Ciao a tutti i fans di TBBT,
So bene che la coppia Shenny non
è la più verosimile...Ma chi non si è chiesto, anche solo per una volta,
come sarebbe stato
vederli insieme? Amo la serie alla follia, perciò se volete
lasciarmi un
commento, (positivo, negativo, neutro) o semplicemente parlare della
sit-com, io
sono sempre disponibilissima.^-^
A
presto!
Claudia ♡
Era sabato pre-sera. Sheldon Cooper
camminava freneticamente
su e giù per il suo appartamento, torcendosi nervosamente le
mani e cercando di
venire a capo del problema che lo stava affliggendo. Il sabato sera
era sempre stato il giorno
destinato al bucato, ma in quella specifica occasione il meticoloso
Sheldon
Cooper aveva commesso un imperdonabile errore. Si era dimenticato di
comprare
il detersivo. La routine, le scadenze, erano estremamente importanti
per lui.
Quello era il giorno del bucato e doveva esserlo a tutti i costi. In
quel
preciso momento avrebbe dovuto pre-preparare i
vestiti per
pre-metterli in
ammollo e non poteva nemmeno immaginare di dover rimandare quella
faccenda.
Normalmente avrebbe chiesto a
Leonard, o meglio, gli avrebbe
imposto, di condurlo immediatamente al supermercato più
vicino per comprarne
una tanica, ma quella mattina Leonard era uscito presto
perché aveva un
importante esperimento col laser da portare a termine. Sheldon,
assalito da un
vero e proprio attacco di panico, si sedette al proprio posto sul
divano,
l’unica àncora in quell’inferno
d’incertezza che stava minando il suo rigido
programma. Accese la televisione per distrarsi e fu piacevolmente
sorpreso nel
vedere che la CBS stava trasmettendo la replica di una puntata della
serie
televisiva “Dottor Who”. Per un attimo si
dimenticò del bucato, ma quando la
pubblicità lo riportò al presente
scattò in piedi e rimase impalato davanti
allo schermo. L’istinto fu quello di afferrare il telefono e
chiamare Leonard,
ma subito si ricordò delle parole dell’amico che
era stato molto chiaro a tal
proposito. Non voleva in alcun modo essere disturbato a meno che non ci
fosse
stata una vera emergenza. Questo
per
Sheldon voleva dire solo due cose: un’imminente apocalisse o
un incendio. Per
un momento gli balenò in testa di appiccare un piccolo
fuoco, giusto quel poco
per far rincasare Leonard. Ma gli andava veramente di correre il
rischio? Per
quanto l’idea lo tentasse, l’immagine dei suoi
preziosi album a fumetti ridotti
in cenere lo fece desistere da quell’idea bislacca.
Alla fine giunse all’unica
soluzione logica possibile:
avrebbe chiesto a Penny di accompagnarlo al supermarket. Mentre
attraversava il
pianerottolo per raggiungere l’appartamento 4B non
poté far a meno di pensare
che Penny si sarebbe sicuramente presa gioco di lui. La poteva
già sentire col
suo tono beffardo rincalzarlo per essersi
“dimenticato” di comprare il
detersivo. Dimenticato! Che sciocchezze! Sheldon Cooper ha una memoria
eidetica,
non può dimenticarsi nulla. Il vero motivo della sua
deficienza di detersivo
era un’altra. Per tutta la settimana era stato meramente
distratto dal continuo
lagnarsi di Leonard circa la recente rottura con Penny, e questo dava a
Sheldon
tutto il diritto di addossare la colpa al coinquilino e di conseguenza
anche
alla cameriera, così da potersi svincolare preventivamente
da ogni accusa.
Si fermò di colpo quando
sentì una voce provenire
dall’interno 4B. Era semplicemente la voce squillante di
Penny che, a giudicare
dalle pause che intervallavano le sue frasi, stava parlando al telefono
con
qualcuno. Niente di speciale, solo la chiamata settimanale alla sua
famiglia in
Nebraska.
Sheldon rabbuiato, si girò
per tornare al suo appartamento.
Conoscendo Penny quella telefonata sarebbe potuta durare per molto
tempo e lui
non aveva alcuna intenzione di starsene lì ad aspettare, ma
prima che potesse
raggiungere il 4A, qualcosa attirò la sua attenzione.
“No, mamma! Te
l’ho detto! Vivere in California non mi ha
fatto diventare lesbica! Anche se sono nuovamente single, questo non
significa
che mi sono arresa con gli uomini…non ancora
almeno…”.
Sheldon non aveva avuto alcuna
intenzione di origliare. Il
suo udito era semplicemente molto sviluppato, quasi fuori dal comune.
Si era
affinato tantissimo durante il periodo pre-adolescenziale quando, a
scuola,
doveva scappare e nascondersi dai bulletti che comunque riuscivano a
pestarlo un
giorno sì e l’altro pure. Ci fu un’altra
pausa, poi si sentì nuovamente la voce
Penny.
“In effetti
c’è un ragazzo che mi piace. Ma è il
ragazzo
della porta accanto e sarebbe estremamente imbarazzante, soprattutto
dopo quello
che è successo!”.
Sheldon avvertì una strana
sensazione allo stomaco. Era una
sensazione che aveva sperimentato solo al lavoro o in ambito familiare,
ma
anche in quei contesti era capitato di provarla di rado. Di certo non
l’aveva mai
percepita così forte e distinta. La sua parte razionale
continuava a combattere
contro l’irrazionalità di
quell’emozione, ma alla fine, Sheldon si ritrovò a
dover
ammettere , suo malgrado, di essere geloso.
Perché mai dovrei
essere geloso di Penny? - si
chiese deglutendo e cercando di
rimanere calmo.
Quell’interrogativo gli
martellava la testa e non lasciava
spazio a nient’altro. Respinse quella deplorevole condizione
e si mise ad
analizzare i fatti in modo analitico. Giunse alla conclusione che Penny
era la
causa del perenne umore nero di Leonard e il fatto che il suo
coinquilino fosse
sempre depresso ricadeva anche su di lui, sul suo calendario e sulla
sua
routine. Penny aveva un’enorme influenza su Leonard e, per un
attimo, Sheldon
si sentì geloso nel doverlo condividere con lei. Certo,
Leonard era il suo
migliore amico e ci teneva a lui,
ma
teneva ancor di più alle proprie abitudini. Il giovane
fisico tirò un sospiro
di sollievo pensando di aver trovato una risposta plausibile alla
sensazione
provata inizialmente. Ma quello che sentì dopo
spazzò via anche quella
conclusione.
“No,
mamma! Non lui!
Mio dio, no, non ancora!”.
Lo stomaco di Sheldon si contrasse.
Seguendo la logica del
rasoio di Ockham, arrivò alla conclusione che Penny aveva
appena ammesso di
essere interessata a lui. Fece
nuovamente una rapida riflessione, mettendo insieme tutti gli indizi
che aveva
a disposizione. Lui era “il ragazzo della porta
accanto”. Il “no, non ancora
lui”, aveva inaspettatamente squalificato Leonard, e anche se
fossero stati
inclusi Wolowitz e Koothrappali nella categoria del “ragazzo
della porta
accanto”(cosa tra l’altro più che
verosimile dato che i due passavano tutto il
tempo libero nell’appartamento 4A), Sheldon si ricordava
benissimo che Penny
trovava disgustose le avances di Howard e che in alcun modo avrebbe
potuto
instaurare un rapporto con Raj, il quale riusciva a parlarle solo da
ubriaco.
“Sì, mamma,
è quello alto…”.
Lo stomaco di Sheldon si contrasse in
uno spasmo più forte.
Una nuova sensazione si impadronì di lui, ma questa volta
era una sensazione
che conosceva fin troppo bene. Sheldon era compiaciuto. Tuttavia il suo
turbamento crebbe quando si rese conto di essere compiaciuto
perché Penny
provava qualcosa per lui. Lui era un uomo di scienza, un futuro premio
Nobel,
non aveva tempo per certe cose! Una serie di emozioni contrastanti si
intrufolarono nella sua mente lasciandolo basito, ma non
poté evitare di
sorridere mentre faceva ritorno all’appartamento 4A.
Improvvisamente il
detersivo, il bucato, erano diventati pensieri lontani.
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