Mi scuso per il ritardo del nuovo
capitolo, ma ho avuto problemi con il computer =__=… per farmi perdonare,
scrivo un capitolo più lungo e ricco di colpi di scena :D
Sto
dormendo. Non so come ci sia riuscito, nonostante le preoccupazioni varie e
assordanti. Shizuka è al mio fianco, ma non chiude occhio. È così preoccupata
che ha paura persino di chiudere gli occhi, lascia scorrere le sue fotografie
sotto il suo felice polpastrello e sussurra parole
incomprensibile. Non vuole restare con le mani in mano, mi lascia un dolce
e punzecchiante bacio sulla guancia ed esce da casa mia, sgattaiolando
furtivamente. Vuole raggiungere quel fiume, fare qualche foto, scoprire
qualcosa. Così sento a malapena le chiavi che girano nella serratura, ma non
riesco a definire il suo corpo che scompare dietro la porta.
Corre.
Corre sotto la notturna pioggia battente.
Attraversa
con grande velocità il bosco, grazie ad una torcia che si è portata appresso
prima di uscire. Poi, eccolo, il fiume in tutta la sua inquietudine e
profondità. L’acqua scroscia sulla superficie del fiume. Tictictictic.
La luna è
scomparsa dietro un alone nero di nuvole, ma Shizuka
comincia a scattare con abbaglianti flash. L’acqua salmastra appare e scompare
sotto la luce assordante. Poi, qualcosa, un’ombra, un’ombra comincia a salire
dall’acqua, raggiungendo la ragazza, sino davanti al suo apparecchio fotografico.
Shizuka vorrebbe urlare, ma continua a scattare, finchè il flash cattura l’occhio
di quell’ombra, un occhio bianco, privo di iride né pupilla.
Shizuka
vorrebbe gridare, perdere la sua voce, per surclassare la paura, ma sviene
inevitabilmente.
“Qualcuno può sentirmi?” sussurra tra sé Shizuka, mentre davanti ai suoi occhi
chiusi cominciano ad apparire immagini confuse, immagini che ritornano nel
passato, spiegando una tragedia che ha ripercussioni su questo dannato presente
colmo di sangue.
Megumi
sta pulendo delle tazze, mentre la sorella Naomi si sta truccando allo
specchio.
“La mamma lo sa?” provoca all’improvviso Megumi, con la spugna in mano
“Che
cosa?” risponde quella, rifacendosi gli occhi con un mascara di marca
“Che cosa
hai fatto ieri…”
Naomi è preoccupata ,si blocca all’improvviso e si
volta verso la sorella “Che cosa intendi?”
“Il love hotel…vi ho seguiti, sai”
“Che cosa?”
“Sì…vi ho seguiti…e non ho affatto gradito”
“Lo dirai alla mamma?”
“No…non sono quel tipo di puttanella…però sapevi che Tatsuya piaceva a me”
“Mi dispiace…ma ho scoperto di essermi innamorata di lui e tu non ci fermerai
di certo”
“Ma se non ricorda nemmeno di averti scopata, come puoi permetterti di stare
con lui?”
“Ora sto andando a casa sua, vedrai se non lo avrò”
Le due sorelle sono al centro
di una tempesta, cominciano quasi ad odiarsi e si scambiano
fulminei messaggi subliminali con le pupille. Qualcosa scatta in Megumi, così
ferocemente, che mentre la sorella sta per uscire, afferra un coltellaccio da
cucina e sferra un primo colpo sulla nuca. La ragazza cade freddata, in
silenzio. Megumi è scioccata, non riesce a capire come possa essere successo,
come un tale odio si fosse annidato dentro lei,
portandola persino ad uccidere la sua sorella gemella.
Con il
viso sporco di sangue, Megumi, si avvicina al cadavere e comincia a pensare: “E ora cosa
faccio?”. Quasi in lacrime, però, spinta da un’invisibile forza, comincia a
tagliare a piccoli pezzi quel corpo, partendo dalla mascella. Il sangue schizza
all’impazzata, mentre il coltello attraversa la carne, le ossa, i muscoli e l’anima
di quella povera ragazza, innamorata dell’uomo sbagliato.
Ora il
corpo è letteralmente a pezzi, sparso sul pavimento.
“E ora
che cosa faccio?” continua ad urlare tra le lacrime e le urla Megumi,
spaventatissima “C’è…c’è solo un modo per disfarsi del cadavere…devo mangiarlo”
Ecco
quindi, che Megumi afferra un braccio mozzato, poi le dita e poi la mascella
masticandoli, crudi, mentre il sangue le scende giù dalla gola sino allo
stomaco.
“Non sarò sazia, finchè tu, sorellina, non vivrai in me e non mi punirai per
ciò che ti ho fatto” urla piangendo, prima di masticare il piede destro della
sorella.
Ora il
pavimento è lucido: Megumi ha appena mangiato Naomi e ha ripulito il pavimento
dal sangue e dalle frattaglie, la casa è in perfetto ordine e sprizza di ordine
e felicità.
Megumi
non c’è, è uscita, è andata da Tatsuya.
“Oh ciao Megumi” dice questo, vedendo la sua amica entrare in casa sua
“Ciao”
“Come mai non c’eri l’altro ieri in palestra? Ti
cercavo…ti volevo far sentire una mia canzone, l’ho scritta ispirandoti a te…”
“Mmmh…c’è …c’è qualcosa che devo dirti”
“perché stai piangendo? È successo qualcosa?”
“Ho appena ucciso mia sorella”
“Che cosa?” Tatsuya è evidentemente sorpreso, nonché basito
“è vero…e
l’ho fatto per te…perdonami” piange, piange forte.
“ma…stai parlando sul serio?”
“Poi l’ho anche mangiata…ho un mal di pancia tremendo, è come se si muovesse in
continuazione, dentro di me…avrò vomitato tipo sei o sette volte prima di
venire qui e vomitavo sangue”
Megumi infila la testa tra le gambe di Tatsuya, inumidendogli i jeans di
lacrime calde.
“Ma…come è successo?”
“Non lo so spiegare” ora cerca lo sguardo dell’amato, mentre dagli occhi di
entrambi sgorgano le lacrime “è successo tutto in un attimo…sto male…sto tanto
male…aiutami ti prego”
“Che cosa posso fare?”
Megumi si alza, prende delle forbici affilate dalla sua borsetta e le porge a
Tatsuya.
“Che cosa
sono queste?”
“Amore, uccidimi. Solo così mi farai felice, voglio
essere uccisa dalla persona che amo.”
“Ma che cosa stai dicendo? Ma sei
impazzita?”
“Fallo…ti prego!”
Megumi gli afferra le mani dell’amato, che stringono ancora quelle lame e
avvicina la forbice alla sua ugola, dicendo “Non preoccuparti, tra sei mesi
tornerò a prenderti”. Tatsuya chiude gli occhi spaventato e spinge. Un rantolo.
Un liquido caldo gli si schizza in faccia, mentre la testa ora persante di
Megumi affonda tra le sue braccia, sporcandogli la camicia blu di sangue.
“Megumi”
sussurra per l’ultima volta Tatsuya, disperato “Ti ho uccisa”.
La
abbraccia forte, la porta fuori mentre il sangue crea una sorta di percorso sul
pavimento e nell’erba, attraversando il bosco, fino al fiume.
“Addio Megumi” la bacia in bocca, infilandole la lingua sul palato, tastando
quel sangue vecchio e datato che sa ormai di vecchio.
“Mi
mancherai” dice Tatsuya, gettando la ragazza nell’acqua salmastra e, il corpo
lentamente, inizia a sprofondare nelle onde.