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Autore: MarcoG    20/10/2008    0 recensioni
Queste che riporto sono le ultime due pagine del diario privato di Nicky. La sua vita scorreva monotona ma tranquilla, per lo meno fino a quando non incontrò due misteriosi fratelli.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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31 Maggio

Se possibile, oggi è stata una giornata ancora più assurda di quella di ieri! Santo cielo Diario, non so più cosa pensare...cosa provare...sono confusa!
Però aspetta, lascia che ti spieghi con calma cos'è successo. Cercherò di farlo nella maniera più breve possibile, perché sono stanchissima e ho molto sonno, ma voglio cercare di lasciare impresse in queste pagine tutte le sensazioni bellissime che sento ora!
Dunque, stamattina sono andata a scuola perché altrimenti la mamma mi mangiava viva, poi al pomeriggio sono tornata a casa perché c'era la chiusura per la festa della città.
Come al solito i nostri organizzatori in pochissimo tempo hanno decorato tutta Startop, riempiendo i vicoli di anelli di carta colorati e la piazza piena di palloncini. Anche gli striscioni sono stati immediatamente alzati sulle colonne dell'edificio comunale e tutta la città ha completamente cambiato aspetto!
Il negozio è rimasto aperto solo la mattina ma prima che papà lo chiudesse ho selezionato gli utensili che mi servivano per riparare la mano di Ed e me li sono portata dietro alla taverna di Frider, dove speravo di trovarli. Quella taverna ha anche delle camere dove poter dormire e fortunatamente chiedendo a Frid mi ha confermato che dormivano lì la notte!
Gli ho chiesto se poteva chiamarmeli dicendogli che ero qui per Ed che se aveva tempo potevo sistemarlo. Sono scesi entrambi dopo pochi minuti e Frid ci ha lasciato la stanzetta che c'è dietro il bancone per lavorare.
Inizialmente Ed mi guardava strano, forse pensava che non avrei più voluto aiutarlo dopo quello che aveva detto sul mio bisnonno. Ma lui si è anche offerto di darci dei soldi in cambio di quella pietra, infondo non ce la sta mica portando via! E poi così avrei potuto rivederlo...anche se poi alla fine sono stata più contenta di rivedere Al.
Già, perché è stato proprio lui a rompere il ghiaccio mentre lavoravo sulla mano di Ed in un silenzio tombale.
"Ehm...allora il mio fratellone aveva veramente un problema giusto?" mi ha chiesto lui con una vocina un po' imbarazzata. Diario, non so cosa mi sta succedendo, ma quella voce così carina e timida...non so, non mi lascia indifferente! Comunque ho annuito, rispondendogli che non era niente di grave ma alla lunga avrebbe potuto danneggiare anche altre parti del polso e che era meglio sistemarlo subito per evitare che ciò accadesse. "Vedi fratellone che ho fatto bene a dirti di fermarci? Se non fosse stato per me non saremmo nemmeno ancora qui!". Ed ha fatto un'altra volta quella sua buffissima faccia imbronciata e ha girato la testa dall'altra parte, cosa che ha provocato una piccola risata sia a me che a Al. Ne ho approfittato di quel momento di buon umore per chiedere ad Al dell'armatura, ma la risposta che mi ha dato in quel momento è stata strana. "Scusami Al ma te la posso fare una domanda? Come mai vai sempre in giro con quell'armatura addosso?" gli ho chiesto senza pensarci troppo. Nel momento in cui non l'ho sentito subito rispondere mi è venuto in mente che forse ero stata troppo indiscreta a chiederglielo, in fondo chi ero io per farmi gli affari loro? "Non è una mia scelta Nicky..." mi ha risposto debolmente. Stavo per chiedergli cosa intendesse dire ma Ed ci ha fermati entrambi dicendo "Eh tu non lo conosci mio fratello, è tutto strano! Questa è solo una delle tante sue stranezze, non ci fare caso!" risposta che in quel momento mi sembrò anche buona, ma poi nel corso della giornata ho capito che Ed voleva solo tenermi lontana dalla loro verità.
Quella risposta comunque aveva provocato un altro momento di silenzio fra noi; Al sembrava quasi imbarazzato e Ed era tornato a guardare fuori dalla finestra non dando molta attenzione a quello che gli facevo alla mano. "Beh comunque" ho detto io, "se avete scoperto che Kiroshi era il mio bisnonno è solo grazie ai miei tacchi". Ed si è voltato verso di me con aria interrogativa e anche Al ha alzato la testa. "I tuoi tacchi?" mi ha chiesto lui. "Sì, i miei tacchi! Se non li avessi indossati probabilmente non sarei mai precipitata giù per la scala e voi non avreste mai visto il ferro di cavallo!" fu proprio una bella risposta caro diario perché appena finii di dirla si misero subito tutti e due a ridere!
Avevo contribuito ad alleggerire l'atmosfera e questo ci aiutò a passare più in allegria gli ultimi minuti in cui sistemavo la mano di Ed. Una volta finito gli ho detto "A posto, ora è tutto fissato correttamente!" e ho incominciato a mettere via tutto. Poi mi è venuto in mente che avrei potuto invitarli per la festa, visto che qua non conoscevano nessuno come avrebbero potuto festeggiare?
Ancora una volta, come era successo due giorni fa, Al rispose un bel "Sì!" e Ed un brutto "No" secco. I due si guardarono un attimo, poi Al ha insistito per esserci "Avanti fratellone! Cosa ci costa? Tanto dobbiamo rimanere qua comunque fino a domani mattina, se la festa è così bella quanto dice Nicky ci possiamo divertire!" e fortunatamente Ed ha ceduto subito. "Va bene va bene...se ci tieni tanto ci verremo...".
Diario, ero felice che sarebbero venuti!
Li ho salutati e sono tornata di corsa a casa dove da lì a poco sarebbero arrivate anche le mie cugine con i miei zii, ho fatto giusto in tempo a togliermi la tuta da lavoro e farmi una doccia che sono arrivati subito tutti i parenti.
La zia non ha risparmiato di dire a Emy e a me "Ooooh! Ma quanto sei cresciuta!!!" cosa che dice regolarmente OGNI ANNO che ci vediamo a questa festa! Però in fondo è simpatica, è molto diversa dallo zio che invece ha un carattere più introverso ma tutte queste cose so che le sai già perché te le ho raccontate in passato.
Una volta che sono arrivati tutti i parenti materni e paterni abbiamo fatto un'unica grossa tavolata in giardino ed è stato bellissimo; a capotavola si sono messi i miei genitori e gli zii e la parte finale della tavola l'hanno lasciata a me e alle mie cugine così che potessimo rimanere tutte vicine!
Abbiamo parlato molto fra noi ragazze, però caro Diario se ti riporto tutto quello che ci siamo dette credo che non mi basteranno tutte le tue pagine! Quindi mi limito a dirti che stanno tutte bene, Darrel ha anche trovato il ragazzo!!
Corro un po' perché voglio arrivare al punto più importante della giornata: la festa della sera.
Come al solito ci siamo messi tutti estremamente eleganti, considera che vedere mio padre vestito così per me è sempre una sorpresa! Ripensando poi alle facce che faceva ieri quando Ed ci raccontava del mio bisnonno...vabbè comunque eravamo tutti "tirati a lucido", come si dice in questi casi!
Appena siamo stati tutti pronti siamo usciti tutti di casa e ci siamo diretti verso la piazza e mentre ci arrivavamo abbiamo trovato Ed e Al che si guardavano attorno un po' spaesati. Ci siamo avvicinate e ho fatto le presentazioni del caso ma Ed non si è dimostrato molto allegro nello stringere la mano alle mie cugine. Devo ammettere che eravamo un po' tutte eccitate per la festa e forse siamo apparse un po' troppo "rumorose", ma che cavolo, in fondo bisogna stare allegri durante le feste!
Mah, in ogni modo appena presentati Bettie mi ha lanciato subito uno sguardo di fuoco, come se mi volesse dire "Carinooo!" e io le ho sorriso annuendo.
Una volta arrivate in piazza il colpo d'occhio è stato notevole: a parte il fatto che era già tutta piena,  c'erano anche già i tavoloni con le torte e i dolci che le signore di Startop avevano fatto. Ovviamente anche mamma ne ha portata una e devo dire che quest'anno era particolarmente buona...e anche la città ha risposto bene visto che ce ne erano veramente tante!
Dal momento che abbiamo iniziato a fare il giro dei tavoloni devo ammettere che ho perso completamente di vista Al e Ed; fra una fetta di torta e un'altra, un saluto ai numerosi bambini che correvano dappertutto per la piazza, una stretta di mano ai vari vicini di casa -c'erano proprio tutti!- e altro mi sono un po' immersa nel mio mondo assieme a mia sorella e alle cugine.
A farci tornare con i piedi per terra è stata mia madre quando è venuta a chiamare Emy perché era arrivata la famiglia Miller -la loro figlia è sorda come Emy e ogni volta che tornano a Startop parlano sempre tanto insieme, credo siano diventate grandi amiche pur abitando lontano- e ne abbiamo approfittato tutte per fare un giro fra le persone che ancora non avevamo salutato. Bettie mi aveva detto che avrebbe voluto provarci con Ed, io le fatto presente che era sì carino, ma era vero che aveva anche un caratteraccio! Ma lei non mi ha voluto ascoltare e una volta che l'ha rintracciato si è avvicinata e lo ha letteralmente strappato via dalla fetta di torta che stava assaggiando - Bettie diciamo che è...in carne, visto che pesa quasi 90 kili- e lo ha trascinato via dalla folla ridendo come una pazza. Il povero Ed ha fatto in tempo a guardarmi per un attimo con uno sguardo implorevole di aiuto che poi è stato trascinato via. Poveretto! Se Bettie si mette qualcosa in testa...è proprio difficile farle cambiare idea.
Comunque diario è qua che volevo arrivare: ci siamo separate con l'appuntamento di ritrovarci fra una quindicina di minuti lì dove eravamo rimaste a parlare prima ma in realtà io ci sono tornata solo molto dopo.
Il fatto è che dopo aver salutato un altro paio di vicini mi sono accorta che Al, separato -con la forza- da Ed, si era allontanato dalla piazza e si stava dirigendo su per la collina. Mi ricordo di aver pensato che lui e Ed erano pur sempre "stranieri" in questa città e di conseguenza non potevano sentire la festa esattamente come facevamo noi. Quindi ho pensato di raggiungerlo per fargli un po' di compagnia, per lo meno fino a quando Ed non si fosse liberato dalle grinfie di mia cugina.
Appena mi sono avvicinata gli ho chiesto se si stava annoiando e lui mi ha subito tranquillizzata rispondendomi "nono tranquilla! volevo solo fare quattro passi...e tu cosa ci fai qui?" Gli ho risposto che avrei voluto farmi quattro passi anch'io e gli ho proposto, tanto che ormai eravamo quasi arrivati, di andare fin su la collina e fermarci lì a guardare la piazza dall'alto.
Mentre camminavamo non sono più riuscita a trattenere la mia curiosità sull'armatura e gliel'ho chiesto. "Senti Al, non è che posso farti una domanda? Stamattina mi hai detto che indossare quell'armatura non era una tua scelta...ma cosa significa esattamente?"...questa domanda lo ha portato a raccontarmi tante cose e ora un po' mi pento di avergliela fatta.
Mi rispose che voleva aspettare di essersi allontanato un po' dalla città per spiegarmelo e quando finalmente siamo arrivati in cima alla collina mi ha detto "Forse è meglio che ci sediamo, non vorrei spaventarti..." come dovevo reagire a una frase così? Mi sono messa a ridere! "Suvvia Al, il motivo per cui stai dentro quell'armatura è così pauroso dal dovermi sedere?" Lui non mi ha risposto e mi ha chiesto nuovamente di sedermi.
Io ridacchiando l'ho fatto e...è stato in quel momento che si è sfilato la testa dal collo e si è piegato verso di me per farmi vedere il vuoto che aveva dentro.
Sì, hai capito bene caro diario, dentro l'armatura di Al non c'è proprio nulla.
A ripensarci ora credo di aver fatto la figura della cretina, perché sono passata dal ridere all'urlare come una scema. "Santo cielo! Un'armatura telecomandata!" mi è venuto da urlare.
Ma lui con calma si è infilato la testa nel resto dell'armatura e mi ha spiegato tutto. "Non sono telecomandato Nicky...io sono l'armatura stessa, il mio corpo non ce l'ho più da quattro anni ormai..." e per farmi capire meglio mi ha spiegato tutta la loro storia. "Il motivo per cui sono diventato così è perché assieme a mio fratello abbiamo provato a fare una cosa che l'alchimia da sempre vieta di fare...e noi da bambini ci abbiamo provato comunque. Ed non ha quegli automail perché ha avuto un incidente, il braccio e la gamba che ha perso sono anch'essi frutti del mio stesso peccato".
Tutta la storia che mi ha raccontato dopo, caro diario, te la risparmio. E' una storia shockante che mi ha fatto star male, non pensavo neanche che lui e Ed fossero in quelle condizioni. Ho capito immediatamente perché volevano la Pietra filosofale e credimi, anche se non ti racconto tutta la loro storia, che non lo fanno per scopi malvagi.
Le lacrime hanno iniziato a uscirmi senza che potessi fermale e lui appena se ne è accorto mi ha subito aiutata "ehi Nicky perché piangi?" ma cosa gli potevo rispondere? Che piangevo per la condizione in cui erano? "Mi..mi dispiace...se lo avessi saputo non..non..." ma le parole mi sono morte in gola. Lui si è avvicinato e mi ha messo una mano sulla spalla. "Nicky non devi reagire così...tu non lo potevi sapere. Te l'ho raccontato solo perché vorrei che capissi il mio fratellone se ogni tanto si comporta male...non lo giustifico però mi rendo conto di quello che sente."
Hai sentito caro diario? Mi aveva raccontato tutta quella storia solo per giustificare Ed e il suo modo di fare. Quanto bene gli deve volere per arrivare a scusarsi per lui?
Mi sono sentita veramente in colpa per avergli fatto ricordare tutta quella faccenda e non ho potuto fare altro che ripetergli che mi dispiaceva. E lui mi ha preso le mani e me le ha strette. Un paio di mani fredde e metalliche, ma credimi diario, io sono riuscita a sentire il calore di quella stretta.
In quello stesso momento dalla città è arrivato il suono delle canzoni che erano iniziate da poco e mentre cercavo di riprendere il controllo di me stessa ho visto che le persone avevano iniziato a ballare. "Tu sai ballare Nicky?" mi ha chiesto lui. "No, non ho mai imparato. E tu?" gli ho chiesto asciugandomi il volto. "No, ma mi piacerebbe in futuro. Sembra molto divertente!" ha esclamato cercando di metterci un po' di entusiasmo.
Hai capito caro diario? In quel momento era lui che cercava di consolare me. Quanto gli devo essere sembrata sciocca? Semmai sarebbe dovuto accadere il contrario, IO avrei dovuto consolare lui!
"Vuoi che torniamo in piazza?" mi ha chiesto tenendo sempre lo stesso tono gentile. "Certo" gli ho risposto io cercando di sorridergli.
Mentre percorrevamo la strada al contrario per rientrare in città mi sono sforzata a lungo di trovare qualcosa da dirgli prima di dividerci ancora, non potevo far sì che ci lasciassimo con quel clima di tristezza fra noi. "Ehi Al, te lo posso svelare anche io un segreto?" gli ho chiesto sforzandomi di sorridere. "Sono tutto orecchi!" mi ha risposto lui con aria divertita. "Io dico sempre a tutti di chiamarmi Nicky ma il mio vero nome è un altro...è un po' imbarazzante, promettimi di non ridere!" Lui si è portato una mano dietro la testa e me lo ha promesso -già ridacchiando!- e io gliel'ho detto. "Il mio nome per intero è Nicodema...brutto vero?" e lui ha riso, ha riso di gusto!! "Ehi ma non sei carino a reagire così!!" gli ho detto cercando di risultare arrabbiata. Ma lui al contrario si è messo a ridere ancora più forte e ha finito per contagiare nella risata anche me."Sì, decisamente brutto, lasciatelo dire!" mi ha detto ancora fra le risate. "Ma insomma!!!" e abbiamo riso ancora.
Arrivati in città abbiamo dovuto dividerci dandoci l'appuntamento per domani mattina presto per partire.
La festa poi è proseguita bene e verso mezzanotte siamo tornati tutti in casa. Ora ti sto scrivendo dal bagno perché in camera mia questa sera dormono anche le mie cugine e non posso tenere la luce accesa.
Sono infatti un po' scomoda e credo di finire qui il mio resoconto di oggi.
Al è veramente un bravo ragazzo...quasi mi dispiace che domani dopo che avranno trovato quello che cercano se ne andranno via.
Buonanotte, caro Diario.
***

1 Giugno

Volevo scrivere giusto un paio di righe prima di partire, visto che non so se avrò il tempo di aggiornati durante il viaggio.
Sono le cinque emmezza del mattino e siamo già tutti svegli, anche Emy che ha detto a papà di voler venire con noi. Lui ovviamente non vuole e fino a cinque minuti fa stava cercando di convincerla a rimanere, poi si sono spostati di sotto e non so più chi l'ha avuta vinta.
In ogni modo, ho avuto un sonno agitato. La storia che mi ha raccontato Al è stata tremenda...e non sono riuscita a non pensarci durante la notte. Ci sono un sacco di cose che ora vorrei chiedergli ma non so se risulterei inopportuna o no...d'altra parte sembra così un bravo ragazzo, cosa succederebbe se riuscisse veramente a recuperare la pietra filosofale insieme a Ed? Non mi ha detto cosa hanno intenzione di fare dopo...
Credo di aver già scritto troppo, sento papà che sta tirando fuori la macchina e questo vuol dire che manca poco a partire. Chissà se Al e Ed sono già arrivati.
Finisco di sistemare due cose e ti metto nella borsa, magari se mi va bene stasera riesco a scriverti direttamente dalla casa di nonno.
***

2 Giugno

Sono felice di riuscire a scriverti, ma purtroppo non siamo ancora arrivati e così fra poco ci arrangeremo nel dormire in macchina. Nessuno è entusiasta all'idea -neanche Emy che alla fine è riuscita a convincere papà a farla venire- però ci dobbiamo accontentare.
La giornata è inizia male ed è finita abbastanza bene, ora ti racconto.
Come ti dicevo stamattina siamo partiti prestissimo, papà e Emy in macchina sono stati davanti e io e i fratelli dietro.
 Per i primi minuti di viaggio c'è stato un silenzio imbarazzante; Ed guardava fuori dal finestrino, Al sembrava a disagio perché probabilmente sentiva di dover dire qualcosa ma non sapeva cosa, mio padre ovviamente non diceva nulla...e io e Emy eravamo lì a pensare a cosa fare per rompere quel brutto clima. Fortunatamente c'ha pensato lei, girandosi verso Al e iniziando a parlargli con l'alfabeto dei gesti."Bello! Così mi posso allenare un po'!" ha detto lui iniziando a risponderle. Emy ne ha approfittato che Ed non capiva quello che si dicevano per riferire a Al che suo fratello mi piaceva tantissimo, appena ha finito di dirglielo mi sono messa a urlare! Non volevo che Al pensasse questo di me...soprattutto poi dopo quello che praticamente gli ho costretto a raccontarmi!
E non so caro diario, forse è stata solo una mia illusione, ma mi è sembrato che abbia abbassato un po' la testa quando Emy gliel'ha detto.
Era dispiaciuto? Geloso?
Non so se è la verità oppure sono io che me lo sono sognato...
Comunque hanno continuato a parlare a lungo, Al le ha chiesto da quanto ha questo problema e se quelli di Startop conoscono il suo linguaggio per capirla nel caso in cui vada in giro da sola. E' stato veramente dolce e sereno mentre le chiedeva queste cose...e raramente ho visto Emy parlare del suo problema con tanta tranquillità.
 Tutto questo ci ha aiutati a "scioglierci" un po' visto che la partenza è stata così disastrosa...ma il massimo l'abbiamo avuto quando siamo passati davanti al lago Ashino e Emy ha chiesto a papà di fermarsi per farci tutti un bagno. "Assolutamente no, se ci sbrighiamo forse riusciamo ad arrivare oggi stesso" ma Emy ha insistito facendogli notare l'ora -era l'una passata- e dicendogli che ci saremmo dovuti fermare ugualmente per pranzare.
 Sotto le sue insistenze allora ha accettato, ricordandoci però di fare una cosa svelta. "Tu hai voglia di fare un bagno con noi Ed?" ho provato a chiedergli, ma lui ha subito declinato l'offerta "No rimango fuori con Al, non c'è problema" mostrando un lieve sorriso -sì, proprio quello che quando ho visto per la prima volta mi ha fatto impazzire- ad accompagnare la risposta.
Se il suo rifiuto lo consideravo quasi scontato, quello che non mi aspettavo era il sì di nostro padre. Ha chiesto ai due fratelli di fare la guardia alla macchina e al resto dopodiché si è buttato anche lui in acqua!
E' stato molto bello perché come molti altri giorni a questa parte faceva veramente un gran caldo e l'acqua si è rilevata incredibilmente fresca...ce lo siamo proprio godute quel bagno!
Papà è stato dentro proprio poco, tempo dieci minuti ed era già fuori, però io e Emy siamo riuscite a rimanerci ancora un po' prima che ci chiamasse perché era pronto. Abbiamo mangiato i sandwich che ci aveva fatto la mamma e c'è stato un momento di panico quando quando Al ha rifiutato.
 Mio padre l'ha presa subito male, ha iniziato a chiedergli "Perché non accetti? Mia moglie li ha preparati per tutti, anche per voi due...anche se non capisco perché l'abbia fatto" e Al ha provato a rispondergli "Io la ringrazio ma...è che non ho proprio fame!" ma ti ho raccontato com'è mio padre no, diario? Si era messo in testa che aveva rifiutato perché non voleva mangiare qualcosa fatto da noi...e si è innervosito. "Guarda che non ci fermeremo più fino a quando non arriveremo, quindi se non mangi adesso poi non lo potrai più fare" e quando Al ha rifiutato nuovamente mio padre ha sbottato con un bel "Allora affari tuoi!" che ha riportato fra noi quel silenzio imbarazzante che già avevamo sentito la mattina in macchina. Io e Emy abbiamo lanciato un'occhiataccia a papà mentre Ed -poverino!- ha cercato di difendere la situazione dicendo a mio padre che avrebbe mangiato lui la parte del fratello, ma ormai papà era arrabbiato e non lo avrebbero più fatto cambiare di umore.
Che nervoso quando fa così! E poi se la prende sempre con chi non c'entra...anche a casa si comporta spesso in questo modo.
 Non volevo che Al pensasse di essere stato in qualche maniera l'artefice di quel malinteso allora gli ho chiesto di fare un giro con me "Hai voglia di fare un giretto? Sai ho ancora i capelli tutti bagnati e camminare un po' sotto il sole me li asciugherebbe velocemente..." lui fortunatamente ha accettato subito.
 Appena abbiamo fatto qualche passo allontanandoci mi sono subito scusata con lui, ma lui mi ha tranquillizzata "No non fa niente, sul serio. Purtroppo mi capita spesso di risultare strano agli occhi della gente ma...ormai mi sono abituato". Che triste sorte la sua, ho pensato appena mi ha risposto. "Ma quindi tu non mangi e non dormi? E' così?" la mia curiosità aveva avuto il sopravvento e mi aveva fatto fare quella domanda. "Sì, è così. Ho un sacco di tempo libero!" ha risposto con un tono allegro. E' incredibile come quel ragazzo riesca a prendere la sua situazione in quel modo. Certo è vero che ormai è quattro anni che è così però...non so diario, ma mi sono ritrovata a chiedergli sempre più informazioni sul suo conto. "Tu hai detto che prima di essere così sei stato bambino...ma com'eri da piccolo? Eri biondo come Ed?" in quel momento non c'ho pensato che forse parlarne lo avrebbe fatto stare male, ma volevo veramente sapere qualcosa in più su di lui. "Sì ero biondo, assomigliavo molto al mio fratellone. Forse con qualche chilo in più però!" e si è messo a ridere, seguito subito da me.
 Il discorso però è diventato subito serio. "Senti Nicky..." mi ha detto. "io credo che forse sarebbe più giusto se una volta recuperata la pietra filosofale la usassimo per curare Emy più che far tornare me come ero una volta. In fondo, lei non ha colpe per essere così com'è, mentre io invece..."
 Hai sentito caro diario? Mi stava proponendo di usare la sua opportunità di tornare normale per curare mia sorella, è o non è un ragazzo dolcissimo? Lo so che l'ho già detto e che lo dicevo proprio riferito a suo fratello ma...devo ammettere che sto cambiando idea, ora mi sento molto più attratta da Al. Non è ovviamente una questione di bellezza, è che...Al mi sembra talmente buono da non sembrare vero! Chissà che gran persona che deve essere...dovevo però dargli una risposta, al di là dei miei pensieri. "Io ti ringrazio per quello che stai dicendo, dimostri una grandissima umanità anche se sei un'armatura..." ma non ho saputo dire altro. Forse avrei dovuto rispondergli "ma no, non farlo!" ma diario...tu lo sai quanto Emy ci terrebbe a poter parlare come tutti noi...
Abbiamo percorso il tragitto di ritorno in silenzio, ognuno dei due con i suoi pensieri. Appena tornati siamo subito ripartiti ma come ti dicevo all'inizio ora dobbiamo dormire in macchina perché non ce l'abbiamo fatta a raggiungere la casa.
Ci riusciremo domani nella prima mattina, e se quello che ha detto papà è vero...domani si concluderà il loro viaggio durato quattro lunghi anni.
Ti racconterò, caro diario.
***

5 Giugno

Ebbene sì, è finito tutto.
Ti scrivo solo oggi perché prima proprio non ce l'ho fatta, troppe emozioni si sono mischiate nella mia mente per scrivere qualcosa.
Proverò a raccontarti qualcosa ora, cercando di risultare il più chiara possibile per quello che ho capito io, visto che nonostante siano passati tre interi giorni alcune delle cose che sono successe ancora non le ho comprese.
Siamo arrivati alla nostra destinazione alle dieci circa del mattino, dopodiché siamo scesi dalla macchina e siamo entrati in casa.
Mi ha fatto uno strano effetto tornare in quel posto, ormai erano tre anni che non ci venivamo più. A ogni estate mamma chiedeva di tornarci per passare una settimana di relax fuori città ma poi per un impegno o per un altro non lo abbiamo mai fatto.
Comunque, alla fine del nostro viaggio eravamo lì e potevo leggere l'agitazione negli occhi di Ed talmente era in ansia.
Poco prima di arrivare aveva chiesto a mio padre se era sicuro che il padre di suo padre avesse realmente la pietra filosofale, ma fu una domanda a cui papà non diede mai risposta. Per quanto ne sapevamo noi, il mio bisnonno poteva avercela come no, non avevamo nessuna certezza in nessuno dei due casi.
Al invece è rimasto zitto tutto il tempo, io sentivo di dovergli dire qualcosa ma non sono riuscita a farlo. Non avevo accennato niente a Emy di quello che mi aveva detto, se ci avesse ripensato all'ultimo cosa avrei potuto dire? Non potevo illudere mia sorella se non avevo la certezza di quello che le dicevo.
Appena entrati in casa papà ha subito aperto le finestre per far entrare un po' di luce, la polvere ormai aveva ricoperto tutto come a sgridarci per tutto il tempo in cui non ci eravamo presi cura di tenerla pulita.
Poi siamo subito scesi in cantina, dove sapevamo che erano rimaste le vecchie cose del bisnonno. Lo scantinato era in condizioni ancora peggiori della casa, c'erano ragnatele dappertutto e abbiamo anche visto un paio di topi scappare via.
 Siamo arrivati davanti a un grosso scatolone, papà l'ha preso e senza dire niente a nessuno l'ha portato su. "E' lì dentro che ci sono i gioielli di Kiroshi?" gli ha chiesto Ed, senza avere risposta.
 Una volta tornati in casa ha sbattuto lo scatolone per terra in centro alla stanza d'ingresso, poi ha detto "Se c'è veramente in questa casa ciò che cercate, allora è lì dentro".
Ed si è lanciato su quello scatolone come un animale affamato si lancia sulla sua preda: ha fatto una strana cosa sulla sua mano -alchimia?- che è diventata una sorta di lunga lama che ha utilizzato per tagliare in due lo scatolone. Appena l'ha fatto si sono riversati sul pavimento un mucchio di piccoli sacchetti, ognuno di loro si è rovesciato facendo uno strano rumore, come un tintinnio. Ed ha iniziato ad aprirli tutti, uno per uno, buttando via quelli che contenevano anelli o collane.
Proprio così caro diario, appena capiva che dentro quel sacchettino c'erano "solo" gioielli preziosi, se li buttava subito alle spalle senza guardarli più. Anche sul viso di mio padre ho visto un certo stupore, era ormai chiaro a tutti che a Ed non interessava nulla della ricchezza del mio bisnonno, era altro quello che cercava.
E lo trovò, proprio quando ormai lo scatolone si stava svuotando e la sua speranza svanendo.
 Un piccolo sacchettino iniziò a brillare di un'intensa luce rossa e appena Ed lo prese trovò al suo interno una grossa pietra dello stesso colore. "A-Al...q-questa è..." si mise a balbettare mentre la guardava nella sua mano -occupava quasi tutto il suo palmo- e poi guardò subito Al in quale si era avvicinato anche lui. "D-dammi una mano ad alzarmi Al..." il fratello accorse subito in suo aiuto, sembrava che Ed avesse perso le forze da un momento all'altro. "Dopo quattro anni...dopo quattro anni di ricerche..." continuava a ripetere. "Avanti fratellone, usala per riprenderti il braccio e la gamba" gli ha detto Al. "Non..non vuoi usarla prima tu?" ma Al scosse la testa. "Va bene..." Ed si girò verso di noi. "Dovete farmi spazio...dovete spostare tutti i mobili più vicini a noi, tu Al passami il tuo gessetto...devo disegnare il cerchio alchemico per attivarla." e così mentre i due fratelli si davano da fare la mia ansia cresceva, perché se Al fosse stato di parola da lì a pochi minuti Emy avrebbe incominciato a parlare come tutti noi.
Una volta che lo spazio affianco a noi si era liberato, Ed sbatté le mani e le impose sulla pietra, la quale iniziò ad alzarsi e a galleggiare a mezz'aria. Ne' io ne' Emy e papà avevamo mai visto niente del genere. Lo strano cerchio che Ed aveva disegnato per terra iniziò a illuminarsi di rosso, seguito immediatamente dalla pietra. Il suo bagliore era quasi accecante, solo Ed sembrava non soffrire di quella intensa luce. Chiuse gli occhi e iniziò a bisbigliare qualcosa, dopodiché tutta la stanza si illuminò con una luce di un'intensità mai vista prima, che al confronto quella precedente era nulla. Tutti noi ci coprimmo gli occhi con le mani e sentimmo chiaramente uno specie di botto, seguito immediatamente da un vento fortissimo che sembrava generarsi dalla pietra che ancora fluttuava a mezz'aria.
Il tutto durò pochi secondi, dopodiché tutto tornò alla normalità.
Appena riuscii a riaprire gli occhi vidi Emy stretta a papà che cercava di proteggerla dalla luce facendo del suo corpo uno scudo e Al e Ed ancora in piedi uno davanti all'altro. Ed si tolse subito il guanto bianco dalla mano destra e si guardò la mano mentre le lacrime iniziavano a bagnargli il viso. Aveva due mani umane, come se l'automail che gli avevo riparato io solo pochi giorni fa non fosse mai esistita.
 "Al...funziona!!" gli disse ritrovando il sorriso. "Funziona, FUNZIONA!" urlò mentre tentava di abbracciare il fratello. "Sono felice Ed, sono felice che dopo tutto questo tempo tu possa essere finalmente tornato normale." ma il tono della voce di Al mi fece intendere che stava per dire a suo fratello esattamente la stessa cosa che aveva detto a me il giorno prima. "Ma ti chiederei di usare la pietra per Emy, per farla parlare come tutti noi. Lei non ha colpe per la situazione in cui è, io invece sì."
 Queste parole fermarono immediatamente la felicità di Ed. "Ma...ma cosa stai dicendo Al? Non scherzare nemmeno, io ora ti faccio tornare umano!" ma Al scosse la testa, davanti allo stupore più generale di mio padre che stava assistendo a questo dialogo per lui incredibile. Ricordo chiaramente che anche Emy mi chiese cosa stavano dicendo ma ero troppo in ansia e presa da quel momento per risponderle. "No fratellone, sul serio. Ci ho pensato a lungo in questi ultimi due giorni e credo sia giusto così."
Ma Ed non si fece convincere.
 "No che non è giusto così Al!! Sono quattro anni che aspettiamo questo momento! Dispiace anche a me per la situazione di Emy ma dobbiamo pensare a noi, a quello che abbiamo cercato e a tutto quello che abbiamo sacrificato per arrivare a questo punto!"
 Come potevo dargli torto? In cuor mio speravo che Al lo convincesse, ma sapevo che  Ed aveva tutte le ragioni per non essere d'accordo. "Fratellone, ho deciso così. Se non vuoi farlo tu allora lo farò io" e così dicendo si avvicinò alla pietra rossa. "No fermo Al! Tu non sai come si attiva!" gli urlò Ed, ma ormai Al sembra intenzionato a provarci ugualmente. "Aaaaaaaaal!!" urlò ancora Ed, poi prima che suo fratello potesse fare qualsiasi cosa batté nuovamente le mani e la stanza fu nuovamente illuminata con la stessa intensità di prima. Questa volta però il vento fu molto più forte, io mi sentii chiaramente alzare da terra e sbattere contro il muro che avevo alle spalle. Udii anche chiaramente l'urlo di mio padre, poi da un momento all'altro solo il silenzio.
Quando riaprii gli occhi sentii un forte dolore alla schiena e vidi Ed chinato per terra.
 Cercai di rialzarmi per capire cos'era successo e vidi un ragazzo nudo sdraiato affianco a Ed, mentre quest'ultimo lo stava coprendo con il suo mantello rosso. "Ora sei di nuovo tu Al..." gli bisbigliò dolcemente. Mi guardai attorno e vidi mio padre per terra ancora svenuto abbracciato a Emy, nessuno dei due sembrava riportare ferite. Io sentivo un po' di male dappertutto ma alla fine non mi sono fatta niente di grave.
Ed, ancora chinato su suo fratello, mi guardò. E io non seppi fare altro che abbassare lo sguardo, la pietra era scomparsa e con lei la speranza di curare mia sorella.
Non posso biasimare Ed per quello che ha fatto, io al suo posto probabilmente avrei fatto la stessa cosa.
 Ed provò a svegliare il fratello scuotendolo leggermente, io provai a fare la stessa cosa mio padre e Emy. Quando papà si riprese si guardò attorno per cercare di capire cos'era successo, poi guardò Emy e iniziò a urlare "mia figlia ora può parlare? può realmente farlo?" ma prima che potesse chiederlo ancora gli feci di no con la testa. Ora era il turno delle mie, di lacrime. Mio padre lanciò un'occhiata di fuoco a Ed, ma non gli disse nulla. Forse anche lui aveva capito il perché si era comportato così, agendo contro la volontà del fratello.
 "Emy? Emily mi senti?" gli chiedeva mio padre mentre le versava un po' di acqua sul volto. Io guardavo un po' lei e un po' Al e il primo a riprendere coscienza fu proprio lui.
Era un bel ragazzo caro diario, esattamente così come me lo ero immaginato io. Biondo e con gli occhi dello stesso colore, proprio così come era Ed.
Lo sguardo che fece appena si accorse di avere un corpo vero fatto di carne e ossa mi fece sorridere, nonostante la delusione del momento. Era felice, probabilmente di una felicità che non aveva mai provato prima.
 Poi spostò lo sguardo su di me e su Emy ancora fra le braccia di mio padre. Infine guardo Ed, ma non gli disse nulla. Si alzò un po' a fatica e si mi si avvicinò. "Mi dispiace...mi dispiace di non aver-" ma lo feci smettere. Era inutile che finisse quella frase, non aveva nessun senso.
 Lui capì e rimase per qualche attimo in silenzio. Poi guardò i miei capelli sciolti e mi chiese se stavo bene. "Sì sto bene, devo aver rotto il mio ferma capelli quando è successo...beh quando è successo quello che è successo. Comunque sto bene, sul serio." Ed si avvicinò a me e a Al, gli posò uno mano sulla spalle e gli disse che era il momento di andare.
Effettivamente non c'era più nessun motivo per cui dovevano rimanere con noi, quello che volevano l'avevano preso e ora niente ci legava più.
Non salutarono mai mio padre, nè lui si accorse che se ne stavano andando. Emy riprese i sensi solo dopo quasi un quarto d'ora e quando ci chiese che fine avevano fatto i due fratelli, gli raccontammo che se ne erano andati senza dirle nulla riguardo agli intenti di Al.
Mio padre non volle neanche sistemare i mobili, si preoccupò semplicemente di chiudere porta e finestre e partimmo subito per tornare a casa convinti di voler dimenticare per sempre ciò che era successo.

Ma ieri incredibilmente ho rivisto Al.
Ero uscita dal negozio per tirare giù la saracinesca e me lo sono trovata davanti, con uno sguardo preoccupato e  con un piccolo pacchetto in mano.
 "Cosa ci fai qui?" gli ho chiesto sorpresa di rivederlo. "Io...ecco...eravamo ripartiti per tornare a Central City ma...non potevo andarmene via così da te e allora sono tornato. Volevo solo dirti che mi dispiace per quel che è successo, so che questo non ti consolerà ma volevo dirtelo." Feci ricorso a tutte le mie forze per non piangere, mi limitai a dirgli "se mio padre ti vede ancora da queste parti...non so cosa farebbe". Lui ha allungato la mano e mi ha dato il pacchetto. "Certo, lo capisco. Volevo solo ridarti questo, visto che il tuo si era rotto durante...durante quello che è successo."
 Ho aperto il pacchetto e dentro c'era un fermacapelli, più o meno simile a quello che avevo io. Ho sorriso, senza volerlo. "Nicky...credi che se ci fossimo incontrati in un'altra occasione noi..ecco...saremmo potuti diventare amici?" e a quella domanda non ce l'ho più fatta a trattenere le lacrime.
Al fece un passo avanti per avvicinarsi a me, ma poi si fermò. Ed è stato meglio così, non so come avrei reagito se mi avesse abbracciata.
Si girò e se ne andò lasciandomi sola con il suo pacchetto in mano.
Che ricordo avrà di me, caro diario?
Avrei dovuto inseguirlo? Dirgli che non ce l'avevo con lui? Che non era colpa sua quello che era successo?
Non ce l'ho fatta a fare nulla di tutto questo.
Chissà come sarebbe andata se, come diceva lui, ci fossimo incontrati in un'altra situazione. E chissà se ci rincontreremo mai, prima o poi.
Con queste parole, diario, credo di smettere di scriverti. Mi sono convinta che ha ragione mia madre, tutte queste cose le dovrei raccontare a qualcuno e non semplicemente metterle nero su bianco in queste pagine.
Ho anche deciso di dedicarmi completamente alla scuola e di lasciar perdere il negozio, così facendo potrò stare più tempo assieme a Emy, a darle una mano nei compiti ed andare a scuola insieme a lei tutti i giorni.  
Oggi mentre tornavamo assieme a casa mi sono chiesta se il tempo mi aiuterà a dimenticare ciò che è successo, oppure mi rimarrà sempre un ricordo indelebile di quello che ho vissuto.
La risposta non la so, ma sento che anche Al ovunque adesso sia si farà la stessa domanda.
Io, in attesa di trovare una risposta, continuo a tenere il suo fermacapelli qui vicino a me, per non dimenticare.
***

FINE.
  
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