Back in a new past.

di Ethasia
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Buio, silenzio. E una buona, massiccia dose di tranquillità. Potrei rimanere qua per sempre e, forse, non annoiarmene mai.
Ma anche solo rendendomi conto di esserci, in questo buio e silenzio, significa aver già cominciato a tornare. E si aggiunge il respiro delle onde che sempre più distintamente si infrangono sulla sabbia. E anche la luce, forte e bianca, che attraverso le palpebre brucia. L'enorme luna piena di Neverland. E dei lievi movimenti al mio fianco, accompagnati da piccoli respiri, veloci e affannosi. D'un tratto, mi ricordo di non essere sola. Non del tutto.
Perciò sospiro. E lentamente, come se fino ad ora fossero rimasti incollati, inizio ad aprire gli occhi.
- Dio, grazie -. Un'esclamazione a bassa voce colma di sollievo, un grande sospiro di liberazione dall'ansia. - Non... fare mai più una cosa del genere, Darling. Seriamente.
Pur sentendola pesante come un macigno, provo a girare la testa verso destra, da dove arriva la voce. Sento lo stomaco che quasi si ribalta, ma stringo i denti. - Di preciso, che avrei fatto?
- Sei... sei rimasta svenuta per oltre dieci minuti, dannazione - sbotta Peter, incredulo e furente al tempo stesso. - Pensavo fossi in coma!
- E invece - commento, cercando di abbozzare un sorriso - rimarrò qua ancora un po' a rompere le scatole.
- Non è divertente - ribatte severo. - Stavi perdendo una marea di sangue da quella maledetta gamba. Ringrazia che le Indiane mi abbiano insegnato qualcosa di erboristeria...
- Grazie, dottore - esclamo tragicamente. - Mi dica, potrò ancora camminare?
Peter mi rivolge una lunga, penetrante occhiataccia, ma non risponde. Dopo qualche minuto, bruscamente, domanda: - Allora. Si può sapere come diavolo ci sei finita, su quella nave?
Lo guardo, stupita. - Ero in gita di piacere, non avevi capito?
- Non riesci ad essere seria neanche in fin di vita?
- Non sono in fin di vita - ribatto, cercando molto delicatamente di mettermi a sedere senza vomitare. - Secondo te com'è successo? Mi hanno catturata.
- Grazie tante - ribatte, acido. - Quel che vorrei sapere è come, dato che ti avevo espressamente detto di filare a casa.
Arrossisco un po', ricordando la stupidità della situazione. - Mi sono... slogata una caviglia - ammetto, imbarazzata. - Sono inciampata in un sasso.
La sua espressione si fa scettica. - Mi ritieni così tonto da crederci?
- È la verità - replico, ancora più rossa in viso. - Non ti è mai capitato di farti male in qualche modo cretino?
Evidentemente si rende conto che non lo sto prendendo in giro, perché sgrana gli occhi. - Vuoi scherzare. Non avresti potuto, che so, stare più attenta?
- Oh, naturale - sbotto, - perché io sapevo che nei paraggi c'era un gruppetto di Pirati matti pronto a rapirmi, giusto? E mi sono anche divertita molto a passare la giornata là sopra, no?
- Non ho detto questo - ribatte. - Ho detto che sei sbadata. E anche un tantino irresponsabile.
Mi irrigidisco. - Irresponsabile io?
Peter si volta a guardarmi, un'espressione interrogativa.
Prendo un respiro profondo. Non voglio urlare. Urlare danneggia la gola e potrebbe attirare qui vicino ospiti indesiderati, sebbene i più pericolosi probabilmente si staranno ancora leccando le ferite. Dunque, per contrasto, sento la voce che mi si abbassa ad un sussurro. - Chi è, tra noi due, che ogni volta gli si presenti un'occasione utile per scontrarsi coi Pirati, fa di tutto per coglierla? Chi è che ha accettato in un batter d'occhio di andare a sconfiggere dei Tritoni non appena gli è stato chiesto? Chi è l'idiota che alla minima provocazione di Hook si è precipitato sulla Jolly Roger come se non ci fosse stato un domani?!
Rimane in silenzio per qualche secondo. - Idiota? - ripete, furioso e sconvolto. - Io sono venuto solo per aiutare te!
- Ma chi ti ha chiesto di farlo?
- Oh, scusa tanto - sbotta sarcastico. - Cos'è, avevi già pronto un piano di fuga? O magari pensavi di restare qualche tempo, come damigella di corte di Hook?
- Non puoi davvero credere che sia giusto mettere in pericolo te stesso per salvare qualcun altro! Non tutto è una tua responsabilità, Peter! Io meno degli altri. Non ho bisogno di essere salvata.
- Lo vedo - replica gelido. - Ti hanno tenuta là per quanto, mezza giornata?, e hai un labbro gonfio, la caviglia slogata e una gamba distrutta e sanguinante.  
- E tu avresti potuto essere messo peggio! Non avevi neppure una spada...
- Non ne ho bisogno. Io so combattere.
- Eri stanco morto, con quello stupido pugnale! Hook avrebbe potuto ferirti in qualsiasi momento...
- Non è successo, e non stiamo parlando di me, Wendy. Stiamo parlando di te che sembri avere una straordinaria capacità di metterti nei guai, e non sei neanche disposta ad accettare che qualcuno te ne tiri fuori! Io non riesco a lasciare le persone in pericolo, non quando so di poterle aiutare. Non è nella mia natura, è sempre stato così, e tu lo sai bene! Specialmente quando si tratta di qualcuno a cui voglio bene, come diavolo faccio a non toglierlo dai casini?!
Rimango in silenzio. Lo guardo, le sopracciglia aggrottate, un'espressione seria in viso. Ma dentro, sento il cuore battere all'impazzata.
- Hai appena detto che mi vuoi bene? - gli faccio notare, non senza lasciar trapelare una nota di stupore. Uno stupore che, per qualche breve istante, si riflette nei suoi occhi, e viene poi cancellato da un bagliore, una luce che non ha niente a che vedere con la luna che ci sovrasta.
- Sì - risponde, - ma non era questo che volevo dire -. Prende un respiro profondo; sento l'agitazione nella sua voce, nell'aria, nel suo respiro, nel mio cuore e anche, soprattutto, nel suo. - Quello che volevo dire è che ti amo.





#sonounapersonaorribileenesonopienamenteconsapevoleperdonatemifaccioschifoholasciatolastoriaalculmineperunmesemenevergognointensameneteabbiatepietàdellamiaanimanonuccidetemiancheperchécoltempochevihofattoaspettarequestocapitoloètroppotroppobreveperchévoipossiateperdonarmichiedoscusalapidatemifatequalsiasicosamelomerito

spero di avervi rintontiti abbastanza con quello che spero sia l'hashtag più lungo della storia :D nel frattempo che voi avrete finito di districarvene, io sarò già scappata, perché mi starò ancora vergognando troppo e cercherò di fuggire dalle vostre maledizioni cino-aramaiche (?) e, soprattutto, dalle armi nucleari che vorrete usare contro di me dopo questo capitolo.

chiedo ancora venia. venissima. venierrima. love u all!

 




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