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Autore: The Galway Girl    05/10/2014    3 recensioni
Mi chiamo Anais, ho 19 anni, ho appena finito il liceo e non ho voglia di fare niente.
Dico sul serio, proprio niente.
La mia idea era quella di starmene tutto il giorno davanti alla tivù, ma ho dovuto fare i conti con mia mamma, una snob che non vuole assolutamente sfigurare di fronte alle sue amiche, così ho messo a punto un piano infallibile, un Piano Geniale. Mi sarei trovata un lavoro così orribile e imbarazzante che mia madre mi avrebbe costretta a licenziarmi....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo diciotto.

Prendo posto sulla poltrona e prima che loro aprano bocca dico < < A dire il vero anch'io ho un annuncio da fare! >  >
< < Si, bè aspetterà dopo, quello che dobbiamo dirti noi è più importante > > dice lei infischiandosene.
Mio padre ha l'espressione di uno che ha perso la porsche al poker e fissa il pavimento.
< < Anais, tuo padre ed io vogliamo che tu lasci il tuo lavoro > > dice mia mamma con un sorriso compiaciuto.
Avete presente nei film quando si sente solo il rumore delle cicale, e le balle di fieno che rotolano all'orizzonte?
E' la sensazione che provo io ora.
Per quasi nove mesi ho aspettato questo momento, pensavo che una volta arrivato avrei esultato, sentito le campane o il rumore del tappo dello champagne che esplode, e invece niente.
Mi torna in mente l'annuncio che dovevo fare io così dico < < A dire il vero oggi mi hanno offerto una promozione. > >
Il viso di mio padre si illumina, e dal rumore che sento provenire dalla cucina capisco che la nonna sta origliando tutto.
< < Anais, non hai sentito quello che ho detto? > > insiste mia madre < < Noi vogliamo che tu molli quel lavoro! > >
< < Non voglio > > mi sento rispondere.
< < Anais... > > mia madre cerca di non esplodere < < Ho capito. Hai cominciato a lavorare lì perchè ti ci ho costretta io ricattandoti, e tu me l'hai fatta pagare. Ok, hai vinto tu, ora molla quel lavoro assurdo, poi potrai anche tornare a guardare le tue serie tivù o a cucinare polli arrosto. > >
Ecco quello che volevo sentire, ma la prospettiva di ritornare alla mia vita di prima non è allettante come credevo.
Ho degli amici ora, le bulle, Angelica (circa), Antonio, ho uno stipendio che posso spendere come voglio, mi è stata offerta una promozione perchè sono brava.
Non voglio rinunciare a tutto questo.
< < E' vero, ho trovato lavoro nel posto più orribile del mondo per romperti le scatole, ma avevi ragione > > mio padre mi guarda stupito < < Dovevo fare qualcosa della mia vita, e l'ho fatto, e ora non mi interessa se a te non va bene  dove lavoro, perchè è il mio lavoro, e a me piace così! > >
< < Bè > > mio padre si inserisce nella conversazione < < Con la promozione che ha avuto magari non dovrà più spellare i polli > > dice rivolto a mia madre.
< < Non mi importa! Anais, ti prego, molla il tuo lavoro! > > mia madre per poco non si mette in ginocchio.
< < Mamma, no. > > dico ferma < < Non mi interessa se i tuoi amici ti prenderanno in giro, faccio un lavoro molto più onesto della maggior parte di loro! E per la miseria, smettila di dire a tutti che sono nella ristorazione! > >
Detto questo esco sperando di aver fatto un'uscita abbastanza ad effetto.

**

Sono di fronte alla porta di Ambra, suono il campanello consapevole che a quest'ora mi aprirà sua mamma.
Come non detto la familiare espressione di disappunto mi si para davanti agli occhi e io chiedo < < Buonasera, Ambra può venire a giocare? > >
Senza dire una parola la vedo sparire dentro e dopo qualche istante la mia amica esce.
< < Ciao! Antonio mi ha detto! Congratulazioni!! > > esclama abbracciandomi.
< < Grazie, ma a dire il vero non so ancora se accetterò la promozione > > dico seria.
< < Perchè? Cavoli, Ana, hai la possibilità di non spellare mai più un solo pollo! > >
< < Lo so, ma prima devo raccontarti una cosa > > dico sedendomi sugli scalini di ingresso mentre lei mi si siede accanto.
Le spiego il mio Piano Geniale, per filo e per segno, senza dimenticare nessun particolare.
Finito il racconto aspetto la sua reazione.
Lei sembra confusa.
< < Anais, è la cosa più stupida che abbia mai sentito! > > dice lei e io ho un orribile sensazione di deja-vù.
Con mio grande stupore però, lei scoppia a ridere.
< < Che c'è da ridere? > >
< < Cioè tu mi stai dicendo che sei andata a seppellirti in una fabbrica che ammazza polli perchè non volevi fare niente? > > mi chiede tenendosi la pancia.
< < Bè, si > > dico vergognandomi un pò.
< < Voglio dire, sono quanti? Otto mesi e mezzo > > dice contando sulle dita < < Che lavori lì dentro. Ti spacchi la schiena tutti i giorni, però in realtà non vorresti lavorare? E' assurdo, non potevi trovarti un lavoro meno faticoso? Tu sei pazza! > >
< < Si, ma lo scopo era che il lavoro fosse orribile! > > cerco di spiegare, ma è inutile, più cerco di trovare una giustificazione al mio piano, più mi sembra ridicolo.
< < E comunque ha funzionato! > > dico < < Prima mia mamma mi ha implorato di licenziarmi. > >
< < Sul serio? > > mi chiede a un tratto seria < < E lo mollerai? > >
< < Certo che no > > noto che mi guarda perplessa così le spiego < < Vedi, mi piace lavorare lì. Lo so, è cominciato tutto perchè volevo farla pagare a mia mamma, ma la verità è che a me piace il mio lavoro, sul serio. Ho capito che desideravo a tutti i costi che lei cedesse solo per avere la soddisfazione di aver vinto, volevo provare a me stessa che il mio Piano era geniale, ma non cambierei niente della mia vita ora. Ho dimostrato a mia madre che sono capace di decidere con la mia testa, e mio padre erano anni che non si interessava a me come ha fatto in questi ultimi mesi. > >
< < Anais, sono fiera di te. Avresti potuto mollarlo il lavoro, ma non lo hai fatto, hai trovato qualcosa a cui tieni, che ti rende felice e in cui sei brava, per questo  Antonio ti ha dato la promozione > > dice  Ambra < <  E, per la cronaca, mi ha detto quanto guadagna, d'ora in poi paghi sempre tu! > > aggiunge scherzando.
A un tratto mi torna in mente la busta paga di Antonio e la cifra che lessi quel giorno nel suo ufficio.
So cosa devo fare.
Saluto Ambra di corsa lasciandola sgomenta e mi avvio verso casa, digitando il numero di Antonio sulla tastiera del cellulare.

**
Il  mio compleanno si avvicina.
Ho organizzato una festa, invitando tutti i colleghi con cui ho fatto amicizia, Simona, Paola, Antonio, Barbara, Elena.
Ho preparato degli inviti con dei cartoncini e con un nastro ci ho legato un biscotto con l'iniziale dell'invitato.
Ci sarà anche Ambra ovviamente, mi ha aiutata a preparare tutto.
Sua mamma ha scoperto di Antonio, e del suo mestiere, ora più che mai lei ed io potremmo fondare il club "Mia mamma mi odia".
Mio padre è fiero di me per come le ho tenuto testa, qualche sera fa è venuto in camera mia e me l'ha detto.
La mattina del mio compleanno mia nonna mi sveglia irrompendo in camera mia, portandomi un pasticcino con sopra una candelina.
< < Esprimi un desiderio! > > mi dice contenta.
Ci penso un pò su, non aspettatevi che io vi dica cosa ho espresso , altrimenti non si avvera, e soffio sulla fiamma.
In cucina trovo mio padre allegro che mi abbraccia per farmi gli auguri e mi porge una scatoletta.
< < Questo è da parte mia e della mamma, anche se non lo ammetterà mai > > mi dice facendomi l'occhiolino.
Apro la scatola e ci trovo dentro una chiave.
E' la chiave di una macchina.
Guardo mio papà e riesco a chiedere < < E' quello che penso? Ma voi siete pazzi! > >
Esco nel viale e trovo la macchina più bella che abbia mai visto.
< < Era di tuo nonno, di quando era giovane > > mi spiega la nonna < < Non la usava da tanto perchè non era la macchina adatta ad una famiglia, tuo padre l'ha fatta restaurare. > >
Giro intorno alla mia macchina, rosso fuoco, la targhetta dietro dice "fiat 128 sport", sembra uscita da un telefilm poliziesco degli anni '70.
Compiacendomi di quanto sembrerò fighissima alla guida mi siedo sul sedile del conducente.
Mia nonna mi siede accanto e vedo un velo di tristezza negli occhi < < Tuo nonno mi portava a bere il gingerino quando eravamo giovani e innamorati con questa macchina. > >
< < Dì un pò, non è che la mamma è stata concepita lì dietro, vero? > > dico per sdrammatizzare, e funziona, lei scoppia a ridere.
Ricevo un messaggio di Ambra che avvisa del suo arrivo, così la aspetto nel viale per mostrarle il mio regalo.
< < Cavoli, Ana, è fighissima! > > dice lei porgendomi una scatola con un fiocco.
La apro e dentro ci trovo una gallina di peluche.
Scoppio a ridere e posiziono il mio nuovo amico sul sedile del passeggero.
< < Ragazze, ho un altro regalo per voi! > > sento la nonna esclamare.
Ci giriamo e davanti a noi c'è Valentina.
< < O mio Dio, Vale! > > esclamiamo all'unisono abbracciando la nostra amica.
Scoppio a piangere, sono così contenta che non sia finita strangolata in un vicolo in Serbia.
Le mie amiche mi aiutano a preparare la mia festa, alla fine mi sono limitata ad appendere qualche palloncino e ho posizionato dei tavoli nel giardino con il cibo e le bavande.
Valentina ci racconta tutto della sua esperienza.
< < Mi sono ritrovata in questa piazza bombardata, tutti gli edifici erano crollati, abbiamo improvvisato un teatrino per i bambini, dovevate vedere quanto erano felici! > >
Ambra ed io annuiamo affascinate, nessuna delle due avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Valentina si siede sulla panca e accarezza Lafayette sulla testa. < < Non andrò all'università > > dice a un tratto. < < So che dissi che si sarebbe trattato di un anno di pausa, ma non riesco ad immaginare di fare qualcos'altro, i miei obiettivi sono stati letteralmente stravolti. > >
Noto che Ambra mi guarda, sappiamo entrambe che io capisco benissimo di cosa sta parlando la nostra amica.
< < Ma, noi saremo amiche lo stesso, vero? > > dico con un finto broncio.
< < Ma certo! Perchè non dovremmo? > > mi chiede Vallentina curiosa.
< < Bè, tu salvi il mondo, io ammazzo polli! > > dico scherzando.
Le mie amiche scoppiano a ridere mentre il campanello mi avvisa dell'arrivo dei primi invitati.
La festa va a gonfie vele, sono venuti tutti, una volta superato lo stupore nel vedere Ambra e Antonio abbracciati, mi sono goduta tutti i pettegolezzi di Barbara ed Elena, e ho conosciuto Kevin, "l'ometto" di Simona, che in dieci minuti ha fatto fuori un intero pacco di patatine, strappato tutti i fiori della nonna e strangolato Lafayette.
Mia mamma si è anche azzardata ad uscire a conoscere i miei colleghi, ma all'ennesimo racconto di Simona sui polli ha spostato la sua attenzione su Valentina, ma è pur sempre un inizio.
 La festa di compleanno migliore del mondo.
Al tramonto gli invitati cominciano a tornare a casa, Ambra si offre  di rimanere per darmi una mano a ripulire ma rifiuto < < Vai a divertirti col tuo fidanzato! > > le dico abbracciandola.
Saluto anche Valentina e comincio a riordinare con la nonna.
< < E' troppo tardi per la festa? > > sento chiedere alle mie spalle.
Mi giro e vedo Angelica, lo sguardo fisso per terra.
Mia nonna si dilegua e io rispondo < < Ehm, no, dovrebbe esserci ancora qualcosa da mangiare, sempre che il figlio di Simona non si sia sbafato tutto > >  dico con una risatina, so che la mia amica non è qui per mangiare.
< < Mi ha chiamato Antonio ieri > > dice lei < < Anais, non dovevi. > >
< < Si invece. Tu avevi bisogno di quella promozione molto più di me, senza offesa ma, non sei molto tagliata per lo spellamento polli! > >
< < Lo so. Nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me, non eri costretta! > > dice con aria triste.
< < Senti, a te servono i soldi per andare all'università, perchè tu ci vuoi davvero andare. Io sto bene tra i miei polli! > > dico cercando di tirarla su di morale.
< < Ma è un lavoro orribile, lo hai detto tu stessa! Hai scelto il lavoro più brutto del mondo apposta! > >
< < Bè, diciamo che ultimamente l'ho rivalutato. E poi quando avrai finalmente racimolato i soldi che ti servono potrai licenziarti e darai a me il tuo lavoro. E' solo una questione di tempo, mi farà bene spellare polli ancora per un pò! > > dico pratica.
< < Sei sicura? Io che comando tutte quelle persone? > > dice incerta.
< < Ma si! Ti farò fare un corso accelerato di intimidazione da Paola e Simona! > > dico scherzando.
< < Non so proprio come ringraziarti! > >
< < Puoi sempre aiutarmi a riordinare tutto! > >



nota dell'autrice:
Ecco qua, l'ultimo capitolo della mia storia. Non allarmatevi, non finisce così, fra qualche giorno pubblicherò un breve epilogo. Vorrei approfittarne per ringraziare tutti quelli che mi hanno seguita, i lettori fedeli e tutte le bellissime recensioni. Non avrei mai immaginato che questa storia potesse piacere così tanto.
  
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