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Autore: Mary90_p    30/07/2014    1 recensioni
Rachel è stata tradita per l'ennesima volta da Finn e stavolta ne esce devastata. Noah le sta accanto con la voglia di mandare il suo amico in un ospedale. Riucirà Noah a far capire a Rachel che ci sono ragazzi che darebbero un arto per lei?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 11I respiri ansimanti dei due amanti riempivano la stanza insieme all'odore di sesso e sudore.
Piegata in avanti con le mani ad afferrare lo schienale del letto Rachel accompagnava con il bacino le spinte del suo ragazzo stringendo il suo membro in una stretta che lo stava mandando gradualmente al punto di non ritorno.
Noah le stringeva i fianchi con forza, come a voler fondere la propria pelle con quella di Rachel e si beò del rumore provocato dai loro corpi che sbattevano l'uno contro quello dell'altra.
Sotto quei colpi possenti la mora non riusciva a trattenere forti gemiti e, stringendo le lenzuola fin quasi a strapparle, urlò il nome del ragazzo in preda all'orgasmo seguita poco dopo da Noah che, pronunciando il suo nome con voce spezzata, veniva nel preservativo e i due, esausti, si lasciarono cadere a peso morto sul letto. Noah non aveva la forza di uscire da quell'apertura calda e umida che ancora lo avvolgeva. O forse non voleva... In entrambi i casi stava bene lì e, se lei ancora non aveva sollevato obiezioni, voleva dire che andava bene così.
Appagata e rilassata, Rachel poggiò la testa sul petto di Noah accarezzandogli con l'indice destro gli addominali scolpiti.
<< Mi stai facendo diventare una macchina del sesso! Io che nemmeno volevo concedermi prima del matrimonio! >> lo rimproverò scherzosamente e lui sogghignò in risposta. << Bimba, ormai dovresti saperlo che davanti al mio fascino nessuna delle tue convinzioni può resistere. >> si vantò gonfiando il petto e Rachel inarcò un sopracciglio sembrando la fotocopia al femminile di Puck. << Ma davvero...? >> il tono con cui lo disse fece suonare un campanello d'allarme nel cervello del ragazzo che la guardò dubbioso.
Quel sorriso malandrino non portava niente di buono...
<< E se facessimo una scommessa? >> propose tirandosi a sedere e Noah incrociò le braccia dietro la testa beandosi della visione di quel corpo minuto ma perfetto in ogni minimo particolare: con i capelli che andavano a sfiorare le punte rosate dei capezzole, Rachel sembrava una di quelle donne eteree che i pittori tanto agognavano di ritrarre. Ed era tutta sua.
Fece scorrere un dito dal polso all'avambraccio, la spalla, la gola e poi scese giù a disegnare cerchi sul seno strappandole un mugolio di apprezzamento.
<< Puckerman, sii serio per una volta... >> lo rimproverò debolmente e lui sorrise. << Ma io sono dannatamente serio, bimba. >> le rispose con voce roca sentendo il suo amichetto risvegliarsi e lei roteò gli occhi. << Sei insaziabile! >> lo sgridò e lui la guardò beffardo. << Parla quella che stanotte mi implorava di prenderla in tutti i modi possibili! >> la canzonò e lei diventò rossa e gli lanciò un cuscino in faccia facendolo scoppiare a ridere.
<< MAIALE! >> urlò la ragazza che si alzò e, in tutta la sua bella nudità, corse verso il bagno. Vedendolo mettersi a sedere e intuendo le sue intenzioni, lo bloccò lì. << Azzardati ad entrare qui dentro mentre ci sono io e ti giuro che dovrai salutare il tuo amichetto! >> lo minacciò e, ignorando la risata divertita di quell'energumeno, si intrufolò nel bagno per farsi una doccia veloce e prepararsi, visto che dovevano andare a scuola.
Nella stanza intanto Noah aveva un sorriso pari quasi alla lunghezza della bocca di Sam. Era... contento... Da parecchio tempo a quella parte era facile vederlo ridere di gusto. Lo sguardò gli si posò sulla sveglia e quasi gli venne un colpo. << CAZZO! Rachel, potevi dirlo che era così tardi! >> la risata cristallina che ebbe in risposta gli fece capire che quella dannata l'aveva fatto apposta.
Corse da una parte all'altra a cercare i vestiti e se li infilò in fretta e furia correndo verso il bagno. Fra poco sarebbero saliti i suoi papà e non era il caso di farsi vedere in camera della loro pupilla! << Rach, io vado, ma me la pagherai, stanne certa! >> se ne andò con un diavolo per capello cercando di fare meno rumore possibile e, come se avesse i poteri di Flash nelle vene, arrivò alla macchina e se ne andò giusto un attimo prima che i signori Berry aprissero gli occhi.
Rachel rise mentre si lasciava cullare dal getto di acqua calda e si insaponava i capelli. La vita poteva essere più meravigliosa? Non lo credeva possibile, ma era decisa a vivere appieno quella relazione.

Nascosta dietro una parete un'ombra aveva assistito all'uscita di Puckerman e, controllando che in giro non ci fosse nessuno, era riuscito ad arrampicarsi fino ad arrivare davanti ad una finestra che dava la vista proprio sul bagno in cui si trovava la ragazza.
Deglutendo, l'ombra guardò con bramosia la cabina doccia dietro cui si trovava la ragazza che desiderava, sperando che da un momento all'altro uscisse.
Quanto tempo era che la sognava? In realtà non era mai riuscito a togliersela dalla testa e dal cuore. Tutte le notti non faceva altro che svegliarsi in un bagno di sudore con il membro eretto perchè aveva fatto dei sogni su loro due. Doveva riprendersela. Lei gli apparteneva. Loro due erano uguali, erano destinati a stare insieme. La sua attenzione venne catturata da un piedino che usciva dalla cabina e, con la gola secca, guardava quella Dea tentatrice che, nuda, prendeva un asciugamano da avvolgere intorno al corpo. Deglutì nervosamente guardando quella pelle abbronzata famelico. Quasi non si accorse di avere la mano destra infilata nei boxer che cercava l'erezione e cominciò a stimolarla, cercando conforto per quel desiderio represso che non gli dava tregua.
La vista di quei seni piccoli ma pieni, del ventre piatto, delle gambe tornite e dei riccioli che coprivano la sua intimità lo fece eccitare all'inverosimile e il movimento della mano, da lento, diventò sempre più deciso finchè, con un gemito roco, venne lì, sul tetto di quella casa. Ansimando riuscì a darsi una pulita con il fazzoletto che aveva in tasca e gettò un'ultima occhiata alla ragazza e scese dal tetto.
Sì, lui e Rachel si appartenevano. E avrebbe fatto di tutto per averla di nuovo.

Kurt Hummel aveva praticamente preso di peso Mercedes e Rachel e le aveva trascinate in un angolo appartato del cortile della scuola sotto lo sguardo attonito di Noah Puckerman, Sam Evans e Blaine Anderson che non si fecero troppe domande: sapevano quanto quel terzetto ci tenesse ad aggiornarsi sulle ultime novità e così li lasciarono ai loro discorsi. Anche se Blaine era tentato di unirsi a loro decise di rimanere dov'era: probabilmente Kurt voleva raccontar loro di quella notte. Sorrise sornione al ricordo di come avevano passato quelle ore e, quasi gongolando, seguì i due amici nell'edificio.
Le facce di Rachel Berry e Mercedes Jones erano da immortalare: una aveva praticamente gli occhi fuori dalle orbite stile The Mask, l'altra aveva la mandibola praticamente a terra che permetteva alle mosche di entrarvi e Kurt era quasi tentato di scoppiare a ridere in faccia alle amiche.
Si trattenne solo perchè altrimenti lo avrebbero ucciso.
<< Voi... Avete... >> Rachel continuava a balbettare quelle due parole cercando di trovarvi un senso, cercando di capacitarsi di quello che aveva detto l'amico, e, una volta connesso, urlò felice e saltò al suo collo baciandolo su una guancia. << Finalmente! Sono così felice per te! >>
Mercedes aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro e lo abbracciò anche lei. << Sono contenta che siate tornati insieme! E dimmi... Com'è stato? >> chiese a bassa voce con malizia e Rachel alzò gli occhi al cielo. << Depravata. >> la punzecchiò e la nera rise dandole una gomitata scherzosa. << Senti chi parla! Da quel che ho sentito anche tu tra le lenzuola fai faville, tesoro! >> Rachel boccheggiò un paio di volte imbarazzata e ringhiò. << E sentiamo, chi l'ha detto? >> << Oh, be'... >> l'amica fece un po' la vaga e fece finta di esaminarsi le unghie delle mani perfettamente curate. << Puck ha fatto qualche confidenza a Sam e lui l'ha fatta a me. >> rivelò e la mora promise a se stessa che avrebbe fatto fuori quei due imbecilli con le sue mani.
<< Spiacente di interrompere questo interessante dialogo sulle prestazioni sessuali di ognuno, ma potremmo tornare al sottoscritto? >> le rimproverò Kurt stizzito e le due si scusarono. << Comunque, bello, non eludere la domanda! Com'è stato? >> ribadì Mercedes e Kurt rise arrossendo. << E' stato fantastico! Dopo la prima volta... Quella ha fatto un male cane! >> gemette ricordando il dolore di quando Blaine l'aveva penetrato. In effetti il fondoschiena gli faceva ancora male... Rachel annuì comprensiva. << Già, anche la prima volta che Noah mi ha presa da lì ha fatto un male... >> si interruppe di botto accorgendosi di quello che aveva confessato e, vedendo i sorrisi e gli sguardi maliziosi dei due amici, arrossì fino alla punta dei capelli. << C- comunque stavamo parlando di te! >> disse cercando di riportare il discorso sull'amico, ma questi alzò un sopracciglio. << Sì sì, cambia discorso... Ma dopo racconterai tutto, quindi non provare a scappare! >> l'avvisò e Rachel sbuffò maledicendo se stessa e la sua linguaccia.

Quella seria Blaine aveva invitato Kurt al Bel Grissino e lo scricciolo del Glee era proprio curioso: Blaine aveva detto di avere una sorpresa per lui ed essendo un tipo poco paziente di natura, fremeva dalla voglia di sapere che cosa fosse.
Per l'occasione Kurt aveva messo i vestiti più eleganti che aveva insieme alla nuova giacca di un famoso stilista francese che gli era costata un occhio della testa!
Avevano concordato di ritrovarsi davanti al Bel Grissino e, quando il ragazzo era uscito dalla porta di casa, preso la macchina e diretto verso il famoso locale di Lima, aveva davvero il cuore che gli batteva a mille. Non che quello fosse il primo appuntamento per lui, ma era la prima volta che uscivano da quando si erano rimessi insieme ed era nervoso: ci sarebbe stata tensione fra loro? Oppure sarebbero riusciti a conversare allegramente senza fare gaffe? Ma era di se stesso che si preoccupava. Si conosceva bene e sperava di non dire qualcosa riguardo al periodo che avevano passato stando lontani... Non voleva offenderlo, quindi doveva cercare di cucirsi la bocca il più possibile!
Parcheggiò davanti al piccolo ristorante, scese e chiuse a chiave la macchina - una vecchia decapottabile completamente ristrutturata da suo padre e Finn - ed entrò venendo accolto da una cameriera che gli sorrise, gli diede il benvenuto e lo fece accomodare ad un tavolo vuoto per due persone.
Si guardò in giro apprezzando il buon gusto, seppur semplice, dell'arredamento, ma le rose sparse qua e là ai tavoli e raggruppati in mazzi fatti a regola d'arte lo lasciarono perplesso, perciò fermò una cameriera per chiedere informazioni. << Come mai quelle rose? >> chiese indicandole. << Non c'erano fino a ieri. >> La ragazza, una bella ventenne dai capelli rossi e gli occhi verdi, gli ammiccò con fare confidenziale. << Non conosco i dettagli, ma so che una persona ha organizzato tutto per fare una sorpresa al proprio partner. E' così romantico! >> sospirò invidiosa e se ne andò a svolgere il proprio lavoro - se il capo l'avesse vista le avrebbe sicuramente fatto una bella strigliata - lasciando il ragazzo dagli occhi cerulei a rimuginare tra sè e sè.
Sorrise impressionato. Uno che faceva cose simili doveva veramente tanto alla propria ragazza! Quasi invidiò la fanciulla in questione e prese ad osservare una ad una le coppie presenti nel ristoranti. Forse il bel morettino che faceva gli occhi dolci alla sua partner bionda? No... Aveva una faccia da pesce lesso, troppo stupido per pensare a un gesto così importante. Un ragazzo biondo al tavolo opposto al suo che baciava la sua ragazza aveva l'aria troppo seria: spalle rigide, schiena dritta, faccia imbronciata... No, non ne aveva il romanticismo. Le altre coppie parevano troppo prese tra loro per badare all'ambiente... Bah...
All'improvviso si spensero le luci e, il piccolo palco che allestivano di solito per le esibizioni del karaoke - che facevano sempre loro del Glee - si illuminò mostrando l'ultima persona al mondo che Kurt si aspettava di vedere lì sopra.
Che ci faceva lì Blaine?
<< Signore e signori, buonasera! Sono Blaine Anderson, mi esibisco spesso qui, ma questa è una serata speciale. >> Gli occhi chiari di Blaine vagavano per la sala fino a quando incrociarono quelli azzurri di Kurt e sorrise. << Tra di voi c'è la persona più importante della mia vita. La persona che amo. >> cominciò a dire e, sentendo a malapena i sospiri estasiati delle donne, Kurt si sentì arrossire mentre si tormentava le mani lusingato.
<< Sapete, io e questa persona siamo state lontane per un po' a causa di un litigio, ma pochi giorni fa ci siamo rimessi insieme ed è stato come se fossi tornato a casa. Ho invitato qui questa persona, stasera, per farle capire quanto tengo a lei e voglio farlo nel modo più sincero che conosco. >>
Era sicuro che tra un po' si sarebbe messo a piangere... Meritava veramente uno come lui? Lui che si fingeva forte ma che in realtà era sempre insicuro su tutto quello che faceva o diceva? Lui, Kurt Hummel, meritava veramente uno come Blaine al proprio fianco? E, mentre lo guardava mettersi d'accordo con la band che era salita sul palco, si rispose che sì. Se lo meritava.
Blaine tornò a impossessarsi del microfono.
<< Voglio dedicare questo pezzo al mio amato. >> Nella sala calò per un attimo un attonito silenzio mentre le persone si rendevano conto di ciò che aveva appena detto. AL suO amatO? QUello schianto era gay? Molte single in sala sbuffarono con disappunto mentre Kurt sembrava aver ricevuto una noce di cocco in testa. Era praticamente cascato in catalessi. Stava sognando? Il ragazzo che amava aveva veramente dichiarato a tutta Lima di essere omosessuale?
Blaine era sceso dal palco, si era avvicinato al suo tavolo e gli aveva sorriso in un modo che solo lui poteva fare e Kurt si sentì sciogliere. << Ti amo, Kurt. >> gli disse Blaine prima di baciarlo dolcemente. Bacio che durò troppo poco per i gusti del ragazzo ma che bastò a farli sentire le gambe molli. Per fortuna era già seduto altrimenti sarebbe caduto per terra!
Blaine tornò sul palco. << Questa canzone è dedicata a te. >> gli disse nel microfono e la bandò partì a suonare.
Kurt chiuse gli occhi sin dalle prime note riconoscendo Heaven di Bryan Adams. Una pura poesia d'amore.

Oh, thinkin' about all your youngers years
There was only you and me
We were young  and wild and free
Now nothin' can take you away from me
We've been down that road before
But that's over now
You keep me comin' back for more

Era risaputo che il ragazzo conosciuto al McKinley come " Il nanetto dai pessimi gusti" avesse una voce splendida, ma in quell'esibizione stava mettendo anche il cuore.
Kurt capì che quella canzone era come una promessa per il futuro. Blaine non aveva scelto a caso quella canzone: era vero che parlava al passato, ma era come se gli stesse dicendo che, in un prossimo futuro, anche loro avrebbero parlato di quel giorno come la loro canzone.
Kurt deglutì un paio di volte per evitare che le lacrime scendessero copiose sul viso. Quando la canzone finì Blaine gli si inginocchiò davanti e gli prese le mani tra le sue.
<< Ti amo. >> ripetè e stavolta lo scricciolo del Glee non riuscì a trattenersi: scoppiò a piangere e, ridendo e singhiozzando, gli saltò al collo quasi stritolandolo. << Anche io! >>
Inutile dire che la cena era stata squisita, i cuochi avevano dato il meglio quella sera e il ritorno a casa era stato accompagnato da baci e carezze.
Kurt aveva suggerito di andare a bere un caffè a casa di Blaine perchè a casa sua Burt e Finn guardavano la partita e facevano tanto di quel chiasso che non avrebbero potuto avere un attimo di pace e l'ex Usignolo si era dichiarato d'accordo. Voleva concludere la serata nel modo migliore possibile.
Arrivati sotto casa del ragazzo Kurt si accorse di essere nervoso. Il che era strano, era andato in quell'appartamento - Blaine viveva da solo da tempo, dato che il padre non accettava la sua diversità - e non si era mai sentito così, ma riconosceva tutti i sintomi.
Buco nello stomaco, tremore delle membra, strani dolori all'inguine... Erano tutte sensazioni che Rachel e Mercedes gli avevano spiegato. Lui provava desiderio. Provava un desiderio quasi doloro di possedere e di essere posseduto da quel ragazzo tanto piccolo quanto forte. Ma era nervoso. Ok, forse "nervoso" era un aggettivo un tantino riduttivo, ma poteva calzare. Era anche spaventato. A morte. Il sesso l'aveva sempre terrorizzato. L'idea che il pene di qualcuno potesse entrare dentro di lui gli aveva sempre fatto paura.
Nell'ascensore cominciò a fissare il suo ragazzo di sott'ecchi. Lo desiderava da morire, poco ma sicuro. Ma era pronto veramente? Blaine intanto continuava a rimuginare trea sè sullo strano comportamento di Kurt. Quando avevano lasciato il locale era rilassato, invece da dieci minuti a quella parte si comportava come un agnello a Pasqua! Con la coda dell'occhio lo sorprese che lo fissava come se si aspettasse qualcosa... Aggrottò la fronte perplesso e, mentre uscivano dall'ascensore, notò che Kurt si irrigideva sempre più man mano che si avvicinavano alla sua porta. Che avesse paura di lui? Insomma, lui desiderava fare l'amore con Kurt, ma non fino al punto da non controllarsi e saltargli addosso... Entrati nell'appartamento Blaine prese la giaccia sua e del suo ragazzo e le posò sull'appendiabiti all'ingresso insieme alle sciarpe e si voltò verso di lui guardandolo in quegli occhi azzurro mare. << Kurt, che c'è? >> gli chiese subito senza girarci attorno. Kurt ammutolì. Non si aspettava un approcio così diretto e non sapeva bene cosa dire.
Storse la bocca in una smorfia nervosa e, tamburellando le dita su una coscia, cominciò a girare per la casa come se cercasse qualcosa. Blaine capì subito che si stava prendendo il tempo che gli serviva e lo lasciò fare. << Vuoi un caffè? >> gli chiese con dolcezza e l'altro scosse la testa. << Preferisco un the'... >> disse nervosamente e Blaine annuì sparendo in cucina. Kurt si accorse solo in quel momento di aver trattenuto il respiro. Era veramente patetico! Sicuramente Blaine lo stava prendendo per scemo! Sospirò sconfortato e si avvicinò alla frande vetrata del salone che aveva una splendida vista su Lima. Il condominio in cui abitava Blaine era abbastanza lussuoso per essere stato costruito a Lima ed era anche ben arredato. L'ingresso era bianco, le pareti del salone invece erano color avorio, mentre la cucina rosso scuro. In origine era gialla, ma a Blaine non era mai piaciuto più di tanto quel colore. " E' un pugno in un occhio e poi stona con il colore dei mobili color ciliegio. " Ed in effetti era vero, e il bordeux che aveva scelto si sposava perfettamente con essi. Il bagno era color azzurro chiaro con motivi floreali sulle piastrelle e la camera da letto... In realtà non ci era mai entrato, ne aveva sempre avuto paura... Lanciò uno sguardo di sbieco alla cucina e vide il ragazzo intento a riempire d'acqua il bollitore e, senza essere visto, sgattaiolò nel corridoio che dava alla "zona notte" come la chiamava lui.
Kurt respirò profondamente una volta arrivato davanti alla porta di quello che lui considerava come il Sancta Sanctorum di Blaine e, piano, aprì la porta rimanendo sbalordito dall'ordine che regnava nella stanza. le pareti erano di un caldo color nocciola; una grande portafinestra dava su un balcone esterno, l'armadio e i comodini, di un legno color chiaro facevano bella mostra, ma il suo sguardo venne calamiato dal letto a baldacchino. Lui adorava i letti a baldacchino... Così antichi ma allo stesso sempre alla moda! Immaginò lui e Blaine stesi lì sopra, in un ammasso scomposto di corpi e coperte... Oddio! Arrossì come uno scolaretto mettendosi una mano davanti agli occhi e vergognandosi di sè. Cosa diavolo andava a pensare?
<< Ehi! >> Quella semplice parola gli fece fare un salto degno di un campione olimpico di salto in alto e urlò dallo spavento portandosi una mano al cuore e guardando con rimprovero l'altro. << Mi hai fatto prendere un colpo! >> urlò ancora con il cuore che batteva forte e Blaine rise scuotendo la testa. << Sei proprio un fifone! >> lo prese in giro e l'altro sbuffò facendo volare un ciuffo di capelli che gli era sceso sugli occhi.
Come in trance Blaine spostò con delicatezza quel ciuffo riportandolo all'ordine e gli sguardi dei due si fusero insieme. << E' pronto il the'. >> la voce di Blaine si era improvvisamente arrocchita e il ragazzo deglutì cercando di pensare con la testa e non con quello che batteva nei pantaloni. Kurt invece, contro ogni aspettativa, lo baciò di slancio togliendogli il maglione.
Stupito ma compiaciuto, Blaine ricambiò quei baci e a sua volta prese i bordi del golfino di lana di Kurt e, staccandosi da loro quel tanto che bastava per togliere quei due indumenti, se ne disfarono tornando poi a baciarsi con più passione. Voleva andare oltre. Sentiva i pantaloni troppo stretti, ma doveva essere sicuro... A malincuore si tolse di dosso le mani di Kurt e si fermò guardandolo negli occhi. << Kurt... Sai dove ci porterà questo, vero? >> gli chiese a bassa voce e l'altro, seppur debolmente, annuì. << E ti va bene? Insomma, io muouio dalla voglia di fare l'amore con te, ma... Tu sei pronto? >> Deglutendo e non riuscendo a guardarlo, Kurt si allontanò un poco da lui. Cosa poteva rispondere? << Non lo so... >> confessò dopo attimi infiniti di silenzio. << Io voglio farlo, ma allo stesso tempo... >> cominciò a dire, ma si fermò arrossendo e Blaine riprese per lui. << Hai paura. >> L'altro annuì e Blaine lo abbracciò. << Anche io ho paura. >> gli confessò e lo scricciolo del Glee lo guardò sbalordito. << Tu? >> L'altro annuì ridendo. << L'ho fatto solo una volta e... Non è stato per mia scelta... >> confidò lasciandolo allibito. << Vuoi dire... Sei stato... >> balbettò Kurt e Blaine annuì gravemente.
Si sedette sul letto e appoggiò i gomiti sulle ginocchia. << Non me la sento di parlarne apertamente ora, ma... Diciamo che mio padre ha ingaggiato un tizio per cercare di persuadermi... Quel tale mi ha pestato a sangue e ha... Be', hai capito... >> finì debolmente non riuscendo a impedire alla sua voce di incrinarsi a quel ricordo che gli lacerava l'anima.
Lui odiava suo padre. Lo odiava per quello che gli aveva fatto. Un padre dovrebbe proteggere i propri figli, anche questi non sono ciò che lui avrebbe voluto... Kurt non sapeva cosa dire. Tutte le frasi che gli venivano in mente gli sembravano completamente stupide e sbagliate...
Ma vedere il ragazzo che amava ridotto così gli era insopportabile. Vedere quel ragazzo che per lui era stato un'ancora di salvezza tremare per evitare di piangere gli stringeva il cuore in una morsa più dolorosa di una coltellata.
Lo abbracciò d'istinto. << Posso stare qui stanotte? >> il roco sussurro fece tremare Blaine, ma non per lo shock di aver rivissuto un doloroso momento della sua vita: il tremore che provava era desiderio. Quell istinto quasi animalesco che gli diceva di prendere ciò che voleva ed era molto tentato, ma non era un animale. Doveva procedere con calma.
<< Se non te la senti... >> cominciò sentendosi arrossire. << Possiamo solo dormire. >> Il bacio che ricevette in risposta fu più eloquente di mille parole.


<< Sul serio, ragazze, non sono mai stato cos felice! >> le due amiche sorrisero commosse e lo abbracciarono. << Siamo cos felici per te, Kurt! >> Mercedes aveva gli occhi lucidi e lo osservò severa. << Se mi rovino il trucco sarà solo colpa tua! >>

Le lezioni furono, se possibile, più noiose del solito e per poco Noah non si addormentò sul banco. Solo un pezzo di carta appallottolato
- sicuramente lanciato da Finn - gli impedì una bella punizione.
<< Ma quando finisce questa tortura? >> gemette tra sè e si perse nei pensieri. Pensava a una ragazza bruna, piccolina ma più testarda di un branco di bufali messi insieme. Sorrise. Rachel lo avrebbe ammazzato se avesse saputo come l'aveva definita.
Era possibile essere più felici? Boh... Ma era così che si sentiva e sperava che sarebbe durata. Amava veramente Rachel e l'idea di perderla lo terrorizzava.
Scosse la testa. Tra loro non sarebbe finita così facilmente, si disse.
Finite le lezioni si avviò in cortile - aveva visto Rachel solo nell'aula del Glee - e vide qualcuno che avrebbe sperato non vedere più.

Jessy St. James aspettava pazientemente fuori dall'ingresso del liceo e, quando vide Puckerman avvicinarsi, ghignò.
<< Ma chi si vede! E' un piacere rivederti, Puck. >> << Non posso dire lo stesso, St. James. Cosa ci fai qi? >> gli occhi dei due mandavano lampi e chiunque, vedendoli, poteva scommettere che da un momento all'altro si potesse venire alle mani.
Intanto anche Finn e Sam erano usciti e subito si erano avvicinati all'amico lanciando alla star dei Vocal Adrenaline uno sguardo di fuoco.
<< Che vuoi? >> ringhiò Finn. Non avrebbe mai scordato l'umiliazione che aveva inflitto alla sua ex. Quasi quasi lo avrebbe picchiato... Giusto per sfogarsi un po'.
Il ghigno sulla faccia del moro si espanse. << Sono qui per parlare con Rachel, amici miei. Voglio che torni a essere la mia ragazza. >>
Quella dichiarazione aveva lasciato tutti di sasso e Noah, ripresosi dallo shock, si lanciò verso di lui con un urlo prendendolo per il bevero della camicia immacolata.
<< Lurido bastardo! Prima la tratti di merda e poi vieni qui? Sparisci o ti ammazzo! E, per la cronaca, ora Rachel sta con ME. Gira al largo. >> l'ultima frase fu pronunciata con una tale rabbia che St. James tremò, ma non si ritrasse. << Staremo a vedere, Puckerman. Non cantare vittoria troppo presto. >>
<< Jessie? >> Rachel era rimasta impietrita dietro il gruppo e subito Noah mollò il suo nemico per portarsi al fianco della ragazza. << Stalle lontano, Jessie St. James o non sarò così tollerante come oggi. >> la minaccia fece ridere l'altro e Rachel li guardò confusa. << Di che state parlando? >>
<< Posso parlarti, Rach? >> il diminutivo fece infuriare Noah che digrignò i denti, ma rimase in silenzio. Rachel fissò il suo ex con freddezza e, prendendo il suo ragazzo per mano, lo liquidò. << Mi dispiace, Jessie, ma io non ho niente da dirti. >>
La soddisfazione esplose nel petto di Puckerman che non potè trattenersi dall'abbracciare la Berry e lei gli sorrise. << Stai tranquillo. >> gli sussurrò all'orecchio e lui annuì.

Jessie guardò il Glee Club che si allontanava soddisfatto e lo guardava alla " ti ha liquidato, sfigato" e quasi ringhiò. Non sarebbe finita qui.
Fosse l'ultima cosa che faceva!

CONTINUA..

.Ok, cosa dovrei dire?
SCUSATEMIIIII!!! Mi inginocchio d'innanzi a voi implorando il vostro perdono! ç_ç
Però a mia discolpa posso dire di avere avuto dei validissimi motivi che non sto a esporvi, ma sappiate che fino adesso sono  stata senza pc e non ho avuto la possibilità materiale di aggiornare.
Ma ora sono tornata, potete stare tranquilli!! =D Forse... Be', comunque, spero che commentiate!






   
 
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