Calma Herm.
Ci vuole solo un po’ di calma.
Cammino in silenzio, nel giardino deserto e fradicio.
Ho i capelli bagnati e il mantello grondante di pioggia.
Insomma, è davvero così grave che non mangio da
due giorni?
Si che è grave Hermione!! A malapena ti reggi in
piedi… Ma non posso farlo, perché significa
sacrifici in più per quegli elfi così
indifesi…
Mi fermo, a mirare le finestre larghe e alte della Sala Grande: sono
tutte illuminate e un brusio appena percettibile cresce da quelle mura
che vorrei tanto raggiungere.
Sospiro, scuotendo la testa sotto la pioggia che ha ricominciato a
cadere.
Una due tre.. Quante gocce..
Intorno a me c’è solo silenzio e il picchiettare
leggero dell’acqua sul prato verde.
È piacevole. Sono sola per la prima volta
dall’inizio della scuola.
Sola veramente dico, senza problemi.
La mia mente sembra vuota, come se la nebbia intorno a me si fosse
insinuata anche tra i miei pensieri.
Mi siedo sul verde bagnato, coprendo la mia divisa col mantello.
Terribile.
Mi aspetta una serata terribile domani.
Non posso credere che mi sono fatta convincere da quelle oche di Lav e
Calì!
Il vestito di Hogsmede non mi attira tanto.
Mi fa tanto baby-prostituta-incallita.
In effetti preferirei mangiarmi un biscotto di Marley, se non di
Hagrid, invece di partecipare a quel dannato festino.. Ma a quanto pare
si è obbligati ad andare una volta nella Lista.
Che diamine.. Ci sarà pure Blaise.
Mi metterei a piangere se non fosse un’azione da bambina
infantile.
E io sono tutto forchè infantile.
Calì è troppo stupida. Cioè, ha
richiesto la partecipazione di TUTTA la Casa delle Serpi.
TUTTA, solo perché venisse Blaise.
Sinceramente, per quel che mi riguarda, può anche restarsene
nel suo letto malato, con quaranta di febbre, in procinto di morire.
Anche perché non ho intenzione di ballare, bere o fare
qualcosa di pressochè simile al divertirmi.
Non voglio dare soddisfazione a quelle oche delle mie compagne.
Il programma della MIA serata è di rimanere seduta su
qualche sedia, a mo’ di tappezzeria.
Moody ha fatto un incantesimo a Harry, che lo faceva confondere con lo
sfondo, al quinto anno..
Magari Harry se lo ricorda..
“Hermione… Hey!” Una voce si fa largo
tra i miei pensieri e gli incantesimi da me conosciuti.
Ah, parli del diavolo… Ecco Harry.
Lo vedo correre verso di me tra la foschia, un sorriso larghissimo
sullo sguardo blu..
Un momento.
Blu?
M.E.R.D.A.
Scatto all’impiedi,proprio mentre lui si avvicina.
“Ciao Gryffindor. Te la passi male?” Chiede
strafottente, ma con un sorriso.
Ammaliatore del cavolo.
Non posso non fare una smorfia, e poi non mi viene in mente nulla di
brillante da ribattere.
“Si. Abbastanza”. Dico mogia, spazzando via
l’erba aggrappata al tessuto morbido del mio mantello.
“Ottimo”.
Inarco un sopracciglio, cercando di non scivolare sul prato bagnato.
Lui mi afferra con una mano morbida.
“Attenta mezzosangue. Se ti fai la bua, poi ti devo curare
io”. Mi dice lasciandomi, un po’ dispiaciuto dal
contatto spezzato.
Sbianco.
Malfoy non stava mentendo.
“Da quando mi chiami mezzosangue, Zabini?” Chiedo,
cercando di ignorare il mio rossore improvviso nell’aver
afferrato la situazione.
Lui ghigna.
“Quando mi pare” Dice sorridendo.
Okay.
Mi sembrava strano che in quest’ultima settimana fosse
così gentile.
È tornato lo Zabini di prima.
Ci guardiamo per un attimo, io con insicurezza e rossa in viso, lui
deciso e spaccone.
“Io dovrei tornare in Sala comune. Sono fradicia”.
Dico subito dopo, mettendomi in procinto di scappare, appena lui avesse
detto quel fatidico okay.
Il suo sguardo mi percorre in modo a dir poco indecente, prima che
torni a guradarmi negli occhi.
“Ti accompagno”. Dice semplicemente, quando io sto
già facendo il primo passo verso il castello.
Mi giro verso di lui, presa alla sprovvista.
Il suo viso olivastro sembra dipinto nelle nuvole, in quel momento, gli
occhi blu fissi sul mio viso.
“C-come?” Dico, indietreggiando, senza neanche
accorgermene.
Lui sghignazza, incamminandosi verso l’imponente figura del
castello.
Guardo Blaise fare qualche passo, i capelli fradici mossi dal vento
leggero, la nebbia ad avvolgerlo tutto, i pantaloni della divisa a
fasciare le sue gambe muscolose.
Non c’è da stupirsi che sia il braccio destro del
Re Dei Serpeverde.
Si gira a guardarmi, incitandomi a seguirlo, prima di tornare a
galleggiare nella foschia.
Deciso. Sicuro.
Corro.
Mi squadra divertito, mentre fisso i miei piedi bagnati.
“Mezzosangue.. Tu vai alla festa vero?” Chiede
distrattamente, mentre varchiamo il cancello.
Io tengo lo sguardo inchiodato sulle mie scarpe e sui gradini di pietra.
“Ovvio. Tutti vanno al banchetto di Halloween”.
Varchiamo le porte, di pietra anch’esse.
Il corridoio è caldo e asciutto, sicuramente più
del giardino.
Blaise rimane in un silenzio tirato.
Alzo lo sguardo per cercarlo e lo vedo poco più in
là, appoggiato ad un muro.
Una sigaretta stretta fra le dita sottili e uno sguardo accusatorio su
di me.
Non ha IDEA di quanto sia attraente in questo momento, oppure si, il
che sarebbe peggio.
“Sai bene che non mi riferisco a quella festa
Herm..” Dice canzonatorio.
Abbasso lo sguardo risentita, avvicinandomi quel tanto da permettermi
di vederlo chiaramente negli occhi.
Alla luce delle lampade sembra ancora più bello, con tutti i
capelli bagnati appiccicati sulla fronte e le ciglia imperlate di
gocce. Gli occhi blu profondi.
Sospiro: “Calì mi ha obbligato a venire. Mi hanno
comprato anche un vestito”.
Arriccio il naso con fastidio. Lo sto dicendo come a scusarmi, per aver
accettato di andare ad una festa così frivola e
così poco da Prefetto.
Annuisce, dando una boccata alla sottile striscia di carta bianca.
Non sono proprio sicura che sia una normale sigaretta.
“Anche io sono nella Lista”. Dice guardandomi di
sbieco, la testa leggermente inclinata.
Non è in sé, questo è sicuro.
“Senti Zabini.. Ti lascio a fare, beh, i tuoi affari. Mi devo
andare a preparare per questa maledetta festa. Visto che ci sei ci
vediamo lì”. Dico, incamminandomi su per il
corridoio, senza andare perfettamente dritta.
Passano alcuni attimi e mi manca poco per girare l’angolo.
Ti prego: non mi chiamare, non mi chiamare, non mi chiamare, non mi
chiamare…
“Ehi mezzosangue!”
Beh grazie tante, penso fissando il soffitto.
Mi giro lentamente, con espressione curiosa.
Lui si stacca lentamente dalla parete e aspira un’altra
boccata di fumo.
Fa qualche passo nella direzione opposta alla mia e poi si gira, con un
sorriso sghembo.
Dio, lo fa sembrare molto naturale. So che è tutto studiato
comunque, anche se è mezzo fumato, è bravo a
misurare le proprie emozioni.
“Rosso”.
Così dicendo, si incammina, senza girarsi, canticchiando una
canzone in una lingua molto simile all’italiano.
Rimango immobile, gocciolante e perplessa nel corridoio, soppesando
quel colore e quella parola in ogni loro sfaccettatura.
Che vuole dire quel mezzo drogato?
Ma non riesco a rispondermi.
“Chi c’è? Cos’è
stato? Oddio santo.. Tu! Ragazza della malora! Mi sporchi tutto il
pavimento! Via, via!!”. Gazza spunta fuori, con Mrs. Purr
alle calcagna, gesticolando contro di me e indicando freneticamente le
impronte mie e dello Slytherin.
Non me lo faccio ripetere: come una molla corro per il corridoio,
scappando d quel pazzo furioso del nostro custode.
“Me la paghi tu! Hai capito? Tutti voi!! Studenti indegni..
Ah ma mi sente adesso silente!” Mi urla dietro quello.
Come se Silente non avesse già i suoi problemi.. Ma che ne
può sapere un magonò come Gazza?
Salgo gli scalini tre a tre, cercando di raggiungere la Sala comune nel
minor tempo possibile.
Sono in ritardo: la tortur sarà ancora peggio.
“Parola d’ordine?” Trilla tutta
agghindata la Signora Grassa.
“Goldispruzzo!!” Dico trafelata. La donna mi guarda
apprensiva.
“Dovresti riposarti cara, sembri molto
affaticata…” Inizia lei.
“Infatti. Mi faccia passare per favore!” Dico
sbrigativa, cercando di essere cortese.
Lei mi guarda con preoccupazione e si fa da parte.
Nell’entrare dal buco, il mantello si impiglia ad una sedia
appoggiata lì accanto e io cado per terra, picchiando il
fondoschiena con un colpo sonoro.
“Oddio.. ma che… ? Ow! Cavoli che
male…” Mi lamento, cercando di alzarmi.
Una divisa scura e una cravatta rossa e oro.
“Hermione.. Sei un disastro!”
Fisso contrariata Harry, mentre cerca di staccarmi da quella sedia
omicida.
Appena ci riescie io la prendo da una parte e le tiro un calcio ben
mirato, sfogando tutta la mia rabbia di questa settimana.
“Stupida sedia schifosa.. Adesso vede!” Sibilo,
sotto gli occhi esterefatti di tutti.
Harry mi prende per un braccio, appiattendomi contro il muro.
Si gira verso i vari curiosi.
“Tranquilli ragazzi: semplice rabbia repressa contro i
Serpeverde” Dice allegramente e ognuno torna ai propri
affari, più rilassato.
Harry torna a me, con sguardo cupo.
“Ci ho azzeccato, vero Hermione?”
Lo guardo un attimo negli occhi, cercando un modo di mentire.
Cacoli, non ci riesco!
Abbasso lo sguardo, annuendo.
Non devo avere un aspetto molto felice, perché in un attimo
il suo viso si addolcisce e mi accarezza una guancia.
“Ehi, piccola, davvero, puoi parlarne con me”.
Lo fisso diffidente. Capiresti Harry?
“Vieni da me? Ne parliamo. In questi giorni non fai altro che
evitarmi”. Dice tristemente.
Io mi mordo il labbro inferiore: è vero, inutile negarlo.
Perché Harry e Ron non dovrebbero saperlo? Vogliono solo
proteggermi no? Sono i tuoi mgliori amici Herm…
“Harry io…”
“Hermione Granger! Ora sei veramente nei guai!”
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