o
Tutto
era filato liscio finché qualcuno dietro di lui non gli aveva
appioppato una Nuvola Grigia con un colpo di paraurti: una delle
trappole tra le più malefiche della gara, aggiunta apposta per
aizzare i concorrenti gli uni contro gli altri e fomentare
ulteriormente lo spirito di competizione fino a sfiorare il limite
dell'aggressività. Di fatto vi era un solo modo per liberarsi dello
spettro di una Nuvola Grigia ed era sbattere di proposito contro il
primo sciagurato a tiro, scaricandogli dunque la patata bollente per
diretto contatto e poi procedere per la propria strada senza
dimenticarsi di deriderlo per la cortesia.
Bowser
era stato il disgraziato di turno questa volta e purtroppo nessuno
degli eventi successivi aveva giocato a suo favore. Gli altri
ovviamente lo avevano emarginato in mezzo alla pista nemmeno fosse
stato portatore di qualche orrendo morbo e la nuvoletta funesta
proprio sopra la sua testa aveva già cominciato a fremere minacciosa
col conto alla rovescia agli sgoccioli. Senza perdere altro tempo
prezioso aveva sterzato bruscamente individuando Waluigi sogghignare
a debita distanza sulla sua Motorazzo blu e gialla. Con tutta
probabilità era proprio lui il responsabile e Bowser era stato più
che deciso a restituirgli il favore, a costo di buttare entrambi
fuori percorso. Il ceffo se lo era visto piombargli addosso come un
bolide tutto spini ed aveva impennato la motocicletta scattando in
avanti e svelando all'ultimo istante chi aveva tenuto nascosto dal
suo campo visivo dietro la propria sagoma.
Gli
occhi azzurri di Peach lo avevano individuato a loro volta, sgranati
dallo stupore.
Bowser
aveva urlato in allarme prima di sbandare violentemente nella
direzione opposta ed evitare per un soffio di travolgerla. Allora la
Nuvola Grigia aveva fatto il suo dovere e per qualche secondo era
stato costretto a tenere le palpebre serrate mentre quel conosciuto
pizzicore gli aveva ghermito ogni fibra del suo corpo riducendolo di
parecchie taglie. Quando il suo kart aveva finalmente smesso di
girare come una trottola e tutti, ma proprio tutti, lo avevano
superato sballottandolo da una parte all'altra e facendogli
letteralmente mangiare la propria polvere, aveva concluso da solo la
gara superando la linea del traguardo dodicesimo su dodici
partecipanti.
Era
stato esattamente in quel momento che la conoscenza del suo problema
si era estesa al resto del gruppo: l'effetto del maleficio
restringente doveva essere svanito già da un pezzo, eppure lui era
ancora rimasto della stazza di un nano da giardino.
Gli
sghignazzi sgradevoli di Wario e Waluigi che avevano spiccato con
eccellenza nella cacofonia dell'ilarità collettiva ancora gli
risuonavano nelle orecchie.
«
I tecnici hanno sospeso le batterie successive finché non troveranno
una soluzione. »
Peach gli si sedette accanto sull'erba unendo compostamente le gambe.
La Principessa mossa dal senso di riconoscenza era stata la sola che
aveva avuto l'ardire di non rispettare l'auto-esilio in cui il drago
si era ritirato, lontano dalle zone relax solitamente frequentate
dagli altri gareggianti, e probabilmente l'unica che lui avrebbe
tollerato vicino in quelle umilianti circostanze.
Bowser
non ruppe il proprio silenzio, non soltanto a causa del suo
malcontento, e si limitò ad annuire storcendo le labbra. Una seconda
reazione indesiderata della Nuvola Grigia consisteva nella
percepibile alterazione della voce, comunemente nota come 'effetto
Paperino'. Il drago era sempre andato fiero della sua risata
gagliarda che faceva tremare i più impavidi come foglie al vento e
dei suoi ruggiti potenti che non avevano nulla da invidiare ai boati
dei terremoti. Ora tutto ciò che gli restava era una vocina ridicola
che aveva fatto piegare in due dalle risa mezza concorrenza quando
aveva aperto bocca per protestare energicamente davanti agli altri
senza rifletterci troppo.
Peach
aveva già tentato di tirarlo su di morale, ma il Re nella sua
ostinata mutezza non aveva staccato gli occhi dal terreno nemmeno una
volta da quando era stato apertamente irriso. Osservò l'espressione
pensosa del koopa ed immaginò quali future, strazianti vendette
stesse tramando nella sua mente per cancellare l'onta subita una
volta ripristinata la sua stazza originaria.
«
Dai, smettila con quel muso lungo. Non è da te. »
Uno
sbuffo di fumo gli uscì dalle narici.
«
Sono sicura che ci vorrà poco prima che sistemino tutto, non temere.
»
Bowser
chinò nuovamente il capo tanto per farla contenta. Il livello di
ottimismo si mantenne raso terra.
«
Questa situazione lo sta mettendo più a disagio di quanto credevo
possibile persino per lui »
pensò Peach consapevole che il drago fosse
incredibilmente affezionato alla propria immagine e che era tutta
un'altra cosa girare in tale stato al di fuori delle corse coi kart,
sebbene fosse una scomodità temporanea. Tuttavia non era certo una
ragione per isolarsi dal mondo. Se Bowser non avesse deciso
all'ultimo di tenersi la Nuvola Grigia piuttosto che disfarsene
quando ne aveva avuto l'occasione, adesso vi sarebbe stata lei al suo
posto dopo un bel capitombolo e vederlo così mogio...
Gli
propose nell'attesa di fare un break ad un bar vicino e dovette
insistere un po' per ottenere infine un cenno di assenso. Non che il
koopa avesse potuto tentare di rapirla o cosa. Non era nemmeno nelle
condizioni di riuscire a sollevarla per portarsela via e sarebbe
stato più plausibile il caso contrario invece, l'unico nella storia
documentata del Regno dei Funghi in cui lei avrebbe avuto l'occasione
di provare l'ebbrezza di occupare il ruolo solitamente destinato al
Re della Terra Oscura. E probabilmente Bowser si sarebbe addirittura
prestato al gioco se soltanto fosse stato di umore migliore.
Il
suddetto monarca ci aveva ragionato su e aveva concluso che l'offerta
della Principessa non andava sprecata. In fondo quante altre volte
avrebbe potuto capitargli di ricevere un invito proprio da parte sua
di sedersi insieme ad un tavolo solo loro due? Un buon stratega
sapeva bene che ogni chance andava colta e Bowser non era da meno,
anche se adesso le arrivava a malapena all'altezza del ginocchio.
Lasciarono
le loro vetture parcheggiate poco distanti, lo Scooter Filante dai
toni confetto accanto alla Piranha Turbo ormai grande come un
modellino radiocomandato, e si incamminarono sulla stradina mattonata
e fiancheggiata dalle aiuole che conduceva direttamente ad uno dei
punti di ritrovo preferiti da Peach, al centro di un percorso verde
nei pressi della Pista di Mario in cui si era svolta la prima parte
della competizione.
La
Principessa in tuta da motociclista riferì qualche pettegolezzo
divertente degli ultimi mesi per strappargli una risata e recuperare
un pizzico del suo buonumore ormai andato, attenta ad omettere
termini sul genere di piccolo, basso, ridotto e
diminutivi come ino o etto. Il drago non alzava gli
occhi dal selciato forse a causa dell'eccessiva differenza d'altezza
che lo metteva in imbarazzo e Peach sostenne lo sguardo fisso avanti
mentre continuava la chiacchierata.
Bowser
procedeva accanto, troppo distratto dal suo recente grattacapo per
apprezzare i sinceri tentativi di rallegrarlo che gli scivolarono
addosso uno dopo l'altro mentre era costretto ad impiegare più
energie del solito per mantenere il passo.
Forse
chiedergli di tornare a sorridere era troppo al momento, ma Peach non
demordette e tentò con la mirabolante storiella di Mastro Toad e
l'incidente con l'idromele durante una serata particolarmente vivace
di qualche settimana prima. Era consapevole che l'anziano tutore non
sarebbe stato certamente lieto che anche il koopa sapesse della sua
accidentale caduta di stile, ma lo stava raccontando a fin di bene
d'altronde e con questa chicca il successo era assicurato.
«
...abbiamo passato ore a setacciare ogni angolo del castello,
il giardino, e persino lo scantinato e la lavanderia. Alla fine
abbiamo scoperto che era rimasto tutto il tempo sul tetto a
guardarci. »
Scoppiò in una risata travolgente al ricordo e dovette fermarsi un
momento per calmarsi, piegandosi leggermente in avanti con la coda di
cavallo che le ricadde sul viso.
Si
rese conto di essere stata la sola ad aver trovato la cosa esilarante
considerato l'immutato silenzio intorno e, notando che non c'era
ormai nessuno al suo fianco, realizzò in secondo luogo di aver
parlato al vento. Si guardò alle spalle ed individuò il koopa
arrancare sulla salita parecchi metri più dietro.
«
Arrivo... dammi un minuto »
la rassicurò alzando una mano mentre procedeva visibilmente
annaspando. Ora un passo di Peach corrispondevano a circa sette per
Bowser e la strada in pendenza aveva messo ulteriormente alla prova
la resistenza del 'draghetto' che era stato troppo orgoglioso per
interromperla e supplicarla di rallentare, perdendo costantemente
terreno fino ad essersi staccato come l'ultimo vagoncino smarrito sui
binari.
La
fanciulla lo aspettò studiandosi gli stivaletti e il Re le fu
segretamente grato di aver poi fatto finta di nulla fino a
destinazione, occupando uno dei tavolini sotto un grande gazebo
ottagonale con spire di edera rampicante intrecciate sulle travi.
Peach vi era già stata in precedenza a condividere qualche minuto
di relax con i compagni di gara, a differenza di Bowser che lo stava
scoprendo in quel momento e che aveva sempre preferito restarsene per
conto suo piuttosto che unirsi al gruppo nel tempo libero. Era un
posticino appartato e di poche pretese ma ben studiato per creare
un'atmosfera rilassante e intima, che sarebbe stato a dir poco
perfetto per un tête-à-tête
se solo lui non fosse stato nelle condizioni di far pena se non morir
dal ridere... Persino sussurrarle un complimento avrebbe avuto un
effetto devastante con quella vocina assurda, nemmeno avesse inalato
una bombola intera di elio. Per questa volta doveva lasciar perdere
le vecchie tecniche di approccio e gradire la sua compagnia in
silenzio, ma avrebbe conservato nella memoria l'esistenza di quel
luogo da sfruttare meglio in una prossima occasione.
Peach
si accomodò sulla seggiolina in ferro battuto ed accavallò le gambe
in una maniera che il koopa trovò inconsciamente seducente ora che
sembravano lunghe come non mai, avvolte nel tessuto chiaro della tuta
che le calzava come un guanto. Sorrise tra sé ripescando un po'
della sua baldanza. Magari non avrebbe potuto esprimersi a parole, ma
vi erano comunque altri modi meno diretti per dare prova del suo
innegabile charme che, a differenza della sua statura, non si era
sicuramente ridimensionato; casomai
concentrato, se si
voleva vederla da questa prospettiva.
Ora
però si poneva un altro problema. Bowser avrebbe dovuto salire sul
tavolo per mantenere il contatto visivo e consumare più comodamente,
realizzando che sarebbe arrivato a malapena col mento sopra il bordo
anche stando sulle punte. Senza concederle il tempo di chiedergli di
se gli servisse aiuto, fletté le ginocchia per darsi la spinta
giusta e saltò affondando gli artigli nel rivestimento del cuscino e
tracciando dei tagli evidenti da cui spuntarono pezzi di imbottitura
quando il suo stesso peso corporeo cominciò a trascinarlo verso il
basso. Dopo una strenua lotta contro il volere della gravità si
fermò un attimo per riprendere fiato ancora lì a penzolare, fumante
di rabbia e digrignando le zanne per essersi tradito proprio di
fronte alla sua damigella. Forse lo sforzo di prima lo aveva
veramente fiaccato più del previsto.
Peach
rimase ad osservarlo in disparte mentre tentava di issarsi sulla
sedia barcollante, praticamente dilaniando il lato della fodera a cui
si era agganciato. Come minimo
avrebbero dovuto risarcire il proprietario.
«
Permettimi. »
Consapevole che non avrebbe giovato all'amor proprio del koopa, la
fanciulla preferì intervenire prima che si ribaltasse insieme alla
seggiola (che indubbiamente sarebbe stato peggio) e si alzò in suo
soccorso sollevandolo per i fianchi ed appoggiandolo poi sulla
superficie liscia del tavolo. Sebbene fosse stato rimpicciolito,
Bowser non si poteva esattamente definire un carico leggero ma non
era proprio il momento adatto per farglielo presente ed aggiungere
anche questo a rincarare la dose.
Il
toad adibito alla mansione di ordinazione che aveva assistito
all'insolita scena dall'entrata del bar si fece vivo per esporre loro
la scelta dei dessert disponibili, lanciando un'occhiata insicura al
Re e parandosi dietro il suo taccuino su cui appuntò un milkshake
alla fragola per la Principessa ed uno al cioccolato per il suo
insolito convitato che non aveva aperto bocca e si era limitato ad
indicare la foto sul menu.
«
Piccolo, immagino...? »
domandò il cameriere con troppa confidenza per i gusti del koopa che
lo fulminò con lo sguardo al suono della parola proibita.
Il
toad optò per la decisione più saggia e filò via irrigidito senza
fiatare.
«
Non era il caso di prenderla sul personale »
lo ammonì Peach seppur con un sorrisetto a fior di labbra.
Bowser
si rimirò gli artigli con fare innocente.
«
E non importa se la tua voce è cambiata, non c'è nessun altro qui e
potresti pure parlare tranquillamente. »
Il
drago non parve comunque convinto ed incrociò le braccia arricciando
il naso. C'erano loro due a sentirla e tanto gli bastava. La invitò
con un cenno a prendere la parola, lasciandole campo libero su
qualsiasi argomento. Lui non poteva fare diversamente che ascoltare
per quel giorno.
Peach
lo accontentò e riprese il filo dall'episodio di Mastro Toad,
raccontandoglielo nuovamente da capo e questa volta il tiro andò a
segno. Bowser quasi si cappottò sul guscio e non dovette nemmeno
sforzarsi di non vocalizzare le sue sghignazzate, visto che erano
così intense da restargli bloccate nel torace rischiando di farlo
soffocare. Non sarebbe più riuscito a guardare il vecchio
bacchettone con gli stessi occhi.
La
fanciulla lo osservò compiaciuta poggiando la guancia sul dorso
della mano mentre il koopa finiva di sganasciarsi dalle risate.
Preferiva di gran lunga vederlo così.
Il
cameriere servì loro le bevande fredde dal vassoio rivolgendo una
sbirciata fugace al lunatico energumeno che un momento prima sembrava
pronto a vaporizzarlo e quello dopo a malapena si reggeva in piedi da
cotanta allegria, dileguandosi svelto come se i frullati fossero
arrivati lì da soli davanti all'espressione divertita della
Principessa.
Bowser
riacquistò il suo autocontrollo asciugandosi una lacrima e si
ritrovò faccia a faccia col suo gargantuesco milkshake alto quasi
quanto lui. Ricordò di aver fatto un sogno vagamente simile tempo
addietro.
«
Scommetto che non ce la fai a finirlo »
disse Peach portandosi alle labbra un cucchiaino di panna montata.
Il
Re si voltò e le indirizzò un ghigno spavaldo alzando il pollice:
sfida accettata.
Toccò
alla fanciulla ridere fino allo spasmo quando si concluse col
bicchiere pieno a metà e lui piegato su se stesso a stringersi il
cranio tra le mani con le meningi congelate. Incredibile ma vero,
quando il koopa non era dedito alle sue bieche macchinazioni sapeva
essere addirittura comico.
Dopo
aver ripreso fiato, Peach raccolse infine il coraggio di esprimere la
propria riconoscenza del favore per cui lui stava scontando una pena
più lunga del previsto. «
Mi dispiace per quello che è successo. »
Bowser
levò il capo ancora mezzo stordito e la fissò a sua volta
recuperando rapidamente lucidità.
«
Voglio che tu sappia che apprezzo ciò che hai fatto e che non ti
avrei serbato rancore se avessi scelto altrimenti. »
Bowser
era combattuto. Sapeva già che Peach non gliene avrebbe avuto a male
se avesse semplicemente seguito la logica della gara, ma non era solo
per quello che aveva deciso in quella critica frazione di secondo di
tenersi la Nuvola. Aveva così tanto da dirle, troppo che teneva
represso da sempre e che agognava dichiararle quando lei avesse
finalmente accettato di ascoltarlo... ma non avrebbe mai avuto il
fegato di farlo con quella stupida voce! Non voleva che lei
ricordasse le sue parole con quella stupida, orrenda vocina a
rovinare un momento storico tra loro due!
Maledicendo
copiosamente nella sua testa la cattiva sorte che doveva avergli
riservato una considerazione speciale quel giorno, annuì accettando
la gratitudine della Principessa che gli rivolse un sorriso così
dolce da fargli dimenticare tutto per un istante e rischiare di
vuotare il sacco lì su quel tavolo.
Il
rombo di un motore in avvicinamento catturò l'attenzione di entrambi
e scorsero la Moto Stella di un inconfondibile turchese fare capolino
da lontano.
Bowser
corrugò le sopracciglia seccato. Ci mancava proprio una terza
presenza indesiderata a negargli l'unica consolazione rimastagli che
era la riservatezza.
La
conducente li individuò seduti sotto il gazebo ed agitò una mano in
un saluto che Peach ricambiò lieta, segno che sarebbero stati
raggiunti visto che là non c'era nessun altro a cui aggregarsi. Dopo
aver parcheggiato il motociclo su un angolo del vialetto dove non
avrebbe intralciato il passaggio, la figura calò giù e si diresse
verso di loro con un'espressione cordiale sui lineamenti pallidi. In
realtà li aveva volutamente cercati e l'atto altruista del Re non le
era sfuggito ancor prima che fosse sorto l'inconveniente della nuvola
fallace. Lo sfavillotto le fluttuava intorno attratto dai riflessi
della spilla preziosa sul fronte del completo e sprizzante di energia
sotto i raggi del sole che il suo corpicino paffuto assorbiva
traendone vigore.
La
sola fiera esponente del gentil sesso a bordo dei veicoli di classe
pesante, Rosalinda spiccava non soltanto per la sua avvenenza tra i
gareggianti appartenenti a quella categoria per tradizione riservata
ai meno raccomandabili nel giro. La sua stupefacente destrezza alla
guida di bestioni metallici di grossa cilindrata che nessun'altra
donzella avrebbe saputo domare anche sui percorsi più estremi le
aveva permesso di mettere da subito in chiaro che il suo posto in
mezzo alla schiera di bruti e colossi, dei quali aveva vinto
l'imperituro rispetto dal primo giorno di competizione su ruote, non
era stato un banale errore di assegnamento e di fatto lei vi si
trovava perfettamente a suo agio. Questo inoltre aveva contribuito
non poco ad accrescere quell'aura di soggezione che il resto dei
concorrenti tacitamente palesava al suo cospetto.
E
sebbene Peach e Daisy l'avessero accolta con entusiasmo ed era poi
germogliata una vicendevole complicità anche al di fuori delle gare,
nemmeno loro ne erano completamente immuni. Come gli altri
avvertivano che qualcosa in Rosalinda andava oltre la soglia
dell'umanità e nel suo sguardo si intravedeva l'ombra di un vissuto
che cozzava con la bellezza nel fiore dell'età ritratta intorno e
conservata immutata per secoli, come se il tempo l'avesse graziata
dalla propria influenza in cambio della sua dedizione materna verso
quelle fragili creature che sarebbero divenute nuovi tasselli dello
spazio infinito.
Forse
era stata anche lei principessa una volta, prima di lasciarsi alle
spalle la sua vecchia esistenza per assolvere un compito più grande,
ma non aveva mai mostrato intenzione di aprirvi una parentesi ed era
felice di farsi chiamare solamente col suo nome. Non era chiaro se
aveva deciso di tagliare i ponti col passato o semplicemente non
voleva riviverlo per ragioni che senza dubbio racchiudevano un fondo
di malinconia, ciononostante nessuno avrebbe osato chiedere e
Rosalinda, anche dopo mesi dal suo arrivo nella combriccola, era
rimasta un mistero ancora insondabile.
«
È stato un gesto molto galante, il tuo »
si rivolse a Bowser non appena gli fu davanti. Come quando si sentiva
tra amici, la sua voce solitamente monotona si tingeva di emozioni e
suonava più naturale mantenendo tuttavia una traccia di quel timbro
profondo che dava la sensazione di sporgersi dentro un pozzo di acqua
limpida senza vederne la fine.
Il
Re la degnò di un grugnito diffidente volgendole il guscio.
Peach
gli indirizzò uno sguardo severo per tanta scortesia e il koopa
ignorò anche lei. «
È di cattivo umore »
le disse in tono di scusa.
Il
drago emise uno sbuffo fumoso dalle narici incrociando le braccia ed
attivando la modalità broncio.
«
Lo sarei anch'io al suo posto. »
Le labbra di Rosalinda si arricciarono in un sorriso comprensivo.
Quell'atteggiamento non sviava troppo dalla reazione dei suoi bimbi
dopo un bisticcio o quando facevano i capricci.
Il
piccolo sfavillotto volteggiò curioso intorno al koopa
ridimensionato e squittì intimidito ristabilendo le distanze non
appena Bowser, stanco di essere ritenuto oggetto di studio, lo
spaventò con uno spiro infuocato di avvertimento. La creaturina
astrale cercò riparo dietro la sua madre adottiva, sbirciando dalla
spalla l'essere scontroso vicino alla Principessa.
«
Prego, siedi con noi »
Peach tentò di riparare alla maleducazione del suo sequestratore
incallito sperando di poter offrire qualcosa alla gentildonna che
tuttavia non si scompose e declinò con un leggero inchino del capo
facendo dondolare lievemente gli orecchini eleganti.
«
Invero sono qui perché hanno appena comunicato che si tratta di un
caso isolato. Hanno testato altri cubi oggetto e non hanno
riscontrato nulla di anomalo, nemmeno con l'effetto della Nuvola
Grigia. Pare che solo il cubo da cui hai attinto fosse difettoso »
spiegò al diretto interessato.
«
Il cubo da cui 'qualcun
altro' ha attinto, ma so già chi. »
Bowser aveva parecchio da esternare in quel momento, ma si sentì
obbligato ancora una volta a tenere il becco chiuso.
«
E quanto ancora dovrà abbozzare in questo stato prima che si
decidano a farlo tornare normale? »
fortunatamente Peach condivideva le medesime perplessità e la
premura nelle sue parole non passò inosservata.
«
Hanno detto che gli serve più tempo. »
«
Cioè non sanno dove sbattere la testa »
il koopa interpretò il messaggio.
«
Sospenderanno la corsa? »
chiese la Principessa temendo invece che avrebbero adottato un
provvedimento diverso. La sua intuizione si rivelò corretta.
«
Gli altri concorrenti stanno diventando impazienti. Se entro breve
non avranno trovato il modo di risolvere la questione, Bowser verrà
squalificato e la gara riprenderà senza di lui. Mi dispiace. »
«
Ma non è giusto! » Un
pugno non pacifista si abbatté sul tavolino facendo tremare
bicchieri e occupante che sollevò il muso sbalordito verso il
cipiglio alterato della Principessa.
«
Non lo è » convenne
Rosalinda osservando come colei che le piaceva considerare sua amica
si stesse rapidamente scaldando in difesa del koopa. «
Tuttavia vi ho cercati perché credo che forse abbiamo una soluzione
a portata di mano e potremmo fare un tentativo almeno, se tu sei
d'accordo. » L'occhio
visibile sotto la lunga frangetta si posò sulla vittima della
sventura.
I
due ascoltatori drizzarono le orecchie.
«
Se ricordate, la reazione della Nuvola Grigia può essere annullata
in gara usufruendo del potenziamento del Mega Fungo, del Pallottolo
Bill o della Stella. »
E dalle loro espressioni folgorate concluse che non serviva
aggiungere altro.
Una
volta saldato il conto di due milkshake e una sedia ed approfittato
poi di uno strappo sulla moto spaziosa e personalizzata per l'unico
centauro donna abbastanza tosta da pilotarla, fecero ritorno alla
Pista di Mario completamente deserta e Bowser cominciò a
ripercorrerla ad oltranza per tentare la sorte ad ogni fila di cubi
oggetto sul tracciato. Purtroppo l'assegnazione dei potenziamenti
seguiva il criterio di una roulette russa e dovette fare il giro per
ben quindici volte prima di incappare finalmente in quello giusto.
Quando la sagoma del pallottolo bill si smaterializzò e le ruote del
suo kart toccarono nuovamente il cemento del circuito, il koopa
esultante del successo lanciò un ruggito di vittoria che rimbombò
oltre le nuvole più basse e le piante piranha intorno alla strada si
richiusero dietro le loro foglie dallo spavento.
Rosalinda
vide con la coda dell'occhio Peach al suo fianco emettere un sospiro
lieto che aveva trattenuto in sé un risolino. Eppure, nel momento in
cui il drago si voltò verso di lei con un'espressione a dir poco
festosa la Principessa distolse lo sguardo quasi vi avesse letto
qualcosa di sbagliato e risalì sul suo scooter per allontanarsi e
tornare al luogo di ritrovo, dopo averla ringraziata come si doveva
per il suo consiglio ed averle chiesto gentilmente di farle
compagnia.
Prima
di seguirla lesse la delusione negli occhi cremisi del Re che la
fissarono andar via con evidente desiderio, come se avesse voluto
dirle qualcosa ma non gliene aveva dato il tempo. Un barlume di
quella tristezza contagiò anche lei per empatia, non poté
impedirlo: era la sua natura. Ed era anche per questo che aveva
scelto la vita che ora conduceva. Ciò che la stupì, e poco era
rimasto al mondo ad avere tale potere su di lei, fu avvertirla
proprio da un tipo simile che avrebbe potuto cancellare galassie
intere per estendere il suo regno oscuro se solo ne avesse avuto la
possibilità. E tuttavia era stato capace di quel piccolo gesto di
generosità verso qualcun altro che l'aveva spinta a proporre la sua
idea.
Quando
Bowser raggiunse gli altri in trepidante attesa nei pressi
dell'Outlet Cocco per l'annuncio dai megafoni che li avrebbe invitati
a prendere i propri posti sulla linea di inizio, qualcuno si voltò
verso di lui e il resto lo ignorò come al solito. Nessuno sembrava
euforico del suo rientro in gara e la cosa non lo sfiorava. Individuò
Peach intrattenere una conversazione con Rosalinda che l'ascoltava
annuendo interessata col suo inseparabile sfavillotto accoccolato in
grembo, sedute su una delle panchine disponibili in mezzo alle
fioriere rigogliose. Il koopa preferì non insistere.
Si
accorse poi dei compari W intenti a parlottare per i fatti loro non
troppo lontano. Waluigi si esibì in quella che senza dubbio era
un'imitazione della sua voce distorta dall'effetto della Nuvola e il
grassone parve gradire così tanto la parodia che per poco non si
strozzò. Curiosamente, tutta l'ilarità della faccenda si dissipò
in un soffio non appena il più alto lo vide per primo e il viso
affilato sbiancò visibilmente in una maschera di paura.
Bowser
gli rivolse un sorrisetto zannuto, lasciandogli presagire quanto ci
sarebbe stato da divertirsi invece nella prossima corsa.
Nota
d'autrice:
Ricordandomi
delle mie lettrici e compagne fanwriter più care che la apprezzano
particolarmente, ho voluto dedicare uno spazietto alla celeste
Rosalinda. Ogni volta che penso a lei mi viene in mente 'Stars'
dei Lacuna Coil.
Riguardo “Mario Kart Wii” su cui la storia si
basa, chiunque ci abbia fatto almeno una partita sa che tali
romanticismi siano solo un'utopia e che invece è guerra aperta con
tutti nella bolgia della gara. In questo gioco la pietà è per i
deboli :]
Grazie
di aver letto la shot!
Koopafreak
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