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Capitolo – Memorie perdute.
<<
Kagome, per piacere smettila di startene con le mani in mano e
aiutami! >>
Una
signora, dai tratti gentili, cercava in tutti i modi di attirare
l'attenzione della figlia, per farsi aiutare con la legna che stava raccogliendo qua e là.
A
fianco a lei, una giovane ragazza dai capelli corvini, osservava
costantemente il fitto bosco che poco le distanziava.
Percepiva
qualcosa, qualcosa di cui sentiva doveva averne paura, ma non capiva perchè. .
Non
c'era niente che non andava, quella era una giornata come le altre,
eppure qualcosa non la convinceva. Se lo sentiva.
L'inverno
era arrivato molto in anticipo, una cosa davvero strana. Di solito nemmeno lo si sentiva dato che la loro regione era abbastanza soleggiata.
Si
chiese se questo non dipendesse da qualcosa che aveva
cambiato le sorti climatiche.
Ma
alla fine, non era molto importante se facesse caldo o meno, non le
faceva differenza.
Lanciò
un ultima occhiata a quella boscaglia, prima di rispondere alla
donna, che attendeva che la mora le prestasse attenzione.
<<
Certo mamma.. ti aiuto con la legna? >>
La
donna annuì grata.
Oramai
non era più giovane come una volta, l'età
avanzava, e purtroppo non
riusciva a stare al passo di tutto quello che la circondava.
I
dolori alla schiena e la stanchezza, si facevano sentire. Non poteva
di certo evitarli.
Anche
se, non dimostrava per niente la sua “vecchiaia”. La statura nella media, gli occhi color verde pastello, e i capelli bruni. Sul suo volto, non vi era traccia di rughe o imperfezioni. Una bella donna, insomma.
Guardò
la figlia prendere il resto del raccolto, per poi incamminarsi verso
il villaggio di Kiito.
Era
un sentiero abbastanza spianato quello che conduceva al villaggio.
Non c'era niente nel mezzo, o meglio, niente che potesse ostacolare
il loro cammino.
La
mora proseguiva a passo veloce, ignara di aver lasciato la madre
indietro, stanca e col fiatone.
Le
mani le sudavano, così come la fronte. Era certa che le
stava
succedendo qualcosa. Forse, le stava venendo la febbre.
Ultimamente
si trovava spesso fuori dal villaggio, magari il cambio repentino di ambiente le aveva fatto male.font>
Cercò di non pensarci, ma un
dolore improvviso alla spalla destra, arrestò di punto in
bianco il
suo passo. Si toccò nel punto preciso, stringendo convulsamente la stoffa della
sua veste.
<<
Ma cosa.. >> si disse confusa.
Ritrasse
velocemente la mano, quando sentì che era bagnata. Sangue.
Si
guardò stupita le dita coperte di un liquido rosso scuro,
cercando
di capire come e quando, si era provocata quella ferita.
Non
capiva nemmeno perchè, le avesse incominciato a far male
solo ora.
Pizzicava, come se
qualcuno le stasse
disinfettando un ginocchio sbucciato.
Non
riuscì neanche a completare il pensiero, che il dolore era
già
sparito. Ora era sicura. C'era qualcosa che non andava.
Lanciò
un'occhiata veloce alla madre, che l'aveva quasi raggiunta, e riprese
a camminare.
Voleva
sbrigarsi a tornare, voleva vedere prima di tutto cosa le era successo
alla spalla, e poi magari, andare a controllare la situazione in
giro.
Ormai,
era fermamente convinta, che in questa giornata ci sarebbero stati
dei grossi problemi. Proveniente da chi, o da cosa, non lo sapeva.
Poteva
solo contare sul suo sesto senso, che la maggior parte delle volte,
non sbagliava mai. Certo, c'erano quelle minime eccezioni, ma alla
fine erano scarse le possibilità che poteva andare in errore.
Era
una sacerdotessa no? L'intuito era importante.
Raggiunsero
il villaggio dopo pochi minuti, con la stessa identica sensazione,
che a quanto pare non voleva lasciarla stare.
Sospirò.
Era
inutile pensarci, non sarebbe arrivata a grandi conclusioni,
rimuginando sempre sulla stessa cosa.
<<
Venerabile Kagome! >> la richiamò un anziano.
Si
girò di scatto verso la voce dell'uomo, così
velocemente che la
spalla le bruciò di nuovo, facendole perdere l'equilibrio.
Si
toccò leggermente là dove aveva sentito dolore,
ma ritirò subito
la mano, come scottata. Di nuovo, si
disse. Che cosa si trovava in quel punto?
Cercò
di riacquistare un po' di compostezza, rispondendo cordiale
<<
A vostra disposizione. >>
Le
piaceva essere una sacerdotessa, ma quel ruolo a volte era davvero
faticoso. Spesso l'allontanava da casa per parecchie settimane.. se
non addirittura mesi.
<<
Ci sono dei feriti nel villaggio vicino, e stamani alcuni uomini la
sono venuti a cercare.. hanno detto che torneranno al tramonto.
>>
spiegò, stropicciandosi leggermente le mani.
A..allontanarsi
dal villaggio? Proprio oggi?
Kagome
si girò intorno, indecisa sul da farsi.. pensierosa.
Quella
sensazione che le attanagliava la gola, le gambe molli, gli occhi
attenti.. erano dovuti a qualcosa. Qualcosa di molto potente.
La
spalla le bruciò ancora.
Sembrava
che qualcuno le stesse lanciando palline infuocate, tanto era il
calore che la circondava.
Non
sapeva cosa pensare.. che fosse un segno per non allontanarsi? Oppure
c'era davvero qualcosa in lei, che non andava?
Sperò
in cuor suo che si stesse sbagliando, e che tutto quello che provava
era dovuto alla stanchezza.
Accettò,
sorridendo falsamente, mentre il signore tirò un sospiro di
sollievo.. ma sollievo di cosa?
Lo
guardò dubbiosa, ma non disse niente.
Forse
si stava lasciando prendere la mano.. o forse stava completamente
impazzendo. Difficile a dirsi.
Anche
se effettivamente, quell'anziano signore, le aveva già dato
una
brutta impressione, quando era arrivato la prima volta qui. Sei anni
fa.
Lo
ricordava bene, aveva più o meno quattordici anni, a quel
tempo
stava ancora prendendo i voti di sacerdotessa, e aveva smarrito la
strada dopo il suo solito allenamento spirituale.
Si
era ritrovata così a vagare per la foresta.. e fu allora che
lo
incontrò.
Era
steso a terra. Il kimono nero strappato in più parti, il
viso
coperto da del sangue secco.
Si
era subito preoccupata di andarlo a vedere. Le ferite non erano
gravi, aveva pensato subito di curarle, e per poi sarebbe andata a cercare la via di casa.
Ma
i suoi piani erano andati a farsi benedire, quando lui aveva aperto
gli occhi. Neri come il carbone. E le aveva sorriso. Un sorriso
gelido.. raccapricciante.
Tuttavia,
lasciarlo in quel posto, da solo e ferito, non le andava molto a
genio, e così aveva deciso di portarlo con sè.
Naraku,
aveva detto di chiamarsi.
Il
cognome? Non era dato saperlo a quanto pareva. Forse era proprio per
quello che non riusciva a fidarsi al cento per cento di quell'uomo.
Infondo,
cosa sapeva di lui? Niente.
Solo
il nome, che poteva benissimo essere una copertura. Magari era un
criminale.. o ancora peggio un kaishakunin(*).
Scacciò
via quel pensiero. Perchè mai doveva essere responsabile del
suo
malumore.
“E'
la stanchezza!” si ripetè tra sé e
sé.
Doveva
farsi un bagno, era davvero stanca, magri rilassandosi un po' avrebbe ragionato meglio.
Così, si
dileguò, non prima di aver comunicato che ci avrebbe messo
meno
di un ora, e che quindi, sarebbe tornata prima di quegl'uomini.
*O*O*O*O*
<<
Razza di imbecille vuoi stare attento? Ti ha quasi scoperto!
>>
L'anziano
signore si girò, lanciando un occhiata di fuoco all'ultimo
arrivato.
<<
Non credo proprio! E' una tale demente che non si accorgerà
mai di
niente. E poi, non dovresti andare a chiamare Katsurou.. Miroku?
>>
gli domandò spavaldo, sapendo che lo infastidiva essere
chiamato col
suo vero nome da lui.
<<Per
te, sono Akihiro(*), Atsushi(*). >>
dichiarò voltandosi <<
e.. Inuyasha è già in azione, pronto per tornare
a casa vittorioso.
>>
Sparì,
così com'era apparso, lasciando un Naraku contrariato e
arrabbiato.
Odiava
Miroku, anzi odiava tutti i Taisho, anche se lui ne faceva parte. Era
il braccio destro del Grande Inuno Taisho, e lo rispettava certo, ma
odiava in egual modo tutti i suoi discendenti.
Inutili
bambini viziati che pensavano di avere tutto tra le loro mani.. il
potere, che a lui era stato negato, perchè era un
mezzodemone, un
ibrido, nato da una madre demone e un padre umano.
Ancora
si chiedeva cosa la madre ci avesse trovato in uomo così
fallito
come il padre. Era un falegname, povero. I genitori l'avevano
ripudiato, la sorella quasi ucciso. Ma nonostante tutto, la madre si
era perdutamente innamorata.
Strano
vero? Erano rari i casi in cui demoni e umani si trovassero in
accordo.. figurarsi se potevano pensare all'amore.
L'amore
poi.. uno dei sentimenti più inutili al mondo. Lui non amava
nessuno
e odiava tutti. Voleva sterminare questo mondo. Voleva che tutti
soffrissero come aveva sofferto lui.
Perchè
sì.. lui aveva sofferto. Il padre un povero disgraziato,
aveva
lasciato la madre quando scoprì ch'era incinta di un
mezzodemone.
Poi
la morte prematura di lei..
Era
solo. Inutile. Senza forze.
Qualche tempo dopo,
incontrò Inuno: lo accolse dopo aver
ascoltato la sua
storia e gli promise che sarebbe diventato più forte.
Era
assetato di sangue come lui, voleva una vendetta. Voleva ritrovare
quel dannato di un falegname e farlo fuori.
Tuttavia
i suoi propositi non potevano essere compiuti. Doveva portare a
termine il piano che gli era stato affidato sette anni fa.
Se
ci pensava, ancora non capiva il perchè di quella scelta:
<<
Perchè hai lasciato che fuggisse?! Lo sai che se diventa
come sua
madre potrebbe essere un pericolo?! >> lo
rimproverò il padre.
<<
So quello che faccio. Uccidere una ragazzina non mi da per niente
soddisfazione. Voglio vederla combattere fino all'ultimo, accesa
dalla vendetta che prova nei confronti della morte prematura della madre. Solo allora la
ucciderò. Mi rifiuto di farlo prima. >>
setenziò con aria
annoiata ed incrociando le braccia al petto.
<<
Non vuoi Inuyasha? Allora manderò Eiji(*). A te la scelta.
>>
ribattè Inuno.
<<
Mi dispice dirtelo, papà, ma Sesshomaru non può
farle niente. >>
disse sicuro.
<<
E perchè mai? >>
Inuno
era sempre più nervoso, se il figlio avesse detto ancora una
parola
storta, era sicuro che non avrebbe risposto di se stesso.
<<
L'ho marchiata. E sai cosa vuol dire quando un demone marchia
un'umana no? Significa che è di sua proprietà e
che perciò i
membri della famiglia non possono minimamente sfiorarla. Voglio avere
io il piacere di trafiggerle la gola. Quindi ora, lasciatemi riposare
in pace. >>
Si
allontanò con un ghigno soddisfatto, sicuro che nessuno
avrebbe
provato a contraddirlo. Infondo erano quelle le regole dei demoni.
Scacciò
subito via quella scena. Era sicuro che tutto quello che aveva detto
Inuyasha fosse solo una scusa. E lui, doveva capirne il motivo.
*O*O*O*O*
Kagome
si trovava al di fuori del villaggio, pronta ad accogliere
quegl'uomini venuti in mattinata, dato che il tramonto era ormai giunto.
Era
un po' nervosa, trovarsi da sola, fuori dai margini della propria
casa, la metteva abbastanza soggezione.
Fortunatamente,
dopo qualche minuto, erano già lì, pronti a
trattare con lei.
<<
Lei è la sacerdotessa di questo villaggio? >>
domandò un
uomo.
Era
alto, molto alto, le spalle larghe e le braccia muscolose. Portava
una divisa da soldato, e Kagome si chiese come mai, dei soldati
fossero interessati alla vita dei cittadini comuni.
Di
solito venivano considerati di un ceto più basso, e quindi
meno
importanti.
<<
Sono io. >> confermò << come mai
avete bisogno del mio
aiuto.. buon uomo? >> domandò incespicando
sulla parola
'buon'.
Tutto
gli pareva tranne che buono, ma questo commento lo tenne per
sé.
L'uomo
alzò un sopracciglio, scrutandola bene << Ma
siete sicura di
essere veramente una sacerdotessa? >> domandò
ancora.
La
ragazza si indispettì.
Di
certo non era come le sacerdotesse del passato, alte, belle e con un
bel corpo, ma questo non importava no?
<<
Dubitate della mia parola, signore? >> la voce le
uscì
talmente gelida, che Kagome se ne sorprese.
Non
era solita arrabbiarsi, e sicuramente, neanche rispondere male.
Anche
se quell'uomo le avrebbe sfilato i peggiori insulti, se avesse
dubitato ancora sulla persona che rappresentava.
<<
No di certo, volevo solo accertarmene.. >> sorrise
<< Il
mio signore vorrebbe conoscervi. >> disse infine.
<<
Conoscermi? Ma non c'erano degli uomini feriti? >>
domandò
irritata.
L'uomo
emise un ghigno, avvicinandosi a Kagome.
<<
Era solo una scusa per tornare qui. >>
Kagome
era scioccata. Perchè non avevano detto subito la
verità? Così
almeno si sarebbe presa la briga di andare a riposare, rifiutando
subito.
<<
Non mi interessa. >> dichiarò voltandosi.
Non
fece in tempo neanche a fare un passo che si ritrovoò
stretta nella
morsa di quell'uomo.
Urlò spaventata, e colta di sorpresa. Inoltre, se
prima quelle braccia le erano sembrate muscolose, ora le parevano
fatte di vero acciaio.
<<
Lasciatemi! Subito! >>
Scalciò,
nel vano tentativo di allontanarlo da lei, ma con scarsi risultati.
<<
Ho detto che dovete venire con me.. chiaro donna? >>
Kagome
stava già per rispondergli per le rime, quando una voce, fin
troppo
conosciuta, andò in suo aiuto.
<<
Lasciatela stare voi. >> disse strattonando l'uomo, e
facendo
allentare la presa su Kagome.
La
ragazza ne approfittò, e con un calcio ben assestato,
riuscì a
scivolare via, andando a rifuggiarsi subito dietro al suo salvatore.
<<
Koga.. >> disse preoccupata.
<<
Perchè non mi hai aspettato stupida? Sarei venuto con te!
>>
la sgridò, spingendola delicatamente dietro di sé
in modo che fosse
al sicuro.
Kagome
stava per ribattere, ma la voce dell'uomo glielo impedì.
<<
Ma che strano.. cosa ci fa un demone in un villaggio umano?
>>
domandò sorridendo apertamente.
<<
Non sono di certo affari che ti riguardano. >>
sputò Koga.
L'uomo
storse la bocca in una smorfia ironica << virile..
>>
<<
Tutti i demoni possono restare nel nostro villaggio, purchè
non
abbiamo cattive intenzioni. >> si sentì di
chiarire Kagome,
ignorando la smorfia di disapprovazione di Koga.
<<
Ah bene.. quindi gli fate la carità. >>
sorrise nuovamente
l'uomo.
Questione
di pochi secondi e si ritrovò steso a terra, la mano a
coprirsi il
naso, mentre un rivolo di sangue fuoriusciva lentamente.
<<
Bastardo, come hai osato tu.. >> minacciò
pronto a
controbattere.
<<
Basta voi. >>
Una
voce del tutto sconosciuta, risuonò in quello spazio vuoto,
di
assoluta vegetazione.
Kagome
si voltò incuriosita. Chi aveva fermato con due semplici
parole una
'rissa'?
Un
demone. Si rispose riuscendo finalmente a vederlo.
Era
alto, carnagione chiara e fisico mozzafiato, evidenziato in parte, da
quello strano kimono rosso che indossava. Per non parlare di quei
lunghi capelli color pece, lasciati liberi che gli conferivano
un'aria davvero.. sexy..
<<
Ma voi chi.. >> le parole le morirono in gola, quando i
suoi
occhi, neri come il carbone, incontrarono i suoi.
Come
una scarica elettrica, la spalle le bruciò ancora una volta
in
quella giornata.
Che
le stava succedendo? Aveva anche controllato, non aveva niente,
nemmeno un graffio o una piccola incisione. Zero.
Cadde
a terra, contorcendosi dal dolore. Questa volta le aveva fatto
più
male del solito.
Annaspò
alla ricerca d'aria, mentre Koga, si era già precipitato in
suo
soccorso.
<<
Allontanati. >> dichiarò lo sconosciuto
avvicinandosi.
Koga le fu subito davanti,
sbarrando la strada al nuovo arrivato <<
nessuno mi dice cosa devo fare. E tu, stai lontano
da lei. >>
La
rabbia era tanta, ma cercò di contentersi.
<<
Io so come fermare il dolore, ma se vuoi che continui così..
bene.
Ma non dire poi che io non mi sono offerto di aiutarla. >>
Il
demone lupo emise un ringhio basso, e sebbene non si fidasse di lui,
decise di metterlo alla prova. Si spostò, facendolo passare.
Lo
sconosciuto s'inginocchiò davanti a lei, sorridendo. Le
passò la
mano artigliata sulla spalla, toccandola in un punto preciso.
<<
Ecco, ora non sentirai più dolore per il momento.
>>
Era
davvero come diceva. In un attimo, era sparito tutto, anche quella
sensazione che l'aveva accompagnata da tutto il giorno.
Non
si seppe spiegare il motivo, ma in quell'istante si sentì
davvero
protetta, al sicuro, nelle mani di quel demone che non aveva mai
visto.
Alzò
lo sguardo, incrociando nuovamente quegl'occhi scuri. Il demone si
alzò, per poi porgerle la mano, aiutandola così,
a rimettersi in
posizione eretta.
Kagome
biascicò uno specie di 'grazie', mentre un dubbio prendeva
forma
nella sua mente: lo conosceva?
<<
Vi ho già visto da qualche parte? >>
domandò allora, dando
voce alla sua curiosità.
Il
demone si prese qualche minuto dal risponderle e la scrutò
per bene.
Era
cresciuta non vi era dubbio. Quella piccola bambina, aveva lasciato
spazio ad una giovane donna, molto più bella.
Oramai,
i suoi capelli color pece, erano arrivati fino ai fianchi, morbidi e
lisci. Gli occhi erano gli stessi di allora, ma vi lesse qualcosa di
strano, come se fossero.. vuoti.
Fece
poi scorrere lo sguardo scuro, sul suo esile corpo, trovandola
davvero più affascinante e.. matura.
Quel
viso paffutello che aveva da bambina, era dimagrito, mentre dolci
forme avevano preso il posto giusto.
<<
Ma come.. non ti ricordi di me piccina? >>
domandò sorridendo
divertito.
La
ragazza lo fissò dubbiosa. Che la stesse prendendo in giro?
Era
quasi sicura di non conoscerlo.. insomma, si sarebbe ricordata di un
giovane angelo così bello.
Arrossì
quando si rese conto del pensiero che aveva fatto. Non lo conosceva
nemmeno da dieci minuti che già aveva la bava alla bocca.
Bhè
ma alla fine, non gli si poteva dire di certo che non era un bel
ragazzo, anche se era un demone completo.
<<
No, cioè.. non lo so.. dovrei? >>
farfugliò confusa.
Il
demone sorrise, stava andando tutto secondo i
suoi piani.
Kagome
era sempre più confusa, non riusciva davvero a capire chi
fosse, e
non capiva nemmeno il perchè di tutta quella confidenza nei
suoi
confronti.
Che
si fosse dimenticata di un suo lontano parente?
No,
impossibile. Lei conosceva tutti, ed era certa che lui non fosse
incluso nella lista di quel gigantesco albero genealogico.
<<
Senti, Kagome non ti conosce, o comunque non ricorda di te. Se
vuoi dirci chi sei, te ne saremmo grati, altrimenti puoi anche
andartene. >> s'intromise Koga, che era restato tutto il
tempo
indietro a guardare la scena sconvolto. Chi si credeva d'essere
quello lì?
<<
Koga non fare il maleducato! >> lo rimproverò.
Koga
la ignorò, aspettando la risposta di quel.. quel.. botolo
ringhioso, ecco.
Ma
la risposta non arrivò, dato che fu interrotta da un'altra
persona,
attirando così, l'attenzione di tutti.
<<
Kagome! E' tardi, che aspetti a venire?! >>
La
corvina chiamata in causa si girò, dando le spalle a quel
ragazzo di
cui, in effetti, non ne conosceva nemmeno il nome.
<<
Arrivo subito mamma! >> rispose.
Ritornò
a fissare il ragazzo davanti a lei, indecisa sul da farsi.
Poteva
anche condurlo all'interno del villaggio, infondo cosa avrebbe mai
potuto fare un demone, con una così scarsa aura demoniaca?
Inoltre
sembrava conoscerla, perciò non doveva averne di cattive
intenzioni.
Almeno credeva.. sperava.
A
rompere il silenzio fu lui << Credo che tua
madre, ti
stia chiamando. >> sottolineò.
La
ragazza lo guardò interrogativa.
Aveva
capito benissimo, non c'era bisogno di ricordarglielo.
Sbuffò.
Infondo nemmeno lo conosceva, poteva anche essere un tizio che non
stava bene con la testa.
<<
Ma tu.. come ti chiami? >> domandò
improvvisamente.
Il
ragazzo si fece pallido, colto di sorpresa, reazione che, non
sfuggì
all'occhio accusatore di Koga.
Rivelarle
il suo soprannome forse non sarebbe stata una buona idea, magari
aveva già sentito quel nome.
Così
decise di dirgli la verità.. infondo nessun'altro lo
conosceva.
Fece
spalluce: << Inuyasha, piccina. >>
Sorrise,
mostrando quei denti perfettamente bianchi.
E
non si seppe spiegare il motivo, ma a Kagome, parve il sorriso
più
bello che avesse mai visto.
*Angolo
di quella degenerata ritardataria autrice.*
Allora,
ormai l'avrete capito che sono sempre in ritardo, ma la cosa putroppo
non dipende da me :(
Sto
cercando di mettercela tutta, e spero di riuscire ad aggiornare anche
le altre storie che ho in corso, durante questa settimana.
Ma
vabbè andiamo avanti.. XD
All'inizio,
ero indecisa se continuare o meno questa storia, ma dato che molte
lettrici mi avevano incoraggiata a scriverla, ho deciso di portarla
avanti :)
E
qui vi devo fare alcuni chiarimenti, sia per lo scorso capitolo
(sbadta come sono mi sono dimenticata XD), sia per questo :D
Molte
di voi, nello scorso capitolo hanno frainteso il gesto di Inuyasha
nei confronti di Kagome XD Quel bacio, ( detta da voi:
alla-sono-un-pedofilo XD) in realtà serviva. Serviva
perchè come
avete potuto notare Kagome non si ricorda di Inuyasha, e quel bacio
serviva per completare il tutto.. ora non posso e non so, come
spiegarlo, ma durante lo svolgimento della storia, tutto si
spiegherà
XD
Mentre
in questo capitolo devo fare un po' di chiarezza obbligatoria XD
Allora, Inuyasha non è un mezzodemone, bensì un
demone, con
l'aspetto di un umano (che cosa complicata hahaha XD).
Come
avete potuto notare, nel villaggio, ci sono degli alleati di Inuyasha
e Co., tra cui Naraku.. strano eh XD
Chissà
se se ne starà buono, buono XD
Poi,
tutti quelli che fanno parte della famiglia di Inuyasha hanno dei
soprannomi, perchè altrimenti la cosa sarebbe stata troppo
facile XD
qui ci sono le definizioni se vi interessano:
(Miroku)
Akihiro(*) :
(大
畠):
"Immensa gloria."
(Naraku)
Atsushi(*) :
(敦):
"Laborioso."
(Sesshomaru)
Eiji(*) :
(永
次):
“Eternità, prossimo.”
Ultima
cosa XD Ho utilizzato l'espressione
kaishakunin(*),
che in realtà non è proprio appropriata, ma vi
spiegherò in breve
cosa sia, tante volte vogliate saperlo XD:
Un
kaishakunin (giapponese:
介
錯人)
è una persona incaricata di fare da secondo
durante il seppuku,
il suicidio
rituale giapponese:
è suo compito, nella fattispecie, il kaishaku, ovvero la
decapitazione
del suicida durante l'agonia.
Il
seppuku è anche conosciuto come harakiri (腹切り,
"taglio del ventre").
Questo,
veniva eseguito, secondo un rituale rigidamente codificato, come
espiazione di una colpa commessa o come mezzo per sfuggire ad una
morte
disonorevole per mano dei nemici. Si riteneva che il ventre fosse la
sede dell'anima,
e pertanto il significato simbolico era quello di mostrare agli
astanti la propria anima priva di colpe in tutta la sua purezza.
Spero
non vi abbia annoiato troppo con tutte queste spiegazioni XD
Spero
che il capitolo, vi sia piaciuto, e come al solito lascio a voi il
giudizio. :)
Ringrazio
intanto chi ha inserito la storia in una delle tre categorie..
Grazie! *-*
E
grazie anche ai bellissimi 14 commenti che ho riscontrato solo nel
prologo.. davvero, grazie infinite *____*
Spero
di non deludervi! <3
Ora
vi lascio XD
Un
bacione, e tantissimi auguri (anche se un po' in ritardo XD) di buona Pasqua, Marty<3<3<3<3
P.s
Il capitolo non è ancora stato corretto, perciò
scusatemi eventuali
errori, li correggerò appena posso :)
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