-“Nana?!”-
-“Sono sveglia Nobu”-
-“Ah…si, senti tua madre è già
arrivata. Guarderà lei la bambina mentre…”-
-“Non dirlo…ti prego non dirlo!”-
il ragazzo capì ed uscì dalla stanza.
La camera era buia, illuminata solo da qualche spiraglio di
luce che entrava dalla finestra. Hachico distesa sul
letto, guardava il soffitto. Le coperte la coprivano fino al mento. Le faceva
freddo, enormemente freddo. Tremava. Non voleva per nulla al mondo alzarsi da
quel letto.
“Rimarrò qui…Sono
sicura che Ren capirà…” pensava che quella sarebbe stata la scelta giusta,
ma alla fine con una forza che credeva di aver perso, si rese conto che sarebbe
dovuta andare, lo doveva fare per lei. Si scoprì
velocemente ed un’aria gelida la invase facendola
rabbrividire. Accese la piccola luce del comodino e prese i vestiti già
preparati da Nobu e sistemati ben bene sulla sedia. Li indossò con una calma che fece spavento
anche a lei stessa. Era estremamente stanca, non
perché non avesse dormito ma per la semplice situazione, tutti i pesi che aveva
sulle spalle, tutti i dolori, era stanca. Ma più di
tutti era stanco il suo cuore. Avrebbe voluto
andarsene, tornare nella loro casa e stare con lei come avevano sempre fatto.
Loro due nell’appartamento 707. Quei giorni le sembravano lontani. Certe volte
non voleva credere a tutto quello che era successo.
“Ti prego fa che sia
solo un brutto incubo…” com’è difficile alzarsi al
mattino quando hai perso una persona cara, e trovare la forza di andare a
vederla per l’ultima volta. Ti sembra che tutto e tutti siano contro di te, che
nessuno capisca quello che provi e il dolore immenso che hai dentro. Ti sembra
di non avere il fiato ed ansimi come quando hai un’ attacco
d’asma. Ti svegli nel pieno della notte iniziando a piangere senza nessun
motivo e senti di nuovo quel freddo, che riesce a ghiacciarti anima e cuore. Lo
stesso freddo che sentiva Hachi…il suo dolore…
-“Andiamo”- disse quella uscendo dalla stanza. La bimba vide
la madre e fece un sorriso enorme. Troppo ingenua per capire.
Troppo piccola. Nobu le prese il cappotto ed uscirono.
-“Perché mamma tritte”-
-“Non è tristezza tesoro…solo un po’ giù di morale.”-
-“E quand’è che torni su..?!”- la
donna sorrise dolcemente alla piccola, sapendo che non aveva capito. Le diede
un grosso bacio e le disse.
-“Presto…o almeno spero”-
I due uscirono velocemente di casa,
lasciando nonna e nipote ai loro giochi. Da quando erano montati in macchina,
Hachi non aveva detto una parola. Quel tragitto in macchina le sembrava non
finire mai. Il suo volto non esprimeva alcuna emozione,
tanto era scossa. Era vuota…vuota dentro.
-“Hachi…tutto bene?!”- si senti chiamare da Nobu. Da quando si erano
conosciuti il ragazzo non aveva mai visto tanto
tristezza nei suoi occhi, erano spenti della vitalità. Lei gli
sorrise, sperando che potesse preoccuparsi meno. Ma entrambi sapevano che quello era un sorriso di circostanza. Un
sorriso finto. Di quelli che si fanno quando si sta
male ma si vuol fare vedere che si sta bene. E i suoi
occhi in quel momento dicevano solo quello.
Dopo poco, arrivarono. Il sole che poco prima aveva
illuminato tutta Tokyo, adesso si era nascosto dietro un gruppo di nuvole che poteva significare una cosa sola: temporale.
Hachi scese dalla macchina, mentre Nobu la sorreggeva. I due
si presero per mano e cominciarono a camminare. Non
avevano neanche fatto tre metri che la ragazza si
fermò di scatto.
-“Nana che c’è?!”-
-“Niente andrà bene Nobu…andrà tutto da schifo!”- il suo
volto prese a sgorgare di lacrime e le si erano
arrossati gli occhi. Non riusciva più a trattenersi ormai. Voleva urlare, fino
a perdere la voce. Il dolore, che fino a quel punto era riuscita a controllare,
adesso era esploso. Nobu le si avvicinò, vederla così
era troppo anche per lui..
-“Nana…alzati da terra, finirai per sporcarti il vestito…ti
prego…non riesco a vederti così”-
Quella si rialzò da terra, aiutata da Nobu. Intanto Ren
aveva visto tutta la scena e si era avvicinato a lei per aiutarla. I due
ragazzi la stavano sorreggendo quando lei disse.
-“Ren...scusa, dovrei essere io ad aiutarti in questo
momento”- il ragazzo non rispose. C’erano tutti quel giorno, perfino Takumi che non aveva più osato rivolgere parola a Ren dopo
quel giorno. Si sedette accanto a Misato che
istintivamente l’abbracciò. Nessuno disse o fece qualcosa durante tutta la
cerimonia, che non durò tanto. Un fulmine squarciò il cielo, e interruppe il
silenzio. Ormai era tutto finito, adesso la sua “casa” era
quella. Per Hachi era tutto come in un sogno, quasi hai
limiti della realtà. Non poteva ma soprattutto non
voleva muoversi da quel posto. Ormai tutti erano andati alle macchine, ma lei era l’unica che
ancora stava accanto alla tomba di Nana.
-“Hachi…andiamo!”-
-“No vai te…ti raggiungo dopo”-
-“Ma…”
-“Ho detto che ti raggiungo dopo…ed
ora vai”- Nana non aveva mai risposto in quel modo a Nobu, ma la disperazione
può far fare anche cose strane. Le prime goccioline di pioggia cominciarono a
cadere, ma a lei non poteva importare. Era come
assorta nei suoi pensieri. Come se fosse entrata in un altro
mondo. Nessuno potrà mai sapere cosa passò per la testa di Nana in quei
momenti, possiamo solo immaginare il grandissimo dolore che provava.
Nobu e gli altri alla fine avevano deciso di aspettarla alle macchine, senza
lasciarla lì da sola.
-“Andate pure a casa…l’aspetterò io!”- esordì Nobu.
-“No”- gli rispose Junko -“
L’aspetteremo tutti, lasciamola sfogare”-
-“Va bene…grazie”-
Adesso pioveva veramente forte, le gocce cadevano su Nana e
sembravano pese come macigni. Non riuscì a stare in piedi e cade
in ginocchio sull’erba e sul fango, proprio accanto alla rosa, che dolcemente
aveva posto sulla sua bara. Poi ormai sfinita, si distese in terra,
abbracciando quel mucchio di sabbia come se stesse abbracciando lei.
-“Per sempre Nana…per sempre amiche”-
Anche qui come nell’altra storia vi
chiedo di scusarmi per l’immenso ritardo (GOMENASAIIIIII!!!><)
promettendovi che aggiornerò presto, spero che vi sia piaciuto anche questo
capitolo..^^
Bacini la vostra
Hachico91