Never
enough
Sherlock
Holmes.
Da quando quel
nome era entrato nel loro appartamento non ne era più uscito.
All’inizio
era stato solo un passatempo, poi Jim si era reso conto di quanto le
loro menti si somigliassero, aveva finalmente trovato qualcuno di
geniale che riusciva a seguire i suoi ragionamenti contorti e li
fermava.
Sì,
Sherlock Holmes era davvero geniale e perfetto per ciò che
Jim aveva in mente.
Sebastian odiava
quel nome, lo odiava perché stava allontanando Jim, lo
allontanava sempre di più e non poteva fare niente per
evitarlo, poteva solo guardarlo, eseguire gli ordini in silenzio,
accontentarlo quando voleva.
Non era niente
più che un collaboratore, niente più che... un gioco.
Un passatempo
finchè Jim non avesse trovato qualcosa di più
interessante e stimolante, e a quanto pareva l’aveva trovato.
Sherlock Holmes.
Sebastian avrebbe
voluto ucciderlo la prima volta, in quella piscina, aveva il fucile
puntato al suo cuore, gli sarebbe bastata una leggera pressione sul
grilletto e addio.
Ma non lo fece.
Non lo fece per
Jim, Jim sembrava tenerci, a quel gioco, voleva giocare fino in fondo
per poi distruggerlo.
E intanto
distruggeva il suo cecchino.
D’altro
canto Sebastian non aveva mai pensato che avrebbe finito con
l’affezionarsi al suo capo, non avrebbe mai pensato che
sarebbe passato dal chiamarlo “Mr Moriarty” a
“Jim”... a “micio”.
Non aveva mai
pensato di potersi innamorare di lui.
E quello Sherlock
Holmes stava distruggendo ogni cosa, aveva distrutto
ogni cosa.
La prima volta
che Sebastian aveva ammesso di amarlo Jim l’aveva guardato
come se fosse un alieno e il biondo avrebbe tanto desiderato sparire.
Invece Jim lo
baciò, senza gentilezza, si avventò su di lui
mordendolo e tirandogli indietro la testa afferrandolo dai capelli.
Era un modo come
un altro per dire che ricambiava, o almeno così pensava lui,
Jim non l’aveva mai detto.
Probabilmente in
verità non lo amava, come avrebbe potuto?
Era
così banale, così ordinario, così
noioso.
No, Jim non
poteva amarlo.
“Dunque.”
Iniziò,
continuando a scrivere al computer, senza guardare Sebastian seduto
dall’altro lato del tavolo.
“Questo
mio cliente vuole che uccidiamo sua moglie perché lo
tradisce.”
Sebastian non
riusciva a leggere niente nella sua voce, nessun divertimento, nessun
disprezzo, era completamente piatta.
“È
noioso ma è pur sempre lavoro.”
Gli
allungò un foglio con qualche informazione in più
e non disse più nulla.
Sebastian prese
semplicemente il foglio e uscì salutandolo senza avere
risposta.
Non
c’era mai traccia di gentilezza quando Jim era in
modalità lavoro, forse non cera mai stata davvero gentilezza
e il cecchino stava solo cercando di illudersi.
Il lavoro era
comunque semplice, e veloce.
Era appostato
aspettando l’arrivo della donna che doveva uccidere quando il
telefono vibrò.
“Ho
trovato un nuovo gioco per Sherlock. JM”
“Bene.
SM”
“Non
ti interessa conoscerlo? ;( JM”
Sebastian
sospirò prima di controllare nuovamente sulla strada e poi
rispondere.
“Sto
lavorando puoi raccontarlo dopo? SM”
“Noioso.
JM”
Già,
Sebastian era sempre noioso.
Stava per
rispondere quando un rumore di passi attirò la sua
attenzione.
Le scale su cui
era appostato erano in un condominio abbandonato da anni, aveva
controllato personalmente che non vi fosse nessuno.
Si
girò pronto ad informare chiunque fosse di andarsene se non
voleva un buco in testa che un dolore lancinante gli invase il corpo.
Si
appoggiò al muro fissando l’uomo davanti a
sé che impugnava una pistola.
Non lo conosceva,
o se lo conosceva allora non ricordava quel volto.
L’uomo
se ne andò senza una parola e a Sebastian servirono diversi
minuti per capire cosa stesse accadendo attorno a lui,
abbassò lo sguardo sulla maglia su cui si allargava una
macchia di sangue calda e appiccicosa, recuperò il cellulare
e se lo posò sulle gambe senza la forza di tenerlo sollevato.
“Jim”
Non si
firmò, non scrisse altro che il suo nome.
“Quale
gioco avevi in mente?”
“Tanto
so che non ti interessa. JM”
La risposta
arrivò quasi subito, Sebastian scivolò appena
più in basso cercando una posizione più
confortevole.
“Mi
interessa invece”
“Bugiardo.
JM”
Lesse un paio di
volte quella risposta, non perché credesse di aver letto
male ma piuttosto perché la vista andava via via
offuscandosi, presto non sarebbe più riuscito a vedere nulla.
Presto anche il
dolore sarebbe svanito.
“Ti
amo”
Le lacrime
iniziarono a rigargli il viso senza una ragione, se ne avesse avuto la
forza probabilmente avrebbe finito col singhiozzare.
“Ti
amo davvero”
“Dal
primo momento”
“Mi
dispiace di essere noioso”
“Vorrei
non esserlo”
“Avrei
voluto imparare... Avrei voluto che mi insegnassi”
“Avrei
imparato”
Non aspettava
più una risposta, a malapena vedeva ciò che stava
scrivendo e non era nemmeno certo di aver scritto le parole giuste.
Ogni cosa
sembrava ormai così lontana.
“Avrei
voluto essere abbastanza”
Inviò
anche quel messaggio e chiuse la schermata fissando lo sfondo del
telefono.
Jim, prima
dell’arrivo di Sherlock Holmes, quando ancora andava tutto
bene.
Quando ancora era
abbastanza per lui.
Angolino
dell'autrice (in
lacrime): Perchè?!
Perchè diamine ho scritto una cosa simile?!
Ok,
ricomponiamoci... Probabilmente ci sarà una seconda parte
con la reazione di Jim, non lo so.
Pensavo di
scrivere i messaggi di sebastian in modo sbagliato, con errori e cose
simili, alla fine mi sono limitata a non metterci i punti alla fine e
la firma, non riesco a scrivere volontariamente un errore.
Spero vi sia
piaciuto e ancora di più spero vi abbia fatto piangere
(Fatemi compagnia nella mia disperazione, vi prego!)
Bye Bye~
Aki
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