διχοτομία
Bianco
e nero.
Quando
sei giovane tendi a fare distinzioni molto nette tra gli opposti:
giusto e
sbagliato, buono e cattivo, ricco e povero, amore e odio. Non esistono
le vie
di mezzo; i sentimenti sono troppo forti, guidati da impulsi quasi
incontrollabili, perché tu possa riuscire a farti condurre
in ragionamenti lucidi
e logici.
Saori
ha tredici anni e le sue emozioni sono un agglomerato inconsulto e
confuso, ma Atena
ne ha più di duemila, è qui dall’alba
dei tempi – poco dopo la nascita
dell’universo stesso, o era dell’uomo? non ricorda
più bene – e a modo suo sarà
ancora qui quando il tempo cesserà di esistere. Quella massa
disordinata è come
un gomitolo di lana ai suoi occhi, basta districare il filo
perché la verità
appaia chiara e lampante.
Atena
è consapevole che non esistono il bianco e nero, il bene
assoluto e il male
assoluto: la vita è una costante scala di grigi, alle volte
i toni sono più
scuri e la scala è ripida ed erta, altre invece la sfumatura
è più chiara e la
scala discende tranquilla verso un altro grigio, ancora indefinito.
È un
costante trovarsi nel mezzo. Perché Saori sa bene che non
potrebbe esistere
giustizia senza un crimine da giudicare, non potrebbe esistere ombra se
non
esistesse la luce; è una dicotomia senza fine quella del
mondo a cui
appartiene, un ossimoro vivente. D’altra parte lei ne
è l’emblema più evidente,
lei che è bene, ma anche male, che è giudice,
giuria e carnefice: Atena è giustizia,
ma è anche morte e a morte seguono sempre sangue e
distruzione, e fin troppo
spesso è accompagnata da guerra.
Per
questo ogni tanto si ritrova a sorridere pensando a quanto sia stata
idealizzata
dai suoi cavalieri – e se non fosse una dea, forse le farebbe
piacere chiamarli
amici – che vedono in lei un ideale senza macchia, una
divinità senza paura,
che non verrà mai sconfitta, perché giusta. E
dentro di sé pensa ad Aracne,
pensa a Medusa, pensa a Tiresia, e senza tornare così
indietro nel tempo pensa
a cosa – ora, in questo momento della sua vita mortale
– sia pronta a
sacrificare pur di vincere in guerra e dentro di sé vorrebbe
sentirsi turbata
dalla risposta che si dà, ma così non
è. Perché lei lo sa, il sacrificio è
necessario, la morte è solo un tributo da pagare per una
causa più grande. Il
fine giustifica i mezzi, quando il fine è la pace.
Perché
Atena è Promachos, è Nike, è Atritonia
e la sconfitta non è contemplata.
NOTE: Prima di tutto
qualche informazione pratica: La frase Atena è giustizia,
ma è anche morte e a morte seguono sempre sangue e
distruzione, e fin troppo
spesso è accompagnata da guerra. è una eco di una drabble scritta un paio di anni fa sempre Saori centric che potete trovare qui.
Aracne è la fanciulla che
Atena trasformò in ragno ai tempi del mito come
punizione per la sua Hybris, ma anche perché invidiosa della
sue effetive abilità come tessitrice (ok, in realtà è un po' più complesso di così, ma non ho voglia di raccontare tutta la storia); Medusa venne
trasformata in mostro per essersi
congiunta a Poseidone nel tempio della dea; Tiresia venne reso
ceco per
averla vista nuda mentre faceva il bagno (e secondo me Tiresia direbbe
che ne è valsa la pena, ma questo è un altro
conto). In questo elenco la dea sta
pensando a quanto sia ironico che le venga attribuito
l’epiteto di giusta,
perché se si deve a mettere a fare un esame di coscienza,
non è che lei sia
proprio una santa. I
termini finali sono epiteti attribuiti alla dea e il loro rispettivo
significato è: Promachos, prima in battaglia; Nike, dea
della vittoriosa, in
questo caso Atena vincitrice/vittoriosa; Atritonia è
composto da Tryo –
logorare – preceduto dall’alfa privativo e
significa instancabile.
Questa
flash, come la successiva, è legata al concetto di
sacrificio e alla visione che Atena/Saori ha dello stesso.
Ora
qualche notizia di ordine diverso: SONO SENZA INTERNET. Mi sono
trasferita da poco in Francia per l'erasmus e stanno impiegandoci ere
geologiche per attaccarmi e attivarmi internet, se dio vuole il 5
dovrebbe venire il tecnico. Fortunatamente fino al 3 sarò a
Milano quindi sarò tra i vivi, se poi sparirò
sappiate che non è per mancanza di ispirazione, ma per
assenza di connessione, parte delle drabble sono infatti già
scritte.
Detto
ciò vi ringrazio di cuore per le bellissime parole e
recensioni che mi avete lasciato risponderò a tutte piano
piano!
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