Lo Spirito d'Autunno

di Felicity Weedon
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Lo Spirito d'Autunno

 

L’autunno è una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore.”

cit. Albert Camus

Era sera.
Il parco era buio, se non fosse stato illuminato dai tanti lampioni che decoravano i viali, disegnando così le ombre degli alberi, che incombevano su di me, ornando il mio viso con sfumature scure.
Cadeva una pioggia leggera, per nulla fastidiosa, era come tanti piccoli bacini sul corpo, ed io camminavo rapita dall'insieme. Con i miei passi distruggevo un manto di foglie multicolori che l'acqua aveva fatto sue schiave, rendendole prive di qualsiasi struttura, le lasciava morire.
Alzai lo sguardo.
Le centinaia di luci dei palazzi, che padroneggiavo il parco, rendevano la situazione quasi irreale perchè concretizzava la realtà rendendola viva e tangibile, cosa che non si percepiva, si era totalmente ed inesorabilmente catturati, fatti prigionieri della magia di quel luogo, ma soprattutto dalla magia della stagione,infatti nessun rumore veniva udito, niente macchine, nessun clacson, nussuna parola arrivava a quel posto, si veniva solamente rapiti dal ticchettio delle goccioline di pioggia che si spezzavano a terra accolte: dalle foglie, dal mio corpo, da tutto ciò che rappresentava il parco.
Avanzai sotto la pioggia, camminavo piano, per non far rumore e rompere l'armonia, volevo godermi il momento, padroneggiare il silenzio. Volevo vivere, assaporare la stagione, assaggiarne ogni singola sfumatura, osservare il mescolarsi dell'acqua con i colori, del vento freddo con le luci dei lampioni. Guardavo ed ammiravo l'insieme di quell'immagine, la vedevo trasformarsi, disfarsi sotto i miei occhi, impotenti, ma allo stesso tempo così audaci da vedere quell'immensa bellezza, morire e rinascere. Mi mossi.
Mi immaginivao il dolce freddo, del vento sul mio viso, come una carezza ghiacciata.Camminavo. Mi prendevo ciò che era mio, quello che solo io, nel mio mondo potevo vedere e gustare. Mi prendevo il mio Autunno. Lo possedevo dentro, nel profondo del mio cuore. Mi fermai. Chiusi gli occhi e feci un lungo respiro ed annusai, l'aria sapeva di baganto, di freddo, odorava di casa. La mia.
Avanzai nella mia casa, mi ricordai di come da piccola, adoravo giocare nel giardino in autunno, mi rotolavo nelle foglie dai molteplici colori : gialle, rosse, marroni. Ricordo anche, che andavo sempre a castagne, pungendomi ogni qual volta le mani.
Amavo quei tempi. Ora nella mia vita era tutto grigio, nessun Autunno, niente colori, solamente un vecchio ed angosciate Inverno.
Mi sedetti su una panchina bagnata dalla pioggia leggera, ma costante.
Chiusi gli occhi e piansi.

 

 

 

 



 





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