- 3.
- Per
il terzo giorno di viaggio non era prevista alcuna tappa, il
programma prevedeva un intero giorno di navigazione.
- Giornate
come quelle, erano perfette per rilassarsi completamente o godersi a
pieno i numerosi servizi che la nave offriva ai suoi passeggeri.
- Il
giorno prima ero riuscita a visitare la SPA e la palestra, ma non
avevo avuto il tempo di provare nulla, e comunque c’erano
tantissime altre cose che non vedevo l’ora di godermi. Il
cinema,
il teatro, i campi da tennis, la pista di pattinaggio, e tanto altro
ancora, insomma sarebbe stato impossibile annoiarsi.
- “Ora
che ci penso… chissà se gli altri hanno
già in mente qualcosa…”
- Mi
sentii felice, non vedevo l’ora di vedere Sango, Miroku e
Inuyasha
e stare in loro compagnia.
- Uscii
in fretta, diretta al ristorante self service per fare colazione,
sperando che anche loro avessero deciso di mangiare lì.
- Quando
arrivai, con gioia notai Sango, intenta a fare la fila vicino al
ricco buffet.
- «Buongiorno,
Sango!»
- La
ragazza si voltò immediatamente verso di me, sorridendomi
- «Kagome!
Buongiorno anche a te!»
- Dei
ragazzi non c’era ancora l’ombra.
- «Stamattina
i ragazzi si sono svegliati molto presto e sono andati a correre.
Quando sono uscita dalla stanza Miroku non era ancora tornato»
- Cominciammo
a prendere da mangiare, decidendo di aspettarli sedute; dato il bel
tempo, optammo per un tavolino all’esterno.
- Ci
sedemmo comodamente al sole, gustandoci la nostra colazione; Sango
aveva scelto un cappuccino e un cornetto, mentre io non potei
rinunciare al caffè che accompagnai con dei pancake
ricoperti di
sciroppo d’acero.
- Squisiti.
- Approfittai
del fatto di trovarmi sola con la ragazza, per farle alcune domande.
- La
prima sera, a cena, sia lei che Miroku mi avevano letteralmente
tempestato di domande per tutto il tempo, mentre io non ero riuscita
a sapere quasi nulla su di loro; anche il fatto di essere sposati, in
realtà mi era stato detto da Inuyasha.
- “Ora
tocca a me farle l’interrogatorio” pensai
ridendo tra me e me.
- «Sango,
anche tu e Miroku siete di Firenze?» dissi a bruciapelo.
- Sango
inizialmente sembrò sorpresa, ma poi le dissi di aver
parlato con
Inuyasha.
- «Siamo
entrambi nati e cresciuti a Firenze, ma poi, dopo il matrimonio, ci
siamo trasferiti a Roma per motivi di lavoro»
- «Che
genere di lavoro?»
- «Siamo
entrambi sterminatori di demoni»
- Quella
frase fu come un fulmine a ciel sereno.
- Sobbalzai
letteralmente, facendo rovesciare la tazzina di caffè,
fortunatamente vuota.
- “Sango
e Miroku… Sono ster..mi..na..tori di demoni.”
- Da
quando la società umana aveva permesso ai demoni di vivere
in mezzo
agli esseri umani, fu creato uno speciale codice di leggi, riservato
esclusivamente alle creature demoniache. Erano leggi che ovviamente
tutelavano noi esseri umani.
- Gli
sterminatori di demoni erano delle guardie speciali, ingaggiate dallo
Stato; il loro compito era quello di punire i demoni che infrangevano
il codice.
- La
punizione, nella grande maggioranza dei casi, consisteva
nell’abbattimento del demone.
- Fin
da piccola ero sempre stata contraria a metodi di quel genere.
- Ai
miei occhi, i demoni non erano così tremendi da meritare un
trattamento simile.
- Non
riuscivo a credere che proprio Sango e Miroku facessero una cosa del
genere.
- “È
una cosa assurda”
- Sango
mi guardò preoccupata, aveva capito che c’era
qualcosa che non
andava.
- «Kagome,
cos’hai? »
- Non
sapevo cosa dirle, avevo paura di ferire i suoi sentimenti.
- In
quel momento, però, la nostra conversazione venne interrotta
da una
voce familiare che richiamava la nostra attenzione.
- Sango
ed io ci voltammo, ed entrambe rimanemmo scioccate nel vedere Miroku
e Inuyasha avanzare verso di noi, accompagnati da tre ragazze mai
viste prima.
- Miroku
era affiancato da due giovani ragazze, entrambe dai lunghi capelli
castani e gli occhi neri; a giudicare dalla straordinaria somiglianza
dovevano essere sorelle.
- La
ragazza che invece era insieme a Inuyasha era un mezzo-demone; aveva
lunghi capelli argentati, luminosi occhi ametista e la carnagione
color caramello.
- Era
una ragazzina esile, dal portamento elegante e sofisticato, ma si
vedeva che era più piccola; ad occhio e croce
avrà avuto circa
diciotto anni.
- «Buongiorno
ragazze» esordì Miroku con un largo e luminoso
sorriso.
- Sango
ed io rispondemmo, ma la nostra espressione rimase alquanto
perplessa, ci guardammo complici, cercando di capire chi fossero
quelle ragazze.
- «Sango,
Kagome, vi presento Shima e Satsuki»
- «Molto
piacere» dissero in coro le ragazze
- «
Ci siamo incontrati stamattina presto, mentre facevamo jogging
»
spiegò Miroku.
- Di
sottecchi notai l’espressione estremamente infastidita di
Sango;
era la prima volta che le vedevo rivolgere a Miroku uno sguardo
così
duro.
- «Caro,
posso parlarti un momento in privato?»
- I
due si allontanarono ed io rimasi da sola con le tre ragazzine e
Inuyasha
- “Non
so perché, ma non mi piace questa situazione”
- «Kagome,
lei invece è Shiori. Lei, Shima e Satsuki condividono lo
stesso
tavolo a cena»
- Con
mia grande sorpresa, Shiori mi fece un piccolo inchino, per poi
rivolgermi un dolcissimo sorriso «Piacere di conoscerti,
Kagome»
- «Piacere
mio, Shiori»
- Mi
sentivo a disagio, ero ancora sconvolta per la conversazione avuta
con Sango poco prima, avevo solo voglia di starmene un po’ da
sola.
- «Mi
dispiace, ma ora devo andare»
- Cercai
di essere più cortese possibile e mi allontanai, evitando in
tutti i
modi di incrociare lo sguardo di Inuyasha.
- Non
avevo una meta precisa, per questo mi fermai sul ponte di prua.
- Ero
affacciata alla ringhiera, con lo sguardo basso.
- Mi
lascia ipnotizzare volontariamente dalle onde che
s’infrangevano
contro la nave.
- «Perché
sei andata via in quel modo?»
- La
voce di Inuyasha era dolce e calda, come il caramello fuso.
- «Cosa
ci fai qui tutta sola?»
- Alzai
lo sguardo e incontrai le sue profonde iridi color miele.
- “Che
cosa mi succede?”
- Il
mio cuore iniziò a battere sempre più forte, il
mio respiro si fece
più pesante, e le mie gambe divennero improvvisamente molli.
- Dovetti
appoggiare tutto il peso alla ringhiera per non cadere.
- “Perché
Inuyasha mi fa questo effetto?”
- Inuyasha
rivolse lo sguardo verso il mare, tenendolo fisso davanti a se.
- «Oggi
sei strana, è successo qualcosa?»
- Scossi
la testa senza guardarlo.
- Restammo
entrambi in silenzio per un po’, osservando
l’orizzonte davanti a
noi.
- Fu
Inuyasha a parlare all’improvviso.
- «Sai,
anche Shiori si è imbarcata da sola, come te»
- Lo
guardai di sottecchi, inarcando un sopracciglio; ero confusa, non
capivo perché mi stesse dicendo quelle cose.
- “Perché
dovrebbe interessarmi?”
- «Shiori
ha solo diciotto anni, ma ha deciso di vivere da sola già a
sedici.
- Ha
perso il padre quando era ancora in fasce e, per proteggere la madre,
ha deciso di trasferirsi, lontano da lei.»
- Fece
una breve pausa, per poi rivolgere il suo sguardo direttamente verso
di me.
- «Per
una donna umana è difficile, quasi impossibile, crescere un
figlio
mezzo-demone. Soprattutto senza il sostegno del compagno»
- “Perché
mi sta dicendo tutto questo? Non capisco”
- «Per
averla conosciuta solo stamattina, sai veramente tante cose su
Shiori» la mia voce era fredda e atona.
- Lui,
per tutta risposta, mi guardò sorpreso, per poi rivolgermi
uno
sguardo irritato, quasi esasperato. La mia frase lo aveva
infastidito.
- “Per
quale motivo sta reagendo in questo modo?”
- Ad
essere sincera, all’inizio, io stessa rimasi sorpresa da
quella mia
reazione, ma poi capii. In quel momento stavo provando una serie di
sensazioni negative; mi sentivo triste, delusa, infastidita e
adirata.
- Era
successo tutto troppo in fretta.
- Prima
Sango, che mi aveva rivelato di essere una sterminatrice di demoni, e
poi Inuyasha, che non aveva fatto altro che parlarmi di Shiori.
- Non
avevo neanche voglia di trovare una risposta al comportamento del
mezzo-demone, l’unica cosa che volevo fare in quel momento,
era
andarmene via da lì.
- Senza
dire nulla mi allontanai, ma Inuyasha mi afferrò con forza
il polso,
trattenendomi.
- «Kagome,
si può sapere che cos’hai?» nel tono
della sua voce lessi una
vena di preoccupazione.
- «Per
favore, lasciami stare Inuyasha. Oggi non è proprio
giornata» dissi
cercando di restare calma.
- «Cos’è?
Per caso sei in quel particolare periodo del mese?»
- Rimasi
sbalordita. Non mi sarei mai aspettata una frase del genere da lui,
soprattutto, detta con tono quasi derisorio.
- Sentii
bollire il sangue nelle vene e gli occhi pizzicarmi a causa di alcune
lacrime, che prepotenti cercavano di uscire.
- Aveva
oltrepassato il limite.
- «TI
HO DETTO DI LASCIARMI IN PACE! Non Sono Affari Che Ti
Riguardano»
- Dissi
l’ultima frase, scandendo ogni singola sillaba.
- Dovevo
averlo scosso parecchio, perché Inuyasha lasciò
di scatto il mio
polso, assumendo un’espressione indecifrabile.
- Corsi
via, più in fretta che potevo, mi fiondai nella mia cabina
chiudendo
la porta a chiave, per poi buttarmi a peso morto sul letto e
scoppiare in un pianto quasi disperato.
- Mi
rannicchiai, come una bimba, con le ginocchia al petto, abbracciando
forte un cuscino, coprendomi il volto e inondandolo di lacrime.
- Piansi
per un tempo che mi parve infinito.
- Piansi
per Sango, per Miroku, ma soprattutto, piansi per come avevo trattato
Inuyasha.
- “Sono
una stupida. Sono una stupida senza speranza”
- Non
c’erano giustificazioni per il mio comportamento.
- Avevo
trattato male Inuyasha senza un motivo particolare; lui era
semplicemente venuto a cercarmi perché mi aveva vista
strana, e io,
gli avevo urlato contro.
- “Cosa
penserà di me adesso?” Ero
seriamente pentita del mio comportamento, volevo scusarmi, ma avevo
paura che Inuyasha non mi avrebbe ascoltata.
- Improvvisamente
sentii bussare alla porta.
- Mi
alzai controvoglia e andai ad aprire; ero sicura che fosse Yumi, ma
quando aprii la porta, con mia grande sorpresa, mi trovai davanti
Sango; appena mi vide assunse un’espressione preoccupata,
anzi,
quasi allarmata.
- «Kagome!
Ma che ti è successo?»
- In
quel momento mi accorsi di avere un aspetto orribile. Avevo gli occhi
rossi,ancora lucidi e sulle guance i segni delle numerose lacrime
versate.
- Sango
aspettava ansiosa una mia risposta, ma dalla mia bocca non riuscii a
far uscire neanche il più flebile dei suoni.
- All’improvviso
avvertii nuove lacrime pungermi gli occhi, la vista appannarsi e il
respiro diventare sempre più irregolare.
- Istintivamente,
senza pensarci, mi gettai tra le braccia di Sango, abbracciandola
forte e scoppiai nuovamente in lacrime.
- Sentii
Sango trasalire, stupita da quella mia reazione improvvisa, ma poi mi
ricambiò il mio abbraccio, accarezzandomi dolcemente la
testa.
- La
ragazza rimase in silenzio per tutto il tempo, l’unico rumore
che
si sentiva nella stanza era quello dei miei singhiozzi.
- In
quell’abbraccio mi sentii al sicuro, fu come trovarsi avvolta
dal
calore di una madre amorevole.
- Finalmente,
dopo qualche minuto, riuscii a calmarmi «Perdonami,
Sango»
- «Che
succede Kagome?» la sua voce era flebile e dolce
- «Poco
fa, con Inuyasha, io… Oh Sango! Sono stata una vera
idiota»
- Feci
un respiro profondo e inizia a raccontare, per filo e per segno,
tutto quello che era successo dopo che lei e Miroku si erano
allontanati.
- «…
e alla fine non ce l’ho fatta, sono esplosa. Gli ho urlato di
lasciarmi in pace e che non erano affari che lo riguardavano»
- Sango,
per tutta risposta, mi fece un dolce sorriso complice, a farmi capire
che aveva inteso perfettamente la situazione.
- «Questo
è proprio tipico di Inuyasha. Certe volte non si rende conto
di
quello che dice o che fa»
- Rimasi
abbastanza stupita, ero sicura che Sango avesse dato ragione al
ragazzo e invece, era come se avesse detto che la colpa di tutto
fosse proprio del mezzo-demone.
- Ero
confusa.
- «Sango,
non so proprio cosa fare. E se mi odiasse?»
- «Sono
sicura che non ti odia. Credimi, è una sciocchezza. Comunque
sia, ti
consiglio di andare da lui e chiedergli scusa il prima
possibile»
- La
abbracciai di nuovo, ma questa volta le feci un largo sorriso di
gratitudine.
- «Prima
di andare da Inuyasha, ti va di venire con me in un posto?»
- La
guardai con espressione interrogativa «dove?»
- Il
viso di Sango s’illuminò e vi comparve un sorriso
a quattrocento
denti. «sorpresa»
- Seguii
la ragazza per diversi corridoi, poi in ascensore, e ancora per altri
corridoi, fino a quando non ci fermammo di fronte ad una gigantesca
porta dai vetri satinati; in alto, spiccava la scritta
“boutique”,
in corsivo, grande e luminoso.
- «Cosa
c’è niente di meglio dello shopping, per tirarsi
su di morale?»
- «Beh
ecco… la cioccolata calda ad esempio» le dissi
sorridendo,
ripensando alla sera in cui Inuyasha, dopo il ritrovamento di Sango,
per consolarmi, mi portò a bere la cioccolata calda. “Quella
volta, se Inuyasha non fosse rimasto con me…”
- Notai
l’espressione perplessa di Sango «niente, niente,
non ci far caso»
- «Dai
su, entriamo!»
- Varcata
la soglia, ci trovammo in quello che, ogni donna, avrebbe descritto
come il paese dei balocchi.
- C’erano
negozi di ogni genere, per lo più di abiti eleganti, per
ogni
occasione, da cocktail, o da serata di gala; inoltre vi erano vari
negozi di scarpe, borse e tanto altro.
- «Kagome,
ti ho portata qui, perché abbiamo una missione»
- «Ehm…
che genere di missione? »
- «Poco
prima di venire da te, ho incontrato un mio amico, che lavora su
questa nave come ufficiale. Mi ha confessato che tra qualche giorno
ci sarà una serata molto importante. Un ballo in
maschera.»
- «Un
ballo in maschera? Fantastico!»
- «Si!
L’avviso uscirà domani sul giornale di
bordo.»
- L’idea
del ballo mi entusiasmava, ma non capivo tutto quel discorso sulla
“missione”
- “Non
capisco dove vuole arrivare?”
- Notando
la mia espressione confusa, la ragazza si rassegnò, fece un
profondo
respiro e mi rivelò il suo piano.
- «Oggi,
mia cara, compreremo tutto il necessario per il ballo»
- «Perché
proprio oggi?»
- «Domani
ci sarà il caos. Tutti verranno a conoscenza del ballo, si
precipiteranno qui e prenderanno le maschere migliori. Dobbiamo
batterle sul tempo!»
- Istintivamente
scoppiai in una fragorosa risata.
- Dopo
una buona mezz’ora trascorsa a provare decine e decine di
maschere,
cominciai a perdere le speranze.
- Poi,
improvvisamente, le vidi.
- All’interno
di una piccola vetrina di cristallo, c’erano due maschere
nere, di
metallo estremamente leggero, traforate a laser e impreziosite da
cristalli Swarovski e diamanti; per fissarle avevano un nastro di
seta nero.
- “Che
meraviglia, non ne ho mai viste di così belle”
- «Le
piacciono? Sono pezzi unici»
- Erano
perfette. Eleganti e uniche.
- Richiamai
l’attenzione di Sango e le mostrai le maschere che, non
appena le
vide, sembrò entusiasmarsi ancora più di me.
- «Kagome
sono…perfette» Non c’erano altre parole
per descriverle.
- La
commessa ripose ogni maschera in un raffinato sacchetto di velluto
nero, per poi riporla in una scatola bordeaux scuro, chiusa con un
elegante nastro di velluto e raso nero.
- Nel
frattempo, notai Sango intenta a girare per il negozio in cerca di
qualcos’altro.
- Dopo
qualche minuto la vidi porgere alla commessa qualcosa.
- Non
volevo sembrare troppo impicciona, ma, appena fummo fuori dal
negozio, non seppi resistere.
- «Cos’altro
hai comprato?»
- «Ho
pensato di prendere due maschere anche per Miroku e Inuyasha.
Conoscendoli, comprerebbero due maschere all’ultimo momento,
scegliendo quelle più scialbe.
- Ci
accompagneranno al ballo, quindi devono essere alla nostra
altezza»
- Quell’ultima
affermazione mi fece mancare un battito.
- Sango
sarebbe sicuramente andata al ballo con Miroku, ma non era scontato
che io andassi con Inuyasha.
- «Tranquilla
Kagome, sono certa che farete presto la pace. Inuyasha è un
po'
permaloso, ma non è tipo da portare rancore per sciocchezze
del
genere»
- Dopo
aver fatto un altro giro per negozi, decidemmo di andare a pranzo.
- «Sango,
sei sicura di non voler chiamare anche i ragazzi?»
- «Sicurissima»
- Mi
rispose immediatamente, senza neanche pensarci
- «Almeno
per un po' preferisco non averli intorno»
- Avevo
l'impressione che Sango fosse ancora arrabbiata con Miroku;
probabilmente questa volta il ragazzo aveva proprio oltrepassato il
limite.
- Ripensandoci,
anche io avevo esagerato quella mattina.
- Sapere
che Sango e Miroku erano sterminatori di demoni mi aveva sconvolta a
tal punto da diventare un'altra persona.
- Inuyasha
non era il solo al quale dovevo delle spiegazioni.
- Mi
schiarii la voce, cercando di attirare l'attenzione di Sango, e
quando ci riuscii, iniziai subito a parlare evitando troppi giri di
parole.
- «Sango,
in realtà devo una spiegazione anche a te. Tutto il mio
comportamento di questa mattina è stato condizionato da
quello che
mi hai detto riguardo al lavoro tuo e di Miroku.»
- Sango
mi sorrise «Lo sospettavo. È da quando abbiamo
parlato del mio
lavoro che hai iniziato a comportarti in modo strano»
- «Perdonami,
ma ero veramente sconvolta. Sono sempre stata contraria ai metodi
usati dagli sterminatori, per questo motivo, quando ho saputo che voi
eravate... »
- La
ragazza mi guardò come se già avesse capito tutto
e, in quel
momento le parole mi morirono in gola.
- «Capisco
perfettamente la tua reazione, Kagome. Anch’io tempo fa la
pensavo
esattamente come te. »
- Fece
una breve pausa.
- «Ma
lascia che ti spieghi il motivo della mia scelta. »
- Fece
un’altra pausa, come se stesse cercando le parole
più adatte; poi,
dopo un lungo respiro, iniziò a raccontare
- «Nella
mia famiglia eravamo tutti sterminatori di demoni,
- Avevo
solo dieci anni quando mio padre iniziò a istruirmi, ma ti
confesso
che Da piccola credevo che esseri umani, i demoni e i mezzo demoni
potessero vivere in pace.
- Ma
crescendo ho capito che quella era solo la fantasia di una bambina
ingenua che credeva troppo nelle favole.»
- Il
suo sguardo si fece improvvisamente cupo
- «Un
giorno, la mia famiglia venne attaccata da un demone diverso dal
solito, un demone dalle sembianze umane.
- Non
avevo mai visto una creatura simile; tanto bella, quanto crudele.
- Mio
padre mi ripeteva continuamente che quelli erano i demoni
più
potenti e più pericolosi.
- Non
dimenticherò mai gli occhi rosso sangue di quel demone, che
senza
pietà, senza una ragione ben precisa, sterminò
tutta la mia
famiglia.
- Rimasi
da sola, fino a quando, a sedici anni, mi iscrissi all'accademia
degli sterminatori.
- Fu
proprio lì che conobbi Miroku.
- Iniziammo
a frequentarci e, con mia enorme sorpresa, scoprii che condividevamo
lo stesso passato.
- Anche
il padre di Miroku fu ucciso da un demone dall'aspetto umano, lo
stesso che sterminò la mia famiglia quando ero piccola.
- Da
quel momento giurammo di diventare dei potenti sterminatori e di
vendicarci di quel demone.»
- Il
racconto di Sango mi colpì a tal punto che rimasi senza
parole.
- Non
sapevo cosa dirle.
- Era
una storia tristissima, ma allo stesso tempo la trovai anche molto
romantica.
- “Lei
e Miroku sono legati da un passato e da un destino comune, è
un
qualcosa che niente e nessuno potrà mai spezzare”
- «Capisco
i tuoi sentimenti nei confronti degli sterminatori, ma sappi che non
siamo tutti uguali. Sia io che Miroku non pensiamo sia giusto
sterminare tutti i demoni e i mezzo demoni, indistintamente. Entrambi
lottiamo per fare in modo che l’equilibrio, che si
è creato tra
umani e creature demoniache, non venga distrutto.»
- Non
avrei mai pensato che dietro la loro scelta ci fosse una motivazione
del genere.
- «E
poi, se la pensassimo come la maggior parte degli sterminatori, non
saremo mai diventati amici di Inuyasha.»
- “È
vero, che stupida che sono, ho paragonato Sango e Miroku a Hojo senza
pensarci”
- Quella
sera non vedevo l’ora di vedere Inuyasha; volevo
assolutamente
scusarmi con lui.
- Ma
purtroppo non fu facile come pensavo.
- Durante
la cena non ci fu l’occasione, anche perché
preferivo parlargli in
privato, ma ogni volta che cercavo di rimanere da sola con lui,
Shiori sbucava fuori dal nulla interrompendomi e attirando
l’attenzione di Inuyasha verso altro.
- “Comincio
a pensare che lo faccia di proposito. Anzi, ne sono certa”
- Non
sapevo come fare e così, decisi di chiedere consiglio a Sango
- «Ma
come? Non sei ancora riuscita a parlargli?»
- «Non
è così facile. Ogni volta che cerco di rimanere
da sola con lui,
Shiori salta fuori e rovina tutto. Cosa posso fare? »
- «Tranquilla,
stasera ci sarà uno spettacolo con il fuoco a bordo piscina;
può
essere l'occasione perfetta per chiamarti Inuyasha in
disparte.» .
- «Lo
spero tanto»
- Dopo
cena andammo tutti sul ponte principale, a bordo piscina, per
assistere allo spettacolo dei mangia-fuoco, organizzato da un gruppo
di animatori specializzati in questo genere di discipline.
- All'inizio
ero emozionata all'idea di assistere ad un'esibizione così
spettacolare quanto pericolosa, ma poi il mio entusiasmo
svanì non
appena seppi che al nostro gruppo si sarebbero aggregate anche Shima,
Satsuki e Shiori.
- Notai
che anche Sango era abbastanza infastidita dalla presenza delle tre
ragazze;
- fissava continuamente Miroku
lanciandogli delle occhiate che avrebbero fatto
venire la pelle d'oca a chiunque.
- “Spero
solo che Shiori non mi impedisca ancora di parlare con
Inuyasha”
- Purtroppo,
però, la mia preghiera non fu ascoltata.
- Per
tutto il tempo dello spettacolo, i due mezzo-demoni, non fecero altro
che stare appiccicati, a ridere e a scherzare.
- Guardarli
mi provocava una strana e sconosciuta fitta al cuore.
- “Che
cosa mi sta succedendo? Basta devo smetterla!”
- Decisi
di andare via; non mi andava più di stare in mezzo a tutta
quella
gente, avevo solo voglia di starmene in pace, per conto mio.
- Ero
sul ponte, con lo sguardo rivolto verso il mare, ad osservare un
punto indefinito dell’orizzonte.
- Ero
completamente immersa nei miei pensieri, anzi, più
precisamente, la
mia mente era concentrata su una cosa sola: Inuyasha e Shiori.
- Fin
da subito si era creata una strana sintonia tra i due.
- Inuyasha
e Shiori erano entrambi mezzo-demoni, e quindi era normale che tra
loro ci fosse un feeling speciale; entrambi conoscevano molto bene le
spiacevoli conseguenze della loro condizione.
- “È
come se ci fosse un muro tra me e loro”
- La
barriera tra umani e creature demoniache era così
impenetrabile come
dicevano?
- Cominciavo
a credere che fosse veramente così.
- All'improvviso
sentii un rumore di passi avvicinarsi e fermarsi poco distante da me.
- Quando
mi voltai vidi la giovane Shiori che mi scrutava con uno sguardo
strano, quasi accusatore.
- “Cosa
è venuta a fare?”
- «Voi umani avete il brutto
vizio di immischiarvi in affari che non sono i
vostri»
- Sgranai
gli occhi «Che intendi dire?» “Cosa
vuole da me?”
- Il
suo sguardo era glaciale, metteva i brividi.
- «Demoni,
mezzo-demoni ed esseri umani fanno parte di mondi diversi.
- Gli
esseri umani non potranno mai entrare a far parte del mondo dei
mezzo-demoni, né tanto meno di quello dei demoni. Voi esseri
umani
non potrete mai capire quello che proviamo noi mezzo-demoni.
- Non
siamo né l’uno, né l’altro,
non siamo demoni, ma non siamo
neanche esseri umani.
- Abbiamo lottato tanto per trovare un
posto che sia solo nostro e non
vogliamo dividerlo con nessuno»
- Il
suo sguardo si addolcì improvvisamente.
- «Guardati
attorno, Kagome. I demoni stanno con i demoni, gli esseri umani con
gli umani, e i mezzo-demoni con i mezzo-demoni»
- «Ma
voi mezzo-demoni siete nati proprio dall’amore tra un essere
umano
e un demone.
- Come
puoi parlare così? In questo modo è come se
rinnegassi i tuoi
stessi genitori»
- «Lo
vedi? Non riesci proprio a capire»
- Nei
suoi occhi, in quel momento, riuscii a vedere solo un’immensa
tristezza.
- “Gli
esseri umani,non devono immischiarsi negli affari dei demoni”
- Senza
dire più una sola parola la giovane mezzo demone si
allontanò
- «Shiori
aspetta!» ma lei era già sparita nel nulla.
- “Perché
mai ha voluto farmi quel discorso?”
- Quel
discorso mi aveva fatto innervosire.
- Shiori
voleva che stessi lontana da Inuyasha, era palese, ma tutto quel
discorso non aveva alcun senso.
- «Kagome?
Che ci fai qui?»
- Sobbalzai
nel sentire la voce di Inuyasha.
- Dall'espressione
sorpresa, che aveva in volto, non doveva essersi accorto del fatto
che mi ero allontanata dal gruppo. “Eppure sono qui
da quasi
un'ora”
- «Volevo
prendere un po' d'aria. Attorno a quella piscina c'era troppa
gente»
- «Hai
visto Shiori? Si è allontanata all'improvviso»
- “Shiori,
sempre lei. Ormai è diventata la sua ossessione”
- «No.
Non l'ho vista» mentii
- Rimanemmo
per qualche secondo in silenzio. Quello era il momento perfetto per
chiarire la situazione con lui. Forse non ci sarebbero state altre
occasioni come quella.
- «Inuyasha,
ascoltami ti prego. Stamattina io…»
- «Tranquilla.
Non è successo niente» Non mi fece neanche finire
la frase.
- «Ma
io non mi sono comportata bene nei tuoi confronti
e…»
- «Non
ha importanza» disse interrompendomi ancora una volta.
- Pensai
che fosse tutto sistemato “forse
Inuyasha non se l’è presa come pensavo”
- Ma
poi le sue labbra pronunciarono qualcosa che mi devastarono
completamente:
- «Non
sono affari che mi riguardano»
- Così
dicendo, il mezzo demone se ne andò senza neanche guardarmi
in
faccia.
- Ero
paralizzata.
- Il
tono della sua voce era talmente glaciale, che mi procurò un
brivido
di freddo lungo tutta la schiena.
- In
quel momento mi tornarono in mente le parole di Shiori.
- “Gli
esseri umani,non devono immischiarsi negli affari dei demoni
“Maschera
di Sango”
“Maschera
di Kagome”
- Angolo
dell’autrice:
- Sono
consapevole del fatto che è da tantissimo tempo che non
aggiorno.
- Le
cause della mia assenza sono state diverse: mancanza di tempo,
mancanza di ispirazione...
- Sono
stata molto impegnata con lo studio e, quest'estate, con il lavoro,
quindi non mi è stato proprio possibile mettermi a scrivere.
- Ammetto
che è merito vostro se oggi sono riuscita a riprendere in
mano
questa storia e a pubblicare un altro capitolo. Devo veramente
ringraziare tutti voi dal profondo del cuore.
- Leggere
i vostri commenti mi ha fatto tornare la voglia di scrivere.
- Ringrazio
quindi tutti coloro che commentano, ma anche chi si ferma solo a
leggere.
- Grazie
di cuore a tutti.
- Spero
che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto.
- Aspetto
con ansia i vostri commenti. Mata ne!!! A presto!!!
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