Step one
Titolo: Primo passo:
negazione
Autore: My
Pride
Fandom: FullMetal
Alchemist
Tipologia: One-shot
[ 1048 parole ]
Personaggi: Roy
Mustang, Edward Elric
Genere: Commedia,
Slice of life, Sentimentale
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen
ai, What if?
Tabella/Prompt: Matrimonio
› 07. Cerimonia
Challenge in love: #5.
Matrimonio
FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All
Rights Reserved.
Sbadigliando
sonoramente e grattandomi distratto dietro al collo, firmai il rapporto
riguardante l'ultima missione in cui avevo spedito Havoc, dovendo
ammettere che anche lui, esattamente come un certo fagiolino biondo di
mia conoscenza, aveva il dono della sintesi. Non che mi dispiacesse, se
proprio dovevo essere sincero con me stesso. Poche pagine equivalevano
a minor lavoro per me, però, quando si trattava di luoghi in
cui
le cose non erano come avrebbero dovuto essere, spendere due paroline
in più per una dettagliata documentazione era quantomeno
dovuto,
in particolar modo per facilitarmi le cose e non essere dunque
costretto a chiedere maggiori delucidazioni.
Avevo appena afferrato un altro
fascicolo quando, senza
preavviso, la porta del mio ufficio venne aperta con un colpo secco e
Acciaio fece il suo ingresso, senza nemmeno essersi preso
prima la
briga di bussare e attendere che io stesso gli dessi il permesso di
farlo. Tipico, conoscendo quel ragazzo.
Nonostante tutto, però, sorrisi, poggiando i gomiti sul
bordo della scrivania e intrecciando le
dita sotto il mento. «Qual buon vento, mio caro
Acciaio?»
gli domandai divertito, ma lui digrignò i denti e
attraversò il mio ufficio a passo di marcia, gettando un
paio di
fogli sgualciti proprio dinanzi a me.
«Faccia poco lo spiritoso, non è aria»,
sbottò, fissandomi con aria più truce del solito.
Och,
davvero curioso. Avevo sempre pensato che avesse ormai raggiunto il
massimo livello di irritazione, con me. «Perché
diavolo mi ha fatto chiamare qui a quest'ora, comunque? Io e Alphonse
dobbiamo partire per Reesembool il prima possibile e abbiamo da
fare».
«Quando deciderai di fermarti una volta per tutte?»
gli
chiesi di getto, accigliandomi. Avevano ormai riottenuto i loro corpi e
avevo erroneamente creduto che quella tempesta bionda si desse una
regolata e, aye, frenasse almeno in parte l'uragano che era sempre
stata la sua vita. Trassi un lungo sospiro e mi portai una mano a
massaggiarmi una tempia, osservando poi Edward con attenzione.
«Comprendo che tu non sia un tipo sedentario, Acciaio,
ma...»
«Se
potessi lo eviterei», mi fermò subito con un
borbottio,
incrociando le braccia al petto e guardando altrove. Io, dal canto mio,
arcuai un sopracciglio, attendendo una spiegazione che tardò
non
poco ad arrivare. Dovetti difatti spronarlo con uno sguardo stralunato,
e lui, scocciato come non l'avevo mai visto, roteò gli occhi
e
ricambiò la mia occhiata. «Alphonse.
Devo fargli da testimone».
Se prima ero scettico, adesso non sapevo più come reputare
le
mie stesse emozioni. «Lui e Winry...»
«Già», tagliò corto, senza
nessuna sfumatura
nella voce. Non riuscivo a capire se fosse felice per il fratello e
solo nervoso di dover presenziare al matrimonio, o se la cosa non gli
andasse per niente giù.
Comprendevo che forse il giovane
Alphonse stava un tantinello
bruciando le tappe - erano passati appena un paio di mesi da quando
aveva potuto abbandonare quell'armatura che era stata il suo corpo per
anni -, però non me la sentivo di metter bocca su questioni
che
non mi competevano. In particolar modo se pensavo che molto presto
avrei avuto io stesso la mia bella gatta da pelare. Nemmeno a dirlo, la
porta del mio ufficio si spalancò - avevano per caso
dimenticato
come bussare? -, rivelando la figura trafelata di Havoc.
«Colonnello, ho qui i biglietti della cerimonia»,
annunciò nello sventolarli in aria come se fossero
cartastraccia, e solo in seguito la sua attenzione cadde su Edward,
spalancando la bocca; si tirò un po' il colletto della
divisa e
ridacchiò nervoso, accennando un saluto. «Oh,
salve, Boss».
«Salve, Sottotenente...» Acciaio fissò
lui, i
cartoncini rifiniti che aveva fra le mani e poi me, arcuando un
sopracciglio. Non mi sembrava per nulla entusiasta della cosa,
specialmente se sovrapponevamo quell'evento con l'imminente matrimonio
del fratello. Davvero un tempismo perfetto, avrei osato dire. Cosa
potevo saperne, però, che quel fagiolino avesse un diavolo
per
capello proprio per una situazione simile? «Cosa
significa questo,
Colonnello?»
«Ti
ho fatto venire qui proprio per questo motivo», confessai,
sfoggiando uno dei miei più sfavillanti sorrisi. Non che mi
aspettassi che con lui funzionassero, ma potevo almeno provare a
rendere la situazione più confortante per entrambi. «Un
po' di tempo fa discutemmo di una possibile convivenza,
ricordi?»
cominciai, attendendo di avere la sua completa attenzione prima di
continuare. Non appariva convinto, ma come potevo anche solo credere
che un guinzaglio del
genere fosse accettato da uno come lui con un sorriso?
«Questa potresti dunque considerarla come... un'unione alchemica,
più che come un vero e proprio matrimonio, se vogliamo
metterla su questo piano».
«Cosa?»
Lo disse con un tono così calmo e ponderato mentre mi
fissava
che, per un momento interminabile, mi sembrò di trovarmi
nell'occhio del ciclone. Havoc aveva bellamente pensato di filarsela
non appena l'aveva sentito - razza di traditore, si era portato via
anche le mie partecipazioni! -, e adesso, solo con quella tigre pronta
a sbranarmi, attendevo che la quiete prima della tempesta finisse e che
quel ragazzo che avevo dinanzi scoppiasse come una bomba ad orologeria.
«Roy». Mi
aveva chiamato per nome. Pessimo
segno. Non aveva usato alcuna
formalità e, se fosse stato possibile, intorno a lui avrei
anche visto un
alone nero che avrebbe dovuto preoccuparmi non poco, data la sua
espressione adirata. «Spero vivamente che tu
stia scherzando».
Scossi il capo. Ormai la frittata era fatta, tanto valeva continuare
con stile. «Och, nay. Sono assolutamente
serio».
Gli attimi che susseguirono furono i
più lunghi che
avessi mai vissuto. Mi aspettavo che Acciaio sbottasse, mi urlasse
contro come suo solito e che magari ribaltasse la scrivania mentre
continuava a strepitare epiteti ben poco cordiali al mio indirizzo per
la bizzarra trovata che avevo avuto; però, contro ogni mia
aspettativa, lui non proferì parola, limitandosi solo ad
alzarsi, girare sui tacchi e afferrare così forte la
maniglia
con l'arto d'acciaio che essa si piegò sotto la forza
impiegata,
prima che la porta venisse spalancata e letteralmente fatta volare via
dai cardini che la sorreggevano.
Sbattei più volte le palpebre e la fissai con aria alquanto
scettica, sbuffando divertito qualche istante dopo prima di reclinare
la schiena contro la poltrona, tranquillo come non mai. Quelle che mi
avrebbero
separato dal fatidico evento sarebbero
state settimane decisamente interessanti, ne ero certo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Beh,
io non... non so proprio come esprimere la mia emozione nell'essere
tornata a bazzicare fra questi lidi dopo anni e anni di assenza per
motivi che chi mi conosce sa già a memoria, ormai.
Questa raccolta, che cercherò di aggiornare almeno una volta
o
due volte a settimana - ho fatto un piccolo conto e devo far coincidere
le date -, è nata per un vecchissimo evento che
più di
quattro anni fa si è tenuto ad una convention in Giappone il
dieci ottobre, e sto
parlando in linea più ristretta del Roy/Ed Mariage.
Va quindi da sé il perché del titolo di questa
raccolta e
gli argomenti che verranno trattati in essa, e vi posso assicurare che
in questo momento mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli
a cui è stato detto di poter prendere qualunque cosa lui
voglia.
Sono elettrizzata, confusa, con un groppo in gola e persino un po'
fuori dal mondo, e tutto per un motivo che non riesco nemmeno a
spiegare.
La dedico a Red
Robin, Setsuka,
RMSG,
Nemesi06,
Liris,
elyxyz, Serendipity e
a tante altre persone che mi hanno fatta compagnia durante questi
lunghi anni in cui tutte noi abbiamo tenuto vivo l'amore per il Roy/Ed,
ai lettori vecchi e nuovi e a chi si affaccerà anche solo
per
curiosare.
Direi di chiuderla direttamente qui, nella speranza che questo primo
capitolo vi abbia strappato almeno un mezzo sorriso.
A presto, si spera ♥
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