Cap. 6 Kiss kiss
Sherlock era inquieto, continuava a fare ricerche sul suo portatile
nella speranza di avere delle risposte. La domanda fondamentale che
continuava ad assillarlo riguardava i suoi poteri. Perché
non
riusciva a controllarli con la ragione ma aumentavano a dismisura
quando era preda dei sentimenti? Solo pensare alla parola "sentimenti"
lo aveva scosso, un tremito di disgusto mentre si concentrava
sull'importanza della fredda ragione che aveva sempre venerato. Doveva
restare concentrato. Eppure aveva scoperto di potersi rendere
invisibile solo a causa delle emozioni: da piccolo voleva isolarsi
perché a
scuola i bambini lo deridevano e quando tornava a casa non
voleva che nessuno gli chiedesse come stava, o cosa era successo.
Così un giorno
era sparito nel nulla. Sarebbe rimasto nascosto per giorni se suo
fratello non lo avesse individuato. Forse era stata l'unica volta che
lo aveva visto davvero preoccupato. Incredibilmente anche Microft, ogni
tanto, perdeva il freddo controllo.
E poi era successo l'incredibile, aveva salvato John. Niente di
ragionato, solo pura emotività.
E questo lo portava alla seconda domanda: perché John aveva
indugiato ad osservare le sue labbra dopo averle curate? Questa
risposta richiedeva conoscenze che Sherlock non aveva, era
completamente inesperto nel ramo "relazioni con altri esseri umani" e
soprattutto nelle relazioni intime. Sherlock si chiedeva come sarebbe
stato baciare John: dove avrebbe messo le mani? E la testa? Doveva
inclinarla? Per forza, altrimenti i loro nasi avrebbero sbattuto l'uno
contro l'altro. E gli occhi? Chiusi o aperti? Apparentemente vari forum
trattavano l'argomento "primo bacio" e il "bacio perfetto" ma si
limitavano a considerazioni prive di valore scientifico. Sherlock era
ancora più confuso. Non capiva come fosse arrivato a
consultare dei forum sui primi baci partendo dai suoi poteri.
Sbuffò una, anzi due volte. Poi si mise a guardare fuori
dalla
finestra. Il rumore della porta che si apriva lo colse
alla sprovvista e chiuse di scatto il suo portatile.
- Cosa combinavi? Erano piani segreti per la distruzione del pianeta?
chiese John divertito.
- Certo che no, una ricerca - Fece Sherlock leggero, appuntandosi
mentalmente di cancellare la cronologia di internet. - Già
te ne
vai ? chiese il moro con una punta di tristezza osservando John
prendere un libro e dirigersi verso la porta.
- Si faccio due passi con Mary...vuoi venire anche tu? -
- No grazie -
Sherlock pensò che era inutile continuare a pensare a come
sarebbe stato baciare John, non sarebbe mai successo. John avrebbe
baciato Mary e fine della storia. E poi John non era gay.
Sbuffò nuovamente, ancora più stizzito e
uscì dalla stanza.
- Bastardo! - sentì urlare la voce di Sally.
- Sally scusa io non capivo cosa facevo - ripeteva Philip.
Sherlock rise fra se, immaginava che prima o poi Sally avrebbe scoperto
dei tradimenti di Philip. Ma non fu l'unica situazione strana. Diversi
ragazzi sembravano come in trance.
- Sherlock! - urlò Mike - L'hai vista? -
- Non so di chi o cosa parli -
- E' stupenda - affermò trasognante.
Sherlock pensò che qualcuno aveva drogato i ragazzi, Philip
era
un'idiota ma Mike gli era sembrato sempre piuttosto tollerabile.
- Eccola, è una nuova studentessa, si è
trasferita qui
dal New Jersey - fece Mike indicando una ragazza dai capelli castani,
vestita con un tubino bianco.
La ragazza passeggiava con movenze da sirena e lentamente di
avvicinò a Sherlock - Irene Adler, e tu sei?-
Sherlock sogghignò -Stupito dall'idiozia dei miei compagni.
Come
funziona? il tuo potere è di incantare gli uomini? con cosa?
con
la voce o feromoni che liberi nell'aria? - Chiede il moro.
- Incredibile, pochi uomini riescono a resistermi - fece lei ammirata.
- La mia mente è molto superiore alla media -
- Non è solo questione di mente mr. Holmes -
strizzò
l'occhio lei. - Non è il mio unico potere, sono anche molto
flessibile. Ti piacerebbe una dimostrazione pratica?- chiese lei
facendosi sempre più vicino.
- Seduci gli uomini come dimostrazione di forza? Noioso -
- Sono nuova qui e non conosco nessuno ma mi hanno detto
che c'è una festa sta sera, non voglio uscire con qualche
schiavetto, di quelli ne ho fin troppi, per cui mi accompagni tu? -
continuò lei, non abituata a non essere venerata da ogni
ragazzo.
- Non mi interessano le feste -
- Bene - Affermò lei sensale.
Sherlock fece per andarsene quando con la coda dell'occhio vide John
passeggiare mano nella mano con Mary.
- D'accordo - rispose freddo.
- Come? -
- Ti accompagno alla festa -
Irene sorrise non troppo stupita e continuò ancheggiando la
sua camminata per il corridoio.
Sherlock rimuginò fra se, lo faceva perché aveva
bisogno di
indagare in mezzo agli studenti per scoprire chi era stato a
sabotare il computer, non perché voleva tenere d'occhio John.
Quando John tornò in camera vi trovò Sherlock che
stava indossando una camicia color porpora e un completo.
- Esci? - chiese stupito.
- Vado alla festa - rispose con noncuranza Sherlock.
John si sentì come schiaffeggiato - Oh, ma cosa farai alla
festa? -
- Che intendi? -
- Bè alle feste le persone parlano, ballano... -
- Forse è quello che farò -
Rimasero in silenzio a guardarsi. John non sapeva cosa dire che non
sembrasse offensivo, come ad esempio "ma nessuno parla con te a parte
me".
- Ok, bè allora ci vedremo lì, credo - concluse
John imbarazzato.
- Problemi? -
- No -
- Sembri imbarazzato John -
Era vero ma non voleva portare la conversazione a loro due. Aveva
passato troppo tempo a pensare alla sera prima quando aveva guarito il
suo perfetto labbro tumefatto.
- Stavo solo pensando al fatto che non so ballare -buttò
lì John, giusto per dire qualcosa.
Sherlock lo guardò incuriosito e poi decise di fare qualcosa
di
impulsivo, lo prese per un fianco e lo guidò in un valzer.
- Sherlock ma cosa?!? -
- Ti insegno a ballare, mi sembra ovvio -
- Non credo balleremo il valzer - commentò John che non
riusciva
neanche lontanamente a stare al ritmo leggiadro di Sherlock.
- Un,due, tre, Un due tre - scandiva Sherlock, cencando di far
acquisire a John il ritmo.
Continuarono così, non stretti ma nemmeno tanto distanti,
con il
cuore di entrambi che perdeva qualche battito ogni volta che i loro
sguardi si incrociavano. Il ché accadeva raramente dato che
John
era concentrato a guardarsi i piedi per evitare di pestare quelli di
Sherlock.
- Speriamo non entri nessuno - fece scherzosamente John.
Quella sera quando Sherlock fece il suo ingresso nella sala della festa
con al braccio Irene tutti si voltarono sorpresi. Chi perchè
era
stupito dal vedere Sherlock con una ragazza, credendolo del tutto
asessuato, chi perchè era stupito che quella "sirena" avesse
scelto il sociopatico della scuola. Solo John fissava la coppia con gli
occhi sgranati per motivi diversi. Una strana stretta allo stomaco lo
aveva colpito nel momento in cui aveva risconosciuto quella riccia
testa di capelli.
- John tutto ok? - chiese Mary vedendo la faccia sconvolta del ragazzo.
- Come? Cosa? Ah scusa - rispose distrattamente John - Solo che, non
so.. io.. -
- John riesci a fare un discorso coerente? -
John smise di guardare in maniera infastidita il suo compagno di
stanza, prese Mary per un fianco e improvvisò qualche
scoordinato passo di danza. Mary era perplessa ma credeva fosse il caso
di assecondarlo.
Mentre volteggiavano per la sala John non smise di guardare a
intervalli regolari cosa stava facendo Sherlock con la nuova ragazza.
Niente di compromettente, ma la cosa comunque non gli piaceva.
- Devo credere che sei geloso di Sherlock Holmes? - chiese Mary ad un
tratto - non fai che guardarlo -
- No, è solo che lui non... - John non sapeva come
concludere
quella frase - Non ha esperienza! Quella ragazza... - indicò
Irene sdegnato - Potrebbe ecco...-
- John cosa stai dicendo? E' la prima vola che sento qualcuno
preoccupato che una ragazza si approfitti di un ragazzo -
- Pensi che un uomo non possa essere sensibile? - chiese John quasi
indignato.
- Ok si - fece cauta Mary - ma non un sociopatico -
John rimase in silenzio a chiedersi perché era
così
nervoso quando vide Irene avvicinarsi a Sherlock e dargli un casto
bacio sulle labbra. Sherlock non si era mosso, non aveva nemmeno
spostato le mani ma questo era bastato per bloccare John in mezzo alla
sala. Mary gli girò il viso con la mano, non capiva davvero
quale fosse il problema.
Quando John riguardò nella direzione di Sherlock vide solo
Irene, il suo compagno di stanza era svanito nel nulla.
- Scusa Mary devo andare - le disse John, i cui piedi avevano preso
vita da soli e si dirigevano verso la porta.
Il biondo corse nel corridoio sperando di incontrare il suo amico
quando sbatté contro qualcosa d'inaspettato e si
trovò
disteso per terra e sorprendentemente proprio sopra a Sherlock.
- Dovresti guardare dove corri - gli disse il moro fintamente
infastidito.
- E tu non dovresti andare in giro invisibile -
John si spostò da sopra di lui, lievemente imbarazzato.
- Gentile da parte tua farmi compagnia -
- Dove stai andando? -
- Nell'ufficio del Preside, tutti sono impegnati con la festa, nessuno
noterà se prendo in prestito qualche fascicolo -
- Cosa? -
Neanche il tempo di rimettersi in piedi che Sherlock stava correndo
verso l'ufficio del prof. Xavier, seguito da John alquanto confuso.
Entrarono piano, la porta non era stata chiusa a chiave. Sherlock si
diresse direttamente verso gli schedari.
- Incredibile no? Tutto su carta - disse allegro Sherlock estraendo
vari fascicoli.
- Che fascicoli prendi? -
- Moran, Moriarty e Morstan... stano vero? tutti i sospetti hanno il
cognome che inizia con la M -
- Anche Mary? -
- Ho parlato con Molly, mi ha detto che non era il suo turno. Molly non
avrebbe dovuto fare l'esercitazione quel giorno. Toccava a Moriarty. Ma
lui si è fatto male durante una lezione e così
hanno
chiamato lei -
- Quindi? -
- Quindi dobbiamo capire che relazione c'è tra loro tre e
cosa nascondono -
John non sapeva cosa pensare, Mary era quasi la sua ragazza e ora
Sherlock l'accusava di complottare. Ai danni di chi poi?
- Mary è rimasta ferita! Non può c'entrare -
- Già, chissà se era lei il bersaglio o qualcosa
è
andato storto in mancanza di Moriarty - fece pratico Sherlock.
John prese la propria cartellina dallo schedario, curioso di
vedere cosa dicevano di lui -Pazzesco - esclamò
leggendo le
valutazioni psicologiche.
- Cosa hai trovato? -
- Nella mia cartellina, dicono che sono inspiegabilmente attratto da
situazioni e persone pericolose. Come possono dirlo? -
- Bè hai lasciato una festa di sbaciucchiamenti per venire
qui
con me... - strizzò l'occhio Sherlock mentre leggeva la
scheda
di Moriarty.
- Qui non è tanto pericoloso, al limite finiremo a lavare i
piatti. E poi non ero io che sbaciucchiavo, o veniva sbaciucchiato-
concluse offeso.
Sherlock lo guardò divertito e stava per commentare
sarcastico quando sentirono un rumore proveniente dal corridoio.
Angolo autrice
Un po' di suspense.
Come sempre grazie
millissime a tutti ;) Vi voglio bene..ma se recensite anche di
più!!!
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