CAPITOLO 15.
ALICE POV
Sfrecciamo tra il traffico di Los Angeles diretti verso il
Dolby Theatre, dove a breve avrà luogo la premiazione
degli Oscar.
Il sole sta quasi tramontando, il vento tra i capelli …
No, aspettate un attimo! Se vi state immaginando una scena
da film, dove i protagonisti se ne vanno spensierati verso l’orizzonte,
lasciandosi alle spalle l’oceano e il sole che sta tramontando a bordo di una
spider col vento che scompiglia loro i capelli … ecco … SCORDATEVELO!!!
Andre sta guidando come un pazzo
sulla sua Jeep Wrangler rigorosamente versione “Safari in Africa”; il vento si è letteralmente impossessato dei
miei capelli e li sta trasportando ovunque, tranne dove dovrebbero essere.
Do un’occhiata furtiva allo specchietto laterale e… vorrei piangere!
Dopo le ore spese a dare alla mia capigliatura una piega
perlomeno decente, ora potrei essere la pittoresca protagonista di “Medusa vs
Perseo” e non nella parte di Perseo.
Arriviamo ad un semaforo, grazie al cielo, e cerco di
sistemarmi quel groviglio informe, che fino a poco prima credevo essere i miei
capelli.
-
Non ti dà fastidio l’aria vero? – chiede un Andre strafottente, soffocando una risata.
Prima incenerendolo con lo sguardo e poi esibendo un sorriso
di circostanza, mi rivolgo a lui dicendo ironicamente
-
Nooo, ma che dici! È
da stamattina che non desidero altro che correre a 200 km/h per le vie di L.A. e arrivare sul red carpet per intervistare attori da Oscar esibendo una
capigliatura così … così …originale! Quindi
grazie davvero! – esclamo concludendo il mio breve monologo e sollevando i
pollici verso l’alto tirando ancor più le labbra in un finto sorriso.
Andre scoppia a ridere.
-
Sei forte
Alice Rossi! – esclama infine – Le altre ragazze di Josh
s’infuriavano come pazze, tu invece, l’hai presa sportivamente!
-
Io sì, ma quello dietro di noi se non ti muovi,
non credo lo sarà altrettanto! – dico indicando il semaforo che nel frattempo è
diventato verde.
Andre mi sorride e riprende a
guidare. Ora viaggiamo molto più tranquilli. Ha voluto mettermi alla prova quel
… scuoto la testa sorridendo.
-
Allora… - riprende Andre – Josh mi ha detto che hai intenzione di trasferirti qui!
-
Già!
-
E ne sei sicura? – chiede quasi a voler sondare
il terreno.
Sospiro, so dove vuole arrivare.
-
Senti Andre, se pensi
che mi voglia prendere gioco di Josh ti sbagli. A
dire il vero, non so neppure io in cosa mi sto cacciando, ma di una cosa sono
certa, Josh è
una persona splendida! È riuscito in pochi giorni a capirmi più di quanto altri
abbiano fatto in tutta la mia vita. Ha fatto rinascere un’Alice che era sepolta
chissà dove. Mi ha dato un nuovo coraggio. Il coraggio di essere finalmente me
stessa. Non so come, ma ha questa
capacità di tirare sempre fuori il meglio dalle persone che lo rende ancor più
speciale!
-
E tra di voi? – chiede ancora
-
Non so cosa accadrà, e a dire il vero non mi
interessa! So che con lui sto bene come da tempo … no come mai lo sono stata –
mi correggo – Oddio Andre – sospiro - adoro quel
ragazzo, non potrei mai fargli del male! – dichiaro infine.
-
Hai ragione , Josh è
strepitoso! Si butta anima e corpo in tutto ciò che fa, nel lavoro, con gli
amici … con l’amore! – sospira – Scusami se ti sono sembrato un orco cattivo, ma
l’ho visto soffrire così tante volte per delle donne che non meritavano neppure
una ciocca dei suoi capelli, che mi sento di essere protettivo verso di lui.
Sorrido di fronte a quel gigante buono che,
inaspettatamente, si sta lasciando andare con me in pensieri tanto profondi.
Gli stringo la mano.
-
Josh è fortunato ad
avere un amico come te!
-
Sono io ad essere fortunato! – mi corregge – con
lui mi sento davvero parte di una famiglia! – mi osserva – Mi piaci Alice
Rossi! Questa volta Josh ci ha visto giusto! –
Sorridiamo entrambi. Finalmente il ghiaccio tra noi si è
sciolto. Mi appoggio allo schienale del sedile e chiudendo gli occhi,
lascandomi, questa volta sì, cullare dal vento, penso nuovamente alla mia
scelta. Non mi è mai sembrata tanto giusta come in questo momento.
CRISTIAN POV
-
Mi spieghi cosa le dice il cervello? – sbraita
Andrea camminando su e giù per la stanza con entrambe le mani tra i capelli –
Ma quando torna gliene dico quattro – continua- come può pensare di buttare via
la sua vita per fare da … da … a quell’attore!
Beatrice lo osserva in silenzio. Si vede che è turbata,
dopotutto tra loro c’è sempre stato un legame molto forte. Se non fosse stato
per Beatrice, Alice non avrebbe mai superato la situazione in cui l’avevo cacciata.
-
Senti Andrea – esordisco – so che dovrei essere
l’ultimo a parlare, ma non pensi che, forse, sarebbe il caso di aspettare che
lei ritorni e chiederle poi cosa intende fare? Magari non è per quell’attore
che vuole trasferirsi, non so … magari le hanno offerto un buon lavoro! Alice è
una ragazza in gamba e giudiziosa, non mollerebbe tutto per correre dietro ad
una celebrità. Insomma stiamo parlando di Alice … non di me!
Andrea e Beatrice mi guardano stupefatti
-
E tu? Da
quando sei diventato così saggio? – chiede il mio amico inarcando il
sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
-
Da stamattina … credo – rispondo alzando le
spalle.
Ridiamo tutti e tre. Quanto mi sono mancati questi momenti
insieme a loro. Se solo riuscissi a riconquistare Alice …
-
Cristian ha ragione! –
esclama Beatrice destandomi dalla mia fantasia – Aspettiamo che torni. Non
serve a nulla fasciarsi la testa prima del tempo!
-
Bene! – concludo – È stata una lunga serata,
meglio se andiamo a riposare un po’. Vi auguro la buona notte o, vista l’ora,
meglio dire buongiorno. Vedrete che si risolverà tutto! – dico strizzando loro
l’occhio
Beatrice mi abbraccia, sussurrando all’orecchio un grazie
che mi solleva di colpo da cinque anni di frustrazioni . Andrea mi accompagna
all’uscita.
-
Grazie ancora Cris! –
dice aprendo la porta – Mi raccomando, non lasciare passare altri cinque anni
prima di rifarti vivo, ok?
Sorrido.
-
Puoi contarci! – rispondo infine uscendo da casa
Rossi.
Mi sento di nuovo leggero, felice. Vorrei che questi ultimi
cinque anni non fossero mai esistiti.
Quasi d’impulso sollevo la testa verso l’alto, dirigendo lo
sguardo verso la camera del mio piccolo Pietro. Lo vedo spiarmi dalla finestra;
gli sorrido salutandolo con la mano. Lui, scoperto, richiude in fretta la
tenda, ma lo scorgo ancora intento ad osservarmi celato dal buio della notte.
Continuo a sorridere. Erano anni che non mi sentivo cosi. Rivoglio la mia
famiglia, penso salendo in auto, fosse l’ultima cosa che faccio!
SILVANO POV
Sono le 04.30 del mattino quando finalmente sento Jessica
rientrare. Sono restato tutto il tempo a pensare nel mio studio; ai miei
sbagli, come uomo ma soprattutto come padre. Non mi sono mai accorto di quanto
mia figlia fosse perfida, o forse ero troppo impegnato per farlo.
Devo capire cos’è accaduto. Ripongo la brochure che da un
paio d’ore tengo tra le mani e chiamo
mio figlia.
JESSICA POV
Trasalisco alla voce di mio padre.
Non mi sono accorta, entrando, della luce ancora accesa nel suo studio. Mi
affaccio sulla soglia e lo vedo alla sua scrivania. Lo sguardo accigliato.
Forse è rimasto scosso dal litigio della sera precedente, mi avvicino a lui.
Improvvisamente lo vedo stanco e fragile.
-
Tutto bene papà? – chiedo dolcemente
-
Dimmelo tu! – risponde sorridendo flebilmente
-
Mi spiace se abbiamo litigato …
-
So tutto Jessica! – m’interrompe. Lo guardo
senza capire – So tutto del tuo piano contro Alice! –
Lo guardo esterrefatta.
-
Tu … come … - balbetto
-
Il tuo vecchio amico Cristian!
– dichiara alzandosi dalla poltrona
Lo sapevo che non avrei
dovuto fidarmi di quello, che non aveva le palle per andare fino in fondo!
-
Voglio sapere il perché Jessica – è più un
ordine disperato che una richiesta – perché ti sei comportata in maniera così
meschina.
Proprio non lo capisce. Stringo forte i pugni, sento le
lacrime che spingono per uscire.
-
Perché? –
sbotto aggredendolo verbalmente – Perché da quando è arrivata quella, io per te
non sono più esistita! – cerca di parlare, ma lo fermo alzando una mano per
farlo tacere. Vuole sapere? Eccolo accontentato. Sono un fiume in piena ormai.
Continuo travolgendolo con le mie parole cariche di rabbia. – Tu non ti rendi
conto di quanta fatica abbia fatto e
faccio tutt’ora per farmi notare da te papà; per farti capire quanto bene ti
voglio e quanto ti apprezzi come persona.
Dopo la morte della mamma e i giorni trascorsi in quell’ospedale, mi hai
sempre guardato come se fossi stata io ad ucciderla!
-
Io non ho mai detto questo! – m’interrompe
difendendosi
-
Non lo hai mai detto, ma i tuoi occhi hanno
sempre detto il contrario. Avevo tredici anni papà, sono sopravvissuta ad un
terribile incidente nel quale ho perso MIA madre. Come pensi che mi sia sentita
allora, come pensi che mi senta oggi quando mi guardi con … disprezzo! Avevo
bisogno di te e tu invece ti sei chiuso dentro questo studio, che è diventato
il tuo mondo e mi hai lasciata fuori.
Ho cercato di entrare in punta di piedi, per
non disturbarti, e quando mi sembrava di essermi perlomeno avvicinata, ecco
arrivare lei. Con la sua bella faccia, la sua storia triste! La povera mammina
sedotta e abbandonata … -
Smetto di parlare cercando di calmarmi. Mio padre mi guarda
sconvolto, senza riuscire ad emettere alcun suono.
Mi lascio cadere sul divanetto, le mani sulla testa chinata
verso il pavimento.
Inspiro tutta l’aria possibile, poi alzo lo sguardo su di
lui e stancamente continuo.
-
L’ho odiata per questo, la odio per questo!
Perché lei è riuscita dove io ho fallito. Lei è entrata nel tuo cuore, ti ha
reso felice mentre io non ne sono stata capace.
Si avvicina a me, sento la sua mano tremare mentre mi
accarezza la testa.
-
Mi
dispiace tesoro mio! Io non avevo capito … non ho capito nulla. Ho pensato solo
a ricoprirti di cose materiale, quando tu da me esigevi solo una cosa, più
amore.
Si siede accanto a me, poi prendendomi le mani tra le sue
continua
-
Le cose al giornale non andavano bene e quando è
arrivata Alice ho visto in lei una speranza, i suoi pezzi erano talmente
brillanti che i finanziatori non smettevano di bussare alla nostra porta. Ero
talmente accecato da questo che non mi sono accorto della cosa più importante.
Tu! - mi scosta una ciocca di capelli
dal viso e mi guarda con gli occhi lucidi – Sono stato un egoista Jessica, non
mi sono accorto che tu dentro di te soffrivi ancor più di me. Io ho perso una
moglie, ma tu hai perso entrambi, e per questo ti chiedo scusa, avrei dovuto
parlare con te, dei problemi che avevamo e cercare di risolverli insieme, come
una vera famiglia e invece … sono stato un pessimo padre!.
Mi stringe forte a sé. Ricambio il suo abbraccio,
quell’abbraccio che aspettavo da quattordici anni!
-
Se tua madre fosse qui … - continua - … si
vergognerebbe di me!
-
Se la mamma fosse qui, si vergognerebbe di tutti
e due – lo correggo – anch’io ho combinato qualche casino! – affermo
sorridendo.
-
Ti sei data da fare! – dichiara ridendo – per
fortuna abbiamo risolto tutto!
Lo guardo senza capire inarcando un sopracciglio. Lui si
alza dal divano e si avvicina alla finestra guardando fuori nell’oscurità.
-
Questa sera, quando sono arrivati Andrea e Cristian e mi hanno raccontato quello che hai combinato, ho
chiamato Bob che ha accettato di non pubblicare l’articolo ad una condizione –
mi guarda ed io lo incito con gli occhi a continuare – gli ho venduto il
giornale!
-
Cos’hai fatto? – chiedo sconvolta
-
Gli ho venduto il giornale, lui sarà il nuovo
direttore – ripete sorridendo
-
Ma è tutta la tua vita … insomma come hai
potuto, io non volevo … avrebbe fatto solo un po’ di rumore poi tutti se ne
sarebbero dimenticati … - le frasi mi escono sconclusionate, ma sono davvero
troppo sconvolta per pronunciare frasi con un filo logico.
-
Hai solo accelerato i tempi – la sua voce è
calma – sono vecchio e stanco Jessica e questa vita troppo frenetica mi sta
uccidendo. Ho bisogno di cambiare!
-
E cosa farai? Ti ritirerai in qualche casetta
sul lago, vivendo di rendita e di pesca? – domando ironica
-
No! – risponde prendendo una brochure dal piano
della scrivania e porgendomela dice –
pensavo più ad una cosa del genere!
-
India? – chiedo stupita dopo aver dato una rapida
occhiata al volantino.
-
È da diverso tempo che ci sto pensando. Il
programma non è male e potrei essere utile a qualcuno laggiù. Hanno bisogno di
professionisti che insegnino loro a diventare autosufficienti, formandole
professionalmente, dando loro la possibilità di una nuova vita.
Mentre descrive il progetto i suoi occhi s’illuminano. L’ho
perso di nuovo, ed è stato mio per così poco tempo.
-
Te ne vai
ancora una volta via da me, a quanto pare! – affermo sorridendo amaramente.
Lui mi guarda con dolcezza, poi posando le sue mani sulle
mie spalle dice
-
Tu hai
due scelte! La prima è collaborare con Bob alla sua nuova redazione e sono
sicuro che troverà un posto adeguato a te …
-
E la seconda? – chiedo
-
La seconda è che tu venga con me. Hanno bisogno
di una come te … ho bisogno di una come te! – lo guardo corrugando la fronte –
Ho bisogno di TE ! – esclama infine lasciandomi un bacio sulla fronte e tra le
mani la brochure – Non devi rispondermi ora, pensaci su ! Io parto il mese
prossimo! – conclude uscendo lasciandomi senza parole.
ORE 8.00 P.M.
PERIFERIA DI LOS ANGELES
CLAUDIA POV
Quando oggi Bob mi ha chiamata per avvisarmi che l’articolo
non sarebbe uscito, ho contattato immediatamente Raoul, sapevo che era stato
lui a scattare le foto per il servizio.
Raoul era una vecchia
conoscenza, l’avevo incontrato qualche anno fa a Madrid alla scuola d’arte
estiva che entrambi frequentavamo. Conoscevo bene la sua avidità, per poche
centinaia di dollari sarebbe stato disposto a vendere persino sua madre. Era la
persona giusta per terminare questo lavoro e scoprire che aveva collaborato con
Bob proprio per questo reportage, era stato un vero colpo di fortuna e senza
saperlo mi aveva avvantaggiato.
Avevo chiesto a Raoul di trovare un luogo lontano da occhi
indiscreti, ma non credevo che avesse scelto un posto del genere. Il classico
locale di periferia malfamato.
Entrata dalla porta, i miei occhi devono abituarsi al buio
all’interno di esso.
La musica è assordante. Al centro del locale un palco dove
alcune ragazze, decisamente poco vestite, si esibiscono in uno spettacolo di lap dance, sotto lo sguardo eccitato di almeno una dozzina
di uomini.
Cerco con lo sguardo Raoul, incrociando però quello di una
giovane cameriera in intimo che mi guarda dubbiosa, probabilmente chiedendosi
perché una come me si trova in un bar per soli uomini.
La ignoro, intravedendo al bancone del bar, intento a
sorseggiare una birra, il mio contatto. Mi avvicino a lui, non facendo caso ai
fischi ed agli apprezzamenti poco garbati di alcuni clienti del posto, rivolti
verso di me.
-
Le hai portate? – chiedo arrivandogli alle
spalle e senza perdermi in inutili convenevoli
-
Buonasera anche a lei! – dice senza guardarmi,
continuando a bere la sua birra
-
Avanti Raoul, non ho tempo da perdere. Hai
portato quello che ti ho chiesto? – domando con fare sbrigativo
Raoul sorride, appoggiando la bottiglia sul bancone del bar.
Infila una mano nella tasca interna della giacca estraendone una busta gialla,
mentre allungo la mia per prenderla, lui ritira improvvisamente la sua.
-
Ehi! Prima i soldi! –
Lo guardo fisso negli occhi, facendogli capire che sono io a
dettare le regole del gioco
-
Prima porti a termine il tuo compito, poi avrai
quello che vuoi! – dichiaro freddamente senza distogliere lo sguardo dal suo
viso.
Scuote la testa sorridendo.
-
Che fine
ha fatto la timida ragazzina che ho conosciuto a Madrid? – chiede allungandomi
la busta
-
È cresciuta! – rispondo prendendo finalmente in
mano le fotografie. Un ghigno soddisfatto compare sulle mie labbra, ha fatto
davvero un buon lavoro, non c’è che dire! Prendo dalla borsa una penna e, su di
un tovagliolo di carta, scrivo un numero di telefono – Questo è di Josh. Ora devi chiamarlo e dirgli che sei entrato in
possesso di alcune foto che gli faranno cambiare idea sulla sua nuova fiamma.
Nel frattempo gli invierai il file con le fotografie. Tu ed io non ci siamo mai
visti! – concludo.
Raoul prende il suo cellulare ed esegue alla lettera ciò che
gli ho chiesto di fare. Prima di riagganciare, invia il file, accertandosi dell’effettiva
ricezione dello stesso da parte di Josh.
Mi guarda perplesso mentre gli strappo dalle mani il
telefono, per eliminare il file compromettente.
Soddisfatta, gli consegno il suo compenso.
-
Addio
Raoul! – saluto girandogli le spalle per uscire il più presto possibile da quel
posto. Sento una mano, la sua, afferrarmi il polso mentre sulle sue labbra
compare un sorriso malizioso. Lo guardo corrugando la fronte – Allora? – chiedo
spazientita
-
Hai detto che poi avrei avuto quello che volevo.
E io voglio te! – dice tirandomi a sé
Gli sfioro con una mano il torace che freme al solo contatto
e appoggio le mie labbra al suo orecchio sussurrandogli
-
Io non
frequento i bassifondi! Divertiti con una sciacquetta di queste! – dico infine
lasciandogli una banconota da cento
dollari sul bancone. Mentre mi allontano lo sento biascicare in spagnolo
-
Puta!
Sorrido nonostante l’insulto, detto da uno come lui non mi
sfiora neppure. Salgo sul taxi che mi ha aspettato e guardo ancora una volta le
fotografie. “Tornerai da me strisciando,
caro il mio Josh!”, penso tra me e me, mentre ci
lasciamo alle spalle quel luogo disgustoso, per tornare alle strade luccicanti
di Hollywood.
JOSH POV
Il trillo fastidioso del telefono mi desta dal bellissimo
sogno che stavo facendo e che aveva come protagonista, inutile dirlo, la mia
dolce Alice.
Mi strofino gli occhi cercando di mettere a fuoco il numero
comparso sul mio iPhone. È un numero che non conosco.
Rispondo comunque.
-
Mr Hutcherson?
-
Sono io, con chi sto parlando?
-
Non ha importanza, le basti sapere che sono
riuscito ad intercettare alcune fotografie che le faranno cambiare idea sulla
bella giornalista italiana. Si sta prendendo gioco di lei. Dovrebbe esserle
arrivato in questo momento un file …
-
Sì, ma … - dico guardando il telefono che indica
come preannunciato l’arrivo di una cartella nella mia casella di posta
-
Le guardi! Sta a lei giudicare … ma se posso
darle un consiglio Mr.Hutcherson “niente è come
sembra”. Buonasera.
L’anonimo interlocutore riaggancia lasciandomi interdetto.
Chi era costui e cosa intendeva dire con questa strana telefonata?
Apro la mail arrivata e il file allegato.
Non posso credere a quello che i miei occhi stanno vedendo.
Lei, la mia Alice insieme a un ragazzo biondo. Osservo attentamente , non è suo
fratello, ne sono certo, ma allora chi è? Guardo l’immagine successiva e non ho
nessun dubbio, si sta baciando con questo tizio. Cerco di controllarmi.
Potrebbero essere state scattate chissà quanto tempo prima, purtroppo però a
sollevarmi il dubbio è la data riportata sulle stesse. Sono di una settimana
fa!
Non so cosa pensare! Mi accascio sul divanetto continuando a
fissare il display.
ALICE POV
Il Galà è stato fantastico! La location, le luci, i colori, lo
show … tutto ha superato di gran lunga le aspettative. Sono riuscita a carpire
le sensazioni che gli attori stessi emanavano, le emozioni che hanno provato
salendo sul quel palco così importante. È strano a pensare a loro come
individui commossi di fronte alla platea che applaudiva per loro, abituati come
sono a stare di fronte a svariate persone,
eppure ogni singolo attore e regista e scenografo e qualsiasi addetto al
lavoro, ha lasciato negli altri talmente tante emozioni che ancora a pensarci
mi si stringe lo stomaco. Quello che scriverò sarà di sicuro il mio pezzo
migliore, perché tanto mi hanno dato queste persone.
Andre mi riaccompagna a casa di Josh. Chiedo se vuole entrare a salutare il suo amico, ma
mi lascia andare sola con la scusa che è davvero molto stanco, quando in realtà
so benissimo che vuole lasciarci soli.
-
Sono
stata benissimo Andre – dico abbracciandolo e
congedandomi da lui
-
Anch’io Alice, ma non dire niente a Josh … geloso com’è potrebbe non rispondere delle sue
azioni!
Sorrido al mio accompagnatore lasciandolo andare ed entro in
casa con la voglia di correre incontro a Josh per
abbracciarlo stretto e non lasciarlo più.
Lo vedo coricato sul divano completamente immerso nel buio,
un braccio appoggiato sopra la testa,. Probabilmente dev’essersi
addormentato. Tolgo le scarpe per evitare di fare eccessivo rumore e mi
avvicino a lui. Il respiro regolare, le labbra socchiuse, non posso fare a meno
di baciarlo.
Al contatto delle nostre labbra apre gli occhi, mi scosta
mettendosi a sedere. Non è il saluto che mi sono immaginata, ma lascio correre,
neppure io sono Miss Simpatia appena sveglia.
-
Non
volevo svegliarti! – dico accarezzandogli i capelli. Lui si alza. Ok, questo è
decisamente il saluto che non mi aspettavo-
C’è un po’ freddino non trovi? – dico ironicamente riferendomi più al
clima ostile che alla temperatura.
-
C’è una coperta se vuoi! – risponde Josh in maniera brusca
-
Senti adesso mi dici cosa ti prende? È successo
qualcosa mentre ero fuori? – chiedo cercando di controllare il tono della mia
voce
-
Cosa te lo fa pensare?
-
Forse il tuo modo di comportarti? Sei più aspro
di una fetta di limone…
Solleva il labbro in una smorfia. Prende il suo cellulare e
me lo lancia.
-
Conosci questo tizio? – chiede con la voce che
gli trema
Osservo la foto impressa sul display.
Non posso credere a chi mi trovo davanti. Lo riconoscerei
ovunque quel bastardo. Solo non capisco come faccia Josh
ad avere una sua foto.
-
Allora? Sto aspettando! Lo conosci o no? – ora è
decisamente alterato
-
È Cristian! – affermo
– Tu come fai …
-
Lo sospettavo! – m’interrompe – E nella prossima
immagine si vede ancora meglio!
Scorro col dito sul display. Non è possibile! Sembriamo Cristian ed io mentre ci stiamo … baciando?
-
Senti Josh, non so chi ti abbia inviato queste fotografie ma sono
decisamente false!
-
Allora neghi che quelli siete voi due?
-
Non posso … cioè siamo noi, ma questa cosa non è
mai avvenuta! – esclamo. La rabbia si sta impossessando di me e devo fare uno
sforzo enorme per mantenere la calma. Davvero crede che io e Cristian …
-
Perché mi hai mentito Alice? Perché non mi hai
detto che stavi ancora con lui? Perché mi hai illuso dicendo di provare
qualcosa per me? – la sua voce è rotta
-
Cristian ed io non ci
vediamo da almeno cinque anni … io non …
-
Le foto sono della scorsa settimana! La data è
impressa sopra.
-
Josh, io ti giuro che
questo non è mai avvenuto. Cristian ed io non siamo
più insieme come te lo devo dire?
-
Quello che ho visto non lascia alcun dubbio!
-
Davvero credi a queste foto? E non credi a me? –
chiedo offesa
-
Cosa dovrei fare Alice? Dopotutto ti conosco
così poco e tu sei una giornalista … non so magari volevi ottenere qualcosa!
Scuoto la testa. Il mio orgoglio è ferito, non posso credere
di essermi innamorata di un individuo che crede a delle stupide foto e non a
me.
-
Hai ragione Josh! –
dichiaro lasciando che la parte più orgogliosa di me esca allo scoperto. Non ho
intenzione di supplicarlo. Se pensa che io sia una persona di questo genere,
non mi resta altro che lasciarlo nelle sue convinzioni – Ti ho teso una
trappola, ho fatto di tutto per farmi notare da te; ho spedito io la mia
valigia ad Hong Kong e tutto il resto. Mi hai scoperta! Ora posso tornare dal
“mio Cristian” senza sensi di colpa! Addio Josh! – gli prendo contro con la spalla uscendo di casa.
Lo sento urlare il mio nome, ma non ho intenzione di
fermarmi. Che fregatura l’amore! Appena ti esponi, appena credi di aver trovato
la persona giusta ecco che questa ti strappa il cuore nuovamente. Questa è
l’ultima volta che mi faccio abbindolare. Non ho bisogno di nessuno.
Posso contare solo su me stessa … ancora!
Le lacrime mi scendono a fiumi lungo le guance. Sto vagando
senza meta, sono talmente shoccata che non riesco a capire dove sto andando.
Prendo il cellulare e compongo il numero dell’unica persona che ora può davvero
aiutarmi.
-
Stacy, scusa l’orario
– sto singhiozzando mentre parlo - Larry
può venire a prendermi? Sono sulla strada vicino a casa di Josh.
Ho bisogno di andarmene da qui!
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Non odiatemi vi prego!!!
Il capitolo è decisamente lungo e spero di non avervi
annoiato. Jessica è fuori combattimento, sì lo so, avrebbe dovuto essere punita
più duramente, ma in fondo sono una sentimentale … non ci resta che scoprire
quale scelta farà: continuerà al fianco di Bob o se ne andrà in India col
padre?
Claudia ha però preso il suo posto e questa volta l’ha
combinata davvero grossa. Josh ha creduto a delle
foto e non ad Alice! E ora? Cosa accadrà? Prenderanno due strade opposte o il
destino ha in serbo ancora delle sorprese? Nel prossimo capitolo, che sarà
ahimè l’ultimo, sveleremo tutto!
Grazie a tutte di cuore per continuare a seguirmi!
Al prossimo capitolo! Besos E.