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Autore: ciabysan    30/10/2008    4 recensioni
Chi l'avrebbe mai detto che MSN messenger, un programma utilizzato da miliardi di persone nel mondo potesse trasformarsi in un arma di terrore, sangue e morte? Un ragazzo drogato di informatica viene aggiunto da una ragazza sconosciuta. I due si innamorano, ma quando lui scopre che la sua misteriosa spasimante è morta ben tre anni prima, sprofonda in una paranoia chiamata incubo.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mi scuso per il ritardo del nuovo capitolo, ma ho avuto problemi con il computer =__=… per farmi perdonare, scrivo un capitolo più lungo e ricco di colpi di scena :D

Mi scuso per il ritardo del nuovo capitolo, ma ho avuto problemi con il computer =__=… per farmi perdonare, scrivo un capitolo più lungo e ricco di colpi di scena :D

 

Sto dormendo. Non so come ci sia riuscito, nonostante le preoccupazioni varie e assordanti. Shizuka è al mio fianco, ma non chiude occhio. È così preoccupata che ha paura persino di chiudere gli occhi, lascia scorrere le sue fotografie sotto il suo felice polpastrello e sussurra parole incomprensibile. Non vuole restare con le mani in mano, mi lascia un dolce e punzecchiante bacio sulla guancia ed esce da casa mia, sgattaiolando furtivamente. Vuole raggiungere quel fiume, fare qualche foto, scoprire qualcosa. Così sento a malapena le chiavi che girano nella serratura, ma non riesco a definire il suo corpo che scompare dietro la porta.

Corre. Corre sotto la notturna pioggia battente.

Attraversa con grande velocità il bosco, grazie ad una torcia che si è portata appresso prima di uscire. Poi, eccolo, il fiume in tutta la sua inquietudine e profondità. L’acqua scroscia sulla superficie del fiume. Tictictictic.

La luna è scomparsa dietro un alone nero di nuvole, ma Shizuka comincia a scattare con abbaglianti flash. L’acqua salmastra appare e scompare sotto la luce assordante. Poi, qualcosa, un’ombra, un’ombra comincia a salire dall’acqua, raggiungendo la ragazza, sino davanti al suo apparecchio fotografico. Shizuka vorrebbe urlare, ma continua a scattare, finchè il flash cattura l’occhio di quell’ombra, un occhio bianco, privo di iride né pupilla.

Shizuka vorrebbe gridare, perdere la sua voce, per surclassare la paura, ma sviene inevitabilmente.


“Qualcuno può sentirmi?” sussurra tra sé Shizuka, mentre davanti ai suoi occhi chiusi cominciano ad apparire immagini confuse, immagini che ritornano nel passato, spiegando una tragedia che ha ripercussioni su questo dannato presente colmo di sangue.

 

Megumi sta pulendo delle tazze, mentre la sorella Naomi si sta truccando allo specchio.
“La mamma lo sa?” provoca all’improvviso Megumi, con la spugna in mano

“Che cosa?” risponde quella, rifacendosi gli occhi con un mascara di marca

“Che cosa hai fatto ieri…”
Naomi è preoccupata ,si blocca all’improvviso e si volta verso la sorella “Che cosa intendi?”
“Il love hotel…vi ho seguiti, sai”
“Che cosa?”
“Sì…vi ho seguiti…e non ho affatto gradito
“Lo dirai alla mamma?”
“No…non sono quel tipo di puttanella…però sapevi che Tatsuya piaceva a me
“Mi dispiace…ma ho scoperto di essermi innamorata di lui e tu non ci fermerai di certo
“Ma se non ricorda nemmeno di averti scopata, come puoi permetterti di stare con lui?”
“Ora sto andando a casa sua, vedrai se non lo avrò
Le due sorelle sono al centro  di una tempesta, cominciano quasi ad odiarsi e si scambiano fulminei messaggi subliminali con le pupille. Qualcosa scatta in Megumi, così ferocemente, che mentre la sorella sta per uscire, afferra un coltellaccio da cucina e sferra un primo colpo sulla nuca. La ragazza cade freddata, in silenzio. Megumi è scioccata, non riesce a capire come possa essere successo, come un tale odio si fosse annidato dentro lei, portandola persino ad uccidere la sua sorella gemella.

Con il viso sporco di sangue, Megumi, si avvicina al cadavere  e comincia a pensare: “E ora cosa faccio?”. Quasi in lacrime, però, spinta da un’invisibile forza, comincia a tagliare a piccoli pezzi quel corpo, partendo dalla mascella. Il sangue schizza all’impazzata, mentre il coltello attraversa la carne, le ossa, i muscoli e l’anima di quella povera ragazza, innamorata dell’uomo sbagliato.

Ora il corpo è letteralmente a pezzi, sparso sul pavimento.

“E ora che cosa faccio?” continua ad urlare tra le lacrime e le urla Megumi, spaventatissima “C’è…c’è solo un modo per disfarsi del cadavere…devo mangiarlo

Ecco quindi, che Megumi afferra un braccio mozzato, poi le dita e poi la mascella masticandoli, crudi, mentre il sangue le scende giù dalla gola sino allo stomaco.
“Non sarò sazia, finchè tu, sorellina, non vivrai in me e non mi punirai per ciò che ti ho fatto” urla piangendo, prima di masticare il piede destro della sorella.

Ora il pavimento è lucido: Megumi ha appena mangiato Naomi e ha ripulito il pavimento dal sangue e dalle frattaglie, la casa è in perfetto ordine e sprizza di ordine e felicità.

Megumi non c’è, è uscita, è andata da Tatsuya.
“Oh ciao Megumi” dice questo, vedendo la sua amica entrare in casa sua

“Ciao”
“Come mai non c’eri l’altro ieri in palestra? Ti cercavo…ti volevo far sentire una mia canzone, l’ho scritta ispirandoti a te…
“Mmmh…c’è …c’è qualcosa che devo dirti”
“perché stai piangendo?  È successo qualcosa?”
“Ho appena ucciso mia sorella”
“Che cosa?” Tatsuya è evidentemente sorpreso, nonché basito

“è vero…e l’ho fatto per te…perdonami” piange, piange forte.
“ma…stai parlando sul serio?”
“Poi l’ho anche mangiata…ho un mal di pancia tremendo, è come se si muovesse in continuazione, dentro di me…avrò vomitato tipo sei o sette volte prima di venire qui e vomitavo sangue”
Megumi infila la testa tra le gambe di Tatsuya, inumidendogli i jeans di lacrime calde.
“Ma…come è successo?”
“Non lo so spiegare” ora cerca lo sguardo dell’amato, mentre dagli occhi di entrambi sgorgano le lacrime “è successo tutto in un attimo…sto male…sto tanto male…aiutami ti prego
“Che cosa posso fare?”
Megumi si alza, prende delle forbici affilate dalla sua borsetta e le porge a Tatsuya.

“Che cosa sono queste?”
“Amore, uccidimi. Solo così mi farai felice, voglio essere uccisa dalla persona che amo.
“Ma che cosa stai dicendo? Ma sei impazzita?”
“Fallo…ti prego!”
Megumi gli afferra le mani dell’amato, che stringono ancora quelle lame e avvicina la forbice alla sua ugola, dicendo “Non preoccuparti, tra sei mesi tornerò a prenderti”. Tatsuya chiude gli occhi spaventato e spinge. Un rantolo. Un liquido caldo gli si schizza in faccia, mentre la testa ora persante di Megumi affonda tra le sue braccia, sporcandogli la camicia blu di sangue.

“Megumi” sussurra per l’ultima volta Tatsuya, disperato “Ti ho uccisa”.

La abbraccia forte, la porta fuori mentre il sangue crea una sorta di percorso sul pavimento e nell’erba, attraversando il bosco, fino al fiume.
“Addio Megumi” la bacia in bocca, infilandole la lingua sul palato, tastando quel sangue vecchio e datato che sa ormai di vecchio.

“Mi mancherai” dice Tatsuya, gettando la ragazza nell’acqua salmastra e, il corpo lentamente, inizia a sprofondare nelle onde.

  
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