The comeback
E' l'hostess a svegliarmi, mentre cerca di allacciarmi la cintura di
sicurezza necessaria per l'atterraggio.
- Faccio... faccio io, grazie - borbotto, cercando di tenere aperti
entrambi gli occhi contemporaneamente; cosa più difficile di
quello che sembra, credetemi.
Finalmente riesco ad agganciare il meccanismo infernale della cintura,
e la ragazza fa un cenno di approvazione con la testa, poi si allontana
per andare a palpeggiare altre persone con la scusa di allacciare loro
la cintura.
Mi volto a guardare Kellie. E' già sveglia; ha la cintura
allacciata e il trucco rifatto di fresco. Mi sorride, poi si tende
all'improvviso verso di me.
Io mi allontano d'istinto, pensando che voglia fare qualcosa
d'importuno, tipo abbracciarmi, ma lei si limita a passarmi
una mano sul viso con aria severa.
- Ti è colato il trucco. Hai le guance piene di strisce
nere! -.
Oh, accidenti, chissà cos'avrà pensato la
hostess! Ma probabilmente le capita spesso di far finta di non vedere
le lacrime
di chi si imbarca ed è costretto a salutare le persone che
ama.
Per fortuna, prima che possa sprofondare nella depressione
più nera e arrovellarmi su questi cupi pensieri, Kellie
parte all'attacco e insiste nel volermi risistemare il trucco; non
accetta scuse.
- Ma stiamo per atterrare, l'aereo sarà tutta una
turbolenza! -.
- Nah, fanno sempre allacciare le cinture in anticipo. Faccio in tempo
a truccarti tre volte prima che inizino le manovre di atterraggio,
scometti? -.
Guardo l'orologio: segna le quattro del pomeriggio; questo vuol dire
che manca ancora almeno mezz'ora all'atterraggio e che Kellie ha tutto
il
tempo che vuole per perseguitarmi, convincermi e poi pasticciarmi sul
viso. Decido di rinunciare in partenza alle proteste e sospiro,
rassegnata. Kellie batte le mani con un urletto di felicità.
Quando usciamo dall'aereo ho i segni delle ciglia stampati sulle
guance in pieno stile Arancia Meccanica e un segno di burro
cacao
colorato che parte dalla bocca e mi sfregia la guancia, facendomi
assomigliare in modo inquietante al Joker.
I passeggeri che scendono assieme a noi mi guardano con aria curiosa;
alcuni sghignazzano, altri si esprimono nelle loro migliori arie di
disapprovazione, mentre i bambini mi indicano e chiedono ai genitori se
sto andando a una festa in maschera.
- Mai più, Kellie. Mai
più - dico, imbronciata.
Cerco di ripulirmi il viso con la mano prima che qualcuno mi scambi per
una drag queen e mi chieda di intrattenere i bambini al compleanno
della
propria figlia. Intanto, Kellie ed io ci facciamo largo trascinandoci
dietro i bagagli e cercando Elvis in mezzo alla
folla che occupa la zona degli arrivi.
***
- Siete tornate! -
Elvis ci sorprende alle spalle e ci abbraccia strette. Tiene in mano un
cartello con scritto "Le ragazze più belle dell'aeroporto",
come
fanno gli autisti mandati a prendere le persone importanti, e si
dà arie di grande importanza.
Quando ci saluta, però, ci chiama - La mia ciambella e il
mio
stecchino! - (e ovviamente lo stecchino sono io, non ho bisogno di
dirvelo, vero?).
- Elvis, sei dimagrito! - lo rimprovero. Se proprio deve darmi della
ciambella, come minimo non dovrebbe diventare uno stecchino anche lui.
Per fortuna almeno Guendalina rimane dalla mia parte!
A proposito di sua moglie, Elvis fa un gran sospiro. - Gwenny
è a dieta. Mi costringe a "supportarla" -. I suoi grandi
occhi
azzurri si allargano mesti, quando alza le spalle.
- Il problema
è che lei non perde peso. Credo nasconda scorte di dolciumi
da
qualche parte - ci confida, poi, con aria da cospiratore.
Kellie fa un verso di compatimento e gli dà una pacca
amichevole sulla
schiena; io cerco di nascondere un sorrisino. Guendalina
è incorreggibile!
- Dovete aiutarmi a stanare le provviste, per il suo bene! -, ci prega
Elvis.
In realtà, penso che lo dovremmo fare più per il suo bene, visto che
non voglio vederlo morire di fame, ma mi limito ad annuire con aria
decisa.
- E poi magari potreste ospitarmi per un po'. Gwenny
diventerà
intrattabile quando inizierà sul serio la dieta! -. Elvis
finge
di rabbrividire, ma è chiaro che parla della moglie con
affetto. Ammicca, mentre ci fa segno di dirigerci verso l'uscita
dell'aeroporto,
poi sembra ricordarsi qualcosa. - A proposito, state cercando un'altra
coinquilina? L'altro giorno sono passato da casa vostra per controllare
che fosse tutto ok, e ho visto Robert che portava una ragazza a
visitare l'appartamento -.
Robert, se non lo ricordate (ma come scordare un tipo del genere?),
è l'uomo che mi ha affittato la casa qualche mese fa e
che poi, senza avvertirmi, ha firmato un contratto anche con Kellie.
Accidenti se
quell'uomo è incorreggibile! La casa non ha nemmeno tre
camere
da letto, dove pensa che dovremmo infilare la nuova tipa?
- Non di nuovo! - esclamo, inferocita. Le persone attorno si voltano a
guardare, curiose, e Kellie sobbalza, poi mi lancia un'occhiata
risentita.
- Senza offesa, Kel, adesso ti adoro... - Ok, forse adorare
è una
parola grossa, ma ho davvero
imparato ad apprezzare la sua compagnia e a considerarla un'amica, -
però preferirei non ripetere più l'esperienza -.
Kellie mi lancia una lunga occhiata indagatrice -tanto che mi sembra di
essere sottoposta alla macchina della verità-, poi scrolla
le spalle e dice - Non c'è verso che riusciamo a
condividere il bagno di sopra in tre persone, comunque -.
- Quel tipo è un furbacchione! - rimarca intanto Elvis, come
se ci
fossero possibilità che ancora non l'avessimo capito.
- Se avete
problemi con lui, abbiamo un paio di stanze al piano di
sopra del bar che non usiamo. Potete trasferirvi lì
finchè non trovate qualcosa -.
Faccio un gran sorriso ad Elvis, perchè la sua è
un'offerta tremendamente gentile, ma il solo pensiero di non vedere
più la casa di Josh dalla finestra, o
che qualcuno (conoscendo Robert, probabilmente una fan ancora
più pazza
di Kellie) lo veda correre nel campo e si metta ad inseguirlo, o lo
pedini fino a Terabithia, mi fa raggrinzire il cuore ai livelli di una
prugna secca.
- Grazie, El - risponde Kellie, dopo che ci siamo scambiate un'occhiata
decisa. - Ma penso che combatteremo per la nostra casa, anche a costo
di finire sotto assedio -.
Non so se anche lei abbia provato lo stesso istinto protettivo che
sento io nei confronti di Josh, o se semplicemente non voglia
rinunciare allo spettacolo della corsa mattutina di Josh, quando lui
tornerà (no, questo è assurdo... lei non lo ha
visto
correre, è la mia mente pervertita che si è
fissata su quel
ricordo!), ma sembra sicura della sua decisione almeno quanto me.
Elvis scrolla le spalle. - Poco male. Se davvero finite sotto assedio,
vi verremo a rifornire di
provviste. Almeno Gwen avrà una
buona motivazione per svuotare la dispensa da quelle diavolerie
tentatrici! -.
Poi, quando finalmente raggiungiamo la sua piccola macchina
sgangherata, aggiunge sovrappensiero - E almeno posso scappare da voi
se
mia moglie cerca di mangiarmi -.
Appena la macchina di Elvis accosta con un fischio preoccupante sul
selciato accanto al pub, P.T. corre fuori dal locale abbaiando e
slittando sul
terreno con le zampette corte. Rivederlo mi ricorda Josh in un modo
sconcertate, e mi scopro a tirare su col naso, un po' commossa,
trattenendo una risata. No,
seriamente, devo essere prossima a quell'adorabile periodo del mese in
cui
tutte le donne vanno in depressione, perchè non è
possibile che io sia diventata una tale lagna!
Mi abbasso per prenderlo in braccio e salutarlo, e lui mi salta addosso
e inizia a leccarmi la faccia in modo disgustoso. Sembra un pesce
pulitore! Probabilmente vuole togliermi dalla faccia tutta quella roba
che Kellie ci ha spalmato sopra spacciandola per "trucco".
- Ehw, P.T., apprezzo il gesto, ma preferisco lavarmi il viso con
l'acqua! - esclamo, cercando di frenare un po' del suo entusiasmo. Poi
mi chino per rimetterlo a terra, e lo spedisco da Kellie
perchè sia educato e sbavazzi un po'
anche lei.
Quando mi alzo in piedi, vedo di fronte a me Guendalina, in piedi sulla
soglia della porta, e le faccio un gran sorriso.
- Ah, la mia ciambellina! - brontola lei, prima di stringermi in un
abbraccio stritolaossa.
Decido di ignorare il fatto che anche lei abbia iniziato a darmi della
ciambella, anche se la cosa non mi va molto a genio, e passo ad
argomenti più importanti.
- Guendalina, cosa ti salta in mente? Perché ti metti a
dieta? -
la rimprovero. E' così strano che adesso abbia deciso di
mettersi in
forma proprio lei, che diceva sempre
di domandarsi dove le
persone magre incastrassero tutta la loro personalità in
quel poco spazio che avevano a disposizione.
- Sai com'è, il dottore mi ha detto che rischio il diabete -
risponde, tutta mogia.
A quel pensiero, non posso fare a meno di rabbrividire. Anche Mary
Margaret aveva il diabete, e guardate com'era finita.
Improvvisamente, non sono più così contraria alla
dieta.
Però rimane un'altra questione. - Ma Elvis perché
lo
metti a dieta? - domanda Kellie, rubandomi le parole di bocca.
Ero convinta che fosse tutta presa dal coccolare P.T., steso
arrendevolmente a terra a pancia in su, invece, a quanto
pare, stava anche seguendo la nostra conversazione.
- Perchè mi faccia compagnia! - borbotta Guendalina in
risposta. Poi incrocia il mio sguardo, che dice "Guarda che so tutto"; arrossisce,
capendo che Elvis mi ha raccontato del genere di "dieta"
che sta seguendo, e lo guarda un po' male per cercare di recuperare un
minimo
di contegno.
- Ma Guendalina, non puoi lasciare a stecchetto Elvis, o si
dissolverà nel nulla! - protesto. Visto che sembra decisa a
non rispondere, le lancio un'occhiatina maliziosa e
aggiungo, usando le sue stesse parole contro di lei, - E poi dove la
mette tutta la sua personalità? -.
- Nei capelli lunghi... - borbotta Guendalina, contrariata, riferendosi
alla
lunga chioma grigia che Elvis ha chiaramente fatto crescere per
compensare la sua stempiatura.
Kellie mi guarda, incuriosita, ma io mi limito a scrollare le spalleper
dirle che le
spiegherò più tardi la storia della
personalità.
-Senti, lascia stare Elvis. Puoi fare la dieta con... con... - sto per
dire che la farò io, la dieta con lei, ma poi mi rendo conto
che è una cosa logicamente impossibile. Morirei dopo un
singolo giorno di dieta.
Un'unica soluzione si profila all'orizzonte: - Kellie! Kellie
farà la dieta con te! -.
Kellie ripete un giorno sì e uno no che vuole mettersi a
dieta,
nonostante non ne abbia alcun bisogno, ma adesso questa sua fissa
potrebbe tornare utile. In più, finalmente avrebbe
l'occasione di
mettersi d'impegno nel suo progetto, essendo motivata dalla
necessità di aiutare Gwen.
- Saremo compagne di dieta! Ho già i consigli del dietista!
-.
Entusiasta, Kellie lancia un urletto di felicità e corre ad
abbracciare
Guendalina, che mi guarda terrorizzata da sopra la sua spalla.
Kellie, intanto, si volta verso di me con una strana espressione, a
metà tra quella del personal trainer di fronte ad una sfida
emozionante e quella dispiaciuta di qualcuno che non vuole
escludere l'amica da un'attività esclusiva ed elettrizzante.
- Grace, dovresti farla anche tu! - trilla, emozionata, probabilmente
non capendo che ho messo in mezzo lei proprio per potermi
sottrarre a
quella tortura medievale.
- Dovrei? - mi acciglio, incrociando le braccia al petto.
- Certo! Adesso che stai ufficialmente con Josh apparirai di sicuro sui
tabloid e devi essere in forma. Tutti saranno pronti a
giudicarti.
A quel pensiero, sento il cuore balzarmi in gola. - Da-davvero? -.
Dannazione, io non ho la figura da passerella, ho la corporatura da
contadinotta inglese! E contavo di rimanere nascosta qui a Union, come
il più sordido tra i segreti di Josh, per il
resto della mia vita.
- Dovrò... Oddio, pensi che dovrò accompagnarlo a
tutti quegli eventi sui tappeti rossi e robaccia del genere? -.
Oh no. Oh no! Troppa pressione.
Devo parlarne con Josh, dirgli che se vuole può portarci
qualcun
altro: Kellie, Guendalina, P.T., Sam... Chiunque ma non me!
All'improvviso sento qualcosa di molto simile alla rabbia montarmi
dentro nei confronti di Kellie.
E' appena riuscita a distruggere quella
felicità, quel senso di tranquillità che era
riuscito ad
accompagnarmi dalla nottata sulla collina di Hollywood fin
qui in
Kentucky: il senso di pace che mi dava la consapevolezza che Josh
ricambia quello che provo per lui.
E adesso invece l'idea dell'occhio critico dell'opinione pubblica mi
tormenterà per sempre.
- Terrò nascosta la mia presenza - annuncio allora,
drammatica,
avvicinandomi a Kellie e sottraendole P.T. per una specie di vendetta
indiretta. Mi carco in spalla in cagnolino, come un bimbo a cui bisogna
far fare il ruttino, e lui uggiola allegramente e cerca di
leccarmi le orecchie.
Poi Guendalina sgancia la bomba. - Ma, Ciambellotta, guarda che sei
già su PopNews -.
Rischio di far cadere P.T. per la sorpresa. - Sono dove? -. Mi sembra
di aver capito qualcosa di simile a "Pop Corn", e per un attimo
inorridisco all'idea che la mia faccia stia sui pacchi di popcorn o sui
bicchieroni che distribuiscono al cinema. La realtà,
però, è ancora peggio: sono su Internet.
- Sul sito di news di Hollywood! Aspetta, adesso Elvis ti fa vedere -.
Dovete sapere che Elvis sembra tanto tranquillo, ma in
realtà
è una pettegola; ovvio che abbia trovato la news prima
ancora
che io potessi immaginare
di esserci finita.
Kellie, intanto, salta su appena sente la notizia. - Ci sono anche io?
- domanda, elettrizzata.
Seguiamo in fila indiana Elvis fino al vecchio computer fisso nel retro
del negozio. Io ho la pelle d'oca e, mentre aspettiamo che il computer
si accenda, accarezzo in modo convulso P.T. tra le orecchie. Non so se
sia per colpa dell'ansia, o se per l'effettiva lentezza del computer
(che sembra risalire almeno all'epoca di Giulio Cesare),
ma sembra
passino secoli prima che Elvis riesca finalmente ad accedere
al sito.
Una volta avviato il computer, Elvis smanetta velocemente all'interno
della pagina web e trova in attimo la notizia di cui parlava Guendalina.
Di fronte a noi compaiono delle foto di Josh, Kellie, Dimitri e me che
camminiamo sulla Walk of Fame, poi un'immagine sfocata della mia faccia
durante
il party alla Bat-Caverna (ringrazio mentalmente di non essere girata
col costume di Kellie addosso, quella sera: ci mancano solo mie foto
nel web con addosso delle mutande striminzite e un reggiseno
palesemente superimbottito); la cosa sorprendente, però,
è la serie di
immagini che segue: in una ci siamo io, Kellie e Josh in posa al
negozio di scherzi del centro commerciale di LA, e ricordo chiaramente
che a scattare quella foto è stata proprio Kellie; in
un'altra
è catturato il momento del bacio tra Josh e me davanti alla
scritta di Hollywood (è forse il prodotto del flash
proveniente dal
cespuglio da cui poi sono emersi Kellie e Dimitri?); infine,
c'è
un video.
- Oh, questo non l'avevo ancora visto - commenta Elvis, curioso, prima
di premere col mouse sul simbolo di play. Di fronte ai
nostri occhi,
sullo schermo si ripete la scena del bacio tra me e Josh davanti al
capannone delle
esercitazioni degli attori.
- Questi paparazzi riescono ad infiltrarsi proprio dappertutto -
commenta Elvis, ammirato, mentre Guendalina sospira in modo
sospettosamente lacrimoso dietro alle sue spalle, prima di replicare
severamente - Quei maledetti non sanno cosa sia il rispetto della
privacy! -.
Io non riesco nemmeno a guardarli negli occhi per la vergogna. Mi sento
come una ragazzina sorpresa dai genitori a pomiciare col proprio
ragazzo, perchè, lo ammetto, ormai considero Guendalina ed
Elvis
un po' come dei genitori, visto quanto hanno fatto (e continuano a
fare) per me.
Anzi, forse sono un po' più come dei suoceri, visto come si
comportano con Josh e quanto lui vuole loro bene. Ma qui sto
già
pensano a me e Josh come ad una coppia sposata, e questa è
una
cosa melensa, quindi lasciamo perdere.
Un pensiero martellante, intanto, continua a martellarmi in testa:
chiunque può vedere quelle foto e scaricare sul cellulare
alcuni
degli attimi più importanti della mia vita. L'idea mi
nausea, e
credo di non essermi mai sentita più tradita e umiliata di
adesso.
- Come hai potuto? -. Mi giro verso di Kellie, a cui scompare subito il
sorriso dalle labbra. - Come? - domanda, confusa. Guendalina ed Elvis
ci guardano senza capire.
- Ci hai venduti! - esclamo, battendo furiosamente le ciglia quando mi
si offusca la vista. Ci manca solo che lei adesso mi faccia una foto
mentre piango e la diffonda sui giornali nazionali!
- E per cosa? Per avere più contatti su quello stupido
Twitter? -.
Il suo nickname è scritto proprio in fondo all'articolo, tra
le
fonti delle notizie; non ha alcun senso che provi a negare. Mi chiedo
se la paghino, o se faccia tutto semplicemente per orgoglio personale.
Kellie è rimasta a bocca aperta, sgomenta, ma non cerca di
difendersi. Conoscendola, probabilmente è convinta di non
aver
fatto niente di male.
- Accidenti, sapevo che ti piace essere al centro dell'attenzione, ma
arrivare fino a questo punto! - esclamo, pestando un piede a terra per
la rabbia. - Hai trasformato la mia vita in un maledettissimo
fotoromanzo! -.
Elvis ci guarda sbalordito, Guendalina si acciglia, e Kellie sembra
ormai vicina alle lacrime. Sento che devo allontanarmi,
perchè
se no poi finirò per sentirmi in colpa io per quello che
è successo e, per questo motivo, oltre che con
Kellie, poi finirò per arrabbiarmi anche con me stessa.
Però non riesco a trattenere la stoccata finale. - Magari di
me
non ti importa, ma pensa a Josh. Come se non avesse già
abbastanza persone a perseguitarlo! -.
Camminando impettita, esco dalla stanza e poi dal locale, tenendo P.T.
stretto al petto. Sembra spaventato, perchè se ne sta zitto
zitto e mi osserva con i suoi grandi occhi liquidi e dolci. Povera
bestiola, lui non c'entra niente in questo macello. - Perdonami
cucciolo, non volevo metterti in mezzo - mormoro, sprofondando il viso
nella sua pelliccia. Me ne pento subito. Accidenti se ha bisogno di un
bagno, questo Piccolo Terrier!
Spaesata, metto giù P.T., che mi scorrazza attorno alle
gambe e poi abbaia.
Mi controllo nelle tasche, ma so già di aver lasciato tutto
da
Elvis e Guendalina, comprese le chiavi di casa, e sono ben decisa a
girare alla larga dal bar per almeno qualche ora.
In tasca, però, ho solo pochi spiccioli, un fazzoletto e il
cellulare.
Lancio un'occhiata colma di desiderio alla gelateria a pochi passi da
qui, ma poi penso che, se prendessi il gelato, poi P.T. si metterebbe a
guaire per averne un po' anche lui e, visto che io non sono il genere
di persona che fa leccare il gelato al proprio cane e poi finisce
tranquillamente di mangiarselo, dovrei comprarne uno intero anche per
lui. Il problema è che non mi ricordo se il gelato faccia
venire il mal di pancia ai cani (ricordo chiaramente di aver sentito
qualcuno che ne parlava) e, d'altra parte, non credo di avere soldi a
sufficienza.
Alla fine, decido di prendere un bel pacco di biscotti al supermercato
alla fine della strada -lo stesso dove ho preso lo skateboard con Josh-
e di condividerlo con il mio fido compare, seduta sul marciapiede.
Ripensare allo skateboard mi fa venire nostalgia di Josh (ci
sarà qualcosa in questo paesino che non me lo ricordi?),
perciò mi decido a chiamarlo. In questo momento, ho un
bisogno quasi fisico di sentire la sua voce gentile, la sua risata,
quel suo modo adorabile di pronunciare le "s"...
Mentre ascolto il "tuu-tuu" della linea, in attesa che Josh risponda,
mi trovo a sperare ardentemente che i telefoni prendano anche sulla
sperduta isola del Pacifico in cui dovrà girare Catching
Fire, altrimenti sarò costretta a sopportare un orribile,
lunghissimo periodo di astinenza.
- Pronto?
- Ciao! Ho una cosa importante da dirti.
- Omioddio, sei incinta? - esclama Josh, fingendosi preoccupato. Poi si
mette a ridere. - Jen si è appena messa a strillare che
siamo due irresponsabili, ci è cascata in pieno -.
Sbuffo, cercando di mostrarmi moralmente superiore e di disapprovare il
modo in cui si prende gioco di Jennifer, ma, quando Josh protende il
telefono verso di lei e le sue strilla mi raggiungono in diretta, non
posso fare a meno di scoppiare a ridere.
- Duro il lavoro, eh? - lo prendo in giro.
- Non sai quanto - replica, drammatico.
Lascerei volentieri che la conversazione degenerasse in commenti
ironici, battutine e aneddoti vari, ma l'idea del faro dell'opinione
pubblica costantemente puntato su di me continua a martellarmi in testa.
- No, davvero, devo parlarti di una cosa - dico, tornando seria. - Non
mi avevi avvertita delle condizioni della nostra relazione -.
Josh fa un verso confuso dall'altra parte del telefono, poi lo sento
bisbigliare - Jen era uno scherzo! Gliela fai dopo la morale sulle
protezioni, ok? Sciò! -.
Scacciata Jennifer, rimane in silenzio, in attesa.
- Sai, l'essere costantemente sotto i riflettori e tutte quelle cose -
mormoro allora, stringendo il cellulare contro l'orecchio con tutte e
due le mani, nel tentativo di sentire Josh più
vicino.
- Io non ci sono tagliata -.
Josh sbuffa, divertito. - Nessuno ci è tagliato. Ci si
abitua, per forza, in un modo o nell'altro -.
Rimango in silenzio per un po', cincischiando con la mano libera con
una ciocca di capelli che si è sciolta dalla mia coda di
cavallo.
- Non ci riuscirò mai - dico, poi, sincera. - Penso dovremmo
lasciarci -.
A Josh sembra andar di traverso qualcosa, dall'altra parte
del telefono. - Cosa?! -.
Gli faccio una pernacchia con la lingua, poi scoppio a ridere. -
Cos'è, pensi di essere l'unico capace di fare scherzi? -.
In sottofondo si sente la voce di Jen (che, a quanto pare, ha
continuato ad origliare) esclamare "Ben ti sta, nanerottolo!".
Josh sbuffa e minaccia tutte e due di terribili ritorsioni, ma poi
torna serio. - Da dov'è che che ti sono venuti tutti questi
complessi sull'opinione pubblica, comunque? -.
- Kellie
-, mi limito a dire. Poi, però, esplodo come un fiume in
piena quando rompe gli argini, e gli racconto tutta la storia delle
foto.
Lui rimane in silenzio per un po', dall'altra parte del telefono, e
riesco ad immaginarlo senza difficoltà mentre aggrotta le
sopracciglia in quel suo modo stranamente sexy (qui lo dico e qui lo
nego!) mentre riflette sulla questione. Sono quasi certa di sentirlo
mangiarsi le unghie.
In sottofondo, intanto, Jen borbotta - Ha davvero diffuso il video
della mia reazione al vostro bacio? Dio santo, ci mancava un'altra
figuraccia del genere -.
Rido, mentre Josh sbotta a metà tra il divertito e
l'esasperato - Ma si può avere un po' di privacy?! -.
Jen replica all'istante -apparentemente dopo aver preso possesso del
cellulare di Josh, visto quanto si sente vicina la sua voce- in tono
malizioso. - Voglio sentire se vi dite zozzerie! -.
Dopo un breve trambusto, probabilente a causa di una battaglia
silenziosa tra i due, Josh torna in possesso del suo I-phone. - Ok,
l'ho neutralizzata - annuncia col fiatone. Poi sbotta - La prossima
volta le rubo io il cellulare mentre parla con Nicholas, poi voglio proprio
vedere se ci riprova -.
- Vedete di non picchiarvi troppo forte, o nel film si vedranno i
lividi - lo prendo in giro, dimenandomi sul gelido marciapiede in cerca
di una posizione in cui non mi si congeli il sedere.
Il cast partirà domani per l'isola che costituirà
il set delle riprese, e finalmente gli attori abbandoneranno i loro
allenamenti per immergersi nella storia.
- A proposito, devi provare degli strani braccialettini verdi per il
tuo mal di volo - dico, sovrappensiero, pensando al lunghissimo viaggio
in aereo che il cast sarà costretto a fare. - La tipa dietro
di me, in aereo, ne ha parlato per tutta la durata del viaggio di
ritorno e, a suo dire, sono "portentosi" -.
Io e Josh andiamo avanti a parlare del più e del meno, poi,
quando giunge il momento di salutarci, P.T. mi salta in braccio e si
rannicchia sulla mia pancia in cerca di calore. Il cielo si
è fatto più scuro, e l'aria che mi sferza il viso
inizia a diventare davvero fredda, quindi mi affretto a circondare con
le braccia quello spelacchiato di P.T. per cercare di scaldarlo un po'.
Dopo che ho fatto sentire a Josh il suo saluto canino (un miscuglio tra
il suo fiatone puzzolente e un rauco abbaiare), lui mi chiede a
bruciapelo - Cosa pensi di fare con Kellie? Vivete pur sempre nella
stessa casa -.
Ci penso un po', considerando varie opzioni, ma non mi viene in mente
di sensato. - Se non facesse così freddo, mi trasferirei
nella tua capanna sbilenca a Terabithia pur di togliermela di torno.
- Non è sbilenca! - si offende Josh, distraendosi dal
problema. - E' artisticamente
asimmetrica -.
- E' sbilenca -. Il mio tono non ammette repliche. Però,
sapendo che Josh è molto, molto orgoglioso per quanto
riguarda la sua costruzione, mi affretto a cambiare argomento, per
evitare che la discussione vada avanti all'infinito. - Potrei buttarla
fuori di casa - considero. Il solo pensiero, però, mi fa
sentire crudele in una maniera inverosimile, e non mi ci vuole nemmeno
mezzo secondo prima di decidere di cestinarlo.
- Davvero a te non dà fastidio? - domando, allora. Mi sembra
impossibile che Josh non si sia scaldato neanche un po' all'idea delle
nostre foto finite sul web, pur sapendo che è un tipo
pacifico e che non se la prende a male per nulla, a parte per le
critiche alla sua capanna sbilenca.
- Ci sono abituato -. Lo immagino mentre scrolla le spalle, al di
là della cornetta, e mi scappa un minuscolo sorriso. - A dir
la verità, mi spaventano di più gli agguati dei
fan -.
Scoppio a ridere, trovando che la sua prospettiva delle cose sia
decisamente più assennata della mia, e lo ringrazio per
avermi tirato su di morale.
Josh mi chiede di augurargli buona fortuna per il volo, e lo faccio.
Però sono tranquilla; sono sicura che ci penserà
Jen a distrarlo per tutto il viaggio.
E' ormai tarda sera, e inizia a far freddo, quando mi decido a tornare
da Guendalina ed Elvis.
La porta del locale scricchiola un po' quando la apro,
circospetta. Rientro, cauta, nella stanza principale e mi
guardo attorno.
Kellie non c'è, ma non ci sono nemmeno Elvis e Guendalina.
Forse l'hanno riportata a casa? Magari, penso, piena di speranza,
possono prestarmi una di quelle stanze di cui parlava prima Elvis
finchè Kellie non decide di sbaraccare. O magari Kellie
può venire qui e io posso tenere la casa, visto che ci sono
arrivata per prima.
Dio santo, mi sembra di essere una vecchia signora che pensa alla
spartizione dei beni dopo il divorzio!
All'improvviso, qualcuno si schiarisce la voce.
Mi volto di scatto, e riconosco Guendalina sulla soglia della porta che
dà sul retro.
- Ce ne hai messo di tempo - dice, col quel suo tono che
riesce ad essere allo stesso tempo burbero e affettuoso. - Kellie ti ha
aspettato qui per ore, per tornare a casa -.
- E' ancora qui? - gemo, guardandomi attorno in attesa che sbuchi da
sotto qualche tavolo da un momento all'altro, come in un brutto film
horror.
- Certo che è ancora qui! - protesta Guendalina; - Pensavi
che vi portassimo a casa separate come il lupo e l'agnello sulla barca?
-.
Scrollo le spalle. Certo che no.
So bene che lei ed Elvis hanno il bar a cui pensare, e che Elvis
è stato già fin troppo gentile a portarci a casa
dall'aeroporto, ma questo non mi ha impedito di sperare di poter
evitare il confronto con Blondie.
Quasi richiamata dai miei pensieri, Kellie compare alle spalle di
Guendalina, accompagnata da un quieto rumore di tacchi, e mi guarda con
la sua migliore espressione da cucciolo bastonato. Ma non ci casco, eh!
La ricambio con uno sguardo feroce.
Guendalina, allora, lancia un'occhiataccia a tutte e due e fa una
smorfia. - In macchina, subito -, ordina, pensando
probabilmente che ci stiamo comportando come due bambine. Elvis compare
in quel momento, come a seguito di un segnale preconcordato, e ci
conduce alla macchina, ancora parcheggiata davanti al locale.
Guendalina, col potere del suo sguardo da generalessa, ci spinge
praticamente a forza in macchina, poi si sporge all'interno
dell'abitacolo.
- Vedete di risolvere in fretta, cocchine, perchè nel nostro
bar non si accettano litigi - dice, burbera, agitando verso di noi il
suo indice grassoccio. Poi richiude la portiera con un gran fracasso,
senza darci la possibilità di replicare e mancando per un
pelo la coda di P.T., che è saltato in macchina appena in
tempo.
Il viaggio in macchina è accompagnato da un lungo silenzio.
Posso percepire, di tanto in tanto, lo sguardo di Kellie su di me,
intento a sondare il mio stato d'animo, ma non faccio niente per
incoraggiarla a parlare. Elvis, dal canto suo, non è tipo da
immischiarsi in queste cose (se non indirettamente, attraverso le sue
ricerche su internet), quindi si limita a fischiettare piano piano per
tutta la durata del viaggio.
Intanto, l'aria si è fatta frizzante, e il mio istinto di
persona costretta a convivere per tutta l'infanzia con altri bambini mi
dice che Kellie, adesso, è probabilmente in quella fase in
cui ci si arrabbia con una persona per il solo motivo che questa
è arrabbiata con noi.
Tanto meglio; sono stanca della sua aria da cucciolo. Magari finalmente
inizierà a sembrare una persona concreta!
Quando scendiamo dalla macchina, ci impieghiamo qualche istante per
disincastrare le valigie dal bagagliaio. Lavoriamo in cupo silenzio,
tenendoci ad una buona distanza l'una dall'altra, poi entrambe
ringraziamo educatamente Elvis per il passaggio e, silenziose,
percorriamo il vialetto che porta a casa.
P.T. ci precede di corsa, anche se le sue zampette corte non gli
concedono un grande vantaggio su di noi, e si mette a grattare alla
porta.
In fondo, anche lui è via di casa da una settimana intera,
visto che mentre eravamo a Los Angeles lui è stato ospitato
da Guendalina ed Elvis: casa dev'essergli mancata almeno
quanto a noi.
Dopo aver trafficato un po' con le chiavi e aver lasciato scivolare
P.T. all'interno in un turbine di pelo, bava e gioia, Kellie ed io
trasciniamo in silenzio le valigie dentro casa e poi su per le scale.
Le nostre stanze sono discretamente in ordine, esattamente come le
avevamo lasciate prima di partire, eppure alla nuda luce delle
lampadine appaiono spoglie e squallide.
Mi rendo conto all'improvviso che mi manca la Bat-Caverna,
colma fino all'inverosimile di mobili (basti pensare al divano
in camera da letto!) e animata da un sacco di colori vivaci, e realizzo
che la casa in cui stiamo adesso ha un'atmosfera miseramente
transitoria.
Certo, all'inizio non ero sicura di quanto tempo ci avrei trascorso;
non sapevo se sarei riuscita a permettermi l'affitto, figurarsi i
mobili per abbellirla!
Ma adesso che ho una coinquilina con cui dividere le spese (sempre che
non la sbatta fuori, intendiamoci) e addirittura uno stipendio, posso
iniziare a pensare in grande. La prima idea che mi viene in mente, stranamente, è che Kellie vorrà sicuramente dipingere l'ingresso di rosa shoking.
E' inutile: non sopporto quell'accidenti di biondina, ma allo stesso
tempo non posso pensare di non averla nei paraggi a lanciare urletti
elettrizzati!
- Kellie - dico, in tono neutro, quando la vedo passare davanti alla
mia stanza per andare in bagno.
Lei si gira verso di me, un'espressione diffidente dipinta in volto, ed
emette un grugnito interrogativo.
- Per stavolta passa... ma, per favore, non farlo più, ok? -
La sua espressione indecifrabile mostra chiaramente il suo conflitto
interiore: è palese che vuole riappacificarsi con me tanto
quanto lo voglio io, ma come rinunciare al suo adorato gossip?
Forse, però, possiamo trovare un compromesso. In fondo, se
lei deve rimetterci, forse devo sacrificare anche io qualcosa a cui
tengo. Sospiro.
- Insomma, almeno prima di postare foto su internet chiedi il permesso
ai diretti interessati - dico, indicando me stessa per chiarire di chi
sto parlando.
E, solo in quel momento, mi fulmina l'idea che potrei farle causa per
quello che ha fatto e guadagnarci anche un po' di soldi. Peccato che
l'arrabbiatura mi sia già passata, accidenti!
Non sarei mai in grado di farle qualcosa del genere. Credo che non
sarei in grado di fare una carognata simile nemmeno a Robert, in
realtà.
Kellie annuisce, e un gran sorriso le illumina il volto. Poi estrae
velocemente di tasca il cellulare, mi avvolge un braccio attorno al
collo esibendosi nel migliore dei suoi "abbracci da panda" e ci acceca
col flash. -Posso postarla, questa? - chiede poi con aria diabolica.
- KELLIEEEEEEEEEE! -.
Davvero, se continuo con questo ritmo finisce che scrivo La
Storia Infinita D:
Mi dispiace per la lentezza con cui metto i capitoli! Spero comunque
che vi sia piaciuto, nonostante i bisticci di Grace e Kellie :)
Eeeee... uh, vi siete preoccupate/i almeno un po' quando Grace ha
minacciato di mollare Josh per colpa della sua fama xD? Mi sa
di no, ma pazienza!
Il prossimo capitolo sarà molto più allegro di
questo, parlerà della nuova impresa delle nostre due eroine:
ristrutturare la casa!
E mi raccomando, non dimenticate la minaccia della Nuova Inquilina
all'orizzonte u^u
Un sacco di baci <3!
P.S. Mi consigliate un nickname per il Twitter di Kellie?
Liz
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