Atterrò dentro un tunnel umido e zuppo. L’unico rumore che si sentiva intorno lui
erano le piccole gocce che cadevano dal soffitto; andando a tentoni cominciò a
percorrere lo stretto cunicolo: ignaro di cosa lo avrebbe aspettato alla fine. Dopo
diversi metri, il corridoio si fece più ampio e sui muri vi era delle torce accese;
sembrava una caverna. Continuò a camminare, finchè non si ritrovò dentro
un’ampia sala: intorno a lui vi erano diverse celle, forse quella era la vecchia
prigione e Walter era stato seppellito nel cimitero insieme agli altri detenuti.
Cominciò a girare alla cieca, in cerca del cimitero, ma quel luogo era un vero e
proprio labirinto: le celle erano tutte uguali, per non parlare dei corridoi, erano
tutti grigi e tetri. Senza darsi per vinto, continuò a cercare finchè non giunse
davanti a una porta di marmo con incisa davanti una croce. Sicuramente era
l’accesso per il cimitero, senza pensarci si trasformò nuovamente in lupo e balzò
sulla porta per sfondarla, ma l’unico risultato fu farle una crepa, una crepa che si
rimarginò subito. Lasciò perdere la forma in lupo e pensò ad un modo di aprirla; si
avvicinò di più la porta e si mise a fissare la serratura: aveva una forma piuttosto
bizzarra, assomigliava vagamente ad un grifone (che fantasia), eppure era sicuro di
aver già visto qualcosa del genere. ci pensò ed ebbe l’illuminazione: aveva la
stessa forma del ciondolo che gli aveva lasciato Walter Junior. Si mise a frugare
nella tasca dei pantaloni e tirò fuori l’oggetto in questione. Lo avvicinò alla
rientranza e potè notare che avevano la stessa identica forma; con molta
delicatezza infilò l’oggetto nella serratura, subito sentì un rumore TLACK! Afferrò
la maniglia e notò con sollievo che la porta si era aperta. Tentò di entrare, ma si
fermò guardando in basso: al posto del pavimento vi era un enorme strapiombo
senza fondo. Jake tornò indietro ed afferrò una torcia, si rimise davanti il precipizio
e ci lanciò l’oggetto: usando la luce della torcia, voleva vedere quanto fosse
profondo. La torcia cadde velocemente nel buco, finchè la luce non scomparve…
era un “tantino” alta, ma per lui non era importante. Si posizionò, questa volta
senza trasformarsi, e saltò giù nel buio. Provò ad atterrare in piedi, ma la strana
forma del pavimento non glielo permise. Dopo essersi rialzato (era caduto di
chiappe) cercò di vedere l’ambiente attorno a lui: purtroppo però non riusciva a
scorgere niente, neanche con i suoi sensi da lupo. Provò a tastare per terra e notò
che il pavimento era ricoperto da oggetti di varie forme e dimensioni, l’unica cosa
che li accomunava era la loro durezza. FLASH! L’accendersi delle luci, mostrò a
Jacob l’ambiente circostante. Era finito dentro un enorme stanza: il soffitto era a
cupola, il pavimento era ricoperto di croci e, solo in quel momento, Jake capì cosa
fossero gli oggetti che ricoprivano terra… Ossa! Intorno a lui era pieno di resti
umani. Alzò lo sguardo nel tentativo di scacciare quelle macabri visioni e per
scoprire chi avesse acceso la luce; intravide, a quel punto, una lapide posta più
distante dalle altre, con un corpo riverso sopra. Sulla lapide vi era scritto “Walter
Sullivan” ma in quel momento la sua attenzione era tutta concentrata sul corpo
Immobile. Era stramaledettamente famigliare e, anche se tentava in tutti i modi di
non pensarci, era la fotocopia di… fece qualche passo in avanti, titubante, e cercò
di scorgere meglio il viso di quella persona. -NESSIE!!!- Era proprio lei, era ancora
viva? Senza pensarci due volte, cominciò a correre verso la sua amata ma… BANG
un proiettile schizzato proprio davanti il suo naso, lo fece fermare. -Tranquillo
Sacramento Jacob Black, è ancora viva!- Dall’ombra uscì l’uomo che aveva acceso
la luce e l’artefice ci tutto quello che stava accadendo lì: Walter Sullivan. -Ora
calmati, è soltanto svenuta. Fino a che un ultimo tassello non andrà al suo posto,
non la ucciderò- Sghignazzò sadico. Jake ruggì privo, ormai, del benché minimo
controllo -Cosa cazzo vuoi?! A cosa ti serviamo noi?! Spiegamelo!- Ruggì tremante;
stava per perdere il controllo, ancora un po’ e si sarebbe trasformato senza
volerlo: non gli era mai successa una cosa del genere, neanche quando era
giovane, neanche quando era intenzionato a proteggere Bella. Walter per la prima
volta, perse il suo sorriso sadico e inquietante e disse -Va bene, tanto tu tra poco
non ci sarai più, ti racconterò la mia storia…-
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