Cosi' è, se ti piace. So is if you like. di kikka_67 (/viewuser.php?uid=260038)
Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Mi ero ripromessa di non intromettermi più nella vita di Tom, invece per l’ennesima volta sto per invadere la sua privacy. Solo a causa del mio insano desiderio di soffrire, che mi ritrovo seduta nell’ultima fila della chiesa di St. Marie, aspettando insieme agli altri invitati l’arrivo della sposa. Già, oggi si sposano, non ci volevo credere e fino all’ultimo momento ho sperato in una smentita pubblica, invece la maggior parte delle riviste esponevano le foto dei futuri sposi sorridenti e felici. Silenziosamente avevo osservato lo sposo, assolutamente meraviglioso in tait, entrare in chiesa accompagnato dalla madre e dai familiari, nonna Ivy, elegantissima e visibilmente emozionata, lo aveva baciato dolcemente prima di sedersi al suo posto. La chiesa era stata addobbata con numerose colonne di fiori bianchi ornate con edera e tulle, era affollatissima. I giornalisti erano stati relegati con l’aiuto della polizia fuori dalla chiesa e uno spesso cordone di agenti permetteva agli invitati celebri di entrare in chiesa indisturbati.
Le prime note suggestive dell’Ave Maria di Schubert, segnalavano l’arrivo imminente dell’unica donna che avrei invidiato per tutta la vita, Madeleine, la futura signora Hiddleston. Camminava accanto al padre sorridendo raggiante, fasciata da un vestito candido che sembrava soffice come una nuvola, nel momento in cui Tom accettò la sua mano e la strinse tra le sue, smisi di pensare, vedere, respirare. All’improvviso prepotenti e spietati, come fotografie imprigionate in un album, mi balenano davanti agli occhi in una veloce sequenza tutti i momenti meravigliosi passati insieme a lui. L’ho perso per sempre! Una smania feroce di scappare mi soffoca, non posso più restare e tremando leggermente mi alzo dal banco intenzionata ad uscire subito dalla chiesa, quando il parroco pronuncia le ultime parole per concludere il rito.
- …..se qualcuno dei presenti è a conoscenza di una ragione per cui quest’uomo e questa donna non debbano unirsi in matrimonio…… parli adesso o…. taccia per sempre… -
In quel momento mi volto un’ultima volta per guardarlo mentre è inginocchiato davanti all’altare teso ed emozionato come un qualsiasi novello sposo e purtroppo non mi avvedo in tempo della stramaledettissima colonna di fiori che qualcuno poco saggiamente ha posto proprio davanti ai miei piedi e che nonostante tutti i miei sforzi di trattenerla nella sua posizione originale cade a terra con un fragore tremendo che fa vibrare tutte le vetrate finemente cesellate. Un migliaio di occhi mi scrutano stupefatti e non per ultimi quelli azzurri di Tom, quando mi decido a girarmi per guardare mortificata verso di lui. Un silenzio innaturale e impietoso mi circonda ed io assolutamente incapace di spiccare parola, indico con un gesto patetico la colonna, come ad incolpare qualcun altro di ciò che è appena accaduto. All’improvviso delle mani caritatevoli mi cingono e con dolcezza vengo accompagnata in una stanzina attigua alla sagrestia, sono sotto shock, perché …… perché sono venuta??!
- Viola….. stai bene? – chiede la voce preoccupata di Benedict.
- Io….. –
- Vuoi bere qualcosa? Chiamo Tom? –
- NO! Ti prego, Ben, portami via da qui…. non so come ….. io abbia… Non posso vederlo! – esclamo con le lacrime agli occhi aggrappandomi alla sua giacca terrorizzata.
- Stai tranquilla, non lo farò entrare e ti porterò via subito. Ma devo parlargli brevemente, lo capisci vero? –
- Io non volevo, non intendevo… è stato un incidente…. Digli che…. mi spiace… - mormoro tremando ancor più vistosamente.
I mormorii irritati che la spessa porta di legno non riesce a soffocare, mi lasciano intendere che lo sposo non è tanto propenso a lasciarmi andare via senza discutere. Per fortuna le finestre della stanza si affacciano su di un giardino e velocemente, senza soffermarmi a riflettere apro la finestra e salto giù. Io non sono esattamente Catwoman e saltare da una finestra posta ad un metro di altezza con i tacchi alti, mi causa una distorsione dolorosissima, ma pur di fuggire, stringo i denti e mi strascino saltellando fino al primo taxi che trovo.
- Hai veramente intenzione di farmi inquietare? Potevi ammazzarti! – sbraita Ben afferrandomi con una mano mentre cerco di salire sulla macchina.
- Lasciami Ben! Voglio andare via di qui il più velocemente possibile!! Lasciami!! – strillo isterica non riuscendo a fermarlo nel suo intento di caricarmi in spalla per poi posarmi senza tanti complimenti di fianco alla sua auto.
- Entra e zitta! – intima furioso.
Barricata dietro un muro di ostinato e oltraggiato silenzio, non presto attenzione alla strada che stiamo percorrendo. Non riesco a distogliere la mente dall’allucinante catastrofe di cui sono l’autrice, penserà che l’ho fatto apposta, per rovinargli il matrimonio! Beh…forse l’intenzione di rispondere all’appello del parroco, parli adesso o taccia per sempre, mi ha sfiorato le labbra, ma distruggere l’addobbo floreale per interrompere il rito…… è tutta un’altra questione…. una gravissima questione….. non posso credere di averlo deciso e attuato nello stesso istante! Di nuovo ripenso allo sguardo affilato e risentito di Tom che mi fissa accusatorio. Ben mi sfiora la spalla con un dito, per attirare la mia attenzione. Siamo in quella che sembra una rimessa sotterranea, esco dalla macchina con difficoltà e appena incontro il suo sguardo dolcemente comprensivo scoppio a piangere e accetto la protezione delle sue braccia.
Davanti ad una tazza di tea e avvolta da una calda coperta, tremo dal freddo a causa dello stress, racconto a Ben ciò che è successo in questi mesi, anche lui era occupato a girare un film all’estero ed è tornato solo per vestire i panni da testimone dello sposo. Mi rendo conto di versagli addosso una quantità esagerata di parole e inarrestabili mi sfuggono anche le lacrime, non m’importa se gli sembrerò una maniaca persecutrice pazza isterica, ho bisogno che mi comprenda, prima che mi dia la sua opinione, conosce abbastanza bene Tom da darmi il consiglio giusto, se mi dirà di lasciarlo in pace…. Lo farò.
- Beh….accidenti, questo si che è un bel casino, Viola. – mormora passandosi una mano tra i capelli.
- Già… Sei riuscito a parlare con lui? Pensi sia innamorato di…. –
- Non siamo riusciti a restare da soli neanche un minuto, io sono arrivato molto tardi ieri sera e questa mattina… Tom non era in sé.. –
- In che senso? Era agitato? Se gesticolava e scattava per nulla, era solo lo stress… - rispondo sicura.
- No, era come in catalessi, non ha mosso un muscolo, sembrava una statua, immerso nei suoi pensieri talmente profondamente che abbiamo dovuto chiamarlo più volte per farlo rinsavire. Ti sembrerà assurdo, ma per attimo ho avuto come l’impressione che stesse vivendo quegli ultimi attimi, come un‘esperienza extracorporea fissava la scena come spettatore e non come protagonista. -
- A-aveva le mani ghiacciate? – chiedo piano.
- Come fai a saperlo? Si, era un pezzo di marmo ibernato. Secondo te cosa vuol dire? –
Non ci posso credere l’ha rifatto di nuovo!! Nel momento in cui ho avvertito quel boato, sapevo già che avrei trovato lei dietro le mie spalle! Un altro segno del destino chiaro e forte….. non è la donna che è seduta vicino a te davanti all’altare quella giusta.. per te! Il sollievo di essere costretto di nuovo a mettere in discussione le mie convinzioni, per evitare di commettere un errore che influenzerà tutta la mia vita e quella dei miei figli mi ha stravolto così violentemente da lasciarmi senza fiato. Un tremore furioso mi scuote il corpo e l’anima. Lo sguardo dolorosamente incerto con cui Madeleine mi fissava, attendendo ansiosamente la mia reazione, si è spento all’improvviso, cogliendo nel mio una profonda emozione. Quello sguardo mi ha ferito, non volevo farle del male. Con lei sono stato sempre onesto, le ho chiarito più volte quanto amassi Viola e che non ero pronto a dimenticarla né lo volevo e quando le ho chiesto di sposarmi l’ho fatto per salvarmi dall’amore incoerente e assoluto che mi lega ad una donna che mi sfugge e che non riesce a superare le sue paure….. e lei ne era cosciente ma ha accettato lo stesso. Ha accettato, anche se sono un uomo che non sarà mai suo completamente….. e adesso spetta a me, decidere se continuare con il rito o sciogliere il nodo della cravatta che mi soffoca e correre da Viola e stringerla a me….. per sempre.
- Mi dispiace….. – mormoro piano.
Benedict mi ha accompagnata alla stazione in tempo per prendere il treno per tornare a “casa”…. In realtà sento che non ho più nessun luogo che io possa chiamare in quel modo, la propria casa è vicino alle persone che ami ed io ho perso il mio uomo questa mattina. Ho immaginato più volte il sorriso di Tom rassicurare la sua sposa e il parroco riprendere il rito e concluderlo. Vi dichiaro marito e moglie.
L’angoscia prende il sopravvento e le lacrime mi soffocano, non avrei mai pensato di riuscire ha sopportare questo dolore lacerante. Una forte stanchezza mi coglie ma neanche nell’incoscienza del sonno riesco a frenare i miei pensieri. Nel mio sogno Tom mi sorride emozionato e felice mentre mi accarezza la mano e dolcemente mi regala, infilandomi la fede al dito, il suo amore e la sua vita. Mi sveglio di soprassalto spaventata e basita fisso il mio sogno seduto davanti a me. Che strano però…. ha i capelli tutti arruffati come se vi avesse passato le mani in mezzo più volte, la camicia negligentemente sbottonata sul petto, la giacca è appoggiata con noncuranza sul sedile insieme alla cravatta e il suo sguardo è intensamente luminoso come non lo è mai stato. Molto probabilmente la mia espressione perplessa lo diverte perché il suo sorriso si allarga.
- Non sono un’allucinazione Viola…. – mormora divertito.
- Ma….. i sogni non parlano….. – rispondo allibita sbattendo più volte le palpebre e scuotendo la testa per schiarirmi le idee.
- No…. immagino di no….. –
- ODDIO THOMAS!! Ma che ci fai qui? - strillo raddrizzandomi di scatto, guardandomi intorno per accertarmi di essere ancora sul treno.
- Ben mi ha detto dov’eri, per fortuna la mia macchina è più veloce di questo treno, sono salito appena ti ho vista. – spiega tranquillo.
- Sei partito da Londra in macchina….. e …… sei salito….. – ripeto incredula.
Mi alzo barcollante per raggiungerlo e quando finalmente sento il suo calore con un gemito strozzato mi siedo sulle sue ginocchia senza forze.
- Sei qui…… - sussurro accarezzandogli il viso.
- Mi farai impazzire…. se continui a scappare lontano da me. Noi abbiamo qualcosa che gli altri possono solo sognare. Sei parte di me Viola, mi sembra impossibile di aver immaginato anche solo un momento nella mia vita senza di te accanto. L’amore ti sceglie e non ti lascia scelta. Ti amo, amore. Non lasciarmi mai più. - mormora sulle mie labbra.
- Tom…. devo dirti una cosa…. –
- Dimmi solo che mi ami….non m’interessa altro …… -
- No… cioè si ti amo, più della mia vita ma….. adesso le cose sono cambiate…… - sorrido davanti alla sua espressione allarmata.
- N-non capisco….. –
- Sono incinta…. – gli svelo al culmine della felicità, adesso che è di nuovo vicino a me.
- Cosa? –
- Sono venuta a Londra due giorni fa, dovevo vederti, volevo che lo sapessi, ti giuro che non ero venuta per chiederti aiuto, né di rinunciare alla tua vita con….. tua moglie, per stare con me e tuo figlio. Sono venuta a casa tua e mi ha aperto…. Madeleine, abbiamo avuto una conversazione ….breve ma intensa. E’ una donna veramente interessante…. mi ha sbattuto fuori di casa e per questo non la biasimo, io avrei fatto di peggio. Non le perdono il fatto che mi abbia impedito di parlarti, mi ha convinta che tu non ne volevi più sapere di me, che ti avevo già fatto soffrire abbastanza. Come potevo ribattere?…..aveva ragione. Le ho chiesto prima di andarmene di dirti che ero passata e che ti dovevo parlare urgentemente. Ho aspettato una tua chiamata, ti ho inviato milioni di messaggi, ma non hai mai risposto e questa mattina non sono riuscita ad arrivare in tempo per parlarti prima della cerimonia. Soffro di terribili nausee la mattina….e… – interrompo la mia confessione per asciugargli con un bacio una lacrima che solitaria gli inumidisce una guancia.
- Lei… sapeva… -
- In chiesa… non so come sia successo…. Ti giuro…. Non ho fatto apposta. Ero solo sconvolta, pensavo che non avessi voluto vedermi perché ….. volevi sposarla… e che forse l’amavi…. – gli spiego commossa.
Qualche mese dopo, camminavo adagio accanto a mio padre sorridendo raggiante, fasciata da un vestito candido che sembrava soffice come una nuvola e nel momento in cui Tom accettò la mia mano e la strinse tra le sue…… arrivò intenso il dolore della prima contrazione, ma decisi di non rovinare questo momento meraviglioso per un piccolo “doloretto”. Durante la cerimonia quei “doloretti” aumentarono di intensità e di frequenza. Mi aggrappai alla manica di Tom con forza. Gli bastò un’occhiata al mio viso per capire immediatamente la situazione.
- Padre… può pronunciare subito la formula di rito….. mia figlia sta per nascere… - mormora velocemente sostenendomi.
- C-certo… Vuoi tu…Viola.... – iniziò solenne il parroco.
- Lo voglio!!! – urlai interrompendolo, sforzandomi di mantenere un minimo di contegno davanti ai nostri invitati.
- Ehm… e tu…Thomas…. –
- Lo voglio!! La prego dia la benedizione! – gli chiede accorato, mentre faceva segno a Ben di andare a prendere l’auto.
- Vi dichiaro marito e moglie!…. Può baciare la sposa. – sospirò infine esausto il povero religioso.
- Grazie. Anche oggi hai deciso di sorprendermi!!? Non potevi aspettare domani?!?! – sibila baciandomi velocemente.
- Non lo dire a me! Lo dirai a tua figlia appena la vedi….. è lei che ha fretta di uscire….. Tom …. Portami in ospedale! –
Elisabeth Rebecca Hiddleston è nata sotto gli occhi di suo padre, a cui hanno dovuto somministrare un calmante e regalargli una fornitura industriale di fazzoletti che ha consumato davanti al vetro della nursery ammirando sua figlia che dormiva tranquilla. Dopo averla lavata e visitata, il medico gliel’aveva posta delicatamente tra le braccia, subito la piccola aveva smesso di frignare e aveva aperto gli occhi, come se sapesse che l’uomo che la stringeva era suo padre. Tom l’aveva guardata a lungo emozionato, la sua espressione rapita esprimeva un sentimento ineguagliabile, un giuramento d’ amore eterno, inesplicabile a chi non aveva mai donato il proprio cuore per amore.
THE END.
Grazie di essere stati vicino a me finora. Spero vi sia piaciuta la storia. Ringrazio una volta in più chi ha speso due parole di incoraggiamento nelle recensioni. GRAZIE. KIKKA. :D
|
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2984396 |