10 -
Vittima
Poi fui io crudele con
te.
Il mondo stava arrivando a una fine. In testa lui aveva sogni sempre
più strani e in cielo apparivano
figure demoniache che minacciavano di mandare a fuoco l'intera
città. La polizia era preoccupata, ma secondo
Mamoru non avrebbero
preso
sufficienti precauzioni contro quel fenomeno - alcuni pensavano ancora
che si trattasse di uno scherzo. Lo sembrava, ma lui aveva un brutto
presentimento.
Sfogliò il giornale.
Guerriere Sailor?
L'apparizione di ieri notte
sui cieli di Tokyo ha chiamato in causa il
gruppo di tre paladine della giustizia che agisce nel
quartiere di Juuban-ku. Ci troviamo di fronte a una lotta tra bande di
criminali
per il controllo del territorio? O stiamo assistendo a
eventi sovrannaturali?
Tutti i dettagli a pagina...
Mamoru cercò di sforzare le
meningi. Marinaio Luna -
aveva sentito quel nome in uno dei suoi sogni. Si trattava di Sailor
Moon? Lui aveva qualcosa a che fare con quelle spaventose
assurdità?
Mise da parte il giornale, bevendo un altro sorso di
caffè.
Che cosa ridicola.
Lui era una persona normale che si stava
lasciando suggestionare.
Invece di interessarsi di simili storie doveva preparare l'esame di
Anatomia. Era da una vita che aspettava di farlo e adesso... cosa?
Trascurava gli studi per dei sogni? Si rifiutava di farsi
influenzare in quel modo.
Era ora di mischiarsi alla gente comune. Andando in biblioteca
non
sarebbe rimasto dentro le quattro mura di casa sua, solo coi propri
deliri.
Prese le chiavi e uscì dal suo appartamento.
«Mamoru-senpai!»
In biblioteca sollevò gli occhi,
riconoscendo la voce. «Asanuma-san.»
Il ragazzo che aveva conosciuto alle superiori si accese di
fierezza. «Ti ricordi di me!»
Certo, dal club di atletica. «Come mai da queste
parti?»
«Mi sto portando avanti. Voglio entrare alla
Todai
come te, perciò ci sto dando sotto con lo studio
già dal
secondo anno!»
Mamoru fu fiero di lui. «Così si fa.
Impegnati
e raggiungerai il tuo obiettivo.»
Come aveva sempre fatto, Asanuma non giudicò la
conversazione
terminata con i convenevoli. Guardandolo speranzoso, si
azzardò a
sedersi accanto a lui. «Mamoru-senpai...
L'università è
davvero la
cosa migliore che possa capitare a uno studente?»
«Per lo studio, dici? Sì. Ti puoi
concentrare sulle
materie che ami e gestisci da solo i tuoi tempi. Addio a lunghi mesi di
preparazione per un unico esame di ammissione che ti
cambierà la vita.» Volle essere sincero.
«In
compenso ci sono molti singoli esami complicati da affrontare. Ma
ognuno
ti dà una nuova possibilità.»
«È il mio sogno!» Asanuma
strinse il pugno. «Voglio laurearmi in Psicologia!»
«Davvero?»
«Mi piace ascoltare la gente!»
Be', in effetti Asanuma pendeva dalle labbra altrui, quindi...
Lo stava giudicando troppo duramente. Tendeva
a farlo
con gli altri, per sentire di elevarsi sopra i loro errori ed essere
quindi migliore di loro. Non aveva studiato psicologia, ma sapeva che
il suo era l'atteggiamento di una persona debole.
Con amarezza, sorrise. «Perciò analizzi
la gente. Cosa diresti di me?»
Interdetto, Asanuma arrossì.
«Ehm...»
«Te l'ho chiesto per avere un parere
critico» chiarì Mamoru. Non voleva complimenti.
Asanuma si calmò. «Senpai... Come hai
appena detto, sei
una persona che si aspetta che gli altri lo giudichino con
severità.
Perciò fai del tuo meglio e non mostri mai alcun difetto
evidente. In questo modo nessuno può attaccarti.»
Mamoru sentì il bisogno di chiudersi in una
corazza. Fu
coraggioso e non si protesse: aveva voluto lui una risposta.
«È questa l'impressione che do?»
Vedevano tutti la
sua fragilità?
Asanuma scosse la testa. «Io credo che le persone
troppo perfette abbiano sempre qualcosa da nascondere, ma nel
tuo caso... Ti ammiro. Penso che tu conosca i tuoi difetti e che abbia
deciso di combatterli per conto tuo. Quando sarai pronto, li mostrerai
a
qualcuno di cui ti fiderai.»
Mamoru lo sperava. «Sai più di quello che
dimostri, Asanuma. Ti avevo sottovalutato.»
Lui si girò i pollici, in imbarazzo su come
chiudere la conversazione.
Mamoru non volle trattenerlo oltre. «Ti ringrazio
per avermi assecondato.»
Asanuma scattò in piedi. «È
stato un piacere!
Voglio dire... parlarti è stata una grande
esperienza! Ciao!»
Confuso, Mamoru agitò le dita in aria, salutando il
nulla.
«... ciao.»
Asanuma era già scappato.
Perciò - ragionò nel tragitto verso casa
- lui era una persona che si proteggeva dagli altri. Era vero, ma non
pensava che persone che conosceva
solo superficialmente potessero notarlo.
A volte si domandava se la sua era una malattia. Alcune - come
la sindrome di Asperger - si manifestavano in disturbi della
personalità che portavano i soggetti colpiti ad isolarsi e a
non essere in grado di interagire in maniera naturale con gli altri.
Il suo caso non presentava alcuni dei sintomi
più estremi e forse per questo lui era solo dannatamente
normale. Se si fosse trattato di una malattia, almeno ci sarebbe stata
una cura precisa. Invece lui rifletteva sì molto prima di
agire in maniere nuove con le persone, ma era bravissimo a cogliere i
comportamenti corretti da tenere in ogni occasione. Non era emarginato,
si isolava da solo, per scelta. Dava di sé l'immagine di una
persona a suo agio con se stessa, piena di certezze. O almeno,
questo era quello che aveva sempre pensato.
Asanuma gli aveva appena dimostrato di saperlo decifrare. E
l'altro giorno Odango gli aveva sbattuto in faccia la verità
della sua situazione: era un diciassettenne che era andato a divertirsi
in giro senza amici,
di domenica, finendo su un trenino per bambini. Ci aveva persino visto
qualcosa di buono, àncorato com'era all'idea di un passato
lontano
più di dieci anni.
Era solo e ridicolo.
Strinse i denti.
Non avrebbe dovuto essere Odango a dirlo. Lui non l'aveva
scelta per alcuna confidenza; non le aveva nemmeno permesso di
conoscerlo, perciò perché lei si era presa la
libertà di insultarlo? Le battute che si erano
scambiati erano sempre state
superficiali. C'erano dei limiti che lei non avrebbe dovuto superare.
Qualcosa lo colpì in testa, facendogli male.
Abbassò lo sguardo sull'oggetto che era caduto a
terra: una scarpa da ragazza. La afferrò nel pugno, pronto a
gridare contro la ragazza che- Ma era Odango! «Di nuovo
tu?!»
Lo disse all'unisono con lei, che lo aveva raggiunto.
«È la seconda volta che mi lanci una
scarpa in testa!» le invì contro lui.
«Lo fai apposta?»
«La colpa è tua che cammini con la testa
tra le nuvole!»
Come no. «Che tipa antipatica!
Possibile che tu non riesca a esprimerti in modo decente, come le altre
ragazze?» Non era solo lui quello strano!
Lei osò fargli una linguaccia. «Mi
dispiace tanto! C'è qualcuno che dice che gli piaccio di
più se non mi freno!»
«Che idiozie.» Lei viveva in un mondo di
stupide illusioni. «Uno così è
veramente il massimo.»
«Di sicuro è molto più
affascinante di te!»
Invece un ragazzo attratto da lei aveva sicuramente grossi
problemi. «"Chi va con lo zoppo impara a zoppicare»
recitò. «"Ogni
pentola ha il suo coperchio", "L'immondizia va al suo posto"»
e visto che lei non ci sarebbe arrivata da sola, «"A ogni
Testolina a Odango il suo perdente."»
Vedendola sobbalzare provò un moto di fierezza.
Gli occhi di lei iniziarono a tremare. «Quante
cattiverie! Se fossero su di me, pazienza, ma parlare male di
Motoki...»
Motoki?
Oh no, adesso si metteva a frignare!
Uno strillo gli riempì le orecchie, attirando
l'attenzione dei passanti.
«Ehi...» provò a dirle, ma la
gente lo stava già guardando come se fosse un mostro!
«Che cattivo, l'ha fatta piangere!»
Non era lui il colpevole, bensì lei che- Odango si
era accasciata
a terra in un mare di lacrime. «Cattivo!!»
Quella ragazzina era incredibile, troppo infantile per
prenderla sul serio. Stava cominciando a fare pena persino a lui.
«Senti, scusa, ho un impegno urgente!»
Iniziò a indietreggiare ma si accorse di avere
ancora la scarpa di lei in mano. «Ti restituisco la scarpa.
Ci vediamo!» Gliela buttò vicino e correndo si
fece largo tra decine di persone che lo guardavano male.
Non si era mai sentito tanto idiota in vita sua.
Nei giorni successivi, elaborò un piano.
Aveva esagerato. Doveva chiedere scusa, ma senza chiedere
scusa: in fondo aveva semplicemente pareggiato i conti con Odango.
Ovviamente era più maturo di lei e ora sapeva che Odango era
una ragazzina capace di mettersi a piangere per un piccolo insulto.
Nonostante tutto, lui non aveva avuto intenzione di spingersi tanto in
là. Come risposta soddisfacente gli sarebbe bastato un
broncio ferito.
Sono davvero immaturo e
ridicolo.
Doveva smettere - per quanto possibile - di fare quel gioco
con lei.
Come al solito la incrociò per strada quasi per
caso, un pomeriggio che si muoveva verso
l'università. Odango stava correndo nella sua
direzione.
«Ehi.»
Nel vederlo lei si fermò sul posto, le gambe che
marciavano. «Non ho tempo per te!» Gli fece una
linguaccia.
«Volevo dirti che-»
Odango insistette a tirare fuori la lingua due volte,
sonoramente. «Hm! Hm! È tutto quello che ho da
dirti io, baka!»
Lui le gridò dietro.
«Non devi piangere la prossima volta!»
«E chi piange?!» Roteando la testa in modo
impossibile, Odango tirò fuori la lingua. Correndo, se la
morse da sola.
Mamoru scoppiò a ridere.
«Bakaaaaa!» L'urlo di lei sparì
nelle strade.
10 - Vittima -
FINE
NdA:
Due note. 'Baka' significa 'Stupido'. Ho usato il termine
giapponese
perché mi sembra che 'stupido' non renda esattamente il
concetto. 'Baka' indica anche qualcuno che è stupido nel
comportarsi, mentre in italiano sembra più un insulto
all'intelligenza. Diciamo che è una forma più
leggere di
insulti che in italiano sarebbero molto più pesanti (tipo
'Str****o' :D)
Asanuma: è un personaggio che compare nel manga di
Sailor
Moon. Non so se l'ho mai menzionato nella mia saga. Credo di
sì,
ma non sono sicura. Comunque è un kohai di Mamoru. Dovrebbe
essere più giovane di come l'ho rappresentato
(più
giovane di Usagi); mi sono presa una licenza artistica.
Sull'episodio in sé... sono piuttosto soddisfatta,
soprattutto della parte finale. Qui riprendo quanto accaduto
nell'episodio 13 di Sailor Moon. Nel successivo episodio in cui compare
Mamoru c'è già l'incontro con Rei, quindi mi
divertirò a scrivere dell'appuntamento con lei e del
perché Mamoru decide di assecondarla. Oggi pensavo che
sarà strano scrivere di questi due insieme, ma interessante
:)
Grazie per aver letto! Se avete commenti, sono curiosa di
sentirli.
ellephedre