Capitolo 7
8:56 am
Diciamoci la verità: io
sono un tipo piuttosto pacato, tipo vacca indù.
Sento la quiete cosmica
scorrermi nelle vene, l’armonia del mondo avvolgere il mio essere, la dolce
musica del vento cullare la mia anima.
Deve esserci un
potenziale buddista in me, impegnato a contemplare la bellezza del creato.
Perché se così non fosse,
mi sarei già alzato da questa sedia e avrei staccato la testa dal collo
della Weasley a mani nude e poi l’avrei data in pasto agli squali – o ai
miei parenti.
Sono venti minuti buoni
che sta gironzolando attorno a Potter.
Non lo sopporto.
Addento la fetta
biscottata con una tale foga da far schizzare briciole dappertutto.
Quanto vorrei che fosse
la sua testa.
Stracciona.
9:01
So quello che state
pensando, ma non è così.
Non sono geloso,
ovviamente.
Geloso? Io?
Perché mai dovrei essere
geloso?
Solo perché quella
continua a provarci?
Ci prova, bene. E allora?
A me non tange minimamente.
Non mi tocca, capito?
L’unica cosa che mi
infastidisce è il vedere una ragazza svendersi con tal poca classe.
Io odio la mancanza di
classe. Dovrebbe lanciargli segnali discreti, ma inequivocabili.
E invece lei gliela sta
praticamente sbattendo in faccia!
Non posso crederci che
Potter non se ne accorga.
Naturalmente so che
stavano insieme e se volete sapere la mia opinione…beh secondo me, Potter
aveva un po’ troppi spermatozoi in corpo e si è orientato verso il primo
buco a disposizione che ha trovato, la Weasley.
Perché qualcuno dovrebbe
mettersi con la ragazza del suo migliore amico?
Ma perché è più comodo,
no?
Figa-di-legno Granger la
concede già a Mentecatto, Mentecatto probabilmente conoscerà un solo uso –
che è anche quello meno nobile – del suo ano e perciò Potter è stato
indirizzato verso la Weasley.
La Weasley sbava dietro
al Bambino-Potenzialmente-Scopatore da tempi immemori. Lascia una scia umida
dietro a Potter come una lumaca – non voglio sapere da dove secerna tal
liquido – Dio, ma come faccio a pensare tali schifezze? – lo guarda con
occhi adoranti.
Patetica.
Ricapitolando, Potter
aveva bisogno di un buco, Weasley aveva un buco già pronto all’uso, Potter
si è lasciato abbindolare.
Il mio ragionamento non
fa una piega.
9:08
“Ancora marmellata,
Harry?” cinguetta, sfarfallando le ciglia e chinandosi impercettibilmente
verso di lui.
Gli ha offerto la
marmellata.
La mar-mel-lata.
E se questo non è un
chiarissimo invito di natura sessuale, io non mi chiamo più Draco Malfoy!
Ora avete capito che
intendo dire?
E’ sempre così.
Gli fa una corte
spietata!
E’ irritante! Non perché
ci provi proprio con il mio Potter, ma perché…insomma, un po’ di
dignità.
Anch’io potrei
cospargermi l’ano di vasellina, mettermi a novanta e poi vedere se Potter
coglie l’allusione – tonto com’è potrebbe anche pensare che io abbia le
piattole e che stia sperimentando una cura per debellarle – ma non lo faccio
perché sarebbe di cattivo gusto.
“No, grazie, Ginny”
risponde l’infame, sorridendole.
A chi sorridi, pezzo di
un somaro avariato?
Prendo un pezzo di pane e
glielo tiro addosso, centrandogli quel bozzo che ha al posto della testa.
Potter fa una smorfia,
guardandomi senza capire.
“Cosa?” sillaba con la
bocca, aprendo leggermente le braccia.
Assottiglio gli occhi,
investendolo con la mia miglior occhiata glaciale, prima di dedicarmi
nuovamente alla mia colazione.
Cosa?
Te lo do io cosa!
Chi si crede di essere?
Un distributore di spermatozoi? Una banca del seme?
Eh? Non gli basta essere
già l’eroe del mondo magico?
Mi esce uno sbuffo
irritato.
Io odio essere irritato.
Maledetto segaiolo.
Pompinaro da strapazzo.
Lo sta facendo apposta.
Crede che non me ne accorga?
Crede quell’espressione
apparentemente sbigottita funzioni? Crede che non capisca che è solo una
maschera?
Lo so che cosa sta
tramando, il maledetto.
9:10
“Caffé, Harry?”
Caffé? Un pompino?
Aspetta che mi infilo sotto al tavolo e te lo faccio.
No, no, non è necessario
che tu faccia nulla.
La odio. Piccola,
patetica stracciona.
Pensa forse che Potter
preferirebbe infilarsi tra le sue gambe, piuttosto che tra le mie?
Oh andiamo, io sono
bello! Anche un cieco se ne accorgerebbe.
Sono tanto bello fuori
quanto lo sono dentro. Sono un giardino, ricco di fiori profumati e di
statue raffinate, un po’ come i giardini di Versailles. Ho un oceano di
bellezza dentro di me.
Sono una bella persona. E
sono fiero di esserlo.
E invece la Weasley può
vantare solo la profondità della sua vagina e del fatto che sia ormai una
strada asfaltata. Scommetto che la sua canzone preferita è Like a Virgin.
(*)
Dentro è vuota e arida.
Io lo so. Lo vedo.
Va bene solo per il sesso
a luci spente. Deve solo star lì, aprire le gambe e gemere un po’. Basta.
Io invece offro una
relazione complessa, ma estremamente appagante.
“Sì, grazie” dice Potter,
porgendole la tazza affinché la riempia. E le sorride brevemente.
Le ha sorriso. Di nuovo.
Le ha allungato la tazza.
E lei gliel’ha riempita.
Ma non capite?
Oh my God!
Allora stanno insieme!
Potter e la Weasley
stanno insieme.
Non li ho mai beccati a
pomiciare come Zannuta e Mentecatto, ma solo perché io non li ho visti, non
significa che…
Potter sta ancora con
lei.
Non è vero che l’ha
lasciata – ho origliato per caso una conversazione tra Mezzosangue e Troia e
ho saputo che Potter l’ha scaricata un paio di mesi fa.
9:11
Se Potter sta con
Weasley, ma si sollazza a spupazzare me, allora significa che io sono
l’altro.
Allora era vero: Potter
mi tratta come un oggetto sessuale.
Sono il suo trastullo
amoroso.
Mi usa. Mi usa e basta.
Oh strappatemi il cuore,
uccidete tutti i farisei, Potter non prova niente per me.
Potter mi usa.
Mi sento… sporco.
Come uno stroficaccio per
pulire il pavimento.
E io che mi sono quasi
preoccupato per lui, che desideravo tiepidamente che tornasse vivo
per potergli comunicare qualche osservazione molto arguta e intelligente,
come fai schifo.
Raccolgo i brandelli
della mia dignità e mi alzo da tavola, cercando di mostrarmi forte.
Io sono un Malfoy. E i
Malfoy non esibiscono le loro ferite.
I Malfoy soffrono
stoicamente, meditando di punire i loro nemici con grandissima vendetta e
furiosissimo sdegno. (**)
Sto puntando direttamente
verso la porta, con i cocci della mia autostima stretti al petto, quando la
Weasley, troppo impegnata a dimenare il culo e a lanciare occhiate dall’alto
contenuto erotico a Potter per badare a dove va, mi sbatte contro.
La guardo dall’alto delle
mia superiorità di rango, purezza di sangue e nobiltà.
Stai cercando di potarmi
via Potter?
Eh?
Lui è mio, capito?
Mio e di nessun altro.
Tra me e lui c’è qualcosa
di unico ed esclusivo.
Nessuna vagina può anche
solo sperare di attirare la sua attenzione!
Il nostro rapporto è
entrato in crisi per qualche tempo, è vero.
Ma adesso sono tornato
nella sua vita, come se non me ne fossi mai andato.
Adesso ci sono io, do
you understand?
Quindi tieni la tua
vagina lontano da lui!
Stringo leggermente gli
occhi, osservando le sue lentiggini così plebee, i suoi capelli rossi,
soffici come le piume del culo di una gallina, i suoi vestiti dozzinali.
E questa patetica
cosa vorrebbe stare con l’eroe del mondo magico?
Questa cosa
usata e frusta vorrebbe prendere il mio posto?
Contraggo le labbra in
una smorfia mentre un’unica parola mi esce dalla gola.
9:12
Quella parola è “vacca”.
Nella cucina cala il
silenzio. Tutti gli occhi sono puntati su di me.
Mi guardano perché ho
avuto l’ardire di dire ad alta voce quello che tutti pensano.
Ginny Weasley è una
vacca.
Sta cercando di rubarmi
Potter! E non ci tiene nemmeno a lui! Lo vuole solo perché è il Bambino che
è sopravvissuto.
Non gliene frega niente
di lui come persona.
Potrebbe avere mezza
popolazione maschile di Hogwarts – apre le gambe facilmente, è scontato che
tutti la vogliano! Non è che sia questa gran bellezza, ma tra una gran
bellezza frigida e una ragazza mediamente carina ma incredibilmente porca,
ogni uomo sceglierebbe la porca!
“Ehi, ritira subito
quello che hai detto” sbotta Mentecatto alzandosi in piedi, credendo che il
suo metro e ottanta mi intimorisca.
Illuso.
“Io ti ammazzo” articola
la Weasley, sfoderando la bacchetta. Ha gli occhi lucidi e le guance di un
intenso color porpora. Oh oh, la mia constatazione ha ferito l’ego di
qualcuno.
“No, lo ammazzo prima io”
interviene Weasley, sbuffando dalle narici come un bue.
Forse si mette male per
me. Due contro uno…e questa sarebbe la leggendaria correttezza Gryffidor?
Sono corretti come un caffé corretto al sambuca.
“Calmatevi tutti e due”
dice Potter.
Oh il mio salvatore!
Potter si mette tra me e
i Weasley brutti e cattivi.
Potter mi ama!
E’ il mio cavaliere
dall’armatura luccicante.
Mi scocca un’occhiata che
è intrisa d’amore e mi agguanta per un gomito.
“Cammina” mi ringhia in
un orecchio, scortandomi fuori dalla cucina.
9:14
Sì, beh ecco.
Dal modo in cui mi sta
spintonando lontano dai Weasley brutti e cattivi onestamente non è che
traspaia tutto il suo amore per me. Anzi è un po’ troppo rude per i miei
gusti. E per quanto io ama gli uomini rudi, questo genere di attenzione non
è esattamente di mio gradimento.
Preferirei che mi
sbattesse contro a un muro e mi ficcasse la lingua in gola, lasciando le sue
mani libere di vagare sul mio corpo, strappandomi gemiti indecenti.
Stringo forte le labbra
per non piagnucolare qualcosa tipo “mi fai male al braccio”.
Mi fa entrare nel salone
e poi richiude la porta alle sue spalle.
C’è un’aura di potente
incazzatura intorno a lui. Vibra nell’aria come l’elettricità prima di un
temporale.
Deglutisco a vuoto,
evitando di massaggiarmi il braccio dove le sue dita mi fatto stretto.
Anche Potter è cattivo
con me.
“Spiegami perché fai di
tutto per far saltare i nervi a Ron. E anche a Ginny” dice in tono
accusatorio. “Ieri sera le hai rovesciato addosso il the e oggi l’hai
chiamata vacca. Mi spieghi che diavolo ti suggerisce quella tua testaccia?
Non ce la fai proprio a comportarti educatamente?”
Non capisce.
Sono un povero
incompreso.
Ieri sera le ho
rovesciato la tazza di the addosso perché si era offerta di farti un
massaggio alla schiena! Non volevo che ti mettesse le mani addosso, razza di
cretino!
Intreccio le braccia sul
petto. “Mi diverte” replico offeso.
Potter fa un passo in
avanti e io arretro per riflesso.
Per un attimo ho pensato
che volesse picchiarmi.
Si passa una mano sulla
faccia per poi tirarsi indietro i capelli incasinati. Sembra che ci sia
scoppiato un ordigno nucleare.
“Sei sempre la solita
testa di cazzo” ringhia tra i denti.
Potter mi ha ferito di
nuovo. Io faccio di tutto per fargli capire quanto io sia… favorevole a un
nostro scambio affettivo e lui non capisce. E come se non bastasse mi
accusa.
Mi accuserebbe anche di
aver ucciso Kennedy, se non fossi nato giusto qualche anno dopo.
Il mio cuore sta
sanguinando.
Potter mi volta le spalle
e raggiunge la porta.
Sono ferito.
Profondamente ferito.
9:16
“Corri da lei, vero?”
domando, tentando di controllare la nota melodrammatica nella mia voce.
Potter si gira al
rallentatore verso di me. Ha le sopracciglia aggrottate.
“Cosa?”
Oh hai capito benissimo!
È inutile che tu faccia il finto tonto. Ormai ho scoperto il tuo giochetto.
Sfoghi i tuoi istinti
sessuali con me e fai il fidanzato con lei.
Tiro dignitosamente su
con le narici.
“Io non sono un oggetto”
dichiaro, alzando nobilmente il mento.
Le sue sopracciglia si
arcuano talmente tanto da minacciare di schizzargli via dalla fronte.
Abbandona la porta, massaggiandosi distrattamente la mascella con una mano.
Sembra che stia
ponderando.
“Che intendi dire?”
Tardo. Potter è tardo. Ma
veramente. Ha il QI di una formica ritardata.
“Ho detto che non sono un
oggetto” ribadisco altezzosamente. Mi scosto elegantemente una ciocca di
capelli dalla fronte, stringendo le labbra.
Ha finito di fare i suoi
porci comodi con me. Non voglio essere l’altro.
Perché essere l’altro
significa non essere in primo piano nella vita di Potter, ma essere solo
sullo sfondo. E io questo non lo tollero.
Lo sto già dividendo con
il Signore Oscuro, non desidero avere la concorrenza di una sgualdrinella,
tante grazie.
“Io ti tratto come un
oggetto?” mi chiede Potter. Sembra scandalizzato.
Lui è scandalizzato? E io
che cosa dovrei dire?
Dignità, Draco. In
qualunque situazione non perdere mai la tua nobiltà e il tuo orgoglio.
Nessuno può farti sentire
una merda se tu non glielo permetti.
Rilascio un piccolo
sospiro, stringendo ancora di più le labbra.
“Devi scegliere, Potter”
“Scegliere?” ripete lui.
Non capisce alla prima?
E’ così stupido che deve
ripetersi le cose due volte. Scommetto anche che a bassa voce legge muovendo
le labbra come i bambini. Lo odio.
“O me” dichiaro
teatralmente “o lei”
“Lei” replica Potter,
sgranando gli occhi. (***)
Sento le gambe cedere, la
testa girarmi vorticosamente. Ho bisogno di sedermi.
Mi accascio sul bracciolo
di una poltrona, tentando disperatamente di non perdere la mia compostezza.
Mi ha preferito la
puttanella.
Non posso crederci.
Sono stato scaricato.
E i Malfoy non vengono
mai scaricati.
Ora sono un oggetto,
vecchio, consumato e inutile. Che nessuno vuole più.
Nessuno mi amerà mai.
Nessuno mi stringerà tra le sue forti braccia durante le gelide notti
invernali.
Avrò una vita vuota e
fredda. Pregna della solitudine del mio amore perduto.
Ho diciassette anni e
sono già un c’era una volta.
“Malfoy, tutto bene?” mi
chiede Potter, come se non sapesse con esattezza il momento preciso in cui
il mio cuore si è frantumato.
Appoggia una mano sulla
mia spalla. Mi scosto scottato, alzandomi in piedi.
Con che faccia tosta mi
chiede se va tutto bene.
E’ ovvio che va tutto
bene, ma non gli darò la soddisfazione di vedermi soffrire.
“Va tutto benissimo”
ribatto, guardandolo.
Lui si avvicina di un
passo, ma io indietreggio.
Lui si avvicina di un
altro passo e io indietreggio ancora.
Lui si avvicina ancora di
un altro passo e io mi infilo dietro al tavolo, tentando di sfuggirli.
“Malfoy, non fare il
bambino” dice, cercando di agguantarmi.
“No”
“Vieni qui e dimmi che
diavolo ti è preso” continua, tentando di afferrarmi un braccio, ma io sono
più veloce e scappo di nuovo.
Stiamo correndo intorno
al tavolo come due deficienti.
“Che diavolo è preso a
me? Che diavolo è preso a te” sbotto.
“A me? Non sono io che
sto scappando come un coniglio”
Coniglio! Mi ha dato del
coniglio.
Mi immobilizzo
all’istante, mentre le sue dita si chiudono sul mio polso.
“Ti ho preso” sussurra,
attirandomi contro di lui.
Fa scorrere le dita tra i
miei capelli, intrecciando intanto le dita con le mie.
Posa dolcemente le labbra
sulle mie e io lo lascio fare.
Però non lo ricambio.
Sono immobile nel mio
dolore.
Potter si scosta appena,
lanciandomi un’occhiata indecisa. Inclina la testa di lato e inizia a
baciarmi il collo. La sua mano scivola sulla mia schiena, massaggiandola
piano su e giù.
Ma io non cedo.
Oh no io non cedo.
9:23
Okay, forse sto cedendo
solo un pochino.
Ma poco poco.
Socchiudo gli occhi e
piego la testa all’indietro, in modo da lasciargli libero accesso al mio
collo.
“Dovrei punirti per lo
scherzetto che mi hai fatto l’altro ieri” biascica tra un bacio e l’altro.
Raggiunge il mio lobo e lo mordicchia piano.
Oh my God.
Quale scherzetto? Ah sì,
quello del bagno. A volte sono davvero divertente. Ma lui non mi punirà
perché è un Gryffindor e i Gryffindor non puniscono, no?
Lui andrà direttamente
alla casella “perdono” senza passare da quella “punizione”, ma ritirando le
venti sterline dal “via”.
Mi spinge contro al
tavolo e insinua un ginocchio tra le mie gambe, strofinando il bacino contro
il mio. Potter è veramente bravo a strofinarsi.
Lotta per un attimo con
la chiusura dei miei pantaloni prima di aprirli e far scivolare una mano nei
miei boxer.
Sono la puttana di
Potter.
Sono la sua puttana. Può
farmi tutto quello che vuole.
Oh ma perché non...non…
“Dì il mio nome” sussurra
Potter, chiudendo il pugno sulla mia erezione.
“Potter” singhiozzo,
abbandonandomi alla cura delle sue mani.
Perché le sue mani non
possono essere sempre per me?
“Il mio nome” sospira
contro il mio orecchio.
“Potter” gemo di nuovo.
Lui blocca il movimento
della sua mano, guardandomi in viso.
“Il mio nome, deficiente”
mi dice, dandomi una leggera spinta alla spalla con l’altra mano.
Il suo nome è Potter! Che
cosa dovrei gemere…ops!
Lo guardo negli occhi,
accarezzandogli piano una guancia con una mano.
“Harry” sussurro. Lui
sorride timidamente prima di baciarmi.
E la sua mano ricomincia
a fare cose meravigliose al mio pene.
Visto? Se io sono gentile
con lui, lui è gentile con il mio pene.
Affondo le dita nella sua
schiena, respirando pesantemente contro la sua spalla. La sua pelle profuma
di bagnoschiuma e di pulito.
Stringo forte gli occhi,
spingendomi nella sua mano.
Mi sta accarezzando i
capelli. Sento i suoi polpastrelli sfiorarmi dolcemente la nuca, mentre la
mano sulla mia erezione si muove con decisione. E’ calda e forte.
E sembra sapere con
precisione in che modo muoversi, come accarezzarmi, riducendo le mie facoltà
mentali a zero. Non esiste altro universo al di fuori del caldo abbraccio di
Potter.
Sento le sue labbra
posarsi delicatamente sulla mia tempia.
E’ come… come se si
stesse prendendo cura di me.
Harry.
Harry.
Harry.
Gli mordo la spalla,
sciogliendomi nella sua mano.
Voglio essere speciale
per lui, voglio che sia sempre così.
“Non voglio che tu stia
con lei” sussurro. Lo stringo più forte, perché non voglio che mi guardi in
faccia. Le sue dita si sono improvvisamente immobilizzate sulla mia nuca.
“Cosa?”
Se dice un’altra volta
cosa, gli stacco la lingua con un morso e poi la metto in salamoia.
Faccio scorrere le mani
sulla sua schiena, arrivando fino alle scapole. Ha una schiena forte, ampia.
Non voglio dividerti con
nessuno. Voglio che tu sia mio e basta.
Voglio che mi desideri
quando ti desidero io.
Voglio che mi pensi
quanto ti penso io.
Potter mi fa scostare la
testa dalla sua spalla e mi guarda in faccia. Vorrei morire proprio ora.
Mi mordo nervosamente il
labbro inferiore, sostenendo il suo sguardo.
“Noi stiamo insieme?” gli
chiedo.
Sbatte un paio di volte
le palpebre, disorientato.
“Non lo so” risponde.
Beh, almeno è meglio di
cosa.
“Suppongo di sì, se a te
sta bene” aggiunge dopo qualche istante.
A me sta bene? No, a me
non sta bene.
Non se c’è anche lei.
Sono troppo egoista per
poter sopportare un menage a trois, perché in un menage a trois
a un certo punto uno dei tre viene messo da parte e io non voglio mai essere
messo da parte.
“Non se c’è anche lei”
dico infine.
Le sopracciglia di Potter
partono di nuovo verso l’attaccatura dei suoi capelli.
“Lei?”
“Vacca” ribatto,
scostando lo sguardo e stringendo nuovamente le labbra.
Mi prende il mento tra
due dita e mi costringe a guardarlo negli occhi.
“Non sto con Ginny. E poi
se sto con te, non vedo come potrei stare anche con lei” dice.
9:39
Io sono davvero un
cretino.
Mi ero dimenticato la
cosa più importante: Harry Potter è un Gryffindor e i Gryffindor non fanno
cose del genere! I Gryffindor non usano le persone come oggetti.
I Gryffindor sono onesti.
Evviva i Gryffindor.
Attiro il viso di Potter
contro al mio e lo bacio con foga.
E adesso sta a vedere
cosa è in grado di fare la mia lingua, Potter!
Lo lascio libero di
respirare solo quando anche la mia scorta di ossigeno è ridotta ai minimi
storici.
Con un moto di orgoglio,
mi rendo conto che ha il respiro affannato e che le sue guance sono
deliziosamente rosse. Merito mio, modestia a parte.
“Allora adesso stiamo
insieme?” gli chiedo un po’ impacciato.
Lui sorride e annuisce.
Sto con Potter.
Sono il fidanzato
di Potter.
Quindi se stiamo insieme
posso fare tutte le cose zuccherose che fanno i fidanzati, tipo
scribacchiare il suo nome sui fogli, chiedermi cosa fa quando non è con me,
desiderare che faccia cose estremamente depravate quando è con me …
“E’ meglio non dirlo agli
altri per ora” dice e io faccio di sì con la testa, risistemandomi i
pantaloni.
Quanto me ne può fregare
che lo sappiano gli altri!
Beh ma sono i suoi amici,
magari lui … magari un cazzo!
Solo perché stiamo
insieme non significa che io cambierò atteggiamento.
Forse non sono più così
desideroso che l’Oscuro Signore gli fornisca un biglietto di sola andata per
visitare il Creatore, ma non comincerò a fare comunella con i Gryffindor,
sia chiaro.
Ci dirigiamo fianco a
fianco verso la porta, quando Potter mi tira uno spintone facendomi sbandare
di lato.
“E non chiamarla vacca”
dice, sorridendo appena.
“Posso chiamarla come mi
pare, schiappa” ribatto, restituendogli la spinta.
“E invece io dico di no,
mezza tacca”
“Coglione”
“Segaiolo”
“Harry Potter”
“Il mio nome non è un
insulto”
Sorrido apertamente.
“Dipende dai punti di vita” rispondo, baciandolo un’ultima volta prima di
uscire dalla stanza.
5:08 am
Apro di scatto gli occhi.
La camera da letto è
immersa nel buio.
Ho il respiro bloccato in
gola, una goccia di sudore mi scivola dall’attaccatura dei capelli.
Stamattina ho
pensato: Evviva i Gryffindor.
Voglio morire.
Note
(*) Questa citazione è un
po’ “complicata” da capire. La strada asfaltata si riferisce alla teoria che
Quentin Tarantino espone all’inizio de Le Iene su Like a Virgin…
non starò qui a spiegarvela, guardatevi il film che merita sempre^^
(**) Citazione da
Pulp Fiction. Il sermone di Jules è tratto da "the bodyguard" film di
Sonny Chiba del 1979. è identico tranne per un punto: E la mia giustizia
calera' sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su
coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei
fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello di Sonny Chiba the bodyguard
quando faro' calare la mia vendetta sopra di te – grazie e Oryehn per la
precisazione^^
(***)Draco dice “O me o
lei” e Harry dovrebbe rispondere “lei?” perché non capisce a chi si
riferisca Draco, ma ho omesso il punto interrigativo perché Draco non lo
recepisce e salta alla conclusione che Harry scelga Ginny. Spero che la
spiegazione sia chiara^^
Risposte ai commenti
Rica: grazie per
il commento..essì, povero Draco continua a negare, negare, negare! Beh gli
piace un Grifondoro, dev'essere uno smacco morale incredibile per lui! I
capitoli in totali sono 9^^
Dracodraconis:
Grazie mille per il commento, sono contenta che la fanfic ti piaccia^^
Hollina: Grazie
per la recensione, essì Draco e Harry sembrano ben assortiti..Draco è molto
.. isterico, psicotico, viziato, Harry, per dirla con le parole di Draco,
è così uomo!