31 Maggio
Se possibile, oggi è stata una giornata ancora
più
assurda di quella di ieri! Santo cielo Diario, non so più
cosa
pensare...cosa provare...sono confusa!
Però aspetta, lascia che ti spieghi con calma
cos'è
successo. Cercherò di farlo nella maniera più
breve
possibile, perché sono stanchissima e ho molto sonno, ma
voglio
cercare di lasciare impresse in queste pagine tutte le sensazioni
bellissime che sento ora!
Dunque, stamattina sono andata a scuola perché altrimenti la
mamma mi mangiava viva, poi al pomeriggio sono tornata a casa
perché c'era la chiusura per la festa della città.
Come al solito i nostri organizzatori in pochissimo tempo hanno
decorato tutta Startop, riempiendo i vicoli di anelli di carta colorati
e la piazza piena di palloncini. Anche gli striscioni sono stati
immediatamente alzati sulle colonne dell'edificio comunale e tutta la
città ha completamente cambiato aspetto!
Il negozio è rimasto aperto solo la mattina ma prima che
papà lo chiudesse ho selezionato gli utensili che mi
servivano
per riparare la mano di Ed e me li sono portata dietro alla taverna di
Frider, dove speravo di trovarli. Quella taverna ha anche delle camere
dove poter dormire e fortunatamente chiedendo a Frid mi ha confermato
che dormivano lì la notte!
Gli ho chiesto se poteva chiamarmeli dicendogli che ero qui per Ed che
se aveva tempo potevo sistemarlo. Sono scesi entrambi dopo pochi minuti
e Frid ci ha lasciato la stanzetta che c'è dietro il bancone
per
lavorare.
Inizialmente Ed mi guardava strano, forse pensava che non avrei
più voluto aiutarlo dopo quello che aveva detto sul mio
bisnonno. Ma lui si è anche offerto di darci dei soldi in
cambio
di quella pietra, infondo non ce la sta mica portando via! E poi
così avrei potuto rivederlo...anche se poi alla fine sono
stata
più contenta di rivedere Al.
Già, perché è stato proprio lui a
rompere il
ghiaccio mentre lavoravo sulla mano di Ed in un silenzio tombale.
"Ehm...allora il mio
fratellone aveva veramente un problema giusto?"
mi ha chiesto lui con una vocina un po' imbarazzata. Diario, non so
cosa mi sta succedendo, ma quella voce così carina e
timida...non so, non mi lascia indifferente! Comunque ho annuito,
rispondendogli che non era niente di grave ma alla lunga avrebbe potuto
danneggiare anche altre parti del polso e che era meglio sistemarlo
subito per evitare che ciò accadesse. "Vedi fratellone che ho fatto
bene a dirti di fermarci? Se non fosse stato per me non saremmo nemmeno
ancora qui!".
Ed ha fatto un'altra volta quella sua buffissima faccia imbronciata e
ha girato la testa dall'altra parte, cosa che ha provocato una piccola
risata sia a me che a Al. Ne ho approfittato di quel momento di buon
umore per chiedere ad Al dell'armatura, ma la risposta che mi ha dato
in quel momento è stata strana. "Scusami Al ma te la posso fare
una domanda? Come mai vai sempre in giro con quell'armatura addosso?"
gli ho chiesto senza pensarci troppo. Nel momento in cui non l'ho
sentito subito rispondere mi è venuto in mente che forse ero
stata troppo indiscreta a chiederglielo, in fondo chi ero io per farmi
gli affari loro? "Non
è una mia scelta Nicky..." mi ha risposto
debolmente. Stavo per chiedergli cosa intendesse dire ma Ed ci ha
fermati entrambi dicendo "Eh
tu non lo conosci mio fratello, è tutto strano! Questa
è solo una delle tante sue stranezze, non ci fare caso!"
risposta che in quel momento mi sembrò anche buona, ma poi
nel
corso della giornata ho capito che Ed voleva solo tenermi lontana dalla
loro verità.
Quella risposta comunque aveva provocato un altro momento di silenzio
fra noi; Al sembrava quasi imbarazzato e Ed era tornato a guardare
fuori dalla finestra non dando molta attenzione a quello che gli facevo
alla mano. "Beh comunque"
ho detto io, "se avete
scoperto che Kiroshi era il mio bisnonno è solo grazie ai
miei tacchi". Ed si è voltato verso di me con
aria interrogativa e anche Al ha alzato la testa. "I tuoi tacchi?" mi
ha chiesto lui. "Sì,
i miei tacchi! Se non li avessi indossati probabilmente non sarei mai
precipitata giù per la scala e voi non avreste mai visto il
ferro di cavallo!" fu proprio una bella risposta caro
diario perché appena finii di dirla si misero subito tutti e
due a ridere!
Avevo contribuito ad alleggerire l'atmosfera e questo ci
aiutò a
passare più in allegria gli ultimi minuti in cui sistemavo
la
mano di Ed. Una volta finito gli ho detto "A posto, ora è tutto
fissato correttamente!"
e ho incominciato a mettere via tutto. Poi mi è venuto in
mente
che avrei potuto invitarli per la festa, visto che qua non conoscevano
nessuno come avrebbero potuto festeggiare?
Ancora una volta, come era successo due giorni fa, Al rispose un bel "Sì!" e
Ed un brutto "No"
secco. I due si guardarono un attimo, poi Al ha insistito per esserci "Avanti
fratellone! Cosa ci costa? Tanto dobbiamo rimanere qua comunque fino a
domani mattina, se la festa è così bella quanto
dice
Nicky ci possiamo divertire!" e fortunatamente Ed ha
ceduto subito. "Va bene
va bene...se ci tieni tanto ci verremo...".
Diario, ero felice che sarebbero venuti!
Li ho salutati e sono tornata di corsa a casa dove da lì a
poco
sarebbero arrivate anche le mie cugine con i miei zii, ho fatto giusto
in tempo a togliermi la tuta da lavoro e farmi una doccia che sono
arrivati subito tutti i parenti.
La zia non ha risparmiato di dire a Emy e a me "Ooooh! Ma quanto sei cresciuta!!!"
cosa che dice regolarmente OGNI ANNO che ci vediamo a questa festa!
Però in fondo è simpatica, è molto
diversa dallo
zio che invece ha un carattere più introverso ma tutte
queste
cose so che le sai già perché te le ho raccontate
in
passato.
Una volta che sono arrivati tutti i parenti materni e paterni abbiamo
fatto un'unica grossa tavolata in giardino ed è stato
bellissimo; a capotavola si sono messi i miei genitori e gli zii e la
parte finale della tavola l'hanno lasciata a me e alle mie cugine
così che potessimo rimanere tutte vicine!
Abbiamo parlato molto fra noi ragazze, però caro Diario se
ti
riporto tutto quello che ci siamo dette credo che non mi basteranno
tutte le tue pagine! Quindi mi limito a dirti che stanno tutte bene,
Darrel ha anche trovato il ragazzo!!
Corro un po' perché voglio arrivare al punto più
importante della giornata: la festa della sera.
Come al solito ci siamo messi tutti estremamente eleganti, considera
che vedere mio padre vestito così per me è sempre
una
sorpresa! Ripensando poi alle facce che faceva ieri quando Ed ci
raccontava del mio bisnonno...vabbè comunque eravamo tutti
"tirati a lucido", come si dice in questi casi!
Appena siamo stati tutti pronti siamo usciti tutti di casa e ci siamo
diretti verso la piazza e mentre ci arrivavamo abbiamo trovato Ed e Al
che si guardavano attorno un po' spaesati. Ci siamo avvicinate e ho
fatto le presentazioni del caso ma Ed non si è dimostrato
molto
allegro nello stringere la mano alle mie cugine. Devo ammettere che
eravamo un po' tutte eccitate per la festa e forse siamo apparse un po'
troppo "rumorose", ma che cavolo, in fondo bisogna stare allegri
durante le feste!
Mah, in ogni modo appena presentati Bettie mi ha lanciato subito uno
sguardo di fuoco, come se mi volesse dire "Carinooo!" e io le ho
sorriso annuendo.
Una volta arrivate in piazza il colpo d'occhio è stato
notevole:
a parte il fatto che era già tutta piena, c'erano
anche
già i tavoloni con le torte e i dolci che le signore di
Startop
avevano fatto. Ovviamente anche mamma ne ha portata una e devo dire che
quest'anno era particolarmente buona...e anche la città ha
risposto bene visto che ce ne erano veramente tante!
Dal momento che abbiamo iniziato a fare il giro dei tavoloni devo
ammettere che ho perso completamente di vista Al e Ed; fra una fetta di
torta e un'altra, un saluto ai numerosi bambini che correvano
dappertutto per la piazza, una stretta di mano ai vari vicini di casa
-c'erano proprio tutti!- e altro mi sono un po' immersa nel mio mondo
assieme a mia sorella e alle cugine.
A farci tornare con i piedi per terra è stata mia madre
quando
è venuta a chiamare Emy perché era arrivata la
famiglia
Miller -la loro figlia è sorda come Emy e ogni volta che
tornano
a Startop parlano sempre tanto insieme, credo siano diventate grandi
amiche pur abitando lontano- e ne abbiamo approfittato tutte per fare
un giro fra le persone che ancora non avevamo salutato. Bettie mi aveva
detto che avrebbe voluto provarci con Ed, io le fatto presente che era
sì carino, ma era vero che aveva anche un caratteraccio! Ma
lei
non mi ha voluto ascoltare e una volta che l'ha rintracciato si
è avvicinata e lo ha letteralmente strappato via dalla fetta
di
torta che stava assaggiando - Bettie diciamo che è...in
carne,
visto che pesa quasi 90 kili- e lo ha trascinato via dalla folla
ridendo come una pazza. Il povero Ed ha fatto in tempo a guardarmi per
un attimo con uno sguardo implorevole di aiuto che poi è
stato
trascinato via. Poveretto! Se Bettie si mette qualcosa in
testa...è proprio difficile farle cambiare idea.
Comunque diario è qua che volevo arrivare: ci siamo separate
con
l'appuntamento di ritrovarci fra una quindicina di minuti lì
dove eravamo rimaste a parlare prima ma in realtà io ci sono
tornata solo molto dopo.
Il fatto è che dopo aver salutato un altro paio di vicini mi
sono accorta che Al, separato -con la forza- da Ed, si era allontanato
dalla piazza e si stava dirigendo su per la collina. Mi ricordo di aver
pensato che lui e Ed erano pur sempre "stranieri" in questa
città e di conseguenza non potevano sentire la festa
esattamente
come facevamo noi. Quindi ho pensato di raggiungerlo per fargli un po'
di compagnia, per lo meno fino a quando Ed non si fosse liberato dalle
grinfie di mia cugina.
Appena mi sono avvicinata gli ho chiesto se si stava annoiando e lui mi
ha subito tranquillizzata rispondendomi "nono tranquilla! volevo solo
fare quattro passi...e tu cosa ci fai qui?"
Gli ho risposto che avrei voluto farmi quattro passi anch'io e gli ho
proposto, tanto che ormai eravamo quasi arrivati, di andare fin su la
collina e fermarci lì a guardare la piazza dall'alto.
Mentre camminavamo non sono più riuscita a trattenere la mia
curiosità sull'armatura e gliel'ho chiesto. "Senti
Al, non è che posso farti una domanda? Stamattina mi hai
detto
che indossare quell'armatura non era una tua scelta...ma cosa significa
esattamente?"...questa domanda lo ha portato a raccontarmi
tante cose e ora un po' mi pento di avergliela fatta.
Mi rispose che voleva aspettare di essersi allontanato un po' dalla
città per spiegarmelo e quando finalmente siamo arrivati in
cima
alla collina mi ha detto "Forse
è meglio che ci sediamo, non vorrei spaventarti..."
come dovevo reagire a una frase così? Mi sono messa a
ridere! "Suvvia Al, il
motivo per cui stai dentro quell'armatura è così
pauroso dal dovermi sedere?" Lui non mi ha risposto e mi
ha chiesto nuovamente di sedermi.
Io ridacchiando l'ho fatto e...è stato in quel momento che
si
è sfilato la testa dal collo e si è piegato verso
di me
per farmi vedere il vuoto che aveva dentro.
Sì, hai capito bene caro diario, dentro l'armatura di Al non
c'è proprio nulla.
A ripensarci ora credo di aver fatto la figura della cretina,
perché sono passata dal ridere all'urlare come una scema. "Santo cielo! Un'armatura
telecomandata!" mi è venuto da urlare.
Ma lui con calma si è infilato la testa nel resto
dell'armatura e mi ha spiegato tutto. "Non sono telecomandato
Nicky...io sono l'armatura stessa, il mio corpo non ce l'ho
più da quattro anni ormai..." e per farmi
capire meglio mi ha spiegato tutta la loro storia. "Il
motivo per cui sono diventato così è
perché
assieme a mio fratello abbiamo provato a fare una cosa che l'alchimia
da sempre vieta di fare...e noi da bambini ci abbiamo provato comunque.
Ed non ha quegli automail perché ha avuto un incidente, il
braccio e la gamba che ha perso sono anch'essi frutti del mio stesso
peccato".
Tutta la storia che mi ha raccontato dopo, caro diario, te la
risparmio. E' una storia shockante che mi ha fatto star male, non
pensavo neanche che lui e Ed fossero in quelle condizioni. Ho capito
immediatamente perché volevano la Pietra filosofale e
credimi,
anche se non ti racconto tutta la loro storia, che non lo fanno per
scopi malvagi.
Le lacrime hanno iniziato a uscirmi senza che potessi fermale e lui
appena se ne è accorto mi ha subito aiutata "ehi Nicky perché
piangi?" ma cosa gli potevo rispondere? Che piangevo per
la condizione in cui erano? "Mi..mi
dispiace...se lo avessi saputo non..non..." ma le parole
mi sono morte in gola. Lui si è avvicinato e mi ha messo una
mano sulla spalla. "Nicky
non devi reagire così...tu non lo potevi sapere. Te l'ho
raccontato solo perché vorrei che capissi il mio fratellone
se
ogni tanto si comporta male...non lo giustifico però mi
rendo
conto di quello che sente."
Hai sentito caro diario? Mi aveva raccontato tutta quella storia solo
per giustificare Ed e il suo modo di fare. Quanto bene gli deve volere
per arrivare a scusarsi per lui?
Mi sono sentita veramente in colpa per avergli fatto ricordare tutta
quella faccenda e non ho potuto fare altro che ripetergli che mi
dispiaceva. E lui mi ha preso le mani e me le ha strette. Un paio di
mani fredde e metalliche, ma credimi diario, io sono riuscita a sentire
il calore di quella stretta.
In quello stesso momento dalla città è arrivato
il suono
delle canzoni che erano iniziate da poco e mentre cercavo di riprendere
il controllo di me stessa ho visto che le persone avevano iniziato a
ballare. "Tu sai ballare
Nicky?" mi ha chiesto lui. "No, non ho mai imparato. E tu?"
gli ho chiesto asciugandomi il volto. "No, ma mi piacerebbe in futuro.
Sembra molto divertente!" ha esclamato cercando di
metterci un po' di entusiasmo.
Hai capito caro diario? In quel momento era lui che cercava di
consolare me. Quanto gli devo essere sembrata sciocca? Semmai sarebbe
dovuto accadere il contrario, IO avrei dovuto consolare lui!
"Vuoi che torniamo in
piazza?" mi ha chiesto tenendo sempre lo stesso tono
gentile. "Certo"
gli ho risposto io cercando di sorridergli.
Mentre percorrevamo la strada al contrario per rientrare in
città mi sono sforzata a lungo di trovare qualcosa da dirgli
prima di dividerci ancora, non potevo far sì che ci
lasciassimo
con quel clima di tristezza fra noi. "Ehi Al, te lo posso svelare
anche io un segreto?" gli ho chiesto sforzandomi di
sorridere. "Sono tutto
orecchi!" mi ha risposto lui con aria divertita. "Io
dico sempre a tutti di chiamarmi Nicky ma il mio vero nome è
un
altro...è un po' imbarazzante, promettimi di non ridere!"
Lui si è portato una mano dietro la testa e me lo ha
promesso -già ridacchiando!- e io gliel'ho detto. "Il mio nome per intero
è Nicodema...brutto vero?" e lui ha riso, ha
riso di gusto!! "Ehi ma
non sei carino a reagire così!!"
gli ho detto cercando di risultare arrabbiata. Ma lui al contrario si
è messo a ridere ancora più forte e ha finito per
contagiare nella risata anche me."Sì,
decisamente brutto, lasciatelo dire!" mi ha detto ancora
fra le risate. "Ma
insomma!!!" e abbiamo riso ancora.
Arrivati in città abbiamo dovuto dividerci dandoci
l'appuntamento per domani mattina presto per partire.
La festa poi è proseguita bene e verso mezzanotte siamo
tornati
tutti in casa. Ora ti sto scrivendo dal bagno perché in
camera
mia questa sera dormono anche le mie cugine e non posso tenere la luce
accesa.
Sono infatti un po' scomoda e credo di finire qui il mio resoconto di
oggi.
Al è veramente un bravo ragazzo...quasi mi dispiace che
domani
dopo che avranno trovato quello che cercano se ne andranno via.
Buonanotte, caro Diario.
***
1 Giugno
Volevo scrivere giusto un paio di righe prima di partire, visto che non
so se avrò il tempo di aggiornati durante il viaggio.
Sono le cinque emmezza del mattino e siamo già tutti svegli,
anche Emy che ha detto a papà di voler venire con noi. Lui
ovviamente non vuole e fino a cinque minuti fa stava cercando di
convincerla a rimanere, poi si sono spostati di sotto e non so
più chi l'ha avuta vinta.
In ogni modo, ho avuto un sonno agitato. La storia che mi ha raccontato
Al è stata tremenda...e non sono riuscita a non pensarci
durante
la notte. Ci sono un sacco di cose che ora vorrei chiedergli ma non so
se risulterei inopportuna o no...d'altra parte sembra così
un
bravo ragazzo, cosa succederebbe se riuscisse veramente a recuperare la
pietra filosofale insieme a Ed? Non mi ha detto cosa hanno intenzione
di fare dopo...
Credo di aver già scritto troppo, sento papà che
sta
tirando fuori la macchina e questo vuol dire che manca poco a partire.
Chissà se Al e Ed sono già arrivati.
Finisco di sistemare due cose e ti metto nella borsa, magari se mi va
bene stasera riesco a scriverti direttamente dalla casa di nonno.
***
2 Giugno
Sono felice di riuscire a scriverti, ma purtroppo non siamo ancora
arrivati e così fra poco ci arrangeremo nel dormire in
macchina.
Nessuno è entusiasta all'idea -neanche Emy che alla fine
è riuscita a convincere papà a farla venire-
però
ci dobbiamo accontentare.
La giornata è inizia male ed è finita abbastanza
bene, ora ti racconto.
Come ti dicevo stamattina siamo partiti prestissimo, papà e
Emy in macchina sono stati davanti e io e i fratelli dietro.
Per i primi minuti di viaggio c'è stato un
silenzio
imbarazzante; Ed guardava fuori dal finestrino, Al sembrava a disagio
perché probabilmente sentiva di dover dire qualcosa ma non
sapeva cosa, mio padre ovviamente non diceva nulla...e io e Emy eravamo
lì a pensare a cosa fare per rompere quel brutto clima.
Fortunatamente c'ha pensato lei, girandosi verso Al e iniziando a
parlargli con l'alfabeto dei gesti."Bello!
Così mi posso allenare un po'!"
ha detto lui iniziando a risponderle. Emy ne ha approfittato che Ed non
capiva quello che si dicevano per riferire a Al che suo fratello mi
piaceva tantissimo, appena ha finito di dirglielo mi sono messa a
urlare! Non volevo che Al pensasse questo di me...soprattutto poi dopo
quello che praticamente gli ho costretto a raccontarmi!
E non so caro diario, forse è stata solo una mia illusione,
ma
mi è sembrato che abbia abbassato un po' la testa quando Emy
gliel'ha detto.
Era dispiaciuto? Geloso?
Non so se è la verità oppure sono io che me lo
sono sognato...
Comunque hanno continuato a parlare a lungo, Al le ha chiesto da quanto
ha questo problema e se quelli di Startop conoscono il suo linguaggio
per capirla nel caso in cui vada in giro da sola. E' stato veramente
dolce e sereno mentre le chiedeva queste cose...e raramente ho visto
Emy parlare del suo problema con tanta tranquillità.
Tutto questo ci ha aiutati a "scioglierci" un po' visto che
la
partenza è stata così disastrosa...ma il massimo
l'abbiamo avuto quando siamo passati davanti al lago Ashino e Emy ha
chiesto a papà di fermarsi per farci tutti un bagno. "Assolutamente no, se ci
sbrighiamo forse riusciamo ad arrivare oggi stesso"
ma Emy ha insistito facendogli notare l'ora -era l'una passata- e
dicendogli che ci saremmo dovuti fermare ugualmente per pranzare.
Sotto le sue insistenze allora ha accettato, ricordandoci
però di fare una cosa svelta. "Tu hai voglia di fare un bagno
con noi Ed?" ho provato a chiedergli, ma lui ha subito
declinato l'offerta "No
rimango fuori con Al, non c'è problema"
mostrando un lieve sorriso -sì, proprio quello che quando ho
visto per la prima volta mi ha fatto impazzire- ad accompagnare la
risposta.
Se il suo rifiuto lo consideravo quasi scontato, quello che non mi
aspettavo era il sì di nostro padre. Ha chiesto ai due
fratelli
di fare la guardia alla macchina e al resto dopodiché si
è buttato anche lui in acqua!
E' stato molto bello perché come molti altri giorni a questa
parte faceva veramente un gran caldo e l'acqua si è rilevata
incredibilmente fresca...ce lo siamo proprio godute quel bagno!
Papà è stato dentro proprio poco, tempo dieci
minuti ed
era già fuori, però io e Emy siamo riuscite a
rimanerci
ancora un po' prima che ci chiamasse perché era pronto.
Abbiamo
mangiato i sandwich che ci aveva fatto la mamma e c'è stato
un
momento di panico quando quando Al ha rifiutato.
Mio padre l'ha presa subito male, ha iniziato a chiedergli "Perché
non accetti? Mia moglie li ha preparati per tutti, anche per voi
due...anche se non capisco perché l'abbia fatto"
e Al ha provato a rispondergli "Io
la ringrazio ma...è che non ho proprio fame!"
ma ti ho raccontato com'è mio padre no, diario? Si era messo
in
testa che aveva rifiutato perché non voleva mangiare
qualcosa
fatto da noi...e si è innervosito. "Guarda
che non ci fermeremo più fino a quando non arriveremo,
quindi se
non mangi adesso poi non lo potrai più fare" e
quando Al ha rifiutato nuovamente mio padre ha sbottato con un bel "Allora affari tuoi!"
che ha riportato fra noi quel silenzio imbarazzante che già
avevamo sentito la mattina in macchina. Io e Emy abbiamo lanciato
un'occhiataccia a papà mentre Ed -poverino!- ha cercato di
difendere la situazione dicendo a mio padre che avrebbe mangiato lui la
parte del fratello, ma ormai papà era arrabbiato e non lo
avrebbero più fatto cambiare di umore.
Che nervoso quando fa così! E poi se la prende sempre con
chi
non c'entra...anche a casa si comporta spesso in questo modo.
Non volevo che Al pensasse di essere stato in qualche maniera
l'artefice di quel malinteso allora gli ho chiesto di fare un giro con
me "Hai voglia di fare
un giretto?
Sai ho ancora i capelli tutti bagnati e camminare un po' sotto il sole
me li asciugherebbe velocemente..." lui fortunatamente ha
accettato subito.
Appena abbiamo fatto qualche passo allontanandoci mi sono
subito scusata con lui, ma lui mi ha tranquillizzata "No non fa niente, sul serio.
Purtroppo mi capita spesso di risultare strano agli occhi della gente
ma...ormai mi sono abituato". Che triste sorte la sua, ho
pensato appena mi ha risposto. "Ma
quindi tu non mangi e non dormi? E' così?" la
mia curiosità aveva avuto il sopravvento e mi aveva fatto
fare quella domanda. "Sì,
è così. Ho un sacco di tempo libero!"
ha risposto con un tono allegro. E' incredibile come quel ragazzo
riesca a prendere la sua situazione in quel modo. Certo è
vero
che ormai è quattro anni che è così
però...non so diario, ma mi sono ritrovata a chiedergli
sempre
più informazioni sul suo conto. "Tu hai detto che prima di essere
così sei stato bambino...ma com'eri da piccolo? Eri biondo
come Ed?"
in quel momento non c'ho pensato che forse parlarne lo avrebbe fatto
stare male, ma volevo veramente sapere qualcosa in più su di
lui. "Sì ero
biondo, assomigliavo molto al mio fratellone. Forse con qualche chilo
in più però!" e si è
messo a ridere, seguito subito da me.
Il discorso però è diventato subito
serio. "Senti Nicky..."
mi ha detto. "io
credo che forse sarebbe più giusto se una volta recuperata
la
pietra filosofale la usassimo per curare Emy più che far
tornare
me come ero una volta. In fondo, lei non ha colpe per essere
così com'è, mentre io invece..."
Hai sentito caro diario? Mi stava proponendo di usare la sua
opportunità di tornare normale per curare mia sorella,
è
o non è un ragazzo dolcissimo? Lo so che l'ho già
detto e
che lo dicevo proprio riferito a suo fratello ma...devo ammettere che
sto cambiando idea, ora mi sento molto più attratta da Al.
Non
è ovviamente una questione di bellezza, è
che...Al mi
sembra talmente buono da non sembrare vero! Chissà che gran
persona che deve essere...dovevo però dargli una risposta,
al di
là dei miei pensieri. "Io
ti ringrazio per quello che stai dicendo, dimostri una grandissima
umanità anche se sei un'armatura..."
ma non ho saputo dire altro. Forse avrei dovuto rispondergli "ma no,
non farlo!" ma diario...tu lo sai quanto Emy ci terrebbe a poter
parlare come tutti noi...
Abbiamo percorso il tragitto di ritorno in silenzio, ognuno dei due con
i suoi pensieri. Appena tornati siamo subito ripartiti ma come ti
dicevo all'inizio ora dobbiamo dormire in macchina perché
non ce
l'abbiamo fatta a raggiungere la casa.
Ci riusciremo domani nella prima mattina, e se quello che ha detto
papà è vero...domani si concluderà il
loro viaggio
durato quattro lunghi anni.
Ti racconterò, caro diario.
***
5 Giugno
Ebbene sì, è finito tutto.
Ti scrivo solo oggi perché prima proprio non ce l'ho fatta,
troppe emozioni si sono mischiate nella mia mente per scrivere qualcosa.
Proverò a raccontarti qualcosa ora, cercando di risultare il
più chiara possibile per quello che ho capito io, visto che
nonostante siano passati tre interi giorni alcune delle cose che sono
successe ancora non le ho comprese.
Siamo arrivati alla nostra destinazione alle dieci circa del mattino,
dopodiché siamo scesi dalla macchina e siamo entrati in casa.
Mi ha fatto uno strano effetto tornare in quel posto, ormai erano tre
anni che non ci venivamo più. A ogni estate mamma chiedeva
di
tornarci per passare una settimana di relax fuori città ma
poi
per un impegno o per un altro non lo abbiamo mai fatto.
Comunque, alla fine del nostro viaggio eravamo lì e potevo
leggere l'agitazione negli occhi di Ed talmente era in ansia.
Poco prima di arrivare aveva chiesto a mio padre se era sicuro che il
padre di suo padre avesse realmente la pietra filosofale, ma fu una
domanda a cui papà non diede mai risposta. Per quanto ne
sapevamo noi, il mio bisnonno poteva avercela come no, non avevamo
nessuna certezza in nessuno dei due casi.
Al invece è rimasto zitto tutto il tempo, io sentivo di
dovergli
dire qualcosa ma non sono riuscita a farlo. Non avevo accennato niente
a Emy di quello che mi aveva detto, se ci avesse ripensato all'ultimo
cosa avrei potuto dire? Non potevo illudere mia sorella se non avevo la
certezza di quello che le dicevo.
Appena entrati in casa papà ha subito aperto le finestre per
far
entrare un po' di luce, la polvere ormai aveva ricoperto tutto come a
sgridarci per tutto il tempo in cui non ci eravamo presi cura di
tenerla pulita.
Poi siamo subito scesi in cantina, dove sapevamo che erano rimaste le
vecchie cose del bisnonno. Lo scantinato era in condizioni ancora
peggiori della casa, c'erano ragnatele dappertutto e abbiamo anche
visto un paio di topi scappare via.
Siamo arrivati davanti a un grosso scatolone, papà
l'ha
preso e senza dire niente a nessuno l'ha portato su. "E' lì
dentro che ci sono i gioielli di Kiroshi?" gli ha chiesto
Ed, senza
avere risposta.
Una volta tornati in casa ha sbattuto lo scatolone per terra
in
centro alla stanza d'ingresso, poi ha detto "Se c'è veramente in
questa casa ciò che cercate, allora è
lì dentro".
Ed si è lanciato su quello scatolone come un animale
affamato si
lancia sulla sua preda: ha fatto una strana cosa sulla sua mano
-alchimia?- che è diventata una sorta di lunga lama che ha
utilizzato per tagliare in due lo scatolone. Appena l'ha fatto si sono
riversati sul pavimento un mucchio di piccoli sacchetti, ognuno di loro
si è rovesciato facendo uno strano rumore, come un
tintinnio. Ed
ha iniziato ad aprirli tutti, uno per uno, buttando via quelli che
contenevano anelli o collane.
Proprio così caro diario, appena capiva che dentro quel
sacchettino c'erano "solo" gioielli preziosi, se li buttava subito alle
spalle senza guardarli più. Anche sul viso di mio padre ho
visto
un certo stupore, era ormai chiaro a tutti che a Ed non interessava
nulla della ricchezza del mio bisnonno, era altro quello che cercava.
E lo trovò, proprio quando ormai lo scatolone si stava
svuotando e la sua speranza svanendo.
Un piccolo sacchettino iniziò a brillare di
un'intensa
luce rossa e appena Ed lo prese trovò al suo interno una
grossa
pietra dello stesso colore. "A-Al...q-questa
è..." si mise a
balbettare mentre la guardava nella sua mano -occupava quasi tutto il
suo palmo- e poi guardò subito Al in quale si era avvicinato
anche lui. "D-dammi una
mano ad alzarmi Al..." il fratello accorse
subito in suo aiuto, sembrava che Ed avesse perso le forze da un
momento all'altro. "Dopo
quattro anni...dopo quattro anni di
ricerche..." continuava a ripetere. "Avanti fratellone, usala per
riprenderti il braccio e la gamba" gli ha detto Al. "Non..non vuoi
usarla prima tu?" ma Al scosse la testa. "Va bene..." Ed si
girò
verso di noi. "Dovete
farmi spazio...dovete spostare tutti i mobili
più vicini a noi, tu Al passami il tuo gessetto...devo
disegnare
il cerchio alchemico per attivarla." e così
mentre i due
fratelli si davano da fare la mia ansia cresceva, perché se
Al
fosse stato di parola da lì a pochi minuti Emy avrebbe
incominciato a parlare come tutti noi.
Una volta che lo spazio affianco a noi si era liberato, Ed
sbatté le mani e le impose sulla pietra, la quale
iniziò
ad alzarsi e a galleggiare a mezz'aria. Ne' io ne' Emy e
papà
avevamo mai visto niente del genere. Lo strano cerchio che Ed aveva
disegnato per terra iniziò a illuminarsi di rosso, seguito
immediatamente dalla pietra. Il suo bagliore era quasi accecante, solo
Ed sembrava non soffrire di quella intensa luce. Chiuse gli occhi e
iniziò a bisbigliare qualcosa, dopodiché tutta la
stanza
si illuminò con una luce di un'intensità mai
vista prima,
che al confronto quella precedente era nulla. Tutti noi ci coprimmo gli
occhi con le mani e sentimmo chiaramente uno specie di botto, seguito
immediatamente da un vento fortissimo che sembrava generarsi dalla
pietra che ancora fluttuava a mezz'aria.
Il tutto durò pochi secondi, dopodiché tutto
tornò alla normalità.
Appena riuscii a riaprire gli occhi vidi Emy stretta a papà
che
cercava di proteggerla dalla luce facendo del suo corpo uno scudo e Al
e Ed ancora in piedi uno davanti all'altro. Ed si tolse subito il
guanto bianco dalla mano destra e si guardò la mano mentre
le
lacrime iniziavano a bagnargli il viso. Aveva due mani umane, come se
l'automail che gli avevo riparato io solo pochi giorni fa non fosse mai
esistita.
"Al...funziona!!"
gli disse ritrovando il sorriso. "Funziona,
FUNZIONA!" urlò mentre tentava di abbracciare
il fratello. "Sono
felice Ed, sono felice che dopo tutto questo tempo tu possa essere
finalmente tornato normale." ma il tono della voce di Al
mi fece
intendere che stava per dire a suo fratello esattamente la stessa cosa
che aveva detto a me il giorno prima. "Ma ti chiederei di usare la
pietra per Emy, per farla parlare come tutti noi. Lei non ha colpe per
la situazione in cui è, io invece sì."
Queste parole fermarono immediatamente la felicità
di Ed.
"Ma...ma cosa stai
dicendo Al? Non scherzare nemmeno, io ora ti faccio
tornare umano!" ma Al scosse la testa, davanti allo
stupore più
generale di mio padre che stava assistendo a questo dialogo per lui
incredibile. Ricordo chiaramente che anche Emy mi chiese cosa stavano
dicendo ma ero troppo in ansia e presa da quel momento per risponderle.
"No fratellone, sul
serio. Ci ho pensato a lungo in questi ultimi due
giorni e credo sia giusto così."
Ma Ed non si fece convincere.
"No che non
è giusto così Al!! Sono quattro anni
che aspettiamo questo momento! Dispiace anche a me per la situazione di
Emy ma dobbiamo pensare a noi, a quello che abbiamo cercato e a tutto
quello che abbiamo sacrificato per arrivare a questo punto!"
Come potevo dargli torto? In cuor mio speravo che Al lo
convincesse, ma sapevo che Ed aveva tutte le ragioni per non
essere d'accordo. "Fratellone,
ho deciso così. Se non vuoi farlo
tu allora lo farò io" e così dicendo
si avvicinò
alla pietra rossa. "No
fermo Al! Tu non sai come si attiva!" gli
urlò Ed, ma ormai Al sembra intenzionato a provarci
ugualmente.
"Aaaaaaaaal!!"
urlò ancora Ed, poi prima che suo fratello
potesse fare qualsiasi cosa batté nuovamente le mani e la
stanza
fu nuovamente illuminata con la stessa intensità di prima.
Questa volta però il vento fu molto più forte, io
mi
sentii chiaramente alzare da terra e sbattere contro il muro che avevo
alle spalle. Udii anche chiaramente l'urlo di mio padre, poi da un
momento all'altro solo il silenzio.
Quando riaprii gli occhi sentii un forte dolore alla schiena e vidi Ed
chinato per terra.
Cercai di rialzarmi per capire cos'era successo e vidi un
ragazzo
nudo sdraiato affianco a Ed, mentre quest'ultimo lo stava coprendo con
il suo mantello rosso. "Ora
sei di nuovo tu Al..." gli bisbigliò
dolcemente. Mi guardai attorno e vidi mio padre per terra ancora
svenuto abbracciato a Emy, nessuno dei due sembrava riportare ferite.
Io sentivo un po' di male dappertutto ma alla fine non mi sono fatta
niente di grave.
Ed, ancora chinato su suo fratello, mi guardò. E io non
seppi
fare altro che abbassare lo sguardo, la pietra era scomparsa e con lei
la speranza di curare mia sorella.
Non posso biasimare Ed per quello che ha fatto, io al suo posto
probabilmente avrei fatto la stessa cosa.
Ed provò a svegliare il fratello scuotendolo
leggermente,
io provai a fare la stessa cosa mio padre e Emy. Quando papà
si
riprese si guardò attorno per cercare di capire cos'era
successo, poi guardò Emy e iniziò a urlare "mia figlia
ora può parlare? può realmente farlo?"
ma prima che
potesse chiederlo ancora gli feci di no con la testa. Ora era il turno
delle mie, di lacrime. Mio padre lanciò un'occhiata di fuoco
a
Ed, ma non gli disse nulla. Forse anche lui aveva capito il
perché si era comportato così, agendo contro la
volontà del fratello.
"Emy? Emily mi
senti?" gli chiedeva mio padre mentre le versava
un po' di acqua sul volto. Io guardavo un po' lei e un po' Al e il
primo a riprendere coscienza fu proprio lui.
Era un bel ragazzo caro diario, esattamente così come me lo
ero
immaginato io. Biondo e con gli occhi dello stesso colore, proprio
così come era Ed.
Lo sguardo che fece appena si accorse di avere un corpo vero fatto di
carne e ossa mi fece sorridere, nonostante la delusione del momento.
Era felice, probabilmente di una felicità che non aveva mai
provato prima.
Poi spostò lo sguardo su di me e su Emy ancora fra
le
braccia di mio padre. Infine guardo Ed, ma non gli disse nulla. Si
alzò un po' a fatica e si mi si avvicinò. "Mi
dispiace...mi dispiace di non aver-" ma lo feci smettere.
Era inutile
che finisse quella frase, non aveva nessun senso.
Lui capì e rimase per qualche attimo in silenzio.
Poi
guardò i miei capelli sciolti e mi chiese se stavo bene.
"Sì sto bene,
devo aver rotto il mio ferma capelli quando
è successo...beh quando è successo quello che
è
successo. Comunque sto bene, sul serio." Ed si
avvicinò a me e a
Al, gli posò uno mano sulla spalle e gli disse che era il
momento di andare.
Effettivamente non c'era più nessun motivo per cui dovevano
rimanere con noi, quello che volevano l'avevano preso e ora niente ci
legava più.
Non salutarono mai mio padre, nè lui si accorse che se ne
stavano andando. Emy riprese i sensi solo dopo quasi un quarto d'ora e
quando ci chiese che fine avevano fatto i due fratelli, gli raccontammo
che se ne erano andati senza dirle nulla riguardo agli intenti di Al.
Mio padre non volle neanche sistemare i mobili, si preoccupò
semplicemente di chiudere porta e finestre e partimmo subito per
tornare a casa convinti di voler dimenticare per sempre ciò
che
era successo.
Ma ieri incredibilmente ho rivisto Al.
Ero uscita dal negozio per tirare giù la saracinesca e me lo
sono trovata davanti, con uno sguardo preoccupato e con un
piccolo pacchetto in mano.
"Cosa ci fai
qui?" gli ho chiesto sorpresa di rivederlo.
"Io...ecco...eravamo
ripartiti per tornare a Central City ma...non
potevo andarmene via così da te e allora sono tornato.
Volevo solo dirti che mi
dispiace per quel che è successo, so che questo non ti
consolerà ma volevo dirtelo." Feci ricorso a
tutte le mie forze
per non piangere, mi limitai a dirgli "se mio padre ti vede ancora da
queste parti...non so cosa farebbe". Lui ha allungato la
mano e mi ha
dato il pacchetto. "Certo,
lo capisco. Volevo solo ridarti questo,
visto che il tuo si era rotto durante...durante quello che è
successo."
Ho aperto il pacchetto e dentro c'era un fermacapelli,
più
o meno simile a quello che avevo io. Ho sorriso, senza volerlo.
"Nicky...credi che se ci
fossimo incontrati in un'altra occasione
noi..ecco...saremmo potuti diventare amici?" e a quella
domanda non ce
l'ho più fatta a trattenere le lacrime.
Al fece un passo avanti per avvicinarsi a me, ma poi si
fermò.
Ed è stato meglio così, non so come avrei reagito
se mi
avesse abbracciata.
Si girò e se ne andò lasciandomi sola con il suo
pacchetto in mano.
Che ricordo avrà di me, caro diario?
Avrei dovuto inseguirlo? Dirgli che non ce l'avevo con lui? Che non era
colpa sua quello che era successo?
Non ce l'ho fatta a fare nulla di tutto questo.
Chissà come sarebbe andata se, come diceva lui, ci fossimo
incontrati in un'altra situazione. E chissà se ci
rincontreremo
mai, prima o poi.
Con queste parole, diario, credo di smettere di scriverti. Mi sono
convinta che ha ragione mia madre, tutte queste cose le dovrei
raccontare a qualcuno e non semplicemente metterle nero su bianco in
queste pagine.
Ho anche deciso di dedicarmi completamente alla scuola e di lasciar
perdere il negozio, così facendo potrò stare
più
tempo assieme a Emy, a darle una mano nei compiti ed andare a scuola
insieme a lei tutti i giorni.
Oggi mentre tornavamo assieme a casa mi sono chiesta se il tempo mi
aiuterà a dimenticare ciò che è
successo, oppure
mi rimarrà sempre un ricordo indelebile di quello che ho
vissuto.
La risposta non la so, ma sento che anche Al ovunque adesso sia si
farà la stessa domanda.
Io, in attesa di trovare una risposta, continuo a tenere il suo
fermacapelli qui vicino a me, per non dimenticare.
***
FINE.
|