Forgotten Shadow- 2. Voce di davolo
Forgotten Shadow
Perchè tutti, in
realtà, siamo ombre dimenticate.
V o c e
d
i
D
i a v o l o
Perfetto.
L'impianto voce era
partito. Di nuovo.
Borbottò
una bestemmia a mezza voce.
- Non mi sembri il
tipo da certe cose, bambolina.
- Alludi a mio
fratello? Beh, allora fai una cosa. Taci, Hidan.
- Come siamo
aggressive.
- Lasciami stare. Per
favore.
- Vado nel retro. Rilassati.
Temari si buttò sulla poltroncina del divanetto.
Sbuffò, poi si alzò in piedi e si diresse
all'armadietto degli alcolici.
Jack Daniel's.
Cos'era? Il liquore dei rockettari? Beh, poco importava.
L'importante era che fosse il più alcoolico possibile.
Almeno l'avrebbe fatta dimenticare.
Un pochettino.
"Vaffanculo, Temari!"
"Gaara! Non rivolgerti a me in quel modo!"
"Perchè devi sempre comportarti come mia madre? Non ce l'ho
mai nemmeno avuta!"
"Non c'entra! Gaara, non puoi fare quelle cose!"
"Non faccio niente."
"Non fai niente? Tu bigi! Bigi
per andare a suonare quella fottuta chitarra con quei coglioni dei tuoi
amici!"
"Piantala, Tem! Piantala!"
Rumore di una porta sbattuta.
Temari che, rimasta da sola, si siede sul divano.
Si tiene la testa tra le mani.
E lacrime calde - quanto amare - sciolgono il mascara, e scivolano tra
le dita,
e cadono giù, giù, giù tra i
singhiozzi.
La sua vita faceva schifo.
Gaara, diciotto anni, faceva la quinta liceo scientifico. Rischiava di
essere cannato, perchè da qualche tempo la sua passione per
la
musica era leggermente andata fuori mano.
Almeno, da quando suo padre era morto.
Gaara era più introverso di prima, e probabilmente in giro
faceva risse a manetta.
Kankuro si era ritirato in disparte, aveva smesso di andare al lavoro e
si era buttato nel collezionismo. Costruiva bambole di tutti i tipi. E
era anche diventato bravo. Ma sembrava un bambino.
Mamma non c'era mai stata - una volta si, ma la nascita di Gaara se
l'era portata via.
Altro motivo per cui il rosso era altamente introverso; il senso di
colpa se lo era praticamente mangiato.
Tra l'altro, probabilmente abusava degli psicofarmaci che prendeva fin
dall'anno prima.
- Vita di merda - singhiozzò all'ennesimo bicchiere.
Si appallottolò sul divanetto.
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Con un tremolio alla mano,
seduto sul marciapiede, inserì l'ago nel braccio.
Senza sentire la leggera puntura della siringa, fece scorrere l'eroina
nella vena.
Occhi chiusi, testa all'indietro, perso nel piacere.
Non avrebbe saputo dire quanto fosse rimasto li. Magari si era anche
addormentato.
In quel vicolo buio, dietro al cassonetto dell'immondizia.
Una vergogna... ma non lo sapeva nessuno.
Non lo doveva sapere nessuno.
Nessuno.
- Signore?
Sasuke socchiuse gli occhi. Chi... chi era quella vocina fastidiosa?
- Signore, mi scusi, posso passare?- un mormorio. Avrebbe fatto
tenerezza, ma a Sasuke diede solo fastidio.
- Che cazzo vuoi... lasciami in pace... - borbottò,
girandosi dall'altra parte.
- Devo... devo buttare queste cose, signore. Mi scusi, signore.
Scalpiccio di passi piccoli, di un bimbo. Rumore di qualcosa che viene
rovesciato dentro al cassonetto, e i suoni leggeri di qualcuno che
scende da una cosa metallica. Il leggero scricchiolio fastidioso di un
sacchetto di plastica. Altri passetti.
- Signore... ha bisogno di aiuto, signore?
Ancora quel bambino? Ma si può sapere che cosa voleva?
- No. vattene via. - ringhiò, sperando di scacciarlo.
- Mi scusi, signore. Mi scusi.
Passi in corsa, che provocarono il leggero increspamento sulle labbra
di Sasuke.
Dio, come
era conciato...
Ma perchè? Perchè Konohamaru era così
portato a cacciarsi nei guai?
Insomma, non tutti i bambini, quando vanno a buttare la spazzatura a
casa del proprio baby sitter, che li cura per guadagnarsi un po' di
soldini, porta in casa un drogato trovato seduto dietro un muretto.
Naruto intinse di nuovo il panno nell'acqua contenuta nel secchiello di
Nemo (unica cosa che somigliasse a un recipiente ma che non fosse una
pentola) e lo appoggiò alla fronte del ragazzo.
Gli ricordava un ragazzo delle medie, ma non sapeva... non sapeva, non
gli sembrava.
Non poteva.
- Come ti chiami? - chiese Naruto al tizio svenuto.
Nulla.
- Su, su, dimmi, parlami un po' di te. - ironizò Naruto.
Nulla, nulla di nuovo.
Allora prese la sua vecchia radio, e infilò nel mangianastri
-
davvero paleozoico, qell'affare - una cassettina dei Sex Pistols.
God save the queen
The
fascist regime
They
made you a moron
Potential
H-bomb
Le
note di "God Save The Queen" dei Sex Pistols risuonarono nel monolocale.
Konohamaru era gia stato riportato a casa da un po', e lui si
era preso cura di quello scoppiato.
Salve!!
Spero vi piaccia questo capitolozzo.
Si, si, Sas'ke kun si droga, e, si, Tem-chan ha problemi col suo
fratellino...
Ma si risolveranno xD
Sky_Shindou___.
Ma quanti complimenti!! Grazie! Deduci quello che vuoi da questo
capitolo... bachozzoli!!!
K i t s
u n e _
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