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Autore: Owarinai_Yume    30/11/2014    4 recensioni
In un mondo nel quale umani e demoni vivono a stretto contatto,
le vite di una giovane donna umana e di un affascinante mezzo-demone
verranno stravolte completamente proprio a causa del loro incontro.
Insieme dovranno affrontare numerose difficoltà,
in particolar modo la diversità della loro natura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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3.


Per il terzo giorno di viaggio non era prevista alcuna tappa, il programma prevedeva un intero giorno di navigazione.
Giornate come quelle, erano perfette per rilassarsi completamente o godersi a pieno i numerosi servizi che la nave offriva ai suoi passeggeri.
Il giorno prima ero riuscita a visitare la SPA e la palestra, ma non avevo avuto il tempo di provare nulla, e comunque c’erano tantissime altre cose che non vedevo l’ora di godermi. Il cinema, il teatro, i campi da tennis, la pista di pattinaggio, e tanto altro ancora, insomma sarebbe stato impossibile annoiarsi.
Ora che ci penso… chissà se gli altri hanno già in mente qualcosa…”
Mi sentii felice, non vedevo l’ora di vedere Sango, Miroku e Inuyasha e stare in loro compagnia.
Uscii in fretta, diretta al ristorante self service per fare colazione, sperando che anche loro avessero deciso di mangiare lì.
Quando arrivai, con gioia notai Sango, intenta a fare la fila vicino al ricco buffet.
«Buongiorno, Sango!»
La ragazza si voltò immediatamente verso di me, sorridendomi
«Kagome! Buongiorno anche a te!»
Dei ragazzi non c’era ancora l’ombra.
«Stamattina i ragazzi si sono svegliati molto presto e sono andati a correre. Quando sono uscita dalla stanza Miroku non era ancora tornato»
Cominciammo a prendere da mangiare, decidendo di aspettarli sedute; dato il bel tempo, optammo per un tavolino all’esterno.
Ci sedemmo comodamente al sole, gustandoci la nostra colazione; Sango aveva scelto un cappuccino e un cornetto, mentre io non potei rinunciare al caffè che accompagnai con dei pancake ricoperti di sciroppo d’acero.
Squisiti.
Approfittai del fatto di trovarmi sola con la ragazza, per farle alcune domande.
La prima sera, a cena, sia lei che Miroku mi avevano letteralmente tempestato di domande per tutto il tempo, mentre io non ero riuscita a sapere quasi nulla su di loro; anche il fatto di essere sposati, in realtà mi era stato detto da Inuyasha.
Ora tocca a me farle l’interrogatorio” pensai ridendo tra me e me.
«Sango, anche tu e Miroku siete di Firenze?» dissi a bruciapelo.
Sango inizialmente sembrò sorpresa, ma poi le dissi di aver parlato con Inuyasha.
«Siamo entrambi nati e cresciuti a Firenze, ma poi, dopo il matrimonio, ci siamo trasferiti a Roma per motivi di lavoro»
«Che genere di lavoro?»
«Siamo entrambi sterminatori di demoni»
Quella frase fu come un fulmine a ciel sereno.
Sobbalzai letteralmente, facendo rovesciare la tazzina di caffè, fortunatamente vuota.
Sango e Miroku… Sono ster..mi..na..tori di demoni.”
Da quando la società umana aveva permesso ai demoni di vivere in mezzo agli esseri umani, fu creato uno speciale codice di leggi, riservato esclusivamente alle creature demoniache. Erano leggi che ovviamente tutelavano noi esseri umani.
Gli sterminatori di demoni erano delle guardie speciali, ingaggiate dallo Stato; il loro compito era quello di punire i demoni che infrangevano il codice.
La punizione, nella grande maggioranza dei casi, consisteva nell’abbattimento del demone.
Fin da piccola ero sempre stata contraria a metodi di quel genere.
Ai miei occhi, i demoni non erano così tremendi da meritare un trattamento simile.
Non riuscivo a credere che proprio Sango e Miroku facessero una cosa del genere.
È una cosa assurda”
Sango mi guardò preoccupata, aveva capito che c’era qualcosa che non andava.
«Kagome, cos’hai? »
Non sapevo cosa dirle, avevo paura di ferire i suoi sentimenti.
In quel momento, però, la nostra conversazione venne interrotta da una voce familiare che richiamava la nostra attenzione.
Sango ed io ci voltammo, ed entrambe rimanemmo scioccate nel vedere Miroku e Inuyasha avanzare verso di noi, accompagnati da tre ragazze mai viste prima.
Miroku era affiancato da due giovani ragazze, entrambe dai lunghi capelli castani e gli occhi neri; a giudicare dalla straordinaria somiglianza dovevano essere sorelle.
La ragazza che invece era insieme a Inuyasha era un mezzo-demone; aveva lunghi capelli argentati, luminosi occhi ametista e la carnagione color caramello.
Era una ragazzina esile, dal portamento elegante e sofisticato, ma si vedeva che era più piccola; ad occhio e croce avrà avuto circa diciotto anni.
«Buongiorno ragazze» esordì Miroku con un largo e luminoso sorriso.
Sango ed io rispondemmo, ma la nostra espressione rimase alquanto perplessa, ci guardammo complici, cercando di capire chi fossero quelle ragazze.
«Sango, Kagome, vi presento Shima e Satsuki»
«Molto piacere» dissero in coro le ragazze
« Ci siamo incontrati stamattina presto, mentre facevamo jogging » spiegò Miroku.
Di sottecchi notai l’espressione estremamente infastidita di Sango; era la prima volta che le vedevo rivolgere a Miroku uno sguardo così duro.
«Caro, posso parlarti un momento in privato?»
I due si allontanarono ed io rimasi da sola con le tre ragazzine e Inuyasha
Non so perché, ma non mi piace questa situazione”
«Kagome, lei invece è Shiori. Lei, Shima e Satsuki condividono lo stesso tavolo a cena»
Con mia grande sorpresa, Shiori mi fece un piccolo inchino, per poi rivolgermi un dolcissimo sorriso «Piacere di conoscerti, Kagome»
«Piacere mio, Shiori»
Mi sentivo a disagio, ero ancora sconvolta per la conversazione avuta con Sango poco prima, avevo solo voglia di starmene un po’ da sola.
«Mi dispiace, ma ora devo andare»
Cercai di essere più cortese possibile e mi allontanai, evitando in tutti i modi di incrociare lo sguardo di Inuyasha.
Non avevo una meta precisa, per questo mi fermai sul ponte di prua.
Ero affacciata alla ringhiera, con lo sguardo basso.
Mi lascia ipnotizzare volontariamente dalle onde che s’infrangevano contro la nave.
«Perché sei andata via in quel modo?»
La voce di Inuyasha era dolce e calda, come il caramello fuso.
«Cosa ci fai qui tutta sola?»
Alzai lo sguardo e incontrai le sue profonde iridi color miele.
Che cosa mi succede?”
Il mio cuore iniziò a battere sempre più forte, il mio respiro si fece più pesante, e le mie gambe divennero improvvisamente molli.
Dovetti appoggiare tutto il peso alla ringhiera per non cadere.
Perché Inuyasha mi fa questo effetto?”
Inuyasha rivolse lo sguardo verso il mare, tenendolo fisso davanti a se.
«Oggi sei strana, è successo qualcosa?»
Scossi la testa senza guardarlo.
Restammo entrambi in silenzio per un po’, osservando l’orizzonte davanti a noi.
Fu Inuyasha a parlare all’improvviso.
«Sai, anche Shiori si è imbarcata da sola, come te»
Lo guardai di sottecchi, inarcando un sopracciglio; ero confusa, non capivo perché mi stesse dicendo quelle cose.
Perché dovrebbe interessarmi?”
«Shiori ha solo diciotto anni, ma ha deciso di vivere da sola già a sedici.
Ha perso il padre quando era ancora in fasce e, per proteggere la madre, ha deciso di trasferirsi, lontano da lei.»
Fece una breve pausa, per poi rivolgere il suo sguardo direttamente verso di me.
«Per una donna umana è difficile, quasi impossibile, crescere un figlio mezzo-demone. Soprattutto senza il sostegno del compagno»
Perché mi sta dicendo tutto questo? Non capisco”
«Per averla conosciuta solo stamattina, sai veramente tante cose su Shiori» la mia voce era fredda e atona.
Lui, per tutta risposta, mi guardò sorpreso, per poi rivolgermi uno sguardo irritato, quasi esasperato. La mia frase lo aveva infastidito.
Per quale motivo sta reagendo in questo modo?”
Ad essere sincera, all’inizio, io stessa rimasi sorpresa da quella mia reazione, ma poi capii. In quel momento stavo provando una serie di sensazioni negative; mi sentivo triste, delusa, infastidita e adirata.
Era successo tutto troppo in fretta.
Prima Sango, che mi aveva rivelato di essere una sterminatrice di demoni, e poi Inuyasha, che non aveva fatto altro che parlarmi di Shiori.
Non avevo neanche voglia di trovare una risposta al comportamento del mezzo-demone, l’unica cosa che volevo fare in quel momento, era andarmene via da lì.
Senza dire nulla mi allontanai, ma Inuyasha mi afferrò con forza il polso, trattenendomi.
«Kagome, si può sapere che cos’hai?» nel tono della sua voce lessi una vena di preoccupazione.
«Per favore, lasciami stare Inuyasha. Oggi non è proprio giornata» dissi cercando di restare calma.
«Cos’è? Per caso sei in quel particolare periodo del mese?»
Rimasi sbalordita. Non mi sarei mai aspettata una frase del genere da lui, soprattutto, detta con tono quasi derisorio.
Sentii bollire il sangue nelle vene e gli occhi pizzicarmi a causa di alcune lacrime, che prepotenti cercavano di uscire.
Aveva oltrepassato il limite.
«TI HO DETTO DI LASCIARMI IN PACE! Non Sono Affari Che Ti Riguardano»
Dissi l’ultima frase, scandendo ogni singola sillaba.
Dovevo averlo scosso parecchio, perché Inuyasha lasciò di scatto il mio polso, assumendo un’espressione indecifrabile.
Corsi via, più in fretta che potevo, mi fiondai nella mia cabina chiudendo la porta a chiave, per poi buttarmi a peso morto sul letto e scoppiare in un pianto quasi disperato.
Mi rannicchiai, come una bimba, con le ginocchia al petto, abbracciando forte un cuscino, coprendomi il volto e inondandolo di lacrime.
Piansi per un tempo che mi parve infinito.
Piansi per Sango, per Miroku, ma soprattutto, piansi per come avevo trattato Inuyasha.
Sono una stupida. Sono una stupida senza speranza”
Non c’erano giustificazioni per il mio comportamento.
Avevo trattato male Inuyasha senza un motivo particolare; lui era semplicemente venuto a cercarmi perché mi aveva vista strana, e io, gli avevo urlato contro.
Cosa penserà di me adesso?” Ero seriamente pentita del mio comportamento, volevo scusarmi, ma avevo paura che Inuyasha non mi avrebbe ascoltata.
Improvvisamente sentii bussare alla porta.
Mi alzai controvoglia e andai ad aprire; ero sicura che fosse Yumi, ma quando aprii la porta, con mia grande sorpresa, mi trovai davanti Sango; appena mi vide assunse un’espressione preoccupata, anzi, quasi allarmata.
«Kagome! Ma che ti è successo?»
In quel momento mi accorsi di avere un aspetto orribile. Avevo gli occhi rossi,ancora lucidi e sulle guance i segni delle numerose lacrime versate.
Sango aspettava ansiosa una mia risposta, ma dalla mia bocca non riuscii a far uscire neanche il più flebile dei suoni.
All’improvviso avvertii nuove lacrime pungermi gli occhi, la vista appannarsi e il respiro diventare sempre più irregolare.
Istintivamente, senza pensarci, mi gettai tra le braccia di Sango, abbracciandola forte e scoppiai nuovamente in lacrime.
Sentii Sango trasalire, stupita da quella mia reazione improvvisa, ma poi mi ricambiò il mio abbraccio, accarezzandomi dolcemente la testa.
La ragazza rimase in silenzio per tutto il tempo, l’unico rumore che si sentiva nella stanza era quello dei miei singhiozzi.
In quell’abbraccio mi sentii al sicuro, fu come trovarsi avvolta dal calore di una madre amorevole.
Finalmente, dopo qualche minuto, riuscii a calmarmi «Perdonami, Sango»
«Che succede Kagome?» la sua voce era flebile e dolce
«Poco fa, con Inuyasha, io… Oh Sango! Sono stata una vera idiota»
Feci un respiro profondo e inizia a raccontare, per filo e per segno, tutto quello che era successo dopo che lei e Miroku si erano allontanati.
«… e alla fine non ce l’ho fatta, sono esplosa. Gli ho urlato di lasciarmi in pace e che non erano affari che lo riguardavano»
Sango, per tutta risposta, mi fece un dolce sorriso complice, a farmi capire che aveva inteso perfettamente la situazione.
«Questo è proprio tipico di Inuyasha. Certe volte non si rende conto di quello che dice o che fa»
Rimasi abbastanza stupita, ero sicura che Sango avesse dato ragione al ragazzo e invece, era come se avesse detto che la colpa di tutto fosse proprio del mezzo-demone.
Ero confusa.
«Sango, non so proprio cosa fare. E se mi odiasse?»
«Sono sicura che non ti odia. Credimi, è una sciocchezza. Comunque sia, ti consiglio di andare da lui e chiedergli scusa il prima possibile»
La abbracciai di nuovo, ma questa volta le feci un largo sorriso di gratitudine.
«Prima di andare da Inuyasha, ti va di venire con me in un posto?»
La guardai con espressione interrogativa «dove?»
Il viso di Sango s’illuminò e vi comparve un sorriso a quattrocento denti. «sorpresa»
Seguii la ragazza per diversi corridoi, poi in ascensore, e ancora per altri corridoi, fino a quando non ci fermammo di fronte ad una gigantesca porta dai vetri satinati; in alto, spiccava la scritta “boutique”, in corsivo, grande e luminoso.
«Cosa c’è niente di meglio dello shopping, per tirarsi su di morale?»
«Beh ecco… la cioccolata calda ad esempio» le dissi sorridendo, ripensando alla sera in cui Inuyasha, dopo il ritrovamento di Sango, per consolarmi, mi portò a bere la cioccolata calda. “Quella volta, se Inuyasha non fosse rimasto con me…”
Notai l’espressione perplessa di Sango «niente, niente, non ci far caso»
«Dai su, entriamo!»
Varcata la soglia, ci trovammo in quello che, ogni donna, avrebbe descritto come il paese dei balocchi.
C’erano negozi di ogni genere, per lo più di abiti eleganti, per ogni occasione, da cocktail, o da serata di gala; inoltre vi erano vari negozi di scarpe, borse e tanto altro.
«Kagome, ti ho portata qui, perché abbiamo una missione»
«Ehm… che genere di missione? »
«Poco prima di venire da te, ho incontrato un mio amico, che lavora su questa nave come ufficiale. Mi ha confessato che tra qualche giorno ci sarà una serata molto importante. Un ballo in maschera.»
«Un ballo in maschera? Fantastico!»
«Si! L’avviso uscirà domani sul giornale di bordo.»
L’idea del ballo mi entusiasmava, ma non capivo tutto quel discorso sulla “missione”
Non capisco dove vuole arrivare?”
Notando la mia espressione confusa, la ragazza si rassegnò, fece un profondo respiro e mi rivelò il suo piano.
«Oggi, mia cara, compreremo tutto il necessario per il ballo»
«Perché proprio oggi?»
«Domani ci sarà il caos. Tutti verranno a conoscenza del ballo, si precipiteranno qui e prenderanno le maschere migliori. Dobbiamo batterle sul tempo!»
Istintivamente scoppiai in una fragorosa risata.

Dopo una buona mezz’ora trascorsa a provare decine e decine di maschere, cominciai a perdere le speranze.
Poi, improvvisamente, le vidi.
All’interno di una piccola vetrina di cristallo, c’erano due maschere nere, di metallo estremamente leggero, traforate a laser e impreziosite da cristalli Swarovski e diamanti; per fissarle avevano un nastro di seta nero.
Che meraviglia, non ne ho mai viste di così belle”
«Le piacciono? Sono pezzi unici»
Erano perfette. Eleganti e uniche.
Richiamai l’attenzione di Sango e le mostrai le maschere che, non appena le vide, sembrò entusiasmarsi ancora più di me.
«Kagome sono…perfette» Non c’erano altre parole per descriverle.
La commessa ripose ogni maschera in un raffinato sacchetto di velluto nero, per poi riporla in una scatola bordeaux scuro, chiusa con un elegante nastro di velluto e raso nero.
Nel frattempo, notai Sango intenta a girare per il negozio in cerca di qualcos’altro.
Dopo qualche minuto la vidi porgere alla commessa qualcosa.
Non volevo sembrare troppo impicciona, ma, appena fummo fuori dal negozio, non seppi resistere.
«Cos’altro hai comprato?»
«Ho pensato di prendere due maschere anche per Miroku e Inuyasha. Conoscendoli, comprerebbero due maschere all’ultimo momento, scegliendo quelle più scialbe.
Ci accompagneranno al ballo, quindi devono essere alla nostra altezza»
Quell’ultima affermazione mi fece mancare un battito.
Sango sarebbe sicuramente andata al ballo con Miroku, ma non era scontato che io andassi con Inuyasha.
«Tranquilla Kagome, sono certa che farete presto la pace. Inuyasha è un po' permaloso, ma non è tipo da portare rancore per sciocchezze del genere»
Dopo aver fatto un altro giro per negozi, decidemmo di andare a pranzo.
«Sango, sei sicura di non voler chiamare anche i ragazzi?»
«Sicurissima»
Mi rispose immediatamente, senza neanche pensarci
«Almeno per un po' preferisco non averli intorno»
Avevo l'impressione che Sango fosse ancora arrabbiata con Miroku; probabilmente questa volta il ragazzo aveva proprio oltrepassato il limite.
Ripensandoci, anche io avevo esagerato quella mattina.
Sapere che Sango e Miroku erano sterminatori di demoni mi aveva sconvolta a tal punto da diventare un'altra persona.
Inuyasha non era il solo al quale dovevo delle spiegazioni.
Mi schiarii la voce, cercando di attirare l'attenzione di Sango, e quando ci riuscii, iniziai subito a parlare evitando troppi giri di parole.
«Sango, in realtà devo una spiegazione anche a te. Tutto il mio comportamento di questa mattina è stato condizionato da quello che mi hai detto riguardo al lavoro tuo e di Miroku.»
Sango mi sorrise «Lo sospettavo. È da quando abbiamo parlato del mio lavoro che hai iniziato a comportarti in modo strano»
«Perdonami, ma ero veramente sconvolta. Sono sempre stata contraria ai metodi usati dagli sterminatori, per questo motivo, quando ho saputo che voi eravate... »
La ragazza mi guardò come se già avesse capito tutto e, in quel momento le parole mi morirono in gola.
«Capisco perfettamente la tua reazione, Kagome. Anch’io tempo fa la pensavo esattamente come te. »
Fece una breve pausa.
«Ma lascia che ti spieghi il motivo della mia scelta. »
Fece un’altra pausa, come se stesse cercando le parole più adatte; poi, dopo un lungo respiro, iniziò a raccontare
«Nella mia famiglia eravamo tutti sterminatori di demoni,
Avevo solo dieci anni quando mio padre iniziò a istruirmi, ma ti confesso che Da piccola credevo che esseri umani, i demoni e i mezzo demoni potessero vivere in pace.
Ma crescendo ho capito che quella era solo la fantasia di una bambina ingenua che credeva troppo nelle favole.»
Il suo sguardo si fece improvvisamente cupo
«Un giorno, la mia famiglia venne attaccata da un demone diverso dal solito, un demone dalle sembianze umane.
Non avevo mai visto una creatura simile; tanto bella, quanto crudele.
Mio padre mi ripeteva continuamente che quelli erano i demoni più potenti e più pericolosi.
Non dimenticherò mai gli occhi rosso sangue di quel demone, che senza pietà, senza una ragione ben precisa, sterminò tutta la mia famiglia.
Rimasi da sola, fino a quando, a sedici anni, mi iscrissi all'accademia degli sterminatori.
Fu proprio lì che conobbi Miroku.
Iniziammo a frequentarci e, con mia enorme sorpresa, scoprii che condividevamo lo stesso passato.
Anche il padre di Miroku fu ucciso da un demone dall'aspetto umano, lo stesso che sterminò la mia famiglia quando ero piccola.
Da quel momento giurammo di diventare dei potenti sterminatori e di vendicarci di quel demone.»
Il racconto di Sango mi colpì a tal punto che rimasi senza parole.
Non sapevo cosa dirle.
Era una storia tristissima, ma allo stesso tempo la trovai anche molto romantica.
Lei e Miroku sono legati da un passato e da un destino comune, è un qualcosa che niente e nessuno potrà mai spezzare”
«Capisco i tuoi sentimenti nei confronti degli sterminatori, ma sappi che non siamo tutti uguali. Sia io che Miroku non pensiamo sia giusto sterminare tutti i demoni e i mezzo demoni, indistintamente. Entrambi lottiamo per fare in modo che l’equilibrio, che si è creato tra umani e creature demoniache, non venga distrutto.»
Non avrei mai pensato che dietro la loro scelta ci fosse una motivazione del genere.
«E poi, se la pensassimo come la maggior parte degli sterminatori, non saremo mai diventati amici di Inuyasha.»
È vero, che stupida che sono, ho paragonato Sango e Miroku a Hojo senza pensarci”

Quella sera non vedevo l’ora di vedere Inuyasha; volevo assolutamente scusarmi con lui.
Ma purtroppo non fu facile come pensavo.
Durante la cena non ci fu l’occasione, anche perché preferivo parlargli in privato, ma ogni volta che cercavo di rimanere da sola con lui, Shiori sbucava fuori dal nulla interrompendomi e attirando l’attenzione di Inuyasha verso altro.
Comincio a pensare che lo faccia di proposito. Anzi, ne sono certa”
Non sapevo come fare e così, decisi di chiedere consiglio a Sango
«Ma come? Non sei ancora riuscita a parlargli?»
«Non è così facile. Ogni volta che cerco di rimanere da sola con lui, Shiori salta fuori e rovina tutto. Cosa posso fare? »
«Tranquilla, stasera ci sarà uno spettacolo con il fuoco a bordo piscina; può essere l'occasione perfetta per chiamarti Inuyasha in disparte.» .
«Lo spero tanto»

Dopo cena andammo tutti sul ponte principale, a bordo piscina, per assistere allo spettacolo dei mangia-fuoco, organizzato da un gruppo di animatori specializzati in questo genere di discipline.
All'inizio ero emozionata all'idea di assistere ad un'esibizione così spettacolare quanto pericolosa, ma poi il mio entusiasmo svanì non appena seppi che al nostro gruppo si sarebbero aggregate anche Shima, Satsuki e Shiori.
Notai che anche Sango era abbastanza infastidita dalla presenza delle tre ragazze;
fissava continuamente Miroku lanciandogli delle occhiate che avrebbero fatto venire la pelle d'oca a chiunque.
Spero solo che Shiori non mi impedisca ancora di parlare con Inuyasha”
Purtroppo, però, la mia preghiera non fu ascoltata.
Per tutto il tempo dello spettacolo, i due mezzo-demoni, non fecero altro che stare appiccicati, a ridere e a scherzare.
Guardarli mi provocava una strana e sconosciuta fitta al cuore.
Che cosa mi sta succedendo? Basta devo smetterla!”
Decisi di andare via; non mi andava più di stare in mezzo a tutta quella gente, avevo solo voglia di starmene in pace, per conto mio.

Ero sul ponte, con lo sguardo rivolto verso il mare, ad osservare un punto indefinito dell’orizzonte.
Ero completamente immersa nei miei pensieri, anzi, più precisamente, la mia mente era concentrata su una cosa sola: Inuyasha e Shiori.
Fin da subito si era creata una strana sintonia tra i due.
Inuyasha e Shiori erano entrambi mezzo-demoni, e quindi era normale che tra loro ci fosse un feeling speciale; entrambi conoscevano molto bene le spiacevoli conseguenze della loro condizione.
È come se ci fosse un muro tra me e loro”
La barriera tra umani e creature demoniache era così impenetrabile come dicevano?
Cominciavo a credere che fosse veramente così.
All'improvviso sentii un rumore di passi avvicinarsi e fermarsi poco distante da me.
Quando mi voltai vidi la giovane Shiori che mi scrutava con uno sguardo strano, quasi accusatore.
Cosa è venuta a fare?”
«Voi umani avete il brutto vizio di immischiarvi in affari che non sono i vostri»
Sgranai gli occhi «Che intendi dire?» “Cosa vuole da me?”
Il suo sguardo era glaciale, metteva i brividi.
«Demoni, mezzo-demoni ed esseri umani fanno parte di mondi diversi.
Gli esseri umani non potranno mai entrare a far parte del mondo dei mezzo-demoni, né tanto meno di quello dei demoni. Voi esseri umani non potrete mai capire quello che proviamo noi mezzo-demoni.
Non siamo né l’uno, né l’altro, non siamo demoni, ma non siamo neanche esseri umani.
Abbiamo lottato tanto per trovare un posto che sia solo nostro e non vogliamo dividerlo con nessuno»
Il suo sguardo si addolcì improvvisamente.
«Guardati attorno, Kagome. I demoni stanno con i demoni, gli esseri umani con gli umani, e i mezzo-demoni con i mezzo-demoni»
«Ma voi mezzo-demoni siete nati proprio dall’amore tra un essere umano e un demone.
Come puoi parlare così? In questo modo è come se rinnegassi i tuoi stessi genitori»
«Lo vedi? Non riesci proprio a capire»
Nei suoi occhi, in quel momento, riuscii a vedere solo un’immensa tristezza.
Gli esseri umani,non devono immischiarsi negli affari dei demoni”
Senza dire più una sola parola la giovane mezzo demone si allontanò
«Shiori aspetta!» ma lei era già sparita nel nulla.
Perché mai ha voluto farmi quel discorso?”
Quel discorso mi aveva fatto innervosire.
Shiori voleva che stessi lontana da Inuyasha, era palese, ma tutto quel discorso non aveva alcun senso.
«Kagome? Che ci fai qui?»
Sobbalzai nel sentire la voce di Inuyasha.
Dall'espressione sorpresa, che aveva in volto, non doveva essersi accorto del fatto che mi ero allontanata dal gruppo. “Eppure sono qui da quasi un'ora”
«Volevo prendere un po' d'aria. Attorno a quella piscina c'era troppa gente»
«Hai visto Shiori? Si è allontanata all'improvviso»
Shiori, sempre lei. Ormai è diventata la sua ossessione”
«No. Non l'ho vista» mentii
Rimanemmo per qualche secondo in silenzio. Quello era il momento perfetto per chiarire la situazione con lui. Forse non ci sarebbero state altre occasioni come quella.
«Inuyasha, ascoltami ti prego. Stamattina io…»
«Tranquilla. Non è successo niente» Non mi fece neanche finire la frase.
«Ma io non mi sono comportata bene nei tuoi confronti e…»
«Non ha importanza» disse interrompendomi ancora una volta.
Pensai che fosse tutto sistemato “forse Inuyasha non se l’è presa come pensavo”
Ma poi le sue labbra pronunciarono qualcosa che mi devastarono completamente:
«Non sono affari che mi riguardano»
Così dicendo, il mezzo demone se ne andò senza neanche guardarmi in faccia.
Ero paralizzata.
Il tono della sua voce era talmente glaciale, che mi procurò un brivido di freddo lungo tutta la schiena.
In quel momento mi tornarono in mente le parole di Shiori.
Gli esseri umani,non devono immischiarsi negli affari dei demoni




Maschera di Sango”



Maschera di Kagome”








Angolo dell’autrice:

Sono consapevole del fatto che è da tantissimo tempo che non aggiorno.
Le cause della mia assenza sono state diverse: mancanza di tempo, mancanza di ispirazione...
Sono stata molto impegnata con lo studio e, quest'estate, con il lavoro, quindi non mi è stato proprio possibile mettermi a scrivere.
Ammetto che è merito vostro se oggi sono riuscita a riprendere in mano questa storia e a pubblicare un altro capitolo. Devo veramente ringraziare tutti voi dal profondo del cuore.
Leggere i vostri commenti mi ha fatto tornare la voglia di scrivere.
Ringrazio quindi tutti coloro che commentano, ma anche chi si ferma solo a leggere.
Grazie di cuore a tutti.
Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto.
Aspetto con ansia i vostri commenti. Mata ne!!! A presto!!!
   
 
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