lo
Peach
immaginò che i pettegolezzi sarebbero stati sulla bocca delle
allegre comari tra i regni vicini per settimane. Udì un altro
sfarfallio di risolini levarsi qualche fila più in fondo e si lisciò
delicatamente il vestito mascherando la sua insicurezza sotto un velo
di stoico contegno.
Bowser
le sedeva di fianco su una poltroncina su misura per lui
completamente a suo agio, del tutto ignaro o probabilmente
disinteressato del cicaleccio che si era scatenato dietro di loro
nell'attimo in cui si erano accomodati. Il koopa aveva deciso di far
sfoggio del suo guardaroba indossando un panciotto nero impreziosito
da bottoni d'oro, su ognuno dei quali vi era impresso l'emblema del
suo ghigno, abbinato ad una camicia rossa con le maniche arrotolate
all'altezza del gomito. Sotto il colletto inamidato era visibile la
fascia di cuoio priva delle borchie puntute, allo stesso modo delle
sue polsiere che stavano al loro posto solo come innocui accessori
anziché simboli di ferocia per quella sera.
Tra
una manciata di minuti si sarebbe tenuta una recita degli alunni del
primo anno presso il collegio in cui Bowser aveva iscritto i suoi
figli ed inoltre, al termine dello spettacolo, i bambini avrebbero
esposto uno alla volta una loro poesia preferita davanti a tutti i
genitori. La Principessa aveva compreso lo scopo del rapimento del
giorno precedente non appena Bowser si era premurato di informarla
dell'evento, per poi averle prontamente chiesto di accompagnarlo. E
lo aveva fatto in una maniera così dannatamente gentile,
potenziata inoltre da un'espressione letalmente
speranzosa legata all'immagine del sorriso di un Junior lietissimo di
avere anche lei tra il pubblico, che Peach non aveva saputo in cuor
suo come declinare: ormai il drago si era fatto più scaltro e aveva
imparato che riusciva a trascinarla più facilmente dalla sua sponda
disarmandola con le buone maniere, ma solo se ne fosse davvero valsa
la pena per ricorrere ad un tale sforzo.
La
Principessa si guardò discretamente intorno notando che tutte
le mamme erano
presenti, scalpitanti accanto ai rispettivi mariti e fastosamente
agghindate ad esaltare la prosperosa origine dei pargoli ammessi
secondo i canoni rigorosi dell'istituto. Peach aveva ricevuto
un'istruzione privata dai suoi esigenti precettori ed aveva sempre
covato il rimpianto di non aver frequentato una scuola e nemmeno
aver potuto socializzare con altri suoi coetanei: una rinuncia
impostale di cui aveva avvertito il vuoto in particolar modo nel
periodo della sua adolescenza. I toad del castello erano stati i suoi
amici d'infanzia, poi aveva finalmente avuto la fortuna di conoscere
Daisy e qualcosa della vita semplice che sbirciava fuori dalla
finestra della biblioteca durante le intense ore di lezione le era
stato restituito. Approvava dunque che Bowser (anche lui debitore
alla perseveranza di Kamek e dei maestri più impavidi per quel poco
erano riusciti a seminare nel suo cervello impermeabile al 98% verso
ciò che non catturava il suo interesse battagliero), avesse scelto
di farli crescere in un ambiente più stimolante dove trovare anche
le proprie amicizie.
E
inoltre contenere quegli otto cicloni sotto lo stesso tetto sarebbe
stato indubbiamente deleterio per la salutare armonia di tutti quanti
presso la fortezza reale. Era altresì consapevole che il Re si
mantenesse costantemente in contatto con loro e che li sentisse uno
per uno tutti i giorni.
Le
luci della sala si attenuarono gradualmente fino a spegnersi ed il
sipario venne alzato per dare inizio al piccolo show: una replica
riadattata ai giovani attori e con una vena di umorismo de Il
Fantasma dell'Opera di Gaston
Koopoux. Junior, ovviamente, aveva rivendicato la parte del losco
figuro mascherato che infestava il teatro secondo la storia. Sembrava
veramente che si stesse divertendo mentre saltava da una parte
all'altra della scena e molto spesso si accompagnava a scoppi di fumo
per un effetto più sinistro, sfoderando la sua migliore risata
malvagia.
«
Ecco la mia pulcina! »
trillò una signora ingioiellata puntando un dito con tre anelli
vistosi.
«
Il mio dolciotto è un oratore portento »
si sperticò una più in fondo con un accento altezzoso brandendo una
macchina fotografica, il cui esempio venne immediatamente emulato da
molte altre mentre i commenti più svariati si susseguivano sino a
sovrapporsi in una nube di ciarle.
«
La prima parola della mia stellina conteneva ben nove lettere. »
«
Hai visto com'è fotogenico il mio ometto? »
«
Il sorriso della mia colombella è il più grazioso, ha già messo
quasi tutti i dentini. »
«
Il mio tesoro da grande sarà un'attrice meravigliosa. Guarda com'è
disinvolta sotto le luci della ribalta! »
«
La mia pasticcina stenderà tutte le altre debuttanti al suo primo
ballo, ha il portamento di una reginetta. »
Le
madri tronfie della propria prole passarono in fretta dal tesserne le
lodi a spararne una più grossa dell'altra mentre la rappresentazione
si svolgeva sul palcoscenico. Peach venne inspiegabilmente colta
dall'impulso di mettersi a ridere ma si trattenne.
«
È sempre così ad ogni spettacolo del primo anno »
le sussurrò Bowser che l'aveva scorta coprirsi le labbra con una mano, inclinando lievemente il muso verso
di lei.
«
Anche Ludwig e gli altri hanno recitato? »
chiese sorpresa, riflettendo poi sulla risposta scontata dato che
frequentavano tutti lo stesso collegio.
«
Solo Wendy e Larry. Gli altri o non hanno voluto partecipare oppure
ne hanno combinata una delle loro. Tipo Roy, che ha avuto la bella
idea di improvvisare un incontro di wrestling nel bel mezzo dello
spettacolo, terrorizzando il resto della compagnia. “Tanto per
rendere le cose più interessanti” ha detto dopo davanti al
preside. »
Il
brillio divertito negli occhi del drago si trasmise immediatamente in
quelli di Peach che, contagiata, si coprì nuovamente le labbra per
celare una risatina poco regale.
«
O Iggy, che ha messo le mani sugli effetti sonori e ha sostituito il
cinguettare della foresta incantata con colpi di artiglieria. Ricordo
che c'è stato un certo fuggifuggi quel giorno »
aggiunse senza sforzarsi di suonare lontanamente dispiaciuto.
«
Ma così non rischiano seri provvedimenti da parte dell'istituto? »
fu la domanda legittima.
«
E osare mettersi contro di me? »
questa volta stentò lui a trattenersi. «
Sai, ogni tanto torna utile essere il sovrano più temuto al mondo. E
oltre qualche settimanella di sospensione al massimo non si sono mai
spinti. » Drizzò nuovamente la schiena col suo solito cipiglio
fiero e alla Principessa giunse un'altra folata del profumo che
portava addosso. Era per caso... Eros di Versace?
Uno
scroscio di applausi la distolse dall'imbarazzo di tale realizzazione
mentre la recita procedeva lentamente sulla via del suo lieto fine.
Peach si unì spontaneamente alle risa deliziate degli altri genitori
a ricompensare l'impegno giocoso dei bambini, battendo le mani con
piena partecipazione e maturando pian piano la certezza in lei che
sarebbe stato oltremodo un peccato se si fosse persa, allo stesso
modo degli altri passati, anche quel tenero scorcio di familiarità
in cui stavolta era stata inclusa.
Il
drappo rosso del sipario calò di fronte ai giovanissimi attori
disposti in fila a ricevere le ovazioni del loro pubblico adorante
con un inchino sincronizzato e, sbucando poi a turno dalle quinte al
lato del palco, i pargoli cominciarono a declamare ognuno la sua
poesiola, rinvigorendo la superbia delle madri perse in visioni di
avvenire sempre più mirabili per la propria discendenza.
Il
musetto tondo di Junior fece infine capolino sul ripiano della scena
e timidamente il koopolotto avanzò al centro per fare la sua piccola
esibizione. Istintivamente cercò suo padre tra la folla e gli
occhietti neri si illuminarono di contentezza individuandolo proprio
accanto alla Principessa Mama Peach, non essendo riuscito a scorgerla
prima a causa della maschera ingombrante che aveva indossato per
tutto lo spettacolo.
Entrambi
lo salutarono agitando una mano ed il cucciolo mosse la coda un po'
nervoso.
Si
portò al centro del cono di luce sul palco e diede una fugace
occhiata tutt'intorno. «
Quanta gente... »
pensò impressionato. Solo in quell'attimo senza alcuna distrazione
ad occupargli la mente si rese effettivamente conto del numero di
sguardi che aveva fissi addosso, in attesa, colmi di aspettative,
giudicandolo.
Junior
scrutò il pubblico.
Il
pubblico scrutò Junior a sua volta.
Il
koopetto deglutì e si schiarì la voce, emozionatissimo.
Un
lungo momento di silenzio circospetto si snodò nella sala. Gli occhi
inclementi degli spettatori restavano puntati sul bowserotto aspettando la sua performance.
Troppo
emozionato.
Junior
avvertì improvvisamente le gambe tremargli ed i battiti accellerare
fino a provocargli una sgradevole sensazione di paralisi. Era come se
qualcuno gli avesse buttato dei sacchi di sabbia sulle spalle,
percependo in maniera tangibile il peso
di tutti quegli sguardi magnetizzati su di lui. Nel giro di un
nanosecondo della sua poesia non rimase più nulla nella testolina
annebbiata dal panico.
Qualcosa
stava andando storto. Sia Peach che Bowser lo avevano intuito
dal primo istante di incertezza del piccolo e si erano irrigiditi
sulle loro poltroncine coi sorrisi plastificati in faccia per
incoraggiarlo a non cedere a quella che, senza dubbio alcuno, era la
sua prima crisi da palcoscenico.
Il
koopolotto aprì finalmente la bocca per inspirare e i presenti si
sporsero un poco in avanti impazienti, ma tutto quello che gli uscì
fu: « Papaah! ».
Il
drago partì prontamente al recupero, calpestando più di uno
spettatore lungo il tragitto dell'andata e del ritorno senza
scusarsi. Come Junior si ritrovò nel rifugio del suo abbraccio
premette il volto contro la stoffa del panciotto per la vergogna,
fermamente deciso a non rimostrarlo finché fossero rimasti lì
dentro.
Suo
figlio aveva indirizzato a lui il proprio SOS, ma tornando indietro
si accorse che anche Peach di riflesso era balzata in piedi al
richiamo d'allarme e leggere sul suo viso la preoccupazione per il
cucciolo che teneva stretto al petto riempì il Re d'orgoglio per
lei. Appena si fu di nuovo accomodato al suo posto come se nulla
fosse accaduto, drizzò un secondo la testa ed emise uno sbuffo
fumoso per invitare implicitamente il resto della platea a badare al
prossimo marmocchio sulla lista. Nessuno si azzardò più a guardare
indietro e Bowser poté concentrarsi sulla fanciulla intenta a
sussurrare parole di conforto al koopetto avvilito, carezzandogli
dolcemente la testolina con l'accenno di crine raccolto nel codino
morbido: quello era il vero spettacolo degno di tutta la sera.
Non
fu semplice consolare Junior che temeva di aver deluso entrambi con
quell'indecorosa dimostrazione di debolezza, ma Peach gli aveva
assicurato che questo minuscolo intoppo non avrebbe macchiato l'onore
del miglior impersonatore del Fantasma dell'Opera di tutte le recite scolastiche e, in quanto a Bowser, uno strappo alla regola
si poteva fare una volta tanto e lasciare che il suo erede più
giovane ricevesse quella tenerezza che a lui era mancata.
Quando
la serata ufficialmente si concluse, ai bambini fu posticipata l'ora
della buonanotte per poter trascorrere un altro po' di tempo
assieme ai propri genitori. Peach e Bowser uscirono dalla sala del
teatro col koopolotto praticamente avvinghiato alla “mamma”,
avendo rapidamente riacquistato la sua grinta una volta libero dalla
morsa critica di tutta quell'attenzione e crogiolandosi nella letizia
di trovarsi con lei dopo settimane di lontananza.
«
Tra poco non riuscirò più a tenerti in braccio » affermò la
fanciulla mentre sentiva i muscoli delle braccia protestare per
reggere il carico non indifferente. Sicuramente il cucciolo era
sulla buona strada per diventare della medesima stazza del padre.
«
Il mese prossimo c'è la mostra dei disegni più belli » la informò
sollevando il musetto da sotto il suo mento per guardarla negli
occhi. « Verrai a vedere i miei? »
Peach
ricordò di aver già vissuto una scena simile non troppo addietro.
Messa alle strette si girò verso Bowser solo per accorgersi che le
stava rivolgendo quello stesso identico sguardo che adesso stava
stampato pure sul faccino innocente di Junior...
Durante
il viaggio di ritorno sulla Clown Car il drago non si sognò nemmeno
di nascondere il sorriso assolutamente compiaciuto ad ornargli le
labbra. La Principessa stava con le braccia conserte sul bordo a
fissare il panorama, riflettendo quasi rassegnata che i Koopa
avessero ormai architettato su misura per lei una strategia
incontrastabile per piegare la sua volontà ed estorcerle promesse
con una facilità così sfacciata che persino ella stessa faticava a
spiegarsi.
«
Comunque », disse Bowser col tono di chi amava vincere, « se ti va
di dare un'occhiata anche alle altre recite, ho tutto registrato su dvd. Comprese
le gesta gloriose di Iggy e Roy. »
Nota
d'autrice:
Ringrazio
doverosamente la gentilissima Lulumiao
che si è prestata come beta per questa one shot. Fortuna che dove
finiscono le mie certezze iniziano le sue :]
Grazie
di averla letta!
Koopafreak
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