Breve
flashfiction per un'occasione che solo io ricordo, ma che, se non la
ricordassi, provocherebbe la mia morte a padellate.
La
mia prima Draco/Pansy per una folle pantapairingata [leggasi,
in una strana fusione tra greco e inglese, una pazza che ama
qualunque pairing. E
con qualunque intendo qualunque.]
Beh,
tu sai che è per te, dunque saltiamo le melensaggini noiose. Ti odio
(L).
Goodnight;
Pansy
Parkinson odiava dormire con Draco Malfoy.
No,
non esattamente. Pansy Parkinson odiava l'idea, di
dormire con
Draco Malfoy. Come logica conseguenza del fatto che odiava non avere
la situazione - sé stessa - sotto controllo.
E
sapeva perfettamente di non avere pieno controllo, nel sonno.
Un
braccio poteva finire chissà dove, lei stessa
poteva girarsi
e cadere dal letto, poteva dire qualcosa di sconveniente... In fondo,
chi le assicurava che non parlasse nel sonno? Nessuno aveva mai
dormito con lei, in realtà.
Ma
soprattutto... Più di ogni altra cosa, temeva il suo scarso
controllo dell'aspetto fisico, durante la notte. Come avrebbe avuto i
capelli, il trucco rimasto sul suo viso dalla sera prima, o - peggio!
- il viso stanco e struccato, dopo una notte passata a dormire?!
Per
questo ogni volta che, dopo l'amplesso, Draco Malfoy si lasciava
andare accanto a lei cingendole le spalle pronto per un sonno
ristoratore, Pansy si rassegnava ad una notte in bianco. Non poteva
assolutamente permettersi che Draco la vedesse in quello stato,
comunque quello stato fosse.
Si
lasciò sfuggire un breve sospiro, mentre dalla posizione su un
fianco si metteva supina, gli occhi neri spalancati e rivolti verso
il soffitto.
Accanto
a lei Draco allungò il braccio destro fino a posarlo sul suo ventre,
quasi ad abbracciarla. Pansy non avrebbe saputo definire se si
trattava di tenerezza - improbabile - o possessione
-
involontaria, ingiustificata -.
Evidentemente Draco
Malfoy se ne fregava altamente dell'effetto che la notte e il sonno
potevano avere su di lui. Grazie a Salazar, sapeva sicuramente fin
troppo bene che il giorno dopo si sarebbe alzato fresco e riposato,
con i capelli appena appena scombinati e bello come il sole, come
sempre.
Fanculo.
Pansy
trasalì quando, lentamente, le dita di Draco si mossero sul suo
fianco in un lieve solletico che le provocò inevitabili brividi
involontari. Cominciato come quella che sembrava essere una mossa non
controllata in preda al sonno, poi sfumata in una breve carezza per
sfociare infine in una provocazione erotica, quel movimento così
semplice era riuscito a mandarla in tilt. Spalancò ulteriormente gli
occhi, artigliando insieme le lenzuola alla sua sinistra che,
bloccate dalle gambe di Draco avvolte con noncuranza un paio di volte
nella stoffa, arrivavano poco più in basso del suo bacino e tendendo
le orecchie nella sua direzione.
Lentamente,
con una breve emissione di fiato caldo sulla sua pelle, Draco alzò
appena il capo fino a raggiungere il suo orecchio, le labbra contro
la lieve peluria nera sul collo appena sotto al lobo e il mento a
sfiorare ancora la sua spalla sinistra.
-
Hai tre possibilità, direi. - sussurrò, mentre lei si irrigidiva.
Il movimento delle sue dita sottili era cessato.
-
Continuare a fissare quell'interessante e nobile soggetto che è il
mio soffitto, quindi passare l'ennesima notte sveglia a credere che
io dorma e sgattaiolare via quando puoi, quando riesci, se ne hai il
coraggio... - riprese a sfiorarla, salendo piano con la mano, mentre
lei tratteneva il respiro. Il porpora della vergogna era fiorito,
innocente, sulle sue guance pallide. La sua ingenuità rimaneva
protetta dall'abbraccio del buio della stanza.
-
... Andartene ora... - continuò Draco.
La
ragazza si voltò verso di lui. Tenebra aveva avvolto il suo volto,
ma non i suoi occhi. Poteva ancora disegnare il profilo acerbo del
suo naso, la linea delle sue labbra perfette, indovinare la sua pelle
pallida almeno quanto la sua. Non la stava rifiutando.
-
... O abbandonare qualsiasi pensiero completamente e semplicemente
degno del mio regale dimenticatoio che di sicuro stai facendo e, per
una volta, dormire. -
Salve,
Pansy Parkinson. Sei appena stata beccata in pieno.
-
Non ho sonno. -
-
Non è bello che io ti tolga il sonno. - commentò semplicemente,
come se stesse parlando del tempo.
-
Non sei tu a togliermi il sonno. -
Draco
si staccò lievemente, mentre le sue dita già cercavano una
sigaretta immaginaria.
-
Okay. Non è bello che tu ti neghi il sonno. -
-
Non ho voglia di dormire, ti ho detto. - Pregò che non lo leggesse
come un invito. Il lampo da predatore che lesse nei suoi occhi,
seppure al buio, le confermò che per un'istante la parte di lui
pervertita senza possibilità di recupero ci aveva pensato.
-
Che vuoi fare, allora? -
Tre
possibilità. Difficile decidersi.
Logicamente
parlando, la terza era di sicuro la migliore.
La
seconda avrebbe determinato probabilmente la fine del faticosamente
conquistato amore e l'inizio - il
ritorno - al
sesso.
La
prima, in tutta sincerità, la attirava parecchio.
-
Se ti dicessi che me ne vado? -
-
Non so se ti tratterrei. -
Scelta
sbagliata. Lei voleva essere trattenuta.
Tacque.
Lui
si mise a sedere sul letto, cercando realmente quella sigaretta che
prima aveva solo immaginato.
-
Non voglio e non mi interessa sapere a cosa pensi tutta la notte, ma
mi infastidisce dormire sapendo di avere accanto te con gli occhi
sbarrati e i muscoli tesi. -
Il
tenue sapore amarognolo di quella lieve bugia si perse nella stanza
sovrabbondante di pensieri. I sospiri e le confidenze trattenute a
forza si agitavano ancora nell'oscurità, ma il turbinio ammattito
che regnava nella mente di Pansy le impediva di notare qualsiasi
altra cosa.
Avrebbe
percepito, probabilmente, l'inclinazione della voce di Draco, sintomo
di falsità. Se solo avesse avuto UN cassetto ordinato in tutto il
cervello.
Odiava
sottomettersi a lui. Eppure, spesso, cedeva.
Se
però le avessero chiesto: - Ehi Parkinson, tu ti sottometti a
Draco Malfoy? -, lei avrebbe risposto di no.
Era
al suo stesso amore per lui, che cedeva. Il suo orgoglio era
salvo.
Anche
quella volta, comunque, non sarebbe stata da meno. Trasfigurò un
sospiro in uno sbuffo e si distese, appoggiandosi alla spalla nuda di
lui.
-
Non ti assicuro che dormirò. - borbottò, chiudendo gli occhi.
Non
avrebbe mai visto lo sghembo sorriso di
soddisfazione che
aveva preso posto sulle labbra di Draco, anche se, il giorno dopo,
avrebbe giurato di averlo percepito nel sonno.
_______
Spazio dell'autrice:
Spero
vi sia piaciuta; commenti, critiche e complimenti sono sempre ben
accetti.
A
chi interessasse, posto oggi anche il prologo di una long
Draco/Hermione che avevo preannunciato, date un'occhiata al mio
profilo questa sera.
Grazie
in anticipo,
HK.
|