L'ultimo respiro, prima di diventare uomo.

di poetaperiferico
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La metro passò. Ed i nostri corpi seduti, vedevano infiniti spazi nell'osservare le fermate che ci avrebbero portato fuori di qui. Con gli sguardi fissi, dipingevamo colori nuovi, negli occhi l'uno dell'altra. Abbracciati, ci tenevamo le mani e con esse promesse, che risultavano in alcuni piccoli istanti, preoccupazioni. Io temevo certezze di un invano futuro, tu temevi promesse di un passato sicuro. Ma non importava, perché quel vagone dei sogni, si prostrava a noi, come un desio, tanto voluto e mai realizzato, portava via oltre noi, anche i nostri pensieri, che sapevan d'amore appena nato, che sapevan di voglia intensa di viverci, dell'eterno peccato. Mentre pian piano quel binario, a noi sembrava sempre più uno strano parco giochi, le persone intorno erano poche, le porte serrate sembravano fuochi, che esplodevano ad ogni fermata, per tirar fuori sorprese, dolci parole inattese, dalla mia bocca. Ora le porte erano pronte ad aprirsi in piccoli spazi, pronte ad inoltrarsi nei nostri universi.




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