Il canto del tramonto

di JDE
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Il canto del tramonto

by JDE

tradotta da Ered Miriwen





Io, Ered Miriwen, ho deciso di imbarcarmi nell'impresa di tradurre questa fanfiction principalmente per rendere onore alla talentuosa autrice, per esercitarmi nell'arte (difficile) del tradurre e per far conoscere un mondo nuovo e meraviglioso a voi lettori.

L'ambientazione di questa fanfiction è delle più inusuali per il fandom italiano, poiché inizia in un tempo molto più antico rispetto a quello del Signore degli Anelli, quindi cercherò di aggiungere note di spiegazione; comunque non è necessario avere una vasta conoscenza del Silmarillion poiché questa storia ha senso in sé, e se sui personaggi non vi fosse il copyright potrebbe essere un romanzo. Anche se devo avvertirvi (sigh, e già qui perdo un sacco di lettori) che per apprezzarla al meglio conviene conoscere un po' il mondo delle prime ere e degli Elfi.

Ringrazio mia madre (sì, proprio mia madre... dopo mesi e mesi, forse anni, che la ammorbo con lo slash ancora non si è iscritta al prossimo Family Day per l'esasperazione. L'ammiro molto per questo) che mi ha fatto da beta reader, controllo traduzione e supporto morale per parte del primo capitolo.

A proposito di diritti d'autore: naturalmente ho chiesto il permesso all'autrice prima di iniziare a postare i capitoli in italiano (sono una brava bambina O.O)



Capitoli pubblicati in lingua originale: The Song of Sunset: 45

The Song of Sunset: the Third Age: 68

EDIT dell'8 agosto 2009: la seconda parte NON verrà tradotta completamente, in quanto l'appassionante vicenda narrata nella prima parte si conclude, per poi -pur mantenendo gli stessi personaggi- variare troppo sull'etero per i miei gusti e narrare di tutt'altro.

Archivio: the Library of Moria, Lord of the Rings Slash Fanfiction Archive

(potete trovare la storia in lingua originale anche sull'account livejournal dell'autrice)

Autrice: JDE



Vocaboli elfici: mellon nîn (plur: mellyn nîn) = amico mio

adar (ada) = padre (papà)

Peredhel (plur: Peredhil) = Mezzelfo

hannon lle = grazie

Anor = il sole

Arda = il mondo (cioè non solo la Terra di Mezzo)

Vanyar, Sindar e Noldor = varie popolazioni elfiche

Valar = gli dei

saes = per favore

meldir = amici

Personaggi: Elrond Peredhel = Araldo del Re Supremo, fu cresciuto da Maglor, uno dei figli di Fëanor, maledetto dai Valar. Aveva un gemello, Elros, che scelse una vita mortale e dal quale ebbe origine la linea dei Re di Numenor, e poi di Gondor.

Erestor = Capo consigliere del Re Supremo, Tolkien non specifica chi furono i suoi genitori e in questa fic si presume che suo padre sia Maglor.

Glorfindel = detto l'Uccisore di Balrog poiché è stato uno dei pochi a sconfiggere una di queste creature, venendo però ucciso da un altro di essi. Fu uno dei pochi a poter ritornare dalle Aule di Mandos, e al tempo di questa storia sta vivendo la sua seconda vita. È l'unico dei Vanyar (uno dei popoli elfici, la cui caratteristica più appariscente sono i lucenti capelli biondi) rimasto sulla Terra di Mezzo.

Gil-Galad = il suo nome significa “stella di radianza” ed è il Re Supremo dei Noldor. È chiamato anche Ereinion. La sua famiglia è imparentata con la linea spodestata di Fëanor.

Thranduil Oropherion = Thranduil figlio di Oropher, Re di Bosco Atro, un reame degli elfi Sindarin.

Círdan = è detto “il Carpentiere”, ed è lui che costruisce le navi per gli Elfi che desiderano salpare per Valinor, il Reame Beato.









1. Le conseguenze di un tramonto



Elrond Peredhel camminava ansiosamente su e giù per la piccola anticamera continuando a mangiarsi le unghie.

-Agitarti non ti aiuterà, Elrond- sottolineò Glorfindel con calma, lanciandogli un'occhiata prima di voltarsi nuovamente ad osservare dalla finestra le attività che fervevano nel giardino -Vieni a sederti con me, mellon nîn.-

-E se fosse troppo arrabbiato?- chiese Elrond torcendosi le mani con aria infelice -Dopo tutto avrei dovuto parlare con lui prima che con Gildor.-

-Sì, mellon nîn, sarà furioso, e ancora sì, avresti dovuto consultarlo prima di parlare a Lord Gildor. Dopo tutto ti saresti dovuto ricordare che non hai il fascino di Thranduil-

-Mi ucciderà, Glorfindel!- Elrond si lasciò cadere disperato su una sedia dall'alto schienale vicino al caminetto.

-Non lo farà; dovrebbe cercarsi un novo araldo e istruirlo da zero. È più probabile che ti mandi da Círdan per qualche anno come punizione.-

Elrond gemette al sentir nominare l'Elfo che meno sopportava in tutta Arda -Non mi stai aiutando molto, eh?- brontolò.

-Dato che sto rischiando un sicuro ritorno alle Aule di Mandos accettando di offrirti supporto morale nel tuo confronto con lui, Elrond Peredhel, dovresti scegliere le tue parole con più cura. Comunque smettila di preoccuparti! Ne ho parlato ad Erestor e ce ne tirerà fuori lui- lo informò Glorfindel.

Elrond reagì con ira -Lord Erestor! Il Consigliere Capo è una persona di troppo alti principi, tutto ghiaccio e niente calore, non avresti dovuto seccarlo con le mie sciocchezze. Cosa penserà di me?-

-Tu lo giudichi male poiché era il vero figlio del tuo “ada” Maglor. Dà sempre modo di spiegarsi alle persone- affermò Glorfindel -Per essere uno più giovane di te è molto intelligente.-

-E attraente- mormorò Elrond -Durante i consigli Gil non riesce a togliergli gli occhi di dosso. Potrebbe dare una pista a Thranduil in quanto a bellezza se solo sorridesse di più.-

-Ah! Ho notato che Gil non è l'unico ad essere colpito dal suo aspetto, non è vero?- Glorfindel gli fece un sorrisetto furbo -Neppure tu puoi togliergli gli occhi di dosso!-

-Glorfindel!- farfugliò Elrond indignato -Per tutti i Valar! Erestor ed io siamo cresciuti insieme. Tu...- interruppe bruscamente il suo rimprovero quando un assistente si avvicinò loro dicendo: -Il re vi riceverà ora, signori.-

Elrond incurvò visibilmente le spalle mentre pregava Lady Elbereth per la propria salvezza. Glorfindel si spostò di lato per lasciarlo entrare per primo, canticchiando a bocca chiusa una popolare canzone da osteria. Ciò non fece nulla per alleviare la paure di Elrond. Entrò nello studio del Re Supremo dei Noldor e si trovò faccia a faccia con un Gil-Galad molto arrabbiato. Inghiottì a vuoto e si inchinò umilmente.

-Siediti, Elrond- Gil-Galad gli indicò una sedia con gesto impaziente -E tu, Glorfindel, risparmiami il tuo umorismo, sono già abbastanza preoccupato.-

Elrond combatté l'istinto di saltar fuori dalla finestra per sottrarsi al suo furibondo cugino nonché re.

-Cos'è questo tuo ultimo inverosimile piano del quale ho udito da Gildor?- sbraitò Gil-Galad -Perché hai creduto assennato parlare al Consiglio della costruzione di un nuovo molo? E perché sono stato l'ultimo a sapere di questa brillante idea?-

Elrond sospirò afflitto prima di rispondere -Mi avete chiesto di non rivolgermi a voi con idee che riguardassero Círdan. Il progetto per un nuovo molo sarebbe certamente un colpo per il marinaio. Quindi ho deciso di cercare il supporto del Consiglio prima di presentarvelo.-

Gil-Galad diventò sempre più paonazzo finché esplose -La prossima volta che ti viene un'idea così furba va' a buttarti a mare! Sono stanco di dover placare la rabbia di Círdan e dei suoi consiglieri ogni volta che te ne esci con un nuovo piano! Credevo che i tuoi doveri di Araldo avrebbero diminuito il tuo tempo di pensare. A quanto pare mi sbagliavo.-

Elrond ammise sinceramente -Scusate, cugino. Credevo che un molo avrebbe aggiunto qualcosa alla bellezza di Lindon e che poi avremmo potuto creare una nuova flotta. Ai pescatori risulterebbe più comodo. Ma abbandonerò la mia idea se dispiacerà di nuovo Círdan.-

-A volte vorrei non aver mai tolto te ed Erestor dalle mani di Maglor!- mormorò tetramente Gil-Galad -Dammi una sola ragione per non lasciarti solo ad affrontare le liti che seguiranno non appena Círdan verrà a sapere di questa faccenda.-

-Se lo mandi da Lord Círdan il povero marinaio potrebbe semplicemente salpare per Valinor e lasciarci tutti a terra!- offrì Glorfindel.

Per un attimo parve che Gil-Galad fosse sul punto di rispedirlo da Mandos, ma poi incurvò le labbra carnose in un sorriso riluttante, esclamando: -Senza speranza! Cugino, dimmi, dove posso trovare un Balrog?-

Da quel momento l'atmosfera nella stanza si alleggerì sensibilmente ed Elrond si sentì sollevato. Lo sguardo del Re si fece assente mentre studiava un rapporto scritto con mano impeccabilmente elegante. Glorfindel si schiarì la voce sogghignando.

Gil-Galad guardò in su con aria colpevole e disse: -E' tutto, vi vedrò entrambi a cena. Nei miei appartamenti, solita ora.-

Elrond sorrise. Suo cugino era molto distratto in quei giorni. Annuì silenziosamente e fece per andarsene. Glorfindel però era rimasto seduto. Il suo temperamento naturalmente gioviale sembrava alterato mentre fissava il Re con espressione severa. L'Uccisore di Balrog disse fermamente ad Elrond: -Ti raggiungerò più tardi.-

Elrond uscì senza aggiungere nulla, sapendo per esperienza precedente che non bisognava prendere sottogamba Glorfindel quando il suo viso assumeva quell'espressione.

Però, rifletté curioso, cosa avrà fatto Gil-Galad per meritarsi quello sguardo? Era così immerso nei suoi pensieri che inciampò in un altro elfo. Allungando le mani per sorreggerlo, Elrond mormorò contrito: -Non stavo guardando dove andavo. Scusate- guardò negli occhi neri della sua “vittima”; gli occhi neri del figlio di Maglor, suo padre adottivo. Elrond chinò il capo -Lord Erestor-

-E' stato un mio errore, signore- disse la sottile figura avvolta in una veste cerimoniale di velluto rosso cupo con voce bassa, chiara e melodiosa. Ad Elrond tornò di nuovo in mente Maglor. Quante volte il suo malinconico padre adottivo aveva cantato la ninnananna ai due gemellini impauriti? Elrond sorrise notando la bellezza del suo collega. I capelli nerissimi lunghi fino alla vita... la carnagione pallida come porcellana... la fronte ampia... le lunghe dita sottili che accarezzavano un fascio di fogli... Era notevole il fatto che Erestor somigliasse tanto a Maglor ed Elrond non l'avesse mai notato in tutti gli anni durante i quali aveva lavorato al suo fianco alle dipendenze di Gil-Galad. Elrond si rese conto che era la prima volta che si incontravano al di fuori dei consigli e dei pranzi ufficiali. Sebbene fossero della stessa fascia d'età, frequentavano sempre compagnie diverse.

-Lord Elrond?- chiese Erestor con tono di leggera preoccupazione. Elrond provò a smettere di fissarlo. Glorfindel aveva ragione: era attratto dal Consigliere... no, disse caparbiamente il suo cuore, più che attratto, questo è quello giusto!

-Lord Elrond, state bene?- la voce di Erestor penetrò nei suoi pensieri.

Dolce Elbereth! Non riusciva a non annegare in quei fluidi laghi neri senza fondo che lo osservavano inquieti.

Solo quando un sottile sopracciglio nero si alzò inquisitorio, Elrond si riscosse dal suo incanto e rispose con calore: -Sto bene. Stavo solamente riflettendo sul fatto che noi, i collaboratori più fidato di Gil-Galad, ci diamo ancora del voi!-

-In effetti- Erestor sorrise -E' proprio vero che non ci conosciamo quasi per niente, dopo tanti consigli, pranzi e riunioni!-

-Com'è potuto accadere?- domandò Elrond trattenendo il fiato. Voleva in ogni modo continuare a parlare.

Il sorriso di Erestor si allargò mentre spiegava con falsa solennità: -Lindon è una città grande, il Consiglio ha un calendario pieno, tu sei un elfo impegnato ed io di solito sono incastrato nelle scartoffie. Queste mi sembrano ragioni sufficienti, non pare anche a voi, signore?-

-Elrond- disse Elrond fermamente.

Erestor piegò il capo in segno di assenso.

Elrond tentò: -Ti va di passeggiare con me? Potremmo guardare il tramonto insieme- si chiese se la sua audacia non fosse stata sconsiderata.

Gli occhi neri di Erestor rimasero neutri mentre egli rispondeva maliziosamente: -Non declinerei mai un'offerta dell'Araldo del Re- Elrond si sentì stordito. Erestor si era accorto della sua attrazione? E se sì, qual era la sua reazione? O forse lo stava solo prendendo in giro? Scrutò i lineamenti del Consigliere in cerca di una risposta, ma fu schermato dalla maschera diplomatica che sempre caratterizzava Erestor.

-'Restor!- Glorfindel si aggregò a loro; Elrond fu felice di notare che l'espressione del Vanya si era schiarita, anche se delle ombre restavano in fondo a quegli occhi azzurri -Perché mi hai spedito quel monello di Oropherion? Ho una mezza idea di farti appendere e squartare. Ha quasi causato una rivolta di massa alla caserma!-

-Avanti, Glor!- Erestor diede a Glorfindel un affettuoso pugno sul braccio -Un Uccisore di Balrog spaventato da un elfo appena maggiorenne?-

Elrond si sentì ridicolmente geloso quando Erestor lasciò cadere la sua maschera diplomatica bisticciando con Glorfindel.

-Non stai parlando di un elfo qualunque!- mugolò Glorfindel -Questo è Thranduil il combina guai. Solo i Valar sanno come Oropher è sopravvissuto a crescere suo figlio! Ma perché l'hai sguinzagliato tra i soldati?-

Erestor sogghignò furbescamente -Glor, hai detto tu che avrei potuto avere qualunque cosa desiderassi se avessi slavato la tua preziosa pellaccia dal Re. Di certo non mi negheresti il piccolo piacere di guardare il principe dei Sindar seminare lo scompiglio tra i tuoi uomini?-

-Sì,- ragionò Glorfindel -ma tu hai agito prima di avermi salvato la pelle, 'Restor! Cosa ti rendeva così sicuro della reazione di Gil?-

-Mai sottovalutare il potere di un certo giovane scrivano che per caso è Capo Consigliere da queste parti- ribatté Erestor con una luce furba negli occhi -Il Re è colpito dai miei consigli!-

-Dal tuo aspetto piuttosto- fece notare Glorfindel imbronciato -Può a mala pena toglierti gli occhi di dosso-

Questa osservazione si dimostrò per Elrond un altro motivo di malcontento oltre all'assurda gelosia. Gil era veramente interessato a Erestor?

-Sei inguaribile, Glor!- sospirò Erestor -Se ora tu potessi proseguire per dovunque fossi diretto prima di incontrarci io potrei guardare il tramonto con Lord Elrond-

-Con Elrond?- Glorfindel boccheggiò in maniera melodrammatica -'Restor, tutta la famiglia della Casa del Cigno è libertina. Dovresti stare in guardia!-

Elrond si intromise. Era veramente al limite della sopportazione -Lord Glorfindel, tu insulti la mia casata-

Con suo estremo fastidio, Glorfindel ammiccò ad Erestor dicendo: -E' impaziente!-

Erestor sorrise -Naturalmente, mellon nîn. E lo sono anch'io, poiché il sole non aspetta che noi finiamo di punzecchiarci. Ti vedrò stasera a cena dal Re. Gil mi ha detto che vi ha invitati entrambi, anche se mi chiedo perché.-

Camminarono lentamente attraverso il grande giardino. I cespugli di rose erano già appassiti; l'inverno avanzava velocemente. Elrond condusse Erestor verso una radura appartata. Per alcuni minuti rimasero in piedi osservando silenziosamente Anor calare in una meravigliosa moltitudine di sfumature di rosso. O meglio, Erestor guardava il sole, mentre Elrond era occupato ad ammirare furtivamente l'esile figura accanto a lui. Il vento faceva ondeggiare i capelli neri sospingendoli sul suo viso.

Mentre Elrond si godeva la sensazione di quei capelli soffici come piume che gli accarezzavano le guance, Erestor mormorò: -Hannon lle.-

-Per...?- chiese Elrond senza curarsi davvero della risposta. Tutto ciò che desiderava in quel momento era di immergere le mani in quella chioma. Erestor si girò per trovarsi faccia a faccia con lui. Elrond si dispiacque quando quei capelli smisero di giocare sul suo volto.

-Per avermi ricordato le bellezza di Arda- fece Erestor solennemente -E' passato troppo tempo dall'ultima volta che ho gustato la semplice gioia di un'alba o di un tramonto o di guardare le stelle-

-Se vuoi, Erestor- propose Elrond esaltato -Possiamo guardare ogni alba e ogni tramonto insieme per sempr... ehm,- si corresse frettolosamente -quando saremo entrambi a Lindon.-

-Sarebbe fantastico, Elrond- Erestor inclinò la testa con grazia mentre inspirava la fresca aria di mare; i suoi occhi neri brillavano di gioia. La maschera da diplomatico era caduta dal suo viso, facendolo apparire più giovane.

Elrond si sorprese a parlare di Maglor. Non toccava quasi mai quell'argomento poiché il dolore per la sua perdita era ancora profondo. Ma con Erestor le sue barriere si sbriciolarono e parlò anche di Elros, della sua scelta di diventare mortale e del dolore che ne era risultato alla fine. Parlò della sua antipatia per Círdan, dei suoi sospetti su Galadriel e di molte altre cose delle quali raramente faceva parola ad alcuno.

Erestor parlò di sua madre, che era salpata per Valinor piena d'angoscia, della sua infanzia presso Círdan, e di Glorfindel, che egli aveva salutato per primo quando questi era sbarcato ai Porti Grigi. Quando una melodica canzone elfica salutò le stelle, riluttanti, tornarono nel palazzo. Insieme raggiunsero le stanze private del Re Supremo.

Gil-Galad stava già chiacchierando allegramente con Glorfindel. Sollevò appena le sopracciglia quando vide il suo Araldo e Capo Consigliere entrare insieme.

Glorfindel notò -Mellyn nîn, dev'essere stato un tramonto piuttosto lungo-

Elrond gli scoccò un'occhiata assassina prima di prendere posto alla sinistra di suo cugino. Erestor si sedette di fronte a lui. La cena fu eccellente e la conversazione gaia come sempre quando Glorfindel onorava la tavola con la sua presenza. L'Uccisore di Balrog e il Re condividevano un volgere senso dell'umorismo che fece ridere tutti durante l'intero pasto. Erestor inoltre possedeva uno spirito sarcastico all'argento vivo finemente sviluppato, che rivelò ad Elrond un lato molto più leggero del Consigliere. Era davvero divertente vedere Glorfindel senza parole quando Erestor faceva un commento particolarmente mordace.

Dopo la lunga cena si ritirarono nel lussuoso salotto. Glorfindel rivendicò il divano, Elrond e Gil-Galad scelsero due poltrone vicino al fuoco, logore dall'uso ma confortevoli, ed Erestor attraversò la stanza fino al sedile ricavato nel davanzale. Proseguirono la conversazione in maniera discontinua e rilassata mentre sorseggiavano pigramente del vino. Improvvisamente ad Erestor ne andò di traverso un sorso e ne rovesciò un po' sul suo abito, prima di voltarsi in fretta dalla finestra.

-Qual è il problema?- chiesero simultaneamente Elrond e Gil-Galad. Erestor recuperò velocemente calma e compostezza, anche se non si voltò di nuovo. Prese un sorso di vino dicendo in tono neutro: -Il Principe Thranduil è un buon guerriero.-

Glorfindel fece un sorrisetto furbo -Dalle molte conquiste.-

-Cosa?- Gil-Galad si accigliò. Elrond sapeva che suo cugino odiava essere l'unico a non sapere le cose. E lui lo capiva: era difficile non restare indietro rispetto ai sottili scambi di battute fra Erestor e Glorfindel.

Erestor comunque sembrava aver fretta di rendere chiaro il significato delle sue parole -Ha una stretta ammirevole. Dopo tutto è un ottimo arciere-

-Ma credo che sia uno spadaccino molto migliore:- dissentì il Vanya -ha mani grandi.-

Gil-Galad ne aveva avuto abbastanza. Li maledisse entrambi mentre si avvicinava alla finestra, e imprecò di nuovo quando sbirciò fuori -Per i Valar! Il figlio di Oropher ha il vigore di Ulmo in persona!- il Re restò pietrificato, incurante delle risatine di Glorfindel ed Erestor.

Elrond fece per alzarsi, ma suo cugino si voltò di scatto col volto in fiamme -No, l'ultima cosa che vogliamo è che Oropher accusi i Noldor di essere guardoni! Benché il perché suo figlio voglia esplorare Lord Gildor alla base della fontana è oltre la mia comprensione.-

Glorfindel fece notare: -I pettegolezzi sostengono che il buon Principe ha una fitta agenda che non riguarda solo questioni diplomatiche: dormire con ogni singolo membro del Consiglio. E devo ammettere che sta facendo un ottimo lavoro.-

Erestor sogghignò -Lord Celeborn si è rifiutato anche solo di avvicinarsi alle stalle per una quindicina di giorni dopo aver approfondito la sua conoscenza con il ramo Sindarin della sua famiglia.-

Gil-Galad osservò: -Il Principe sembra un tizzone ardente. E ho sentito da Círdan che lo stesso Celeborn dell'Albero d'Argento non partecipa solo passivamente. Círdan spesso si chiede perché il buon Celeborn abbia sposato mia zia. Va bene che è bella, affascinante e incantevole. Ma lui non preferisce compagnia maschile?-

Glorfindel alzò il suo calice -Non è un compagno fedele, Gil. Il loro matrimonio è stato combinato a quanto dicono le voci...-

-In ogni caso, Thranduil non ha paura di Galadriel?- rifletté Elrond -Se fossi in lui sarei mortalmente preoccupato per quel suo specchio.-

-La signora ama suo marito troppo poco perché le importi delle sue scappatelle- suggerì Erestor -Mia sorella l'ha sentito da Celebrían, la loro figlia, che vive presso Círdan-

-Ho sentito che ha preso da Galadriel- fece osservare Glorfindel -Che peccato. Ci sarebbe andata più a genio una somiglianza con il suo illustre padre!-

-Sì- concordò Erestor -Dobbiamo ammettere che quelli della stirpe Sindar della nostra famiglia sono molto più attraenti di noi poveri Noldor.-

-Oh!- Gil-Galad mandò giù il suo vino in un sorso e si alzò in piedi -Non ti darei ragione tanto facilmente, Erestor. Il tesoro dei Noldor è di gran lunga più bello della più brillante delle gemme delle casate Sindarin!- il Re tremava leggermente. Mentre Elrond osservava suo cugino dirigersi inquieto verso Erestor, Glorfindel si alzò tornando rapidamente serio.

Ereinion Gil-Galad, Re Supremo dei Noldor, si inginocchiò e, prendendo le sottili mani di Erestor nelle sue, disse dolcemente: -Io ti amo, gioiello dei Noldor, fedelmente, sinceramente e ti amerò fino alla fine di Arda ed oltre. Desidero corteggiarti e, di fronte a questi nobili testimoni, ti chiedo il permesso di farlo.-

Elrond si accasciò goffamente sulla sedia. Era abbastanza sicuro che tutta Arda potesse udire il battito frenetico del suo cuore.

Glorfindel si chinò verso di lui preoccupato -Elrond?-

Egli mosse debolmente un braccio rispondendo: -Sto bene. La confessione di mio cugino mi ha colto di sorpresa, questo è tutto-

Glorfindel gli lanciò uno sguardo che trasmetteva la sua compassione. Erestor si schiarì la voce, ma sembrava senza parole. Si mosse verso il Re inginocchiato e baciò l'anello col sigillo sulla robusta mano che stringeva le sue. Gil-Galad si illuminò tutto e saltò in piedi per gettare le braccia al collo ad Erestor, che si irrigidì per un attimo prima di ricambiare l'abbraccio. I suoi occhi incontrarono quelli di Elrond, ma l'Araldo distolse all'istante lo sguardo.

Glorfindel si congratulò cordialmente: -Be', Gil, tutto quello che posso dirti è che hai battuto metà del tuo Consiglio! La maggior parte di loro si sarebbero dichiarati dopo la festa per il Solstizio d'Inverno!-





Elrond faticò molto ad addormentarsi quella notte. Si rigirava incostante nell'ampio letto vuoto. Aveva lasciato gli altri dopo un solo brindisi adducendo come scusa la stanchezza. Quello almeno l'aveva temporaneamente salvato dagli sguardi saccenti di Glorfindel. Fortunatamente suo cugino era troppo felice per notare il suo disagio.

Un secco ed insistente bussare alla sua porta interruppe i suoi cupi pensieri. Elrond si alzò sollevato. Doveva essere una di quei casi d'emergenza nei quali erano richieste le sue abilità di guaritore. Era quello che voleva in quel momento: una scappatoia dalle sue meditazioni.

Quando il bussare riprese, Elrond coprì frettolosamente il suo corpo nudo con le coperte e, aprendo la porta, si trovò di fronte Erestor, con un'impeccabile veste scura ma dall'aspetto prezioso. Un paio di occhi penetranti scrutarono Elrond dalla testa ai piedi prima di tornare a posarsi sul suo volto terribilmente arrossato.

Gli occhi si spalancarono preoccupati ed Erestor disse: -Mi dispiace intromettermi nel tuo riposo. Credevo che fossimo d'accordo per guardare l'alba insieme, ma ora me ne vedo. Scusa- ripeté contrito facendo un passo indietro.

Elrond sollevò le mani in segno di protesta e replicò: -No! C'è un balcone qui. Guardiamo il sorgere di Anor insieme, Erestor. Saes!-

Erestor alzò per un attimo le sopracciglia. Sembrò che combattesse per nascondere un sorriso mentre mormorava: -Pare che io stia guardando qualcosa di bello quanto l'alba, se non di più, Elrond.-

Si fermò e raccolse la coperta che era scivolata via dalle dita di Elrond quando questi aveva alzato le mani per richiamarlo. Elrond rabbrividì, e non a causa del gelo mattutino. Da qualche parte a sud sentì una reazione indesiderata alla presenza di Erestor.

Quest'ultimo gli porse la coperta dicendo: -E' una mattina fredda, mellon nîn. Ti aspetterò sul balcone.-

Dopo aver indossato la tunica più larga che possedeva, Elrond raggiunse il Consigliere sul balcone. Dopo qualche attimo di silenzio teso, Erestor osservò tranquillamente: -Te ne sei andato presto ieri.-

-Ero stanco dopo una lunga giornata, mio signore- rispose meccanicamente Elrond, tenendo lo sguardo fisso sul cielo verso est.

-Siamo tornati al voi, Elrond?- Erestor si girò per guardarlo in faccia -Cos'è successo per far cambiare così le cose?-

Elrond borbottò: -Anche fosse, riguarderebbe solo me, dato che sono stato io inizialmente ad avere problemi col “voi”. Ma vi assicuro che avete mal interpretato.-

Erestor prese un respiro profondo -Invece mi riguarda il fatto che tu sia turbato dal mio consenso alla proposta di tuo cugino.-

-Presumete troppo, Consigliere- ribatté Elrond freddamente.

-E non ho ottenuto quella posizione per pura fortuna, Elrond! Io osservo. L'ho fatto anche in questo caso e pure Glor...-

Elrond ne aveva abbastanza. Lo interruppe duramente: -Oh! Lord Glorfindel! Sapevo che foste in ottimi rapporti. Ciò che non realizzavo però era che Glorfindel discutesse con voi i miei affari personali. A quanto pare la mia fiducia nella sua discrezione e nel suo onore era mal riposta- aveva cominciato ad urlare, i pugni stretti e le braccia rigide lungo i fianchi.

-Non lascerò che il nome di un mio amico venga infangato, Lord Elrond!- esclamò Erestor arretrando fino alla balaustra, poiché Elrond avanzava verso di lui -Pensa male di me se vuoi, ma lascia Glorfindel fuori da questa storia.-

Il viso di Elrond si contorse mentre esclamava con disprezzo: -Se lo valuti così tanto, allora perché hai accettato la proposta di mio cugino? Perché è il Re?-

Erestor corrugò la fronte e levò le mani in un gesto conciliante -Elrond, se mi ascolterai posso spiegare!-

Elrond perse quel minimo di autocontrollo che gli era rimasto. Immobilizzò Erestor contro la balaustra di legno -Perché hai accettato Gil?-

I lineamenti di Erestor si mutarono nella facciata di Capo Consigliere e ogni emozione sparì dai suoi occhi. Rispose gelido: -Probabilmente mi ritenete indegno di vostro cugino. Comunque, prima che me lo chiediate, posso assicurarvi che non l'ho sedotto. Dato che siete tanto sconvolto, certamente gli parlerò e porrò fine io stesso a questo. Non metterò mai piede dove non sono il benvenuto. Non dovete preoccuparvi del fatto che io possa macchiare il nome della vostra famiglia, Lord Elrond. Buona giornata- augurò garbatamente prima di uscire dalla stanza con passo altero.

Elrond si accasciò contro la balaustra e il suo corpo fu scosso da forti singhiozzi.

-E' andata discretamente bene, no?- chiese una voce melodiosa dai rami di un albero vicino al balcone.

Elrond si voltò di scatto e vide il viso di Thranduil sbirciare attraverso le foglie.

-Che stai facendo lì?- domandò Elrond furioso, asciugandosi le lacrime. Un incontro con il principe Sindarin era l'ultima cosa di cui aveva bisogno -Non hai nessun diritto di origliare!-

-Stavo guardando l'alba da questa confortevole posizione, mio signore- rispose Thranduil -Non avevo davvero bisogno di origliare quella che è stata la conversazione più forte che io abbia sentito fin ora a Lindon- Thranduil ridacchiò quando Elrond arrossì -Anche se per essere equo dovrei dire che Erestor è stato discretamente tranquillo!-

Elrond sospirò. Lacrime si radunarono nuovamente nei suoi occhi.

-Qual è il problema, Elrond?- chiese Thranduil interessato.

-Perché dovrei dirtelo?- chiese Elrond stizzoso, sebbene non desiderasse altro che raccontare a qualcuno come si sentiva in quel momento.

Benché in circostanze normali Thranduil fosse in cima alla lista di persone che desiderava evitare, in fondo sapeva che il Principe Sindarin era un elfo onorevole. La verità era che Thranduil Oropherion aveva un reputazione di imprevedibilità anche tra elfi che gli altri popoli consideravano “bislacchi”. A volte il giovane Principe poteva mostrare la saggezza e il valore degli antenati Eldar di sua madre... a volte poteva possedere l'astuzia dei Teleri... a volte poteva scatenarsi per mettere alla prova il suo fascino che, si rumoreggiava, provenisse dalla sua eredità Sindarin...

Mentre osservava cautamente l'avvenente forma distesa in modo felino su un ramo leggero, Elrond decise che la preoccupazione di Thranduil era sincera.

-Passeggia con me- offrì Thranduil -E' una mattina meravigliosa. Godiamoci la rugiada nei giardini-

-No- disse Elrond burbero -Di camminate e giardini ne ho avuto abbastanza per l'eternità! Vieni dentro tu.-

Thranduil balzò facilmente sul balcone e si diresse all'interno della stanza come se fosse stata sua. Mentre si accomodava a pancia in giù sull'ampio letto, Elrond iniziò a dubitare della propria scelta. Dopo tutto Thranduil aveva un'”agenda”. E se si fosse solo ingegnato per compiere un passo in più verso il suo completamento?

Come se gli avesse letto nel pensiero, Thranduil sorrise dicendo: -Elrond, non mi occupo mai dei novellini.-

Elrond tenne sotto controllo il proprio rossore mentre chiedeva riluttante: -Come sei giunto a questa conclusione?-

-Il modo in cui hai gestito la situazione. Hai spaventato il povero Erestor!- sogghignò Thranduil furbescamente.

Elrond brontolò: -Come mai siete già al “tu”?-

Thranduil rise con un suono basso e musicale. Elrond dovette ammettere che Glorfindel aveva ragione: il Principe era molto bello anche per gli standard degli elfi.

-Elrod, dal momento che tu ed il tuo amato Re trascorrete metà del vostro tempo rifuggendo la deliziosa presenza dei miei consiglieri, Erestor è solitamente costretto a partecipare a quei Consigli. Abbiamo sviluppato un ottimo rapporto di lavoro, e gli interessi comuni hanno fatto il resto. Però resta da vedere cosa mi direbbe mio padre se sapesse della mia amicizia con l'ultimo nipote di Fëanor!-

-Che faccio ora?- domandò Elrond senza rivolgersi specificamente al suo ospite.

Thranduil si calmò e ragionò: -Il Re ha già reso pubblico il suo amore per Erestor. Sono praticamente fidanzati. Se pensi di essere attratto da lui, allontanati per un po' e toglitelo dalla testa.-

-Si può dimenticare l'amore, Thranduil?- chiese Elrond amaramente -Perché non è semplice attrazione quella che provo per Erestor, ma la chiamata del mio cuore.-

-Non si può mai dimenticarlo- rispose Thranduil tristemente. Un'ombra aleggiava su quelle fattezze aristocratiche -Per il tuo bene, spero che non sia amore.-

La porta si aprì di scatto ed un furioso Glorfindel irruppe ruggendo: -ELROND! In nome dei Valar, stavi pensando quando hai parlato in quel modo ad Erestor?- si interruppe al vedere Thranduil disteso sul letto. Decidendo di ignorare la totalmente la discrezione continuò in tono glaciale: -Sta aspettando nell'anticamera di Gil per rompere il corteggiamento.-

Elrond scattò in piedi colpito -Devo fermarlo! Gil lo ammazzerà!-

-Quindi ti rendi conto del fatto che Gil non lo perdonerebbe mai per averlo umiliato pubblicamente?- lo derise Glorfindel -Ora che hai rovinato una giovane vita suppongo che tu possa essere felice-

Elrond ricadde sulla sedia con le lacrime che gli scorrevano copiose sulle guance. Glorfindel aveva ragione. Sapeva che Gil non avrebbe mai perdonato Erestor.

-Basta così, meldir- disse Thranduil tranquillamente, alzandosi dal letto in un unico movimento fluido –Andrò io a parlare con Erestor ora. Sono certo di poterlo far ragionare. Elrond, hai ottenuto una tregua grazie al mio irresistibile fascino-

Dopo che Thranduil ebbe lasciato la stanza, Elrond narrò per filo e per segno l'intera storia ad un Glorfindel nettamente più calmo.

-Elrond!- si torse le mani Glorfindel alla fine del triste racconto -Cos'è questa tua follia?-

-Mi sono innamorato di Erestor, e non la considero una follia- ribatté Elrond quietamente.

-Ma lo è!- brontolò Glorfindel -Gli sta facendo la corte Gil ora! Pensa alle conseguenze!-

-Non ci saranno conseguenze, mellon nîn- una maschera di serenità era discesa sul volto di Elrond -Questo è un amore del quale non un fiato uscirà mai al di fuori di questa stanza. Glorfindel, non farò assolutamente del male a mio cugino, che è tutto quanto mi resta sulla terra.-

-E tu?- chiese Glorfindel incredulo -Intendi fingere che il tuo cuore ti appartenga ancora?-

-Sì- ripeté Elrond -Sopporterò questo come ho sopportato la perdita dei miei genitori, di ada Maglor e del mio gemello. Non ostacolerò la loro felicità.-









Angolino traduttrice

Aaaaargh! Non credevo che avrei mai finito questo capitolo!! Scusate l'urlo liberatorio, ma sapendo come prosegue la storia per me questo capitolo è il più duro da rileggere, senza contare che non è proprio il mio preferito in quanto a stile e contenuti e che è il primissimo testo che traduco! Oh, Valar... se non pubblicherò più significa che lo sforzo mi ha uccisa. Scherzi a parte, è un lavoro piuttosto complesso, quindi non sarò rapida, ma vi prometto che farò di tutto per essere costante.

Pleaseeeee commentate!! Per me è molto importante, senza contare che voi che siete arrivati fin qui sarete due o tre al massimo, quindi fatevi sentire. Grazie della pazienza.





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