2.
-
- Controllammo
tutti i bar e tutti i
salottini della nave, ma nulla, provammo anche a chiedere in giro, ma
nessuno
aveva visto una ragazza che corrispondeva alla descrizione di Sango.
- «Ragazzi
voi rimanete qui, io vado a
chiedere di fare un annuncio con l'altoparlante» Miroku
lasciò me e Inuyasha da
soli.
- Se
neanche l'annuncio avesse funzionato
allora...
- Senza
che me ne rendessi conto iniziai a
tremare.
- «Kagome?
Hai freddo?» Inuyasha non aspettò
la mia risposta, si tolse la giacca e la posò sulle mie
spalle scoperte.
- «Mi
dispiace, mi dispiace, mi dispiace»
Non riuscivo a dire altro, mi sentivo come se fossi caduta in trans.
- «Ma...di
cosa?» a quel punto crollai e
iniziai a piangere convulsamente.
- Strinsi
con forza i lembi della sua giacca.
- «Se
non l'avessi lasciata sola adesso
lei...» riuscii a biascicare tra i singhiozzi.
- Non
riuscivo a calmarmi, il mio corpo era
come in preda alle convulsioni.
- Improvvisamente
Inuyasha mi appoggiò le
mani sulle spalle, stringendomele con forza.
- «Non
pensare che sia stata colpa tua»
- “Lo dice
solo per consolarmi, ma se non l’avessi lasciata sola, Sango
non
sarebbe…”
- «Però
Inuyasha…»
- A
quel punto il ragazzo mi prese il viso
tra le sue calde mani e lo avvicinò al suo; a quel gesto mi
si fermò il respiro
in gola, ero in apnea. A separarci c’erano solo pochi
centimetri. Mi accarezzò
le guance, asciugandomi le lacrime, per poi sussurrarmi
«Potrei dire la stessa
cosa di me e Miroku. Se fossimo stati con voi, adesso non ci troveremo
in
questa situazione. Kagome, darci la colpa, non ci aiuterà di
certo a trovare Sango»
- «Ma
se fosse cadut» Non mi fece continuare
la frase, inaspettatamente mi posò un dito sulle labbra.
- Quel
tocco mi provocò, ancora una volta,
una strana, inebriante scossa lungo tutto il corpo.
- «Non
pensarlo nemmeno lontanamente!
Chiaro?» mi disse secco.
- Per
la prima volta, da quando Sango era
scomparsa vidi Inuyasha evidentemente agitato; anche lui era molto
preoccupato.
- Io
annuii lentamente.
- Inuyasha
mi guardò in modo rassicurante,
facendomi un dolce e lieve sorriso «Tu sei una persona molto
buona, Kagome» lo
guardai confusa «Sei capace di piangere per una persona
conosciuta poche ore
prima» detto questo mi prese per mano e iniziò a
camminare.
- «Mentre
Miroku fa fare l'annuncio noi
continuiamo le ricerche. Ricontrolliamo il ponte della piscina. Ti
va?»
- Risposi
semplicemente con un debolissimo
si.
- "La
mano di Inuyasha è così
calda..."
- «Se
Sango si trova qui, come spero,
dobbiamo guardare bene sui lettini e sulle sdraio, può
essersi addormentata»
- Cominciammo
a guardare su ogni lettino e
su ogni sdraio, urlando il nome della ragazza a squarciagola, con tutto
il
fiato che avevamo in corpo; Inuyasha non lasciò mai la mia
mano, la tenne salda
nella sua per tutto il tempo.
- «Signorina,
mi scusi»
- Mi
voltai e vidi un uomo sulla quarantina
che dall'abbigliamento doveva essere un addetto alla manutenzione e
alla
pulizia delle piscine.
- «Se
state cercando una ragazza, io ne ho
vista una addormentata su quel lettino lì in fondo»
- Indicò
un lettino in un angolo dall'altra
parte del ponte.
- Sentii
il cuore in gola; immediatamente io
e Inuyasha ci precipitammo dove ci aveva detto l'uomo e la vedemmo.
- Sango
era profondamente addormentata,
l'espressione sul suo viso era serena.
- Non
poteva immaginare quello che era
successo in quelle ore.
- «Vado
a chiamare Miroku, tu resta qui»
- Anche
se avessi voluto, non sarei riuscita
a muovermi di un solo centimetro, sentivo le gambe cedermi e mi lasciai
cadere
in ginocchio accanto al lettino,
mentre lacrime
silenziose cominciarono a rigarmi nuovamente il viso.
- «Sei capace
di piangere per una persona conosciuta poche ore prima»
- Già…
Avevo appena conosciuto quella
ragazza e già la sua scomparsa mi aveva fatta sprofondare
nel panico.
- Forse
perché mi sentivo in colpa.
- “No, non
è così”
- Poteva
sembrare strano, ma sentivo di
essermi già affezionata a Sango… anzi, non solo a
lei, ma a tutti loro.
- Quando
Inuyasha tornò mi prese per un
braccio e mi aiutò a rialzarmi e restare in piedi.
- «Hai
visto? Che ti dicevo? È andato tutto
bene.»
- «Si»
gli dissi sorridendo tra le lacrime.
- Miroku
ci raggiunse subito, e quando
arrivò notai che aveva gli occhi lucidi, segno che anche lui
aveva pianto; prese
in braccio Sango, che non si accorse di nulla, le fece posare la testa
contro
il suo petto e le diede un leggero bacio sulla fronte.
- «Grazie
di tutto ragazzi» e così dicendo
si allontanò.
- «Vieni
Kagome, ti accompagno in cabina,
sarai stravolta».
- Feci
un segno di dissenso con il capo.
- Inuyasha
mi guardò confuso ma poi
probabilmente capì che se fossi andata a letto, agitata
com'ero, non sarei
riuscita a chiudere occhio.
- «So
io cosa ci vuole»
- Mi
prese nuovamente per mano e non me la
lasciò fino a quando non arrivammo ad uno dei piccoli bar
ancora aperti.
- "Non
vorrà farmi bere?"
- Nella
sala non c'era anima viva, solo un
barman che stava mettendo in ordine dei bicchieri.
- «Mi
scusi, possiamo ordinare?»
- «Prego
Signore, mi dica»
- Inuyasha
non mi chiese nulla ma ordinò uno
sherry per lui e una cioccolata calda per me. «Può
sembrare che in estate non
sia adatta, ma credimi ,quando si è giù di
morale, non c’è niente di meglio che
una buona cioccolata calda»
- Era
così dolce e comprensivo; mi sentii coccolata
come una bimba piccola.
- Era
da tempo che non mi capitava.
- «La
cioccolata va benissimo, grazie»
- Si
limitò a sorridermi
- «E
poi... con quest'aria condizionata così
alta non mi dispiace riscaldarmi un po'». Ridemmo
all’unisono; in effetti la differenza di temperatura fra
l’interno
e l’esterno era impressionante. Molte persone giravano per la
nave persino con
giacchettine e felpe.
- «Finalmente
sorridi»
- Abbassai
lo sguardo imbarazzata, non
sapevo cosa dire, ma finalmente arrivarono le nostre ordinazioni.
- «Grazie
ancora Inuyasha... per tutto»
- «Figurati,
è stato un piacere, Kagome»
- Ad
un tratto si creò una strana atmosfera,
entrambi rimanemmo in silenzio, assaporando le nostre bevande, nessuno
dei due
aveva intenzione di distogliere lo sguardo dall’altro; il suo
era così intenso,
sentii uno strano calore invadermi tutto il corpo. Doveva essere colpa
della cioccolata.
- In
quel momento mi accorsi di avere ancora
la giacca di Inuyasha sulle spalle.
- «Grazie
infinite per la giacca» dissi
porgendogliela.
- «Prego»
mi sorrise e la mise piegata su
una sedia.
- Poco
dopo si fece sfuggire una piccola
risata sommessa.
- «Cosa
c'è?» chiesi pensando di aver fatto
qualcosa di buffo.
- «Niente,
ho solo notato che da quando ci
siamo conosciuti, la cosa che mi hai detto più spesso
è stata
"grazie"»
- Ora
che me lo faceva notare, era vero.
- A
tavola, durante la cena non avevamo
parlato molto; erano stati Sango e Miroku a tempestarmi di domande, ma
lui era
stato quasi sempre in silenzio. L'unica conversazione che avevamo avuto
era
stata a bordo piscina, mentre aspettavamo l’arrivo dei due
ragazzi.
- «Tu
Inuyasha, di dove sei?»
- Si
lasciò sfuggire ancora una volta quel
sorriso divertito.
- «Firenze»
- Rimasi
di sasso. Non era possibile. Mi
stava prendendo in giro.
- «Stai
scherzando?!»
- «Sono
serissimo» ma nel frattempo mi
mostrava un meraviglioso sorriso largo, da togliere il fiato.
- «Sono
stato per tre anni all’estero, in
Francia»
- Improvvisamente
mi venne voglia di sapere
molte più cose sul suo conto.
- Perché
aveva trascorso tutto quel tempo in
Francia, che cosa faceva nella vita, in quale zona di Firenze abitasse.
Ma non
solo, volevo sapere tutto, ma proprio tutto di quel mezzo-demone
così criptico,
misterioso, bello da mozzare il fiato ma che quella notte si era
dimostrato
così dolce e premuroso.
- All’improvviso
la sua voce mi riportò alla
realtà «Si è fatto veramente tardi. Ora
ti porto in cabina, non voglio sentire
storie»
- Gli
sorrisi divertita «Ai suoi ordini,
signore» dissi in tono sarcastico.
- Mi
accompagnò fino alla porta della mia
cabina, ma quando arrivò il momento di separarci, cominciai
a sentirmi strana,
come se qualcosa mi turbasse; non volevo separarmi da lui. “Basta
dannazione! Devo farla finita con queste sciocchezze!”
- «Inuyasha,
tu non stai nella stessa cabina
con Sango e Miroku?»
- In
realtà non pensai prima di formulare
quella domanda, e subito mi resi conto della stupidaggine che avevo
detto.
- «Ti
pare che mi facevo mettere nella
cabina insieme a due neo sposini...»
- mi
disse ironico. «Ne ho prenotata una
tutto da solo, almeno così lascio a quei due la loro
privacy»
- «Già
in effetti... » Mi sentivo
tremendamente in imbarazzo. Non riuscivo a non pensare a tutto quello
che era
accaduto quella sera e a come mi ero comportata nei confronti di
Inuyasha.
- «Ti
senti meglio adesso?» la sua voce era
calda e profonda come la cioccolata bevuta poco prima.
- «Si,
ora si» stavo per aggiungere un
"grazie" ma la cosa mi sembrò abbastanza divertente
«Beh allora… non
ti dirò grazie, per oggi te l'ho già detto a
sufficienza»
- Scoppiammo
entrambi a ridere.
- «Credo
proprio di si» e così dicendo, si
portò la mia mano, che teneva ancora ben salda nella sua, al
viso, per poi
baciarne il dorso. A quel gesto avvampai.
- «Oyasumi
piccola Kagome» lo disse
sussurrando, provocandomi mille brividi lungo la schiena.
- Senza
aggiungere altro Inuyasha si
allontanò.
- Entrata
in stanza avevo ancora il cuore
che mi batteva all'impazzata.
- Quel
giorno era stato sicuramente il più
lungo della mia vita; erano successe veramente troppe cose: l'arrivo
sulla
nave, l'incontro con Sango, Miroku e Inuyasha, la scomparsa della
ragazza e
poi...
- Mi
venne in mente il momento in cui ero
scoppiata a piangere; non credevo che Inuyasha potesse rassicurarmi
così tanto.
In fondo lo avevo conosciuto quella sera stessa.
- Il
fiume di lacrime che avevo versato quella
sera mi aveva veramente spossato, mi sentii mancare le forze e, non
appena mi
stesi sul morbido materasso, sotto le soffici lenzuola, crollai in un
sonno
profondo, fra le braccia di Morfeo.
-
-
- «Non
sarebbe bello se umani, demoni e
mezzo-demoni fossero trattati allo stesso modo? Se potessimo abbattere
la
barriera che ci divide? »
- «Non
dire sciocchezze! Umani e demoni
appartengono a due mondi troppo diversi»
- «Ma
che dici?»
- «I
demoni sono creature spietate e assetate
di sangue.
- Non
hanno un cuore, né tantomeno un’anima.
- Il
loro unico scopo nella vita è quello di
uccidere.
- Abbiamo
permesso ai demoni dalle sembianze
umane di sopravvivere e di mescolarsi a noi, ma è stato
l’errore più grande che
potessimo fare. Loro sono quelli più pericolosi.
- Fosse
per me, li farei sparire dalla
faccia della terra.
- Kagome,
diventa una sterminatrice di
demoni insieme a me.»
- Mi
svegliai di soprassalto, accorgendomi
poco dopo di essere seduta su un grande letto matrimoniale a
baldacchino.
- Avevo
il fiato corto e la fronte madida di
sudore
- Mi
guardai intorno, cercando di focalizzare
l'ambiente che mi circondava.
- All'improvviso,
come un flash, ricordai
tutto.
- Il
giorno precedente mi ero imbarcata su
una nave da crociera per un viaggio di quindici giorni che i miei
genitori mi
avevano regalato per il mio venticinquesimo compleanno.
- Andai
vicino al balconcino, aprii le
imposte e, con ancora indosso la camicia da notte, uscii fuori
lasciandomi
accarezzare dalla fresca brezza marina del mattino.
- Il
mare era abbastanza calmo ed era di un
azzurro chiarissimo, ogni tanto in lontananza e vicino alla nave, si
vedevano
delle piccole increspature bianche, dovute alle piccole onde; il cielo
era
limpido, senza alcuna nuvola e, all'orizzonte, si poteva vedere una
leggera
striscia rosa che sfumava nell'azzurro, segno che il sole era sorto da
pochissimo,
tanto che i suoi raggi erano ancora molto flebili.
- "Perché
ho fatto quel sogno?"
- Quel
sogno, anzi più precisamente, qual
ricordo, risvegliò in me tutte quelle sensazioni negative
che da tempo cercavo
di dimenticare.
- Il
ragazzo con il quale ero cresciuta, che
mi era stato sempre vicino, e che col tempo avevo imparato ad amare,
era
diventato improvvisamente un estraneo.
- Pensai
di non conoscerlo affatto.
- Quando
Hojo mi disse che, secondo lui i
demoni e i mezzo-demoni non avevano neanche il diritto di esistere,
rimasi
scioccata.
- I
suoi principi erano totalmente diversi
dai miei.
- Per
tutti quegli anni non mi ero mai
accorta dei suoi veri sentimenti, avevo sempre dato per scontato il
fatto che
lui la pensasse come me.
- Fu
però la sua proposta a farmi crollare
il mondo addosso, fu quando mi volle convincere a diventare una
sterminatrice
di demoni, che raggiunsi il mio limite.
- Non
potevo stare con una persona del
genere. Non volevo.
- Anche
se lo amavo ancora, eravamo troppo
diversi per stare insieme.
- “Se solo
non mi avesse detto quelle cose…”
- Guardando
l'orizzonte, mi resi conto di
una cosa straordinaria; in lontananza si poteva cominciare a vedere la
terra
ferma, anche se ancora molto lontana.
- Quella
doveva essere Osaka, la nostra
prima tappa
- Sapevo
che le ore a disposizione non erano
tantissime, sicuramente non avrei avuto il tempo di visitarla tutta, ma
comunque sia mi ero fatta un bel programmino dei posti più
importanti da
visitare.
- Rientrai
in cabina e mi feci una bella
doccia rinfrescante per liberarmi del sudore e della sensazione che
quell'incubo mi aveva lasciata.
- "Non
devo pensarci, almeno non
qui"
- Per
andare a fare colazione optai per un
paio di pantaloncini molto corti neri e una semplice t-shirt rosa
pesca, legai
i capelli in una lunga treccia morbida che mi ricadeva sulla spalla
destra e
indossai un paio di scarpe comode da ginnastica.
- Scelsi
di mangiare al ristorante self
service all'aperto per ammirare a pieno il panorama.
- "Cosa
posso mangiare
stamattina?"
- Ero
veramente indecisa, quel ristorante
offriva una varietà di cibi impressionante: c'era la
colazione
all'americana, con frutta, cereali,
caffè, tè caldo,
toast imburrati, uova al tegamino, bacon, pancake con sciroppo d'acero
e muffin
al cioccolato; la colazione all'italiana, con caffè, succhi
di frutta,
cornetti, brioche, fette biscottate, marmellate varie, crema al
cioccolato
spalmabile; la colazione alla francese con caffè o
tè caldo, succhi, croissant,
baguette, marmellata, i famosi panini al cioccolato e crepe da guarnire
in
mille modi diversi.
- Dopo
essere stata più di mezz'ora incantata
da tutta quella roba da mangiare, presi un semplice caffè e
un cornetto al
cioccolato bianco.
- Mentre
ero seduta al mio tavolino, con lo
sguardo fisso verso il panorama, sentii una voce familiare in
lontananza che
chiamava il mio nome.
- Mi
voltai e vidi Sango, Miroku e Inuyasha,
i ragazzi che avevo conosciuto la sera prima, grazie al fatto che a
cena
condividevamo lo stesso tavolo.
- «Buongiorno
ragazzi»
- «Buongiorno
Kagome»
- Il
primo a sedersi fu Miroku; non appena
mi resi conto di cosa aveva sul vassoio impallidii letteralmente.
- Il
ragazzo aveva optato per la colazione
all'americana, ma non si era limitato a un paio di cose, aveva preso
l'intero
menù, sia dolce che salato.
- «Vedo
che sei andato sul leggero
stamattina» gli dissi sarcastica
- «Diciamo
che ha solo approfittato del
fatto che è tutto gratis»
- A
parlare era stato Inuyasha, che si era seduto
alla mia destra con il suo caffè e il suo croissant.
- «Bé
la verità è che ho sempre sognato fare
una colazione completamente americana e dato che ero molto indeciso...
»
- «Hai
saccheggiato l'intero buffet» dicemmo in stereo io
e Inuyasha che ci guardammo per poi scoppiare a
ridere.
- Mi
voltai verso Sango e, non appena la
vidi la mia risata si bloccò di colpo; aveva un'aria triste
e abbattuta, lo
sguardo fisso sulla sua tazza di tè ormai tiepida e la
brioche ancora intatta.
- «Sango...
che cos'hai? »
- Sentendosi
chiamare alzò lo sguardo verso
di me ma non disse una parola.
- «Sango
per caso non ti senti bene? »
- «Hai
mal di mare? »
- Solo
Miroku non le chiese niente,
probabilmente perché conosceva bene il motivo di quello
strano comportamento.
- «Inuyasha,
Kagome vedete, Sango vuole
dirvi qualcosa. Vero amore? »
- Sango
era visibilmente in imbarazza e dopo
qualche secondo di silenzio iniziò a parlare con voce
flebile.
- «Ragazzi
io... devo farvi le mie più
sentite scuse, soprattutto a te Kagome»
- Ero
incredula ma rimasi in silenzio per
permettere a Sango di continuare
- «Ieri
sera non mi sono comportata nel
migliore dei modi. Miroku mi ha raccontato tutto. Mi avete cercata
ovunque, vi
ho fatto spaventare molto e...Kagome so che anche tu hai pianto per me.
Mi
dispiace soprattutto perché quella che hai visto ieri non
sono veramente io,
raramente mi comporto in questo modo. »
- Vidi
che Sango aveva gli occhi lucidi e
non sapeva più in che modo doversi scusare.
- «Perdonatemi»
- «Sango,
non ti devi scusare, è vero, mi
sono preoccupata da morire, ammetto di aver pensato al peggio e non
puoi
immaginare quanto mi sia sentita sollevata dopo averti trovata. Ma
adesso è
tutto finito, tranquilla »
- «Non
vorrei che pensassi che sono una
ragazza che si ubriaca e fa pazzie di continuo»
- Scossi
la testa sorridendole
- «Non
ti devi preoccupare, non lo penso
affatto, a tutti può capitare di fare cose del
genere»
- Sango
finalmente sorrise e ricambiò il mio
abbraccio.
- In
quel momento provai una piacevole
sensazione di calore, sentii che tra me e quella ragazza non sarebbe
stata una
semplice conoscenza.
- «Kagome,
che programmi hai per oggi?»
- «A
dir la verità...avevo intenzione di
scendere a Osaka»
- «Non
ci sei mai stata? » Mi limitai ad un
semplice segno di dissenso.
- «Se
ti fa piacere, Kagome, possiamo
accompagnarti noi» disse all'improvviso Miroku con la bocca
piena,
intromettendosi nella conversazione.
- «Dici
sul serio Miroku? »
- «Certamente!
Io e Sango ci siamo già stati
una volta, possiamo mostrarti i posti più belli di
Osaka»
- «Sicuro!
E ovviamente Inuyasha verrà con
noi»
- Sango
ci guardò in modo strano, come se
tramasse qualcosa.
- «Ragazzi,
non so che dire... »
- «Accetta,
ti prego» le parole di Inuyasha
mi colpirono e sentii le guance in fiamme.
- «Bé...
allora...va bene» dissi sorridendo
cercando di non balbettare.
- Dopo
avere fatto colazione ci separammo
dandoci appuntamento all'uscita non appena la nave fosse arrivata in
porto.
- “Quasi
quasi approfitto di questo tempo
libero per visitare la nave.
- Da
quando sono imbarcata non ne ho ancora
avuto il tempo“
- Naturalmente
sapevo che non avrei avuto il
tempo materiale per visitare tutto, per questo decisi di concentrarmi
sulla
zona benessere.
- Era
curiosissima di vedere la SPA.
- Sull’opuscolo
dell’agenzia c’era scritto
che era un centro attrezzatissimo, munito di ogni servizio possibile ed
immaginabile; era divisa in più sale, e tutto era curato nei
minimi
particolari.
- Quando
arrivai all’entrata del centro
benessere, trovai un grande bancone di legno, dietro il quale vi erano
due
giovani ragazzi, vestiti con un elegante completo nero, e tre ragazze
vestite
con eleganti tailleur neri composti da una giacca a mezze maniche e una
gonna
che arrivava appena sopra il ginocchio.
- «Buongiorno,
benvenuta Signorina»
- Uno
dei due ragazzi mi venne incontro
sorridendo «Posso fare qualcosa per lei?» mi chiese
con estrema gentilezza.
- Risposi
al suo sorriso «Ero curiosa di
visitare la SPA, è possibile?»
- «Ma
certo! Venga, mi segua»
- Mi
fece strada lungo un ampio corridoio
dalle pareti verde acqua, illuminato da piccole luci soffuse,
posizionate lungo
tutto il percorso.
- «La
nostra SPA è dotata di tre sale»
- Mi
fece accomodare nella prima stanza.
- «Questa
è la sala principale»
- Quando
la vidi, non riuscii a credere ai miei
occhi.
- Era
una sala quadrata, enorme, con una
serie di lettini di pelle bianca separati, gli uni dagli altri, da
tende
bianche semitrasparenti.
- Un
corso d’acqua con piccole cascate
percorreva tutta la sala, e in acqua galleggiavano ninfee e candele
profumate.
- «In
questa stanza ci si può rilassare dopo
aver compiuto il percorso benessere; abbiamo una vasta scelta di
particolari tè
e tisane provenienti da tutto il mondo»
- Nella
seconda sala c’era tutto il
necessario per un percorso benessere completo, in più, una
piscina riscaldata
con idromassaggio.
- La
cosa che mi colpì di più di quella sala
fu il pavimento, che era fatto di finissima sabbia bianca.
- Per
finire, nella terza e ultima sala, si
effettuavano trattamenti estetici di vario tipo; c’era
l’estetista, il
parrucchiere e molto altro.
- Mentre
guardavo sbalordita tutte quelle
stanze, la cura per i più piccoli particolari, i ruscelli,
le ninfee, la sabbia
e le candele, mi riusciva difficile credere che mi trovavo
all’interno di una
nave.
- Quel
giorno, inoltre, il mare era talmente
una tavola, che non si avvertiva nessun dondolio o minima oscillazione.
- Bisognava
guardare fuori dagli oblò, per
rendersi conto di trovarsi in mezzo al mare.
- “Sarebbe
bello venirci con Sango.
Scommetto che questo posto la farebbe letteralmente impazzire”
- «Signorina,
mi segua»
- Attraversammo
un lungo corridoio, per poi
giungere ad una porta a vetri, dalla quale si poteva intravedere
l’interno di
una palestra.
- «Questa,
come vede, è la nostra palestra
super attrezzata»
- «Fantastico»
ero letteralmente a bocca
aperta.
- Mi
accorsi che ci trovavamo esattamente
sulla prua della nave; in fondo alla sala c’era una vetrata
che prendeva tutta
la parete; posizionati in fila, lungo tutta la vetrata, vi erano almeno
una
quindicina di tapis roulant.
- La
palestra aveva veramente ogni genere di
attrezzo; cyclette, step, panche per addominali, una parete attrezzata
per i
pesi e tanto altro.
- «Se
le interessa, signorina, abbiamo anche
dei personal trainer professionisti»
- Non
mancava proprio nulla.
- «Ora
devo andare, le lascio questa
brossure con tutte le informazioni su quello che le ho mostrato
»
- «Grazie
mille, è stato molto gentile»
- «Il
piacere è stato tutto mio. Spero di
rivederla presto» e così dicendo, fece un leggero
inchinò e si allontanò.
- Il
giro turistico durò meno di quanto
avessi immaginato, per cui avevo ancora un po’ di tempo
libero.
- Pensai
che sarebbe stato utile, e anche
divertente, provare qualche attrezzo e optai per una bella corsa sul
tapis
roulant.
- Fortunatamente
portavo sempre con me un
piccolo mp3, e mentre iniziai l’allenamento, mi immersi
completamente nelle
note della mia canzone preferita:
- I don't want to miss a thing degli
Aerosmith
- Quando
ascoltavo quella canzone riuscivo a
liberare completamente la mente, a scacciar via tutti i pensieri
negativi. Era
come se fossi protetta da una campana di cristallo, e riuscivo a
dimenticarmi
completamente del mondo che mi circondava.
- Don't want to close my eyes, I don't want to
fall
asleep cause I'd miss you baby. And
I don't want to
miss a thing
- Quando
la canzone terminò ero già esausta,
senza fiato; era da molto che non facevo attività fisica, e
non ero molto
allenata.
- Scesi
dal tapis roulant, e solo allora mi
accorsi della presenza di Inuyasha.
- Anche
lui stava correndo sul tapis
roulant, ma era molto distante da me, per questo motivo non lo avevo
visto
prima.
- Mi
avvicinai, mantenendo comunque una
certa distanza; non si era ancora accorto della mia presenza, e questo
mi dava
la possibilità di contemplare ancora per un po’ il
suo fisico perfetto.
- Indossava
una semplice canottiera e dei
pantaloncini lunghi fino al ginocchio.
- Fu
come trovarsi di fronte al David di
marmo di Michelangelo.
- I
suoi muscoli erano contratti a causa
dello sforzo fisico, e le spalle e le braccia erano imperlate di
piccole gocce
di sudore; era così sexy, così virile. Il ritratto della
perfezione. Non riuscivo a
staccargli gli occhi di
dosso.
- Improvvisamente,
dal mio mp3 partì Radar di Britney Spears
- Ascoltare
quella canzone, mentre osservavo
Inuyasha, mi fece sfuggire un sorriso malizioso. Si addiceva
perfettamente alla
situazione.
- When you walk and when you talk I get the
tingle.
- I wanna mingle. That’s what I want.
- Quando
Inuyasha smise di allenarsi,
finalmente si voltò nella mia direzione, notandomi.
- Ci
fissammo per qualche istante, poi lui
mi venne vicino, sorridendomi.
- «Ciao»
aveva il fiato corto, i capelli
bagnati, incollati al volto; era bello da mozzare il fiato. Mi ci volle
tutta
la mia volontà e il mio autocontrollo per non saltagli
addosso in quel
determinato istante.
- «Ciao»
gli risposi semplicemente
- «Cosa
fai? Mi segui?» sembrava divertito
da quella situazione
- «Stavo
per farti la stessa domanda»
- Scoppiammo
a ridere all’unisono.
- «Guarda,
Inuyasha»
- La
nave si stava lentamente avvicinando al
porto di Osaka.
- Ci
sarebbe voluto ancora del tempo, prima
di poter scendere, ma già si potevano vedere chiaramente i
numerosi grattaceli
che sovrastavano la città.
- Non
stavo più nella pelle. Rimasi
immobile, con lo sguardo fisso, rivolto verso la città;
anche Inuyasha, nel
frattempo era rimasto in silenzio, e guardandolo di sottecchi, notai
che era
rimasto affascinato anche lui dal panorama davanti a noi.
- Poi
improvvisamente, ruppe quale silenzio.
- «Hai
detto di non essere mai stata a
Osaka»
- La
sua sembrava più un'affermazione, che
una domanda; come se volesse ricordarlo a se stesso...
- «Non
conosco quasi nessuna città del
Giappone. A parte Tokyo, dove sono nata e dove vivono i parenti di mia
madre»
- «Capisco...
Cambiando discorso...mi
spieghi una cosa? Come mai hai deciso di venire qui, su questa nave
enorme,
tutta sola? Come mai non hai deciso di fare questo viaggio insieme a
qualcuno,
al tuo fidanzato per esempio?»
- Quella
domanda, fatta così, di getto, mi
sorprese e mi scosse allo stesso tempo.
- Ogni
volta che si nominava la parola
"fidanzato", dentro di me scattava qualcosa; quella parole era come
un pugno nello stomaco.
- Probabilmente
Inuyasha notò subito il mio
cambio di umore, perché cercò di consolarmi.
- «Scusa,
non volevo mettere in mezzo un
argomento doloroso, perdonami»
- Vedendo
che però le sue parole non avevano
avuto l'effetto sperato, continuò. «É
stato uno stupido»
- «Scusa?»
ero stranita
- «Il
tuo ex, è stato un vero stupido a
lasciarsi scappare una come te»
- Sgranai
gli occhi.
- “Come ha
fatto a capire?”
- Probabilmente
era stata colpa mia, avevo
dato io quell'impressione
- Anche
se avevo deciso di lasciare io Hojo,
la verità era che mi sentivo ancora molto legata a lui. Non
riuscivo a
lasciarlo andare completamente e questo mi faceva star male.
- Ma
che voleva dire Inuyasha con “una come
te” ? Comunque sia, non avevo nessuna intenzione di inscenare la
parte della
ragazza abbandonata.
- “Non mi va
di fare la parte della vittima”
- Decisi
di mentire.
- «Inuyasha
ascolta tu... hai frainteso
tutto.»
- «Cioè?»
- «Il
mio ragazzo non mi ha lasciata. »
- Nei
suoi occhi lessi una vena di
delusione.
- «Peccato»
- «Eh?»
- «Non
mi sarebbe dispiaciuto consolarti da
una delusione d'amore».
- Ma
che stava dicendo?
- Forse
Inuyasha si divertiva solo a
prendermi in giro; forse gli avevo dato l'impressione di essere una
ragazzina
ingenua e stupida, che si lascia abbindolare dal primo che capita.
- Beh
si sbagliava di grosso.
- «Perché
mi stai dicendo tutto questo? Che
cosa vuoi da me Inuyasha?»
- Il
suo sguardo cambiò improvvisamente,
diventando più serio e penetrante; allungò una
mano e cominciò a sfiorarmi un
braccio con la punta delle dita, iniziò dalla spalla, per
poi scendere giù,
fino al polso e risalire di nuovo verso la spalla, tutto con una
lentezza
esasperante.
- Poi
avvicinò il suo viso perfetto al mio e
mi sfiorò l’orecchio con la punta del naso.
- «Voglio
che tu sia mia. Voglio averti
sotto di me. Voglio ammirare il tuo corpo e sprofondare dentro di te.
Ecco cosa
voglio, Kagome» disse con voce roca, quasi sussurrando.
- Mi
si bloccò il respiro.
- Rimasi
basita da quelle parole, da quel
modo schietto e diretto; quelle parole mi sembravano
un’offesa, ma allo stesso
tempo, il complimento più bello che mi potesse fare.
Avvertii una fitta
improvvisa nel basso ventre, e dovetti appoggiarmi alla parete per non
perdere
l’equilibrio.
- Mi
guardai attorno, imbarazzata;
fortunatamente eravamo rimasti gli unici all'interno della palestra.
- «Non
scherzare»
- «Sono
serissimo»
- Feci
per andarmene ma Inuyasha mi prese per
un polso e mi trascinò di nuovo vicino a lui.
- «Ora
basta Inuyasha. Non sopporto le
persone che si prendono gioco di me»
- «Sei
tu che prendi in giro te stessa
comportandoti in questo modo. Pensi che non mi sia accorto di come mi
guardi, e
del fatto che non riesci a togliermi gli occhi di dosso?»
Fece una pausa «Tu
vuoi esattamente le stesse cose. Ammettilo.»
- Era
vero. Era tutto vero, ma ero anche
troppo orgogliosa per ammetterlo.
- Dal
primo momento in cui il mio sguardo si
era posato su di lui, ero stata totalmente attratta da Inuyasha.
- Quando
lui mi guardava negli occhi, mi
sentivo come trasportata in un altro mondo.
- Non
mi ero mai sentita così.
- Ma
non potevo, non
riuscivo a lasciarmi andare completamente, ero ancora troppo legata a
Hojo.
- «Non
hai preso in considerazione il fatto
che magari non sono interessata? E poi come ti ho già detto,
sono fidanzata. »
- Cercai
di assumere un tono convincente.
- Sorrise
e iniziò a sfiorarmi il collo con la
punta del naso.
- Quella
dolce e seducente carezza mi
provocò una piacevole scossa che invase tutto il mio corpo,
concentrandosi
soprattutto sul basso ventre.
- «Vuoi
dirmi che non ti faccio nessun
effetto?» sussurrò.
- Improvvisamente
e fortunatamente, fummo
interrotti dalla voce del capitano nell’altoparlante.
«Informiamo i passeggeri
che hanno prenotato le escursioni, che possono cominciare a dirigersi
verso le
uscite sul ponte 5, mentre per tutti coloro che vogliono scendere
liberamente,
l'uscita è dal ponte 6 »
- «Credo
sia meglio cominciare ad andare,
ormai siamo quasi arrivati » dissi scostandomi in modo brusco
dalla parete e
facendo sobbalzare Inuyasha.
- «Hai
ragione e poi... ho bisogno di farmi
una doccia. Miroku e Sango hanno detto che è meglio
aspettare che quelli
dell'escursione scendano, quindi abbiamo ancora un po' di
tempo.»
- Cercai
di riprendere il controllo delle
mie facoltà mentali.
- «Già,
anch'io devo farmi una doccia»
- «Cos'è?
Una proposta?» disse malizioso.
- Mi
allontanai divertita facendogli un
cenno con la mano «A dopo, Inuyasha»
-
-
- Inuyasha
aveva detto che avevamo ancora
abbastanza tempo prima di scendere dalla nave, e che avremmo aspettato
che la
maggior parte dei passeggeri scendesse, così da evitarci la
calca.
- Decisi
quindi di riempire la vasca e farmi
un bel bagno caldo.
- "È da quando sono
entrata in questo bagno la prima volta, che ho voglia di
farne uno"
- Mi
immersi nell'acqua calda e mi lasciai
coccolare dalla schiuma che mi accarezzava la pelle e dal dolce
profumo del bagnoschiuma alla vaniglia.
- Accesi
l'mp3, precedentemente collegato
alle casse, e mi lasciai trasportare dal melodico suono del pianoforte
di
Yiruma; le note di Hope riempirono la
stanza., ma la mia mente era affollata da talmente tanti
pensieri, che non riuscii a godermi completamente quel momento e a
rilassarmi
come avrei sperato.
- Forse
il problema era proprio quello;
pensavo troppo, rimuginavo ore e ore, senza un attimo di respiro. Mi
facevo
sempre troppi problemi.
- "Come
vorrei staccare la spina del
mio cervello, almeno per un po'..."
- Dopo
il bagno, mi preparai velocemente per
raggiungere Sango e i ragazzi; indossai un semplice jeans aderente e
una Blouse
asimmetrica di chiffon, color panna, con sotto un top nero.
- Quando
uscii dalla cabina, mi resi conto
di non avere la più pallida idea di dove incontrare Sango e
gli altri.
- "Cavolo!
Ci manca solo che mi
perda!"
- Ricordai
però le parole del comandante,
ascoltate dall'altoparlante in palestra: i passeggeri che non avevano
prenotato
alcuna escursione, sarebbero dovuti scendere dal ponte 6.
- Mi
incamminai lungo il corridoio che,
sfortunatamente era ancora affollato e a fatica, finalmente riuscii ad
arrivare
al ponte; iniziai a guardarmi intorno in cerca dei ragazzi.
- «Kagomeeee
Eccoci! Siamo qui!» da lontano
vidi Sango sorridere e sbracciare. Le sorrisi di rimando; per fortuna
la
tristezza di quella mattina sembrava essere sparita del tutto dal suo
volto.
- Nel
vedere Inuyasha il mio cuore fece una
capriola e il respiro mi si fermò in gola; deglutii agitata.
- Non
riuscivo a togliermi dalla testa quello
che mi aveva detto in palestra.
- «Voglio
che tu sia mia. Voglio averti
sotto di me. Voglio ammirare il tuo corpo
e sprofondare dentro di te. Ecco cosa voglio,
Kagome»
- Scossi
il capo per scacciare quei
pensieri.
-
- Appena
scesi dalla nave, fummo fermati da
un fotografo che ci fece una serie di foto di gruppo.
- Sango
era la più eccitata, e ci fece
mettere tutti in posa, sorridenti; noi ragazze avanti e i ragazzi
dietro.
- Lei
era capace di trasmettere a tutti la
sua allegria, il suo entusiasmo, e presto mi resi conto di essere
emozionata
quanto lei.
- "Sono
stata fortunata ad incontrare
una ragazza come Sango"
- «Ragazze
basta perdere tempo» esordì
improvvisamente Miroku «Abbiamo un mucchio di cose da vedere
e non possiamo
perdere tempo»
- Sango
mi prese da parte, e mi confidò che Miroku
aveva passato gran parte della mattina a fare un programma super
dettagliato di
tutto quello che dovevamo visitare «Preparati Kagome,
sarà una luuunga
giornata»
- L'itinerario
di Miroku prevedeva la visita
al famoso Castello di Osaka, all'Acquario Kaiyukan e un giro sulla
famosa ruota
panoramica.
- La
nostra prima tappa fu il Castello.
- Era
piuttosto lontano, e fummo costretti a
prendere diversi mezzi pubblici; fortunatamente sia Miroku, che Sango,
erano già
stati a Osaka e quindi fecero da guida.
- Arrivati
al castello, Miroku iniziò a
raccontarci tutto quello che sapeva; era come avere una guida turistica
personale.
- «Il
Castello di Osaka è uno dei più famosi
ed importanti edifici del paese, ed ebbe un ruolo fondamentale
nell'unificazione del Giappone nel XVI secolo, durante il periodo
Azuchi-Momoyama.
- Il
castello è situato all'interno del
Parco del Castello di Osaka, uno degli spazi verdi più
grandi della città.
- È
stato costruito sull'estremità
settentrionale del piccolo altopiano Uemachi-daichi, ed il suo
basamento si
trova quindi rialzato dal resto del parco e dell'intera
città.
- La
superficie su cui è stato eretto
l'edificio è di circa un chilometro quadrato. Appoggia su
due piattaforme di
terra rialzate supportate da due alti muri a perpendicolo di roccia
tagliata
del pianoro, ognuno sovrastante un fossato. L'edificio centrale del
castello è
alto cinque piani all'esterno e otto piani all'interno».
- Rimasi
affascinata da quella spiegazione
così dettagliata; non immaginavo che Miroku conoscesse
così tanti particolari.
- Ci
raccontò anche diversi aneddoti storici
e tante piccole curiosità.
- «Miroku,
mi stupisci. Non credevo sapessi
così tante cose»
- «Grazie,
Kagome. Tutto merito della mia
passione»
- In
quella occasione scoprì che, tutti e
tre i ragazzi erano grandi appassionati ti tutto ciò che
riguardava il
Giappone.
- Erano
affascinati dalla sua storia, dalle
sua tradizioni, e anche dalla lingua.
- Ecco
perché, quando seppero che ero per
metà giapponese, si erano così interessati, e mi
avevano inondata di domande.
- «Se
vi fa piacere, qualche volta posso
raccontarvi qualcosa sul mio paese d’origine. Anche se non ho
visitato molte
città, grazie a mia madre, sono abbastanza ferrata in
materia. Posso
raccontarvi qualsiasi cosa vogliate, su qualsiasi argomento, e magari,
farvi
anche qualche piccola lezione di lingua giapponese»
- I
volti di Sango e Miroku s’illuminarono,
erano entusiasti, sembravano due bambini ai quali è stato
promesso loro un
gigantesco cono gelato.
- Di
sottecchi notai Inuyasha che mi
sorrideva; era un’espressione pura, senza malizia. Ricambiai
il suo sorriso,
cercando di non far trasparire il fatto che il cuore mi batteva
talmente forte,
che sembrava dover scoppiare.
- Dopo
la visita al castello, notammo che si
era fatto veramente tardi; l’ora di pranzo era passata da un
pezzo, ma eravamo
stati talmente presi, da non avvertire la fame.
- Decidemmo
di fermarci a mangiare qualcosa
di veloce, così da non perdere altro tempo. Optammo per dei
takoyaki, delle
polpette
di polpo fritte, tipiche della cucina di
Osaka.
- Lo
spuntino ideale.
- Finalmente,
dopo aver
preso altri mezzi pubblici, arrivammo all’acquario.
- Ero
veramente impaziente
di vederlo, mia madre me ne aveva parlato molto bene, assicurandomi che
sarei
rimasta a bocca aperta.
- Quando
lo vidi con i miei
occhi, non riuscii a credere che potesse esistere un posto del genere;
sembrava
di essere entrati in un mondo incantato, un luogo magico, abitato solo
da
creature marine
- Anche
in quell’occasione,
Miroku ci dette prova della sua enorme cultura.
- «L’Acquario
Kaiyukan si sviluppa,
attraverso 14 grandi vasche, che ricreano l’ambiente naturale
di 10 zone
dell’Oceano Pacifico,
- Il
viaggio all’interno dell’Acquario
Kaiyukan si sviluppa girando 2 volte intorno all’Oceano
Pacifico, dal fondo
marino fino alla superficie terrestre, iniziando dal
“Passaggio attraverso i
pesci - Passaggio nell’acqua”, una vasca a forma di
tunnel, proseguendo per la
“Foresta del Giappone”, dove filtra la luce solare
e arrivando alla vasca
“Oceano Pacifico”, dove nuota lo squalo balena.
Anche le vasche sono collocate
nella posizione più fedele a quella geografica naturale.
L’Acquario non
esibisce solo pesci, ma anche anfibi, rettili, uccelli, mammiferi,
invertebrati
e piante riproducendo la natura dell’Oceano
Pacifico»
- Rimasi
ammaliata dall’atmosfera suggestiva
che si respirava.
- Ero
intenta ad ammirare un’enorme vasca a
parete, piena di pesci colorati e altre creature straordinarie, quando
ad un
tratto fui affiancata da Inuyasha.
- «Che
spettacolo. Vero?»
- Il
mio sguardo continuava a rimanere fisso
sulla vasca.
- «Già…
Non sembra reale»
- «Non
credevo che esistesse un posto del
genere. Ne avevo sentito parlare, ma non pensavo che fosse
così straordinario»
- In
quel momento la mia attenzione era
focalizzata su un branco enorme di pesci gialli, che nuotavano in
circolo,
creando uno spettacolare vortice colorato.
- «Guarda,
Kagome» Inuyasha
mi indicò due pesci dalle sfumature
rosse, uno più grande e uno più piccolo, che
giocavano a rincorrersi; mi sembrò
una scena piuttosto buffa e mi sfuggì una risata.
«Sono buffissimi»
- Notai
Inuyasha sorridermi; era lo stesso
sorriso di prima, puro, dolce, e senza alcuna traccia di malizia, un
sorriso
bellissimo, da togliere il fiato.
- L’atmosfera
che si venne a creare tra noi
era leggera, come se fossimo semplicemente una coppia di amici che si
conosce
da tempo; non avevo neanche più pensato al discorso
imbarazzante avvenuto in
palestra. Mi sentivo tranquilla e serena come non lo ero ormai da molto
tempo.
- «Ragaaazziii»
La voce di Sango ci fece
trasalire entrambi «Venite
presto! C’è una cosa che vi devo
mostrare. Non crederete ai vostri occhi»
- La
ragazza ci portò in una sala pazzesca,
incredibile, un lungo tunnel subacqueo dalle pareti e dal soffitto di
vetro,
dal quale si potevano ammirare diverse specie di cetacei; avevo la
sensazione
di stare sott’acqua e nuotare nell’oceano.
- Nessuno
di noi aprì bocca, eravamo tutti a
bocca aperta, con il naso per aria o con le mani appoggiate ai vetri.
- Altra
particolarità di quel posto, era
che, attraverso degli speciali altoparlanti, era possibile ascoltare i
suoni
prodotti dalle diverse creature marine.
- Sarei
rimasta in quel posto magico per ore
e ore, ma purtroppo si fece tardi, e dovemmo lasciare a malincuore
l’acquario.
- Quando
uscimmo all’aria aperta ci
accorgemmo che il sole era quasi tramontato del tutto; mi sentii
improvvisamente
avvolta da una strana tristezza, mista a malinconia.
- Mi
resi conto che la nave sarebbe
ripartita tra poche ore, e avremmo dovuto abbandonare quel posto
meraviglioso.
- «Kagome,
andiamo! Abbiamo ancora una cosa
da vedere» Sango mi fece l’occhiolino e mi
trascinò con il suo solito
entusiasmo, in direzione della grande ruota panoramica.
- Miroku
aveva conservato quel posto per
ultimo, ci aveva assicurato che lo spettacolo sarebbe stato mille volte
meglio
dopo il tramonto.
- Non
potei dargli torto.
- La
ruota era completamente illuminata di
arancione, e dall’alto si riusciva a vedere quasi tutta la
città, anch’essa
illuminata.
- «Questa
ruota ha un'altezza di 112,5
metri.
Durante
il tragitto di 17 minuti, offre una vista della baia di Osaka e
delle zone circostanti. La particolarità di questa ruota
panoramica, è il fatto
di avere delle luci colorate che forniscono previsioni del tempo per il
giorno
successivo. Luci arancioni indicano una giornata di sole, luci verdi un
giorno
nuvoloso e luci blu indicano pioggia»
- «Guardate!
Si vede addirittura la nostra
nave»
- Era
uno spettacolo unico ed emozionante;
avrei serbato dentro di me il ricordo di quel momento per tutta la vita.
- «Kagome…»
guardai Inuyasha, in attesa che
continuasse
- «Ti
piace quassù?»
- Ebbi
la sensazione che Inuyasha mi stesse per
chiedere qualcos’altro, ma non volli insistere, mi limitai a
sorridergli e a
rispondergli con un segno di assenso.
- Tornati
a bordo, decidemmo di andare
ognuno nella nostra cabina; quella giornata ci aveva letteralmente
distrutti,
avevamo bisogno di dormire.
- «Buonanotte,
ragazzi. A domani»
- «Aspetta
Kagome!»
- Inuyasha
mi fermò afferrandomi per un
braccio; trasalii a quel gesto così improvviso
- «Prendi
questo»
- Mi
porse un piccolo foglietto di carta,
ripiegato più volte; lo guardai interrogativa.
«Aprilo quando sarai in cabina»
-
- Finalmente
nella mia stanza, mi feci una
rapida doccia e mi cambiai, poi decisi di accendere il portatile e
mandare una
mail ai miei genitori, nella quale raccontavo i primi giorni sulla nave
e
l’intensa giornata a Osaka; li ringraziai per avermi permesso
di fare
un’esperienza simile , e conclusi dicendo che mi mancavano da
morire.
- Spensi
il pc e uscii fuori il terrazzino
per godermi l’uscita dal porto.
- Guardando
Osaka, che si allontanava sempre
di più, ripensai a tutti i meravigliosi ricordi che avevo
collezionato in
quelle poche ore, e mi accorsi che, grazie alla compagnia di Sango e
dei
ragazzi, la mia mente era riuscita a scacciare i brutti pensieri che la
tormentavano. “Spero di
riuscire ad allontanarli del
tutto, prima o poi”
- Mentre
pensavo questo, stringevo con forza
il braccialetto di diamanti tra le mani; presto sarebbe arrivato il
giorno in
cui lo avrei gettato nel fondo degli abissi, e con esso avrei lasciato
andare
anche il grosso peso che mi portavo dentro ormai da tempo.
- In
quel momento mi ricordai del
bigliettino di Inuyasha; lo aprii lentamente, con il cuore che batteva
a mille
e sgranai gli occhi quando lessi il contenuto:
-
- Perdonami per oggi.
- Quello che ti ho
detto
ti ha scossa, è stato evidente
- ma è la
pura verità.
- P.S.
- Il momento all’acquario è stato il più bello di tutta la giornata.
- Angolo
dell’autrice:
- Prima di tutto voglio ringraziare tutti coloro che hanno recensito o solo letto il primo capitolo di questa storia.
- I vostri
commenti sono importantissimi per me, mi aiutano e mi
sostengono.
- Infine, un
grazie anche
chi ha messo la storia tra i preferiti
- Spero che
questo nuovo
capitolo vi sia piaciuto.
- Aspetto con ansia
i
vostri commenti. Mata ne!!! A presto!!!