capitolo 4
Capitolo 4: Ritorno e pensieri
Il gruppo stava rientrado lentamente al villaggio, prendevano tutte le
strade più nascoste e meno trafficate, e questo provocava
l'allungamento del percorso; anche se rispetto all'andata ora la neve
aveva smesso di cadere e quella che ricopriva il terreno si era
indurita, così il viaggio era più scorrevole.
Dopo
quattro ore di cammino ininterrotto, finalmente giunsero a
destinazione.
-Lo sai che la tua mamma si allenava qui quand'era giovane?-
iniziò a raccontare l'anziana alla nipote, quando arrivarono
nei
pressi del lago- da domani anche tu ti allenerai in questo
posto.
Lei sarà la tua insegnante.- le disse infine indicandole
Kushina.
-Io sono Kushina Uzumaki, molto piacere.- le disse questa con un
sorriso a trentadue denti, sporgendosi verso di lei e allungando una
mano per accarezzarla.
Himari si allontanò di scatto andando a nascondersi diettro
un
albero, -Il piacere è tutto mio, signorina. Però
per
favore non mi tocchi, non voglio ferirla.-
-Ma che stai dicendo? Ok devi essere stanca, direi che meglio lasciare
ogni cosa a domani.-
-Bene, potete andare ora, e grazie per la collaborazione- Disse Minato
ai suoi allievi
-Arrivederci maestro, Salve a tutti- salutarono Obito e Rin, e si
diressero a casa.
- Vado a fare rapporto. Arrivederci signora, ciao piccola!-
salutò Minato sorridendo e s'incamminò.
-Maestro aspetti!- lo richiamò Kakashi, seguendolo - Posso
accompagnarla? Avrei bisogno di parlarle un momento.-
-Va bene, Kakashi, ma aspettami alla Casa di Mayo*.-
- D'accordo. A dopo allora.- e i due si divisero.
POCO DOPO
Toc Toc
-Avanti.-
-Buonasera, signore.-
-Oh sei tu Minato. Com'è andata?-
-Tutto bene, non abbiamo incontrato intoppi, a parte molta molta neve e
ghiaccio.- fece una breve pausa - molto appuntito e affilato oserei
aggiungere.- l'ultima frase l'aveva detta rabbrividendo
leggermente, ripensando al rischio che aveva corso.
-Bene sono contento. Per questa missione non presentare alcun rapporto
scritto, è un segreto fra la tua squadra e me, d'accordo?-
-Sì signore.- rispose.
-Perfetto; puoi andare a riposare ora. -
-Buona serata, signore- si congedò il biondo con un inchino.
-Eccomi, Kakashi, di che cosa volevi parlarmi?- chiese una volta
raggiunto l'allievo alla locanda.
-Riguarda la missione di oggi. Perchè abbiamo dovuto tenere
tutto segreto? Chi è quella ragazzina?-
-Vedi, io non conosco i dettagli, posso solo dirti che è la
nipote della moglie del primo Hokage e che possiede un potere molto
particolare, che spaventa i suoi famigliari, per questo dopo il diploma
all'accademia è stata esiliata su quella montagna. Hai visto
con
i tuoi occhi cos'è in grado di fare.-
-Comunque, ancora non capisco. Mi scusi ma il suo inverno non
è
semplicemente l'utilizzo dei chakra del vento e dell'acqua
contemporaneamente? Cosa c'è di spavetoso in questo?!
L'azione
di quei tizi è solo l'abbandono di una bambina in un posto
dove
rischiava d morire, senza alcuno scrupolo, vanno puniti per questo!-
dicendo questo Kakashi si era alzato dalla sedia e aveva sbattuto con
forza i pugni sul tavolo.
-Anche io vorrei fargliela pagare, ma non si può purtroppo.
L'unica cosa che si può fare è non permetergli
più
di ripetere quel comportamento. Perchè è sicuro
che non
appena scopriranno che è al villaggio, non penseranno due
volte.- provò a spiegargli Minato.
-Già è vero, beh meglio che vada. Arrivederci,
maestro, e
grazie della chiaccherata.- concluse, seriamete, il ragazzo
allontanandosi e cercando di rimediare alla fiiguraccia di poco prima.
Non era da lui comportarsi così; ma non sapeva spiegarsi il
motivo.
-A domani.- "Ma
che gli succede? Non è da lui
fare certe scenate. Possibile che quei due si siano già
incontrati ?" mentre Minato pensava, improvvisamente si
ritrovò la faccia contro il tavolo. -Hey! Ma che ti prende?!
Che
razza di modo di salutare è questo?! Accidenti che botta.-
esclamò massaggiandosi le due parti doloranti: la fronte e
la
nuca.
-Non dovresti stare con la testa tra le nuvole, puoi farti male!-
rispose l'autore di quel gesto, con aria di superiorità-.
-Me ne sono accorto. Che cosa ci fai tu qui, Takumo*?-
-Niente, volevo solo prendermi una tazza di té dopo
l'allenamento. Tu come mai qui? Aspetti un "certo" jonin, per caso?-
chiese di rimando quest'ultimo, con un'aria maliziosa, facendo
arrossire il biondo.
- M-ma n-no, che ti viene in mente! Dovevo solo parlare con un mio
allievo.- spiegò lui.
-ah ha! Sei arrossito! Significa che stai mentendo! Qui gatta
ci
cova, dai ammettilo, non mettere in mezzo il tuo allievo in cose che
non lo riguardano.-
-Ti dico che non è come pensi. Ho dovuto davvero incontrare
il
mio allievo, non ti sto mentendo! Kushina non c'entra proprio niente!-
- Allora lo ammetti!-
-Ma cosa dovrei ammetere? Sei tu che fraintendi tutto!-
- Ma io non avevo fatto nomi, se stato tu a pensare tutto quanto.-
"Accidenti, mi ha
fregato!" - Ad ogni modo ti saluto,
devo prorpio andare adesso, ci si vede- disse alzandosi dal tavolo e
dirigendosi verso l'uscita..
-Sì ci vediamo- salutò Takumo, aspettando che
uscisse,
per poi urlargli dall'uscio - MI RACCOMANDO NON STANCARTI
TROPPO
STANOTTE!-
Nell'udire quella frase Minato avvampò improvvisamente, per
poi
girarsi e gridargli di rimando: -STA TRANQUILLO DORMIRO' COME UN GHIRO!
E POI LEI E' A CASA SUA, NON VADO CERTO A SVEGLIARLA IN PIENA
NOTTE! E INOLTRE FATTI GLI AFFARI TUOI!- e s'incamminò verso
casa.
"Accidenti siamo
permalosetti oggi, però è
divertente prenderlo in giro e vederlo tutto imbarazzato"
pensò Takumo ridendo.
Nel frattempo a casa di Kakashi...
Il ragazzo era seduto sul divano intento a cercare,con tutte le sue
forze, di farsi un pisolino. Purtroppo per lui ogni volta che chiudeva
gli occhi, si ritrovava il volto di Himari davanti, stava iniziando a
pensare che fosse tutta colpa di quella ragazzina se ora lui mandava al
diavolo un po' di meritato riposo. E senza accorgersene si
ritrovò apensare ad alta voce: -Ma tu guarda, dopo tutto
quello
che ho passato per salvarla, ora lei è così che
mi
ringrazia?! Non facendomi dormire, che rottura!- Così decise
di
alzarsi dal divano e prepararsi qualcosa da mangiare; mentre posava gli
avanzi della cena precedente sul tavolo si ritrovò di nuovo
a
pensare ad alta voce: -Chissà dove l'avranno portata, per
tenerla al sicuro? Ma che sto pensando- disse scuotendo la testa, come
a voler scacciare quel pensiero -sono affari suoi, infondo lei non ha
nulla a che fare con me, di certo non me la ritroverò
d'improvviso catapultata nella mia vita.- si autoconvise.
Sarà vera questa sua convizione?
Continua...
Note:
* La casa di Mayo è un nome inventato da me, per indicare la
locanda dove solitamente i personaggi si incontrano per parlare.
* Takumo è un nome inventato per indicare il personaggio,
maestro di Gai Maito, non sono riuscita a trovare il vero nome.
|