Capitolo
sei.
Il problema si presenta puntuale a cena.
Neanche mi avesse letto nel pensiero mia madre tira fuori il discorso
università subito dopo il secondo.
< < Anais, ti volevo parlare del tuo futuro, ho
selezionato alcune facoltà che secondo me sarebbero l'ideale
per te. > >
Mi coglie del tutto di sorpresa e devo bere un lungo sorso d'acqua per
mandare giù il pane che mi è andato di traverso.
< < Già, a questo proposito, volevo proprio
parlartene. Sai, non penso che l'università faccia al caso
mio, forse è meglio se concentro le mie energie in
qualcos'altro. > >
Mia madre mi guarda come se le avessi annunciato che ho intenzione di
fare il giro del mondo in monopattino.
< < Qualcos'altro? Tipo cosa? E' ovvio che andrai
all'università Anais, il discorso è chiuso.
> >
< < Sentite, volete veramente buttare i soldi per farmi
studiare quando so già per certo che non è il mio
forte? > >
< < Non dire assurdità, certo che è
il tuo forte!! Te ne stavi sempre chiusa in camera sui libri! >
>
A queste parole guardo mia nonna di sottecchi e noto che sta sorridendo.
< < Mamma, devo ricordarti com'è andato il mio
esame di maturità? > >
< < E' ovvio che hai toppato, hai scelto una tesina
ridicola! > >
Touchè.
< < Guarda che ci ho lavorato un sacco! Comunque credimi,
è stato un incubo a scuola, studiare non fa per me! >
>
< < E' stato un incubo perchè sei andata a
sotterrarti in quella scuola solo perchè ci andava Cristina,
non credere che non lo sappia! > >
Di nuovo touchè.
< < Si e adesso vorresti che ripetessi lo stesso errore
frequentando un'università che TU hai scelto?
>>
Beccati questa.
< < Ma certo, dato che tu prendi solo decisioni stupide!
> >
Cavoli, mi sembra Alberto.
Non so cosa risponderle, guardo la nonna in cerca di aiuto, ma
è qualcun'altro a salvarmi.
< < Senti Monica, se Anais non ha voglia di andare
all'università è intile obbligarla. >
>
Guardo mio padre e mi viene voglia di abbracciarlo.
< < Se proprio non vuole studiare vorrà dire
che si cercherà un lavoro. > >
Lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo che mi
lascia spiazzata. Un lavoro?
Tutto quello che mi esce dalla bocca è un rantolo che i miei
interpretano come un "OK".
Passo il resto della cena muta come un pesce e, dopo aver aiutato mia
nonna a sparecchiare e aver caricato la lavastoviglie vado in camera
mia.
Mi butto sul letto e fisso la locandina di King Kong.
Sul serio mio padre vuole che mi cerchi un lavoro?
Insomma, sapevo che non avrei potuto passarla liscia per sempre e che
prima o poi avrei dovuto rivelare ai miei la mia intenzione di non fare
niente, ma non sapevo che quel momento sarebbe arrivato così
presto.
Mi sono diplomata meno di un mese fa, ero convinta che i miei avrebbero
lasciato passare almeno le vacanze estive prima di tirare fuori la
questione "futuro". Io, nel frattempo, avrei trascorso tutta l'estate a
dare una mano a mia nonna, il minimo indispensabile perchè
lei dicesse ai miei quanto prezioso fosse il mio aiuto, e loro si
sarebbero convinti che le cose andavano benissimo così e che
non c'era nessun motivo perchè io andassi a lavorare. Avrei
continuato a non fare assolutamente niente e saremmo stati tutti felici.
Questo era il piano che avevo organizzato.
Ora mi rendo conto che per me ormai non c'è più
nessuna vacanza estiva. Ora sono una diplomata, e i diplomati o vanno
all'università, o vanno a lavorare.
Se solo mia mamma non avesse tirato fuori il discorso sarei riuscita a
guadagnare un altro pò di tempo, magari per mettere a punto
un piano ancora più infallibile, ma no, lei mi ha dovuta
costringere solo perchè sicuramente tutte le sue amiche
hanno figlie già laureate e lei non può certo
essere da meno.
Forse avrei dovuto accontentarla. Farle credere di essermi iscritta a
svariati esami di ammissione e poi rivelarle in lacrime che non ne
avevo superato nessuno. In quel caso però avrei dovuto
almeno far finta di studiare, acquistare libri di preparazione ai test
e mi avrebbe sicuramente tempestata di mille domande e il mio piano non
avrebbe retto più di cinque minuti. Senza contare che
avrebbe sicuramente reclutato Alberto per farmi da mentore e allora io
mi sarei di certo sparata, o sarei finita in prigione per aver sparato
a lui.
Il che tutto sommato non sarebbe stato poi così male,
perchè in prigione nessuno ti costringe a trovarti un
lavoro, e il mio piano, anche se non nel modo in cui avrei immaginato,
si sarebbe realizzato.
In prigione però non c'è il computer e mi
perderei tutti i miei telefilm preferiti, inoltre nessuno mi verrebbe
mai a trovare e nessuno vorrebbe stare in cella con me, così
finirei con l'impazzire e parlare da sola, o comincerei ad allevare
canarini come L'uomo di Alcatraz.
Devo trovare un altro piano. Nel frattempo spero che i miei si
dimentichino della conversazione di poco fa, in fondo è
stato mio padre a tirare fuori il discorso lavoro, sono sicura che da
qui a domani mattina se ne sarà già dimenticato.
Vado a dormire un pò più fiduciosa ma passo una
notte d'inferno.
Ho un incubo in cui sono chiusa in una gabbia appesa ad un soffitto
altissimo con delle fiamme sotto di me. La gabbia comincia a scendere
inesorabile verso il fuoco e noto che è Alberto che girando
una manovella, mi sta facendo calare piano con un ghigno sul viso. Io
gli urlo di farmi uscire, ma lui si limita a fissarmi e sghignazzare.
Quando sento le fiamme ustionarmi le gambe mi sveglio di soprassalto.
E' mattina e io sono madida di sudore.
Scendo timidamente le scale. So per certo che i miei a quest'ora sono
già al lavoro ma non si sa mai.
Mia nonna non si vede da nessuna parte, mi prendo un succo alla pesca,
di quelli nelle bottigliette di vetro, ed esco.
Percorro il vialetto che porta al giardino e mi siedo nel dondolo in
mezzo al prato.
Lafayette, il nostro vecchio labrador mi si avvicina e mette il muso
sulle mie ginocchia. Gli accarezzo pigramente la testa e mi accorgo che
mia nonna sta canticchiando nell'orto.
Non so cosa pensi di tutto il discorso di ieri a cena, le ho parlato
della mia decisione riguardo l'università ma dubito che
conosca anche la mia avversione verso il lavoro. Non so
perchè ma stranamente la sua opinione è l'unica
di cui mi importa, salvo forse quella delle mie amiche, e sapere che
potrei deluderla mi preoccupa.
La vedo incamminarsi verso casa e quando si accorge di me mi si viene a
sedere vicino.
Tiene il cesto con i pomodori in grembo e Lafayette li fiuta
incuriosito.
E' la prima a parlare.
< < Ieri sera è stata tosta. > >
Sospiro.
< < Già. Se poi pensi che Alberto mi aveva
riservato lo stesso trattamento solo poco prima, devo ammettere che la
giornata di ieri è stata piuttosto stressante. >
>
< < Sai, tua madre lo fa per il tuo bene, ormai oggi
senza studi non si va da nessuna parte. > >
< < Lo so, ma ogni tanto vorrei che le persone la
smettessero di credere di sapere meglio di me cosa voglio. >
>
E' vero. Da sempre ho fatto quello che gli altri si aspettano da me.
Cristina voleva che io la seguissi al liceo e così ho fatto.
Mia mamma voleva che io uscissi con Enrico e l'ho accontentata. Ora
vorrebbe che io frequentassi l'università che lei ha scelto
e si aspetta che io dica di si senza pensarci due volte, ma stavolta
non andrà così.
< < Dai, andiamo dentro che mi dai una mano a piegare le
lenzuola > > la voce di mia nonna mi strappa via dai miei
pensieri.
Trascorriamo la solita mattinata all'insegna dei lavori domestici e
devo ammettere che mi aiutano a non pensare a tutta la discussione di
ieri.
Pieghiamo lenzuola, puliamo i vetri, spolveriamo il salotto e infine ci
facciamo un toast veloce e ce lo mangiamo davanti alla tivù
guardando Beautiful.
Mentre Brooke sta rivelando a Ridge di essere incinta del loro
sedicesimo figlio dico alla nonna < < Hei, sai che ieri
ho messo in ordine l'armadio? Ho trovato un sacco di cose che non
voglio più! > >
A queste parole il suo viso si illumina.
< < Ah bene! Vorrà dire che dopo facciamo un
salto fino a casa di Magda così glie le portiamo! >
>
Dopo pranzo corro in camera mia, afferro una borsa e ci metto dentro un
paio di maglie e qualche paio di jeans. Al diavolo, ci ficco dentro
anche la maglietta della maturità ed esco.
Aspetto mia nonna sulla porta, ogni volta che deve uscire per far
visita alle amiche si veste sempre bene, mette i pantaloni, di solito
indossa la gonna col grembiule, il profumo e usa la borsa di paglia che
ha comprato in Spagna.
Usciamo e ci incamminiamo per il paese, a passo di lumaca direi, ma
è piacevole farsi una camminata con calma senza pensare a
niente.
Lei si ferma ogni due minuti a salutare qualcuno e ogni volta chiede
notizie dei figli, nipoti, generi.
E' strano, mia nonna vive qui da quattro anni e conosce tutti, ha un
sacco di amiche, io invece da tutta una vita e non conosco quasi
nessuno.
Giungiamo a una villetta con un muretto pieno di muschio e un
portoncino di legno che cigola quando lo apro. Ci ritroviamo in un
vialetto che porta ad una casa bellissima. Il giardino è
talmente colorato e ben curato che tutto l'insieme sembra una cartolina.
La nonna bussa alla porta e la signora che ci apre, tiro un sospiro di
sollievo, non è la madre di Norman Bates.
Anzi, è una signora molto curata con un vestito con una
fantasia floreale e i capelli biondi visibilmente tinti.
Ci saluta calorosamente e ci invita ad entrare.
La casa all'interno è impeccabile, non un soprammobile fuori
posto e neanche un pelucco sui tappeti. Vedendo l'opulenza di questo
posto mi chiedo seriamente cosa mai se ne farà la nipote di
questa signora dei miei vestiti. Magari li useranno per ricavarci dei
panni per spolverare i mobili costosi.
La signora, Magda a quanto pare, ci invita a sederci in un salottino
con un'ampia finestra che da sul giardino, dove un'altalena penzola
abbandonata da un ramo.
Ci offre un thè (caldo!) e lei e la nonna danno il via ai
pettegolezzi.
Io cerco di seguire, almeno all'inizio, poi non conoscendo nessuna
delle persone citate comincio a guardarmi intorno.
Sul pavimento, sotto al tavolino e fin sotto al divano si estende un
tappeto dall'aria costosa che copre le piastrelle così
lucide da specchiarsi dentro. Sui muri sono appesi dei quadri dalle
cornici lavorate rappresentanti dei paesaggi rurali. Alla mia destra si
erge maestoso un caminetto e sopra ad esso torreggia la testa di un
cinghiale.
Alla finestra sono appese delle morbide tende bianco avorio che
arrivano fino al pavimento, e accanto al divano c'è un
portariviste che contiene "Tutto uncinetto", "Stile Casa" e "Viver sani
e belli".
< < Allora, Elvira mi ha detto che hai finito il liceo da
poco. > >
Ci metto un attimo a capire che la domanda è rivolta a me,
mi ridesto e rispondo.
< < Si, circa due settimane fa, a metà luglio.
> >
< < Congratulazioni allora. > >
All'improvviso mi rendo conto che questa signora sconosciuta
è la prima persona in assoluto a farmi i complimenti per
essermi diplomata.
Nessuno si è congratulato con me, mia nonna era alle terme
il giorno del' orale e mia mamma si è limitata a chiedermi
com'era andata, non che le interessasse la risposta, alle sue amiche
avrebbe comunque detto che "ho spaccato". Mio padre, bè come
potete immaginare mi ha guardata perplesso chiedendomi "Ma non avevi
dato l'orale la settimana scorsa?". Impossibile dato che sono stata la
penultima di tutto il liceo, ma vabbè.
Non che io abbia realizzato chissà quale exploit, migliaia
di ragazzi si diplomano ogni anno, ma fa comunque piacere,
così le rispondo sincera < < Grazie mille,
è stata un pò dura ma ce l'ho fatta. >
>
< < Sai, anche mia nipote Martina ha la
maturità l'anno prossimo ed è già
preoccupatissima. Sta già pensando all'argomento della
tesina ed ha cominciato a leggere qualche libro. > >
Wow, questa ragazza è completamente pazza. Prepararsi alla
tesina un anno prima? Ok, il mio metodo dell'ultimo minuto non
sarà forse il più efficace, ma questa
è suonata.
Dato che si tratta di un'amica di mia nonna però, mento.
< < Accidenti, che brava! > >
< < Magari ogni tanto potresti venire a darle qualche
consiglio, tua nonna mi ha detto che sei tanto brava. > >
Mmm, quindi non è solo mia madre che mente spudoratamente
alle sue amiche quando si tratta di me.
< < Oh, sa non credo che avrei molto da consigliarle, sua
nipote mi sembra abbia già le idee chiare! > >
Che cosa mai potrei dirle? Io l'estate scorsa ero in montagna con Ambra
e le nostre uniche letture sono state "Cosmopolitan" e "Tu Style".
Mia nonna parla ancora per un pò con la sua amica e io mi
convinco a bere il thè, che nel frattempo è
diventato freddo, quindi ancora più imbevibile.
Prima di salutarla, la nonna le consegna la borsa con i miei vestiti e
Magda sembra veramente contenta.
< < Grazie mille Elvira, Martina sarà
felicissima! Grazie anche a te Anais, sarà stata dura per te
separarti da questi vestiti! > >
Ehm, vediamo...schiaffare nella borsa la mia maglietta della
maturità non direi che è stata così
dura.
< < Ma no, io sono piena di vestiti! > >
< < Allora grazie ancora e in bocca al lupo per il
futuro! > >.
Ci congediamo e ci avviamo di nuovo verso casa.
Mentre camminiamo mi tornano in mente le parole di Magda "tua nonna mi
ha detto che sei tanto brava" . Se penso al mio percorso scolastico
direi che me la sono cavata, ma da qui a dire che ero "tanto brava" ce
ne vuole.
< < Hei nonna, sul serio dici a tutte le tua amiche che
io sono brava? > >
Sembra sorpresa ma mi risponde.
< < Certo, Anais. Vedi, che tu voglia ammetterlo o no,
sei davvero brava. > >
< < Dai non esagerare. La nipote di Magda si sta
già preparando per la maturità, io ho buttato
giù la mia tesina in una settimana! > >
< < Bè, appunto! Non è mica facile!
> >
< < Nonna...la mia tesina faceva PE-NA! > >
< < Ma nooo! A me è piaciuta! > >
Mia nonna è l'unica persona al mondo che si è
mostrata interessata a leggere la mia tesina.
Dico interessata perchè i professori della commissione sono
stati costretti a leggerla, tranne la prof. di italiano, mi odiava,
secondo me la sua copia l'ha usata per avvolgerci il pesce.
Mia mamma si è rifiutata, mi aveva proposto due argomenti,
l'angoscia e la morte, che scartai.
Certo, penso che la mia tesina sarebbe risultata assai più
convincente se avessi scelto uno di quei due temi, in fondo ero
diventata un'esperta in angoscia e mi è capitato di pensare
spesso alla morte.
Marianna, una mia compagna di classe mi chiese di darle un occhio prima
che la consegnassi ma il risultato fu che criticò ogni cosa.
Avevo usato dei caratteri troppo grandi, messo troppe foto per niente
centrate ed era troppo corta.
In quel momento devo ammettere di aver pensato soprattutto alla sua di
morte.
Rientriamo in casa e io come sempre mi ritiro in camera mia.
Mi siedo sul davanzale della finestra con un pensiero fisso in testa.
Mia nonna dice a tutte le sue amiche che sono tanto brava. So che lei
fa sempre il tifo per me, e che è veramente convinta che io
sia brava, è quel "tanto" che stona.
E' come quando un ragazzo non ti piace e gli dici "però sei
tanto simpatico", o quando tua madre cucina qualcosa che fa schifo ma
le dici "è così buono". E' un'esagerazione per
coprire una bugia.
A un tratto un pensiero mi colpisce.
E se mia nonna si vergognasse di me?
E se andasse in giro a dire a tutti che sono tanto brava
perchè in realtà sono una fannullona?
E se quando la sua best friend Magda le ha raccontato della sua
studiosissima nipote lei non abbia avuto il coraggio di dirle che la
sua invece ha passato due settimane a guardare la tivù?
Mia madre lo fa sempre, e mi va bene, ma se si parla di mia nonna,
l'idea di deluderla non mi piace.
So di aver un piano ben preciso per il mio futuro, e sono convinta di
seguirlo, ma per la prima volta mi rendo conto che se venisse scoperto
mia nonna potrebbe esserne delusa.
Mia madre mentirebbe a tutti dicendo che ho preso tre lauree in sei
mesi, mio padre sarebbe convinto che frequento ancora le medie, ma mia
nonna potrebbe essere l'unica persona ad avere il coraggio di dirmi in
faccia che il mio piano è completamente stupido.
E se lo facesse? Cambierei idea e mi deciderei a fare qualcosa di utile?
Ci metto,vediamo, 26 secondi a trovare la risposta.
NO. Non cambierei idea.
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