- Prologo -
“
Tanto tempo fa, in
un regno non molto lontano, si estendevano le terre di Tromperie. Era
un posto
bellissimo, tutto era perfetto e la pace regnava all’interno
delle mura del
villaggio grazie ai coraggiosi Arditi, un gruppo di persone che
mantenevano la sicurezza
e la tranquillità nel paese. Erano forti, audaci e niente li
spaventava. Tutti
lì erano sempre amichevoli e allegri, i bambini correvano
per le piazze
giocando tra di loro, i panettieri rendevano l’aria
inebriante del dolce
profumo di pane appena sfornato che usciva dalle loro botteghe, i
vecchietti
camminavano mano nella mano ricordandosi con il sorriso sul volto i
vecchi
tempi, le fanciulle canticchiavano per le strade facendo ticchettare le
scarpe
sulle strade. Un regno perfetto nelle sue imperfezioni. Tutti avevano
un posto
da occupare nel regno di Tromperie, tutto era normale, tutti erano
normali… o
quasi tutti.”
“Dai
mamma continua!” Il
piccolo si dimenò da sotto le sue coperte di flanella calda,
scattando seduto
sul cuscino che ospitava qualche capello caduto a causa dei continui
movimenti
delle piccole manine,su di essi, che possedeva il bambino, che in quel
momento
aveva un viso a dir poco buffo. Capelli scombinati, le labbra piene e
aperte
lasciando trasparire un’espressione di disapprovazione e
stupore allo stesso
momento e le mani strette al bordo della coperte, tremanti un
po’ per il
freddo, un po’ per l’eccitazione che gli donava il
libro che stava leggendo ad
alta voce la sua mamma,
seduta
sulla poltroncina
proprio vicino al letto del suo bambino.
“È
tardi amore, e domani devi
andare a scuola” la poltrona gracchiò liberatasi
del peso della donna alta e
slanciata, dai capelli corvini e gli occhi smeraldo, proprio come il
figlio.
Allungò il braccio verso il comodino in legno colorato
d’azzurro, come il resto
della grande cameretta che avevano progettato sei anni prima, appena
saputo che
il neonato che portava in grembo sarebbe stato un lui, e prese un segna
libro
lungo quanto un righello di 20 cm con le macchinine di Cars stampate
sopra, e
lo infilò all’interno del libro per non perdere il
segno.
“Ma
mamma, ti prego, ancora
dieci minuti” la mamma rise alla vista di suo figlio con
l’espressione da
cucciolo in viso, che faceva ogni volta che voleva ottenere qualcosa ma
di cui
lei era contraria. Ci cascava ogni volta, non riuscendo a resistere
alle sue
guanciotte
piene e al
labbruccio tirato in su. Questa volta non avrebbe ceduto, nonostante
avesse
voglia di continuare a vedere gli occhi verdi di Leòn
brillare ad ogni parola
del libro. Si portò le braccia al petto incrociandole per
fargli capire di non
dover discutere. “Continueremo domani a leggere”
sospirò sciogliendo le braccia
e facendole cadere lungo i fianchi. “Te lo
prometto” un piccolo sorriso che
contagiò anche il bimbo.
“E
va bene
mamma” strusciò nuovamente sotto le
coperte coprendosi fin su il naso, e subito un’ondata di
calore pervase il suo
piccolo corpicino. Era inverno e fuori dalla finestra i fiocchetti di
neve
scendevano lentamente, anche loro stanchi per l’ora avanzata
e si poggiavano
pigramente sull’erba del loro giardino.
“Buonanotte
Leòn”
Si
abbassò all’altezza della
fronte coperta dai capelli castani del bimbo e gli stampò un
delicato bacio
sopra, per poi spegnere l’abatjour sul comodino e uscire
dalla stanza.
L’unica
luce che illuminava
la stanza dai muri azzurri era una piccola lucina notturna, a forma di
stella e
che era attaccata alla spina vicino alla porta.
Leòn
che aveva chiuso gli
occhi nel momento in cui la mamma stava uscendo dalla stanza, per poi
lasciarlo
solo, li aprì di scatto lasciando che i suoi smeraldi
illuminassero la stanza.
Scostò velocemente le coperte da dosso e corse fino al
mobile dove Beatrisa, la
sua mamma, aveva poggiato il libro che avrebbero dovuto continuare la
sera
dopo. Si alzò sulle punte tirando per
l’estremità il grande contenitore di
favole verso se. Dopo averlo afferrato saldamente iniziò a
scavare nell’ultimo
cassetto, tra tutti i suoi giochi e i numerosi pastelli sparsi per
tutta l’area
circostante.
Un sorriso si
allargò sulle guance del bimbo e le punte della bocca
sembravano quasi
volessero toccare gli occhi quando sentì sotto il suo tocco
il duro e freddo
manico della torcia regalatagli dal cugino più grande,
qualche mese prima.
Chiuse tutto non curandosi di quanto disordine, ancor più di
prima, avesse
lasciato all’interno della cassettiera. Alzandosi in piedi
corse di nuovo per
sentire meno freddo fino al letto, dove si lanciò con un
salto sotto le coperte
verdi. Gli occhi gli brillavano d’eccitazione per il suo
primo “atto di ribellione”
appena compiuto e, una volta tirato il tessuto fin sopra la testa e
accesa la
luce fioca e gialla poggiata sul materasso, aprì il libro
alla pagine segnata
dal segno spiritoso che aveva scelto lui e, con un po’ di
difficoltà, iniziò a
leggere le righe sottostanti a quelle precedentemente lette dalla mamma.
Non
tutti,
purtroppo, in quel regno erano normali cittadini e lavoratori. Ogni
cento
neonate una nasceva con uno strano potere e con una vita breve da
compiere.
Venivano chiamate Lungivedenti. Erano una stirpe di ragazze con il dono
di
riuscire a vedere il futuro, un potere grandioso
all’apparenza ma letale e
incontrollabile in realtà. Le ragazze non potevano
controllare le visioni che,
all’improvviso, venivano a trovarle e che accorciavano la
loro vita. La maggior
parte di loro non riuscivano ad oltrepassare il loro quindicesimo
compleanno,
portando tristezza nei cuori delle famiglie che avevano avuto la
sventura di
avere una figlia così. Questa però non
è la sorte di una di loro. Non di lei.
Lei era speciale e, non solo perché era una lungivedente. Il
suo nome era
Violetta.
Look at me
Okay
sono pazza hahaha ho
ancora da finire l’altra fan fiction che riesco a mandare
avanti a stento e ne
faccio un’altra ma avevo quest’idea da un
po’ di giorni e allora ho deciso di
buttarla giù. Il ragionamento è sempre lo stesso,
come nell’altra storia.
Se
non troverò interessamenti
e/o recensioni cancellerò questa storia perché mi
impegno nel fare le cose se
sono apprezzate, altrimenti non c’è
n’è ragione.
Per
chi non conoscesse
l’altra mia storia, se vi va di leggerla è questa à http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2726964&i=1
Bè
grazie per aver letto il
capitolo e grazie se mi lascerete qualche recensione hahaha.
Buon
primo Lunedì d’Agosto a tutti!
^-^
Cielo
<3
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