Capitolo
diciotto.
Prendo
posto sulla poltrona e prima che loro aprano bocca dico <
< A dire il vero anch'io ho un annuncio da fare!
> >
< < Si, bè aspetterà dopo, quello
che dobbiamo dirti noi è più importante >
> dice lei infischiandosene.
Mio padre ha l'espressione di uno che ha perso la porsche al poker e
fissa il pavimento.
< < Anais, tuo padre ed io vogliamo che tu lasci il tuo
lavoro > > dice mia mamma con un sorriso compiaciuto.
Avete presente nei film quando si sente solo il rumore delle cicale, e
le balle di fieno che rotolano all'orizzonte?
E' la sensazione che provo io ora.
Per quasi nove mesi ho aspettato questo momento, pensavo che una volta
arrivato avrei esultato, sentito le campane o il rumore del tappo dello
champagne che esplode, e invece niente.
Mi torna in mente l'annuncio che dovevo fare io così dico
< < A dire il vero oggi mi hanno offerto una promozione.
> >
Il viso di mio padre si illumina, e dal rumore che sento provenire
dalla cucina capisco che la nonna sta origliando tutto.
< < Anais, non hai sentito quello che ho detto? >
> insiste mia madre < < Noi vogliamo che tu molli
quel lavoro! > >
< < Non voglio > > mi sento rispondere.
< < Anais... > > mia madre cerca di non
esplodere < < Ho capito. Hai cominciato a lavorare
lì perchè ti ci ho costretta io ricattandoti, e
tu me l'hai fatta pagare. Ok, hai vinto tu, ora molla quel lavoro
assurdo, poi potrai anche tornare a guardare le tue serie
tivù o a cucinare polli arrosto. > >
Ecco quello che volevo sentire, ma la prospettiva di ritornare alla mia
vita di prima non è allettante come credevo.
Ho degli amici ora, le bulle, Angelica (circa), Antonio, ho uno
stipendio che posso spendere come voglio, mi è stata offerta
una promozione perchè sono brava.
Non voglio rinunciare a tutto questo.
< < E' vero, ho trovato lavoro nel posto più
orribile del mondo per romperti le scatole, ma avevi ragione >
> mio padre mi guarda stupito < < Dovevo fare
qualcosa della mia vita, e l'ho fatto, e ora non mi interessa se a te
non va bene dove lavoro, perchè è il
mio lavoro, e a me piace così! > >
< < Bè > > mio padre si
inserisce nella conversazione < < Con la promozione che
ha avuto magari non dovrà più spellare i polli
> > dice rivolto a mia madre.
< < Non mi importa! Anais, ti prego, molla il tuo lavoro!
> > mia madre per poco non si mette in ginocchio.
< < Mamma, no. > > dico ferma <
< Non mi interessa se i tuoi amici ti prenderanno in giro,
faccio un lavoro molto più onesto della maggior parte di
loro! E per la miseria, smettila di dire a tutti che sono nella
ristorazione! > >
Detto questo esco sperando di aver fatto un'uscita abbastanza ad
effetto.
**
Sono di fronte alla porta di Ambra, suono il campanello consapevole che
a quest'ora mi aprirà sua mamma.
Come non detto la familiare espressione di disappunto mi si para
davanti agli occhi e io chiedo < < Buonasera, Ambra
può venire a giocare? > >
Senza dire una parola la vedo sparire dentro e dopo qualche istante la
mia amica esce.
< < Ciao! Antonio mi ha detto! Congratulazioni!! >
> esclama abbracciandomi.
< < Grazie, ma a dire il vero non so ancora se
accetterò la promozione > > dico seria.
< < Perchè? Cavoli, Ana, hai la
possibilità di non spellare mai più un solo
pollo! > >
< < Lo so, ma prima devo raccontarti una cosa >
> dico sedendomi sugli scalini di ingresso mentre lei mi si
siede accanto.
Le spiego il mio Piano Geniale, per filo e per segno, senza dimenticare
nessun particolare.
Finito il racconto aspetto la sua reazione.
Lei sembra confusa.
< < Anais, è la cosa più stupida
che abbia mai sentito! > > dice lei e io ho un orribile
sensazione di deja-vù.
Con mio grande stupore però, lei scoppia a ridere.
< < Che c'è da ridere? > >
< < Cioè tu mi stai dicendo che sei andata a
seppellirti in una fabbrica che ammazza polli perchè non
volevi fare niente? > > mi chiede tenendosi la pancia.
< < Bè, si > > dico
vergognandomi un pò.
< < Voglio dire, sono quanti? Otto mesi e mezzo >
> dice contando sulle dita < < Che lavori
lì dentro. Ti spacchi la schiena tutti i giorni,
però in realtà non vorresti lavorare? E' assurdo,
non potevi trovarti un lavoro meno faticoso? Tu sei pazza! >
>
< < Si, ma lo scopo era che il lavoro fosse orribile!
> > cerco di spiegare, ma è inutile,
più cerco di trovare una giustificazione al mio piano,
più mi sembra ridicolo.
< < E comunque ha funzionato! > > dico
< < Prima mia mamma mi ha implorato di licenziarmi.
> >
< < Sul serio? > > mi chiede a un tratto
seria < < E lo mollerai? > >
< < Certo che no > > noto che mi guarda
perplessa così le spiego < < Vedi, mi piace
lavorare lì. Lo so, è cominciato tutto
perchè volevo farla pagare a mia mamma, ma la
verità è che a me piace il mio lavoro, sul serio.
Ho capito che desideravo a tutti i costi che lei cedesse solo per avere
la soddisfazione di aver vinto, volevo provare a me stessa che il mio
Piano era geniale, ma non cambierei niente della mia vita ora. Ho
dimostrato a mia madre che sono capace di decidere con la mia testa, e
mio padre erano anni che non si interessava a me come ha fatto in
questi ultimi mesi. > >
< < Anais, sono fiera di te. Avresti potuto mollarlo il
lavoro, ma non lo hai fatto, hai trovato qualcosa a cui tieni, che ti
rende felice e in cui sei brava, per questo Antonio ti ha
dato la promozione > > dice Ambra <
< E, per la cronaca, mi ha detto quanto guadagna,
d'ora in poi paghi sempre tu! > > aggiunge scherzando.
A un tratto mi torna in mente la busta paga di Antonio e la cifra che
lessi quel giorno nel suo ufficio.
So cosa devo fare.
Saluto Ambra di corsa lasciandola sgomenta e mi avvio verso casa,
digitando il numero di Antonio sulla tastiera del cellulare.
**
Il mio compleanno si avvicina.
Ho organizzato una festa, invitando tutti i colleghi con cui ho fatto
amicizia, Simona, Paola, Antonio, Barbara, Elena.
Ho preparato degli inviti con dei cartoncini e con un nastro ci ho
legato un biscotto con l'iniziale dell'invitato.
Ci sarà anche Ambra ovviamente, mi ha aiutata a preparare
tutto.
Sua mamma ha scoperto di Antonio, e del suo mestiere, ora
più che mai lei ed io potremmo fondare il club "Mia mamma mi
odia".
Mio padre è fiero di me per come le ho tenuto testa, qualche
sera fa è venuto in camera mia e me l'ha detto.
La mattina del mio compleanno mia nonna mi sveglia irrompendo in camera
mia, portandomi un pasticcino con sopra una candelina.
< < Esprimi un desiderio! > > mi dice
contenta.
Ci penso un pò su, non aspettatevi che io vi dica cosa ho
espresso , altrimenti non si avvera, e soffio sulla fiamma.
In cucina trovo mio padre allegro che mi abbraccia per farmi gli auguri
e mi porge una scatoletta.
< < Questo è da parte mia e della mamma, anche
se non lo ammetterà mai > > mi dice facendomi
l'occhiolino.
Apro la scatola e ci trovo dentro una chiave.
E' la chiave di una macchina.
Guardo mio papà e riesco a chiedere < < E'
quello che penso? Ma voi siete pazzi! > >
Esco nel viale e trovo la macchina più bella che abbia mai
visto.
< < Era di tuo nonno, di quando era giovane >
> mi spiega la nonna < < Non la usava da tanto
perchè non era la macchina adatta ad una famiglia, tuo padre
l'ha fatta restaurare. > >
Giro intorno alla mia macchina, rosso fuoco, la targhetta dietro dice
"fiat 128 sport", sembra uscita da un telefilm poliziesco degli anni
'70.
Compiacendomi di quanto sembrerò fighissima alla guida mi
siedo sul sedile del conducente.
Mia nonna mi siede accanto e vedo un velo di tristezza negli occhi
< < Tuo nonno mi portava a bere il gingerino quando
eravamo giovani e innamorati con questa macchina. > >
< < Dì un pò, non è che
la mamma è stata concepita lì dietro, vero?
> > dico per sdrammatizzare, e funziona, lei scoppia a
ridere.
Ricevo un messaggio di Ambra che avvisa del suo arrivo, così
la aspetto nel viale per mostrarle il mio regalo.
< < Cavoli, Ana, è fighissima! >
> dice lei porgendomi una scatola con un fiocco.
La apro e dentro ci trovo una gallina di peluche.
Scoppio a ridere e posiziono il mio nuovo amico sul sedile del
passeggero.
< < Ragazze, ho un altro regalo per voi! >
> sento la nonna esclamare.
Ci giriamo e davanti a noi c'è Valentina.
< < O mio Dio, Vale! > > esclamiamo
all'unisono abbracciando la nostra amica.
Scoppio a piangere, sono così contenta che non sia finita
strangolata in un vicolo in Serbia.
Le mie amiche mi aiutano a preparare la mia festa, alla fine mi sono
limitata ad appendere qualche palloncino e ho posizionato dei tavoli
nel giardino con il cibo e le bavande.
Valentina ci racconta tutto della sua esperienza.
< < Mi sono ritrovata in questa piazza bombardata, tutti
gli edifici erano crollati, abbiamo improvvisato un teatrino per i
bambini, dovevate vedere quanto erano felici! > >
Ambra ed io annuiamo affascinate, nessuna delle due avrebbe mai fatto
una cosa del genere.
Valentina si siede sulla panca e accarezza Lafayette sulla testa.
< < Non andrò all'università
> > dice a un tratto. < < So che dissi che
si sarebbe trattato di un anno di pausa, ma non riesco ad immaginare di
fare qualcos'altro, i miei obiettivi sono stati letteralmente
stravolti. > >
Noto che Ambra mi guarda, sappiamo entrambe che io capisco benissimo di
cosa sta parlando la nostra amica.
< < Ma, noi saremo amiche lo stesso, vero? >
> dico con un finto broncio.
< < Ma certo! Perchè non dovremmo? >
> mi chiede Vallentina curiosa.
< < Bè, tu salvi il mondo, io ammazzo polli!
> > dico scherzando.
Le mie amiche scoppiano a ridere mentre il campanello mi avvisa
dell'arrivo dei primi invitati.
La festa va a gonfie vele, sono venuti tutti, una volta superato lo
stupore nel vedere Ambra e Antonio abbracciati, mi sono goduta tutti i
pettegolezzi di Barbara ed Elena, e ho conosciuto Kevin, "l'ometto" di
Simona, che in dieci minuti ha fatto fuori un intero pacco di patatine,
strappato tutti i fiori della nonna e strangolato Lafayette.
Mia mamma si è anche azzardata ad uscire a conoscere i miei
colleghi, ma all'ennesimo racconto di Simona sui polli ha spostato la
sua attenzione su Valentina, ma è pur sempre un inizio.
La festa di compleanno migliore del mondo.
Al tramonto gli invitati cominciano a tornare a casa, Ambra si
offre di rimanere per darmi una mano a ripulire ma rifiuto
< < Vai a divertirti col tuo fidanzato! > >
le dico abbracciandola.
Saluto anche Valentina e comincio a riordinare con la nonna.
< < E' troppo tardi per la festa? > > sento
chiedere alle mie spalle.
Mi giro e vedo Angelica, lo sguardo fisso per terra.
Mia nonna si dilegua e io rispondo < < Ehm, no, dovrebbe
esserci ancora qualcosa da mangiare, sempre che il figlio di Simona non
si sia sbafato tutto > > dico con una risatina,
so che la mia amica non è qui per mangiare.
< < Mi ha chiamato Antonio ieri > > dice
lei < < Anais, non dovevi. > >
< < Si invece. Tu avevi bisogno di quella promozione
molto più di me, senza offesa ma, non sei molto tagliata per
lo spellamento polli! > >
< < Lo so. Nessuno ha mai fatto una cosa del genere per
me, non eri costretta! > > dice con aria triste.
< < Senti, a te servono i soldi per andare
all'università, perchè tu ci vuoi davvero andare.
Io sto bene tra i miei polli! > > dico cercando di
tirarla su di morale.
< < Ma è un lavoro orribile, lo hai detto tu
stessa! Hai scelto il lavoro più brutto del mondo apposta!
> >
< < Bè, diciamo che ultimamente l'ho
rivalutato. E poi quando avrai finalmente racimolato i soldi che ti
servono potrai licenziarti e darai a me il tuo lavoro. E' solo una
questione di tempo, mi farà bene spellare polli ancora per
un pò! > > dico pratica.
< < Sei
sicura? Io che comando tutte quelle persone? > > dice
incerta.
< < Ma si! Ti farò fare un corso accelerato di
intimidazione da Paola e Simona! > > dico scherzando.
< < Non so proprio come ringraziarti! > >
< < Puoi sempre aiutarmi a riordinare tutto! >
>
nota
dell'autrice:
Ecco qua, l'ultimo capitolo della mia storia. Non allarmatevi, non
finisce così, fra qualche giorno pubblicherò un
breve epilogo. Vorrei approfittarne per ringraziare tutti quelli che mi
hanno seguita, i lettori fedeli e tutte le bellissime recensioni. Non
avrei mai immaginato che questa storia potesse piacere così
tanto.
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