo a camminare su e giù per la mia stanza, sin da quando sono iniziati i preparativi per la sposa.
E adesso, con addosso il mio abito da sposa, non riesco ancora a calmarmi. A calmare la mente, il cuore... lo stomaco!
E se vomitassi all'altare? Sui piedi di Robert. Oddio. Così sì che non mi sposerebbe.
"Uhm. Una sposa tutta sola e super nervosa, eh?" mi volto. Quella voce. La voce di un'amica. Di un sostegno.
"Ruth!" mando via il fiato, chiamandola. Una mano tra i capelli, continuando a torturarli ormai da ore.
"Non sarebbe stato meglio legarli? Tra un pò te li strappi"
"E' stato Rob a chiedermeli sciolti" su e giù. Su e giù.
Probabilmente fossi stata su una strada avrei già fatto chilometri.
"Mh. D'accordo. E come stai?"
"Bene"
"Bene?"
"Sì"
Respira. E' solo il tuo matrimonio. Stai solo per sposarti. Con Robert. E con la voglia di vomitare per l'ennesima volta.
"A me non sembra così bene. Mi hanno parlato di emergenza...stomaco?"
"Ansia. Sai come sono fatta. Ma davvero. E' tutto ok. Forse, forse dovrei togliermi questo abito. Respirare, vomitare di nuovo e rimetterlo. Giusto, Ruth? Ho ragione, no?"
Ride. Era bella, come sempre e calmissima. La invidiavo terribilmente in quel momento.
"Sai, se non sapessi che tra pochissimo andrai a sposare l'uomo della tua vita e che quindi l'ansia ti sta mangiando viva, griderei alla gravidanza senza pensarci più di tanto"
BINGO

No. Non poteva essere. Proprio no.
Ma se è 'proprio no', per quale motivo il mio sangue si è appena gelato bloccandomi il respiro a metà torace?
Oh, lo so io per quale motivo. Lo so bene. So bene -più che altro me ne rendo conto adesso- che le mie amiche rosse non vengono a farmi visita da un bel po'.
Oh merda.
Oh cazzo.

"Ruth, potresti... Mi, mi vai a chiamare Ellie un attimo?"
"Uhm. Certo. Tutto ok, Kristen?"
"Si si. Mandami Ellie però." annuisce prima di uscire per lasciarmi ancora una volta sola.
Quando anni prima avevo scoperto di aspettare Daniel, sicuramente la situazione era molto diversa. Lo abbiamo cercato e, anche se non si era fatto attendere più di tanto, quei mesi che avevano preceduto quel momento in cui mi ero ritrovata con un test positivo in mano erano stati pieni di pensieri e desideri per un bambino.
Adesso no. Non che non vorremmo altri figli, anzi. Fosse per Robert potremmo mettere su una squadro di calcio.
E' che semplicemente non lo stiamo cercando. E' che semplicemente scoprirlo in questo momento non sarebbe proprio il massimo.

"Ehi, Stewart" la voce della mia migliore amica mi ridesta dai miei pensieri.
"Devi farmi un favore" scatto come una molla, andandole vicina.
"Sei una figa pazzesca. Questo abito è pazzesco. I capelli sono i tuoi quindi sono pazzeschi e sei... stravolta. Ok, che succede?"
"Devi andare in farmacia"
"Cazzo stai dicendo?" come passare dalla calma alla confusione in meno di un istante.
"Vai in farmacia"
"Kristen, stai bene?" mi prende le mani. Scruta a fondo il mio viso. Oh, sì la stavo facendo preoccupare.
"No. Sì. Cioè... Ellie va in farmacia e compra un test di gravidanza"
"Cosa?"
"Hai capito"
"Aspetta. Cosa?!" Oddio, perchè urlava?
"Credo di essere incinta"
"Tesoro ma è bellissimo" a questo punto è più che normale trovarmela stretta a me.
Un sorriso fino agli occhi e una commozione che stenta a nascondere. E' sempre così, lei. Incapace di contenere le sue emozioni.
Tanto sensibile e sfrontata allo stesso tempo. Le voglio bene così tanto. Ma adesso, adesso ho bisogno che almeno lei tenga i nervi saldi.
"Ellie, vai. Ti prego"
"Kris, io sono felicissima e ti voglio bene ma... Non posso cercare una farmacia adesso"
"Sì che puoi. Vai. Avanti."
"No. Forse non te ne rendi conto ma tra meno di mezzora tu devi essere sotto. Nel giardino di questa casa. Davanti all'altare. Con accanto Rob"
"Lo so. E' per questo che ti devi muovere!"
"Ma sei impazzita? Devi sposarti. Io sono la tua testimone e, cazzo, non posso scappare da questa casa in questo momento. E tu non puoi fare un test di gravidanza."
"Andiamo, Ellie. Sei la mia testimone, lo hai detto tu. Devi sostenermi."
"Non puoi semplicemente prendere un respiro profondo, svuotare la mente. Sposarti e poi magari il test lo fai con Rob. Più tardi."
Oh, no. Non è minimamente possibile. Io devo sapere. E devo sapere adesso.
Scuoto energicamente la testa, dandole le spalle.
Io voglio sapere se sarò madre. Di nuovo. Voglio sapere se mi andrò a sposare con un esserino in pancia.
Lo stomaco si rivolta come mai prima d'ora. Nausea, ansia. Forse anche un po' di paura.
"Ok. Ok, ci vado"
"Oddio. Davvero?" fa segno di sì, impercettibilmente "Grazie grazie grazie grazie".
La stritolo tra le mie braccia facendole mancare l'aria. L'ho già detto che è la mia migliore amica?
"Dopo questa cazzata però mi giuri che se sei incinta davvero io sarò la madrina. Altrimenti col cazzo che ci vado"
"Lo prometto. Ora vai"

Non so come riesco ancora ad essere viva, adesso, con questo bastoncino in mano.
Ho seriamente creduto che potessi morire di infarto per tutto il tempo in cui ho aspettato Ellie. Adesso rischio di morire inghiottita dall'ansia.
Aspetto tre minuti, con in dosso soltanto la mia lingerie bianca. Ad occhi estranei la situazione potrebbe sembrare più che patetica.
'La sposa è in ritardo'. Così qualcuno ha appena urlato fuori dalla mia camera. E lo sapevo. Sapevo bene di essere in ritardo di ben quindici minuti.
Ma qui, in questo momento, non posso che fregarmene. Non riesco a non pensare nemmeno per un attimo al fatto che, probabilmente, questo giorno possa cambiare doppiamente la mia vita.
Sento squillare un telefono. I tre minuti sono quasi finiti.
"Kris, è Rob"
"Mh?"
"Al telefono. E' Robert."
"Cazzo vuol dire che è al telefono?"
"Merda, Kris. Ti sta chiamando. Vuoi provare a connetterti tra gli umani per un secondo?!" sbraita Ellie. Si spazientisce.
Quasi come se quella a stare per scoprire se stesse per diventare ancora una volta madre sarebbe stata lei.
Afferro quel cellulare dalle sue mani mentre mi lascio scivolare lungo la parete per sedermi in terra. Dio, mi starà odiando.
"
Sono in ritardo. Lo so."
"Piccola? Stai bene?" aveva l'ansia nella voce. Un'ansia quasi pari alla mia.
"Sì. Sto, sto bene. Davvero, dammi solo due minuti e scendo"
"Ti trema la voce"
"Anche a te".
Certo. Buttiamo pure il discorso su di lui. Come se non fossi io quella ancora svestita, seduta sul pavimento a gambe incrociate e con un test di gravidanza in mano.
"Sai, beh, sto aspettando la donna della mia vita all'altare da un po'. A dire il vero la aspetto da tutta una vita" sorride. Ed io lo seguo.
Seguo in quel sorriso perchè è vero. Ha ragione. Mi aspetta da tutta una vita. Ci aspettiamo da tutta una vita. Con urla, pianti, gioie e risate. Siamo così noi. Lo siamo sempre stati e lo saremo sempre.
Due anime spezzate e che insieme si son curate. Un ragazzo e una ragazza. Innamorati. Testardi. Cazzoni. Pronti a farci del male più del dovuto e ad amarci come se la nostra esistenza dipendesse solo da questo. Ed è così. Noi dipendiamo dal nostro amore. Un amore forse un po' malato ma forte più di ogni calamità.
Lo amo. Mi ama.
E amiamo i nostri figli. Daniel... e quelle due lineette rosa su quel bastoncino bianco.
"Rob?"
"Sì?"
"Mi vuoi sposare?" ride. Amo questo suono più di ogni altro suono al mondo.
"Oggi per la prima volta dopo mesi non te l'ho chiesto. Certo, amore. Non scapperei dal nostro matrimonio per nulla al mondo"
"Mi sposi... anche se nell'abito da sposa saremo in due?"
"Kris, hai bevuto?"
"Anche se lo stai venendo a sapere di nuovo per telefono?"
"Ma che cazzo..."
"Anche se sarai di nuovo papà e l'ho scoperto due minuti prima di sposarci?".
Trattiene il respiro. Ed io con lui.
Lo amo. Mi ama.
 
La paura. La paura ha una definizione ben precisa. Ed io l'ho sperimentata abbondantemente nella mia vita.
Ma in questo momento, mi rendo conto che aver paura significa aprirsi ad una liberazione capace di farti volare il cuore fuori dal petto.
Aver paura significa passare dall'inquietudine alla pace in un batter d'occhio.
Ma allora, allora perchè ci si continua a spaventare o ad avere ansia?
E' più facile di quello che si possa pensare. Lo si fa per godere a pieno quel momento di gioia che la sussegue.

"Adesso voglio sposarti più di prima"








In case you just want to come home
fine.











Grazie. Forse è l'unica parola che si possa dire in questi casi. Forse anche la più banale. Forse anche la più bella.
Un grazie enorme a tutti voi che avete letto. Siete stati pazienti e non avete esagerato con le minacce, nonostante il ritardo con cui arriva questo epilogo. Siete stati grandiosi.
Grazie a whatsapp. Perchè sappiate che senza di lui questa storia non sarebbe esistita, in particolar modo questo epilogo. La prima parte è tratta da vere conversazioni sclerotiche e spropositate tra me e Rosa. Quindi, sì, adesso sapete quanto siamo davvero psicopatiche.
Grazie a Demi. Senza di lei non avremmo avuto il titolo perfetto ad ogni capitolo e soprattutto non avremmo avuto il titolo della ff stessa.
Grazie alla musica che nel bene e nel male, con lacrime e risate, ci ha accompagnate nella stesura di questo racconto.
Grazie a due persone, due ragazzi, due folli, due barboni, due coglioni. Chiamateli come volete, amateli, odiateli ma senza di loro nulla ci sarebbe stato.
Rosa dice di voler ringraziare me. Beh, io ringrazio lei. Un po' piangendo e un po' ridendo, in questo momento, posso solo dire che anche io, grazie a lei, ho la mia Ellie.
Grazie. Semplicemente questo.

Helen & Rose.



   
 
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