capitolo 11I respiri ansimanti dei due amanti riempivano la stanza insieme all'odore di sesso e sudore.
Piegata in avanti con le mani ad afferrare lo schienale del letto
Rachel accompagnava con il bacino le spinte del suo ragazzo stringendo
il suo membro in una stretta che lo stava mandando gradualmente al
punto di non ritorno.
Noah le stringeva i fianchi con forza, come a voler fondere la propria pelle
con quella di Rachel e si beò del rumore provocato dai loro corpi che
sbattevano l'uno contro quello dell'altra.
Sotto quei colpi possenti la mora non riusciva a trattenere forti gemiti e,
stringendo le lenzuola fin quasi a strapparle, urlò il nome del ragazzo
in preda all'orgasmo seguita poco dopo da Noah che, pronunciando il suo
nome con voce spezzata, veniva nel preservativo e i due, esausti, si
lasciarono cadere a peso morto sul letto. Noah non aveva la forza di
uscire da quell'apertura calda e umida che ancora lo avvolgeva. O forse
non voleva... In entrambi i casi stava bene lì e, se lei ancora non
aveva sollevato obiezioni, voleva dire che andava bene così.
Appagata e rilassata, Rachel poggiò la testa sul petto di Noah accarezzandogli con l'indice destro gli addominali scolpiti.
<< Mi stai facendo diventare una macchina del sesso! Io che
nemmeno volevo concedermi prima del matrimonio! >> lo rimproverò
scherzosamente e lui sogghignò in risposta. << Bimba, ormai
dovresti saperlo che davanti al mio fascino nessuna delle tue
convinzioni può resistere. >> si vantò gonfiando il petto e
Rachel inarcò un sopracciglio sembrando la fotocopia al femminile di
Puck. << Ma davvero...? >> il tono con cui lo disse fece
suonare un campanello d'allarme nel cervello del ragazzo che la guardò
dubbioso.
Quel sorriso malandrino non portava niente di buono...
<< E se facessimo una scommessa? >> propose tirandosi a
sedere e Noah incrociò le braccia dietro la testa beandosi della
visione di quel corpo minuto ma perfetto in ogni minimo particolare:
con i capelli che andavano a sfiorare le punte rosate dei capezzole,
Rachel sembrava una di quelle donne eteree che i pittori tanto
agognavano di ritrarre. Ed era tutta sua.
Fece scorrere un dito dal polso all'avambraccio, la spalla, la gola e
poi scese giù a disegnare cerchi sul seno strappandole un mugolio di
apprezzamento.
<< Puckerman, sii serio per una volta... >> lo rimproverò
debolmente e lui sorrise. << Ma io sono dannatamente serio,
bimba. >> le rispose con voce roca sentendo il suo amichetto
risvegliarsi e lei roteò gli occhi. << Sei insaziabile! >>
lo sgridò e lui la guardò beffardo. << Parla quella che stanotte
mi implorava di prenderla in tutti i modi possibili! >> la
canzonò e lei diventò rossa e gli lanciò un cuscino in faccia facendolo
scoppiare a ridere.
<< MAIALE! >> urlò la ragazza che si alzò e, in tutta la
sua bella nudità, corse verso il bagno. Vedendolo mettersi a sedere e
intuendo le sue intenzioni, lo bloccò lì. << Azzardati ad entrare
qui dentro mentre ci sono io e ti giuro che dovrai salutare il tuo
amichetto! >> lo minacciò e, ignorando la risata divertita di
quell'energumeno, si intrufolò nel bagno per farsi una doccia veloce e
prepararsi, visto che dovevano andare a scuola.
Nella stanza intanto Noah aveva un sorriso pari quasi alla lunghezza
della bocca di Sam. Era... contento... Da parecchio tempo a quella
parte era facile vederlo ridere di gusto. Lo sguardò gli si posò sulla
sveglia e quasi gli venne un colpo. << CAZZO! Rachel, potevi
dirlo che era così tardi! >> la risata cristallina che ebbe in
risposta gli fece capire che quella dannata l'aveva fatto apposta.
Corse da una parte all'altra a cercare i vestiti e se li infilò in
fretta e furia correndo verso il bagno. Fra poco sarebbero saliti i
suoi papà e non era il caso di farsi vedere in camera della loro
pupilla! << Rach, io vado, ma me la pagherai, stanne certa!
>> se ne andò con un diavolo per capello cercando di fare meno
rumore possibile e, come se avesse i poteri di Flash nelle vene, arrivò
alla macchina e se ne andò giusto un attimo prima che i signori Berry
aprissero gli occhi.
Rachel rise mentre si lasciava cullare dal getto di acqua calda e si
insaponava i capelli. La vita poteva essere più meravigliosa? Non lo
credeva possibile, ma era decisa a vivere appieno quella relazione.
Nascosta dietro una parete un'ombra aveva assistito all'uscita di
Puckerman e, controllando che in giro non ci fosse nessuno, era
riuscito ad arrampicarsi fino ad arrivare davanti ad una finestra che
dava la vista proprio sul bagno in cui si trovava la ragazza.
Deglutendo, l'ombra guardò con bramosia la cabina doccia dietro cui si
trovava la ragazza che desiderava, sperando che da un momento all'altro
uscisse.
Quanto tempo era che la sognava? In realtà non era mai riuscito a
togliersela dalla testa e dal cuore. Tutte le notti non faceva altro
che svegliarsi in un bagno di sudore con il membro eretto perchè aveva
fatto dei sogni su loro due. Doveva riprendersela. Lei gli apparteneva.
Loro due erano uguali, erano destinati a stare insieme. La sua
attenzione venne catturata da un piedino che usciva dalla cabina e, con
la gola secca, guardava quella Dea tentatrice che, nuda, prendeva un
asciugamano da avvolgere intorno al corpo. Deglutì nervosamente
guardando quella pelle abbronzata famelico. Quasi non si accorse di
avere la mano destra infilata nei boxer che cercava l'erezione e
cominciò a stimolarla, cercando conforto per quel desiderio represso
che non gli dava tregua.
La vista di quei seni piccoli ma pieni, del ventre piatto, delle gambe
tornite e dei riccioli che coprivano la sua intimità lo fece eccitare
all'inverosimile e il movimento della mano, da lento, diventò sempre
più deciso finchè, con un gemito roco, venne lì, sul tetto di quella
casa. Ansimando riuscì a darsi una pulita con il fazzoletto che aveva
in tasca e gettò un'ultima occhiata alla ragazza e scese dal tetto.
Sì, lui e Rachel si appartenevano. E avrebbe fatto di tutto per averla di nuovo.
Kurt Hummel aveva praticamente preso di peso Mercedes e Rachel e le
aveva trascinate in un angolo appartato del cortile della scuola sotto
lo sguardo attonito di Noah Puckerman, Sam Evans e Blaine Anderson che
non si fecero troppe domande: sapevano quanto quel terzetto ci tenesse
ad aggiornarsi sulle ultime novità e così li lasciarono ai loro
discorsi. Anche se Blaine era tentato di unirsi a loro decise di
rimanere dov'era: probabilmente Kurt voleva raccontar loro di quella
notte. Sorrise sornione al ricordo di come avevano passato quelle ore
e, quasi gongolando, seguì i due amici nell'edificio.
Le facce di Rachel Berry e Mercedes Jones erano da immortalare: una
aveva praticamente gli occhi fuori dalle orbite stile The Mask, l'altra
aveva la mandibola praticamente a terra che permetteva alle mosche di
entrarvi e Kurt era quasi tentato di scoppiare a ridere in faccia alle
amiche.
Si trattenne solo perchè altrimenti lo avrebbero ucciso.
<< Voi... Avete... >> Rachel continuava a balbettare quelle
due parole cercando di trovarvi un senso, cercando di capacitarsi di
quello che aveva detto l'amico, e, una volta connesso, urlò felice e
saltò al suo collo baciandolo su una guancia. << Finalmente! Sono
così felice per te! >>
Mercedes aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro e lo
abbracciò anche lei. << Sono contenta che siate tornati insieme!
E dimmi... Com'è stato? >> chiese a bassa voce con malizia e
Rachel alzò gli occhi al cielo. << Depravata. >> la
punzecchiò e la nera rise dandole una gomitata scherzosa. <<
Senti chi parla! Da quel che ho sentito anche tu tra le lenzuola fai
faville, tesoro! >> Rachel boccheggiò un paio di volte
imbarazzata e ringhiò. << E sentiamo, chi l'ha detto? >>
<< Oh, be'... >> l'amica fece un po' la vaga e fece finta
di esaminarsi le unghie delle mani perfettamente curate. << Puck
ha fatto qualche confidenza a Sam e lui l'ha fatta a me. >>
rivelò e la mora promise a se stessa che avrebbe fatto fuori quei due
imbecilli con le sue mani.
<< Spiacente di interrompere questo interessante dialogo sulle
prestazioni sessuali di ognuno, ma potremmo tornare al sottoscritto?
>> le rimproverò Kurt stizzito e le due si scusarono. <<
Comunque, bello, non eludere la domanda! Com'è stato? >> ribadì
Mercedes e Kurt rise arrossendo. << E' stato fantastico! Dopo la
prima volta... Quella ha fatto un male cane! >> gemette
ricordando il dolore di quando Blaine l'aveva penetrato. In effetti il fondoschiena gli faceva ancora male... Rachel annuì
comprensiva. << Già, anche la prima volta che Noah mi ha presa da
lì ha fatto un male... >> si interruppe di botto accorgendosi di
quello che aveva confessato e, vedendo i sorrisi e gli sguardi
maliziosi dei due amici, arrossì fino alla punta dei capelli. <<
C- comunque stavamo parlando di te! >> disse cercando di
riportare il discorso sull'amico, ma questi alzò un sopracciglio.
<< Sì sì, cambia discorso... Ma dopo racconterai tutto, quindi
non provare a scappare! >> l'avvisò e Rachel sbuffò maledicendo
se stessa e la sua linguaccia.
Quella seria Blaine aveva invitato
Kurt al Bel Grissino e lo scricciolo del Glee era proprio curioso:
Blaine aveva detto di avere una sorpresa per lui ed essendo un tipo
poco paziente di natura, fremeva dalla voglia di sapere che cosa fosse.
Per l'occasione Kurt aveva messo i
vestiti più eleganti che aveva insieme alla nuova giacca di un famoso
stilista francese che gli era costata un occhio della testa!
Avevano concordato di ritrovarsi davanti al Bel Grissino e, quando il
ragazzo era uscito dalla porta di casa, preso la macchina e diretto
verso il famoso locale di Lima, aveva davvero il cuore che gli batteva
a mille. Non che quello fosse il primo appuntamento per lui, ma era la
prima volta che uscivano da quando si erano rimessi insieme ed era
nervoso: ci sarebbe stata tensione fra loro? Oppure sarebbero riusciti
a conversare allegramente senza fare gaffe? Ma era di se stesso che si
preoccupava. Si conosceva bene e sperava di non dire qualcosa riguardo
al periodo che avevano passato stando lontani... Non voleva offenderlo,
quindi doveva cercare di cucirsi la bocca il più possibile!
Parcheggiò davanti al piccolo ristorante, scese e chiuse a chiave la
macchina - una vecchia decapottabile completamente ristrutturata da suo
padre e Finn - ed entrò venendo accolto da una cameriera che gli
sorrise, gli diede il benvenuto e lo fece accomodare ad un tavolo vuoto
per due persone.
Si guardò in giro apprezzando il buon gusto, seppur semplice,
dell'arredamento, ma le rose sparse qua e là ai tavoli e raggruppati in
mazzi fatti a regola d'arte lo lasciarono perplesso, perciò fermò una
cameriera per chiedere informazioni. << Come mai quelle rose?
>> chiese indicandole. << Non c'erano fino a ieri. >>
La ragazza, una bella ventenne dai capelli rossi e gli occhi verdi, gli
ammiccò con fare confidenziale. << Non conosco i dettagli, ma so
che una persona ha organizzato tutto per fare una sorpresa al proprio
partner. E' così romantico! >> sospirò invidiosa e se ne andò a
svolgere il proprio lavoro - se il capo l'avesse vista le avrebbe
sicuramente fatto una bella strigliata - lasciando il ragazzo dagli
occhi cerulei a rimuginare tra sè e sè.
Sorrise impressionato. Uno che faceva cose simili doveva veramente
tanto alla propria ragazza! Quasi invidiò la fanciulla in questione e
prese ad osservare una ad una le coppie presenti nel ristoranti. Forse
il bel morettino che faceva gli occhi dolci alla sua partner bionda?
No... Aveva una faccia da pesce lesso, troppo stupido per pensare a un
gesto così importante. Un ragazzo biondo al tavolo opposto al suo che
baciava la sua ragazza aveva l'aria troppo seria: spalle rigide,
schiena dritta, faccia imbronciata... No, non ne aveva il romanticismo.
Le altre coppie parevano troppo prese tra loro per badare
all'ambiente... Bah...
All'improvviso si spensero le luci e, il piccolo palco che allestivano
di solito per le esibizioni del karaoke - che facevano sempre loro del
Glee - si illuminò mostrando l'ultima persona al mondo che Kurt si
aspettava di vedere lì sopra.
Che ci faceva lì Blaine?
<< Signore e signori, buonasera! Sono Blaine Anderson, mi
esibisco spesso qui, ma questa è una serata speciale. >> Gli
occhi chiari di Blaine vagavano per la sala fino a quando incrociarono
quelli azzurri di Kurt e sorrise. << Tra di voi c'è la persona
più importante della mia vita. La persona che amo. >> cominciò a
dire e, sentendo a malapena i sospiri estasiati delle donne, Kurt si
sentì arrossire mentre si tormentava le mani lusingato.
<< Sapete, io e questa persona siamo state lontane per un po' a
causa di un litigio, ma pochi giorni fa ci siamo rimessi insieme ed è
stato come se fossi tornato a casa. Ho invitato qui questa persona,
stasera, per farle capire quanto tengo a lei e voglio farlo nel modo
più sincero che conosco. >>
Era sicuro che tra un po' si sarebbe messo a piangere... Meritava
veramente uno come lui? Lui che si fingeva forte ma che in realtà era
sempre insicuro su tutto quello che faceva o diceva? Lui, Kurt Hummel,
meritava veramente uno come Blaine al proprio fianco? E, mentre lo
guardava mettersi d'accordo con la band che era salita sul palco, si
rispose che sì. Se lo meritava.
Blaine tornò a impossessarsi del microfono.
<< Voglio dedicare questo pezzo al mio amato. >> Nella sala
calò per un attimo un attonito silenzio mentre le persone si rendevano
conto di ciò che aveva appena detto. AL suO amatO? QUello schianto era
gay? Molte single in sala sbuffarono con disappunto mentre Kurt
sembrava aver ricevuto una noce di cocco in testa. Era praticamente
cascato in catalessi. Stava sognando? Il ragazzo che amava aveva
veramente dichiarato a tutta Lima di essere omosessuale?
Blaine era sceso dal palco, si era avvicinato al suo tavolo e gli aveva
sorriso in un modo che solo lui poteva fare e Kurt si sentì sciogliere.
<< Ti amo, Kurt. >> gli disse Blaine prima di baciarlo
dolcemente. Bacio che durò troppo poco per i gusti del ragazzo ma che
bastò a farli sentire le gambe molli. Per fortuna era già seduto
altrimenti sarebbe caduto per terra!
Blaine tornò sul palco. << Questa canzone è dedicata a te. >> gli disse nel microfono e la bandò partì a suonare.
Kurt chiuse gli occhi sin dalle prime note riconoscendo Heaven di Bryan Adams. Una pura poesia d'amore.
Oh, thinkin' about all your youngers years
There was only you and me
We were young and wild and free
Now nothin' can take you away from me
We've been down that road before
But that's over now
You keep me comin' back for more
Era risaputo che il ragazzo conosciuto al McKinley come " Il nanetto
dai pessimi gusti" avesse una voce splendida, ma in quell'esibizione
stava mettendo anche il cuore.
Kurt capì che quella canzone era come una promessa per il futuro.
Blaine non aveva scelto a caso quella canzone: era vero che parlava al
passato, ma era come se gli stesse dicendo che, in un prossimo futuro,
anche loro avrebbero parlato di quel giorno come la loro canzone.
Kurt deglutì un paio di volte per evitare che le lacrime scendessero
copiose sul viso. Quando la canzone finì Blaine gli si inginocchiò
davanti e gli prese le mani tra le sue.
<< Ti amo. >> ripetè e stavolta lo scricciolo del Glee non
riuscì a trattenersi: scoppiò a piangere e, ridendo e singhiozzando,
gli saltò al collo quasi stritolandolo. << Anche io! >>
Inutile dire che la cena era stata squisita, i cuochi avevano dato il
meglio quella sera e il ritorno a casa era stato accompagnato da baci e
carezze.
Kurt aveva suggerito di andare a bere un caffè a casa di Blaine perchè
a casa sua Burt e Finn guardavano la partita e facevano tanto di quel
chiasso che non avrebbero potuto avere un attimo di pace e l'ex
Usignolo si era dichiarato d'accordo. Voleva concludere la serata nel
modo migliore possibile.
Arrivati sotto casa del ragazzo Kurt si accorse di essere nervoso. Il
che era strano, era andato in quell'appartamento - Blaine viveva da
solo da tempo, dato che il padre non accettava la sua diversità - e non
si era mai sentito così, ma riconosceva tutti i sintomi.
Buco nello stomaco, tremore delle membra, strani dolori all'inguine...
Erano tutte sensazioni che Rachel e Mercedes gli avevano spiegato. Lui
provava desiderio. Provava un desiderio quasi doloro di possedere e di
essere posseduto da quel ragazzo tanto piccolo quanto forte. Ma era
nervoso. Ok, forse "nervoso" era un aggettivo un tantino riduttivo, ma
poteva calzare. Era anche spaventato. A morte. Il sesso l'aveva sempre
terrorizzato. L'idea che il pene di qualcuno potesse entrare dentro di
lui gli aveva sempre fatto paura.
Nell'ascensore cominciò a fissare il suo ragazzo di sott'ecchi. Lo
desiderava da morire, poco ma sicuro. Ma era pronto veramente? Blaine
intanto continuava a rimuginare trea sè sullo strano comportamento di
Kurt. Quando avevano lasciato il locale era rilassato, invece da dieci
minuti a quella parte si comportava come un agnello a Pasqua! Con la
coda dell'occhio lo sorprese che lo fissava come se si aspettasse
qualcosa... Aggrottò la fronte perplesso e, mentre uscivano
dall'ascensore, notò che Kurt si irrigideva sempre più man mano che si
avvicinavano alla sua porta. Che avesse paura di lui? Insomma, lui
desiderava fare l'amore con Kurt, ma non fino al punto da non
controllarsi e saltargli addosso... Entrati nell'appartamento Blaine
prese la giaccia sua e del suo ragazzo e le posò sull'appendiabiti
all'ingresso insieme alle sciarpe e si voltò verso di lui guardandolo
in quegli occhi azzurro mare. << Kurt, che c'è? >> gli
chiese subito senza girarci attorno. Kurt ammutolì. Non si aspettava un
approcio così diretto e non sapeva bene cosa dire.
Storse la bocca in una smorfia nervosa e, tamburellando le dita su una
coscia, cominciò a girare per la casa come se cercasse qualcosa. Blaine
capì subito che si stava prendendo il tempo che gli serviva e lo lasciò
fare. << Vuoi un caffè? >> gli chiese con dolcezza e
l'altro scosse la testa. << Preferisco un the'... >> disse
nervosamente e Blaine annuì sparendo in cucina. Kurt si accorse solo in
quel momento di aver trattenuto il respiro. Era veramente patetico!
Sicuramente Blaine lo stava prendendo per scemo! Sospirò sconfortato e
si avvicinò alla frande vetrata del salone che aveva una splendida
vista su Lima. Il condominio in cui abitava Blaine era abbastanza
lussuoso per essere stato costruito a Lima ed era anche ben arredato.
L'ingresso era bianco, le pareti del salone invece erano color avorio,
mentre la cucina rosso scuro. In origine era gialla, ma a Blaine non
era mai piaciuto più di tanto quel colore. " E' un pugno in un occhio e
poi stona con il colore dei mobili color ciliegio. " Ed in effetti era
vero, e il bordeux che aveva scelto si sposava perfettamente con essi.
Il bagno era color azzurro chiaro con motivi floreali sulle piastrelle
e la camera da letto... In realtà non ci era mai entrato, ne aveva
sempre avuto paura... Lanciò uno sguardo di sbieco alla cucina e vide
il ragazzo intento a riempire d'acqua il bollitore e, senza essere
visto, sgattaiolò nel corridoio che dava alla "zona notte" come la
chiamava lui.
Kurt respirò profondamente una volta arrivato davanti alla porta di
quello che lui considerava come il Sancta Sanctorum di Blaine e, piano,
aprì la porta rimanendo sbalordito dall'ordine che regnava nella
stanza. le pareti erano di un caldo color nocciola; una grande
portafinestra dava su un balcone esterno, l'armadio e i comodini, di un
legno color chiaro facevano bella mostra, ma il suo sguardo venne
calamiato dal letto a baldacchino. Lui adorava i letti a baldacchino...
Così antichi ma allo stesso sempre alla moda! Immaginò lui e Blaine
stesi lì sopra, in un ammasso scomposto di corpi e coperte... Oddio!
Arrossì come uno scolaretto mettendosi una mano davanti agli occhi e
vergognandosi di sè. Cosa diavolo andava a pensare?
<< Ehi! >> Quella semplice parola gli fece fare un salto
degno di un campione olimpico di salto in alto e urlò dallo spavento
portandosi una mano al cuore e guardando con rimprovero l'altro.
<< Mi hai fatto prendere un colpo! >> urlò ancora con il
cuore che batteva forte e Blaine rise scuotendo la testa. << Sei
proprio un fifone! >> lo prese in giro e l'altro sbuffò facendo
volare un ciuffo di capelli che gli era sceso sugli occhi.
Come in trance Blaine spostò con delicatezza quel ciuffo riportandolo
all'ordine e gli sguardi dei due si fusero insieme. << E' pronto
il the'. >> la voce di Blaine si era improvvisamente arrocchita e
il ragazzo deglutì cercando di pensare con la testa e non con quello
che batteva nei pantaloni. Kurt invece, contro ogni aspettativa, lo
baciò di slancio togliendogli il maglione.
Stupito ma compiaciuto, Blaine ricambiò quei baci e a sua volta prese i
bordi del golfino di lana di Kurt e, staccandosi da loro quel tanto che
bastava per togliere quei due indumenti, se ne disfarono tornando poi a
baciarsi con più passione. Voleva andare oltre. Sentiva i pantaloni
troppo stretti, ma doveva essere sicuro... A malincuore si tolse di
dosso le mani di Kurt e si fermò guardandolo negli occhi. <<
Kurt... Sai dove ci porterà questo, vero? >> gli chiese a bassa
voce e l'altro, seppur debolmente, annuì. << E ti va bene?
Insomma, io muouio dalla voglia di fare l'amore con te, ma... Tu sei
pronto? >> Deglutendo e non riuscendo a guardarlo, Kurt si
allontanò un poco da lui. Cosa poteva rispondere? << Non lo so...
>> confessò dopo attimi infiniti di silenzio. << Io voglio
farlo, ma allo stesso tempo... >> cominciò a dire, ma si fermò
arrossendo e Blaine riprese per lui. << Hai paura. >>
L'altro annuì e Blaine lo abbracciò. << Anche io ho paura.
>> gli confessò e lo scricciolo del Glee lo guardò sbalordito.
<< Tu? >> L'altro annuì ridendo. << L'ho fatto solo
una volta e... Non è stato per mia scelta... >> confidò
lasciandolo allibito. << Vuoi dire... Sei stato... >>
balbettò Kurt e Blaine annuì gravemente.
Si sedette sul letto e appoggiò i gomiti sulle ginocchia. << Non
me la sento di parlarne apertamente ora, ma... Diciamo che mio padre ha
ingaggiato un tizio per cercare di persuadermi... Quel tale mi ha
pestato a sangue e ha... Be', hai capito... >> finì debolmente
non riuscendo a impedire alla sua voce di incrinarsi a quel ricordo che
gli lacerava l'anima.
Lui odiava suo padre. Lo odiava per quello che gli aveva fatto. Un
padre dovrebbe proteggere i propri figli, anche questi non sono ciò che
lui avrebbe voluto... Kurt non sapeva cosa dire. Tutte le frasi che gli
venivano in mente gli sembravano completamente stupide e sbagliate...
Ma vedere il ragazzo che amava ridotto così gli era insopportabile.
Vedere quel ragazzo che per lui era stato un'ancora di salvezza tremare
per evitare di piangere gli stringeva il cuore in una morsa più dolorosa di una coltellata.
Lo abbracciò d'istinto. << Posso stare qui stanotte? >> il
roco sussurro fece tremare Blaine, ma non per lo shock di aver
rivissuto un doloroso momento della sua vita: il tremore che provava
era desiderio. Quell istinto quasi animalesco che gli diceva di
prendere ciò che voleva ed era molto tentato, ma non era un animale.
Doveva procedere con calma.
<< Se non te la senti... >> cominciò sentendosi arrossire.
<< Possiamo solo dormire. >> Il bacio che ricevette in
risposta fu più eloquente di mille parole.
<< Sul serio, ragazze, non sono mai stato cos
felice! >> le due amiche sorrisero commosse e lo abbracciarono.
<< Siamo cos felici per te, Kurt! >> Mercedes aveva gli
occhi lucidi e lo osservò severa. << Se mi rovino il trucco sarà
solo colpa tua! >>
Le lezioni furono, se possibile, più noiose del solito e per poco Noah
non si addormentò sul banco. Solo un pezzo di carta appallottolato - sicuramente lanciato da Finn - gli impedì una bella punizione.
<< Ma quando finisce questa tortura? >> gemette tra sè e si
perse nei pensieri. Pensava a una ragazza bruna, piccolina ma più
testarda di un branco di bufali messi insieme. Sorrise. Rachel lo
avrebbe ammazzato se avesse saputo come l'aveva definita.
Era possibile essere più felici? Boh... Ma era così che si sentiva e
sperava che sarebbe durata. Amava veramente Rachel e l'idea di perderla
lo terrorizzava.
Scosse la testa. Tra loro non sarebbe finita così facilmente, si disse.
Finite le lezioni si avviò in cortile - aveva visto Rachel solo
nell'aula del Glee - e vide qualcuno che avrebbe sperato non vedere più.
Jessy St. James aspettava pazientemente fuori dall'ingresso del liceo e, quando vide Puckerman avvicinarsi, ghignò.
<< Ma chi si vede! E' un piacere rivederti, Puck. >>
<< Non posso dire lo stesso, St. James. Cosa ci fai qi? >>
gli occhi dei due mandavano lampi e chiunque, vedendoli, poteva
scommettere che da un momento all'altro si potesse venire alle mani.
Intanto anche Finn e Sam erano usciti e subito si erano avvicinati
all'amico lanciando alla star dei Vocal Adrenaline uno sguardo di fuoco.
<< Che vuoi? >> ringhiò Finn. Non avrebbe mai scordato
l'umiliazione che aveva inflitto alla sua ex. Quasi quasi lo avrebbe
picchiato... Giusto per sfogarsi un po'.
Il ghigno sulla faccia del moro si espanse. << Sono qui per
parlare con Rachel, amici miei. Voglio che torni a essere la mia
ragazza. >>
Quella dichiarazione aveva lasciato tutti di sasso e Noah, ripresosi
dallo shock, si lanciò verso di lui con un urlo prendendolo per il
bevero della camicia immacolata.
<< Lurido bastardo! Prima la tratti di merda e poi vieni qui?
Sparisci o ti ammazzo! E, per la cronaca, ora Rachel sta con ME. Gira
al largo. >> l'ultima frase fu pronunciata con una tale rabbia
che St. James tremò, ma non si ritrasse. << Staremo a vedere,
Puckerman. Non cantare vittoria troppo presto. >>
<< Jessie? >> Rachel era rimasta impietrita dietro il
gruppo e subito Noah mollò il suo nemico per portarsi al fianco della
ragazza. << Stalle lontano, Jessie St. James o non sarò così
tollerante come oggi. >> la minaccia fece ridere l'altro e Rachel
li guardò confusa. << Di che state parlando? >>
<< Posso parlarti, Rach? >> il diminutivo fece infuriare
Noah che digrignò i denti, ma rimase in silenzio. Rachel fissò il suo
ex con freddezza e, prendendo il suo ragazzo per mano, lo liquidò.
<< Mi dispiace, Jessie, ma io non ho niente da dirti. >>
La soddisfazione esplose nel petto di Puckerman che non potè
trattenersi dall'abbracciare la Berry e lei gli sorrise. << Stai
tranquillo. >> gli sussurrò all'orecchio e lui annuì.
Jessie guardò il Glee Club che si allontanava soddisfatto e lo guardava
alla " ti ha liquidato, sfigato" e quasi ringhiò. Non sarebbe finita
qui.
Fosse l'ultima cosa che faceva!
CONTINUA..
.Ok, cosa dovrei dire?
SCUSATEMIIIII!!! Mi inginocchio d'innanzi a voi implorando il vostro perdono! ç_ç
Però a mia discolpa posso dire di avere avuto dei validissimi motivi
che non sto a esporvi, ma sappiate che fino adesso sono stata
senza pc e non ho avuto la possibilità materiale di aggiornare.
Ma ora sono tornata, potete stare tranquilli!! =D Forse... Be', comunque, spero che commentiate!
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